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Autore: Baranjok    08/12/2018    0 recensioni
Clarissa Morgenstern , una shadowhunter di 17 anni, è costretta a trasferirsi dall'Istituto di Los Angeles a quello di New York a seguito di una misteriosa scomparsa. Amante della lotta e supportata dal Conclave , sarà ben accolta da Jace , ALec e Isabelle, ma un nuovo nemico sta per fare la sua mossa e Clary è dunque costretta a rivelare il suo passato e i suoi angelici poteri.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Le sorprese, come le sfortune, raramente vengono da sole.
Charles Dickens
 
 
L’urlo straziante di Clary arrivò dritto come un pugno nel cuore di Jonathan. Le lacrime iniziarono a scorrere prima che lui se ne rendesse conto e per un momento, un momento soltanto, pensò di fermare il tempo e di evitare a Clary un dolore così grande e così forte. La situazione precipitò in pochi secondi. Clary stava ancora piangendo quando Valentine cominciò a ridere a crepapelle. Nessun uomo, buono o cattivo che sia, dovrebbe ridere del dolore altrui. Clary aveva in mano il suo stilo e stava tracciando delle rune di guarigione sul corpo immobile di Sebastian. Era ovviamente tutto inutile, dato che era morto e da giorni ormai. Le rune , come di rado accade, scomparvero immediatamente dal corpo di Sebastian e Clary non faceva che scuoterlo per trovare in lui un briciolo di vita. Jonathan voleva muoversi, voleva avvicinarsi alla sorella, voleva abbracciarla e consolarla, voleva sussurrare parole di conforto, ma rimase impietrito sul posto, incapace anche solo di ragionare. Fu Simon, il suo parabatai, ad avvicinarsi lentamente e a tenerla stretta da dietro, lasciandole libero sfogo. Clary, urlò e si dimenò tra le sue braccia, e Simon glielo lasciò fare senza nemmeno pronunciare una parola. La allontanò lentamente , dal corpo del suo ex fidanzato e la portò verso di noi.
Valentine, con le lacrime agli occhi per il troppo ridere si fermò d’un tratto e fece spostare con non troppe cerimonie il corpo di Sebastian.
-Vi avevo chiesto un semplice favore, mia figlia in cambio di una pace tra di noi. Ma voi avete rifiutato !- Valentine disse alzando le braccia come un sovrano farebbe con i propri sudditi.
Il console guardò in cagnesco Clary, e poi si rivolse a Valentine a testa alta.
-Hai ucciso degli Shadowhunter, tua figlia si era offerta volontariamente, qualcosa deve essere cambiato all’ultimo momento, non meritiamo lo stesso trattamento!-
-Sprecare vite Shadowhunter non è nel mio interesse! Peccato, potrò farmene di nuovi shadowhunter con la coppa mortale!-
-La coppa mortale non appartiene a te Valentine!-
-Io ne farò un uso molto più attivo mio caro Console! Evocherò l’angelo Raziel e renderò pure la razza degli Shadowhunter! Niente più Nascosti niente più depravazione!-
Stavano ancora discutendo tra di loro, quando Clary, calmatasi tra le braccia di Simon , tirò fuori la sua spada e corse a colpire Valentine.
Valentine fu ovviamente colto alla sprovvista , tanto che per una volta strabuzzò gli occhi e quasi non cadde addosso al Console. In un secondo però la situazione fu ribaltata, tutta la sua cerchia alzò le spade ed iniziò così la battaglia.
Jonathan si mosse piuttosto velocemente per poter raggiungere la sorella, che stava faccia a faccia con il padre. Valentine non voleva ucciderla, perché voleva averla dalla sua parte, ma non si preoccupò di rallentare per evitare di ferirla, anzi ci andò giù piuttosto pesantemente.
Magnus , intanto si allontanò per creare uno scudo protettivo su quante più persone possibili. Ma era da solo e la forza a cui attingeva si affievoliva velocemente.
D’un tratto ci fu un esplosione e migliaia di demoni si riversarono nella battaglia quasi nell’esatto momento in cui i lupi ed i vampiri entrarono in azione dalla parte dei Cacciatori.
Il console arretrò di qualche passo, troppo scioccato dalla vista di un lupo che sbranava con le proprie fauci il secondo di Valentine.
Jonathan aveva raggiunto Clary che accecata dalla rabbia continuava a colpire senza sosta Valentine.
-Non vincerai figlia mia!- Gli diceva Valentine sorridendo con il labbro spaccato e il sangue che gli scorreva sul viso.
Solo in quel momento Jonathan si accorse del ragazzo dagli occhi grigi. Era il ragazzo della foto che combatteva fianco a fianco con Valentine, ma a differenza di quest’ultimo, lui non combatteva per uccidere.
Valentine spinse via Clary facendola rotolare per diversi metri e in men che non si dica sparì da solo verso un portale.
Clary si rialzò di scatto e corse verso il portale.
-Clary no!- Urlò Jonathan. Ma era troppo tardi, Clary era già scomparsa.
Senza ulteriore indugio, attraversò anche lui stesso il Portale, come stavano facendo tutti gli Shadowhunter aiutati da Magnus.
 
