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Autore: Prettybene9816    09/12/2018    0 recensioni
E' il sequel di "Professore, scusi posso amarla?"
Se non avete letto il libro precedente ,non cambia nulla perchè i protagonisti sono diversi, ma per capire meglio il passato e le identità di questi nuovi personaggi, è consigliato di leggerlo.
Farid.
Farid punto e basta, è cosi' che si fa chiamare..non vuole che nessuno sappia il suo cognome, perchè lui stesso rifiuta quel cognome.
Ha vissuto e ha vissuto fin troppo per essere un uomo di soli 24 anni.
Per non pensarci ,si sfoga nel calcio e riesce a diventare ben presto un calciatore di fama mondiale,ma questo non gli basta .
Lui è sbagliato e anche la sua vita è sbagliata ed è maledettamente attratto dal peccato, perchè il peccato non si rifiuta mai.
Una caratteristica di lui?
Non ha paura di morire, ha paura di vivere.
*****************************************
Kemal.
Kemal Cortada.
Un rifiuto umano si soprannominava.
Cresciuto da terroristi che hanno sempre voluto da lui la violenza.
La sovrana violenza.
Dopo trent'anni ritrova suo fratello e finalmente viene a scoprire tutta la verità ma..lui è Kemal.
Il Kemal che è cresciuto nel male e che non conosce altro.
Una caratteristica di lui?
Convive con la solitudine e ama la sua gatta Luna.
Irrazionalità, piacere,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Una terza possibilità non è concessa. Tertium non datur. ELEONORA' S POV: "Tutto bene?" Chiede Giovanni nel vedermi fare una smorfia. "Si si...scusami. Che ne dici se andiamo a mangiare un boccone? Avremo un altro giorno per andare al laghetto" propongo. In realtà non mi sognerò mai di andare in quel laghetto con lui, ma ho dovuto fare quella improvvisata per Massimiliano. Vedere quel microchip mi ha fatto una rabbia che non provavo da quella volta in tribunale...e guarda caso la persona in questione che mi aveva fatto arrabbiare, era stato proprio Massimiliano. "Certo, dove vorresti andare?" Chiede lui mentre raggiungiamo la macchina. "Proponi tu" gli do carta bianca. "Sushi?" Faccio una smorfia... "Pesce?" Faccio un'altra smorfia... "Pizza?" Sorrido e anche lui scoppia a ridere. "Devo dire che sei trasparente" ridacchia lui. "Ma dai?" Chiedo entrando in macchina. Lui mi segue e allacciandosi la cintura, aspetta che io azioni il motore. "Mi sta piacendo questo lavoro" dico, sorridendo mentre faccio retromarcia. "Ti è andata bene che ti hanno affidata a me" dice lui. Be' su questo devo dargli ragione, così ho più probabilità di arrivare al mio obiettivo. "Perché? A chi altri temevi che io fossi affidata?" Chiedo innocente. Devo iniziare a conoscere meglio le dinamiche dietro tutto...nervi saldi. "Edoardo è un animale" sbotta lui. Vorrei spalancare gli occhi ma mi trattengo e chiedo "Quello che stava con Nito?" "Esatto, non ti avvicinare a lui. E' in grado di manipolare chiunque per un suo obiettivo" "Be' un po' come tutti, no?" Chiedo, uscendo dal parcheggio. "Tu saresti in grado di rapire un bambino per riscuotere un debito?" Alzo subito le sopracciglia e chiedo "Cosa?" "Lo ha anche pestato, poveretto aveva solo 8 anni" aggiunge lui. Deglutisco e mi mordo un labbro. Starà sicuramente mentendo...no? Mi agito sul sedile mentre lui continua a dire "Non farti ingannare dal suo atteggiamento pacato e controllato...fa tutto quello che fa per stare un giorno al posto di mio padre" "E quello è un posto che vuoi tu" deduco. "Mi aspetta di diritto ma non è quello il problema" "E qual è?"chiedo curiosa ma non troppo. Sono ancora in prova e non devo farmi beccare in nessun modo. "Ho visto come ti guardava Massimiliano" Oh dannazione...l'ha capito?? "E come?" Chiedo temporeggiando. Forse non ha ancora capito nulla e vuole estorcermi la verità...è molto furbo e bisogna stare costantemente sull'attenti con lui. "C'è qualcosa fra voi?" domanda diretto. "Ho saputo da poco come si chiama...mi sembra improbabile, no?" Chiedo con nonchalance. "Quindi non vi siete mai incocciati prima?"richiede lui. Non ci voleva....è parecchio sospettoso. "Alcune volte per un progetto, ma si era presentato a me con un altro nome...Ho subito capito che fosse una persona inaffidabile" dico, frenando al semaforo rosso. "Non ti fidare mai...l'apparenza inganna" cerca di convincermi lui. Se solo sapesse... "Be' anche tu sembri gentile e simpatico al primo impatto...c'è qualcos'altro sotto? "Ti dirò...non sono un santo, ma con la persona giusta potrei esserlo" "Che persona? "Chiedo, ripartendo col verde. "Una persona che mi faccia vivere emozioni vere, intense, semplici...ne ho bisogno" "Perchè questo bisogno?" "Non è facile la vita che conduco...vorrei lasciarmi andare delle volte, potermi fidare, capisci?" "Non ti fidi di nessuno?" Lui scuote la testa e io richiedo " Neanche di tuo padre?" "Soprattutto di lui..." Guardo davanti a me la strada e un pensiero si fa strada nel mio cervello... "Posso sentire i tuoi pensieri" mi rivela Giovanni facendomi sussultare. "Che pensieri?" "Tu non vuoi lavorare con mio padre, tu vuoi lavorare contro mio padre" Sapevo che non sarebbe finita bene...dannazione. "Non so di cosa tu stia parlando...avrei piantato una pallottola nella testa di tuo padre tempo fa, se lo avessi voluto fuori dai giochi" dico a sangue freddo. "Oh andiamo Eleonora...sappiamo tutti che non ne saresti capace...sei solo un' avvocatessa alle prime anni che ha passato un concorso del cazzo e predica la giustizia" "Un concorso del cazzo...Non è stato facile passarlo" dico cercando di essere ironica, mentre vorrei solo sbattergli la faccia contro il finestrino per avere sminuito i miei sforzi. "Non ne dubito...so che hai studiato molto per passarlo, ma