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Autore: Soul Mancini    12/12/2018    3 recensioni
[Storia momentaneamente sospesa.]
Hoginery, anime in armeno.
Quante anime avete incontrato durante il tour della vostra vita? Eppure con alcune ci si sente immediatamente a casa, ci si avvicina e ci si conosce inevitabilmente. Ci si scontra anche, perché le anime sono tutte diverse e non possono essere sempre d'accordo.
E allora che importanza ha far parte di una famosa metal band losangelina?
DAL TESTO:
«Serj e John stavano intrattenendo una conversazione con una ragazza dai capelli castano chiaro legati in una crocchia.
Un'altra, quasi identica a lei ma leggermente più bassa e più formosa, girovagava per la stanza come una trottola, aggirando i divanetti disseminati sul pavimento con un vassoio di polistirolo in mano.»
Piccole note sulla storia:
- In ogni capitolo troverete una colonna sonora; potrà trattarsi di una canzone dei SOAD o dei progetti paralleli dei componenti.
- Nella storia appariranno alcuni membri di un'altra band, ovvero i Dub Inc, gruppo reggae francese. Non considero comunque questa storia una multiband perché i Dub Inc non saranno protagonisti e appariranno solo in alcuni capitoli. Comunque potrete trovare anche delle loro canzoni nei capitoli.
- Cambierò spesso POV all'interno dei capitoli, ovviamente specificandolo.
Buona lettura :3
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

NOTA IMPORTANTE: nello scorso capitolo, nel POV Sako, era presente un'imprecisione che modificherò non appena il sito si deciderà a collaborare (ho un piccolo problema nel sostituire i documenti html, ma ho già scritto all'amministrazione e spero di risolvere presto).

Ho detto che Sako sarebbe dovuto partire in tour il 7 ottobre con i System e i Souls e si sarebbe recato in Europa; in realtà, prima delle tappe nel Vecchio Continente, hanno affrontato un minitour in Sud America. La prima data è stata il 28 settembre 2011 a Città del Messico, quindi ho supposto che i ragazzi avessero lasciato Los Angeles il giorno prima, il 27.

Sako, Serj, Shavo, Daron e John staranno lontani dai Souls una decina di giorni prima del tour.

Queste date sudamericane, ovviamente, esistono davvero, a differenza di quelle europee.

Ho voluto chiarire prima la cosa perché avevo paura potesse creare confusione. Se avete notato altre incongruenze di questo tipo nei capitoli precedenti, fatemi pure sapere e provvederò a correggerle!

Grazie a chiunque leggerà questo capitolo e, soprattutto, ai miei sostenitori abituali, che mi danno la forza di andare avanti e non gettare la spugna anche nei momenti di dubbio e insicurezza *-*




Always changing


Daron Malakian & Scars On Broadway - Never Forget




♫ Ellie ♫



E con questo click, il nostro album sarà online anche su Spotify!” annunciò Noah in tono solenne, la mano ben salda sul mouse grigio.

Schiaccia quel fottuto tasto, fratello!” esclamò Jacob, saltellando da un piede all'altro in preda all'entusiasmo.

Oddio, che ansia!” borbottò mia sorella, poggiando i gomiti sul piano in legno della scrivania e sporgendosi verso il monitor del computer.

Io tacevo e mi limitavo a torcere tra le dita il mio foulard azzurro, abbandonato sulla mia spalla, fissando la scritta The Soul of Souls sul display luminoso. Quello era il nome della nostra prima fatica discografica, undici tracce in cui avevamo messo tutto il nostro impegno. Undici brani in cui avevano preso forma i miei testi, in cui la mia voce era stata impressa.

Undici canzoni che sarebbero state disponibili sul web per sette miliardi di persone. E sarebbero state il nostro biglietto da visita, avrebbero fatto la differenza tra una band di quartiere e un gruppo musicale affermato. Di quale delle due categorie avremmo fatto parte? Solo il tempo ce l'avrebbe saputo dire.

Noah rivolse uno sguardo a tutti in cerca di conferma. “Siete pronti?”

Vai” dissi con sicurezza, guardando dritto di fronte a me.

Click.

Porca puttana, porca puttana!” strillò Jacob, sventolando in aria la sua copia di The Soul of Souls. Si lasciò sfuggire un grido di gioia, poi venne ad abbracciarci uno a uno.


