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Autore: G RAFFA uwetta    10/12/2018    1 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Il morso del diavolo



Cap. 26 – La fine dei giochi

La cucina di Grimmauld Place era fiocamente illuminata da un grande lampadario annerito dal tempo che sovrastava un lungo tavolo affiancato da alcune sedie spaiate e una vecchia panca malferma. Sugli otto bracci, le candele economiche avevano incrostato di sego disciolto i rilievi intarsiati a mano. In più punti, l’intonaco si era inscurito per l’umidità e le pregiate mattonelle, che graziosamente ornavano una porzione di parete, si stavano sbriciolando sull’assito del pavimento macchiato. Nel camino in mattoni, così incrostati di fuliggine che la magia ormai non poteva più far nulla, ardeva un allegro fuoco sopra il quale un paiolo in ghisa borbottava, diffondendo nell’aria un buon odore d’arrosto.

Sono felice che sei finalmente tra di noi, Harry caro, così riprenderai il posto di prescelto e mio figlio non correrà più inutili rischi.

Dopo le parole pronunciate con tanta leggerezza dalla Signora Weasley, una bolla acida scoppiò al centro del petto di Harry che si agitò incerto sulla sedia guardando prima uno, poi l’altro, i presenti nella stanza, senza riuscire a focalizzare nessuno. Avvertiva un senso di inadeguatezza, le orecchie fischiavano e il sangue smise di scorrergli nelle vene mentre un vischioso torpore lo avvolgeva facendogli tremare lievemente le mani.

Non pensare,” si ripeteva come un mantra, “non dare credito a ciò che senti, sei stanco, vedrai che è tutto un malinteso.”

Ma certo caro, continuò imperterrita la donna, battendo affettuosamente la propria mano su quella scossa del Grifone. Sono sicura che Silente ti avrà già informato che Ron si è offerto coraggiosamente di sostituirti ma, ora che sei qui, non è più necessario che metta a repentaglio la propria vita. Ci sei tu per questo, vero? chiese speranzosa. Non ricevendo risposta, si accorse del silenzio sbigottito che aveva inghiottito la cucina e dello sguardo perso di Harry.

Harry, Remus si avvicinò guardingo afferrandogli piano le spalle. È il cuore di una mamma che parla… Al tocco dell’adulto, come se fosse stato punto da migliaia di Doxxi, il Grifone scattò bruscamente in piedi rovesciando in terra la sedia.

Parole di una mamma? lo interruppe Harry con voce lievemente stridula. La mia, di mamma, sottolineò, non ha supplicato Voldemort di risparmiarmi la vita offrendogli in cambio quella di Neville, Orgoglio e una punta di amarezza trasparirono dalle sue parole. Sacrificò la propria! quasi urlò. Addolorato al pensiero, piegò la testa verso il basso per poi rialzarla di scatto puntando gli occhi, di un verde divenuto cupo, dritto davanti a sé. Tutti i presenti scorsero l’immenso potere che si agitava all’ombra delle ciglia insieme alla determinazione maturata in quei mesi di sofferenza. Lasciate questa proprietà immediatamente, raccogliete le vostre cose e andatevene, disse risoluto.

Non ci puoi cacciare: è la sede dell’Ordine e Silente... provò a intervenire Mundungus, intimorito al pensiero di non poter più attingere alle risorse della casa per guadagnare illegalmente qualche Falci.

Silente non può nulla. La casa è mia e decido io, Harry osservò le facce stupite dei presenti e sorrise sardonico all’indirizzo del vecchio preside. Ma come, non gli ha accennato dei suoi infruttuosi viaggi al Ministero? Tipico di lei nascondere notizie utili. Comunque, è stata una mia gentile concessione lasciarvi in questa casa per tutto questo tempo, ma ora basta, è tempo di ripulisti. Dovete andarvene, ribadì serio mentre incrociava le braccia al petto.

Harry, cerca di comprendere, provò a farlo ragionare Remus, fuori da qui siamo tutti un bersaglio facile. In molti asserirono alle parole del licantropo, altri guardavano perplessi il preside che se ne stava quieto mentre si lisciava la candida barba.