capisci che averlo passato, non ti dà nessun tipo di potere o vantaggio? Non sei nessuno e tutti ti conoscono come l'avvocatessa che ha perso il suo primo caso per una stupida errata esaminazione delle prove...per Edoardo è stato proprio un gioco da ragazzi scamparla" Ricordare quella vicenda mi fa irrigidire e scuotendo la testa, dico "Non m'interessa avere potere e non m'interessa neanche ciò che è avvenuto in tribunale. Ho perso ed è capitato, discorso chiuso" "Sicura che tutto ciò non ti abbia messo rabbia? Ti hanno presa per il culo dalla prima volta e tu sei semplicemente caduta nella trappola...Edoardo si è solo rivelato per quello che è veramente...mio padre si è rivelato per quello che è" "Io non sono caduta in nessuna trappola" dico dura. "Non ho osservato solo come ti guardava Edoardo...ho visto come lo guardavi anche tu, ci tieni" "Ti stai sbagliando, credimi"dico, individuando la prima pizzeria sulla strada. Non sono neanche sicura di voler andare a mangiare questa stupida pizza. "Mi stai dicendo che lo stai manipolando?" "Cosa ne pensi tu?" chiedo, cercando di capire che diavolo frulli in quella testa. "Penso che se non ti piaccia veramente, allora sei tu che lo stai manipolando per arrivare a mio padre" "Penso che tu non abbia capito nulla e che ti stia costruendo castelli in testa inutilmente" dico, parcheggiando. Spengo il motore e aggiungo "Io sono semplicemente cambiata...non predico la giustizia, non me ne importa nulla...Io..." "Eleonora" Mi ferma lui mentre sento vibrare il cellulare. E' da ore che vibra...sarà sicuramente Massimiliano ma poco m'importa in questo momento. "Giovanni" dico alzando un sopracciglio. "Stiamo nella stessa barca" dice lui. "Questo lo so" dico, inclinando il viso. "Non hai capito" dice lui scuotendo la testa. "Anch'io voglio quello che vuoi tu" aggiunge. "E io cosa voglio?" chiedo completamente paralizzata. "Vuoi fare affondare la barca di mio padre" Rimango nel mio posto immobile e lui chiede "Dico bene?" "Tu non stai dalla parte di tuo padre?" chiedo corrugando la fronte. "Un tempo...poi mi sono allontanato e sono andato in Africa, esattamente a Tangeri in Marocco." Si ferma e sorridendo, dice "La' ho incontrato una donna...una donna che mi porterò sempre nel cuore e che non vedo l'ora di andare a riabbracciare" "Una donna?" chiedo sorpresa. "Mi ha accolto a casa sua in un periodo particolarmente difficile della mia vita e non mi ha mai chiesto nulla. Mi ha fatto conoscere i suoi figli e mi dava ogni giorno un pasto e tanto tanto affetto. Mi sono aperto con lei e mi ha fatto capire tante cose della mia vita...di come la stessi rovinando...è una cosa così preziosa la vita Eleonora, non va sprecata.." Se sta recitando, meriterebbe un oscar...penso mentre continua a raccontare "Avevano poche cose in casa, i figli percorrevano kilometri a piedi per portare il pane a casa e a fine giornata non importava niente che non ci fosse un buon condimento col pane...eravamo insieme e stavamo bene così...eravamo una famiglia" "Giovanni...se vuoi, non devi dirmi queste cose" lo fermo. "Hai gli occhi buoni Eleonora...so che non faresti del male neanche ad una mosca, so che posso fidarmi" "Io...non hai mai avuto una famiglia?" chiedo riprendendo il discorso di prima. Non ci sto capendo più nulla. "Mia madre è morta quando ero molto piccolo...era l'unica cosa bella della mia vita, l'unica" Abbassa la testa scuotendo e dice sorridendo "Dio...ti conosco da poche ore e ti sto parlando di tante mie debolezze...una volta ero più sveglio" "Non userei mai le tue debolezze contro di te" dico subito per rassicurarlo. Lui afferra la mia mano e portandosela sulle labbra per baciarla, dice "Lo so, non ti avrei raccontato tutto ciò sennò" "Non capisco...tuo padre ti trattava male?" chiedo, abbassando la mano. Lui non è offeso da questo mio gesto e dice, schiarendosi la voce "Diciamo che non mi trattava...aveva i suoi affari e io non ero fra quelli. Mi mandava delle puttane per consolarmi della perdita di mamma e..." Abbassa di nuovo lo sguardo e si morde il labbro. "Giovanni...non sei tenuto a.." "Sai...ero convinto che mi avresti seguita al laghetto prima. Volevo testare la tua lealtà ma mi hai dimostrato molto altro...sei una ragazza in gambe e con valori. E' raro trovarle come te" "Non mi conosci bene Giovanni...hai detto tu stesso che la prima impressione inganna" "Non con te, è da giorni che ti seguo e sapevo che avresti preso questa decisione. Sono subentrato solo per te" "Di cosa stai parlando? Mi seguivi già da tempo?" "Eri un affare di mio padre e io devo distruggerlo, ho dovuto" si giustifica lui. Scuoto la testa e dico, non cascando nel tranello "Ti sei davvero fatto un'impressione sbagliata di me...non voglio andare contro tuo padre e.." "Sapevo che non ti saresti fidata di me subito " dice lui mentre prende la sua ventiquattore e frugando dentro, ne esce fuori un fascicolo. "A Tangeri ho lavorato e sono riuscito a ricavare questo" dice, porgendomi il fascicolo. "Giovanni io non.." "Prendilo, per favore" dice lui. Cedo alla sua supplica e prendendo il fascicolo, chiedo " Cos'è?" "Apri" dice lui, riposando la ventiquattore. Apro con attenzione il fascicolo e leggo velocemente le prime righe "Cosa? Ne sei certo?" chiedo, alzando lo sguardo a lui. "E' da decenni che costruisce questo tesoro...si tratta di un tesoro miliardario Eleonora" "Ma come?" chiedo senza parole. "Come ha potuto costruire il tesoro? Be' attraverso le modalità estorsive tipiche della mafia siciliana ma poi cresciuto con la gestione di appalti, servizi e ogni altra forma di investimento che potesse ripulire il denaro sporco" "Certo...traffico di droga, contrabbando di sigarette e...qua ci sono scritte le percentuali per ogni appalto!" dico sorpresa per poi continuare a leggere "2% ai "politici", 2% alla famiglia mafiosa territorialmente competente, la cosiddetta "messa a posto", 0,50% ai pubblici controllori, più una tassa dello 0,80% destinata personalmente a Spadafora..." "Questi sono solo gli appalti...immagina il resto" dice Giovanni. "Dove...dove si trova questo tesoro?" chiedo, cercando delle voci al riguardo. "E' sparso per il mondo...In Marocco, Sud Africa, Thailandia, Svizzera, Colombia, America...