Ecco a te.” Con un enorme sorriso sulle labbra, porsi la custodia di plastica a Melanie e lei la afferrò con cura, poi la aprì e si illuminò.

Ci sono anche i vostri autografi!” osservò meravigliata.

Ma certo!” esclamò Johanna.

Ragazze, non vedo l'ora di ascoltarlo! Già ho imparato a memoria i primi due singoli, ora posso andare in fissa con nove canzoni nuove!” cinguettò la nostra amica con un enorme sorriso sulle labbra.

Saprò a chi chiedere se mi dimenticherò i testi” commentai con un'alzata di spalle.

Sarebbe bello venire in tour con voi e suggerirteli” disse, rabbuiandosi appena.

Sapevo che quell'affermazione era vera per metà: Melanie sarebbe voluta venire in Europa con noi anche per poter stare con Sako. I ragazzi erano partiti per il Sud America da una manciata di giorni e io non avevo ancora avuto occasione di parlare con la mia amica, ma già aveva accennato a me e Johanna che aveva parecchio da raccontarci.

Ti chiamerò ogni volta prima di salire sul palco per ripassare.” Le regalai un occhiolino e contemporaneamente le diedi un piccolo calcio colmo di significato.

Lei strizzò l'occhio a sua volta con fare complice.

Avete deciso cosa ordinare?” ci chiese Jacob, giungendo alle mie spalle e posando il gomito sullo schienale della mia sedia.

In realtà non avevo neanche dato uno sguardo alle opzioni possibili. Decisi quindi di farmi consigliare dal chitarrista e da Melanie, che mangiavano al McDonald's molto più spesso di me e conoscevano il menu a memoria. Optai per una porzione di patatine, una Coca Cola e un panino con fishburger e un'infinità di altri ingredienti.

Mi offro per farvi da cameriere!” affermò Jacob, sventolando davanti ai nostri occhi un bigliettino con le ordinazioni di tutta la tavolata.

Ti do una mano, tesoro!” strillò Roxanne, comparendo al suo fianco e posandogli la mano su un fianco.

Ridacchiai sotto i baffi e ringraziai i due volontari, poi rivolsi il mio sguardo altrove: Noah e Kate, seduti alla sinistra di mia sorella, conversavano con Anthony, il cugino texano di Jacob che aveva deciso di trascorrere una settimana a Los Angeles ed era quindi stato coinvolto nella nostra cena di festeggiamento per l'uscita del disco. Quel ragazzetto dal viso tondo doveva avere al massimo diciannove anni, ma evidentemente era dotato della stessa esuberanza del cugino, perché non aveva smesso di parlare e ridere un attimo.

Noah in realtà teneva un occhio sempre rivolto allo schermo del suo cellulare, sicuramente curioso di monitorare la situazione del nostro album sulle varie piattaforme in cui era stato caricato. O forse il suo essere distratto non dipendeva solo da quello...

Sospirai. In realtà avevo notato che, da quando il mio amico aveva accettato quell'impiego a New York, lui e Kate si erano allontanati parecchio e tra loro non scorreva più la sintonia di un tempo. Lei aveva detto di essere d'accordo con la scelta del suo ragazzo, ma dal suo sguardo traspariva la sofferenza che l'aveva avvolta in quel periodo. In fondo Noah aveva preferito un bello stipendio a un futuro con lei e, se da un lato cercava di essere orgogliosa di lui, dall'altro si sentiva in secondo piano nella scala delle sue priorità.

Non sapevo se essere dalla sua parte o no, perché non mi ero mai ritrovata in una situazione del genere e non potevo sapere cosa si provava, non ero nella posizione per giudicare.

Certo che quei due certe volte potrebbero anche evitare di dare spettacolo.”

Il commento di mia sorella mi riportò alla realtà; io e Melanie puntammo il nostro sguardo su di lei, curiose.

Jake e Rox, intendi?” chiese Melanie.

Sì. Lei è bravissima in studio, nulla da dire, molto brava nel suo lavoro... ma certe volte è proprio una piattola. Okay, si può fare Jacob quante volte vuole e nessuno la criticherà, ma almeno quando ci siamo noi potrebbe darsi un minimo di contegno. Non immagini quante volte, quando siamo tutti in studio, Jacob se la deve scrollare di dosso e dirle di darci un taglio. E se ci arriva lui, che è un essere di sesso maschile privo di un cervello, allora la situazione è grave” spiegò Johanna, riassumendo in breve un discorso che io e lei ci eravamo ritrovate a fare diverse volte tra noi.