Non c’è dubbio! esclamò il Grifone, per nulla propenso a cedere. Ma, come gentilmente mi è stato fatto notare, sono io il Prescelto e sulle mie spalle grava il peso del Mondo Magico. Quindi, visto che ho intenzione di abitare qui, sareste tutti più sicuri andando altrove e, soprattutto, stando ben lontani da me, ribadì sarcastico. Intanto il preside osservava senza intervenire.

In quel momento, dal corridoio giunsero dei rumori concitati e il quadro della madre di Sirius, posto all’ingresso, cominciò a vomitare invettive anticipando l’irruente entrata di Ron nella stanza. Senza degnare nessuno di uno sguardo, il rosso, individuato subito Harry, lo afferrò per la collottola e lo sbatté contro il muro urlandogli contro:

Non mi ruberai la ribalta, brutto figlio di puttana, avermi battuto a uno stupido duello non ti rende superiore a me! gli sputò in faccia.

Ron! gridò scandalizzata la madre. Lascialo andare e modera i termini, non è così che ti ho educato. Poi, ricordandosi all’improvviso quello che suo figlio aveva detto, con voce incerta chiese: Che vuoi dire?

Signora Weasley, come vede, non solo il suo adoratissimo Ronnino è mesi che sa che frequento Hogwarts, ma è determinato a ricoprire il ruolo da cui lei non vede l’ora di sollevarlo, fece eco Harry, piegando le labbra in un sogghigno.

Non mancare di rispetto a me e a mia madre, Ron lo scosse con violenza facendogli cozzare di nuovo la nuca contro la parete.

Tu lo sapevi? chiese allibita la madre, allungando le braccia per cercare di fermare il figlio, ma bloccandosi a mezz’aria.

RonRon, evidentemente la botta in testa ti ha procurato più danni del previsto. Ti ho già ribadito che non sono più interessato a quel ruolo dal giorno in cui Voldemort ha saputo che ero ancora vivo. La voce gli uscì frammentata e rauca a causa della presa ferrea sul collo. O forse mi sono arreso molto tempo prima, sibilò piano, ormai paonazzo per la mancanza d’aria.

Successe tutto talmente in fretta che nessuno ebbe modo d’intervenire, anche perché la maggior parte dei presenti era intenta a discutere delle nuove direttive imposte da Harry. In ogni caso, Ron non ebbe modo di rispondere nulla perché, come evocati, irruppero nella cucina i gemelli.

Togligli le tue luride mani di dosso, ringhiò Fred, puntando la propria bacchetta alla tempia del fratello che, preso in contropiede, mollò immediatamente la presa. Stai bene? chiese apprensivo George controllando che Harry, una volta libero, non avesse ferite.

Fred! George! esclamò Molly, portandosi una mano alla bocca, sorpresa dall’atteggiamento aggressivo dei propri figli.

È andato tutto bene? Ignorando i presenti, Harry si rivolse ai gemelli massaggiandosi la gola martoriata; sulla pelle candida cominciarono ad apparire dei segni bluastri. Ricevuta una risposta affermativa chiamò l’elfa.

Quando Winky apparve in molti sussultarono per via della tensione accumulata, quindi le disse, allontanando gentilmente da sé le mani del piccolo essere che cercava di sistemarlo: Accompagnami a finire il lavoro. Poi continuò, rivolgendosi agli adulti. Al mio ritorno voglio la casa libera, intimò lapidario prima di svanire con un lieve pop.

Siete una vera delusione. I due gemelli scossero la testa, gli occhi puntati dove stava Harry un attimo prima di smaterializzarsi. Soprattutto lei, Silente. Si voltarono di scatto sfidando con lo sguardo l’uomo anziano. Harry si è fidato di lei, ha rischiato di morire più volte solo per compiacerla e lei lo ha ripagato così? Abbandonandolo!? Meritate di andarvene, tutti.

Io non lascio ciò che mi appartiene, iniziò Ron, gesticolando come un folle, questa è la casa del prescelto e la sede dell’Ordine della Fenice ed essendo io il membro più rappresentativo, non me ne vado! scandì pomposo puntando un dito su se stesso.