è ovunque" Io richiudo il fascicolo e sospiro per le troppe informazioni "Perchè?" chiedo semplicemente. "Tu hai agganci che a me servono e a te serve umiliare e distruggere Nito per tutto il male che sta facendo. I nostri interessi sono esattamente gli stessi" "Mi sembra strano questo tuo atteggiamento " dico sincera. "Me ne rendo conto ma...facciamo che ti do tempo per pensarci e oggi ci godiamo semplicemente la giornata come se nulla fosse successo? Ti va?" Io non rispondo troppo sconvolta e lui chiede "Stai bene?" "Non sei come ti immaginavo" "Come m'immaginavi? Come una miniatura di mio padre?" chiede lui guardandomi intensamente. Non distolgo lo sguardo e lo studio...sono ancora sconvolta. Ero partita con l'idea di distruggerlo invece vuole collaborare con me...mi sembra tutto così strano. "Non esattamente" dico. "Peggio? Il diavolo?" chiede lui, alzando le braccia teatralmente. Scoppio a ridere e lui sembra illuminarsi. "Che c'è?" chiedo nel vederlo guardarmi col sorriso. "Niente... è che sei più bella dal vivo. Le foto non rendevano" "Spero che tu abbia detto ai tuoi uomini di smetterla di seguirmi" dico sorridendo. "Penso che abbiano goduto della tua visione abbastanza...ora ti voglio solo per me" Alzo un sopracciglio per le sue parole e lui chiede "Andiamo a mangiarci allora questa pizza?" "Offri tu quindi?" chiedo divertita. "C'è anche da chiedere?" chiede lui, lasciandomi un buffetto ed uscendo fuori dalla macchina. Sorrido ancora sul sedile, mentre sento in continuazione vibrare il cellulare e tirandolo fuori dalla tasca, leggo 16 chiamate e 12 messaggi. Li scorro velocemente e leggo alcune anteprime "Che cazzo ti è passato per la testa ehh?" "Rispondi porca puttana, sto impazzendo!" "Eleonora giuro che se non prendi il cellulare, faccio una strage! Stai giocando col fottuto fuoco!!" "E' da ore che ti chiamo...per favore, rispondi" "Bel faccino ti supplico, ho il cuore a mille. Ho bisogno di sapere dove sei, sono andato al laghetto e non ci siete. Dimmi solo che stai bene" "Bel faccino sto cercando di mantenere la calma...ha un limite la mia pazienza" "Non scherzo quando dico che la mia pazienza ha un limite Eleonora." "Perchè non mi rispondi? Ti sta toccando? Piccola ti prego...non ragiono più" "Eleonora! Prendi quel cazzo di cellulare!!" "Tu mi farai andare dritto al manicomio! Rispondi cazzo!!" "Sai che ti dico? Vaffanculo! Vaffanculo a te e a quel coglione!" "Ok, sto esagerando...per favore rispondi. Puoi mandarmi a quel paese poi ma prima dimmi che stai bene" Neanche un messaggio dove mi chiede scusa...non imparerà mai Massimiliano. Spengo il cellulare e scuotendo la testa per disapprovare ciò, scendo dalla macchina. Alle 23:45 "Il pan di spagna lo hai bagnato?"chiede Damiano ad Irene. "Si, con del liquore alla fragola" dice lei, guardando intimorita Knam che assaggia. "Si sente infatti, la mousse è densa, non troppo dolce e l'impiattamento è bellino" conclude dicendo Damiano. "Grazie chef" dice Irene felice ma senza mostrarlo troppo. Spero proprio che vinca lei...è tosta, bravissima e simpatica. Tifo decisamente per lei. "Sono d'accordo con Damiano, questa torta è deliziosa! Ottimo lavoro" si complimenta con lei Clelia. "Grazie" dice Irene, facendole un cenno con la testa. "Questa salsa al mango è la migliore salsa che io abbia assaggiato in quest'edizione" dice Knam, aggiustandosi gli occhiali tondi. "Grazie maestro" dice Irene orgogliosa di sé Sorrido per questo risultato ed esulto "Grande Irene!" "Ok, giudici...è il momento di dare un verdetto" dice Benedetta Parodi. Mi tamburello il naso per l'ansia mentre sento improvvisamente qualcuno bussare alla porta. Corrugo subito la fronte e scendo dal letto. Chi può essere? Esco dalla stanza e stoppando il video, poso il tablet sul mobile del corridoio. Sbadiglio e stiracchiandomi, entro in salone. Oggi è stata una giornata faticosa e piacevole alla fine...Dopo pranzo io e Giovanni abbiamo passato il pomeriggio a parlare e facendosi una certa ora, siamo andati anche a cenare. Non ho mai riso così tanto in vita mia. Giovanni è simpaticissimo e sto molto a mio agio con lui...abbiamo tantissime cose in comune e ho anche perso un po' la voce, perché in macchina abbiamo cantato a squarciagola le canzoni di Sferaebbasta e Ghali. Sono arrivata a casa un'ora fa, ma mi ero promessa di vedere l'ultima puntata di Bake off su dplay quindi ho subito infilato una sottoveste blu notte, calzettoni grigi di lana e mi sono rifugiata sul lettone col tablet. Sento bussare ancora e gridando " Arrivo" velocizzo i passi. Scommetto che è Viviana...non suona mai al campanello e si presenta ad orari improponibili. Ormai certa che è Viviana, apro la porta senza controllare dall'occhiello e borbotto "Ti sembra l'ora di...Massimiliano?" Spalanco gli occhi nel vederlo aggrappato allo stipite della porta coi capelli in aria, la giacca appesa su una spalla, la camicia aperta per metà fuori i pantaloni e che mi guarda maniacalmente. "Eccola!" Biascica lui alzando una mano. "Shh, fa piano!" Cerco di dire, ma lui butta per terra la sua giacca ed entrando prepotentemente in casa, mi afferra la vita. "Sei