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Autore: Aittam    12/12/2018    0 recensioni
Quante domande lascia in sospeso questa serie? Quante cose ci proponiamo di risolevere seguendola eppure nulla viene mai rivelato completamente? Ecco a voi la prima parte del Ciclo dei Miracoulus (oppure, visto che recentemente l'italiano è da sfigati: The Miracoulus Cycle) ovvero un insieme di serie che vadano a rispondere ad ogni nostro dubbio amletico riguardo a questo affascinante mondo.
In questa prima parte vedremo ciò che è stato nel passato a noi conosciuto: chi furono i primi portatori? che ruolo ebbero nelle varie età storiche e come si interfacciavano ai Kwami in dati periodi in cui la magia era più semplice di quanto in realtà non sia?
ovviamente non sarà una specie di libro di storia: ogni capitolo racconterà un evento che avrà come protagonisti alcuni portatori, alcuni realmente esistiti e altri inventati di sana pianta da me medesimo con uno studio ben strutturato dei personaggi e uno sviluppo caratteriale, in molti casi, ben studiato e organizzato... il tutto sarà guidato dai Kwami principali che, in un certo senso, saranno i nostri agganci veri e propri alla serie... non mancheranno però riferimenti diretti alla serie originale o anche ad altri media... aspettatevi molte citazioni.
Genere: Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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MELODIA INCANTATA NELLA VALLE DI HAMELIN

Erano ovunque: uscivano da qualsiasi luogo e non li lasciavano in pace.
Erano praticamente onnipresenti.
Non sapevano cosa fare… tutti quei ratti davano sui nervi.
Fu in quel momento che arrivò lo straniero.
 