Ahahahah! Risero i gemelli, mimando il gesto di asciugarsi le lacrime. Non conoscevamo questo tuo lato comico. Sogghignarono all’indirizzo del fratello che li guardava sempre più furioso. La casa appartiene a Harry e ti ha appena cacciato.

Non mi interessa, io rimango e se ha qualcosa da obiettare, lo uccido quel bastardo!



Ron! Molly, sconvolta, urlò di nuovo, rimanendo pietrificata con le mani piazzate sui fianchi larghi.

Quel bastardo, come dici tu, in questo preciso istante, nonostante sia ben consapevole del tuo odio, sta usando il suo potere per proteggere, con un potente incantesimo, casa nostra, gli ringhiarono in faccia i due gemelli.

Ma cosa state dicendo! strepitarono allarmate più voci, mentre loro padre si avvicinava agitato chiedendo spiegazioni.

Presi in contropiede, i due ragazzi sospirarono frustrati: “Harry ci ammazzerà quando lo verrà a sapere.” Deglutendo a vuoto più volte, si accinsero a spiegare, limando un po’ la storia: Ci trovavamo a girare l’angolo di una traversa a Diagon Alley quando, per mera fortuna, abbiamo assistito allo scambio di battute tra alcuni Mangiamorte che si vantavano di aver ricevuto l’incarico di distruggere la Tana questa notte. Arthur strinse la moglie tra le braccia cercando di calmarla mentre il figlio più grande, Charlie, imboccava veloce la porta. Abbiamo subito contattato Harry e, grazie a lui e alcuni suoi amici, li abbiamo preceduti di un soffio riuscendo a salvare il salvabile. Purtroppo per la casa non c’è stato modo di evitare il peggio. Entrambi ignorarono le battute sarcastiche sul perché non avessero contattato l’Ordine, invece che Potter, sostenendo che magari avrebbero fatto un lavoro migliore.

Comunque, una volta che quegli stronzi se ne sono andati, l’abbiamo ricostruita portando sostanziali migliorie, o meglio, grazie all’ingenio di Harry, ora la casa è più stabile e sicura. Tutti guardarono George sconvolti, non solo per ciò che aveva appena detto, ma anche perché quella era la prima frase pronunciata senza la voce intercalante del gemello.

Sai, Ron, ripresero a parlare all’unisono i due gemelli, per Harry sarebbe stato facile ignorare la faccenda, far rimbalzare la pluffa a qualcun altro, guardarono di sbieco il preside, che avrebbe sicuramente perso minuti preziosi a convincere tutti delle sue tesi per poi stilare un piano ben congegnato delegando a altri l’esecuzione. Invece, guarda un po’, nonostante tu gli abbia lanciato alle spalle un Avada Kedavra, un gesto molto nobile da parte tua, dobbiamo riconoscerlo, sorrisero con scherno al fratello più piccolo mentre la madre si accasciava a terra distrutta dall’ultima notizia, non ha indugiato un secondo precipitandosi di persona e ha tanto brigato che ora hai ancora una casa dignitosa. Sorprendente, vero? concluse Fred.

È il minimo che potesse fare! ribadì sicuro di sé, Ron. Miseriaccia, ma non lo capite? Siete degli Schiopodi o cosa? Sono certo che è colpa sua se hanno attaccato la Tana, tutti sanno che passa l’estate da noi. Rabbrividì dal disgusto al solo ricordo. Il suo nome è sinonimo di sventura ed essere accompagnati a lui è romantico come prendere il tè assieme a un Dissennatore.

Un poderoso pugno lo fece volare contro la credenza, in un frastuono di pentole e vasellame che cozzava a terra. Gli adulti, pronti a intervenire con la bacchetta alla mano, rimasero basiti davanti alla rabbia con cui uno dei gemelli Weasley aveva colpito il fratello.

