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Autore: yuki rain    11/12/2018    2 recensioni
Il primo amore è sempre il più bello e il più difficile lo scoprirà bene Lucy, figlia di una ricca famiglia, quando si ritroverà incastrata in una relazione con Natsu, un ragazzo scalmanato e ribelle dal passato misterioso.
I due dal non conoscersi finiranno per passare ogni giorno insieme ma chissà se il loro amore sarà in grado di superare il passato oscuro del ragazzo e di reggere a tutte le sfide dell'adolescenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Quando avevi intenzione di dirmi che ci stanno sfrattando?” chiese Natsu al fratello appena entrò in casa.

Era rimasto seduto sulla sedia della cucina tutto il tempo in attesa del rientro in casa del fratello rileggendo le poche parole scritte sulla lettera. Si massacrava il labbro inferiore mordendosi nervosamente.

“Te lo avrei detto a tempo debito” Zeref aveva capito nel momento in cui vide il fratello con la lettera in mano, era rimasto in piedi vicino al tavolo.
“Quando ci sbatteranno fuori di casa? Perché poi?” lo guardò sfilarsi il cappotto e abbandonarlo sul divano.
“Da quando ho perso il lavoro sono rimasto indietro con affitto … più del solito visto che è aumentato di nuovo”
Natsu si mise le mani sul viso coi gomiti puntati sul tavolo. Fantastico pensò.

“Mi dispiace non volevo darti altri pensieri”

“Ci stanno sbattendo fuori di casa Zeref! È una cosa che dovrei sapere!” era irritato e la stanchezza per gli allenamenti non aiutava.
“Troverò un modo come ho sempre fatto” disse prendendo la lettera e la busta spostandoli dal tavolo. Natsu prese il telefono sospirando.

“Chi stai chiamando?” domandò il Zeref confuso.

“Sherry, la avverto che devo svuotare il conto”
“Non ci provare” disse rubandogli il telefono e annullando la chiamata.

“Zeref dammi il cellulare” disse il rosato alzandosi allungando il braccio.

“Non è necessario, questi soldi sono i tuoi e devi spenderli per te”
“Questa è anche casa mia” notò cercando di stare più calmo possibile.

“Ma non è tuo compito occupartene”
“Perché non vuoi essere aiutato” si stavano alzando i toni.
“E' da quando ho tredici anni che mi occupo di te e me la sono sempre cavata senza l'aiuto di nessuno e non ne ho bisogno neanche ora”
“Perché devi far così? Finalmente posso contribuire lasciami aiutare”
“NO”

“Perché?” si trattenne dalla voglia di tirare un pugno a suo fratello.

Zeref si sedette puntando i gomiti sul tavolo “Tu non puoi capire cosa significa faticare anche nelle cose normali: fare la spesa, pagare le bollette, poter avere una vita decente e ora dovrei farmi mantenere da mio fratello minore? Non mi resta che arrendere che ho fallito” mollò il telefono sul tavolo.

“Zeref tu non hai fallito in nulla” Natsu sedendosi a sua volta avvicinandosi al corvino.

“Si invece”
“No, al contrario tu mio hai fatto da genitore quando ne avevo bisogno, hai smesso di studiare per potermi dare una vita migliore, mi hai tirato fuori da una casa famiglia”
“Non ne sono così sicuro, saresti potuto finire in una famiglia che non ti avrebbe fatto mancare nulla”

“Ma non sarebbe stata la stessa cosa … Zeref tu hai rinunciato alla tua vita per me, hai sempre pensato prima a me fin da piccoli e ora che finalmente posso lasciami contribuire” disse prendendo il telefono dalla mano del fratello.

Natsu guardò il fratello e lo abbracciò, Zeref ricambiò. Per un momento il tempo si fermò, Natsu si chiese quanto tempo era passato da quando facevano una cosa del genere, probabilmente fu quando Zeref venne trasferito in una casa famiglia per aiutare i ragazzi che richiedevano emancipazione al giudice del tribunale minorile.

Chiuse gli occhi e sospirò, non si era mai reso realmente conto di quanto facesse suo fratello per lui.

 

Lucy si era presentata al servizio fotografico e una gentilissima ragazza vestita di nero con la scritta -staff- sulla maglietta.

La accompagnò fino ai camerini dove la fece accomodare in una stanza dove una parrucchiera stava preparando un altra modella.

“Siediti pure qui” disse sorridente.

