Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Arashi_art    09/12/2018    2 recensioni
Diana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 anni dopo per caso o per volere del destino? Diana non sa che lui è diventato un idol di fama internazionale e quale sarà la sua reazione?
Si creeranno situazioni ambigue e scopriranno entrambi a loro spese quanto siano cambiati in questi anni.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Festa
 

11.03.2017

{Diana}


La mattina del mio compleanno, ritrovai nel salotto tre pacchi con un grande fiocco rosso nel centro. Aprii la busta abbandonata accanto al fiocco e lessi il bigliettino al suo interno: I BTS e tutto lo staff mi auguravano un buon compleanno. Sciolsi il nastro del primo regalo e scoprii una macchina da cucire, una delle migliori sul mercato. Iniziai a vedere tutto appannato e quando scartai gli altri due pacchi stavo già piangendo come una fontana: un manichino regolabile insieme a tutto l’occorrente per il cucito. Jimin apparii dal corridoio che conduceva alle camere e si accasciò dalle risate. Ero inginocchiata al centro della sala, sommersa dalla carta regalo mentre piagnucolavo a bocca aperta.

- Grazie. - singhiozzai disperata.

Avevo lasciato tutta la mia amata attrezzatura in Italia a malincuore, avevo pensato spesso di ricomprarmi tutto. Jimin si inginocchiò di fronte a me e mi scompigliò in capelli. Intravidi i suoi occhi ridotti a due fessure sorridenti che mi sciolsero come burro al sole.

- Auguri. - disse e mi gettai su di lui per abbracciarlo.

Insieme a lui mi recai nella sala prove e ringraziai tutti con un bacio affettuoso, nonostante il loro imbarazzo. Per tutto il pomeriggio rimasi imbambolata per la felicità come se stessi vivendo un sogno. Ma le sorprese non erano finite lì. Mi permisero di uscire in anticipo dalla sartoria ed ingenuamente pensai che fosse solo un gesto di cortesia. Invece quando tornai a casa Jimin mi gettò tra le braccia quello che sembrava un semplice lenzuolo bianco. Alzai un sopracciglio e un angolo della bocca come se un filo tirasse entrambi verso l’alto.

- Mettilo. Ah, aspetta. - scappò in camera per tornare con qualcosa di dorato tra le mani: una coroncina con delle foglie a forma di alloro.

- Cosa significherebbe? - chiesi mentre posò il gioiello sulla stoffa arricciata.

- Fa valere il nome che porti, andiamo ad un Toga Party. -

- Come? - credetti di non aver sentito bene, forse ero diventata sorda senza saperlo.

- Abbiamo organizzato un Toga Party per il tuo compleanno, muoviti. - mi spinse per le spalle verso camera mia e mi chiuse la porta in faccia.

Poco dopo mi specchiai con il vestito addosso: era semplice, ma d’effetto. Due fasce plissettate si stringevano sulle mie spalle, fermate da un piccolo fermaglio luccicante; la scollatura mostrava leggermente lo sterno, sotto del quale una cintura arricciata enfatizzava il mio punto vita; ad ogni mio movimento una gamba sporgeva timida dallo spacco della gonna leggera. Illuminai la mia treccia scura con la coroncina di foglie dorate e decisi di arricchire il tutto: ero la festeggiata, potevo osare. Per fortuna avevo dei meravigliosi sandali alla schiava con il tacco che mi donavano un’aria ancora più greca. E come se non bastasse, aggiunsi dei lunghi pendenti intonati alla coroncina. Optai per un trucco semplice dai toni del marrone, ma approfondito da una fine linea di eye-liner. Mi sentivo davvero la dea della caccia in persona per la prima volta in vita mia. Uscii dalla stanza per chiedere un parere a Jimin e ritrovai Apollo nel salotto. Il Dio del sole lo avevo sempre immaginato così: chioma bionda ondulata, il viso illuminato dalla stoffa chiara, gli occhi azzurri come il cielo, la rotondità della spalla allo scoperto, un bracciale rigido a racchiudere il bicipite tonico, il corpo snello accarezzato dalle pieghe della toga fin sopra le ginocchia. L'unica differenza era nei suoi tratti orientali, ma lo immaginai sul suo carro infuocato volare nel cielo per dare inizio ad nuovo giorno. Aveva staccato gli occhi dallo schermo del cellulare per guardarmi e il suo pomo di Adamo si sussultò leggermente verso l'alto. Ci studiammo in silenzio, ma sembrava che entrambi provassimo la stessa sensazione: incredulità. Pregai Giove per trattenere la mia mandibola dal cadere a terra.