ubriaco..." Dico sentendo puzza di whisky. "Oh puoi dirlo forte bel faccino" Dice lui, scendendo con le mani a stringermi le natiche. Sussulto fra le sue braccia e dico "Lasciami...non mi toccare" "Che succede? Stamattina non mi avresti mai detto una cosa del genere" dice lui continuando a palparmi il sedere. "Ho detto lasciami" rimarco, cercando di sfuggire alla sua presa. Lui non mi calcola completamente e chiudendo col piede la porta con un tonfo, mi alza in aria. Lancio un gridolino mentre lui ridacchia e barcollando, si dirige verso la stanza da letto. "Massimiliano no! Fermati, mettimi giù!" sbotto agitando le gambe. Lui afferra una mia gamba e leccandola, dice "Oh non mi scappi più avvocatessa" "Sei ubriaco marcio!" sibilo, continuando ad agitarmi sulla sua spalla. Lui fa per risalire la mia sottoveste, ma io cerco di agitare ancora di più le gambe...che diavolo sta succedendo? "Sta ferma" borbotta lui, arrivando in stanza. "Stai fermo tu! Come ti permetti di venire qui e...oddio!!" grido quando mi butta sul letto e in un nanosecondo mi strappa la sottoveste. "Ma sei impazzito! Ho speso un sacco di soldi per quella sottoveste!" esclamo sconvolta. "I calzettoni li lasciamo...sei proprio sexy così" dice lui ignorandomi. Mi metto sui gomiti per fuggire da lui, ma Massimiliano fa scivolare velocemente le mie mutandine e mormora "Però queste le leviamo bimba..." "Sei ubriaco, non ho intenzione di permettere quest'oscenità!" dico, ma lui prende i miei seni nei suoi palmi e li impasta sorridendo. "Vi sono mancato piccole?" chiede ai miei...seni? "Massimiliano ho detto basta!" dico alzando le mani. "Rilassati, voglio darti piacere" dice lui, cercando di farmi cambiare idea. "Non voglio che tu mi dia piacere, togliti!" "Sei proprio testarda...dio mi ecciti così tanto" mormora lui, scendendo da me. Sospiro, chiudendo gli occhi convinta che abbia smesso di insistere e dico "Io davvero mi chiedo come possiamo...ohhhh" gemo quando sento come una lingua che stimola il mio clitoride. Abbasso lo sguardo e vedo Massimiliano chino ai miei piedi che ha la faccia tra le mie gambe...cosa sta..."Ohhhh oddio!" gemo gridando. Inspiro ed espiro lentamente per i brividi in tutto il corpo e mormoro "Massimiliano..." "Shhh va tutto bene...ci penso io qui" sento dire da lui mentre soffia sulla mia carne. Mi aggrappo alle lenzuola e butto la testa all'indietro "Cosa...cosa mi stai facendo? Non riesco a controllarmi aaahhhh" grido ancora per il piacere. E' fantastico qualsiasi cosa stia facendo e una parte di me non vuole che smetta, dannazione. "Con me non devi controllarti, lasciati andare" dice lui, accarezzandomi i fianchi. Respiro affannosamente, quando lui morde piano la mia carne per poi lenire il dolore con la lingua...sto impazzendo. "Non ce la faccio" mormoro al mio cervello che mi supplica di scappare. "Se potessi vederti coi miei occhi...dio sei bellissima" mormora lui. "Non...non fermarti" gemo quando sto per arrivare al culmine. "Non me ne vado da nessuna parte...sono qui per te" dice lui rassicurandomi. Chiudo gli occhi e inarco la schiena, sentendo l'orgasmo venire, ma ad un soffio da questo Massimiliano alza la testa e gattona verso di me. "Che...perchè hai smesso!" grido sconvolta. Ero ad un passo dal venire!! "Ora sai come ci si sente a stare sulle spine bel faccino" mormora lui, levandosi la camicia. "Sei solo un...ti odio!" dico profondamente offesa. "A differenza tua non ti terrò troppo sulle spine...ti darò ciò che vuoi" mormora, slacciandosi i pantaloni. "Cosa vuoi fare? Vattene!" dico velenosa. Lui abbassa le mani ai miei seni e impastandoli nei palmi, dice sorridendo "Neanche morto" "Non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando!" sbotto nervosa. "Me lo stai ordinando...interessante" mormora, mentre si rialza di poco e scalcia via sia i pantaloni che i boxer. Schiudo le labbra quando vedo il suo membro eretto e deglutendo, faccio per dire che non voglio fare sesso con lui, ma Massimiliano è più veloce ed entra piano. Spalanco la bocca, inarcando la schiena mentre lui esce fuori e rientra dentro di me con una forte stoccata. "Mi dai ordini come se fossi il tuo fottuto cagnolino" dice lui, continuando coi colpi. Mi aggrappo più che posso alle lenzuola, mentre lui abbassa la testa sui miei seni e prendendo in bocca un capezzolo, sussurra "Ti piace pensare che sei la mia padrona eh? " Continua a pompare dentro di me furiosamente e stringendo nel palmo l'altro seno, mormora "Io il tuo sottomesso...ti piace tenermi per le palle, vero?" Morde il capezzolo facendomi gridare e mormora ancora "Ti piace tenere costantemente il coltello dalla parte del manico, no? Vedermi strisciare ogni fottuta volta da te come un perdente" Resto in silenzio per timore che mi neghi l'orgasmo e stringo i denti. "Sono così furioso con te...mi hai scaricato come la merda per tutto il giorno e quello in ginocchio a fine giornata sono io...cosa mi fai?" chiede, spingendo sempre più forte e sempre più veloce. Chiudo gli occhi ,sentendo finalmente l'orgasmo venire e respirando affannosamente, mi mordo il labbro. "Che fai? Non mi parli? Sei offesa perchè te l'ho leccata e non ti ho fatta venire? Laggiù sei ancora più dolce, sai? Sembra miele puro..." "Sto per..." farfuglio mentre lui spinge ancora più forte, facendo sbattere la testiera del letto sul muro e i miei gemiti si fanno più forti. "Vorrei negarti di venire...vorrei portarti in paradiso e sprofondare nell'inferno il secondo dopo...esattamente come hai fatto tu con me, te lo meriteresti" "Non non..." farfuglio ancora in cerca d'aria. "Ma la realtà è che non ti negherei nulla...se mi chiedessi di farmi sparare al tuo posto, lo farei...lo