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Autore: Lost on Mars    13/12/2018    5 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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I – ALBUS
 
Mia sorella non si tocca
 
«ALBUS POTTER!»
Sono sicuro che stavolta la Trent mi uccide. Dal momento che sarebbe leggermente illegale uccidere uno studente magnifico come me, credo che si limiterà semplicemente a tirar fuori la peggior punizione della storia, che non so davvero in cosa potrebbe consistere perché nei miei anni ad Hogwarts ho scontato letteralmente di tutto. In questo momento, però, non riesco a ricordare ed elencare tutte le mie mirabolanti punizioni, perché credo proprio che la professoressa Trent stia per uccidermi. È così minacciosa nel suo abito scuro, nel suo capello appuntito e con quei suoi occhietti chiari ma infuocati. Potrebbe essere arrabbiata perché ho erroneamente rischiato di impiccare Pucey col suo schifosissimo cravattino, oppure perché ho minacciato di affatturare Malfoy, intervenuto in suo soccorso, ma adesso che ci penso potrebbe essere arrabbiata con me perché qualche giorno fa ho, sempre per sbaglio, appiccato fuoco alle tende del baldacchino di Frank e… oh, chi se ne frega, sto per morire!
Nel frattempo, noto solo di sfuggita che Pucey ha ricominciato a respirare come qualsiasi essere umano e che Frank se la sta ridendo a non finire poco dietro di me. Devo ricordarmi che, se sopravvivo, devo riempirgli il letto di polvere pruriginosa. Non vedo Derek e Bellamy da nessuna parte, ma credo che loro abbiano avuto il buon senso di rimanere nella torre a finire il tema di Storia della Magia per domani, tema che peraltro non ho nemmeno iniziato e che nei miei piani copierei da Bellamy questa sera, ma ho appena realizzato che se non muoio, ma finisco in punizione, non avrò tempo di copiare il tema e morirei comunque per mano di Rüf domani perché non gli ho consegnato i suoi amati venticinque centimetri di pergamena sulla ripresa economica dei Goblin.
Devo assolutamente trovare un modo per farmi uccidere dalla Trent! O ad evitare la punizione, il che sarebbe fantastico, se solo fosse possibile. Tuttavia, reprimo i miei pensieri, mi costringo a reprimerli e noto che la professoressa mi ha finalmente raggiunto in tutta la sua minacciosità. A questo punto, devo solo fingere di essere calmo e sfoderare il mio immenso fascino.
«Sì, professoressa?» chiedo con molta nonchalance, mentre Frank ha finalmente finito di ridere a crepapelle e nel corridoio è calato uno strano silenzio che, devo essere sincero, mi mette non poco a disagio.
«Esigo sapere cosa sta succedendo» dice lapidaria. E la sento, sento la voglia di mettermi in punizione nella sua voce, quella di farmi rimpiangere il giorno in cui ho messo piede in questo castello, ma non riesce a terrorizzarmi davvero. Mi sto pian piano calmando e mi sto convincendo di avere tutto sotto controllo. Sono Albus Potter. Io la faccio sempre franca.
«È stata tutta legittima difesa, professoressa» rispondo. Lei mi guarda con gli occhi assottigliati e capisco che non ne è molto convinta. «Pucey stava attentando al mio udito con quel suo vocione da scimpanzé, poi ci si è messo anche Malfoy, che attentava alla mia vista e soprattutto al mio olfatto. Stavano per fare fuori tre dei miei cinque sensi e ho ritenuto giusto difendermi.»
La Trent ha mutato espressione solo per alzare un sopracciglio. Non devo averla convinta. Ma proprio per niente. In tutto ciò, sento anche la fastidiosa voce di Malfoy junior blaterare qualcosa a proposito del fatto che mi sto inventando tutto.
«Potter stava per strozzare Alec, professoressa!» esclama, mentre mi costringo ad ignorarlo, puntando lo sguardo da qualche altra parte. «Se non fossi intervenuto io…»
«Toglierò ben quindici punti a Grifondoro per questo teatrino» asserisce, con la voce ferma. «Malfoy, smettila di elogiarti o toglierò dei punti anche a te.»
