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Autore: queenjane    12/12/2018    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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PARIS, 1920
Andres aprì il portasigarette con le sue iniziali, “AF”, sfiorandolo con le dita. Dentro era annotato “30.11.1916”, glielo aveva regalato Catherine per il suo onomastico, quella sera gli aveva dato l’annuncio ufficiale che era in dolce attesa. Si accese una sigaretta, beato e sensuale, ghignando su quel ricordo.
“Te lo ricordi quando hai detto ad Andres che sarebbe diventato padre?”
“Sì, mia cara” sorridendo, mentre facevamo colazione, caffè e una omelette, sullo sfondo la Torre Eiffel e  i tetti ed i cieli di Parigi. Marianna, mia cognata, congiunse le dita sotto il mento, i suoi occhi verdi riecheggiavano quelli di Andres e Sophie, sullo sfondo i ragazzi, miei e suoi, le cui età variavano dall’adolescenza ai due anni, il suo primogenito, Daniel andava sui 14 anni, Leon, il mio secondo figlio aveva trenta mesi abbondanti, in mezzo le varie gradazioni. Leon cadde per terra, era un esploratore ma non reggeva il confronto ancora con Felipe, che aveva quasi un anno di più, su robustezza e velocità, lo avevano spinto, aveva tirato un paio di calci e morsi, si era difeso senza chiamare nessuno e ora.. il visetto increspato. Bastava, mi alzai di volata per raccoglierlo, lo avevano spinto. “Mamma” seppellendo la testa contro la mia clavicola, gli dissi che era tutto a posto, acchiappando Felipe che, per par condicium, si stava mettendo a piangere, uno per braccio come da prassi, cercando di calmarli, ripresero a giocare oltre, conscia che le parti si invertivano spesso.
“Non importa chi ha iniziato o finito bambini, ora stiamo calmi” Mai che volessi una tata o una nurse, stavano sempre con me, mai, me ne occupavo personalmente, i due adoravano peraltro Anastasia, le ferite si erano saldate e, in apparenza, era diventata una vivace, amabile giovane donna che amava la vita.   
Intanto Alexei e Sasha insieme si davano daffare, nei limiti di due adolescenti.
E soprattutto nei guai.
Sì che mi ricordavo come glielo avevo detto, la novella della mia prima attesa.
Forever.
“Un presente da parte nostra” Eravamo  a cena, era il 30 novembre 1916, giorno di Sant’Andrea, il mio personale Andrea era in ottima forma, annotai, il viso disteso, sorridente.
Plurale maiestatis, mia cara? Come noi per il tuo regalo” Gli orecchini di topazi e onice montati su oro bianco mi cingevano i lobi, quelle pietre, sotto certi giochi di luce, aveva annotato che richiamavano il colore dei miei occhi.  Ero splendida, in un abito rosso scuro, rubino, con un disegno di perline grigio antracite su maniche e scollo, i capelli raccolti, mi ero immersa nell’acqua di rose
“Apri..su” Un portasigarette d’argento, cesellato, con il suo monogramma “AF”, Andres Fuentes, emerse dal piatto pacchettino, ricoperto di carta dorata con un fiocco di raso, verde.
“Squisito..”Aprì l’interno e allibì, cercando di non ridere che mi sarei offesa a morte.
“….Chi ha compiuto l’opera”inarcando un sottile sopracciglio, intanto che cercava di capire.
“Ehm.. io .. fanno leggermente ribrezzo, ed il meglio della produzione. Conta il pensiero no.”
“Catherine.. Amore ..”Nei suoi grandi palmi vi erano due palline di lana abbastanza informi, una rosa ed una azzurra, ovvero l’intento era di fare due scarpine da neonato ed erano .. cassiamo, prima o poi avrei imparato seriamente l’arabo.
 “ Mio tramite, i tuoi figli sono lieti di augurarti felice onomastico” Pausa “O nostro figlio, che avere due gemelli in un solo colpo la vedo dura..O figlia”
Si inginocchiò davanti e mi appoggiò il viso sul ventre, le spalle sussultavano.
“Andres..” Rideva e piangeva insieme, credo, erano passati ormai sedici anni da quando aveva avuto quell’annuncio. Poi gli sussurrai qualcosa, le guance di un intenso color porpora, chinandomi sul suo orecchio.
 Passò direttamente alle risate più sfrenate, non volevo che indugiasse nella tristezza, nel rimpianto di quanto poteva essere e non era avvenuto.
