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Autore: Angel TR    08/12/2018    2 recensioni
Cosa succede se Lili e Asuka decidono di vestire i panni delle detective/pettegole e riprendere – quasi – tutti i partecipanti del Sesto Torneo?
Codesta meravigliosa principessa possedeva numerose doti, tra le quali una spiccata propensione per la lotta… Asuka, non ridere, lo sai che ho ragione. Il mio stile è sicuramente più aggraziato del tuo… ma quale tramandato da generazione in generazione! Significa solo che combatti come una vecchia.
{ Questa storia partecipa alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da molang su EFP.}
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort, Lei Wulong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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Quarti


Registrazione n°6 di Asuka Kazama ed Emilie Rochefort, prima dei Quarti di Finale



(Si ode la voce di Lili, tesa ma speranzosa)

Miei cari ascoltatori, è di nuovo la vostra amatissima dea Lili che parla! Vi racconterò in diretta, o quasi, la sesta edizione del Torneo del Pugno di Ferro! Non siete contenti?

(Asuka Kazama interviene con un secco: «No»Lili sembra ignorarla completamente. )

Asuka, ho i miei dubbi.

(Si sente la voce di Asuka sbuffare incredula. «Tu, dubbi? Chi sei? Cosa ne hai fatto della mia Lili?»)

Mia? Però, mademoiselle, ci andiamo giù pesante! Ahi, perché la gomitata? Cattiva! Parlando di cose serie, sai perché ho i miei dubbi? Perché, guarda tu, dobbiamo combattere contro la groupie di Kazama e lo spasimante di Kazama. Assurdo. Non siamo proprio fortunate. Non vedo come uno dei due rinuncerebbe alle semifinali dove, appunto, li aspetta proprio l'oggetto delle loro fantasie.

(Asuka fa un verso contrariato. )

Non mi guardare così, ci metto la mano sul fuoco che c'è Kazama. Riflettici, Asuká. Jin Kazama ha organizzato il Torneo e, come tutte le edizioni precedenti, l'organizzatore aspetta i partecipanti o in finale o in semifinale. Io ho la terribile sensazione che ci sia qualcosa di molto peggio di Jin Kazama sotto. Non so, più ci spostiamo di città in città e di fase in fase, più avverto una tensione fortissima, una brutta sensazione, come quando uscii di casa e ad aspettarmi c'erano un branco di mascalzoni che mi volevano rapire.
Ti ricordi la brasiliana scollacciata che abbiamo battuto? Ci ha chiesto di rintracciare un certo Eddy, ci ha persino dato una sua foto. Sembrava sul punto di piangere; sono sicura che Kazama l’ha costretto a lavorare per lui! E quell’americana? Ha detto qualcosa su una profezia… sulla fine del mondo…

(«Sono solo sciocchezze! Quel tizio, Eddy, starà lavorando per Jin perché si ficcherà in tasca un bel malloppo e la fine del mondo non arriverà ora perché sicuramente l'universo vuole continuare a farmi soffrire qui insieme a te.»)

Mmmh… non so. Fatto sta che Hwoarang e quella Ling Ling proprio non me la contano giusta. Sarà un match durissimo, contaci. Però… la fortuna vuole che io sono veramente geniale e ho già pensato a un piano…


Telefonata con Hwoarang.