Era mattina presto quando il viandante si stava avvicinando al villaggio di Hamelin: aveva udito parlare di un’invasione di ratti e aveva saputo che ci sarebbe stato un lauto premio in cambio di una bella disinfestazione.
Il prezzo che avrebbe concordato sarebbe stato ottimo e ciò che più di tutto Fuchsohn desiderava era fare il suo lavoro e andarsene tranquillo con un bel gruzzoletto: metà lo avrebbe risparmiato per i suoi viaggi, un quarto lo avrebbe speso per mangiare e bere nelle osterie e il quarto rimanente per il pernottamento. 
Quando fu arrivato al centro del villaggio la prima cosa che notò era la dilagante sporcizia generale… ecco perché tutti i topi si concentravano in quella zona… non se ne meravigliò affatto.
Ma quando incontrò il borgomastro capì che il posto era così non da prima che arrivassero i topi ma subito dopo il loro giungere.
«Allora com’è possibile che quei roditori siano venuti qui?» chiese Fuchsohn.
«Non è ovvio? Opera del demonio!» urlò lui a metà tra il frustrato e lo spaventato.
«E se fosse all’opera una magia più antica… tipo non so… la natura?»
«Sciocchezze! I ratti non si concentrano in questo modo nelle città! Non siamo nemmeno una città grande!»
«Lo vedo… indagherò… ma prima desidero che mi garantiate un pagamento»
Il borgomastro arricciò il naso ma comunque chiese: «Quanto desiderate?»
«Venticinquemila fiorini»
«Siete davvero sicuro? Per una disinfestazione?»
«Oh! Ma sarà completa… e, vedendo il vostro studio non credo che siate in povertà… quel mosaico di Giustiniano I penso valga venti volte tanto… per non parlare di quella croce d’argento tempestata di diamanti! E quella papalina d’oro?»
«D’accordo! Lo farò» lo interruppe lui con aria seccata per poi congedarlo.
Quel pomeriggio Fuchsohn si preparò: si presentò agli abitanti vestito in modo abbastanza simile da come si era presentato al borgomastro: una tunica legata in vita che arrivava a metà coscia, un paio di pantaloni stretti, due stivali neri riccamente decorati, un cappello da viandante dalla lunga punta sul davanti che sovrastava il capo coperto da un cappuccio (che prima non aveva) ma, novità, tutto rigorosamente color arancione con i bordi bianchi e nero nei punti più esterni (inclusi un paio di guanti che prima non aveva) ed infine, legata al fianco, aveva una singolare arma: un flauto lungo circa mezzo metro che ricadeva alle spalle del suo portatore.
Al collo non aveva più quel ciondolo a forma di coda volpina… che lo avesse nascosto sotto gli abiti per nasconderlo alla vista del popolo?
Fuchsohn non disse una parola ma semplicemente si portò il flauto alla bocca e emise una lunga, lenta e graduata nota bassa e profonda che parve toccare tutti nel profondo ma che era rivolta a qualcun’altro: i topi.
Fuchsohn si voltò verso la dimora del borgomastro dove il residente stava in piedi dinnanzi all’uscio e si scostò con un salto nel vedere qualcosa passargli sopra le costose scarpe lucidate: un ratto nero come la pece si diresse verso il pifferaio che, vedendolo, iniziò a suonare una melodia che alternava momenti frenetici e lieti a momenti calmi e malinconici passando poi a melodie frenetiche e inquietantemente tristi a melodie lente ma felici… come a ricordare una morte attesa?
Il pifferaio iniziò a camminare suonando quelle note così accattivanti alle orecchie dei topi che, udendolo lo seguirono come animati da un desiderio di perdizione e annebbiamento che nessuno avrebbe mai dovuto provare.
Egli continuò a suonare e al primo gruppo si aggiunsero altre frotte provenienti dalle dimore davanti alle quali passavano: egli attraversò ogni strada e ogni vicolo del villaggio; allorché dovesse fare marcia indietro i topi si diradavano per farlo passare seguendo il suo suono con il movimento della testa, come inebetiti.
Essi attraversarono ogni via e da ogni porta, finestra, buco nel muro o stalla uscivano centinaia di topi che si aggiungevano alla colonia che intanto seguiva Fuchsohn senza rendersi conto minimamente di dove si recassero.
Sulle sponde della città scorreva il fiume Weser in cui gli uomini pescavano e da cui venivano merci dalle città più a nord e più a sud: Fuchsohn decise di guidare l’esercito di ratti in quella direzione.
Egli camminò sulla riva e, con calma si mise ad attraversare il fiume finché non si ritrovò con l’acqua all’altezza del petto e suonò fin quando vide l’ultimo ratto entrare nell’acqua per seguirlo nel suo viaggio di morte. Pochi minuti dopo migliaia di corpicini inermi affiorarono sulla superficie facendo la gioia di serpi d’acqua e uccelli affamati.
 
«Questo pagamento?» chiese Fuchsohn quando si fu presentato l’indomani dal borgomastro.
«Pagamento?»
«Ma va? Mica lavoro per far felici gli altri eh!»
«Lo so ma… avete usato una stregoneria… è già un miracolo se non vi processiamo per adorazione del demonio…»
«Io?!? Adorare il demonio? Ma vi sembra normale che un cultista del satanasso venga a liberarvi della vostra piaga chiedendovi anche un pagamento che per voi è minimo? Voglio dire: ventimila fiorini è pochissimo per le vostre casse da quanto noto»
«Quindi non siete…»
«…secondo la vostra visione cieca e ottusa i poteri magici si ricevono solo dal diavolo eh? E se io fossi un santo voi non ve ne accorgereste nemmeno… che tempi!»
«Ma vede… io non pensavo che…»
«…non pensava che cosa? Che io vi avrei liberato dal giogo dei topi e che vi avrei donato un periodo di felicità indescrivibile facendo ciò? Ma mi avete preso per scemo forse? Se è così avete deciso di mettervi contro l’uomo sbagliato!»
«Ma come osat…»
«…per non avermi voluto pagare» lo interruppe lui urlando «Io getterò su questa città la più terribile delle sciagure a cui potevate essere soggetti! E nessuno fermerà ciò»
Detto ciò il pifferaio uscì dallo studio inviperito e si allontanò dalla città per un giorno.
 