farei" "Massimiliano!" grido quando l'orgasmo scoppia dentro di me potente e i battiti del cuore accelerano come impazziti. "Farei tutto per te...farei di tutto" grida lui mentre continua a pompare velocemente. Io intanto sono scossa dai brividi e tremo quando sento che viene anche lui, gridando "Oh si si! Cazzo sei meravigliosa, dio che bello" Dà un'altra spinta per poi collassare su di me, uscendo... Striscia su di me e non reggendosi più sulle braccia, cade sopra di me. Mi sembra di aver corso una maratona. Lui appoggia la testa sul mio addome e si aggrappa alla mia gamba...sembra sfinito ma appagato. Sospiro anch'io per l'orgasmo che mi ha appena dato e guardo il soffitto in alto...dovevo fermarlo. Abbasso lo sguardo e mormoro "Massimiliano?" Lui non mi risponde e io affondando la mano nei suoi riccioli, borbotto "Mi senti?" Lui mugola sulla mia pancia e mettendosi a pancia in giù, sfrega la guancia sul mio addome come se fosse un cuscino... "Te ne devi andare" dico non mollando. "Ti amo" mormora invece lui sospirando beato e chiudendo gli occhi. Alzo un sopracciglio per questa sua rivelazione, quando il minuto dopo lo sento russare. È letteralmente collassato. Inspiro il profumo di lui e deglutisco nuda sul letto. Una lacrima scende dal mio occhio destro ed incomincio a singhiozzare. Mi sento un giocattolo, una nullità, un qualcosa per sfogarsi e basta...mi sento una puttana e cosa peggiore, ho permesso tutto ciò. Mi mordo il labbro e faccio una promessa fra me...portati rispetto. MASSIMILIANO' S POV: "Oh merda..." sibilo, sentendo la testa girarmi come in una giostra. "No no no no..." borbotto, passandomi una mano in faccia. "Cazzo che male..." grido, ributtandomi sul letto. Apro gli occhi o almeno cerco di farlo perché sembra un'impresa titanica. Deglutisco con la gola arida e rotolo sul letto per trovare in qualche maniera sollievo, ma finisco solo per cadere a terra. "Cazzo..." borbotto quando sbatto la testa sul comodino. Apro lentamente gli occhi e m'illumino nel vedere una bottiglietta d'acqua e delle aspirine. Prendo subito le due cose e le ingurgito...sto morendo letteralmente di sete. Appoggio la testa sul comodino e inizio a riprendere conoscenza. Mi schiarisco la voce e mi guardo velocemente attorno...ma che cazz...? Perché sono da Eleonora? Mi guardo ancora attorno per cercarla ma non vedo nessuno e sento niente. Sono solo? Mi metto in ginocchio e rialzandomi, mi aggrappo alla lampada. "Ci sono..."mugolo fra me. Apro la porta del bagno ed entro nel box doccia...ho bisogno di rimettere i pezzi del puzzle insieme. Mi appoggio alle mattonelle mentre l'acqua scorre e io incomincio a ricordare. Ieri sera ho fatto schifo. Sono andato in un locale di Khalil e ho bevuto come un dannato...Mi dicevo questo è l'ultimo, questo è l'ultimo, ma ogni volta puntualmente mi appariva l'immagine di Eleonora con Giovanni. È stato un miracolo che non abbia fatto a botte o scaraventato qualcosa...Dopo diversi bicchieri di whisky, ho fatto chiamare un taxi e avevo l'intenzione di tornare a casa, ma quando il taxista ha chiesto dove si trovasse casa mia, gli ho risposto dicendo "Eleonora" Il taxista non capiva, non capivo neanch'io, ma ho dato l'indirizzo di casa di Eleonora e dopo quindi minuti ero sotto casa sua. Mi ero imposto di non salire le scale, non andare da lei, non cedere...ma i piedi andavano da soli...salivano scalino dopo scalino finché mi sono ritrovato davanti al suo portone. Ho fatto appello al briciolo di autocontrollo che avevo per non bussare, ma quel briciolo l'ho perso tanto tempo fa e per colpa di quella avvocatessa che mi ha rapito anima e corpo. Il pugno ha bussato alla porta e dopo poco è apparsa Eleonora con una sottoveste blu di seta, i calzoncini grigi che le evidenziavano le gambe chilometriche di cui vado pazzo, aveva i capelli ricci...quei ricci che io amo accarezzare e immergere il mio naso per sentirne il profumo, aveva quelle labbra per cui potrei uccidere, così lucide e invitanti che il mio cervello è andato in tilt. Lei non aveva piacere di vedermi, ma poco m'importava...se fossi stato lucido, l'avrei rimproverata fino a domani, ma le cose sono andate storte e mi sono ritrovato a strapparle la sottoveste e buttarla sul letto. Il cazzo mi faceva male per quanto premeva contro i pantaloni, nel vedere quella divinità stesa sulle lenzuola bianche. Il suo corpo nudo, i calzoncini, i ricci sparsi sul letto e la confusione dipinta nel suo dolce viso. Ho perso ogni tipo di raziocinio e mi sono messo in ginocchio per venerarla...dio se solo ricordo il suo sapore. Mai assaggiato qualcosa di più dolce, vellutato e caldo. Me ne sarei potuto nutrire per il resto dei miei giorni. Chiudo il getto d'acqua ed esco fuori dal box gocciolante. Trovo un asciugamano mentre ricordo della mia vendetta...stavo per portarla al culmine e quando era ad un passo, ho allontanato la lingua. Lei come previsto era furiosa e come non previsto ho ceduto, dandole ciò che volevo il minuto dopo...era bellissima arrabbiata con le gambe spalancate, il respiro affannato e tutta arrossata. L' ho immortalata nella mia mente e nell'immortalarla, ho capito che è e sarà l'unica. Ho visto mille donne venire, mille donne supplicarmi, mille donne accaldate, ma nessuna mi ha fatto tremare come ha fatto Eleonora. Ad un certo punto ho creduto che avesse tremato anche il cuore...mille brividi ghiacciavano il mio sangue e io non avevo idea di dove fossi, cosa stessi facendo...c'era solo lei, lei, lei, lei, solo e solamente lei. Sono venuto dentro di lei e per un attimo ho davvero sperato che rimanesse incinta di me...non avrebbe avuto più un motivo per mollarmi, ma mi sono ricordato delle pillole