- Sei bellissima. - disse piano.

- Grazie, anche tu stai molto bene. - risposi con un po’ di imbarazzo. Decidemmo di coprirci con dei cappotti lunghi per raggiungere la macchina che ci aspettava sotto casa. Jin ci stava massacrando di messaggi da cinque minuti, si spazientiva quando doveva accompagnarci. Come sempre, io e Jimin litigammo per il posto accanto al guidatore. Mi lasciai sul seggiolino a tradimento ricevendo il rimprovero della mamma Seokjin.

- Quando crederete voi due? -

- Senti chi parla. - lo scherni Jimin mentre si allacciava la cintura sul retro.

- Siamo carichi stasera, eh? - Non mi ero accorta della presenza di Hoseok nel sedile posteriore.

- Namjoon é già partito con gli altri. Mi fate arrivare sempre in ritardo. E abbiate un po' di rispetto per gli anziani! - brontolò il conducente ed ingranò la marcia facendo stridere le gomme.

- Dopo vedrai quanto ci siamo impegnati per essere fighi. - affermai compiaciuta.

Entrammo da una porta secondaria di una discoteca e seguii i tre ragazzi verso la sala della festa; ne avevano prenotata una privata per avere un po' di riservatezza. Consegnammo i nostri cappotti ad una hostess, sfoggiando i nostri costumi per la festa. Hoseok indossava una fascia rossa sopra la toga, in tinta con i suoi capelli e la corona di alloro gli donava quell'aria da fiero imperatore romano. Jin personificava un vero romano con la gonnella e l'armatura di finto cuoio, mancava solo l'elmetto per essere perfetto. Avevo preso quella festa fin troppo seriamente.

- Si vede che il tuo vestito l'ha scelto Jimin. - constatò Hoseok e sentii tutti i loro occhi su di me.

- Vero? Sono divina. - dissi ammiccando.

- Sembra un'esclamazione di Jin. - commentò Jimin con una risata. 

- Mi spiace, ma io sono imbattibile. -

Dopo quella auto convinzione di Seokjin, facemmo il nostro ingresso trionfale nella sala. Vi erano drappi d’oro e bianchi appesi alle pareti, impreziositi da foglie di alloro. Un lungo tavolo pieno di cocktail e snack faceva da protagonista nella stanza già piena di gente. Salutai i presenti, ma non riconobbi alcune persone, evidentemente avevano invitato anche dei loro amici. Notai alcuni ragazzi niente male, sopratutto uno che aveva solo una fascia per coprirsi i pettorali e gli addominali importanti.

- Kookie vuole fare colpo stasera, eh. - esclamò Hobie mentre ci dirigevamo verso il diretto interessato.

Concordai in silenzio, il mio sensei catturava l'attenzione, nonostante non indossasse accessori vistosi. Agitò una mano a mo' di saluto, mentre l'altra reggeva un bicchiere dal liquido rossastro.