Certo, avete tutte le ragioni per lamentarvi! Cioè, è fastidioso stare accanto a due persone che stanno appiccicate come calamite e sono a un passo dallo strapparsi i vestiti” convenne Melanie.

Dovremmo parlarne con Jake, perché tra i due è quello con cui abbiamo più confidenza” riflettei.

Chissà cosa ne pensa Noah...” si chiese Johanna.

Dopo chiedete anche a lui, magari scoprite che gli dà fastidio” ci consigliò Melanie.

Ma in quel momento fummo costrette a interrompere la conversazione perché Jacob e Roxanne stavano tornando al tavolo con due vassoi pieni di cibo.

Subito addentai il mio panino, che trovai discreto, mentre ascoltavo distrattamente le domande che Anthony poneva a Roxanne a proposito del suo studio di registrazione. Il ragazzo sembrava parecchio interessato e affascinato dall'argomento.

Ellie, come va con Daron?”

La domanda improvvisa di Melanie mi colse alla sprovvista e le lanciai un'occhiata stranita.

Lei alzò le spalle e prese a ruminare una patatina fritta. “È una domanda così strana? Tu e lui avevate fatto pace, giusto?”

Mandai giù il boccone che avevo in bocca. “Come dovrebbe andare? Siamo in buoni rapporti, non abbiamo avuto l'occasione né di passare del tempo assieme né di discutere” spiegai, ed era vero. Dal giorno della festa di Jacob, avevo rivisto i ragazzi dei System pochissime volte e avevo scambiato con Daron solo qualche parola, quindi lui ancora non mi aveva potuto dimostrare nulla di ciò che mi aveva promesso.

E non vi sentite per telefono?” indagò ancora la mia amica.

Johanna ridacchiò tra sé e io la fulminai con lo sguardo.

Sentirci per telefono? Perché mai? Non abbiamo nulla da dirci. E poi Daron riesce a malapena a sbloccare lo schermo del cellulare...” spiegai in fretta. Forse avevo messo le mani avanti e la cosa poteva essere fraintesa, ma non volevo che Melanie si mettesse in testa strane idee. Daron ancora mi inquietava e dovevo ben inquadrarlo, il fatto che avessimo chiarito non significava nulla.

Okay... ma che te ne pare di lui?” domandò ancora la mia amica, dandomi leggermente di gomito.

Nulla. Vedremo come va in tour” la liquidai rapidamente, già stufa di quella conversazione. Daron non era uno dei miei argomenti preferiti, aveva degli atteggiamenti ambigui che ancora non mi convincevano e mi davano da pensare.

Piuttosto... tu e Sako?” bisbigliai in tono malizioso, giusto per metterla un po' in difficoltà.

Lei si illuminò, ma subito dopo si portò il dito indice di fronte alle labbra. “Ne parliamo dopo, quando usciremo per fumare.”

Io e Johanna ci scambiammo un'occhiata complice, poi ci fiondammo letteralmente sul nostro cibo per finirlo il più in fretta possibile. Eravamo troppo curiose.


Allora?” incalzai subito io.

Allora?” ripeté Johanna, facendo scattare la pietrina del suo accendino.

Un attimo, con calma!” Melanie ridacchiò e si appoggiò con la schiena alla parete arancione dietro di lei.

Ci trovavamo finalmente fuori dal McDonald's, a qualche metro di distanza dal resto dei clienti che fumavano e conversavano tra loro; io e Johanna avevamo praticamente messo all'angolo la nostra amica e la stavamo divorando con lo sguardo, affamate di informazioni e scoop.

Allora ragazze, il punto è che...” cominciò a raccontare Melanie a bassa voce, ma subito fece una pausa a effetto e ci osservò con un'espressione tremendamente seria, come se stesse per rivelare il colpevole di un omicidio.

Aveva sempre avuto un gran gusto per il melodramma e si divertiva a sfruttare le sue abilità nel lasciare la suspense durante i racconti, soprattutto perché noi due eravamo curiose per natura e ogni volta la pregavamo di sputare il rospo.

Ma quella volta rimasi zitta, mentre il cuore mi batteva talmente tanto forte nel petto che pareva sul punto di spezzarmi le costole.

Sako mi ha baciato. E mi è piaciuto.”

