All´ombra
del padre – OS
Raiting:
ARANCIONE
Salve
a tutti lettori e lettrici, per
la prima volta ho deciso di partecipare alla Challenge
“I´m dreaming of a white Christmas”
di un gruppo Facebook a cui sono iscritta
´Boys
Love – Fanfic & Fanart's World´. La
challenge consiste nello scrivere una storia a tema
invernale ma con l´obbligo di inserire in essa, almeno uno
dei prompt che
avevano postato le organizzatrici. Quelli che ho scelto sono
CIOCCOLATO
CALDO – NEVE – BUFERA
Per
evitare di commettere
errori, quali spoiler per l´opera originale, mi sono tenuta
quanto piú
misteriosa possibile. Vi lascio alla storia e spero che possa essere di
vostro
gradimento.
CUORE
DI GHIACCIO
Da
quando era stato costretto a seguire quell´uomo,
niente era piú come prima. Le sue giornate di piena
libertá, il poter
addestrare i suoi tre allievi, la continua adrenalina che solo quella
regione
riusciva a dargli; erano ormai un ricordo molto lontano e, per quel che
ne
sapeva, poteva anche dire addio a tutto ció. Esatto,
Skulleron, la temutissima
regione oscura, una delle sei che componevano il continente di Glukos.
Sin da piccolo,
era stato addestrato a spirare, torturare e uccidere le sue prede; gli
era
stato insegnato ad essere il predatore assoluto reprimendo ogni tipo di
sentimento; tutto doveva essere insignificante anche la propria vita
non doveva
avere alcun valore; l´unica cosa che veramente importava era
il successo della
missione. Yusuf era sempre stata la sua casa; essendo orfano e senza
nessuno al
mondo che potesse occuparsi di lui, gli venne del tutto naturale
crescere sotto
ognuno di questi punti, divenendo uno spietato assassino. A soli 14
anni, gli
venne riconosciuto il titolo di Maestro
per esser riuscito a completare ogni missione affidata,
senza riportare
alcun tipo di ferita e, neanche nelle missioni che si furono susseguite
dopo.
Non si era mai vantato di quello che diventó, di essere il
miglior assassino
fra tutti, non gli piaceva essere elogiato e guardato con meraviglia da
ogni
piccolo poppante dell´accademia; preferiva starsene per conto
suo e non avere
compagni a cui badare, ma accettó di insegnare le sue
tecniche a tre ragazzi
che, secondo lui, avevano un enorme talento. Non si sarebbe mai
aspettato che
quei tre sarebbero diventati i suoi compagni di vita, tanto da
considerarli
fratelli. Una cosa
che non accettó mai,
fu quella di essersi lasciato sconfiggere proprio da
quell´uomo prepotente e
arrogante: un mago. Odiava la magia, la disprezzava; con essa, anche il
piú
terribile dei titani poteva diventare un simpatico omone o essere
distrutto in
un secondo. Ma lui non odiava tutta la magia, no, odiava quella dei
maghi, quella
branca arcana che si divideva in molti rami uno piú odioso
dell´altro.
Peró,
per quanto potesse odiare con tutta la sua
anima quell´uomo, da un parte, dentro di se, doveva
ringraziarlo. Se non fosse
stato per lui, non avrebbe mai conosciuto colei che aveva preso il
possesso
della sua mente e non con la magia. Con i suoi bellissimi occhi verdi,
con i
suoi lunghi capelli lisci e con quel suo essere cosí
dannatamente bella per la
sua vista; era riuscita a smantellare quello che i durissimi anni di
addestramento da assassino gli avevano imposto. Ogni volta che la
vedeva,
doveva trattenere tutti i suoi impulsi maschili per non prenderla e
farla sua
li dov´era e questo, a volte, gli era veramente impossibile.
