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Autore: clairemonchelepausini    11/12/2018    3 recensioni
Emma Williams aveva chiuso con l’amore, fino a quando la sua strada non incrocia quella di Niall Horan o forse sarebbe meglio dire non si scontra con quella di un affascinante, misterioso cantante. Due persone completamente diverse che la vita aveva fatto incontrare. Nessuno l’avrebbe mai detto, ma a distanza di anni hanno realizzato il loro sogno d’amore e Natale è proprio il momento per sognare: le luci scintillati, i mille addobbi che decorano Londra, l'atmosfera magica...nulla può essere più perfetto. Lo credevano anche loro, ma il Destino sembra riservare per loro qualcosa di speciale e chissà se anche Babbo Natale no ne approfitti per…
Sequel- Missing Moment della storia “Per una scommessa” ||Niall Horan ||
Una raccolta di 4 capitoli che racchiudono la magia del Natale, l’amore, la famiglia e il momento più bello dell’anno in cui bisogna essere felici. E Niall ed Emma lo saranno.
Un’avventura da vivere e sognare insieme.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE
★ Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “(Natale a sorpresa)” a cura di EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni
★ Pacchetto: numero 13
★ Prompt/Traccia scelto: ho scelto la foto di Parigi con la torre Effeil innevata (https://imgur.com/a/vtYDamv )












 
Maggio 2020
Cari mamma e papà,
Lo so, erano anni che non prendevo in mano questo vecchio e polveroso diario, ma vi avevo fatto una promessa che non ho mantenuto. Scusatemi per non averlo fatto con regolarità, ma ci sono tantissime cose che devo raccontarvi ora.
Sono appena tornata da Parigi. Mamma ci credi? Parigi! È stato il mio sogno sin da bambina, lo sai, ma non immaginavo che avrei vissuto la sua magia e mi sarei sentita parte di qualcosa.
Papà, ora che l’ho vista, che ne ho respirato l’aria e l’atmosfera di amore che circonda gli innamorati, capisco perché hai portato la mamma in quel luogo più volte.
I vostri racconti mi avevano incantata, ma nulla paragonato a quello che ho vissuto io, senza offesa.
Da dove comincio?
Ho sofferto tanto la vostra mancanza, ho rincorso storie d’amore una più sbagliata dell’altra, ho creduto che Matthew fosse la persona giusta, ma solo ora che posso dire di averla trovata, sto vivendo l’amore che vedevo nei vostri occhi e mi auguro che rimanga così per sempre, proprio com’è successo a voi. Ho sempre pensato che la vita mi avesse portato via più di quello che meritavo, ma la nonna mi dice sempre la stessa cosa che ha detto a te: la vita ti lancia sempre sfide che puoi affrontare.
È vero.
Ho lasciato che il mio dolore condizionasse la mia vita, in amore, nelle amicizie, nella quotidianità, ma come sapete ho trovato Shay e Rose, due amiche pazze che sanno come farmi vivere.
Shay è sempre la solita, mamma, è così cinica che a volte penso che nessuno riuscirà ad abbattere le sue barriere e Rose… Lei è troppo buona per la cattiveria di questo mondo.
Voi non avete conosciuto Jhonny, il mio pappagallo fedele che ogni tanto con piccole parole sa come riscaldarmi il cuore; nè Agatha Moore, la donna più testarda forse dopo la nonna. Sì, lei è la proprietaria della boutique dove lavoro, mi ha aiutato così tanto che non potrò mai ringraziarla; se oggi sono la persona che sono è anche grazie a lei, ha creduto in me quando nemmeno io lo facevo.
Ma sto divagando… Perché Parigi? Che cosa centra? Non posso raccontarvi di questo se prima non faccio un passo indietro e… lo so, siete in cielo e perciò avrete visto tutto, ma ho bisogno di scriverlo su carta per crederci davvero, perché a distanza di giorni mi sembra tutto così surreale.
Ho incontrato, anzi sarebbe meglio dire scontrato un ragazzo, l’unica cosa che mi aveva colpito erano i suoi occhi azzurri, e poi chissà per quale motivo lo ritrovavo sempre sulla mia strada, anche quando non avrei voluto. Beh, immagino la faccia di papà, ma tu mamma… avresti saputo che lui era quello giusto, mentre a me c’è voluto un po’ per capirlo. Il mio lui è Niall Horan, “purtroppo” l’uomo di cui mi sono innamorata non è nemmeno lontanamente il tipo che pensavo di volere nella mia vita. Ama tutto ciò che io odio, tuttavia abbiamo i nostri momenti, le nostre tradizioni e non vi nascondo che è stata la storia più bella e brutta della mia vita.
Ho subito così tante ferite che pensavo che non sarei più riuscita ad attaccare i cocci del mio cuore; tutto è iniziato per gioco per lui, ero una sfida, anzi una scommessa e per me era uno dei tanti che mi avrebbe fatto dimenticare Matthew. Ok, ammetto che forse nessuno dei due è stato sincero all’inizio, ma la nostra storia è una di quelle che racconterò ai miei figli, proprio come farò con la vostra. Abbiamo vissuto così tante emozioni e momenti magici che quelli brutti sembrano svanire in un fascio di luce.
Ti dicevo che sono appena tornata da Parigi, perché… Oh mamma! Avevamo posto la nostra relazione dopo gli impegni lavorativi, dopo ogni cosa finchè il regalo più bello è arrivato il 7 maggio del 2020. Sì, il giorno del mio compleanno; il giorno in cui è iniziata la nostra vita. Mi ha chiesto di sposarlo e… non con semplici parole sotto la torre Eiffel, assolutamente no perché a detta sua era troppo banale. Niall ha organizzato qualcosa che non riesco nemmeno a esprimere per l’emozione che mi circola ancora nelle vene.
Niall Horan, conosciuto in tutto il mondo, ha chiesto a me Emma Williams di sposarlo, io che sono una semplice ragazza. So che mi direste di non sminuirmi, che sono una bravissima modella con sani principi, che il lavoro di commessa mi ha dato modo di conoscere di più la gente e che questo mi ha aiutato a diventare la stilista che non credevo sarei mai riuscita ad essere.
Ed ecco che ricomincio a piangere… è la terza volta che mi succede, ma sono lacrime di felicità.
Ho sempre sognato quel giorno, ma niente è stato come me lo aspettavo. È stato di più. È stato epico.
 