Lucy si sedette sulla poltroncina e le scappò l'occhio sulla ragazza in parte a lei. La parrucchiera stava acconciando i lunghi capelli biondi mossi, aveva gli occhi chiari fissi sullo schermo del telefono che usava con qualche difficoltà per colpa delle lunghe unghie a stiletto. Si soffermò sulle labbra troppo gonfie per essere naturali secondo lei.

“Un volto nuovo! Come ti chiami?” chiese notando Lucy poggiando il telefono sulle gambe.

“Lucy” sorrise.

“Io Polly, vuoi una caramella?” chiese porgendogli un sacchetti di caramelle gommose.

“No grazie”

“Sono così buone” ne mise un paio in bocca.

“Non credere a quelli che dicono che le modelle non mangiano ricordatelo”

Lucy rise, si sentiva leggermente a disagio a parlare con lei.
“Una stella come te sicuramente avrà un ragazzo, giusto?”
“Ehm … si” disse leggermente in imbarazzo.

“Non devi imbarazzarti voglio solo conoscerti tesoro” disse sorridendogli.

“Polly sei pronta” disse la donna che finì di sistemarle i capelli.

“Grazie tesoro” si alzò sorridendo “Ci vediamo sul set” disse poggiandole una mano sulla spalla.

Lucy guardò la sua immagine allo specchio vedendo l'acconciatura che gli stava facendo la parrucchiera: due chignon molto morbidi con due trecce a spina di pesce sul retro della testa e una delle ciocche lasciate libere vicino al volto.

Venne pure truccata in modo molto leggere con un ombretto bronzo, un rossetto color carne e un illuminante ricco di brillantini.

Un assistente consegnò i vestiti per le foto a Lucy che si cambiò in uno dei tanti camerini, si guardò allo specchio con addosso i pantaloncini neri con delle rose rosse cucite sul davanti e il pezzo sopra del costume, del medesimo colore dei fiori allacciato dietro al collo e al costato.

Si guardò allo specchio un ultima volta prima di seguire la ragazza di prima che la accompagnò fino al set. Lucy ammirò lo scenario di una spiaggia tropicale dentro il capannone.

Vide le altre due ragazze in costume: una dalla pelle scura, che aveva già visto nella pubblicità di un profumo, indossava un costume bianco intero che metteva in risalto il suo fisico asciutto. Parlava con una corvina che portava un bikini blu scuro e dei pantaloncini in tuta.

Lucy si avvicinò guardando la scenografia ben fatta, le altre modelle le sorrisero e si presentarono,

“Oh guarda la mia nuova amica” disse Polly avvicinandosi al gruppo “Trattatemela bene ragazze”

“Grazie” rispose Lucy, ma la bionda era già corsa via da uno dei ragazzi dello staff.

“Vi conoscete?” chiese la ragazza più alta.

“Ci stavano preparando insieme”

Le due ragazze si guardarono “Che resti tra di noi ...” iniziò la corvina sistemandosi una ciocca di capelli “E' meglio che tu non parli molto con Polly di … alcuni argomenti intimi”
“Come mai?”
“Ha una certa fama per … rubare i ragazzi delle altre modelle”
“Cosa?” chiese incredula.

“E' la verità, lo fa con tutte le ragazze nuove”
“E perché fa una cosa del genere?”
“Diciamo che non le piacciono andare a letto con i ragazzi single.”

Lucy la guardò Polly incredula non ci credeva che certe persone esistessero veramente.
“Noi ti abbiamo messo in guardia, fidati è peggio del diavolo”

la ragazza tentennò, non le conosceva quelle ragazze e non aveva idea se stessero esagerando o se Polly fosse realmente così.

Si immaginò Natsu amoreggiare con lei, quella visione le diede fastidio nel profondo, l'idea che lui toccasse un altra ragazza nella stessa maniera. Ma chi voleva prendere in giro si chiese, stava facendo la medesima cosa con Jackal non aveva il diritto di innervosirsi per pensieri del genere.

 

Natsu era negli spogliati, si stava rivestendo seduto sulla panca. Ripensava agli avvenimenti del giorno prima, in fretta e furia erano andati a ripagare tutti i debiti e finalmente Zeref aveva tirato un sospiro si sollievo.

Sospirò quando con la coda dell'occhio vide Jackal sistemarsi in parte a lui. Pregò tra se e se che rimase in silenzio, non gli andava di sentire la sua insopportabile voce altezzosa e piena di se.

“Allora Natsu come va la vita?”

