Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: __aris__    12/12/2018    1 recensioni
Dopo che il suo complotto è stato smascherato, il Principe Hans è stato rimandato nelle Isole del Sud dove è stato processato per alto tradimento dalla stessa famiglia reale che lo ha privato del titolo e condannato a morte. La notte prima dell'esecuzione Tremotino si presenta nella sua cella per fargli una proposta: concedendogli una seconda possibilità per avere il trono di Arendelle. -- cross over tra Once Upon a Time e Frozen. La storia si svolgerà esclusivamente nel regno delle favole ma non spiega nulla sulla fine della terza stagione. Sarà una Helsa.
Spero vi piaccia e che venga recensita. Buona lettura.
La copertina all'inizio di ogni capitolo è di Simpaleo, vincitrice del concorso per l'immagine di copertina.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo banner_zpsipf06bv2.jpg

 




AVVISO DELL’AUTRICE: Come al solito mi scuso per l'enorme ritardo con cui aggiorno le mie storie. purtroppo non sono riuscita ad andare avanti per diversi mesi nella scrittura di questo capitolo, anche se ero arrivata a più di metà. Per farmi perdonare ho fatto un capitolo particolarmente lungo e ciccoso.
Ad ogni modo vi comunico che questo è il penultimo capitolo, ormai ci rimangono solo la battaglia finale ed un piccolo prologo. Per cui tenete duro ancora un po', perché non ho intenzione di abbandonare questa storia ad un passo dalla fine.
Come al solito ringrazio tutti quelli che hanno continuato a mettere questa storia tra le seguite-preferite-ricordate.
Buona lettura e, se volete, sappiate che i commenti sono bene accetti.
 
 
 
 
Appena Sven fu legato alla slitta, Kristoff schioccò le redini e gli animali iniziarono a correre. Dopo pochi metri la slitta si sollevò da terra provocando un lunghissimo oh di meraviglia del pupazzo di neve. Elsa aveva creato degli zoccoli speciali per Sven che aveva potuto librarsi in aria come i cavalli di ghiaccio, lasciando una cascata di cristalli di neve al loro passaggio.
Kristoff, Olaf e David sedevano davanti in silenzio, perfino l’allegria del pupazzo di neve ben presto sembrò sparita. Elsa stava accanto ad Hans, nella parte posteriore del veicolo, cercando di non farsi prendere dal panico per non trafiggere il principe con una stalattite di ghiaccio. Si era illusa di aver imparato a controllare il suo potere ma la neve su Arendelle cadeva ancora, e se avesse perso il controllo in quel momento avrebbe rischiato di uccidere Hans, il vero amore di Anna. Teneva le braccia attorno al busto e ripeteva come un mantra quel celare, domare, non mostrare che i genitori le avevano insegnato, in un ultimo, disperato, tentativo di evitare che Anna soffrisse ancora per colpa sua. Eppure, nonostante tutto il suo impegno, affilate lame di ghiaccio avevano iniziato a crescerle attorno, dirette tutte verso l’uomo ferito sdraiato di fronte a lei.
Più Hans la osservava e più capiva le parole di Rumpelstiltskin: Elsa aveva solo imparato a temere il suo dono, ed attraverso quella paura erano sempre stati i suoi poteri a controllarla e non il contrario. Aveva coltivato talmente bene la paura di perdere il controllo da non aver visto la bellezza che nascondeva. Se era stata capace di dare la vita a Olaf, quali meraviglie non sarebbe stata capace di creare se lo avesse desiderato con tutto il cuore? “Non potete mai controllare i vostri poteri se li temete.”
Elsa lo guardò negli occhi, nel suo volto Hans poteva leggere tutta la paura di quel momento. “Io sono solo un pericolo per voi, Principe. Non so come spezzare il sortilegio e potrei uccidervi prima di arrivare al castello.”
Hans cercò di alzarsi un po’. Per quanto stentasse a crederlo, una parte di lui voleva davvero aiutare Elsa, non gli importava delle lame di ghiaccio che si avvicinavano inesorabili. E, per quanto gli pesasse ammetterlo, non riusciva nemmeno a stupirsene; gli sembrò naturale. “È la vostra paura a far crescere le stalattiti. Com’è stata la vostra paura a congelare Arendelle.