che prendeva. Il sogno si è infranto ma ho passato una notte tranquilla...lontana da mostri ed incubi sul grembo della mia vita. Ed eccomi qui...solo, nudo e terribilmente eccitato dopo aver ricordato tutto. Esco dal bagno e con molta più lucidità riprendo i miei vestiti. Mi vesto velocemente e rifacendo il letto, esco dalla camera. Mi fermo in cucina per bere dell'altra acqua e farmi un caffè. Chissà come sarebbe convivere con Eleonora...svegliarsi con un suo bacio del buongiorno, seguito da una scopata e andare a dormire con un bacio della buonanotte, seguito sempre da un'altra scopata...Non riuscirebbe più a camminare per quanto la intratterrei in camera. Finisco di bere il caffè ed esco dalla casa. Sono senza cellulare, soldi e chiavi...ottimo. Opto per l'autobus e in un'ora arrivo alla villa di Nito. Faccio un cenno a tutte le guardie fuori e avvicinandomi ad una di queste, chiedo "Avete un cellulare? " Una guardia esce fuori il suo e ringraziandolo, chiamo Eleonora. A forza di chiamarla ieri ho memorizzato il suo numero. "Pronto? "Sospiro nel sentire la sua voce delicata. "Sono io" dico, allontanandomi di poco dalle guardie. "Massimiliano? "Chiede lei. "Ho voglia di vederti...dove sei?"mormoro guardandomi attorno. "Sei da Nito?" "Si, tu bel faccino?" "Anch'io, devo parlarti" Merda...vorrà parlarmi di ieri. "Certo, ci vediamo nella sala di ieri?"propongo, facendo riferimento alla stanza da ballo col pianoforte. "Ok" dice lei per poi riattaccare. Riattacco anch'io e cancellando il numero di Eleonora dal registro chiamate, riconsegno il cellulare. Faccio le scale a due e con un mano mi sistemo i capelli meglio che posso. Stamattina ho fatto tutto di fretta...spero di essere presentabile almeno un minimo. Corro nel corridoio e raggiungendo finalmente la stanza da ballo, apro piano la porta. Lei è appoggiata al pianoforte distratta, con i riccioli che le ricadono sul viso e un labbro intrappolato dai denti...abbasso lo sguardo ai suoi stivali bordeaux alti fino al ginocchio, i jeans striminziti e il maglione color lavanda con uno scollo abbastanza profondo. Non ho fiato...diventa ogni giorno sempre più bella, mi vuole per caso morto? Chiudo lentamente la porta dietro e pianissimo la raggiungo... Lei non si accorge di nulla talmente concentrata ad osservare il piano e io sorprendendola, le chiudo gli occhi da dietro e dico "Boo!" Eleonora sussulta tra le mie braccia, mentre io la faccio girare velocemente e incorniciandole il viso, la bacio. Il suo profumo di mango e di esotico investe furiosamente le mie narici e io deliziato, infilo la lingua e succhio la sua lingua. Gemo per il piacere del suo sapore mentre lei cerca di allontanarmi...che ho fatto? Abbasso le mani al suo sedere per tenerla salda contro di me, ma lei usa tutta la sua forza e spingendomi all'indietro, non mi lascia neanche il tempo di sbattere ciglio che mi lascia uno schiaffo. Rimango paralizzato nel mio posto mentre mi dà un altro schiaffo sull'altra guancia e ne da un altro sulla prima guancia. Quando penso che abbia finito di schiaffeggiarmi, alzo lo sguardo a lei e il mio cuore va in frantumi... è di fronte a me che trema, con le lacrime che rigano quel visino tanto dolce e gli occhioni che gridano la sua delusione...persino il suo labbro trema.. Alzo una mano per prenderle il labbro e calmarla ma lei indietreggia e sibila "Non mi toccare brutto porco!" Sussulto alle sue parole, mentre lei orgogliosa si rifiuta di farsi vedere piangere e asciuga velocemente le lacrime. "Io non volevo..."farfuglio, non capendo mentre lei indietreggia ancora e ringhia "Non ti permettere mai più di mettere le tue manacce su di me, hai capito?" Spalanco gli occhi nel vederla sputarmi parole tanto velenose, anche se in questo momento è talmente bella, che la poserei sopra il pianoforte e la prenderei in mille posizioni diverse. "Ho sopportato abbastanza, adesso non lo accetto proprio!"ringhia ancora. "Cosa? Di che stai parlando?" chiedo confuso. "Di cosa sto parlando? Sei serio?" subila, guardandomi con odio...intanto le si è abbassato il maglione su una spalla e la pelle è così lucida che il sole che illumina quell'ambra non mi aiuta dal distogliere lo sguardo. "Mi hai trattato come una puttana, ti rendi conto? Hai abusato di me!" Distolgo subito lo sguardo dalla sua spalla e chiedo sconvolto "Abusata? Che cazzo dici?" "Come lo chiami venire a casa mia ubriaco e scoparmi senza il mio volere, come se fossi un inutile giocattolo? Un buco su cui sfogarti? Come diavolo lo chiami Massimiliano?" "Senza il tuo volere? All'inizio è stato così, ma ricordo bene che mi hai chiesto di non fermarmi quando te la leccavo e stavi per veni..." Eleonora mi lascia un altro schiaffo zittendomi. "Non ti azzardare Massimiliano, non ci provare neanche" ringhia lei furiosa. Mi porto una mano sulla guancia che brucia e dico "Sei stata tu a provocarmi. Ti ho chiamato per tutto il cazzo di giorno e non hai mai risposto. Hai una minima idea dell'infarto che ho rischiato? Ero terrorizzato che quell'animale ti..." "Non lo chiamare animale" sbotta lei. Io alzo un sopracciglio e chiedo "Scusa prego?" "Ho detto di non chiamarlo animale, ha un nome" ribadisce lei. Stringo in due pugni le mani e sibilo "Eleonora lo stai per caso difendendo?" "Si, lo sto facendo" ha la sfacciataggine di dire lei. Sferro un pugno sul pianoforte, facendola sussultare e ringhio "Che ti ha detto quella bestia eh? Ti sei fatta incantare per poco" "Non sono stupida e comunque lui sta dalla mia parte" "Dalla mia parte?" chiedo col cuore che va a mille. "Non ho più bisogno di te per il piano...Giovanni vuole vendicarsi di suo padre e abbiamo in mente una strategia" "Che strategia?" "Preferisco non parlarne con te" Sferro un altro pugno, sfracellandomi le nocchie e richiedo, avvicinandomi a lei "Che cazzo di strategia Eleonora?" "Non mi fai paura Massimiliano, neanche un po'" "Dovresti averne...per proteggere ciò che amo, sono disposto a fare atrocità" "Come rapire e picchiare un bambino, giusto?" Spalanco gli occhi e chiedo "Te l'ha raccontato lui?" "Non importa" mi fredda lei. "Il bambino l'ho rapito ma.." "Ho detto che non m'importa" dice lei. Sapevo che quella grandissima testa di cazzo le avrebbe fatto una lavata di testa...