Il sangue defluì dal mio viso e gli occhi mi si sgranarono. “Sako ti ha...?” balbettai, incredula.

Cos'ha fatto?! Ma è rincoglionito?” esplose mia sorella, basita almeno quanto me.

Ehi, calma!” ci ammonì Melanie. “Non è questa la cosa sconvolgente, prima o poi era inevitabile che accadesse. Sapete qual è la cosa più grave? È che... beh, lui mi piace. Molto. Mi fa sentire amata, è dolce e premuroso... ma...”

Io e Johanna tacemmo, a corto di parole, e attendemmo che Melanie continuasse. Io intanto continuavo a chiedermi se fosse davvero lei la ragazza che mi trovavo di fronte e che dichiarava di essere interessata seriamente a un ragazzo.

CI sono tre problemi principali e pure abbastanza palesi. Il primo è che io, poco più di un mese fa, ho abortito proprio il frutto di una nostra scopata e sinceramente non me la sento di impegnarmi in un'eventuale relazione, tanto meno con lui. Il secondo problema è che tutto ciò non è da me e non so come affrontarlo: sapete quanto sono stata incostante con i ragazzi in questi anni, non ho mai permesso a nessuno di entrare nel mio cuore e non pensavo nemmeno che fosse possibile. E infine, ultimo ma non in ordine di importanza: non so se lui ricambia questi miei sentimenti. So che è attratto da me, fin qui ci sta, ma... e se non fosse disposto a fare sul serio con me? Se lui mi desiderasse e basta? Ho paura di affrontare l'argomento e scoprirlo, potrei rimanerci molto male.”

Assorbii quelle parole con attenzione, una a una, chiedendomi quando mi sarei svegliata da quel sogno surreale. Conoscevo Melanie come le mie tasche e non avrei mai pensato che delle parole simili potessero uscire dalla sua bocca.

Ma lei pareva così serena e padrona di sé, di ciò che ci stava spiegando.

Dal giorno del bacio non vi siete più visti o sentiti?” chiesi chiarimenti, dopo qualche secondo di silenzio.

Ci siamo visti solo una volta, il giorno prima della partenza, e per messaggi ci sentiamo ogni giorno. Ma stiamo ben attenti a non cadere nell'argomento, perché nessuno dei due saprebbe come commentarlo. Penso si senta in colpa per avermi baciato.”

E c'è qualcosa di preciso che gli vorresti dire?”

Melanie annuì sicura. “Vorrei dirgli che non si deve sentire in colpa perché anche io lo volevo, poi vorrei chiedergli quali sono le sue reali intenzioni con me. Infine vorrei spiegargli quali sono i miei dubbi e chiedergli una mano d'aiuto per superarli, se gli va.”

Sako è una brava persona, ti ascolterebbe e ti starebbe accanto in ogni caso” commentai io.

Secondo me questa lontananza non può che farvi bene” intervenne Johanna, che fino a quel momento aveva fumato la sua sigaretta in silenzio. “Ora lui è partito in tour e ci rimarrà fino a novembre, quindi entrambi avrete tempo per riflettere e chiarirvi le idee senza farvi pressione a vicenda. Lui cosa vuole davvero? Tu cosa vuoi? Qual è il modo migliore per chiederlo all'altro? Hai ancora tante ferite aperte, Mel, ed è giusto dar loro il tempo di rimarginarsi.”

Ci riflettei su un attimo, poi sorrisi. “Concordo: avete bisogno di queste settimane di distanza, ognuno da solo con i propri pensieri.”

Melanie ci abbracciò entrambe. “Grazie ragazze, siete mitiche! Come farò senza di voi?”

Non stiamo mica partendo al fronte!” la rassicurò Johanna con una risata.

Oh Mel, siamo così felici che tu abbia trovato un punto di riferimento! Sako poi, che è un ragazzo così dolce!” esclamai io invece con gli occhi a cuoricino. Già, avevo sempre fatto il tifo per loro, ma non ci avevo mai davvero sperato perché Melanie non sembrava intenzionata a interessarsi a lui.

Ma forse lei stava cambiando, così come Sako. Tutti noi, in un modo o nell'altro, stavamo crescendo e maturando.

E, nel bene e nel male, eravamo sempre più uniti.