Ma io ho paura. Ho paura di non poter sciogliere la magia, di uccidervi, di uccidere tutti.” Disse la regina ad occhi bassi. “Quando ero piccola colpii Anna con dei cristalli di ghiaccio mentre stavamo giocando. I miei genitori la portarono subito da dei trolls perché la salvassero.” Gli occhi azzurri di Elsa si riempirono di lacrime. Lacrime calde che iniziarono ben presto a scendere copiose sulle sue guance ma che diventavano cristalli di ghiaccio prima cadere sul vestito. “Loro dissero che se il ghiaccio fosse arrivato al cuore Anna sarebbe morta. Io sono pericolosa per chi mi sta vicino.”
Per questo vi siete nascosta dietro una porta chiusa. Ma dovreste avere più fiducia, in voi e in Anna.”
Elsa distolse lo sguardo verso le cime innevate dei pini “Ho visto lo sguardo di Anna …
Anna è stata tra i pochi a difendervi dopo che avete lasciato Arendelle. Avrebbe dato non so cosa per venire al mio posto.”
Così avrei potuto farle ancora del male.”
Così avrebbe potuto finalmente conoscere sua sorella.”
Elsa rimase spiazzata dalla risposta. Per anni si era detta che la sua solitudine fosse, in qualche modo, giusta; ma quella di Anna? Certo, non era un ghiacciolo, ma era abbastanza? “Come avete fatto a convincerla a restare ad Arendelle?” domandò solo per distrarsi dai suoi sensi di colpa.
Hans aveva già sentito quel pezzo della storia, era stata proprio Elsa a raccontargliela mentre soggiornava nelle prigioni di Arendelle. Forse era stato un modo per dirgli che, se lo avesse voluto, avrebbe potuto avere una seconda possibilità; che se si fosse sinceramente pentito non lo avrebbe rimandato nelle Isole del Sud a morire.  All’epoca lo aveva trovato patetico: la bella regina capace di controllare la neve, che cercava un contatto con il principe dal cuore di ghiaccio che aveva cercato di ucciderla solo pochi giorni prima. All’epoca le aveva risposto che la loro vita non era paragonabile: Elsa aveva avuto una famiglia che l’amava ed aveva scelto la solitudine, lui non aveva potuto scegliere molto. Adesso non sarebbe riuscito a trovare nessuna battuta sarcastica con cui rimandare Elsa nelle sue regali stanze. Adesso tutto quello che voleva fare era prenderle una mano e ripeterle che non era un mostro. Se solo quelle lame di ghiaccio non fossero cresciute così tanto! “L’inverno non è l’unico pericolo per Arendelle. Un’altra presenza minaccia il vostro regno, ma non so altro.”
Un’altra minaccia?” a questo pensiero la regina si circondò di piccoli fiocchi di neve.
Riuscirete a salvare il vostro regno Maestà. Dovete solo imparare a controllare i vostri poteri e non a temerli.”
Come fate a saperlo?”
Io ho già visto questo.” Elsa sgranò gli occhi perplessa e Hans capì di aver detto troppo. “La magia, intendo. Ho incontrato uno stregone molto potente una volta, ma la sua magia non è come la vostra. È capace perfino di fermare il tempo e farlo riavvolgere.
Credete che possa aiutarmi?
Il pensiero di Elsa che si consegnava spontaneamente a Rumpelstiltskin gli gelò il sangue nelle vene. “Paghereste un prezzo troppo caro, credetemi. Ma mi disse che ogni magia si basa sulle emozioni, non sulla razionalità. Imporvi di controllare i vostri poteri non è la strada giusta per riuscirci, perché più ne avrete paura e più saranno loro a controllare voi.”
Cosa dovrei fare allora?” Chiese preoccupata osservando il ghiaccio a pochi millimetri dal collo di Hans.
L’amore è la risposta. Il vero amore è capace di sciogliere ogni sortilegio.” Hans quasi non poteva credere di averlo detto davvero. Eppure lo aveva fatto, e non per salvarsi la vita.
L’amore?
Hans le sorrise, nonostante sentisse la punta di una lama toccargli il collo. Fu un sorriso tanto sincero da scaldargli il cuore, ed appena se ne accorse ebbe paura. Paura di intrappolare Elsa nell’ampolla dorata da consegnare al Signore Oscuro che l’avrebbe tenuta imprigionata per l’eternità.