«Amore» urlò Niall dalla cucina ma Emma sbuffò perché immaginava già cosa dovesse dirle.
Lei fece finta di nulla, tornò a scrivere, ma quando sentì una mano poggiarsi sulla spalla saltò in aria spaventata.
«Ehi» sussurrò lei, alzando gli occhi sul viso del suo fidanzato sorridendo, non prima di chiudere il diario, lasciando la penna come segnalibro.
«Che mi stai nascondendo?»
Voleva rispondere, ma bastò che l’irlandese gettasse uno sguardo a quel diario che teneva tra le mani e non ci fu bisogno di parole; si abbassò alla sua altezza, le sfiorò una guancia e la baciò.
«Ho sempre trovato sexy una donna che scrive un diario segreto» la provocò lui, ma sapeva che era il suo modo per dirle che lui c’era, che non era da sola.
«Tu trovi tutto sexy, Niall» rispose sogghignando Emma mentre si alzava; dopo aver poggiato il taccuino sul tavolo, lasciò scivolare le braccia dietro il suo collo e prese a baciarlo con urgenza.
Il cantante sorrise tra un bacio e un altro e seppure avrebbe voluto parlare, chiedere come potesse aiutarla, sapeva che in quel momento era ciò di cui aveva bisogno. Concentrò tutto il suo amore in quel bacio, lento, veloce, passionale, dolce e travolgente. Fece scivolare la mano sulla schiena, la attirò verso di sé e quando i loro corpi combaciarono perfettamente riprese a baciarla, senza staccarsi mai fino a quando non la adagiò sul letto. La passione li travolse fino a quando entrambi non ricaddero sul letto soddisfatti e appagati.
«Dovrei dirti più spesso cosa trovo sexy» annunciò lui, poco prima di allungare il braccio e stringerla a sé mentre lei poggiava la testa sul suo petto nudo.
«Facciamo già abbastanza danni così» lo prese in giro perchè, da quando erano tornati insieme, per loro ogni momento di tempo libero era quello giusto per fare l’amore.
«Futura signora Horan, non le andrebbe di prepararmi la colazione?»
«Sarò tua moglie, non la tua cameriera» rispose piccata lei.
«Ems… lo sai, amo la tua cucina e nessuno sa prepararmi quei piatti italiani - con nomi impossibili da pronunciare - bene quanto te» la lusingò; sapeva che avrebbe funzionato, dopotutto erano già due anni che si conoscevano e stavano insieme, anche se con molti alti e bassi.
«Va bene. Per questa volta, futuro signor Williams, ha vinto. Ma non la prenda come un’abitudine» e quelle parole furono dette con troppa tenerezza e dolcezza perché lui non la ricompensasse con altrettante coccole e baci.
Attimi di pura felicità. Vite che s’incastravano formandone una sola.
L’amore con la lettera maiuscola.