Natsu cercò di trattenere i commenti che emergevano nella sua mente “Meglio quando non ci sei tu”
“Questa tua sincerità non è sempre positiva” aggiunse dopo un attimo “Siamo compagni di squadra dovremmo impegnarci per collaborare. Sai eravamo noi due i selezionati per diventare capitani e tu hai perso questo fa di te il giocatore più forte dopo di ME ovviamente”

Natsu strinse i pugni alzandosi “Direi che può bastare”

“Non fare lo scontroso” si alzò a sua volta “Voglio solo conoscere meglio un componente della mia squadra. Racconta quella ragazza bionda che viene col tuo gruppetto di amici a vedere le partite è la tua fidanzata?” Natsu si voltò verso il biondo.
“Perché questa domanda?”
“Mi sembrava un volto famigliare e infatti” gli mostrò il una foto sul telefono, era quella del servizio fotografico di Sherry per una rivista di moda.

Natsu si trattenne “Jackal ascoltami bene perché te lo dirò una volta sola ...” fece un passo verso di lui “Non tirare troppo la corda che con me rischia di rompersi molto presto”
“E' una minaccia?” sorrsie.
“Un avvertimento … stai attento a quello che fai” recuperò la borsa e sbatté l'anta dell'armadietto.

Appena uscì dallo spogliatoio Jackal liberò una risata infilandosi le scarpe “Cosa stai combinando?” chiese Tempesta.

“Nulla che ti interessi” disse allacciandosi le scarpe.

“Invece di fare lo stronzo con Natsu dovresti iniziare a prenderlo come esempio”
“Ma fammi il piacere, forse non te lo ricordi ma sono io il capitano” si alzò alzando verso l'armadietto.

“Lo sappiamo tutti che è stato il tuo sponsor a pagare quel ruolo”

“Non lo hai ancora imparato? È così che gira il mondo dello sport oggi giorno e se non ti va bene come cosa organizza una bella uscita di scena e togliti di mezzo”
“Non voglio problemi, gestitevela tra di voi ma vedi di non fare come tuo solito e mettere in mezzo gente innocente”

 

“Lucy?” Sting entrò in camera della ragazza trovandola davanti allo specchio intenta a prepararsi.

“Cosa ti serve Sting?” chiese truccandosi concentrata sul suo riflesso.

“Prendo in prestito il tuo pc che mi serve per andare a lezione domani” disse avvicinandosi al portatile abbandonato sul letto.
“Non puoi usare il tuo?”

“Ho paura che esploda nel bel mezzo della lezione” lo prese dal letto.

“Come ti sei truccata?” chiese poi notando la notevole quantità di ombretto e il rossetto.

“Non mi sta bene?”
“Dipende dove devi andare?” si sedette sulla sedia della scrivania incuriosito.

“A cena con Natsu … sushi”

Jackal la guardò storto, non le piaceva sua sorella truccata così era troppo … provocante.

“E l'altro che non mi viene in mente il nome”
“ ...” ingoiò a vuoto.

Sting la fissò interrogativo.

“Solo … un caffè domani mattina” confessò.

“Fammi capire: vuoi andare a cena con Natsu, fare sesso con lui e il giorno dopo incontrare come cavolo si chiama? Devo iniziare a preoccuparmi”

“Chi ti dice che faremo sesso?”
“Non vuoi fare sesso con lui?” “Non è un bel segno” aggiunse a bassa voce tra sé e sé.

“Da quando io e te parliamo di queste cose?”
“Da quando tra noi due sei tu quella ad avere una vita sessuale”

“Io devo andare” disse recuperando il cappotto e la borsa “usate il preservativo” urlò alla sorella già sulle scale ancora seduto sulla sedia bianca.

 

Lucy uscì di casa e pochi minuti dopo arrivò Natsu con la macchina del fratello, aveva la patente da tre giorni ma era la prima volta che lo vedeva guidare.

Salì in macchina e salutò il ragazzo baciandolo sulla guancia lasciandogli il segno del rossetto “Scusa” disse allacciandosi la cintura e pulendogli la guancia col pollice.

“Come mai sei così truccata?” chiese partendo.
“Anche tu? Si può sapere cosa avete tutti stasera?” chiese guardandosi nello specchietto.

Lucy faticava a credere che tutti si stupissero così tanto solo per un po di trucco, di solito era più acqua e sapone ma di certo non era la prima volta che metteva dell'ombretto e del rossetto.

“Sei tu quella che si sta comportando in modo strano”

“Non sono strana”

“Come vuoi” disse concentrato sulla strada.

