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Autore: Myriru    10/12/2018    2 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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Erano ormai tre notti che lo sognava. Ma chi era quell'uomo? I capelli neri come la pece adornavano un viso perfetto, i suoi occhi… O meglio... L'unico occhio che aveva visto era di un verde così intenso che non avevo mai visto... La sua pelle era ambrata e il suono della sua voce avvolgente.  Dove aveva sentito quel suono? Eppure più tentava di ricordare più aumentava quel forte dolore alla testa. Provò a scendere dal letto, provando delle dolorose fitte al ventre ma non ci dette peso.
"Maledizione"
Oscar si cambiò della veste da notte, indossando una semplice camicia bianca e un pantalone altrettanto bianco, legò i capelli con un fiocco scuro alla nuca. Iniziò a vagare tra quei corridoi così freddi: non era casa sua, di questo ne era certa.
«Ciao! Come ti senti oggi? »
Chiese il piccolo Beauharnais appena la vide entrare nel salone, posando il libro che aveva in mano sul tavolo poco distante.
«Sto bene... Almeno credo... Grazie... »
«Andiamo a fare colazione? Oggi Odette ha fatto i biscotti al cioccolato »
"Biscotti al cioccolato...?"
Oscar corrugò la fronte, non sapeva il perché ma " biscotti al cioccolato" aveva occupato la sua mente, eppure aveva lo stomaco chiuso.
«Oh... Non ti senti bene? Vuoi che chiami mia madre o mio padre? »
«NO!Ehm... No Adrien no... Ora sto meglio grazie, mi sono solo distratta un attimo... Andiamo?»
 
///@///
 
«Come vi sentite? »
Non si era neanche resa conto della sua presenza in sala, era entrato così  silenziosamente che sussultò spaventata quando si girò. Il conte aveva leggermente chinato il volto per guardarla meglio ed ebbe la sensazione di essere nuda davanti a quello sguardo. Si sentiva terribilmente a disagio con lui.
«B-Bene... V-Vi ringra-zio... »
I due si sedettero al grande tavolo, facendo colazione silenziosamente. Oscar fissava la tazza di the  il piattino di biscotti che aveva davanti, stropicciando il fazzoletto che aveva tra le mani senza toccare cibo. I presenti notarono il suo turbamento e il conte si avvicinò a lei lentamente.
«Non avete fame?»
«Sono  mortificata... »
«Non dovete preoccuparvi, va tutto bene...»
L'uomo poggiò la mano sulla sua spalla, facendola sussultare. Oscar si  voltò verso di lui con gli occhi sbarrati, si sentiva terribilmente confusa. Quell'uomo la turbava e la affascinava allo stesso tempo, quegli occhi verde scuro la tormentavano e il suo tono di voce controllato, per niente volgare, la avvolgeva facendola tremare ogni singola volta.
«Perdonatemi, ho bisogno di prendere un po’ d’aria »
 
///@///
 
Quasi non avvertiva quel freddo che attraversava il tessuto leggero della camicia per accarezzarle la pelle. Osservava distrattamente il giardino innevato davanti a lei, stringendo sempre di più le ginocchia al petto e stringendo le spalle. Aveva provato di tutto per cercare di ricordare, anche la cosa più insignificante della sua vita ma niente, vuoto. Il conte non le aveva detto niente sul suo passato, né le sue origini. Evitava sempre quel tipo di conversazioni, la prima volta le disse che l’aveva trovata morente in mezzo alla strada. Non sapeva se credergli o meno. Poi c'era quell'uomo, quel bellissimo uomo che popolava i suoi sogni e che sembrava volerle dire qualcosa. Lei lo conosceva, conosceva il suo volto ma le era impossibile identificarlo.
«Voglio ricordare... Voglio sapere chi sono... Perché sono qui... »
Calde lacrime iniziarono a bagnarle il volto dolcemente, mentre dentro si sentiva morire.
«Prenderai un malanno, lo sai? »
Abbassò il capo, evitando il suo sguardo.
«Vorrei restare da sola se non vi dispiace »
«Certamente ma non voglio vedervi morire assiderata, siete ancora convalescente »
Oscar si alzò lentamente, un improvviso alito di vento scompigliò i capelli ad entrambi.
«Attenzione...»
L'uomo si tolse la giacca e la poggiò sulle spalle della donna, sperando di poterla riscaldare almeno un po’ e se ne andò, lasciandola da sola come aveva chiesto.
«Grazie... »
Oscar arrossì leggermente, guardando la sua figura scomparire tra i corridoi della villa.
 