 
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Luglio 2022
Cari mamma e papà,
Oggi è il giorno più importante della mia vita e voi non ci sarete. Lo so, non è colpa vostra, ma darei qualsiasi cosa per farvi tornare qui da me, per potervi abbracciare un‘ultima volta.
Ho deciso di scrivervi prima che arrivi il caos; ho bisogno del mio spazio, un momento solo per me, per tenere tra le mani questo diario che mi fa sentire più vicina a voi.
Sarò un cliché, ma sono la persona più fortuna al mondo e mi ritrovo rinchiusa in camera a scrivervi piangendo, perché la mia felicità non è completa. Vorrei essere forte, ma poi penso a tutte quelle cose che vi siete persi e che vi perderete, penso che sarò sola, che nessuno potrà accompagnarmi all’altare.
Mamma mi manchi, avrei voluto il tuo aiuto per indossare l’abito, di tutte le tue belle parole per farmi capire che tutto andrà bene.
Papà, il mio mondo si è spezzato quando non ho più sentito la tua mano nella mia, ho sentito freddo perché le tue braccia non hanno stretto me e i tuoi occhi non mi hanno più potuto dire quanto mi volessi bene.
Saranno tutti qui, eppure sento un dolore forte al cuore che nessuno può capire e sarebbe da egoista parlare con Nonna Anne o con gli zii.
Questo giorno volevo viverlo con voi, con le nostre tradizioni italiane per unire il nostro mondo a quello irlandese, invece sarò solo io a doverlo fare.
Una volta mi avete detto che non era importante quanto fosse grande il dolore, ma quanto io riuscissi a superarlo, ma mi sembra impossibile se voi non sarete qui con me.
Accarezzo la fotografia del vostro matrimonio, osservo i vostri visi sorridenti, quei vestiti strani ma che io avrei indossato se tutto non fosse andato perso, magari con qualche modifica.
Diventerò la futura signora Horan e questo mi terrorizzata, ho paura di sbagliare, ho paura che i litigi saranno così grandi da non riuscire a trovare più quell’amore che ci lega, ho paura perchè i nostri rispettivi lavori ci potranno portare lontani e… se non c’è la faremo?
Mille domande mi tormentano; sono felice perché è quello che voglio, perché ho capito che nonostante la vita mi abbia buttato giù io mi sono rialzata, ma a volte è così forte quello che sento che mi sembra di non farcela. Sono grande, vado per i trenta e mi trovo qui a dirvi questo.
Mi avete insegnato tanto ma ero troppo piccola quando siete andati via e non so se sarò in grado di essere come voi, se riuscirò a rendervi fieri di me.
Ho paura e…
 