La mia professoressa preferita è lei, senza alcuna ombra di dubbio. Può mettermi in punizione, togliermi dei punti, sgridarmi, ma ce l’ha con i Serpeverde tanto quanto me, anche se non lo da a vedere. Inoltre, insegna Trasfigurazione, la mia materia preferita in assoluto. Ho ancora un sorrisetto soddisfatto sulle labbra quando sento il suo sguardo di fuoco ancora su di me.
«E tu, Potter, vieni nel mio ufficio dopo cena.»
E in quel momento realizzo di non aver evitato nessuna punizione.
 
«Dovevate vedere la faccia di Malfoy quando la Trent l’ha fatto stare zitto!» Frank ride da un quarto d’ora, più o meno da quando ha cominciato a raccontare a Derek e Bellamy dell’episodio del pomeriggio appena trascorso. Deve essere stato esilarante per lui guardare come ho sollevato Pucey da terra solo incantando il suo cravattino e vedere la sua faccia da scimmione diventare tutta rossa perché il cravattino lo stava effettivamente strozzando, così come deve essere stato divertente vedere Malfoy che cercava di riportare il di dietro del suo compagno giù sulla terraferma e poi cercare di schiantarmi per farmi perdere la concentrazione sul cravattino di Pucey. È stato un po’ meno divertente, almeno per me, sentir risuonare la voce della Trent per tutto il corridoio e vederla avvicinarsi a me come una furia, ma Frank non smette di ridere nemmeno quando parla della mia punizione e per questo riceve un cuscino in faccia da parte del sottoscritto.
«E dai, ha detto di raggiungerla nel suo ufficio, mica di pulire i bagni con Gazza» esclama, tirandomi indietro il cuscino. E questo lui non doveva farlo, perché lo sa che adesso inizieremo una lotta di cuscini coinvolgendo anche quelle altre due povere anime di Derek e Bellamy, se non fosse che il più intelligente, avveduto, e soprattutto curioso dei miei amici non interrompe il mio imminente attacco, chiedendomi qualcosa.
Cosa, di preciso, non lo so. Sono troppo impegnato ad escogitare un piano per far capire a Frank che non può prendermi in giro gratuitamente, né parlare della mia punizione, ricordandomi che dovrò passare i prossimi due mesi praticamente ai lavori forzati. Ah, già. Ecco cosa mi ha chiesto Bellamy.
«Devo catalogare i libri di Erbologia dal 1950 ad oggi. Tutti i venerdì per due mesi» dico, guardando il mio amico, seduto a gambe incrociate sul letto di Derek. «Insomma, Erbologia!»
«Poteva andarti peggio» constata Derek, scartando una merendina. Immagino lo sguardo di Frank, accanto a me, e so che sta pensando esattamente quello che penso io. Abbiamo finito di cenare più o meno un’ora fa e Derek sta mangiando. Di nuovo.
«E cioè?» chiedo io. Cosa può esserci di peggio che passare i propri venerdì sera rinchiuso in biblioteca a catalogare libri che parlano di maledette piante? Sicuramente solo la morte.
«Poteva toglierti il Quidditch» risponde Derek con una tranquillità inaudita. Io spalanco gli occhi e penso che togliermi il Quidditch sia una punizione ancor peggiore della morte. Ora nella mia mente si susseguono immaginari disastrosi: la Trent che mi rimuove dal mio ruolo di capitano, la mia squadra che viene affidata a quell’incompetente di Jeremy Bolton, sempre la mia squadra che potrebbe potenzialmente perdere anche se giocasse unicamente contro quell’incapace di mia sorella, che al primo anno è riuscita a farsi esonerare dalle lezioni di volo da nostro padre, e infine, la mia squadra in fondo alla classifica, schiacciata dal sorrisetto tronfio e canzonatorio di Scorpius Malfoy.
Grazie a Merlino, la Trent non mi ha tolto il Quidditch.
«Se mi avesse tolto il Quidditch, avrei minacciato di gettarmi dalla Torre di Astronomia e, qualora fossi sopravvissuto, di incatenarmi in fondo al Lago Nero e offrirmi in pasto alla piovra gigante» dico frettolosamente. «Sono sicuro che la Trent non vuole che io mi uccida.»