Per sua fortuna (o
sfortuna) erano obbligati a mantenere segreta la loro relazione proprio
a causa
di quel maledetto uomo che la doveva “proteggere”
da qualsiasi pericolo. Ma
secondo lui, non sapeva neanche proteggere se stesso, figurarsi gli
altri.
Perché allora non mettere fine alla vita di
quell´inutile essere? Per quanta
magia uno possa avere, un sorriso sulla gola è sempre
letale. La veritá è che
non poteva, sempre per quei trucchetti del cazzo che fanno loro: MAGIA.
Si
odiava per questo, si detestava per essersi lasciato sconfiggere da uno
scarafaggio, da un deficiente; ma niente era perso doveva solo scoprire
di piú…
“Hey maestro! Non ci stai piú
osservando” disse una voce destandolo dai suoi
pensieri. Mentre stava con la testa fra le nuvole, si divertiva a
lanciare e
riprendere al volo il suo pugnale “Vi sto osservando Zed,
continuate” “No che
non lo stai facendo; altrimenti avresti rimproverato Shen che si
è fatto
scoprire mentre tentava di nascondersi!” lo
rimproveró “Non è vero! Hai usato
il potere delle tue ombre per scovarmi. Non tutti possiedono il tuo
´dono´”
ribatté il suo compagno ma venne ignorato “Stai
ancora pensando a lei vero?” “E
a te cosa dovrebbe importare quello che pensa o fa il tuo
maestro?” chiese
tenendo il tono di voce fermo e gelido come sempre “Non mi
importa nulla
infatti! Tranne se questi tuoi pensieri intralciano i nostri
allenamenti!” “Va
bene allora, l´allenamento di oggi puó terminare
qui!” gli rispose brusco
alzandosi e dirigendosi verso casa.
C´era
un´altra cosa che odiava ancora di piú di
quell´uomo: lei doveva stare SEMPRE con lui, era obbligata a
seguirlo e non la
lasciava mai sola. Rarissime erano le volte che loro due stavano da
soli o
almeno, senza farsi scoprire da quel maghetto. I loro incontri erano
molto
brevi e, quando si trovavano nello stesso luogo, lui riusciva a
sgattaiolare
per andare a passare delle belle notti con lei ma non poteva fare
piú di cosí.
Fortunatamente era bravo a non dare nell´occhio, ma questo lo
faceva star male
perché adesso lei si trovava a Valdemar e lui era nella sua
regione ad
aspettare gli ordini del suo cliente (non per volontá ma per
costrizione)
attuale ovvero: QUEL FOTTUTISSIMO UOMO.
Si
richiuse la porta alle spalle e si massaggió la
testa ´Sto perdendo la mia compostezza… devo
assolutamente riprendermi´ disse
fra se e andó in cucina; ma si accorse che non era solo
“Salve maestro! Giá finito
l´allenamento con quei due?” “Evelyn,
ciao. Bhé.. si, sono un po stanco e credo
che andró a riposare” la ragazza lo
guardó sconvolta “Stanco? Riposare? Sicuro
di stare bene maestro?” “Si stai tranquilla, ho
solo bisogno di starmene per
conto mio”. Quando si voltó per accedere alla
stanza che aveva dietro di se, si
ritrovó Zed che si frapponeva fra lui e la porta e lo
osservava con sguardo
serio e braccia incrociate “Dobbiamo parlare
Zevran!” disse in un tono che non
ammetteva alcuna replica. Rarissime erano le volte in cui qualcuno dei
suoi
allievi lo chiamava per nome e di solito segnava l´inizio di
una discussione o
un litigio con uno dei tre. Solitamente ne usciva sempre vincitore, ma
dato che
sapeva benissimo di cosa il suo allievo volesse parlargli, dubitava che
questa
volta se la sarebbe cavata con le sue solite doti diplomatiche
“Io credo che
non abbiamo niente da dirci” “Noi, crediamo di si,
invece!” continuó Shen che
era appena entrato in cucina. “Un altro anno sta per
concludersi e noi ci siamo
stancati di vederti cosí” “Non vedo
quale sia il problema, siamo qui tutti
insieme piú Shaco che, dovrebbe rientrare a breve”
“Il problema è che sei in
una costante guerra contro te stesso e non riesci ad ammettere che ti
manca la
sua compagnia e hai bisogno di lei!” rispose Zed continuando
a osservarlo
deciso. Zevran mantenne saldo quel contatto visivo, non voleva dare la
soddisfazione al suo allievo di averlo centrato in pieno e una parte di
lui era
veramente orgogliosa del fatto di essere il maestro di quei tre
ragazzini che
in poco tempo erano cresciuti non solo fisicamente, ma anche
mentalmente. “Sai
benissimo di chi sto parlando” “Lei
stará con lui a Valdemar, qui non si
divertirebbe affatto” “Smettila di pensare agli
altri e pensa un po a te stesso!”