Erano le sei del mattino ed Emma si trovava già in lacrime a scrivere sul suo diario, qualcosa che in quegli anni aveva ormai da abitudine.
Le lacrime bagnavano il suo viso, le mani tremanti lasciavano cadere la penna al centro mentre lentamente alzò gli occhi verso la finestra. Non le era mai capitato, eppure quel giorno due piccoli uccelli erano lì davanti, poggiati sul suo davanzale a cinguettare.
Era un segno?
Fu così che lo interpretò, passò lo sguardo dal diario tra le mani alla finestra, accennò un sorriso mentre gli occhi erano colmi di lacrime, le stesse che un dito raccolse e fece sue.
«Niall» esclamò sbalordita, sbattendo più volte e freneticamente le ciglia perché non credeva che fosse reale.
«Ems…» sussurrò con voce colma di amore e di comprensione.
Lui sapeva.
Gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò, stettero così per pochi minuti e quando Niall le asciugò le lacrime, si guardarono riflettendosi nello sguardo di sempre, con la consapevolezza che non sarebbe mai scomparso.
«Che ci fai qui?» domandò subito, non appena prese coscienza di che giorno fosse, tra poco la sua stanza sarebbe stata inondata di gente.
«La tradizione dice che lo sposo non deve vedere la sposa nel giorno del matrimonio» alzandosi in piedi iniziò a farfugliare facendo gesti con le mani nervosa.
Lei ci credeva davvero, non era di buon auspicio in Italia, ma erano a Mullingar, in Irlanda e lì c’erano altre tradizioni.
«Lo so, mi hai già spiegato molte volte le vostre tradizioni, mi spiace non averti detto nulla, ma stamattina quando mi sono alzato ho sentito una fitta vicino al cuore e… Sapevo che dovevo venire qua»
Lei lo guardò ammaliata, sorrise teneramente e si avvicinò; lentamente con il palmo della mano sfiorò la sua guancia e quando le sue labbra si allargarono in un sorriso, quello fu il momento in cui le loro bocche si unirono.
«Shh… Non dire niente. Lo so. E mi spiace tantissimo che loro non saranno qui»
«Ho avuto un attacco di malinconia e…»
«Lo so, per questo sono venuto. Sapevo che avresti avuto bisogno di me, anche solo per tenerti stretta tra le braccia»
«Lo farai sempre?» domandò timida Emma, anche se conosceva già la risposta.
«Sì, sempre» confessò sincero, suggellando quella promessa con un bacio.
Nel clou del momento arrivò Shay che lo sbatté, letteralmente, fuori di casa e poco dopo prese a consolare l’amica e a farla sentire una principessa. No, non fu l’unica perché attorno a sé aveva tutte le persone che amava e cui teneva.
E quando sentì le loro braccia circondarle la vita, le lacrime scesero copiose sul viso, stavolta per felicità; alzò gli occhi al cielo, ringraziò la sua buona stella e i genitori che continuavano a proteggerla.
Le tradizioni italiane erano state rispettate perchè il nuovo era rappresentato dall'abito dei suoi sogni che Emma stava indossando, lo stesso che aveva realizzato e disegnato; il vecchio invece arrivò con nonna Anne ed era racchiuso in un girocollo di perle che lei stessa aveva indossato per il suo matrimonio, così come sua madre e come lei ora. Una cosa prestata invece arrivava da Agatha, un paio di orecchini di perle che suo marito aveva regalato lei; la caratteristica blu venne regalata da una divertita Shay che quando consegnò il pacco all’amica non smetteva di ridere e, dopo averlo aperto, anche Emma capì. Beh, quella particolare tradizione era normale in Italia: a proposito di giarrettiera Niall e i suoi amici si sarebbero divertiti. La parte speciale, non meno importante degli altri, fu regalata da un’elegantissima Maura Horan che andò a consegnarle un bellissimo bouquet, un regalo che lei stessa aveva voluto farle.
Ovviamente Emma Williams avrebbe ricambiato quel favore perché, erano d’accordo… le tradizioni dovevano essere rispettate tutte e seppure le tradizioni irlandesi erano quasi del tutto scomparse, qualcuna rimaneva tanto che loro vollero condividerla. L’abito azzurro era fuori discussione, ma il ricamo sull’abito da sposa era di un azzurro delicato e fine; inoltre al bouquet non mancavano due ornamenti quali un piccolo ferro di cavallo, segno di buon auspicio, e piccole campanelle fra i fiori che simboleggiavano con il loro suono l’allontanamento degli spiriti cattivi.  Le altre parti importanti avvennero durante la funzione, non dissero tutti i voti nuziali come di regola, ma pronunciarono una loro versione; lo scambio degli anelli fece unire due mondi: quello italiano con una fede per Niall liscia, delicata e d’oro, dove all'interno vi erano scritti i loro nomi e la data e, per Emma l’anello Claddagh, tipico irlandese. Era speciale perché erano due mani unite che formavano un cuore con sopra una coroncina, ovviamente Niall aveva deciso di fare delle piccole modifiche aggiungendo dei diamanti, ma mantenendolo comunque come da tradizione. Il matrimonio terminò con la chiusura a nodo, altra tradizione dell’Irlanda.
«E’ per sempre» affermò Emma sorridendo, poco prima di prendere la mano del marito e indicare i loro anelli.
«Sì, per sempre» confermò lui guardandola negli occhi, gli stessi che lo avevano incantato la prima volta del loro scontro e quelli che cercava tra la folla o a casa quando ne sentiva il bisogno.
Marito e moglie: la loro vita era appena iniziata.
 