Lei Wulong strinse più forte la cornetta del telefono. Sentiva che quella fase era cruciale per l’indagine. «Qual era questo piano, Hwoarang?»
Il ragazzo al telefono si schiarì la voce. «Che, se avessero perso, avremmo dovuto continuare le registrazioni come avevano fatto loro, anche se avrebbero provato a riprendere lo stesso. Ah, e che dovevamo cercare questo Eddy. Come sa, agente, i partecipanti, una volta eliminati, devono lasciare immediatamente la struttura ma loro sembravano molto determinate» disse. Sembrava si sforzasse per suonare tanto formale, la voce quasi strozzata, come se volesse nascondere qualcosa.
«E? Hanno perso?» chiese Wulong. Il cuore gli batteva forte nel petto.
«No, agente, quell'incontro fu rimandato e io fui diviso da Ling Xiaoyu. Non ho avuto più notizie di Lili e Asuka» rispose Hwoarang.
Un incontro rimandato? Una coppia smistata? Questo mi sta raccontando un mucchio di balle.
La domanda era: perché? Perché mai questo Hwoarang avrebbe dovuto raccontargli delle frottole? Steve Fox non gli era stato d'intralcio, anzi, aveva serenamente collaborato con la giustizia, fornendogli le informazioni necessarie e addirittura il numero di Hwoarang. Improvvisamente, un dubbio lo assalì: e se si fossero messi tutti d'accordo? Se in realtà Lili e Asuka non erano mai passate e loro avevano distrutto tutte le registrazioni? Ma no, Fox le aveva aiutate. Hwoarang allora? Avrebbe buttato i nastri per distruggere le prove di qualche malefatta? Oppure sapevano qualcosa su Jin Kazama che avevano deciso di non riferire alla giustizia? In fondo, avevano tutti ottimi motivi per ucciderlo.
Eppure…
Davvero due ragazzine avevano avuto il fegato di uccidere un giovane ragazzo a sangue freddo, per quanto avesse fatto penare le loro famiglie? Davvero Hwoarang, un ragazzo altrettanto giovane, aveva partecipato a un omicidio oppure sapeva del crimine e stava occultando le prove, in più ostacolando la giustizia? Posso fidarmi di queste persone? Cosa sanno che io non so di così vitale da mentire in modo così spudorato?
Cosa fare? Se avesse insistito, Hwoarang avrebbe negato il tutto o attaccato: in fondo, era in Corea e la legge giapponese poteva poco su di lui, a meno che lui non avesse avuto tutte le prove per incastrarlo e dimostrare che aveva veramente commesso un crimine. Inoltre con i rapporti delicati che intercorrevano tra i due paesi, accusare un coreano sulla base di un futile sospetto sarebbe stato davvero un passo falso. Sarei dovuto restare in Cina, mannaggia a me che vado sempre a mettermi nei guai!
Era chiaro che avrebbe dovuto giocare al suo gioco e fare finta di credergli.
«Capisco, signor Hwoarang. È stato molto gentile. Questa registrazione quindi le è stata fornita da Lili e Asuka?» chiese di nuovo Wulong.
«In realtà l’ho trovata per caso, prima dell'incontro che poi è stato annullato. Agente, credo che Kazama abbia manipolato gli incontri per fare in modo da far arrivare in finale chi volesse lui. È un vero stronzetto… ehm, mi scusi, agente.»
«Mmh, teoria interessante. Cosa glielo fa credere?» insistette. Scoccò un'occhiata all’orologio: era al telefono con Hwoarang da più di mezz'ora e ancora non aveva cavato un ragno dal buco. La registrazione era stata utile, lo ammetteva, ma ora si trovava a un punto morto. Chi era passato alle semifinali? Contro chi?