 Isabel e Xavier, non che non ci dovesse pensare, erano parte di lui, come terminazioni di nervi, un battito di cuore, per una sera c’eravamo solo io ed il bambino che sarebbe arrivato.  
Dall’antipasto, saltammo direttamente al dolce, ovvero a letto.
“I tuoi desideri sono un ordine espresso.. Chiedi e ti obbedirò, in tutto e per tutto..” si tuffò ridendo sotto le mie gonne, respirai con maggior ansito, eravamo famelici.
“Dimmi sinceramente che non hai precedenti gemellari in famiglia”
“No.. Però c’è sempre una prima volta..”I suoi occhi verdi vibravano di divertimento, represso, mi stava prendendo in giro, accidenti a lui, percepii i suoi polpastrelli sulla liscia epidermide delle cosce. Sospirai di piacere e aspettativa.
“Non mettermi su un piedistallo, non trattarmi come una fragile statuina.. Starò attenta, sempre, solo che sto bene e.. Ho passato quasi i tre mesi, quindi.. “mi imposi di stare calma, non travolgerlo con una cascata di sillabe ansiose.
“E tanto già lo sapevo. Il ciclo, il seno, le voglie.. Sei incinta, non malata e diventare una fragile statuina, non saresti tu.. Avrei pensato che mi avessero sostituito la moglie, anzi ..”Cercò sotto il cuscino un riparo, gli avevo tirato un pugno scherzoso.
“Ho voglia di te. Non pensi che sia scostumata..?” una buona moglie non conosce il desiderio, è un puro giglio, come no..
“Nei bordelli.. A prescindere dai moralismi, queste cose le sanno, alcune prostitute hanno rapporti fino al quinto, sesto mese e coda.. Alcune, alla fine, stimolano così il parto..”Come allargare i miei scarsi orizzonti ohibò “E poi .. lo sai te se qualcosa ti fa male o meno ..Ergo..” Il suo desiderio era sorto di nuovo “Magari sarò molto delicato.. “
“Sì.. continua..”
“Ai vostri ordini” credeva nelle tradizioni ed era cinico, moderno, disincantato senza falsi moralismi o paure,  allora come oggi.
 
“Andres cammina a quattro metri da terra.. Buone notizie? Hai un sorriso che va da un orecchio all’altro, nipotina mia”cicalò R-R, il mio caro zione, mentre prendevo la linea per parlare con mia madre. Un colloquio e due servizi, i fratelli Rostov-Raulov erano legatissimi.
“Aspetta e senti, zione. È una cosa bella, fidati.” Sorridevo già in partenza, annotai che mi osservava il giro vita, mica era nato ieri, lui.
Maman, je suis Catherine .. “ Due banalità di rito,  quindi enunciai “..E..siediti, Mamma.”
“Sentiamo .. “ridacchiò.
“Non so da quale parte iniziare.. “
“Sei contenta, lo sento dal timbro.. Fiocco rosa o azzurro?? No, troppo presto..AUGURIIIIIIIIIII”
“Maman, .. come lo sai?”
“Sono tua madre ..Vedrai che intuito svilupperai, ottimo, Cat..”usò il nomignolo con cui mi chiamava Olga, un segno di tenerezza. “Quando arriverà.. ?”
“Da metà giugno in avanti.. Solo manteniamo il profilo basso.. E dimmi, abbiamo precedenti gemellari, che tu sappia..” che conoscendola avrebbe diffuso la notizia gioiosa per tutto l’impero. 
R-R aveva un sorriso da un orecchio all’altro, imitando me, peraltro, diventava bis zio. Anni  prima, al tempo dell’esilio che Alix mi aveva tributato, convinta che incoraggiassi Olga a essere una ribelle, che non tollerava Rasputin e la Vyribova, ( come se Olga abbia mai avuto bisogno del mio permesso per ragionare con la sua testa, andiamo!!) mio zio mi aveva detto che un matrimonio, una famiglia sono il destino di una ragazza, io mi ero risentita, dimostrandogli che io avevo fatto di tutto e di più, poi, salvo arrendermi a quella semplice, risoluta felicità.
Amavo Andres, avere un figlio da lui rappresentava il coronamento dei miei sogni, delle speranze.
“No ..e abbiamo sempre una prima volta, chissà che non sia la tua e non dire “Mamma” sdegnata. No, aspetta Felipe Rostov-Raulov ebbe una coppia di gemelli dalla moglie, nel 1700, magari..” Mi sfotté lei. Credo di essere diventata di uno smagliante color verdino, in quella occasione.