gli urló contro e, estraendo il pugnale, lo
attaccó. Ovviamente lui se lo
aspettava e agilmente lo evitó; poi tentó di
bloccargli la mano armata, ma Zed
era pronto a quel contrattacco intrufolandosi nell´ombra di
Shen e scomparve.
Evelyn alzó gli occhi al cielo; sapeva giá che
sarebbe finita cosí. Dopo quelli
che sembravano essere minuti di eterno silenzio Zevran
abbassó la guardia e si
diresse verso la sua stanza, ma, fu afferrato alle caviglie da Zed e lo
trascinó nell´ombra proiettata dal tavolo
“Hey Evi, vuoi un tè?”
chiese Shen facendo finta di nulla “Ma si..
preparo l´acqua”.
Non
era la prima volta che entrava nel famoso ´Piano
delle ombre´; ed era sempre Zed a portarcelo. Era un luogo
molto strano, in
confronto la regione dell´oscuritá era un posto
luminoso; qui, esisteva solo il
buio totale senza alcun tipo di luce. Solo chi si muoveva tra le ombre
e aveva
contatto con esse riusciva ad avere il perfetto orientamento e in
questo Zed
era mille volte meglio del suo maestro. Infatti in quel piano, Zevran
era del
tutto inutile e non aveva alcuna via di fuga e non poteva neanche
tornare
indietro come gli pareva. “Potrai anche essere il nostro
maestro; ma noi, da
allievi, ci preoccupiamo per te! Peró lo devi ammettere: la
ami o no?” inizió
senza peró farsi vedere da lui. Senza paura, Zevran rispose
“Sono un assassino,
non posso amare nessuno!” “Non sto parlando di
ció che puoi; ma di quello che
vuoi. La ami?” ripeté “Perché
ti importa tanto?” “Perché è
la prima volta che
ti vedo perdere la testa per qualcos´altro che non sia il tuo
pugnale”. Dal
momento che si trovava con le spalle al muro, Zevran decise di
sfogarsi; cosa
che non aveva mai fatto in vita sua “Vuoi veramente saperlo?
D’accordo: si, io
la amo da impazzire va bene? Vorrei averla qui, vicino a me, sentire il
suo
profumo, avere i suoi bellissimi occhi che mi scrutano, avere le sue
sottili e
delicate labbra sulle mie, vorrei fare l´amore con lei e
sentire ogni suo
gemito uscirle dalla sua bocca, sentirle pronunciare il mio nome; ma
tutto
questo non è possibile, e sai perché?
Perché lei sta con quel figlio di puttana
che non la lascia libera neanche un secondo. Lui la sta usando e lei
è troppo
ingenua per capirlo! Ha bisogno di me e io di
lei…” gridó mantenendo sempre il
controllo e per sfogarsi del tutto prese a pugni il terreno sotto i
suoi piedi,
come se volesse liberare tutto il suo dolore in quel luogo. Quando
finí di
parlare, una mano si poggió sulla sua spalla; ma lui
capí subito che
apparteneva a Zed senza neanche voltarsi per guardarlo “
Ricordi maestro?