 
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Dicembre 2022
 
Cari mamma e papà,
Sono passati mesi dall’ultima volta che vi ho scritto, mi dispiace ma la mia vita è stata una corsa contro il tempo e non riesco ancora a credere quanto io abbia raggiunto.
Respiro a fatica, dopo il matrimonio non ci siamo fermati, abbiamo messo la nostra vita in secondo piano e non ce ne siamo pentiti o comunque è quello che entrambi ci ripetiamo.
Mio marito… oddio mi fa ancora un certo effetto chiamarlo in questo modo, anche dopo mesi, ci sto impiegando del tempo per abituarmi. Niall è meraviglioso, mi riempie sempre di attenzione – a volte anche troppe –, non dà nulla per scontato anche se all’inizio non è stato semplice. Sì, dovevamo trovare un modo per andare d’accordo e stare insieme, non uno qualunque ma il nostro modo per vivere insieme. Abbiamo entrambi due carriere che ci prosciugano, che spesso ci portano lontano e che quei giornali scandalistici si divertono a dipingere con false assurdità. Abbiamo litigato come il nostro solito, ma tutte le volte che credevo di non farcela mi venivano in mente i vostri insegnamenti e le vostre parole, così mi facevo forza.
Il mio lavoro da modella è passato in secondo piano, lo faccio raramente, le mie energie sono concentrate sul mio lavoro da stilista, lo stesso che mi ha portato non solo ad aprire una boutique tutta mia, ma a farmi conoscere in giro per il mondo, non sempre con pareri positivi.
E Niall? È assurdo, ma non più di tanto perché conosco l’uomo che ho sposato. Ha scritto e pubblicato quest’anno il suo terzo album, ovviamente senza fare un tour perché lo avrei ucciso, la nostra vita matrimoniale ne risente già così. Sono stati mesi di duro lavoro, ma bellissimi perché quando rientravo a casa, lui era là ad aspettarmi e, anche quando non poteva esserci, mi lasciava biglietti in tutta casa o mi preparava il necessario per un bagno caldo. Mamma, papà sono felice e…
 