Il portale li aveva trasportati sulle sponde del Lago Lyn. Valentine era nella prima fase del rituale di evocazione, ma Clary gli stava creando non poco fastidio.
Jonathan raggiunse subito la sorella che guardava Valentine con un odio spropositato.
Simon fece per avvicinarsi, ma una barriera invisibile lo teneva lontano dalla scena madre.
-Solo i membri della mia famiglia possono attraversare questa barriera.- Disse Valentine guardando la folla. Il suo esercito era stato sconfitto e i suoi demoni, rispediti nel Vuoto.
Al di là della barriera vi erano Valentine, Jonathan, Clary e il ragazzo dagli occhi grigi.
Jonathan e Clary si scambiarono un occhiata furtiva.
Valentine stava continuando il rituale come se nulla potesse disturbarlo quando Jonathan lo attaccò alle spalle. In un secondo il ragazzo dagli occhi grigi lo fermò e lo scaraventò a terra. Clary non ci pensò un secondo ed iniziò ad attaccarlo a sua volta. Valentine afferrò Clary per i capelli e la gettò nell’acqua. Jonathan colpì Valentine alla spalla mentre Clary completamente bagnata uscì dall’acqua ferocemente. In quel momento sbucò dal nulla Jocelyn in tutta la sua bellezza. I suoi capelli rossi svolazzavano nell’aria mentre faceva brillare la sua spada angelica. Valentine fu sorpreso di vederla , ma non perse la sua sicurezza. Era una battaglia di famiglia. Tutti combattevano contro tutti e gli altri shadowhunters rimasero con il fiato sospeso.
-Christopher ora!- Urlò Jocelyn.
Clary e Jonathan si girarono verso il ragazzo che bloccò Valentine per terra.
Valentine aveva lo sguardo spaesato e guardò Jocelyn con occhi supplichevoli.
-Mio figlio! Per tutto questo tempo…- Non terminò mai la frase che Christopher con un colpo netto della spada lo decapitò.
Christopher aveva il fiato corto, gettò l’arma per terra e guardò ansimante le sue mani insanguinate. Jocelyn lo tenne stretto a lungo prima che lui si calmasse.
La barriera era stata distrutta e tutti si stavano avvicinando a loro. Clary aveva un gran mal di testa, era arrabbiata e confusa allo stesso tempo. Quando Jonathan le si avvicinò per abbracciarla lei scappò via senza più voltarsi indietro.
 
 
 