è vero che ho rapito il piccolo, ma l'ho fatto proprio per mettere in salvo lui e la famiglia...ho fatto truccare l'occhio del bambino, ho mandato delle foto a Nito, recuperato dal mio conto i soldi che gli doveva, insieme al altri soldi che ho dato alla famiglia per partire lontano da qui. Eleonora non ha capito un cazzo di me se pensa che rapisco e picchio bambino. "Quindi vuoi collaborare con lui e scaricare me?" chiedo con disprezzo. "Non voglio che tu sia coinvolto e come ti ho già detto, ho un'altra strategia da seguire" "Non se ne parla, non accetto che tu stia al fianco di quel mostro ancora per un altro secondo" sibilo minaccioso. Qualsiasi altra persona si sarebbe spaventata invece lei sorride e chiede "Chi sei per decidere della mia vita?" La mia faccia si trasforma in una maschera di terrore e dico "Come chi sono? Noi..." "Noi siamo una squadra, tu appartieni a me e io appartengo a te" aggiungo deglutendo. Lei scuote la testa e chiede "Non mi avresti scopata come un animale, se fossimo stati veramente una squadra...non mi avresti mentito in quel modo" "Mentire?" chiedo non capendo. "Hai detto di amarmi" dice lei, incrociando le braccia. "Non era una bugia" "Non ci credo" mormora lei sbattendo gli occhioni lucidi. "Perchè non mi credi? Non l'ho mai detto a nessun'altra" Lei distoglie lo sguardo da me e dice "Una persona che ti ama, si fida di te e non ti mette un dannato microchip come se fossi un cagnolino" Alza debolmente lo sguardo a me e dice con voce rotta "Mi hai umiliata non una volta ma due...la prima volta te l'ho perdonata, tu eri stato costretto da Nito e io sopraffatta da un sentimento per te, ma ieri sera è stato troppo...mi sono sentita vulnerabile, usata...è stato orribile" "Non pensavo che...non volevo farti del male, ero furioso con te" dico profondamente addolorato. Lei abbassa lo sguardo e tirando sù il naso, dice "Penso che dovremmo finirla qui" "Finirla? Cosa?" chiedo andando nel panico. Il cuore va come un treno...mi sento di perdere i sensi. "Quello che si era ecco...creato. Non ci fa bene stare insieme, siamo così diversi" Scuoto la testa e chiedo "Che vuoi dire? Che non provi qualcosa per me? Che vorresti qualcun altro al tuo fianco? Qualcuno che ti faccia arrivare al tuo obiettivo? Uno come Giovanni?" ringhio il nome alla fine. Anche lei scuote la testa e mormora "Lo vedi? Non mi ascolti, non capisci...ti ho appena detto che mi fa male stare con te e tu pensi al tuo rivale,non a me...pensi a chi potrebbe prendere il tuo posto" "Perchè Giovanni potrebbe veramente prendere il mio posto?" chiedo sconvolto. Lei sembra ancora più delusa e fa per andarsene, ma io le afferro ilo gomito e dico "Non lo conosci, lui è capace di..." "Basta!" esclama lei, svincolandosi dalla mia presa. "Sto parlando di noi Massimiliano, di noi! Non di Giovanni, non di Nito nè di nessun altro! Parlo di me e te! Del fatto che non hai idea di come stare con una persona, fidarsi di una persona, amarla...non ne hai idea!" "Certo che lo so, io amo te, mi fido di te. Non sarei qui se non ti volessi veramente" Lei stringe le labbra come per non piangere e dice "Non voglio più soffrire...mi capisci?" "Cosa vuoi farne di me?" chiedo sentendo anche i miei occhi lucidi. "Massimiliano della tua vita decidi tu, io decido per la mia" Abbassa lo sguardo e mormora "E io decido di proseguire da sola" "Vuoi lasciarmi anche prima di iniziare?" chiedo con la voce che trema. "Ho bisogno di stare da sola per un po'...è successo tutto così improvvisamente che mi sembra di impazzire. Con te sto benissimo ma anche malissimo e forse sono anch'io il problema, ma capisci che devo lavorarci? Dobbiamo lavorarci" "Possiamo lavorarci insieme" propongo avvicinandomi a lei per prenderle la mano, ma lei si allontana e scuote la testa. "Da soli" rimarca. Io scuoto la testa e dico "Io muoio senza di te, non ce la posso fare" Faccio un altro passo verso di lei, intrappolandola contro il piano forte e alzo piano una mano sul suo viso, dicendo "Muoio senza poterti toccare..." Abbasso la mano al suo petto e mormoro "Senza sentire il battito del tuo cuore impazzito quando ti sono accanto" Abbasso lo sguardo ai suoi fianchi e con l'altra mano accarezzo il suo sedere, mormorando "Muoio se non posso scoparti, sentire i tuoi gemiti, il tuo corpo caldo sotto di me, il tuo sapore di miele, vedere il tuo sorriso che fa sembrare tutto straordinario come te...non posso" "Massimiliano..." sussurra lei. "Sei tutto ciò che ho...tutto" sussurro, prendendo in un pugno i suoi capelli e annusandoli a fondo. "Devo andare" mormora lei. "Dammi un'altra possibilità, non sbaglierò" "Te ne ho date troppe" dice lei mentre i nostri nasi si sfiorano. "Ti prego..." mormoro ancora. Lei scuote la testa e io per il terrore di perderla davvero, mi stacco da lei e m'inginocchio ai suoi piedi. "Ti supplico, te lo chiedo in ginocchio...non lasciarmi" "Massimiliano alzati, per favore non fare così"dice lei, ma io appoggio la testa sul suo grembo e mormoro su questo "Dammi ciò che voglio" "Devo andare" dice lei. Mi aggrappo alle sue gambe e ringhio "Non te ne andrai con lui" "Massimiliano.." mormora