Elsa osserva la lama di ghiaccio avvicinarsi alla gola di Hans. L’amore era davvero la risposta? Era davvero tutto così semplice? Dopo anni chiusa in camera sua, con la paura come unica compagna, stentava a credere che fosse davvero così semplice. Chiuse gli occhi e ripensò ad Anna, a quando da bambina la svegliava nel cuore della notte per costruire un pupazzo di neve insieme. Lasciò che il cuore si pervadesse di gioia e poi allungò una mano verso le lame. Fu una sensazione strana, come se il calore di quei ricordi si stendesse per tutto il braccio e oltre la sua mano, trasformando le stalattiti in piccoli fiocchi di neve che salirono alti nell’aria prima di disperdersi nel vento.
Grazie Maestà.” Disse semplicemente il principe prima di chiudere gli occhi e fingersi addormentato.
Elsa si inginocchiò immediatamente accanto a lui cercando di fargli riprendere i sensi “Principe Hans! Ascoltatemi: dovete rimanere sveglio! Mi avete sentito? Fatelo per Anna! Hans!
Hans immaginava lo sguardo di Elsa, gli occhi ancora più grandi del solito e l’espressione preoccupata. Nella sua mente era un’immagine limpida, proprio come se l’avesse effettivamente vista. C’era perfino una parte di lui che avrebbe voluto fingere di risvegliarsi solo per vedere svanire tutti i timori di Elsa, ma non lo avrebbe fatto. Aveva già perso il controllo una volta: aveva assaggiato il rimorso di un’azione che non aveva ancora compiuto ed era stato un piatto che non gli era piaciuto per niente. Avrebbe finto di dormire fino a quando non fossero arrivati al castello ed Elsa non si fosse allontanata dal suo capezzale, era l’unico modo che gli veniva in mente per recuperare la sua freddezza.
 
------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Anna era seduta sul letto di Elsa da ore. Dalla sera dell’incoronazione era sempre nella camera della sorella maggiore, quando non doveva respingere le accuse di stregoneria del Duca di Weselton o non era impegnata ad aiutare gli abitanti del villaggio.
Aveva passato anni ad implorare Elsa di uscire da quella stessa stanza, o di farla entrare. Si vergognava ad ammettere di non esserci mai entrata fino a poche ore prima. Si era sempre chiesta se le loro camere fossero arredate nello stesso modo, o di che colore fossero le tappezzerie del letto di Elsa. Da piccola aveva provato a sbirciare dentro con un binocolo rugato dall’armeria di palazzo, ma Elsa se ne era subito accorta ed aveva chiuso immediatamente le tende. Aveva passato anni chiedendo alla sorella di uscire dalla sua prigione (solo adesso capiva che quella era stata solo una prigione) ed ora avrebbe dato qualsiasi cosa per un altro di quei no. Solo per sapere che stava bene.  
Anna scoppiò a piangere coprendo il viso. Si sentiva responsabile per ogni cosa, dall’isolamento di Elsa, alla neve che cadeva silenziosa ed incessante. Se non fosse stato per lei, Elsa avrebbe avuto una vita molto differente, magari sarebbe riuscita anche ad accettare il suo potere e, visto che nessuno l’avrebbe tormentata, non avrebbe congelato nulla. Non lo aveva detto nemmeno a Biancaneve e fuori da quella stanza cercava di tenersi tanto impegnata da non pensarci, ma appena si fermava un momento il senso di colpa la colpiva con la forza di un gayser. All’inizio non aveva capito cosa fosse, ma quando era entrata nella camera da letto di Elsa ed aveva trovato due soprammobili ricoperti di ghiaccio per terra le lacrime uscirono copiose e silenziose.
Fin da bambina si era sentita abbandonata dalla sua famiglia e c’erano state molte volte in cui aveva creduto di essere destinata a restare sola per sempre. Per quanto ne sapeva, Elsa si era arrabbiata con lei per una ragione che non avrebbe mai capito ed a cui non avrebbe mai saputo rimediare. Dopo la morte dei genitori aveva perfino smesso di provare ad avere qualsiasi rapporto con Elsa, se nemmeno quello era riuscito a farle riavvicinare cosa avrebbe potuto farlo in futuro? Non di meno quando passava davanti a quella porta sentiva sempre una fitta di gelido vuoto al cuore.