♫ Daron ♫


Non ne potevo davvero più di grida e mani estranee che mi si appiccicavano addosso. Ormai lo sapevo e forse avrei dovuto farci l'abitudine, ma ogni volta che capitavo in Brasile era un delirio. I numerosi fan dei System erano talmente ossessionati da noi che a malapena riuscivamo ad andare in bagno da soli: ci seguivano in strada, si appostavano in ogni angolo, ci pedinavano fino all'ingresso del backstage, si infiltravano negli alberghi o si fiondavano contro il tour bus, eludendo perfino la sicurezza. E strillavano come dannati, la maggior parte non sapeva neanche parlare l'inglese e pretendeva che noi capissimo comunque.

Così, quando mi ritrovai nel backstage del Rock In Rio in compagnia dei miei amici e colleghi, tirai un sospiro di sollievo e mi andai a posizionare in un angolino tranquillo e appartato. Osservavo il viavai dei tecnici, i componenti delle band di supporto che strepitavano e importunavano gli altri dei System, i musicisti occasionali dei Guns N' Roses che si aggiravano ogni tanto nei paraggi e facevano la spola tra area ristoro e camerini. Si atteggiavano a star perché facevano parte dei Guns, ma nessuno se li filava.

Di certo, se Axl Rose si fosse fatto vedere, le reazioni non sarebbero state le stesse. Ma lo conoscevo abbastanza per sapere che avrebbe messo il naso fuori dal suo camerino solo al momento del concerto.

Certo che è surreale” commentò John, facendomi sobbalzare. Il batterista prese posto sul divanetto accanto a me, poi si chinò per legarsi una scarpa.

Cosa è surreale?” borbottai, cadendo dalle nuvole.

Apriremo per i Guns N' Roses. O forse dovrei dire: apriremo per Axl con gli schiavi di turno al seguito.”

Io non apro nessuno: noi e Axl siamo co-headliners” gli feci notare.

Già.” Si tirò su e posò la schiena sulla spalliera del divano, poi prese a lanciarmi brevi occhiate indagatrici.

Che c'è?” sbottai infastidito dopo una manciata di secondi.

Ti vedo stanco, è una mia impressione?”

Sbuffai. “No, è questo posto che mi manda in corto circuito il cervello. Il Brasile, intendo. Ma dico io, si può essere più pedanti di così? Ho paura che qualche fan mi impianti un microchip per potermi spiare e seguire.”

John rise, poi spostò lo sguardo su Sako che, trafelato ed entusiasta, si dirigeva a passo spedito verso di noi.

Ricordatemi che devo fare i complimenti a Amy Lee quando scende dal palco! Certe volte mi dimentico quanto sia brava... ma poi oggi sta spaccando tutto!” esclamò, buttandosi su un divanetto vuoto di fronte al nostro.

Sorrisi. Lo potevo capire benissimo perché anche io ero un grande fan degli Evanescence; mi sarei anche avvicinato al palco per assistere al loro live, ma quel giorno non ero dell'umore giusto.

Di che chiacchieravate?” chiese poi il tecnico della batteria.

Niente di che, commentavamo la soap opera firmata Guns N' Roses... che va avanti dall'85” disse John con un'alzata di spalle.

Sako ridacchiò. “Certe volte mi sento fortunato a essere il vostro tecnico” commentò.

Solo certe volte?” lo punzecchiai.

Beh, certe volte non è facile accontentare le richieste di quest'orso qui” scherzò, accennando a John.

Ti licenzio, razza d'idiota” lo minacciò l'altro senza troppa convinzione.

Senza di me saresti fottuto, Dolmayan!”

Sbadigliai e mi rannicchiai ancora di più su me stesso.

Trascorse circa un minuto di silenzio in cui origliai distrattamente le conversazioni tra Shavo e i ragazzi delle band di supporto – ovviamente il bassista non perdeva occasione per fare amicizia con qualsiasi essere vivente gli capitasse a tiro –, poi Sako sbuffò, attirando la mia attenzione. Sollevai appena lo sguardo e lo trovai assorto nei suoi pensieri, mentre fissava lo schermo del suo cellulare.

Che c'è?” gli chiese John cautamente, dando voce alla domanda che ronzava anche nella mia testa.

Cosa vuol dire? Perché mi ha scritto questa cosa?”

Io e John sapevamo perfettamente a chi si stesse riferendo Sako.

Quale cosa?” m'informai, raddrizzando la schiena e sporgendomi appena verso di lui.