Passarono diversi giorni prima che si respirasse un aria diversa. Prima ci furono i funerali delle vittime. La parte più difficile per Clary fu quella di dire addio a Sebastian, colpevole soltanto di non aver voluto tradirla. Lara gli era stata vicina tutto il tempo, così come Elodie , la zia di Sebastian che le avevano dato forza e conforto in quei momenti così difficili.
I feriti furono curati dai Fratelli Silenti e poi successivamente furono dimessi per poter partecipare ai vari interrogatori.
Per il Console, il piano di Jocelyn per sconfiggere Valentine, seppur efficace aveva violato parecchie leggi fondamentali per gli Shadowhunter.
La spada Mortale fu usata sia su Jocelyn che su Christopher.
La prima ad essere interrogata fu Jocelyn.
-Dichiari il suo nome.- Esordì il Console.
-Mi chiamo Jocelyn Morgenstern, nata Fairchild.-
-Ci racconti la sua storia.-
-Ho sposato Valentine Morgenstern e con lui ho avuto tre figli: Jonathan , Christopher e Clarissa. Sebbene dell’esistenza di Christopher io ne sia venuta a conoscenza soltanto in secondo momento. Valentine mi aveva fatto credere di averlo ucciso appena nato, perché giudicato un mostro. Ho cercato , successivamente, dopo aver scoperto che gli aveva somministrato il sangue di un Demone Superiore quando era ancora dentro di me, di proteggere gli altri due miei figli, volendo per loro una vita da mondani. Quando mia figlia, all’età di sei anni ha manifestato i suoi poteri ho capito che l’unico modo che avevo per proteggerli era quello di addestrarli. Non mi sono mai isolata dal mondo invisibile, ho continuato ad avere notizie per mantenermi aggiornata. In uno dei miei viaggi ad Idris, ho incontrato un bambino, molto somigliante a me e a Valentine di all’incirca 8 anni vicino la tenuta della mia famiglia. Osservandolo da lontano ed avvicinandomi a lui ho scoperto cosa aveva fatto Valentine. Con un incantesimo lo aveva reso deforme ai miei occhi, e lo aveva addestrato segretamente affinchè fosse il guerriero perfetto, con il sangue dei demoni e la forza degli angeli.
Da quel momento lo resi la mia spia, la mia arma. Lui ha sempre lavorato per me , dovendo però fare il lavoro sporco per Valentine. Quando mi ha rapito, sapevo che stava per farlo, per cui ho ingerito una pozione per fingermi addormentata, e nel momento giusto Christopher mi ha somministrato l’antidoto.- Quando Jocelyn finì di parlare nella sala vi era un silenzio da tomba.
Poi fu la volta di Christopher, era impacciato e nettamente giù di corda ma non si rifiutò.
-Mi chiamo Christopher Morgenstern, ho 19 anni e sono il figlio di Valentine Morgenstern. Ho pochi ricordi della mia infanzia, ma ricordo l’addestramento di mio padre e i suoi castighi.-
-Cosa hai dovuto fare per lui.-
-Ho..ho dovuto uccidere,uccidere dei cacciatori.-
-Voglio i nomi.-
-io…-
-Dimmi un nome!-
-Sebastina Verlac!-
Clary sobbalzò dalla sedia, e le lacrime iniziarono a scorrere sulle sue guance. Jonathan e Simon, seduti a loro fianco le strinsero le mani, ma lei non riusciva a calmarsi.
Quando l’interrogatorio terminò, il Console, con il nuovo Inquisitore Robert Lightwood, uscirono dalla sala per decidere se punire o meno Jocelyn e Christopher.
Jocelyn si era avvicinata a Clary per confortarla, ma Clary non voleva che lei la toccasse, non si erano ancora parlate da quando Valentine era stato ucciso.
Quando il Console rientrò , Robert aveva una faccia cadaverica. Jocelyn e Christopher dovettero alzarsi e raggiungere il centro della sala.
-Dopo molte riflessioni abbiamo deciso che la punizione migliore per Jocelyn Fairchild è quella di farle abbandonare la vita da cacciatrice per vivere da mondana, rimuovendole i marchi.-
Jonathan si irrigidì sulla sedia.
-Va bene , è quello che voglio.- Rispose Jocelyn fieramente.
-Ma lo sappiamo Jocelyn che è quello che vuoi , per cui non è una vera punizione non credi?-
Jocelyn sembrò spaesata.
-Non potrai avere contatti con il mondo degli Shadowhunter e ritornerai a vivere nel tuo appartamento di Los Angeles. Non metterai mai più piede in un Istituto e non potrai mai più tornare ad Idris.-
-Va bene.-
-Per quanto riguarda tuo figlio maggiore…-
-Cosa c’entra Jonathan?- Domandò Jocelyn allarmata.
-Questa non è una vera punizione per te! Jonathan è maggiorenne e seppur all’oscuro del tuo piano, è il nostro unico modo per punire te!-
-Non è giusto!- Clary si alzò di scatto ma Jonathan la tirò subito verso di lui.
-Infatti non lo è, ma non possiamo far finta che non siano state violate delle leggi. Jonathan, verrà esiliato.-
-Esiliato? E per quanto tempo?-
-Crediamo che dieci anni siano più che sufficienti.-
-Dieci anni?!- Clary era fuori di se, ma Jonathan rimase muto come un pesce.
-Clary, per quanto riguarda te, ritieniti fortunata del fatto di essere ancora minorenne, tu dovrai lasciare l’Istituto di Los Angeles e sarai collocata permanentemente all’Istituto di New York. Potrai avere contatti con tua madre se vorrai e con tuo fratello Jonathan una volta al mese.  Ma non potrai fargli visita e lui non potrà lasciare il suo luogo d’esilio. Simon , tu puoi scegliere di rimanere a Los Angeles se vuoi, ma essendo il parabatai di Clary sei soggetto anche tu alla ricollocazione.-
-E per quanto riguarda Christopher?- Domandò Jocelyn con le lacrime agli occhi.
-Christopher ha agito sotto ordine di Valentine per evitare di essere smascherato, tuttavia ha sconfitto il nostro nemico, per cui le sue azioni sono perdonate. Ma , siccome è una punizione, non vivrà sotto il tuo stesso tetto, ma sarà sotto la responsabilità della sorella, all’Istituto di New York. La cerimonia della rimozione dei marchi è per questo pomeriggio, non ho più nulla da aggiungere.-
 
 
 
Quello che successe quella mattinata fu il caos totale, la punizione era stata troppo ingiusta e troppo crudele. La cerimonia di rimozione dei marchi era dolorosa e piuttosto cruenta, Clary non volle partecipare e si chiuse nella sua camera, per rimanere da sola.
I Blackthorn, in partenza per Los Angeles , passarono a salutarla.