Ma stringere quegli oggetti ghiacciati aveva rimpiazzato il piccolo mondo delle sofferenze di Anna con quello, ben più grande, di Elsa. Tutte le volte in cui era rimasta ore ad implorarla di uscire dalla sua camera per giocare assieme aveva fatto soffrire la sorella forse anche più di quanto non avesse sofferto lei.
Se solo avesse saputo magari le cose sarebbe potute essere diverse!
Sollevando lo sguardo sul ritratto del padre, Anna si rese conto che quello era un pensiero stupido: se avesse conosciuto fin da subito che quello di Elsa era un esilio volontario per proteggerla avrebbe fatto di tutto per farle cambiare idea. Ma sarebbe stato meglio o peggio?
Magari avrebbero trovato un modo per stare assieme senza che nessuno fosse in pericolo. Forse i trolls delle montagne le avrebbero potute aiutare, invece di cancellarle la memoria.
Oppure Anna avrebbe esasperato Elsa fino al punto di far morire Arendelle sotto uno strato di soffice neve anni prima.
Principessa Anna!” la voce gentile di Gerda interruppe i pensieri della giovane “Il principe Hans è tornato assieme al principe David e alla regina.”
La principessa schizzò fuori dalla camera di Elsa istantaneamente. “Dove sono?” chiese alla balia con il cuore in gola. Allora c’era speranza! Se Elsa era tornata potevano affrontare l’inverno e la minaccia misteriosa avvertita da Turchina.
Nel cortile del palazzo, ma …
Anna non aspettò che Gerda finisse per afferrare la gonna con entrambe le mani e correre a perdifiato lungo i corridoi del palazzo fino al cortile per poi farsi avanti a suon di spintoni tra la folla che si era subito radunata ad osservare lo spettacolo: una slitta di scintillante ghiaccio trainata da tre cavalli di ghiaccio ed una renna (una vera renna!) era atterrata dal cielo senza fare nessun rumore, annunciata solo da una leggera nevicata, portando al castello Elsa, Hans, David, un giovanotto biondo dall’aria particolarmente forzuta ed un pupazzo di neve parlante. I due uomini sorressero Hans che, ferito ad un fianco, sembrava addormentato mentre Elsa ed il pupazzo di neve li seguivano con occhi bassi e preoccupati. Mano a mano che procedevano la piccola folla si apriva in due, liberando l’ingresso al castello. Nessuno parlava, solo gli occhi si muovevano per seguire quel bizzarro corteo.
Anna non sapeva se correre ad abbracciare Elsa o a soccorrere Hans, ma poi i suoi piedi si mossero da soli verso la sorella. L’indecisione era durata solo un attimo ed in un batter d’occhio stava abbracciando Elsa che non fece in tempo a sottrarsi. “Insieme sistemeremo tutto!” disse con il cuore che scoppiava dalla gioia. Ci credeva con tutta sé stesa, tante che le oscure profezie di Turchina sembravano solo lontane e vaghe parole.
Elsa si limitò a ricambiare la stretta gentile di Anna per qualche secondo, lasciandosi cullare da quel calore soffice che aveva quasi dimenticato. “Forse so come sciogliere il sortilegio.” Sussurrò in un orecchio di Anna che si staccò immediatamente con occhi spalancati “Ma prima dobbiamo pensare ad Hans.” Gli occhi della regina si volsero verso il principe ferito che veniva trasportato a braccio nel palazzo da David e Kristoff: tutti avevano visto la lama di ghiaccio conficcata nel suo petto e la parola strega si era diffusa tra la folla come una pestilenza. Elsa cercò di non farci caso: era tornata ad Arendelle e forse sarebbe riuscita a spezzare il suo sortilegio, poi avrebbe lasciato la corona ad Anna e Hans sapendo che avrebbero regnato con giustizia e lei sarebbe tornata sulla sua montagna solitaria. “Va dal tuo futuro sposo.”
Chiamate il medico di palazzo! Pesto!” disse qualcuno mentre Anna correva verso Hans.
Cosa gli è successo?” domandò la principessa a David.
Due guardie del Duca ci hanno seguito, quando abbiamo trovato Elsa c’è stato uno scontro e Hans è rimasto ferito accidentalmente.”