Il tecnico si schiarì la gola e lesse: “Sai, in fondo questo mesetto di lontananza non può che farci bene. Ci ho pensato e sono dell'idea che entrambi dobbiamo schiarirci le idee, riflettere, definire per bene ciò che vogliamo.” Sollevò lo sguardo su di noi, confuso. “Cioè... non stiamo neanche insieme, e già vuole prendersi una pausa?”

Questa situazione con Melanie stava diventando sempre più intricata e io vedevo il mio amico sempre più distrutto dentro. Aveva perso la testa per una ragazza – cosa che da lui non mi sarei mai aspettato –, l'aveva messa incinta, l'aveva accompagnata ad abortire e poi l'aveva baciata. Non sarei mai voluto essere al suo posto, ero già abbastanza confuso e incasinato così.

Non credo intendesse quello...” cerco di farlo ragionare John, ma ormai Sako era partito in quarta e aveva solo voglia di sbraitare e sfogarsi.

Ma perché mi tratta così? Che colpa ne ho se mi ha rubato il cuore? Ma poi non è neanche colpa sua, cioè, sono stato io a fare la cazzata. La grande cazzata. Perché l'ho baciata? È ancora troppo presto, e poi non so nemmeno se mi ricambia. Ho rovinato tutto... e adesso c'è pure questo tour del cazzo in mezzo, quando tornerò a Los Angeles mi avrà già gettato nel dimenticatoio!” Sako era disperato, gesticolava e si agitava.

Non è un tour del cazzo!” protestai, sperando di stemperare l'atmosfera; l'unica cosa che ottenni, però, fu un'occhiataccia da parte di John.

Quest'ultimo poi, con la sua estrema calma, sollevò appena una mano per far tacere Sako e disse: “Penso che Melanie non intendesse questo. Ha solo cercato di trovare qualcosa di positivo in questa vostra lontananza: potrete riflettere sui vostri sentimenti e, al ritorno dal tour, parlerete e deciderete che fare del vostro rapporto”.

Ciò non toglie che ho fatto una cazzata!”

Non è detto. Non sai se Melanie ricambia i tuoi sentimenti... e del resto in quel momento non ti ha respinto.”

Sako posò il mento sul palmo di una mano e sospirò. “Non lo so. Sono preoccupato perché non la voglio perdere e non so cosa pensa lei di me.”

Ragazzi, tra poco gli Evanescence scendono dal palco e tocca a noi!” esclamò Serj, materializzandosi di fronte a noi.

Sako si ricompose subito, sorrise e si mise in piedi, pronto a svolgere il suo lavoro. “Sono qui per servirvi!” esclamò, pieno di grinta.

Quanto lo invidiavo! Era sempre allegro, non si lamentava mai e nascondeva sempre le sue sofferenze; difficilmente si lasciava andare a momenti di disperazione come quello appena trascorso. Sako era una forza, una persona positiva e solare, che metteva sempre gli altri prima di lui.

E poi c'ero io, sempre di malumore, sempre sovrappensiero. Anch'io stavo affrontando un periodo delicato con Ellie, ero preoccupato per come sarebbero andate le cose in tour con lei, avevo paura di deluderla nuovamente o di non riuscire a controllarmi in sua presenza... ed era tutto così palese, me lo si leggeva nello sguardo, nel tono della voce, in ogni singolo gesto. La mia anima era tormentata e io non lo riuscivo a nascondere.

Al contempo non mi andava di aprirmi e parlarne con nessuno, quindi mi crucciavo da solo, immerso in un mare di dubbi da me stesso creati.

L'ultima cosa che vidi prima di salire sul palco fu il volto di Amy Lee che, esausta dal concerto, ci augurava buona fortuna con un sorriso raggiante.

Ero pronto a darmi in pasto al pubblico brasiliano.

Lo ero davvero?



♫ Johanna ♫


La verità era che l'ansia mi stava mangiando viva perché non avevo mai preso l'aereo, non ero mai stata così lontana da casa per un periodo di tempo così lungo, non avevo mai suonato in luoghi così importanti e non ero sicura di essere all'altezza di affrontare tutto ciò.

La verità era che mi sentivo un fascio di nervi, e per questo continuavo a sbraitare contro tutti coloro che mi si paravano davanti, gatto compreso, e controllavo convulsamente borse e valigie per assicurarmi che ci fosse tutto, nonostante avessi progettato per due settimane la posizione di ogni singolo oggetto in valigia.