Emma indossava un enorme maglione rosso a pois grigi, con la faccia di una renna con il naso rosso che la teneva calda; l'arrivo di dicembre per lei significava che Natale era vicino e questo comportava avere sempre un outfit che richiamasse il periodo che amava di più al mondo.
Era intenta a scrivere il suo diario e non si accorse dei passi che riecheggiavano e che andavano verso di lei, ma quando sentì delle calde labbra sul suo collo, sapeva di chi fossero.
«Sei tornato!» esclamò sorpresa alzandosi e gettandosi su di lui, avvinghiando le sue gambe al bacino di Niall.
Un’accoglienza che gli riservava spesso, soprattutto quando erano giorni che non riuscivano ad avere un momento per loro.
«Scusami, ma la promozione dell’album mi ha portato via più del tempo previsto» si scusò afflitto, ma sapeva che non poteva fargliene una colpa perché… beh, quando lui era a casa capitava che Emma passasse ore, anche la notte, alla boutique per completare e confezionare abiti.
In realtà quelle assenze erano per un altro motivo, una sorpresa che l’irlandese stava pianificando da un po’. Emma dal canto suo sapeva quale fosse il regalo che gli avrebbe dato quel Natale e, seppure fosse un po’ intimorita, prevaleva di più l’eccitazione.
«E’ all’ultimo momento lo so e quindi ti prego di non linciarmi» sogghignando partì prevenuto il cantante, mentre la moglie gli lanciava già frecciatine di fuoco.
«Che hai combinato?» lo rimproverò, mettendo le mani sui fianchi e guardandolo con la stessa espressione di una mamma che rimprovera il bambino dopo aver commesso qualcosa.
«E’ una sorpresa»
«Io amo le sorprese, ma qualcosa mi dice che mi farai impazzire»
«Sì, d’amore Ems…» provò lui, ma ormai si conoscevano da troppo tempo perché lei si bevesse quel complimento.
«Ni, forza, dimmi che cosa hai fatto» affermò con il tono di voce di chi non ammetteva repliche mentre lui era piuttosto divertito.
Niall si avviò verso la loro camera seguito da Emma e iniziò a fare le valigie, ma non capiva e quando i loro occhi si scontrarono, vi lesse una piccola delusione.
La valigia di Emma venne portata direttamente in aeroporto dalle sue due amiche Shay e Rose, le stesse che continuavano a essere misteriose e a non volerle dare nessun indizio. Lo avrebbe scoperto di lì a poco e quindi perché rovinarle la sorpresa?
«Mi ucciderà» sussurrò Niall all’orecchio di Shay mentre lei rideva sotto i baffi, quei due erano diventati complici, tanto da far arrabbiare Emma due volte sì e l’altra pure.
«Caro, mai quanto ucciderà me» affermò sicura, perchè conosceva l’amica e non le avrebbe perdonato quei look che aveva preparato per lei, tutto molto intimo e poco comodo.
Ne sarebbe valsa la pena per entrambi e questo Shay lo sapeva; Niall ne era più che soddisfatto ed Emma… oh, lo sarebbe stata.
«I passeggeri per il volo per Parigi sono pregati di dirigersi verso l’uscita cinque» una voce all’altoparlante disse, ripetendo più volte e in diverse lingue.
L’irlandese lanciò uno sguardo alle due ragazze quando la salutarono; Emma continuava a guardarsi attorno, ma le bastò fermarsi davanti alla tabella con scritto il loro volo, quello diretto per Parigi, per capire.
«Niall!» esclamò lei con gli occhi sbarrati, la bocca aperta e un’espressione basita, propria di chi ha ricevuto il regalo più bello.
«Ems… non siamo nemmeno andati in luna di miele perché eravamo carichi di impegni che non potevamo rimandare, ma ora il tuo negozio è avviato e ha successo, io ho pubblicato l’album e… tutte le altre cose che verranno potranno aspettare. Questo viaggio è la nostra luna di miele e…», ma non fece nemmeno in tempo a finire che Emma si fiondò sulle sue labbra baciandolo con passione, mentre una lacrima cadeva sulla sua guancia.
Era felice? Sì, dannatamente.
Quello era il migliore regalo che lui potesse farle, lo stesso che le aveva promesso. Sarebbe diventata una ricorrenza, lo sapeva.
Parigi è stata l’inizio della loro vita e meritava di essere vissuta anche da sposati.
Era un traguardo che dovevano e volevano condividere nella città dell’amore.
«Che l’avventura abbia inizio» affermarono all’unisono una volta atterrati in Francia, posando per la seconda volta i piedi in quella terra che era riuscita a regalare più di quanto avrebbero mai potuto sperare.
«Giusto per non rimarcare l’ovvio, siamo due persone famose…»
«Come penso di non farci riconoscere? Con i travestimenti mon amour» affermò Niall, passando un braccio sulle spalle e attirandola a sé mentre le loro labbra si univano in un bacio.
Quell’atmosfera che solo Parigi era in grado di creare stava già facendo miracoli, i due neo sposini si sentivano liberi, felici e meno oppressi dalla quotidianità, anche se era quella che loro avevano scelto.
«Niall… non ci sarà un’altra cena alla Tour Eiffel?» indagò Emma, mentre i suoi occhi s’illuminavano e la sua mente ritornava indietro nel tempo.
«Chissà, ma sappi che sarà davvero un’avventura di Natale»
Lei sorrise perché era consapevole che non sarebbe stato così semplice farlo parlare, ma anche lei aveva i suoi metodi e ben presto avrebbe giocato le sue carte, pur se non erano diverse da quelle di Niall.
Erano due parti che combaciavano perfettamente, non poteva esistere l’uno senza l’altro.
 