Due notti dopo centinaia di bambini lasciarono il loro letto e furono guidati da un’incantevole musica che proveneniva, secondo la loro immaginazione, dal regno delle fate.
Essi seguirono il suono e si ritrovarono al centro della piazza dove il pifferaio suonava accovacciato sulla fontana. Quando videro che tutti i fanciulli erano li si gettò con un salto dal lato che dava sulle foreste (il lato opposto rispetto al fiume Weser) e camminò guidando il gruppo di infanti verso un luogo che né adulto né bambino avrebbero mai potuto vedere da vivi: l’oltretomba.
Essi attraversarono le campagne coltivate e si inoltraorno nelle tetre foreste che circondavano Hamelin attraversando radure, sentieri, zone boscose e colli irti fino a raggiungere le pendici di una montagna.
Nessun lupo o orso li attaccò. Nessun drago sbucò dal sottosuolo per mangiarseli, nessuna malvagia strega cannibale li condusse nella sua casa di marzapane per mangiarseli: essi camminarono per lunghe ore cantando in coro seguendo la voce del flautista.
La luna scomparve dietro le nubi quando essi raggiunsero la metà della montagna dove un rapido e concitato susseguirsi di note del flauto fecero spalancare una fenditura nella roccia viva in cui i bambini furono guidati come da una madre amorevole.
Il pifferaio li condusse nelle profondità della terra, in una caverna buia e oscura e qui continuò verso il centro dove una giovane ragazza vestita da grigio e con una mantella di pelo di ratto sedeva su un trono intagliato nella pietra. Essa distese il braccio con calma e pronunciò tre sole parole: «Punite il popolo»
Il suolo prese letteralmente vita e parve risalire sui bambini, ancora inebetiti nell’udire la musica celestiale di Fuchsohn mentre centinaia e centinaia di topi li uccidevano senza procurare loro dolore ma, letteralmente, divorandoli.
La giovane scese dal suo trono quando di loro non rimasero che le ossa.
«Quanti ne sono morti?» chiese Fuchsohn a Mäusetochter.
«Non più di milleseicento… ma si reintegreranno subito ai defunti quelli che arriveranno grazie ai nostri ospiti»
«Continueremo così fino alla morte?»
«Come ti ho sempre detto amore mio… perché non hanno mai preso dei gatti quegli idioti?»
«Costava troppo mantenerli»
 
Hey ciaò.
Eccomi con la seconda storia … forse un po’ troppo corta?
Ho deciso che, a questo punto metterò come punto di pubblicazione un appuntamento mensile così ho il tempo di organizzarmi al meglio con le trame e gli eventi.
Vi chiedete come mai non siano comparsi i Kwami dei nostri portatori oggi? Forse perché non possono parlare in questo momento? Un po’ come è successo per Nooroo, anche Trixx e Mullo hanno avuto i loro portatori dittatoriali e il pifferaio magico era l’ideale.
All’apparenza buono e simpatico è quello che io definisco un Trickster Maligno (Lila, per fare un esempio, è l’esasperazione più versata al male che io conosca di questo archetipo) ovvero un individuo all’apparenza amichevole e simpatico ma in realtà una vera e propria fonte di pericolo e malasorte.
Per quanto riguarda Mäusetochter, la sua amabilissima signora dei topi… spero che Marniette non si riduca come lei quando finirà per possedere anche questo miraculous… speriamo bene.
Sicuramente, per tutti i miei adorati musofobici non sarà stata una passeggiata leggere l’ultima parte… dopotutti i ratti sanno essere terrificanti no?
Presto arriverà anche un piccolo racconto su una vera e propria santa… voi sapete benissimo a cosa mi riferisco no?
Citando una scena:
 “Bagnerò la Senna con il sangue dei miei nemici ed essi tremeranno udendo il mio nome!”.
                                                            Jean de l’Arc
 
A presto! (spero)
   
 
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