Brutto deficiente, se tu non avessi avuto l’ingegnosa idea di denunciare Harry a Tu-sai-chi, non sarebbe successo tutto questo. Ron impallidì, sul suo volto le efelidi spiccavano in modo macabro, mentre, balbettando, chiedeva come lo avessero saputo. Hai forse scordato la connessione tra Harry e Colui-che-non-deve-essere-nominato? Ovvio che sì! Visto che eri certo fosse diventato un Magonò, hai ritenuto ormai superfluo quel piccolo e significativo particolare. I due ragazzi gesticolavano enfatizzando le parole. Avresti dovuto nascere con un enorme pustola in fronte come il Clabbert, con una variante, invece di avvisarti del pericolo, quando si illumina, avverte tutti noi che stai per combinare una delle tue solite idiozie! Indignato, Ron cercò di alzarsi inciampando e scivolando sul disastro creato prima, mentre le sue giustificazioni si perdevano nel fracasso. È tardi per chiedere scusa: Tu-sai-chi ha ottenuto quello che voleva e la Tana ha pagato il prezzo della sua generosità. Mi fai schifo, conclusero entrambi con rabbia mentre la madre, stretta nell’abbraccio del marito, singhiozzava forte.

Fred, George, una voce penetrante bloccò i ragazzi, basta così, grazie. Severus avanzò nella stanza, le sue vesti nere svolazzavano facendolo sembrare un avvoltoio in cerca della preda. Signore, Signori, disse rivolgendosi ai presenti, piegando il braccio verso l’elfo che attendeva sull’uscio strofinando felice le mani, Kreacher vi farà strada accompagnandovi alla porta. Arthur, pur non approvando, la tua casa ora è sicura. Si girò verso l’uomo e, senza battere ciglio, porse un foglietto verde oliva. Qui troverai le istruzioni per raggiungere la Tana, ogni tuo discendente vi potrà accedere così come qualsiasi creatura a loro affiliata. Invece, per eventuali ospiti, dovrai semplicemente scandire per esteso il loro nome al rappresentante del quadro riportato sul foglio. È inutile che sbirci, Molly, l’apostrofò Severus, infastidito per l’ingerenza. Solo tuo marito è in grado di leggerlo. Non guardarmi con quell’espressione Arthur, sbuffò spazientito. Siamo in guerra e ogni precauzione è più che giustificata. Superò Ron ancora in terra, guardandolo con disgusto, e raggiunse il preside seduto al tavolo; gli altri, mestamente e a testa bassa, si apprestarono a uscire dalla casa, consapevoli che nulla potevano contro l’arcigno professore.

Albus, piegò il capo in segno di saluto stiracchiando le labbra in un mezzo sorriso. Volevo farti presente che stamattina ho depositato gli incartamenti per l’adozione di Harry, essendo il suo padrino. All’espressione perplessa del vecchio mago aggiunse: A mia totale insaputa, Lily Evans mi ha nominato padrino di suo figlio qualche giorno prima della sua morte e, se te lo stai chiedendo, esiste un documento depositato alla Gringotts che lo dimostra. Da questo momento dichiaro la mia dissociazione dalla fatiscente compagnia dell’Ordine della Fenice. Non sarò più la tua spia, Albus, e ogni voto fatto in precedenza è decaduto. La mia priorità, d’ora in poi, è prendermi cura del ragazzo. Nell’angolo dov’era ancora accasciato a terra, Ron sbuffò, già pregustando di farsi scappare quella succulenta informazione al momento giusto. Signor Weasley, non creda che non sappia cosa nasconde la sua espressione e di conseguenza l’invito, in futuro, a non fare ulteriori sciocchezze perché io non sono portato alla clemenza. Lo incenerì con lo sguardo. In ogni caso, lo dico a suo beneficio, il Signore Oscuro è a conoscenza della mia decisione e, sebbene abbia vivacemente protestato, temo che dovrà farsene una ragione anche lui.

Come? Per la prima volta, in quella lunga serata, intervenne la voce del preside. Severus sospirò piano, incerto su cosa potesse rivelare.

Voldemort pensa che qualcuno tenga sotto scacco il suo miglior alleato e si sta prodigando per scoprire chi è e, quando crederà di averlo scovato, per costui non ci sarà scampo. Tutti intenti ad ascoltare il Pozionista, nessuno si era accorto dell’entrata silenziosa di Harry nella stanza; Ron ringhiò e quando cercò di avventarsi sull’altro ragazzo ricevette un calcio negli stinchi da Fred. Come se non fosse stato interrotto, il Grifone continuò: Noi additò se stesso e il padre abbiamo tutta l’intenzione di fare in modo che le cose non cambino: Voldemort avrà la sua vendetta e lei, preside, ha il suo prescelto. Sono sicuro che non sentirà minimamente la nostra mancanza. Buona serata, concluse allegro, invitando i presenti rimasti ad affrettarsi verso l’uscio.