Essere assassini non significa solo abbandonare la propria anima e
costruire un
muro impenetrabile contro ogni tipo di sentimento. Dobbiamo solo
sfruttare
queste relazioni a nostro vantaggio. Lo hai detto tu o
sbaglio?” “Vero. Non so
che fare..” “Ti stai abbattendo per niente! Se lei
non puó venire, perché non
vai tu a trovarla?” “Non vi voglio lasciarvi da
soli” “Suvvia, sappiamo
divertirci anche senza di te, e poi noi non siamo tipi da festicciole e
balli.
Sai com´è Shaco quando arriva l´ultimo
dell´anno. Torture, spaventi… sempre il
solito” concluse tenendogli la mano per farlo rialzare
“Adesso fammi uscire di
qui. Odio questo piano”
“Va bene, va
bene. Ricordati ti tener..” “Si lo so”
disse sbrigativo.
Una
delle abilitá piú potenti di Zed, era quella di
conoscere tramite le ombre, l´esatta posizione di tutti
quelli che lui cercava;
in particolare quella dei suoi alleati e amici. Zevran
aspettó qualche minuto
prima di riaprire gli occhi; ma, quando lo fece, non si trovava
piú a casa sua
“Io lo uccideró un giorno a suon di
schiaffi” tuonó non rendendosi conto del
tono di voce “Sempre a uccidere pensi? Sono curioso di
sentire chi sia la
vittima” disse una voce dietro di lui “Hey
scoiattolo, chi lo sa, potresti
essere tu la vittima” rispose mentre si girava e lo
osservó sorridendo. L´elfo
invece rispose al contatto visivo con odio “Cosa ci fai
qui?” “Conosci il detto
´chi si fa i cazzi suoi vive 100 anni in
piú´?” “Sono un elfo, la mia
vitá e
giá abbastanza lunga senza che tu ci aggiunga altri 100
anni. Se sei qui per
parlare con lui, sappi che non è qui. Hai fatto tanta strada
per niente e,
soprattutto, sei entrato in casa mia senza permesso! Quindi, fuori di
qui! ci
manca solo che mi accusino di aver chiamato dei sicari per far fuori la
gente!”
disse spingendolo fuori dalla porta sul retro di casa e sbattendogliela
in
faccia. ´Prima o poi ti faró fuori scoiattolo
rompipalle! Comunque meglio che
lui non sia qui. La giornata è giá andata
abbastanza di merda anche senza
vedere la sua lurida faccia da cazzo.´
L´inverno
nella regione della natura, era piú duro
rispetto a quella dell´oscuritá anche
perché, era una zona molto piú umida.
Fuori vi era una nebbia fittissima che non si riuscivano a vedere
neanche i
lampioni presenti lungo le strade. Dalla finestra del piano superiore
della
casa da cui era stato appena cacciato, filtrava una debole luce.
Fortunatamente, oltre alla nebbia vi era anche
l´oscuritá della zona, quindi
poteva muoversi come meglio credeva senza dare nell´occhio.
Per lui fu un gioco
da ragazzi arrampicarsi fino alla finestra e, una volta arrivato su, la
vide:
quella bellissima ragazza dai lunghi capelli castani che tanto amava,
intenta a
leggere un libro e, di tanto in tanto, sorseggiava qualcosa dalla tazza
fumante
che poi poggiava sul tavolo di fronte a se. Sdraiato per terra accanto
a lei,
vi era il suo fedelissimo compagno, un affascinante grande lupo nero
che stava
giá osservando Zevran fuori dalla finestra ma non si mosse:
lo conosceva e,
sicuramente, aveva intuito che lui volesse fare una sorpresa alla sua
padrona.