Ma non è stata Elsa a …” Anna non riusciva nemmeno a dirlo, ma il dubbio che quella lama fosse partita dalle mani di Elsa la faceva vergognare di sé come non mai. A quel manichino del Duca di Weselon ci avrebbe pensato dopo. Dopo che Hans si fosse ripreso, dopo che sarebbe tornata l’estate e ogni altro pericolo scongiurato.
No.” Disse David con rassicurante fermezza.
La principessa provò a portarsi davanti al terzetto. Oramai avevano lasciato la folla del cortile ed erano entrati nel palazzo. Nessuno li aveva seguiti, se non per qualche servitore che sii era dileguato con la sessa velocità con cui era apparso. Camminando all’indietro guardò il suo futuro sposo incosciente. Il suo sembrava un sonno sereno e Hans le appariva bellissimo anche in quello stato.
Ehi principessina! Non abbiamo tempo per farti sospirare davanti al tuo fidanzato.” L’altro uomo che reggeva Hans riportò Anna nel presente. Era alto e grosso, se non fosse stato per gli occhi gentili la sua figura sarebbe stata alquanto minacciosa. Indossava abiti pesanti e grezzi, simili a quelli dei tagliatori di ghiaccio. Ciuffi biondi spuntavano dal berretto ed un grosso naso stava al centro di un volto rettangolare con le gote rosee. “Dobbiamo portarlo al caldo ed io devo dare un mucchio di carote a Swen.”
Anna lo affiancò “Tu chi saresti? E chi è Swen?
Io mi chiamo Kristof e Swen è il mio migliore amico.”
È la sua renna.” Puntualizzò David guardando fugacemente l’amico.
I piedi di Anna si inchiodarono al suolo “Il tuo migliore amico è una renna? Tu non esci molto vero?” Non che fosse l’anima delle feste di Arendelle, però almeno lei parlava ancora più con le persone che con gli animali.
Il tagliatore di ghiaccio la guardò torvo, leggermente offeso: dopotutto Swen era molto più intelligente di molte persone. “Non farmi la predica, principessina! Da quanto tempo conoscevi Hans prima di fidanzartici?
Il tempo non ha importanza quando si parla di vero amore.” rispose incrociando le braccia al petto.
Kristoff roteò gli occhi. “Eccone un’altra.” Cos’avevano tutti con questa storia del vero amore? Cos’avrebbero fatto se quel “vero amore” di cui tutti parlavano si fosse rivelato un maniaco? O se magari la notte avesse russato come un mantice? Non era meglio conoscere bene qualcuno prima di dichiararsi eterno amore?
Appena il gruppetto raggiunse la camera di Hans, il principe fu delicatamente adagiato sul letto.
Da quanto tempo è incosciente?” domandò Kistoff a David parlando a voce bassa perché Anna, intenta ad attizzare il camino, non li sentisse.
Da prima di arrivare al castello.”
Dobbiamo togliergli la stalattite di ghiaccio prima che lo faccia morire congelato.
David guardò il cadetto indeciso su cosa fare: la lama di ghiaccio si era conficcata in pieno petto, a poca distanza da cuore, ed era l’unica cosa che aveva impedito che Hans morisse dissanguato; d’altro canto lasciarla lì voleva dire aumentare le possibilità che morisse di assideramento. “Forse sarebbe meglio aspettare il medico di palazzo.”
Kristoff scosse la testa “No, è incosciente da troppo tempo. Posso estrarla io e tu puoi fermare l’emorragia premendo sulla ferita fino a quando non arriverà il medico.”
Il sovrano della Foresta Incantata non era convinto che fosse una buona idea. Non tanto migliore di aspettare e sperare che il medico arrivasse in tempo. Però se Hans fosse morto perché non avevano fatto niente, non se lo sarebbe potuto perdonare. “Va bene.”
 
-----------------------------------------------------------------------------------
 
Elsa aveva voluto vedere personalmente le condizioni in cui versava Arendelle prima di andare dal Concilio del Regno.
Aveva camminato da sola per le strade innevate, sforzandosi di mantenere la testa alta ed un’espressione regale, mentre tutti la guardavano con paura e sospetto. Nessuno aveva fiatato ma gli occhi dei suoi sudditi erano stati un’accusa più che sufficiente. Avrebbe voluto dirgli che le dispiaceva, che non voleva fare del male a nessuno, perfino che forse sapeva come riportare l’estate. Ma non fece nulla di tutto questo. Camminò a testa alta e mani giunte per ogni stradina della città, ammirando le navi congelate e le case che sembravano piccole colline di neve, provando un infinito senso di colpa.
