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Autore: TeamFreeWill    09/12/2018    5 recensioni
Jensen è un cantante country texano.
Jared un barista canadese.
Le loro vite si intrecceranno, ma qualcuno nell'ombra farà di tutto per separarli. :)
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando il mattino seguente, verso le 6.30, Kim entrò nella stanza rimase piacevolmente sorpresa, ma anche intenerita nel vedere Jared addormentato in quella pozione. 

“Benedetto ragazzo!!” disse sorridendo, avvicinandosi e poggiandogli una mano sulla spalla per svegliarlo. 

“Ehy Jared…” lo scosse appena e appena lo fece il primo istinto del moro fu quello di stringere la mano a Jensen e voltarsi confuso verso la donna che lo stava svegliando.

“Che c’è?” biascicò sbadigliando, per poi svegliarsi tutto di colpo. Forse….”Kim?! Oddio si è svegliato?” gli occhi luminosi e speranzosi che scattavano sul volto dell’amato.

“Mi spiace Jared, non ancora” e a quelle parole Jared si rattristì di nuovo. “Ma ora devi assolutamente uscire di qui....”

“La prego…no…” supplicò tornando a guardare il compagno.

“Figliolo devi” disse invitandolo ad alzarsi e ad uscire da li.

“No…Non mi muovo da…” 

“Jared!” la voce seria e autoritaria, tanto che il moro sussultò. “Vuoi essere cacciato dall'ospedale? Non credo…quindi ora esci, vai a casa, ti lavi, mangi e dormi come si deve... poi ritorni qui!”

“Ma se lui si sveglia….”

“Ragazzo...” e ora la sua voce era di nuovo dolce “…guardati! Sei stanco, sei sfinito! Vuoi essere di nuovo ricoverato? Perché se continui così….” E lasciò il discorso in sospeso. 

“Io..non…” e poi si vide il suo riflesso nel vetro della finestra. Aveva profonde occhiaie, un leggero cenno di barba sfatta, oltre i segni dell’aggressione subita.

Chiuse gli occhi. Si sentiva stanco, svuotato di ogni energia. Sospirò, poi li riaprì puntandoli sul suo compagno. Prese una decisione.

Non doveva crollare , doveva essere forte e al massimo dell’energia per quando si sarebbe risvegliato Jensen.

“Va bene..” disse alla fine acconsentendo ad andarsene ”...ma tra qualche ora sono di nuovo qui dentro!” volle precisare indicando la stanza e il viso del biondo, “Accanto a lui!”

“Non cedi, eh?” sorridendo alla testardaggine di quel gigante.

“No ...mai!” rispose orgoglioso, poi si rivolse a Jensen dandogli un bacio sulla fronte “Fa’ il bravo!! Ora vado a riposarmi un pò, ma poi ritorno da te , amore mio” e poi indugiò a dargli un bacio un pò più marcato sulle labbra schiuse, riassaporandone il sapore.

“Ciao” disse sforzandosi ad uscire e andare via dal reparto e dall'ospedale mentre Kim, dopo averlo salutato, iniziava a controllare i vari parametri e aggiornare la cartella clinica del biondo.

Questo rito, Jared, lo compì anche nei giorni successivi. 

Andava a casa per qualche ora poi ritornava da Jensen, al suo capezzale. 

Anche se non era più in prognosi riservata, il biondo continuava a rimanere in coma.

“Cosa devo fare perché ti svegli?” gli disse due settimane dopo. “Ti ho persino baciato, bell'addormentamento! Più di una volta!” ironizzò accarezzandogli la testa dolcemente. 

“Forse con lui i baci non bastano” fece Misha, guardandolo sconsolato. Non essendo più in prognosi riservata chiunque poteva andarlo a trovare. “Prova a parlargli con la musica...magari funziona....ho letto una teoria ieri sera su internet...tentar non nuoce, Jared!” 

Jared lo stava guardando a bocca aperta, ma poi abbracciò d’istinto l’amico fraterno. Dio! come aveva potuto non pensarci anche lui?

“Lo farò subito” disse staccandosi e prendendo il suo nuovo cellulare. Forse su internet c’era qualche canzone che faceva al caso suo.

“Vi lascio soli” disse Misha, facendo cenno con la testa e uscendo dalla stanza.

Jared, rimasto solo, cercò e cercò tra le varie canzoni finché non trovò quella che sembrava scritta per loro. 

Ebbe i brividi appena la sentì e gli vennero gli occhi lucidi.
“Amore...sembra scritta per noi...” gli disse mentre premeva play e dal cellulare partiva la canzone. Jared chiuse gli occhi, ma non riuscì a trattenere le lacrime.


 

“Dicono che l’amore è dolce
quando cuori come i nostri si incontrano
Mi sono innamorato di te come un ragazzino...”


https://www.youtube.com/watch?v=wFpbB8hrmHw



 
 
Quella era la sua risposta. In un modo o in un altro gliela stava dicendo.

Il cuore batteva forte quando la canzone finì, ma ancora non aveva riaperto gli occhi. Sospirò. Doveva farlo e lo fece immaginandosi che Jensen lo stesse guardando con i suoi occhi color verde speranza.

Appena posò gli occhi sul suo compagno però, quel desiderio fu di nuovo messo a tacere dalla realtà: Jensen era incosciente, sospeso in un limbo. Ancora.