La verità era che sentivo il peso di ogni singolo commento al nostro album, ogni singola visualizzazione su YouTube, ogni singolo ascolto su Spotify.

Forse avevo paura di rendere nota la musica dei Souls. Ma ormai il danno era fatto.

Johanna, ti vuoi dare una mossa?” gridò Ellie, affacciandosi alla porta d'ingresso. Lei e mamma mi stavano attendendo in auto da almeno dieci minuti.

Aspetta, sto controllando le ultime cose! Ago e filo ci sono? Hai preso le pinzette? Io però aggiungerei un altro pacco di fazzoletti... e se a una di noi viene il ciclo due volte? Come facciamo? L'ho detto, dovevamo comprare più assorbenti!” Cominciai ad agitarmi e sentii il viso andarmi a fuoco, mentre aprivo e chiudevo ossessivamente tutte le tasche della mia valigia.

Innanzitutto abbassa la voce, c'è la porta aperta e non penso che ai nostri vicini interessi!” mi ammonì Ellie. “E poi l'Europa non è un deserto, se ci manca qualcosa ce la possiamo comprare! Adesso esci da questa diamine di casa, altrimenti giuro che ti lasciamo a Los Angeles e ti sostituiamo con John!”

Borbottando e sbuffando, trascinai i miei bagagli all'esterno e li caricai nel portabagagli.

Nostra madre sedeva sul sedile del guidatore e mi lanciava occhiate sospettose. La sua presenza non mi rassicurava: aveva insistito per accompagnarci personalmente all'aeroporto perché voleva assolutamente conoscere i nostri accompagnatori, ancora non si fidava. Ellie non aveva opposto resistenza e le aveva dato ragione, secondo lei era giusto che nostra madre sapesse la nostra compagnia, ma a me dava fastidio. Insomma, non eravamo più delle bambine, non avevo bisogno della sua approvazione per decidere chi frequentare.

Durante il viaggio verso il LAX, l'aeroporto internazionale della città, non feci che ripassare mentalmente gli oggetti che avevo sistemato in valigia e l'ordine dei pezzi che avremmo suonato ai live. Questo mi aiutava a non pensare ad altro, perché avevo fin troppi motivi per essere agitata e in ansia.

Ellie, sul sedile del passeggero, chiacchierava con mia madre e le raccontava in breve la storia dei System in quanto band.

All'entrata principale dell'aeroporto, come stabilito, Jacob e Noah ci attendevano. Mia madre li salutò calorosamente, dal momento che ormai li conosceva bene, e cominciò a conversare col bassista del suo nuovo futuro lavoro a New York.

I ragazzi ci stanno aspettando dentro, al piano terra, vicino al McDonald's” annunciò Ellie, consultando il suo cellulare.

Così tutti e cinque ci addentrammo in quel labirinto di persone e gates che era il LAX. Io arrancavo per il pavimento lucido, portandomi dietro la mia enorme valigia porpora e il trolley azzurro, e nel frattempo mi guardavo attorno per capire dove accidenti si trovasse il McDonald's.

Da questa parte, ho visto Shavo!” esclamò Jacob a un certo punto, virando verso destra.

Mi dovetti infilare tra una classe di studenti in partenza per una gita scolastica, un gruppo di turisti messicani che sbraitavano in spagnolo, una famigliola con una mole impressionante di bagagli e alcuni passeggeri solitari che mi tagliarono la strada senza neanche chiedermi scusa. Tra un insulto e l'altro, giunsi a destinazione più o meno sana e salva e per poco non rimbalzai contro Serj. Incespicai sulla sua valigia nera, ma lui prontamente mi tenne per un braccio.

Ehi, non cadere, ai Souls serve la batterista tutta intera!” esclamò lui con un sorriso.

Lo strinsi subito in un abbraccio, poi mi voltai e corsi a salutare anche gli altri. Quando arrivò il turno di Shavo, lui intrappolò come sempre me ed Ellie in un grande abbraccio. “Mi siete mancate, bambine mie!” esclamò.

Io mi guardai subito intorno in cerca di mia madre e la avvistai che conversava con Serj e John. La cosa mi rassicurò parecchio: loro due erano in grado di tranquillizzare un oceano in tempesta, avrebbero sicuramente fatto una buona impressione su di lei.