Ad un certo punto vide che attorno a lei si addensarono piccoli fiocchi di neve e che i suoi sudditi si chiusero prontamente nelle loro case, timorosi di una nuova tormenta. Allora pensò ad Anna e a tutte le volte che da bambine giocavano nella sala dei ricevimenti ed i fiocchi di neve si dissolsero istantaneamente, ma nessuno era lì per vederlo.
Tornò a palazzo scortata dallo stesso silenzio che l’aveva accompagnata prima. Nella reggia tutto sembrava immobile, perfino i suoi ospiti smettevano di respirare appena la vedevano. L’unica che le si avvicinò fu Biancaneve, con lo stesso sorriso sincero e gentile con cui le si era presentata al ballo di pochi giorni prima. “Sembra che voi siate l’unica a non aver paura di me.” Le disse Elsa.
Neve inclinò leggermente la testa di lato alzando le spalle. “Ho una certa esperienza in fatto di streghe cattive e non credo che voi lo siate.” Rispose con voce leggera.
Vi ringrazio.” La Regina rimase in silenzio per qualche istante e poi si ricordò delle parole di Hans. “Posso farvi una domanda?
Certo.
Come avete spezzato il sortilegio della Regina Cattiva?”
È stato il bacio del vero amore, non esiste nulla di più potente.” C’era qualcosa nel modo in cui lo disse, forse era il candore di quel sorriso o il luccichio dei suoi occhi, che scaldò il cuore di Elsa. Se Biancaneve poteva trovare qualcosa di tanto unico dall’aver mangiato la mela avvelenata, allora anche per lei c’era una speranza.
Credete che se mi concentrassi su qualcuno che amo potrei sciogliere il sortilegio?” Ci stava pensando da ore, da quando era sulla slitta con Hans e gli altri, ma non era affatto sicura di potercela fare.
Biancaneve prese le mani di Elsa tra le sue, regalandole la fiducia che le mancava “Ne sono certa, Altezza.”
La regina dei ghiacci sorrise di rimando. Adesso poteva affrontare il Consiglio del Regno, il Duca di Weselton o chiunque altro la ritenesse una strega cattiva. “Vi ringrazio. Potreste farmi un favore?
Certamente.”
Credo di sapere come sciogliere l’incantesimo ma ho bisogno di Anna per riuscirci, sapreste dirmi dove la potrei trovare?
Biancaneve le regalò un altro sorriso, sembrava che ne avesse un numero infinto da regalare agli altri. “L’andrò a chiamare personalmente. Voi non fatevi vedere, il Duca pensa che siate tornata per congelarci tutti.”
“Non lo farei mai!”
“Lo so, ma adesso non abbiamo tempo per discutere con quel bigotto pauroso.”
 
--------------------------------------------------------------------------------------
 
Hans si svegliò di colpo sentendo che qualcuno gli toglieva la stalattite di ghiaccio dal petto. All’inizio aveva chiuso gli occhi solo per non vedere ancora Elsa. A malincuore aveva dovuto ammettere di essersi sentito sconfitto dalla Regina dei Ghiacci. Più le si era avvicinato e più i suoi propositi si erano affievoliti. Proprio lui che non aveva mai avuto paura di niente, che non si era fermato davanti a nessun ostacolo, si era scoperto d’argilla davanti all’umanità di Elsa. La cosa che gli dava più fastidio era che l’altra volta non l’aveva nemmeno notata! Si era concentrato su Anna, sul suo disperato bisogno di essere amata, senza preoccuparsi della regina. Anche se le aveva salvato la vita senza pensarci due volte, non sapeva cosa lo avesse spinto. Perfino in prigione, nonostante tutto il tempo che aveva avuto per pensarci e maledirsi per quel gesto, non lo aveva capito.
Per questo si era ripromesso che questa volta sarebbe stato diverso, che Elsa sarebbe stata intrappolata in quell’ampolla a qualunque costo. Invece, oltre ad aver fallito, le aveva perfino rivelato il segreto per sciogliere il sortilegio sul Regno. Aveva osservato la sua preda, come un cacciatore esperto, per finire intrappolato nella sua stessa rete. L’aveva osservata ogni secondo che gli era stato possibile provando una crescente comprensione per il suo dolore, ed alla fine il desiderio di alleviarlo in qualche modo.