Il tempo pian piano passava, ma la verità era che… Beh, non erano riusciti a vedere nulla di Parigi perché erano stati fin troppo impegnati a fare l’amore, da quando erano arrivati si erano rilassati tra le lenzuola. Si concedevano delle pause per il cibo, la birra ovviamente, ma poi anche le docce o i bagni finivano per farli insieme. Erano due sposini che stavano scoprendo il bello di amarsi senza fretta.
«Lo sai che quando torneremo ucciderò Shay» affermò Emma, mentre rovistava nella sua valigia non trovando un abbigliamento intimo che non fosse super mega sexy.
«Mi ha detto che lo avresti detto» sogghignò, mettendo le braccia dietro la schiena e facendo scivolare il lenzuolo verso il basso scoprendo quegli abbominali da urlo e godendosi la vista della moglie nuda.
«Io non mi lamento mica» si trovò a dire, ovviamente.
«Oh, ma non preoccuparti. Vi ucciderò entrambi e lo farò nello stesso momento così potete vedere l’uno la reazione dell’altro» ammise buttandosi sul letto solo dopo aver infilato reggiseno e mutandine coordinate di pizzo nero.
Gli occhi di Niall sfiorarono il suo corpo mentre le mani fremevano per fare lo stesso e quando Emma percepì quello sguardo, lo stesso che lei aveva, non poté che assecondarlo.
«Dopo che ci siamo dati alla pazza gioia, è il momento di girare Parigi» affermò Emma e, seppure odiasse farlo, si scostò dal marito, scivolò dalla sua presa e iniziò a prepararsi.
«E va bene signora Horan, come lei desidera» affermò sorridente passandole accanto.
Quel giorno erano diretti a “Le mur des Je T’Aime”, così quando giunsero davanti al muro del ti amo rimasero sorpresi nel notare come nessuno si curava dell’altro, tutte le coppie si abbracciavano e si baciava promettendosi quelle parole per il resto della vita.
Niall ed Emma erano innovativi e non avrebbero mai fatto come tutti gli altri, ovviamente perché dovevano? Il cantante mise una mano sul suo fianco, la baciò e contemporaneamente fece un casquè, un momento romantico che fu immortalato da numerosi passanti.
La loro luna di miele finì per essere un viaggio di promesse d’amore, le stesse che già avevano fatto, ma con un tocco più romantico e personale.
I giorni a Parigi li portarono a visitare Pont de Arts per buttare le chiavi del lucchetto con le loro iniziali, poi si soffermarono a vedere la propria immagine riflessa nell’acqua della fontana dei Medici nei Jardins du Luxembourg. Sapevano che era un rischio ma Niall le aveva promesso che quel soggiorno sarebbe stato loro e che, seppure qualche paparazzo li beccasse in giro, si sarebbero comunque goduti quei giorni.
Si fecero fare un ritratto da un pittore di strada a Place di Tertre, nel cuore di Montmartre, anche se Emma si sentiva in ansia pensando al caso in cui qualcuno li avrebbe riconosciuti. Erano sempre disponibili con i fan di Niall e qualche ammiratore di Emma, ma persino loro si erano trovati in circostanze difficili e la situazione a Parigi si complicava perché avevano lasciato le loro guardie del corpo per le uscite a Londra.
La giornata passò tranquillamente, firmarono qualche autografo e poco dopo aver ricevuto quel capolavoro, si nascosero dentro un ristorantino italiano, ovviamente nessuno avrebbe potuto superare Pippo, il loro caro amico di fiducia a Londra.
Visitarono anche la tomba degli innamorati più famosi della storia francese, Eloisa e Abelardo, al cimitero del Père Lachaise; anche se non era poi così romantico, davanti a quella tomba Niall le promise che sarebbero morti insieme, come nella scena del Titanic dove la coppia di anziani erano stesi sul letto abbracciati.
«Niall questa è la tua idea di romanticismo» lo riprese la moglie, mentre lui alzava le spalle e le spiegava per far capire la sua visione.
«Vedi, quella coppia è romantica» indicò lei, ma l’irlandese fece finta di niente; quando stavano per andarsene, la strinse a sé, fece il casquè e nello stesso instante in cui si curvarono prese a baciarla.
Un bacio che ripeterono nello stesso modo e nella stessa posizione anche al tramonto su un bateau mouche che naviga lentamente lungo la Senna.  
Il momento più bello e sensazionale avvenne dopo circa dieci giorni, Emma e Niall erano stanchi di passeggiare e scoprire posti, quel mattino rimasero in camera a fare l’amore, ma quando si affacciarono con le lenzuola avvolte introno al corpo videro Parigi imbiancata.
Magico il momento in cui aprirono la finestra e allungarono la mano per sentire fiocchi di neve soffici posarsi sui loro palmi.
«Non possiamo rimanere in Hotel» convenne la mora, mentre si trascinava dietro il lenzuolo e il marito.
Ma doveva farla desistere perché il suo piano era già in atto: quella sera avrebbero cenato a lume di candela sulla Torre Eiffel. Dovevano rimanere al coperto.
«Sono i nostri ultimi giorni, sai che passeremo la vigilia di Capodanno con i miei amici e Capodanno con i nostri e… tu, vorresti davvero abbandonare tutto questo?» domandò allargando le braccia, facendole notare la loro suite matrimoniale, tutto quello che la struttura avesse messo a loro disposizione.
«Vuoi davvero abbandonare questo solo per la neve, l’atmosfera del Natale e non goderti ogni attimo d’amore con me, al caldo in questo letto?» provò ancora con gli occhi da cucciolo, gli stessi che utilizzava quando voleva ottenere qualcosa.
«Niall è Natale» disse speranzosa, ma lui parve non capire.
Per Emma era un giorno importante, lo stesso che aveva sempre festeggiato con la nonna, i parenti in ricordo ai suoi genitori e… Beh, era lo stesso giorno in cui suo padre chiese a sua madre di sposarla, proprio a Parigi, sotto la Torre Eiffel.
Riuscirono a trovare un punto d’incontro? Beh… sì, così si può dire dato che finirono per fare l’amore più volte prima di vivere la vera sorpresa che sarebbe stata quella notte.
 