Vinta dalla curiosità, mi avvicinai a loro per assistere alla conversazione.

Siamo abituati a viaggi del genere” stava dicendo John, rilassato come sempre e con le mani affondate nelle tasche dei jeans neri.

Bene. Per Ellie e Johanna invece è la prima esperienza lontane da casa... ma entrambe mi sembrano abbastanza positive e tranquille” commentò mia madre.

Ma sì, andrà tutto bene. In fondo stanno per fare un viaggio di lavoro ed è giusto così.” John sorrise appena.

La casa le sembrerà vuota senza loro due!” commentò Serj con una risatina.

Certo, mi mancheranno molto! Da ventun anni sono abituata ai loro battibecchi, alla musica a volume alto, ai loro passi per casa...”

Sorrisi tra me. Mamma in fondo era contenta per noi, il fatto che si preoccupasse era più che normale. Eravamo le sue due figlie, ci adorava e non voleva che ci capitasse qualcosa di male.

Anche lei mi sarebbe mancata.

Ehi.” La voce di Sako alla mia sinistra mi fece sobbalzare.

Eh... oh, mi hai spaventato!” mugugnai, osservandolo con la coda dell'occhio.

Sei pronta per l'Europa?”

Certo! E tu sei pronto a essere schiavizzato da me?”

Lui scosse la testa. “Io non sono il tuo tecnico, mi dispiace deluderti!”

Chiederò a John se posso prenderti in prestito!”

Sako ridacchiò.

Mi feci più seria e fissai i miei occhi nei suoi. “Sako, come stai?”

Lui abbassò subito lo sguardo. “Alla grande” mentì.

Ragazzi, andiamo! Abbiamo ancora il controllo bagagli da fare!” esclamò un tizio che non avevo mai visto, probabilmente uno dello staff, interrompendo tutte le conversazioni in atto.

Io e mia sorella stringemmo nostra madre in un ultimo abbraccio e lei ci stampò un bacio sulla fronte a testa, poi afferrammo le nostre valigie e seguimmo il resto del gruppo verso la zona del controllo bagagli.

Presi Daron sottobraccio, dato che se ne stava in disparte e in silenzio. “Allora Malakian, che te n'è parso dell'America Latina?”

Sempre uguale. Sempre pieno di gente invasata. Sai che ci aspetta un noiosissimo volo di almeno quindici ore?”

Sbuffai. “E cosa facciamo nel frattempo?”

Prima di andare a cercare il nostro imbarco, entriamo in un negozio di gadget e lo svaligiamo, che te ne pare?” propose con fare complice.

Mi illuminai. “Oh sì! Voglio dei libri e un giornale di enigmistica!”

E se comprassimo uno di quei giochi di società tipo Battaglia Navale?” propose Shavo, che ci camminava accanto.

Ci sto! E un pacco di caramelle, perché anche masticando si ammazza il tempo!” aggiunsi.

E fu così che, vaneggiando e progettando attività da fare in volo, ci preparammo per lasciare la nostra madrepatria e portare la nostra musica nel Vecchio Continente.



♪ ♪ ♪



Ohhh ragazziiii, finalmente si parteeee *-*

Scusate se anche stavolta mi sono dilungata e ho scritto un capitolo a tratti noioso, ma avevo bisogno di spiegare le ultime cosette prima di concentrarmi sul tour!

Perché ho usato questa canzone? Perché volevo qualcosa che desse l'idea di cambiamento, ma allo stesso tempo che avesse un'atmosfera un po' malinconica, in modo da rispecchiare i sentimenti di Melanie e Sako e l'ansia di Jo per l'imminente tour.

Allora, cosa ne pensate del rapporto tra Mel e Sako? E del titolo dell'album dei Souls? Più avanti avrete modo di scoprire le canzoni che contiene e, chissà, magari vi farò leggere anche qualche testo ^^

Benissimo, ora allacciate le cinture, mettete i cellulari in modalità aerea e state attenti che le orecchie non vi si tappino, perché sta per decollare l'aereo... e sarà carico di sorprese per voi!!!!

Grazie a tutti coloro che sono giunti fin qui e che avranno ancora voglia di seguirmi in questa stramba avventura :3

Alla prossima (che non si sa quando sarà, perché non ho altri capitoli pronti... spero di trovare tempo e ispirazione per scrivere!!!) ♥



   
 
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