“Grazie, Maman.. Merci 1000 fois”
“Prego.. “Con una inopinata agilità, pesava sui 90 chili per un metro e 85, il mio caro zione aveva preso una bottiglia di pregiato champagne che teneva in serbo per le grandi occasioni, tipo per una massiva vittoria o una richiesta di armistizio. Ah però..
“Vado a chiamare Andres, finalmente qualcosa da festeggiare.. “ sorrisi.
 
 
“Come nascono i bambini?” 
Ti pareva.. lo osservai,  mi fissava, curioso, gli misi giù una ciocca di capelli, che spuntava sempre,perenne  irriverente, come lui.
“Tu cosa ne sai, mica posso darti definizioni che sai già..” Non per non rispondergli, capiamoci, che come riusciva a farmi ridere o imbarazzare Alessio è riuscito a ben pochi. Ed era bello avere tutta quella confidenza, che si sentisse sicuro a domandare, avere risposte e che non lo avrei punito.
“Di certo non dalla cicogna o sotto un cavolo, e non credo dai brindisi”Ironico. Avevano, come suole affermarsi, fatto il pieno di libagioni, il chiasso aveva raggiunto livelli da accampamento acheo tanto che alla fine, scocciato dai brindisi e dalla gazzarra,  aveva chiesto a suo padre di poter venire da me, dalla sua prediletta “Di sicuro è stato Andres, solo in quale modo, quello, voluto da Dio ..”
“Continua, è interessante, cioè..  Ti rispondo, Alessio, solo non voglio ripetere cose che già conosci, certo che è stato lui, ci mancherebbe altro” mi sfiorò l’anulare della destra, toccando il rilievo della vera d’oro.
“Lo scorso anno mia cugina Irina ha avuto una bimba e la ha chiamata come lei. Fantasiosa, eh, peraltro.”Risi, la mano premuta contro le labbra”Quindi ho chiesto a Mamma da dove arrivasse, che prima era magra come te, poi le è venuta la pancia e poi ha avuto Irene, ho domandato. Avevo chiesto anche prima, ma si passava dai cavoli alle cicogne o mi dicevano di non occuparmene, che guarda caso sono sempre troppo piccolo. Specie se chiedo qualcosa di interessante.”
“Sono argomenti delicati”Io e Olga avevamo 14 anni, quando avevamo consultato un manuale di anatomia, ridendo, imbarazzate, ecco la meccanica, e il desiderio..
“Come ha detto  Mamma, e ha detto che Dio trova il modo..”
“E vuoi sapere il modo, Aleksej? Come se non avessi già indagato o ascoltato, come un segugio..”
Rise  e ridiventò serissimo. “Ho le mie fonti..  Ho sgraffignato un libro di anatomia in ospedale, sai volevo capire la storia dell’emofilia, e ho trovato ben altro, oltre a quello. Anzi, è stata un’idea che ho preso da Olga, lei dice che sui libri puoi trovare sempre di tutto” diventò triste, che aveva letto, senza parlare con nessuno, che aveva rimuginato.
“E non tutto, almeno non sempre.. “Sorrisi, pura luce. “Per esempio, i libri mica ti dicono passo passo cosa significa volere bene a una persona, decidere di passarci tutta la vita, per restare in tema e formarci una famiglia”
“Continua.. magari ti aiutano a capire, come quelli di storia..O altro.. Che la Bibbia ti spiega tante cose” lui aveva fede, io ero veramente carente, agnostica per non dire atea, preferii non intavolare la questione.
“Alla base di tutto c’è l’amore, perdonami la banalità, più vuoi bene a una persona più figli ne vuoi avere.. “
“Vari tipi di amore, Cat”Mi venne in braccio, toccandomi le spalle, la fronte contro la mia clavicola, aspirando il mio profumo.“ E da sposati è meglio, che se due non lo sono il bambino è un bastardo” usò quella  cruda parola, mi ritrassi per istinto.
“ Sono visti come una vergogna, i bambini non hanno colpa, Alessio, non scelgono di nascere da una nubile o che..” Mi ero impaperata, ero arrossita, fortuna che non se ne accorse, respirai a fondo per calmarmi. Già, mia madre Ella aveva avuto una relazione con il giovane zarevic, detta in sintesi, prima del matrimonio con Alix, il cui prodotto era stato la sottoscritta. E io lo avevo appurato per caso.