Forza ragazzi, disse rassegnato il Signor Weasley aiutando Ron ad alzarsi, andiamo a casa.

Mi dispiace, padre, ma noi restiamo con Harry. parlarono all’unisono i gemelli. Arthur li guardò entrambi negli occhi, ignorando il verso esasperato della moglie mentre usciva aggrappata al braccio di Ron, che li scrutava interdetto, poi, soddisfatto di ciò che vi lesse, posò orgoglioso le proprie mani sulle loro spalle.

Perfetto, sorrise, improvvisamente stanco, abbiatene cura.

Sei sicuro ragazzo? Il preside si alzò con studiata calma e, abbandonata la sua aria svagata, forte della sua autorità, cercò di imporsi scrutando Harry fin nell’anima. Il Grifone non si sottrasse a quell’esame e, dentro di sé, riconobbe quel fastidio creato dall’invasione di un’altra mente. Sorridendo scaltro, si apprestò a percepire una voce, quella che un tempo credeva fosse la propria coscienza, suggerirgli di rivedere la propria decisione. In un batter di ciglia, la volontà del preside si ritrovò scaraventa fuori dalla mente del ragazzo. Sorpreso da tanta forza, il vecchio mago, per non cadere in terra, fece due passi in dietro; Harry sfoggiò un ghigno compiaciuto, gemello a quello del padre poco distante. Sperando che nessuno si fosse accorto dello scambio di occhiate appena avvenuto, Albus Silente, a malincuore, lasciò Grimmauld Place.

Io sto dalla tua parte, disse Moody avvicinandosi a Harry. Qualunque essa sia. Al suo occhio magico non era sfuggito lo strano colloquio avvenuto tra il ragazzo e il suo vecchio amico; aveva cominciato a nutrire forti dubbi sul preside sin dalla conclusione del Torneo Tre Maghi e, in qualche misura, quella sera erano stati confermati: Albus aveva usato la Legillimanzia per controllare il loro Salvatore.

È l’inizio di una nuova era, osservò giocosa Tonks, con i capelli rosa confetto, mentre prendeva da uno scaffale dei grandi bicchieri opachi. Brindiamo! esclamò, passando a tutti i calici ed evocando una bottiglia di vino rosso; Remus scosse la testa davanti all’esuberanza della donna.

In quel momento, il pendolo del salotto, rintoccò dodici colpi.

Buon anno, padre. Harry, commosso, alzò il bicchiere verso Severus trattenendo a stento le lacrime di gioia. Buon anno a tutti! gridò sovrastando il rumore del camino nella sala dell’arazzo che vomitava fuori Draco, Blaise, Neville e Luna, che indossava stravaganti orecchini in oro raffiguranti dei Troll obesi. I gemelli, trasportati dall’entusiasmo, fecero scoppiare un paio dei loro fuochi d’artificio magici riempiendo tutto il piano di fumo.

Weasley! urlò Severus, rimediate subito o farò di voi l’elemento segreto di una nuova pozione di mia invenzione. Tutti risero e si rilassarono, ringraziarono in gran segreto Molly per l’arrosto sul fuoco, e si sedettero affamati al tavolo in cucina.

Tra quelle antiche mura, aleggiò una gioia mai assaporata prima; una nuova vita e nuove sfide erano in serbo per ogni commensale: una nuova intesa, un nuovo obiettivo, un nuovo destino tutto da riscrivere.



Note dell’Autrice: con questo capitolo si conclude la storia.

È stato un viaggio lungo, cominciato più di tre anni fa, durante il quale io sono cambiata così come il mio modo di scrivere.

Ringrazio particolarmente la Beta che mi ha aiutata in questo cammino ma anche tutti i lettori che sono passati di qua. Siete stati in molti, più di quelli che mi sarei aspettata.

Grazie per tutti i commenti ricevuti e un grazie anche ai lettori che si sono affezionati alla storia. Grazie di cuore a tutti.

P.s. è previsto un seguito.

   
 
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