- Ce ne avete messo di tempo. Taehyung, Namjoon e Yoongi stanno prendendo da bere, aspettavamo solo voi per accedere un po' di musica. - ci spiegò mentre la sua bevanda rossa ondeggiava pericolosamente vicino al bordo del bicchiere. I miei occhi faticavano a rimanere concentrati sul viso che sembrava inconsapevole della sua bellezza. Poco dopo i tre mancanti ci raggiunsero, armati di drink, e non potei fare a meno di ridere per l'espressione di Yoongi che diceva: accidenti a me quando ho accettato di venire, voglio tornare a casa. Nonostante la sua faccia contrariata, indossava la toga come i suoi compagni. Non so per quale motivo, ma mi ricordava un piccolo Cupido: pronto a trafiggerti con la sua freccia quando meno te lo aspettavi. Invece Tae mi pareva un putto con i suoi capelli chiari leggermente arricciati, ornati da un lungo orecchino con un ciondolo a forma di piuma. Namjoon lo associai automaticamente a Giove, per il suo ruolo di leader che non abbandonava mai. Riportai la mente sul presente e chiesi chi fossero tutti quei visi sconosciuti. “Non sarebbe stato divertente se avesse partecipato solo lo staff alla festa, no?” Mi spiegarono. La musica partì quando avevamo tracannato il secondo cocktail, qualcuno era già al terzo e gli effetti iniziavano a vedersi. La sala era ghermita da gente saltellante e venni scossa da un improvvisa voglia di scatenarmi. Afferrai Jimin per un polso e mi buttai in mezzo a quel dedalo di corpi. Non ero un assidua frequentatrice di discoteche, ma quella sera volevo divertirmi; dopotutto era il mio compleanno. Jimin mi sorprese quando iniziò a strusciarsi contro di me a ritmo di musica, ma stetti al suo gioco. Mi lasciai guidare completamente da lui, seguendo i suoi movimenti sinuosi e precisi; sprizzava sensualità da tutti i pori. Mi sollevò una mano per farmi roteare su me stessa, accostò il suo petto alla mia schiena e mosse il bacino sorreggendomi per i fianchi. Se non fosse stato il mio migliore amico, probabilmente mi avrebbe conquistata in un secondo. Sentii un fastidio all'altezza del ventre, come una scossa che si ripercosse fino allo stomaco. Tutto d'un tratto avevo caldo, sebbene fossi quasi svestita, così preferii rinfrescarmi la gola con qualcosa di alcolico. Urlai all'orecchio del mio amico per sovrastare la musica ad alto volume, poi mi seguii verso il tavolo. Rischiai di versare il mio prezioso drink quando vidi Yoongi avvinghiato, come un polipo su uno scoglio, ad una ragazza asiatica dai bellissimi capelli ramati. Sgomitai sull'addome di Jimin per indicargli il suo compagno intento a pomiciare pesantemente con una sconosciuta.

- Quando beve, fa sempre così. - fece spallucce.

Il putto Tae sbucò dalla folla con il fiato corto e ci propose uno shot che noi accettammo volentieri. Iniziavo a percepire gli effetti dell'alcol, mi girava un po' la testa e ridevo senza motivo. Le luci si spensero e gli invitati lasciarono passare Hoseok che sorreggeva la torta con qualche candelina accesa. Soffiai sulle piccole fiammelle mentre tutti intonavano la canzoncina di “Buon compleanno” e mi inchinai per ringraziare tutti. Quello fu l'ultimo mio momento di lucidità, dopo di che il buio completo.


 

"Where the party, yah?" - Go Go






 

Buonasera~
Ecco il tanto atteso compleanno, titolo banalissimo per questo capitolo, 
ma ero a corto di idee XD
Non ho molto da aggiungere, l'idea del toga party mi è venuta per caso
come un'illuminazione spirituale (tutto sempre legato alla mitologia ahahah).
Vi dico solo che c'è un motivo per cui ho iniziato con il Pov di Diana ;)
Mi rendo conto che è un po' piuù lungo degli altri capitoli, ma non volevo
correre troppo. Mi dispiace, ma a mio parere Jk ha una bellezza straordinaria..
è stato quasi un obbligo inserirlo così. Senza nulla togliere a Jimin, sia chiaro C:
Bene, questo è tutto. Spero che vi piaccia <3
Non finirò mai di ringraziare tutte le persone che continuano a seguire la mia storia!
A presto **

-Arashi-

 


 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Arashi_art