“Come è la faccenda dei vari tipi di amore..?”Si inclinò a scrutarmi, le braccia allacciate al mio collo, gli avevo cinto le scapole. “Cioè.. oltre a quello tra un uomo e una donna, c’è quello per i propri amici, per una sorella, i genitori..”E la lussuria, la solitudine, il vuoto, vani riempitivi, pensai, mentre elencava, l’età mi aveva reso cinica, smaliziata.
“La patria e la famiglia”Declinò lui.
“Se già così giovane sei tanto saggio…a trent’anni farai meraviglie, no, non ti prendo in giro, Zarevic. “
Tacque, la curiosità smorzata, almeno a quel giro, su quell’argomento “E tu mi sei davvero affezionata e non è per piaggeria..perché?dimmelo”
“Perché sì” risposta fantastica, eh. Perché sei il mio fratellino.. Non potevo mentirgli, ma nemmeno essere esatta “E non è una risposta sufficiente.. Diciamo anche che mi ricordi una bambina che ho conosciuto, una volta, una grande testarda che non mollava mai, anche se spesso non era simpatica o amabile, tanto era, e no, Alessio, non è Olga”
“La conosco?”
“Non credo proprio” E quella bambina ero io, e, in un dato senso ero cresciuta, rinata, ne restava una traccia leggera. La bambina che ero stata tornava nella persona che ero diventata ed ormai se ne era andata sulla soglia del tempo e della memoria,  da molto, non sarebbe più tornata. “Ormai è cresciuta, cerca di stare sempre bene”
“Cat, anche le omissioni sono bugie “ Mi premetti il suo viso contro il petto, non volevo che vedesse la mia espressione.
“Va bene. Comunque sei davvero divertente, come riesci a farmi ridere TU è riesce a pochi, sei un lottatore e ..”
“Quando arriva?” era in imbarazzo, però contento, degli apprezzamenti, capiva al volo una balla da un complimento sincero.
“Per l’estate, giugno. O arrivano, Andres crede che saranno due gemelli”
“Bello.. lo accontenti, no?” anche no, Fuentes malefico.
“Ridimmelo, vedremo.” Nascosi il viso e una risata contro la sua spalla.
“E cercherò di comportarmi sempre bene, o provarci. Mi fa più piacere avere la tua attenzione così che quando pianto qualche bizza..”Era la sera dei miracoli ?Da annotare sul calendario, decisi. “Tra te, Olga e Tata mi avete fatto diventare scemo a furia di prediche. Anche Marie, Anastasia no, non è credibile, ne inventa peggio di me.”Ah però. “Alla fine, quando ho tirato il fucile addosso a tuo fratello, ho avuto sì l’attenzione e mi sono buscato una punizione coi fiocchi. Invece se mi comporto bene ho più privilegi”Capito il ragazzino.? Chiamiamolo fesso.  Omettendo il resto, Dio quanto ti volevo bene Alessio, eri intuitivo, delicato, irriverente. “E da Maria e Anastasia e soprattutto Mamma. E Papa”
“Va bene, basta ciarle, mi hai convinto..dammi un bacio”
“Nulla.. però ti vorrei chiedere una cosa”
“Aleksej .. senti, non occorre che ogni volta tu chieda a ME o Andres il permesso se poter rimanere qui a mangiare o dormire, sei sempre il benvenuto, SE lo Zar acconsente. A me, a lui, non domandare più.”
“Come a casa..” Prevenne la mia replica”In un certo senso” tossii per occultare la commozione. E non era la gravidanza a rendermi più sensibile. “Sei a casa, che credi” una pausa “Non è certo il lusso del palazzo di Alessandro..mancano i camerieri e via cosi..Io faccio un poco di tutto, Andres cucina..ma stiamo insieme, ci divertiamo“
“Cat.”mi interruppe
 “Ehi..”
“Avrai il tuo bambino, ma finchè non arriva..posso ..”
“Che.. “Avevo capito. “Guarda che il mio bambino sei tu, io e le tue sorelle abbiamo iniziato con te.. Quando è nato Sasha, non ero un completo disastro grazie a te..” E non disse magari, a quel giro si fidava. “Sempre .. le cose cambieranno, che avrà bisogno di me, e io ti vorrò sempre bene, come te ne voglio, chiaro, dovrai avere pazienza..”  tacque, commosso. “Se non verrò subito da te..e ti voglio tanto bene, tesoro mio.. “ e sapeva, in fondo, che lo amavo, che, vicina o assente, sarei sempre stata con lui, quello nessuno poteva toglierlo.