  • Ci mancherai tantissimo.- Le dissero all’unisono.

  • Verrò a trovarvi ogni volta che ne avrò voglia, ve lo prometto.-

 
Simon le rimase accanto tutto il tempo facendola sfogare e tenendole la mano.
 
Quando Jocelyn ritornò a casa quella sera, aveva gli occhi arrossati ed era molto debole. Jonathan e Christopher la sorreggevano delicatamente e lei sorrise amorevolmente ad entrambi.
-Clary, vieni da me.- Le disse una volta sdraiata sul letto. Ma Clary rimase immobile e non si mosse.
 
Quella sera non chiuse occhio. Era l’ultima sera che avrebbe passato con il fratello e la passarono a ridere, a piangere e  parlare del futuro.
-Come farò senza di te?- Domandò Clary piangendo.
-Come farò io senza te! Tu sei forte , ce la farai e poi potremmo vederci, ci sono le videochiamate e magari tra un paio d’anni cambieranno idea e mi faranno tornare da te. Lo so che non sarà la stessa cosa, ma prova a perdonare la mamma e Christopher. Lui non voleva ucciderlo, ha dovuto e lo so che non è una giustificazione e per quanto non mi sia mai andato a genio non meritava questa morte, ma prova a perdonarlo e poi ama, promettimi che lo farai . Che ti innamorerai che amerai e che farai tutto quello che vorrai. Promettimelo Clary.-
-Te lo prometto.-
 
Il mattino dopo, Magnus aprì un portale verso Los Angeles dove Jocelyn era destinata.
Salutò frettolosamente Christopher e diede un lungo abbraccio a Jonathan singhiozzando.
-Non meritavi questo, mi dispiace tantissimo.-
Poi si avvicinò a Clary, ma lei indietreggiò.
-Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi, è mio figlio.- Disse indicando Christopher.
-Anche io e Jonathan, siamo i tuoi figli.- Rispose Clary amareggiata.
Jocelyn si guardò attorno e poi attraverso il portale , sparendo al suo interno.
 
Poi fu la volta di Jonathan, scambiò con tutti un stretta di mano e poi strinse Christopher dandogli qualche consiglio all’orecchio.
Quando abbracciò Clary stavano entrambi piangendo disperati. Isabelle con il trucco sbavato si teneva stretta a Simon che aveva anche lui un’espressione triste.
Alaska. Era quella la sua destinazione. Fece un sorriso finto prima di sparire.
 
 
 
Quando ritornò a New York, Clary si chiuse in camera sua per giorni. Non voleva parlare e vedere nessuno.
Un pomeriggio, presa dalla fame e sicura del silenzio dell’Istituto scese in cucina per mangiare.
Hodge era lì a sorseggiare il suo thè.
-Clary.- Disse sobbalzando.
-Pensavo non ci fosse nessuno.-
-Come va?-
-Malissimo.-
-So che quello che è accaduto alla tua famiglia è spregevole, ma la vita va avanti, troveremo un modo per riportare Jonathan qui, te lo prometto. Ma tuo fratello Christopher ha bisogno di te, è spaesato, spaventato e si sente tremendamente in colpa.-
-Ogni volta che incontro i suoi occhi vedo Sebastian morto. Era l’amore della mia vita, come posso anche solo pensare di avere una conversazione con il suo uccisore.-
-Ci vorrà del tempo, ma tu sei forte e non sei sola, ricordalo sempre.-
 
Dopo una bella mangiata Clary ritornò in camera sua e la trovò occupata da Jace, che stava sfogliando tra i suoi disegni.
-Scusa stavo solo guardando, non volevo distur…-
Clary lo bloccò con un dito.
-Jace?-
-Si?-
-Ti prego baciami.-
 
Prologo
 
Jocelyn era sotto la doccia quando le lacrime le annebbiarono la vista. Il getto di acqua calda le creava una bella sensazione alla schiena, ma quando aprì gli occhi quello che vide non era acqua ma sangue. Urlò uscendo dalla vasca e afferrando un asciugamano. Bussarono alla porta e Jocelyn corse per andare ad aprire. Una donna bellissima e con un viso altrettanto bello era ferma sulla soglia.
-Mi scusi chi è lei?- Domandò Jocelyn ancora sconvolta.
-Jocelyn! Dov’è Christopher?! Dov’è mio figlio?!-
 
 
 
 
 

Eccoci qui alla fine di questa storia. Ovviamente ci sarà un continuo, ma ho deciso di prendermi una pausa, anche in occasione delle vacanze Natalizie. Spero vi abbia appassionato e che vi sia piaciuta. Il Continuo non ha ancora una trama ufficiale, ma partirà da quest’ultimo punto. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita, che hanno commentato e anche i lettori silenti che mi hanno tenuta compagnia in questi mesi. Alla prossima e Buon Natale .

  
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