///@///
 
Non ricordava cos'era successo, l’unica cosa di cui era certa era che ad un tratto tutto era diventato buio. Aveva sussurrato il suo nome prima di cadere tra le braccia dell'oscurità, sperando di catturare la sua attenzione prima di accasciarsi sugli scalini. Accanto a se c'era una tazza di cioccolata calda e nonostante le pesanti coperte che portava aveva freddo e sentiva un forte mal di testa.
«Siete stata un’incosciente! Stare fuori al freddo senza neanche una giacca o una coperta! Meno male che mio marito vi ha portato la sua giacca, altrimenti sareste di sicuro morta »
Madame de Beauharnais la guardava esterrefatta, coprendo il volto con il ventaglio che aveva tra le mani.
«Mio marito mi ha detto che vi siete intrattenuta fuori quasi tutta la mattina ma non pensava certo senza alcun indumento caldo che vi coprisse... Ah... Ve la meritate quasi questa febbre... »
Oscar si sedette, respirando profondamente.
«Sono mortificata Madame... Avevo bisogno di pensare... »
«A cosa stavate pensando? »
«Al passato... »
«Come fate a pensare a qualcosa che non ricordi? Vi è venuto in mente qualcosa? »
«Non molto... Solo... »
«Solo? »
«Un uomo... »
Descrisse l'uomo nei minimi dettagli e più parlava di lui, più cresceva il mal di testa. La contessa la ascoltava muta, memorizzando ogni sua parola.
«Capisco... Ora però riposatevi, avete la febbre molto alta... »
«Grazie per la vostra disponibilità Madame... »
«Di niente cara »
 
///@///
 
«Tu credi che l'uomo che sogna sia lui? »
«Lei ne è innamorata ma al momento non lo ricorda e l'immagine di quell'uomo è l'unica cosa che la lega al suo passato. Inoltre lei ha perso la memoria dopo la rivolta, probabilmente deve averlo incontrato »
«Si... Hai ragione... Ora che so chi cercare... »
«Vuoi arrestarlo? »
«Non lo so... »
L'uomo volse lo sguardo verso la finestra chiusa, fissando l'orizzonte pensieroso. Madame era rimasta seduta vicino alla sua scrivania, guardando le sue spalle.
«Come sta Adrien? »
«Non l'ha presa bene, le manca la sua amica... »
«Tra qualche giorno tornerà... »
«Quando? »
La voce della donna tremò, lei si portò una mano al cuore stupita mentre l’uomo si girò a guardarla per alcuni secondi negli occhi.
«Tra una settimana, dieci giorni massimo... Potrai abbracciare tua figlia »
 
///@///
 
Era rimasto in studio tutto il pomeriggio, lavorando sul da farsi. Aveva appena ricevuto una lettera dal convento che lo informava della posticipazione del ritorno della ragazza di una decina di  giorni a causa della forte pioggia e dell'imminente nevicata. Sospirò amaramente. Aveva illuso nuovamente quella donna, ma che colpa ne aveva? Infondo, erano solo pochi giorni e lui non poteva controllare il tempo atmosferico per poter così anticipare il rientro della figlia. Si alzò dalla sedia, iniziando a pensare cosa fare di quella donna che, da qualche tempo, occupava i suoi pensieri.
"Maledizione... Quella donna mi farà uscire fuori di testa..."
L'unica cosa positiva era che , senza volerlo, era riuscito ad ottenere i dati per poter riconoscere André Grandier e scoprire dove si nascondevano i rivoluzionari comandati da Robespierre.
"Devo pattugliare tutta Parigi... Devo trovare quell'uomo a tutti i costi..."
Strinse i pugni guardando fuori dalla finestra, un lampo illuminò per alcuni istanti la vetrata. Sua moglie era fuori e Adrien si era ritirato nelle sue stanze già da tempo così come Oscar.  All'improvviso sentì un urlo.
"Oscar?!"
Uscì di corsa dal suo studio e arrivò nella stanza della donna, trovandola seduta ai piedi della finestra che teneva le mani nei capelli.
"La pioggia? Perché mi si stringe così il cuore? Dev'essermi successo qualcosa di importante in una notte di pioggia... Una notte in cui la pioggia non ti permetteva di distinguere niente..."
L’uomo si avvicinò velocemente a lei, prendendola tra le braccia e poggiò le labbra sulla fronte, trovandola bollente.
«Perché ti sei alzata? Hai la febbre altissima... »
«Dovevo... Quando ho sentito il rumore della pioggia, per un attimo, ho avuto l'impressione di ricordare qualcosa... Ultimamente mi succede spesso. Quando cerco di ricordare qualcosa mi viene un mal di testa terribile... Come se il mio cervello stesse per frantumarsi... Sono certa che in passato mi sia accaduto qualcosa di orribile in una notte come questa...»
Disse con voce roca, socchiudendo gli occhi mentre poggiava il capo sul suo petto.
«Può darsi che si tratti di qualcosa che è meglio non ricordare »
Per un istante si guardarono negli occhi, lei gli sorrise timidamente e lui corrugò la fronte leggermente, poggiandola infine sul suo letto.
«Sei una persona premurosa... »
Quella frase e quel sorriso lo fecero sussultare, non si sarebbe mai aspettato una frase simile da lei.
«Cosa c'è? Forse sono stata troppo indiscreta? »
«No no... E' solo che nessuno mi aveva mai detto nulla del genere fino ad oggi »
Oscar abbassò lo sguardo, giocando con il lenzuolo che aveva tra le mani.
«Quando avrò recuperato la memoria, e tutto si sarà risolto, troverò il modo di ripagarti della tua gentilezza. Fino ad allora Alexandre... »
Aveva alzato lo sguardo, notando il suo turbamento.
«Ti prego di portare pazienza e di sostenermi nei giorni più difficili... »
"Cosa diresti, Oscar, se facessi il nome di André Grandier? Cosa accadrebbe se scoprissi che ti conosco molto meglio di quanto ti sto facendo credere? Dubito fortemente che vorresti ancora ripagarmi della mia gentilezza, a quel punto..."
   
 
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