“CAT.. non mi importa dei camerieri o che..fai tutto te..per orgoglio, che non sei umile” mi zittì.  “Non sono più un moccioso, faccio da me..”
“Sei davvero viziato” 
“Da te, giusto” 
 “Alessio..sei viziato, come dici tu, ma non sei un moccioso, sei cresciuto davvero tanto”
 “Non lo sono mai stato, che pensi, Olga dice che sono viziatissimo e pure tu non scherzi, cosa credi”

Appunto ..




Quella sera Alexei era in sommo imbarazzo, guardava Andres, quindi me, i nostri figli, non che lo palesasse ma vedevo la tensione, che non sapeva se ridere o altro, quindi, a fine pasto si fece coraggio e prese da parte mio marito, dopo un piccolo cenno.
E meno male che non facesti domande, Cat, mi sarei sepolto per l’imbarazzo. In quel periodo stavo benino, niente postumi di crisi o gonfiori, almeno fisicamente. Mi armai di coraggio, respirai e lo chiesi ad Andres, tenendo sottobraccio un manuale di anatomia, che mostrava i vari stadi … operativi di una certa parte del corpo. Ripensavo ai baci e.. insomma, formulai la mia richiesta, Andres diventò rosso ed enunciò che andava bene, libro alla mano gli chiesi spiegazioni teoriche in vista della pratica.
Volevo essere come tutti, almeno in quello, o tentare. E fu a stretto giro, lui non aveva mezze misure, era svelto, deciso, mi disse “Oggi pomeriggio?” “Eh?” basito “Sì o no”.
“Che hai combinato?” annusai Andres, sospettosa, quel profumo non era certo il mio, era sparito un paio d’ore con Xavier/Alexei quel pomeriggio, che era rientrato .. orgoglioso e meditabondo, per quanto i due termini potessero coesistere, guardava Andres e rideva.
“Fuentes..? Andrej” quando lo chiamavo Andrej, alla russa, sapeva che mi stavo indisponendo. Incrociai le braccia, quindi ci arrivai. Nel nostro ambiente, usava che un padre accompagnasse suo figlio nelle cosiddette case di piacere per dare prova della sua virilità. Mio marito era arrivato vergine al matrimonio, all’epoca aveva  16 anni, i suoi fratelli si erano dati sontuosamente da fare in quel particolare ambito, usava.. Aprii i palmi, mi ricomposi “Va bene, ho capito” non che fosse l’ideale, ma .. perché non posso essere come tutti, perché? Almeno in quello.
“Catalina.. “ soffiando il mio nome sopra le labbra e fu il nostro turno di finire tra le lenzuola, intensi e giocosi, come una coppia di fauni, la leonessa e il suo compagno, che ruggivano.
“Vanno bene per i ragazzini.. ma quando un uomo trova la sua donna è con lei sola e basta” Appunto ..
E a volte eravamo così pratici da sconfinare nel cinismo, la nostra relazione era lungi dall’essere perfetta e tanto eravamo sempre noi.
Già. L’adolescenza e il sesso, il desiderio, la voglia di sperimentare e verificare, di prendere parte a un banchetto, a un preludio.. e .. i Romanov erano stati di sangue ardente e di pochi obblighi, a cominciare da Caterina la Grande, detta la Semiramide del nord per i suoi appetiti, passando per i vari zar e i loro parenti, fino alle ultime generazioni o quasi. Alessandro II, morto dilaniato da una bomba anarchica nel 1881, aveva avuto un numero spropositato di amanti e, da ultimo, aveva sposato in nozze morganatiche la sua amante più giovane di lui di 29 anni, la principessa Ekaterina Michajlovna Dolgorukova, appena un mese dopo la morte di sua moglie la zarina Maria. Suo figlio, Alessandro III, era stato un marito e un padre fedele dopo gli svaghi giovanili, suo figlio, poi diventato Nicola era arrivato vergine fino ai 22 anni, rifacendosi poi con annessi e connessi, mosso dalla paura per la vita che aveva avuto e temendo quella che sarebbe giunta. E il tempo di Alessio poteva essere limitato, sapevamo, anche senza dirlo in continuazione che ogni giorno in più era vittoria, che ben di rado di un emofiliaco varcava le soglie della prima infanzia. E ormai aveva 16 anni, voleva fare quell’esperienza e .. quegli erano affari tra padre e figlio, confermava la mia ipotesi, in genere chiamava Andres “Papa”  e come un padre provvedeva, l’adozione era sostanza e non forma, era sangue del suo sangue, respiro del suo respiro.

 
   
 
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