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Autore: DreamFyre    09/12/2018    0 recensioni
Il primo colpo partì, ma la mano che aveva sparato era talmente tremante che Ligeia non dovette nemmeno spostarsi per schivarlo ed esso si piantò nella parete di legno alle sue spalle. La marina alzò un sopracciglio, fissando la traiettoria assai fantasiosa e ben poco utile allo scopo immaginato che quel proiettile aveva appena compiuto. Poi il suo sguardo tornò a posarsi sull'uomo. Uno sguardo divertito, giocoso, ma che celava una furia marina abissale.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta venne aperta dall'esterno con un unico e forte calcio, talmente violento da far schizzare al suolo alcune schegge di legno. Il comandante trasalì ed infilò i proiettili nella sua arma da fuoco, pronto a battersi contro la minaccia davanti a lui. E il fatto che la minaccia in questione fosse una bellissima e giovane donna dalla pelle d'ebano non lo tranquillizzava affatto, lui sapeva cos'era. Ligeia lo fissò con sguardo freddamente animale per una frazione di secondo, poi sul suo viso si aprì un'espressione falsamente gioviale e gentile. "Buondì." Il comandante si alzò dalla sua postazione facendo ribaltare la sedia sul tappeto, producendo un suono ovattato e non esitando a puntare l'arma da fuoco contro di lei, mentre la sirena camminava all'interno della cabina, mostrando le mani come se pensasse davvero che lui potesse fermarla. L'avrebbe potuto uccidere in pochi secondi, che in mano avesse una pistola, un fucile o un cannone. "Vattene, mostro dannato!" "Altrimenti cosa? I tuoi uomini si sono già arresi, non penso muoveranno un dito per salvare il tuo fondoschiena vecchio e purulento o questa nave sgradevole." Il primo colpo partì, ma la mano che aveva sparato era talmente tremante che Ligeia non dovette nemmeno spostarsi per schivarlo ed esso si piantò nella parete di legno alle sue spalle. La marina alzò un sopracciglio, fissando la traiettoria assai fantasiosa e ben poco utile allo scopo immaginato che quel proiettile aveva appena compiuto. Poi il suo sguardo tornò a posarsi sull'uomo. Uno sguardo divertito, giocoso, ma che celava una furia marina abissale. Comunque non ci volle molto prima che l'umano finisse soggiogato dal suo sguardo, e così finalmente la sirena riuscì a calmarlo completamente. Gli si avvicinò, gli fece cadere la pistola dalle mani e poi gliele prese dolcemente, tenendo ancora lo sguardo inchiodato nei suoi occhi imbambolati. "Parliamo un pò. Hai dato tu l'ordine ai tuoi uomini di inseguire me e la mia gente? Hai ordinato tu di darci la caccia con gli arpioni?" Silenzio. Non un movimento da parte dell'uomo, nemmeno un cenno con il capo. Ma a Ligeia non occorrevano risposte. Una volta incantato un essere umano, era capace di leggergli nella mente. E nella sua mente vide che aveva ragione. Era stato lui ad ordinare di attaccarle solo perché erano sirene, com'è che le aveva definite? Turpi e lascive bestie del Diavolo. Certo. E questi erano gli appellativi più gentili. "Grazie. Ti ringrazio. Era proprio quello che volevo sapere, non volevo sbagliare." Dopo aver detto questo le sue mani lasciarono quelle dell'uomo e strinse i suoi fianchi in un abbraccio. L'umano non si mosse, era completamente annebbiato dalla sirena, dalla sua voce dolce, dal suo sguardo scuro e penetrante. E trovò bellissima la consapevolezza di trovarsi tra le braccia di una creatura così divina, celestiale. Buon cielo! Come aveva potuto definire lei e quelle come lei delle luride meretrici infernali? No, quelle erano creature perfette, uscite dal Paradiso, erano la manifestazione di Dio in terra, erano... Ligeia allargò il suo sorriso e al tempo strinse il suo abbraccio. Un abbraccio sempre più caldo, avvolgente, intenso... soffocante. Sempre più asfissiante. Doloroso. Sentì le sue ossa scricchiolare, poi rompersi, e dalle sue labbra udì dei gemiti di dolore. Lo stava letteralmente schiacciando, stritolando come un pitone avrebbe fatto col topo. E non lasciò la presa finché non sentì la vita scivolargli fuori. Allora lo lasciò andare. Lo adagiò delicatamente sul tappeto come se fosse stato un oggetto prezioso e guardò il suo volto. Aveva avuto esattamente la morte che si  meritava. Senza più nulla che la trattenesse lì dentro la sirena uscì dalla cabina, chiudendo la porta sfondata come per mostrare una riverenza e un'educazione in realtà falsa, intrisa di scherno. "Non ammazzerei mai degli umani innocenti."
   
 
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