«Beh, le coppie. Alcune erano mal bilanciate, altre venivano cambiate in continuazione. Insomma, provate a buttare su un ring un lottatore di sumo ritirato che passa il suo tempo a cucinare e una… » fece per dire il coreano ma i pensieri di Wulong erano altrove. Prima di tutto, ripensando alla chiacchierata, Hwoarang aveva nominato una certa Ling Xiaoyu; quel nome gli sembrava familiare.
Ling Xiaoyu…
«Hwoarang, ma Ling Xiaoyu non era stata eliminata da… Miguel?» domandò, interrompendolo.
Il ragazzo restò interdetto. «Veramente non credo visto che è arrivata ai quarti» spiegò.
Lei ticchettò sul telefono. «E di questo Eddy che sai dirmi?»
Poté sentire Hwoarang quasi ringhiare. «Faceva il lavoro sporco per Kazama, in segreto. Nessuno sapeva di lui.»
«Non conosci il suo cognome o qualsiasi altra cosa?» ribatté Wulong, portandosi due dita alla fronte; gli stava per scoppiare. Non aveva ottenuto nulla, solo altre strade, altre persone da chiamare. Dove diavolo erano Lili e Asuka? In fondo, non era passato molto tempo dalla fine del Torneo. Ma era certo che quella fosse stata la vera fine? Gli incontri non erano mai stati trasmessi in televisione, a dispetto di quello che credevano i partecipanti, tutto si era tenuto in segreto “per salvaguardare la privacy dei partecipanti ed evitare di fomentare l'industria delle scommesse illegali”. Tutte stronzate, ovviamente. L'unica privacy da salvaguardare era quella di Kazama e della Mishima Zaibatsu e dei suoi sporchi giochetti.
«So solo che non era di qui. Aveva un accento molto particolare, delle treccine, gli occhiali scuri, la pelle scura e usava uno stile… mi pare si chiamasse “capo”... capo qualcosa» disse Hwoarang.
«Capoeira. Ma non mi serve a nulla.» Lei Wulong sbuffò, improvvisamente stanco. Non stava andando da nessuna parte. «Non ha il numero né di Ling Xiaoyu né di Lili o Asuka?» fece un ultimo tentativo.
«No, agente. Però ho il video dell’altro quarto di finale, Lili ne fece una copia nel timore che si perdesse, lo riteneva fondamentale» aggiunse Hwoarang.
Wulong si riscosse: il video dell’altro quarto di finale? Finalmente, gli sembrò che quella giornata avesse preso il verso giusto. «Glielo faccio spedire?»
Nell’era della tecnologia! Fece un verso di disapprovazione. «Signor Hwoarang, capirà sicuramente che non posso aspettare l’arrivo di un pacco. Non riesce a passarlo per internet?»
«No, agente, il supporto non lo permette. E in più… non ho un computer» rispose, nella voce l'alone dell’imbarazzo.
Wulong batté il piede, spazientito. «Hwoarang, lei possiede uno smartphone, vero?». Ti prego, ti prego…
«Mmh, sì, agente» rispose, sospettoso.
«Ottimo. Faremo una videochiamata dove lei mi mostrerà il video» suggerì Wulong. Non era la migliore delle opzioni ma era sempre meglio di nulla. Doveva guadagnare tempo. Se questo video era così importante come le ragazze ritenevano, allora era necessario che lo vedesse il prima possibile.
«Ma, agente! Così finirò tutti i giga!» protestò Hwoarang.
Wulong roteò gli occhi. «Le farò una bella ricarica, glielo prometto.»