Nell'abitacolo calò un gran silenzio riempito solo dalla musica che passava alla radio, lui concentrato sulla guida, lei al telefono.

“Come sta Juvia? È da un po che non la vedo” chiese Natsu cercando un argomento di cui parlare, sembrava che avessero esaurito qualsiasi cosa su cui chiacchierare.
“Bene, la piccola le occupa tutto il tempo”
“Sembrano cavarsela però”

“Già” disse fissa sullo schermo che le illuminava il volto.

“Sei arrabbiata ancora per quella storia del servizio fotografico?”
“No, tu?”
“Io sono sempre geloso quando si parla di te”

Lucy sospirò senza rispondere.

La cena fu molto disagiante, i due parlavano del più e del meno come conoscenti che si rivedono dopo molto tempo. Natsu gli raccontava della squadra e Lucy del servizio fotografico ma alla tavola emergeva una stana freddezza.

“Le cose stanno migliorando molto, tranne per il capitano che … non facciamo che discutere”
“Il capitano?”
“Si, Jackal” disse facendo il verso.

Lucy alzò lo sguardo dal sushi e fissò il ragazzo, i due si squadrarono per un solo istante prima che il rosato prese la bottiglia dell'acqua e se la versò nel bicchiere.

“Devi ammettere che non è semplicissimo il tuo carattere”
“Non ha nulla il mio carattere!” borbottò.

“Se lo dici tu ...”
“Hai qualcosa di strano”

“Ti ho già detto che sto bene!”

“Scusa se mi preoccupo per te” disse seccato.

Natsu per il resto della cena si concentrò solo sul cibo e alcune volte controllava il telefono senza però rispondere ai messaggi.

Lucy provò a iniziare un discorso ma il rosato era troppo scocciato per parlare e questo la faceva innervosire e non poco.

Finita la cena i due ritornarono alla macchina nel solito silenzio, a nessuno dei due andava di parlare.

“Dove mi stai portando?” chiese lei osservando la strada dal finestrino.

“A casa” disse secco.

“Pensavo di restare da te a dormire”

Natsu si fermò in un parcheggio lungo la strada, mise la macchina in folle e tirò il freno a mano.

“Che fai?”
“Lucy vuoi dirmi che cazzo ti prende stasera?” chiese girandosi verso la ragazza appoggiando la mano contro il sedile di lei.

“Non h-”
“Piantala con questa storia, sei strana e non solo stasera” “Sei ancora arrabbiata per quella storia del servizio fotografico?”
“No”
“Allora dimmi cosa c'è che non va” cercava di stare calmo ma si vedeva che era arrabbiato.

Lucy rimase in silenzio guardando fuori dal finestrino “Non vuoi dirmelo?” chiese il rosato.

“Lucy non mi piacciono questi giochetti da asilo nido”

“Sono solo nervosa”

“Questo l'ho notato”
“Molte cose sono cambiate nell'ultimo periodo e faccio fatica a stare al passo con tutto. Una volta eravamo solo io e te” solo io e te pensò “Andavamo al cinema e mangiare la pizza, tutte cose normali” “Ora invece siamo sulle copertine delle riviste, ci sono le tue gigantografie nei negozi sportivi.”
“Lo sapevamo entrambi che sarebbe successa una cosa del genere”
“Si ma speravo che la cosa non ti avesse cambiato”
“Io?”
“Prima i vestiti, ora sei ossessionato dal telefono”
“Non ha senso il tuo discorso”
“Portami a casa”

Natsu sbuffò rimettendo le mani sul volante.

 

Lucy entrò in casa ignorando il fratello che stava guardando la tv in soggiorno, a grandi passi fece le scale e si chiuse nella sua camera.

Si buttò sul letto sentendo gli occhi inumidirsi, si sentiva nervosa e il suo cervello non riusciva a formulare pensieri sensati.

Si alzò e si diresse in bagno, si guardò un attimo allo specchio il trucco rovinato. Velocemente prese lo struccante e si pulì il viso con un dischetto, si guardò il suo riflesso sentendo delle lacrime scendere.

Si legò i capelli e se ne tornò in camera, si cambiò i vestiti mettendosi il pigiama e si sedette sul letto recuperando il telefono.

Mandò un messaggio alle sue amiche e nell'attesa di una risposta rifiutò la chiamata di Natsu.

All'ennesima chiamata accettò portandosi il telefono all'orecchio “Non mi va di parlare con te!”
“Pensavo avessimo fatto un passo avanti” quella voce

“Scusa … Jackal”

 

   
 
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