Si è ripreso!” aprendo gli occhi vide una testolina rossa sfocata che, dalla voce gioiosa, doveva essere Anna.
È stato fortunato.” Disse uno sconosciuto “Siete arrivati appena in tempo.”
Hans fece per girarsi ma qualcuno lo bloccò. “Non muoverti, rischi di aprire la ferita!” Dalla voce doveva essere Kristoff ma non ne era sicuro.
Hans provò a ribellarsi, ma la presa del tagliatore era troppo forte e lui troppo debole, così dopo pochi secondi lasciò perdere.
Gli darò del laudano.” La voce dello sconosciuto ricominciò a parlare accompagnata dal rumore di piccoli oggetti di vetro “Dovrebbe calmarlo un po’, almeno fino a quando la ferita non si sarà rimarginata.
Non sarà pericoloso fargli perdere ancora conoscenza?” la voce di Anna sembrava davvero preoccupata ed Hans si sentì in colpa per la prima volta nei suoi confronti.
State tranquilla Principessa, il peggio è passato.”
 
------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Quando l’effetto del laudano cessò, la prima cosa che Hans sentì fu il vento fresco sfiorargli il viso. Non era il gelido vento della Montagna del nord, ma una brezza piacevole che profumava di mare e risuonava dei versi dei gabbiani. Con gli occhi impastati si voltò verso la finestra aperta: la prima cosa che vide furono i colori, poi, lentamente, questi presero la forma del cortile del palazzo di Arendelle: il cielo era chiaro e terso, il sole illuminava ogni cosa, la neve era completamente sciolta, le fontane zampillavano acqua cristallina e gli abitanti dell’intero regno festeggiavano il ritorno dell’estate. Un sorriso gli sorse spontaneo sulle labbra appena capì che Elsa era riuscita a spezzare la maledizione.
Se fossi in voi, Altezza, non sarei così soddisfatto del vostro operato.”
Hans avrebbe riconosciuto quella voce stridula ovunque, solo la prima sillaba era bastata per mettergli i brividi: il Signore Oscuro era lì, pronto a riscuotere il prezzo del suo fallimento.
Io non ho fatto niente.” Rispose recuperando la sua faccia di bronzo. Era un bluff, e probabilmente era inutile, ma non perdeva nulla a provare.
Rumpelstiltskin si avvicinò sedia al letto, Hans non si era voltato verso di lui ma il mago poteva comunque sentire la sua paura crescere. “Lo credete davvero?
Come avrei potuto? Ero incosciente. Immagino che siate stato proprio voi a darmelo, o sbaglio?”
Il mago sorrise con una mossa raccapricciante “L’ho sempre detto che siete un uomo più sveglio di quanto il vostro bel faccino non faccia immaginare. Per cui dovreste sapere che con me certi trucchi non funzionano.”
Non so di cosa stiate parlando.”
Avete firmato un contratto, Principe, con il quale vi siete impegnato ad imprigionare Elsa in cambio della vostra vita. Ed invece cosa avete fatto? Vi siete innamorato di lei, le avete detto come controllare i suoi poteri ed adesso non avete più la determinazione necessaria per fare ciò che avete promesso. Che peccato che abbiate deciso di diventare un principe senza macchia ad un passo dal trono!
Un peccato davvero.” Ammise amaramente Hans voltandosi verso lo stregone per la prima volta. “Cosa farete di me?
Vi ucciderò.” C’era una sorta di terribile allegria nella voce dell’Oscuro che fece venire i brividi al cadetto. “Ma non subito, prima vedrete la donna che amate finire nell’ampolla e tutto ciò che lei ama distrutto.” Roteando la mano fece apparire il piccolo oggetto dorato da una nuvola viola.
Immagino che altrimenti non sarebbe divertente.”
 Il mago sospirò sconfortato prima di svanire in una nuvola di fumo, ma le sua voce echeggiò anche dopo che il fumo fu dissolto “Che peccato che abbiate deciso di unirvi agli Eroi, Principe Hans. Eravate davvero il cattivo perfetto di questa storia.”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: __aris__