lei. Si abbassa al mio livello e faccia a faccia dice "Nessuno sarà mai come te" "E allora perchè mi lasci? Posso rimediare ai miei sbagli...non ti toccherò più se vuoi ma non farlo" "Devo davvero andare" insiste lei. Disperato le afferro prepotentemente il viso e le ficco la lingua in bocca...nessuno me la porterà via. La spingo per terra e mettendomi sopra di lei, risalgo il maglione per accarezzare la sua pelle calda...lei mi spinge per spostarmi ,ma la cosa mi fa andare in bestia e spostandole le coppe del reggiseno, stringo i suoi seni morbidi. Sento che agita le gambe ma ciò non fa altro che farmi eccitare e mordendole il labbro, con l'altra mano mi faccio spazio nelle sue mutandine. La trovo bagnatissima e calda e mi perdo in quel calore...così tanto che mi distraggo per un secondo e lei facendo pressione sulle mie spalle, mi spinge all'indietro e riesce a rialzarsi. Sbatto la schiena sul piano mentre lei si aggiusta le coppe del reggiseno e riabbottona i jeans. Si riavvia i capelli, mentre si abbassa anche il maglione che era risalito fino ai seni e sibila "Ecco cosa intendevo! Tu non mi ascolti, stavi di nuovo per abusare di me!!" Le sue parole mi ammutoliscono, mentre lei si asciuga un'altra lacrima e dirigendosi verso la porta, dice "Non voglio vederti mai più, hai capito? Mai più!" Sbatte la porta dopo avermi lanciato un altro sguardo d'odio e poi sento solo i suoi tacchi che si allontanano da me. Rimango paralizzato nel mio posto a realizzare tutto. Stavo davvero per abusare di lei? Una parte di me avrebbe voluto legarla per poter godere di lei a pieno...non è questo che si merita Eleonora. Non di una animale che la getta per terra voglioso...sono un mostro. Mi rialzo piano e alzo lo sguardo agli specchi per tutta la stanza... Osservo la mia immagine riflessa e faccio una smorfia nel vedere la mia erezione...sono disgustato da me stesso. Mi avvicino allo specchio e con un pugno rompo tutto, rompo la mia immagine e non mi curo dei tagli sulle nocchie...di tutte le ferite. Mi giro e vedo altri mille specchi che mi riflettono...come per ricordarmi dell'animale che sono, del mostro che voleva violentare la cosa più bella che gli fosse capitata. Sferro pugni a destra e manca, sentendo gli specchi sfracellarsi ai miei piedi finchè non mi vedo più e realizzo di aver spaccato ogni specchio. Abbasso lo sguardo alle mie mani insanguinate e deglutendo, alzo lo sguardo al pianoforte. Mi dirigo verso questo con la chiara intenzione di ridurlo in mille pezzi, quando invece sento delle mani che bloccano le mie spalle e m'impediscono di andare verso questo. Mi giro furioso e vedo Nito che cerca di trattenermi ,anche se è diversi centimetri più basso di me...mi fermo stanco mentre lui dice "Che cazzo ti è preso Edo? Hai cumminato un buidello! Respiro con affanno, mentre Nito mi trascina fuori dalla stanza e scendiamo le scale...capisco che stiamo andando in infermeria. "Io non volevo" dico a Nito. "Cosa non volevi?" chiede lui, facendomi sedere sul lettino. "Abusare di lei, quando si parla di lei divento un altro" dico, guardandolo. "Lo so figliolo, ti ho osservato in questo periodo" mormora Nito. "Ho fatto un macello" dico scuotendo la testa. "E' difficile...lo so. Ecco perchè ho affidato Eleonora a Giovanni, tu non ragioni più quando si parla di lei. Daresti la tua stessa vita per lei" Resto in silenzio mentre lui mi benda la mano e dice "Ma io ho una soluzione per te figliolo" Alzo lo sguardo a lui che chiede "Ti ricordi dell'affare che ti parlavo?" "Del tesoro?" chiedo corrugando la fronte. "Mi servi in Marocco per sei mesi" "Perchè?" "Ho bisogno di persone fidate per proteggere il tesoro e io mi fido ciecamente di te" Solo adesso mi rendo conto che l'unico a crederci veramente in me è ed è sempre stato Nito...nessun altro ha mai creduto in me, neanche lei... "Non voglio vederti mai più, hai capito? Mai più!" sento riecheggiare la sua voce. Lei ordina....ed io eseguo. "Quando devo partire?" "Anche adesso" dice lui, finendo di bendare le mie ferite. "Sto parlando di noi Massimiliano, di noi! Non di Giovanni, non di Nito nè di nessun altro! Parlo di me e te! Del fatto che non hai idea di come stare con una persona, fidarsi di una persona, amarla...non ne hai idea!" "Vedrai, ti farà bene del tempo da solo...potrai riflettere su tutto quanto, su cos'è veramente la tua priorità"dice Nito. "Muoio se non posso scoparti, sentire i tuoi gemiti, il tuo corpo caldo sotto di me, il tuo sapore di miele, vedere il tuo sorriso che fa sembrare tutto straordinario come te...non posso" "Massimiliano..." sussurra lei. "Sei tutto ciò che ho...tutto" sussurro, prendendo in un pugno i suoi capelli e annusandoli a fondo. "Devo andare" mormora lei. "Dammi un'altra possibilità, non sbaglierò" "Te ne ho date troppe" dice lei mentre i nostri nasi si sfiorano. "Cosa vuoi farne di me?" chiedo sentendo anche i miei occhi lucidi. "Massimiliano della tua vita decidi tu, io decido per la mia" Abbassa lo sguardo e mormora "E io decido di proseguire da sola" "Vuoi lasciarmi anche prima di iniziare?" chiedo con la voce che trema. "Ho bisogno di stare da sola per un po'...è successo tutto così improvvisamente che mi sembra di impazzire. Con te sto benissimo ma anche malissimo e forse sono anch'io il problema, ma capisci che devo lavorarci? Dobbiamo lavorarci" "Possiamo lavorarci insieme" propongo, avvicinandomi a lei per prenderle la mano ma lei si allontana e scuote la testa. "Da soli" rimarca. "Partirò adesso" dico, mentre Nito appoggia una mano sulla mia spalle e dice "Hai fatto la scelta giusta. Lontana dagli occhi, lontana dal cuore"
   
 
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