Primo incontro dei Quarti


«Maledizione!» imprecò Anna Williams quando le sue eleganti décolleté finirono in una pozzanghera, schizzando il bel qipao rosso di acqua sporca. L'elicottero dal quale era scesa riprese il suo volo, sollevando i lembi del vestito. Sarebbe stato un bellissimo spettacolo se almeno il suo partner – o chiunque, per dire la verità – l'avesse degnata di uno sguardo.
Ma Kazuya Mishima era troppo impegnato a squadrare l'uomo che avrebbe dovuto chiamare padre da capo a piede per accorgersi di lei o di qualsiasi altra cosa.
«Questo incontro è sprecato come quarto di finale! Quello stupido marmocchio di Jin non ha proprio idea di come si tiene l'audience sulle spine! Dannazione, non ha imparato niente da me!» rise Heihachi Mishima, indicando suo figlio.
Kazuya ghignò. In realtà, entrambi sapevano benissimo qual era il piano di Jin: fare fuori uno dei due.
Perché insieme sarebbero stati invincibili.
«Qual buon vento, Kazuya! Sempre incantevole, Miss Williams» si profuse in complimenti il partner di Heihachi.
Anna sorrise, civettuola; almeno Lee Chaolan riusciva sempre a pronunciare le parole giuste anche se poi pensava tutt'altro. Non era più abituata alle carinerie: il suo boss non aveva tempo per certe cose. Non che le dispiacesse: per quanto fosse affascinante e con quell’allure da bastardo senza cuore che tanto trovava irresistibilmente sexy, in Kazuya Mishima c'era qualcosa di… qualcosa che incrinava i suoi sorrisetto seducenti e la spingeva a scappare dopo aver svolto il suo lavoro.
Lee Chaolan era un egocentrico uomo di affari con un grandissimo carisma, buono solo per quei cinque minuti speciali ma almeno non incuteva terrore.
Anna Williams era troppo persa nei suoi pensieri per accorgersi dell’unico sguardo d'intesa che si erano scambiati i due Mishima.
Lee Chaolan sbarrò gli occhi e represse un’imprecazione: avrebbe dovuto immaginarlo.
Evitò il calcio laterale dritto al suo stomaco che gli voleva piazzare Heihachi Mishima con una capriola e corse senza fiato verso Anna. «Anna! Anna! Attenta a Kazuya!» urlò per sovrastare la pioggia che aveva iniziato a battere sulle loro teste.
La luce dei lampioni elettrici illuminò i capelli argentati di Lee mentre si dirigeva verso Anna. Superò la prima zampetta dell'enorme H gialla, circondata da un cerchio, dipinta sul tetto e si buttò sulla donna per salvarla dal micidiale calcio, identico a quello appena sferrato dal padre, che Kazuya Mishima le vibrò.
«Sei un cafone, Mr Chaolan!» si ribellò Anna, schiaffeggiando una guancia di Lee. Alzò gli occhi per notare i due uomini Mishima mettersi uno a fianco dell’altro; un lampo azzurro rischiarò i loro sorrisi sbilenchi e minacciosi nel buio della notte. «È tutta colpa tua, Nina. A quest'ora me ne stavo a casa di chissà quale riccone a sorseggiare vino…» borbottò la donna tra i denti, appena registrò il significato di quel cambio di lealtà.
«Kazuya! Ho lavorato per te!» gli rinfacciò, cercando di prendere tempo mentre si rialzava. No, non avrebbe nemmeno tentato di portarlo dalla sua parte, era inutile. Anna sapeva che voleva la caduta di suo figlio Jin più di qualsiasi altra cosa al mondo. Tradire una povera stupida la cui vita ruotava intorno alla competizione con la sorella era il nulla.
Scoccò un'occhiata a Lee. Entrambi sapevano che avrebbero perso ma questo non significava che le unghie di Anna non avrebbero lasciato profondi solchi sanguinanti sulle guance dei Mishima.
Kazuya roteò verso Lee Chaolan, un pugno raccolto pronto a essere sferrato; Heihachi si preoccupò di Anna, la quale si inginocchiò appena in tempo per sfuggire a un uppercut. Evidentemente il vecchio se l'aspettava perché sollevò un ginocchio che la colpì sotto il mento, facendola sbattere i denti. Anna urlò inviperita.