Con le sue abilitá, scassinó la serratura senza
emettere il minimo suono, il
tutto sotto gli occhi attenti dell´animale che continuava a
fissarlo agitando
debolmente la coda, lei invece era completamente immersa nella lettura.
Molto
cautamente le si avvicinó e l´abbracció
da dietro mettendole velocemente una
mano sulla bocca per impedirgli di urlare e far tornare
quell´elfo
rincoglionito. “Ssh piccola mia. Sono io..” disse
baciandole la fronte e,
quando lei rilassó il corpo, la lasció andare
“Z-Zevran..” sussurró il suo nome
restando completamente senza parole. Lui le appoggió le sue
fredde labbra a
quelle calde di lei ´Beveva cioccolata calda
allora…´ pensó ma poi
ritornó a
concentrarsi sul bacio e al fatto che lei rispose pienamente ad esso
rendendolo
lento e travolgente. Lui inizió a intrufolare la sua lingua
nella bocca di lei,
iniziando cosí una lunga dolce danza e, senza mai staccarsi
da lei, inizió a
privarla dei suoi indumenti notturni spingendola lentamente verso il
letto. Quando
anche lui si tolse i suoi indumenti il piú velocemente
possibile, sfogó tutto
quello che aveva dentro, emozioni di ogni tipo mentre sentiva lei
gemere ad
ogni spinta che lui con foga gli donava. Solo quando entrambi ebbero
raggiunto
il piacere, Zevran si staccó da lei e la osservó
mettendosi accanto “Quanto
stracazzo puoi essere bella?” “Viva la finezza
Zev” rise “Come mai qui?” disse
dolcemente mentre si accoccolava su di lui “Sai.. Non avevo
niente da fare e
sono entrato nella prima casa che avevo davanti e, guarda caso,
c´eri tu”
scherzó lui accarezzandole i capelli “Dai, dico
seriamente” “Secondo te? Mi
mancavi.. dal momento che tu non puoi venire, ho deciso di raggiungerti
io” le
sorrise e sapeva di averla fatta arrossire “Mi sei mancato
molto anche tu”
disse a bassa voce e stringendosi ancora di piú contro di
lui, si addormentó
all´istante. ´Chi sa da quanto tempo non dormiva a
causa mia.. sono stato
veramente uno stupido a non pensarci prima a
quest´alternativa..´
disse fra se mentre le posava un bacio sulla
fronte. Coprí entrambi con la spessa coperta e si
lasció andare anche lui ad un
sonno profondo.
Fuori
iniziarono a cadere i primi fiocchi di neve e,
ben presto, i terreni di Valdemar sarebbero stati ricoperti da un
freddo manto
bianco; ma a lui non importava, in quanto poteva scatenarsi la
piú temibile
delle bufere, poiché, in quel momento, lui era con la
persona che piú amava al
mondo scaldando anche il suo cuore di ghiaccio.
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Angolo
autrice
Rieccomi
qui da voi. Zevran è uno dei
personaggi che ancora non è mai stato nominato nella mia
long cosí come i suoi
tre allievi. Ho voluto parlare di lui cosí chi ha letto la
mia storia, potesse
trovarsi sullo stesso livello di chi ancora non l´ha ancora
fatto. Ma
tranquille… comparirá presto nei prossimi
capitoli e lo vedrete ancora di piú
in azione! Detto ció ringrazio le organizzatrici di questa
Challenge invernale
e non vedo l´ora di parteciparne ad un'altra. Spero anche di
poter proseguire
con la storia perché mi è un po difficile
scrivere delle OS sulla mia long se i
personaggi e la storia stessa non proseguono nel loro corso. Chi lo sa,
magari
faró uscire un´altra OS ma in un contesto lontano
da quello che si trovano ora.
Potete
trovare la long sul mio profilo
efp o cliccare i capitoli sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/The-IrideNotturna-Story-1627952290784409/
Grazie
per aver letto. Alla prossima
storia!
Vostra
IrideNotturna