Jared, preso dallo sconforto, uscì dalla stanza di corsa per prendere aria, evitando per un pelo di finire addosso al bruno.

“Jared…. Ehi? dove vai? Dove....” ma Jared non lo sentì , perso nei suoi pensieri.

A quel punto, Misha, dopo aver guardato fugacemente all'interno della stanza, seguì Jared per calmarlo e dargli conforto. Si sentì anche un idiota e in colpa per aver dato quel suggerimento all'amico, per averlo illuso che la musica potesse svegliare Jensen.

Nessuno, però, in quel momento, si accorse che sia i battiti del cuore che le onde celebrali di Jensen, ebbero un leggero aumento. Aumento che fino a quel momento non c’era mai stato.
"Mi dispiace...io non dovevo permettermi di darti quello stupido consiglio..." disse Misha una volta raggiunto l'amico barista che si era fermato vicino alla finestra che dava sul piccolo giardino al piano terra.

"Non è colpa tua" rispose l'altro accennando ad un sorriso. "Sono io che..." e abbassò lo sguardo. "...mi sono illuso...”

“Jared...” la mano sulla spalla. 

“Mi manca la sua voce Misha...” disse dopo un po'. ”...e i suoi occhi...Cristo!! Ho bisogno di lui, io...” ma non finì la frase perché quello che sentì lo congelò sul posto, spaventando pure Misha che si voltò verso la fonte della voce. Alaina , l’infermiera, entrata in stanza qualche secondo prima per i soliti controlli di routine a Jensen, richiedeva urgentemente la presenza del neurologo Rochè. 

“Oddio Jensen!” fecero all'unisono i due uomini. Nella voce terrore puro, raggiungendo la stanza con due falcate. Solo che una volta giunti sulla soglia, la donna, vedendoli in procinto di entrare, li fermò con la mano.

“Non potete entrare” disse autoritaria, mettendo giù la cartellina sul letto e avvicinandosi ai due.

“Cosa? No!” fece Jared tentando di entrare, senza riuscirci.
“Ci dica che succede...perché ha chiamato il neurologo?” supplicò anche Misha.

“Sentite...” disse incrociando le braccia, “..tra un pò avrete tutte le rispose, ma prima il neurologo deve visitarlo per bene....quindi, siate pazienti, ok?” e il suo viso cambiò espressione. “Lo so che mi considerate una specie di demone insensibile, ma se vi dicessi una cosa per un’altra ...non stareste peggio poi? Quindi...” invitandoli a non entrare “..aspettate li seduti. Poi potrete rientrare dal vostro amico”. 

Intanto, nella stanza , le funzioni e i parametri vitali di Jensen miglioravano nettamente e ciò che indicavano i macchinari, compreso quello cardiaco, non facevano che confermarlo.

“Ma... noi...”, ma in quel momento sopraggiunse il neurologo che, schiarendosi la voce, invitò i due ragazzi a spostarsi per farlo passare. 

Un attimo dopo la porta si richiuse davanti a loro e i due non poterono far altro che sedersi sulle quelle seggiole scomodissime e aspettare, il cuore in gola, i piedi che tamburellavano frementi e impazienti di sapere l’esito della visita.

“Non ce la faccio più!” sbuffò Jared circa 20 minuti dopo, alzandosi dalla sedia e iniziando a camminare nervoso. Sembrava un leone in gabbia. “Ora entro!” e se non l’avesse fermato Misha sarebbe davvero entrato, la mano quasi sulla maniglia.

“Non fare cazzate Jared!” stava dicendo il bruno, quando la porta si aprì. Alaina che li guardava alzando un sopracciglio, il neurologo dietro di lei che aggiornava la cartella medica osservando i macchinari, nascondendo di fatto la vista ai ragazzi del viso di Jensen.

“Ma bene!” ironizzò la rossa, intuendo cosa volesse fare il ragazzo. “Devo forse ripetermi??!”

“Non ce la facevo più!” si giustificò Jared. “Non ce la faccio più!!” e ora era decisamente supplichevole.

“L’ho comunque fermato” s’intromise Misha.

“Va bene...va bene...” l’ interruppe dal continuare - non era proprio il luogo adatto! 

“Dottor Rochè...” fece l’infermiera voltandosi verso il neurologo, ”...vado a comunicare la richiesta per la tac al paziente e avviso pure il cardiologo, il dott. Pellegrino” e uscì, mentre il medico si avvicinava ai due ancora in corridoio, la cartellina stretta in mano.

Tac? Cardiologo? I due ragazzi si guardarono confusi e anche spaventati.

“Dottore che succede? Jensen come sta?” chiese titubante il moro, seguito da Misha.

“Jensen, come sapete era in stato di coma indotto. Ora c’è stato finalmente un incremento delle onde celebrali e questo ha comportato, un po’ per volta, la necessità da parte nostra di diminuire i farmaci che inducevano il coma e quindi ora Jensen è….” e non ci fu bisogno di altre parole per spiegare quello che era successo. 
“...sveglio?!” azzardò Misha.
“Sì!” confermò Rochè.




Note autrice
Grazie per la canzone Biota. La canzone s'intitola Ring of fire di Johnny Cash.
  
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