«Stupido vecchio!» strillò prima di ficcargli un tacco a spillo nel piede nudo. Si beò nel vederlo torcere il viso in una smorfia di dolore. «Così impari a trattare come si deve una signora!» lo rimbrottò Anna, schiaffeggiandolo ripetutamente. Sollevò lo sguardo, scioccamente e vanitosamente, per incontrare l'approvazione di Lee Chaolan ma vide solo l'uomo in seria difficoltà contro Kazuya Mishima.
«Lee!» lo avvisò, prima di afferrare Heihachi per le spalle e lanciarlo verso il figlio. Si lasciò andare ad una risata soddisfatta. Beh, non stava andando poi così tanto male, visto, Nina?
I due uomini si scontrarono e Lee ne approfittò per sferrare un calcio con un'elegante piroetta e un urlo di rabbia repressa. Due piccioni con una fava.
«Ottimo lavoro, Miss Williams» si complimentò, strizzando un occhio verso di lei.
«Neanche lei è tanto male, Mr Chaolan» ridacchiò civettuola Anna, ondeggiando i fianchi mentre prendeva posizione affianco al suo nuovo partner. Scommettevano entrambi che Jin Kazama doveva essere furioso per quel cambio di coppie. Lui voleva i Mishima fuori dalla competizione e non sarebbero stati certamente Anna e Lee a buttarli fuori.
«Li faremo arrivare alle semifinali malconci» affermò, conficcandosi le lunghe unghie smaltate di rosso nei palmi.
Lee scosse la testa. «Anna, non ti ricordavo così timorosa. Chi ti dice che non li batteremo? Dopo offro io la migliore bottiglia di vino rosso che ho in cantina» propose, solleticando la vanità dell’irlandese.
Lei lo ripagò con un sorrisetto.
Un sorrisetto che si spense subito non appena notarono le scariche elettriche che avevano preso a circondare i corpi di Kazuya e Heihachi Mishima, abbracciandoli come fossero due divinità della lotta. Si misero in posizione e Anna e Lee li imitarono.
Heihachi si avvicinò, chinandosi e avanzando velocemente. «Attenta alla Wave Dash» le consigliò Lee, dedicandosi a Kazuya. Anna indietreggiò ma Heihachi continuava ad avanzare rapidamente quindi decise di attaccare. Sferrò due calci con la punta delle décolleté che furono immediatamente parati; si ritrovò gambe all'aria e ricevette un uppercut che centrò il centro della sua schiena. Boccheggiò.
Lee non se la stava cavando meglio ma conosceva bene lo stile di Kazuya per cui riusciva quantomeno a parare o evitare i colpi.
Fin quando i due Mishima, senza nemmeno guardarsi, decisero di unire le forze e combattere combinando le mosse.
Heihachi roteò, la gamba ben tesa per far inciampare Anna, e menò un pugno con il braccio steso verso l’altro per lanciarla il più in alto possibile; Kazuya, sfruttando lo slancio che gli diede il padre, saltò e vibrò un potente tobi geri.
Anna sbatté malamente sul pavimento, un rivolo di sangue le colava dalla bocca e il rossetto rosso era ormai sbavato. Almeno però non si era spezzata le unghie, pensò, cercando Lee con lo sguardo. Non rovinategli quel bel faccino, si ritrovò a pregare Anna, quando i Mishima lo circondarono, simili a squali attorno a una preda succulenta che perde sangue.


Lei Wulong si passò una mano sul viso. «Terribile» commentò.
«Eh già.» rispose Hwoarang, una nota rabbiosa nella voce. Finalmente, comparve nello schermo per spegnere la tv. Capelli rossi, abiti da motociclista ribelle. Lei Wulong sbarrò gli occhi. «Ma io ti conosco! Hai infranto almeno tredici leggi stradali durante il Torneo qui in Giappone!» urlò, balzando in piedi.
Il ragazzo si voltò, colto di sorpresa, il viso che tradiva la colpevolezza. «No, agente, si sbaglia, era un mio sosia» disse. «Ora devo andare, sono finiti i giga, non si dimentichi la ricarica!» aggiunse, in una raffica di parole, prima di staccare il telefono in faccia al poliziotto .
«Ma guarda un po’ tu questi giovani di oggi…» commentò Lei Wulong, continuando a osservare lo schermo nero del computer.
E ora? Kazuya ed Heihachi? Come rintracciarli? Erano individui meschini, Wulong li conosceva bene. E restava la questione di Ling Xiaoyu e di Eddy.
Wulong seppellì il viso tra le mani. Avrebbe avuto un mucchio di lavoro da fare.


Angolo Autrice : carne al fuocooo

  
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