Era la magia del Natale, stretti l’uno all’altra passegiavano tra le strade illuminate da mille luci colorate e tanti addobbi natalizi.
Una volta tolta la benda, si trovarono sotto la Torre Eiffel imbiancata di neve con musiche natalizie in sottofondo che aleggiavano per strada.
«Dopo di lei signora Horan» le disse facendola passare, poggiando poco dopo una mano sulla sua schiena.
«E’… perfetto» affermò emozionata con gli occhi lucidi; una volta saliti ed entrati in una grande sala che era stata preparata per loro, si sentì a casa.
«Speravo lo fosse» rispose Niall guardando la moglie, soddisfatto per essere riuscito ancora a una volta a sorprenderla.
E quella sera, mentre si ripromettevano un futuro luminoso, attraverso i propri gesti d'amore rivissero ciò che anni prima anche i genitori di Emma -Alice e Fred - avevano condiviso.
Una generazione che lasciava spazio ad un’altra.
Una storia già scritta e un’altra da scrivere.
Parigi divenne il simbolo dell’amore per la loro famiglia, qualcosa che anche loro avrebbero tramandato.
 
 
 
 










Spazio d'autrice:
Buona sera =D
Sembro essere ritornata dai morti, perchè è da tantissimo tempo che non scrivo o meglio che non pubblico, perchè al momento su wattpad, ma anche qui presto arriverà, sto pubblicando una storia con protagonista Niall Horan.
Sì, la storia è Per una Scommessa e... questa raccolta di storie partecipanti alla sfida sarà una specie tra sequel e Missin Moment che ho voluto aggiungere.
Ovviamente non tutti capiranno perfettemante tutte le dinamiche, ma ho cercato di renderla vicina a tutti.
E' una fan fiction che può essere letta da tutti, dato che il protagonista è un cantante.
E niente... dei 4 prompt alla fine ho scelto solo questo, l'idea in partenza era aggiungere anche il prompt ovvero avventura a Natale, ma poi... al solito la storia si scrive da sola ed è venuto fuori questo.
Mi sono informata per le tradizioni matrimoniali irlandesi ed esistono ancora queste piccole tradizioni anche se forse non tutti lo fanno.
L'anello cui mi riferivo è, anzi sono questi: https://imgur.com/a/ZgV1D8T
Mi piace tantissimo come alla fine la storia è venuta fuori, forse più dell'idea iniziale, ma adesso... beh, aspetto i vostri pareri e sono curiosa di sapere che ne pensate di Niall ed Emma ;)
E per il maglione natalizio che indossa Emma.... beh, più o meno è questo quello che intendevo: 
MAGLIA NATALE RUDOLF MAGLIONE RENNA
Buona lettura a tutti <3

Alla prossima,
Claire

 
 
   
 
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