«Certo che no, alzi la media complessiva della classe solo con la tua presenza» dice Bellamy, trattenendo una risata. Poi pensa e aggiunge: «Anzi, alziamo la media complessiva.»
«A proposito» esordisce Frank. Stare zitto per più di un minuto e venticinque secondi per lui è un record, tant’è che cominciavo a preoccuparmi fosse morto. «Possiamo dare un’occhiata al tuo tema di Storia della Magia, Bellamy?»
Io comincio ad annuire molto vigorosamente. Non voglio anche una punizione da Rüf.
«Giusto per trarre ispirazione» aggiungo, ma non devo sembrare molto convincente, perché Bellamy sospira, alza gli occhi al cielo e poi con un balzo si tira in piedi e va a prendere una pergamena sulla scrivania. Poi ce la porge.
«Ti dobbiamo un favore» gli dico, con un sorriso sornione.
«Se vogliamo essere fiscali mi dovete all’incirca ottantaquattro favori, contando tutte le volte in cui vi ho fatto copiare i compiti da quando ci conosciamo» risponde Bellamy.
«Ma tu non sei fiscale perché sei il nostro migliore amico» dice Frank. «E poi noi non copiamo.»
«È vero, ne facciamo solo una libera interpretazione» dico io, per appoggiare il mio migliore amico e salvare la situazione. «E poi Rüf non se ne accorgerà mai.»
«Fcufate, ma Rüf non mette i voti a fimpatia?» dice allora Derek, con la bocca piena di… aspettate, con la bocca piena delle mie merendine energetiche ai frutti di bosco? Oh no, Derek. Questa me la pagherai molto cara.
«Cosa stai mangiando?» lo interrompo immediatamente, quasi incenerendolo con lo sguardo.
«Oh, no…» Bellamy sembra già aver capito cosa sta per succedere e raggiunge furtivamente il suo letto a baldacchino, buttandocisi sopra. Frank, alla mia sinistra, si muove e con la coda dell’occhio lo vedo raggiungere la scrivania in fondo alla stanza per copiare i venticinque centimetri di pergamena che sono da consegnare tra esattamente dodici ore. Penso che dovrei prendere una sedia e mettermi vicino a lui a scrivere, ma Derek sta mangiando le mie merendine energetiche e giuro a me stesso che questo crimine non resterà impunito.
«Non lo fo…» mi risponde il mio amico, allontana dal suo viso paffutello la mia merendina e ne legge il nome sull’involucro multicolore, che reca il logo di Mielandia. Mi guarda. Poi guarda di nuovo la carta della merendina. Poi di nuovo me. Ingoia quello che ha in bocca senza staccarmi gli occhi di dosso. Devo avere un’aria molto minacciosa al momento, perché Derek da l’impressione di uno che sta per farsela nei pantaloni.
«Albus…» comincia a dire. Lo sento. Sta per dire che gli dispiace e che non succederà mai più. E poi vedo me stesso elargire un magnanimo perdono. «Non pensavo fossero tue, è dall’altro ieri che le mangio.»
Ed è in quel momento che l’intera Torre Grifondoro capisce che nessuno può mangiare le mie merendine energetiche ai frutti di bosco per due giorni di seguito e passarla liscia.
 
Rüf ha dato un misero Scadente al mio tema sulla ripresa economica dei Goblin. Cioè, il tema di Bellamy che io ho liberamente reinterpretato togliendo a me stesso due, lunghissime, importantissime ore di sonno quattro notti fa. Lo trovo semplicemente assurdo, specialmente perché Frank ha preso Accettabile, mentre Bellamy e Derek hanno preso un fantastico Oltre ogni Previsione.
Assurdo, ripeto.
E sapete cosa c’è di ancora più assurdo in tutto questo? Che condividiamo questa maledetta lezione con i Serpeverde e che Malfoy ha preso Eccellente. Lo vedo gongolare dal mio posto in fondo all’aula, così come vedo l’elegante E scritta sulla parte superiore della pergamena, che al momento sta sbandierando sotto agli occhi di sua cugina Clemence Zabini. Lei non sembra infastidita né seccata dal comportamento di Malfoy, non c’è da stupirsi, anche lei ha preso un voto altrettanto alto. Credo che Rüf da vivo debba essere stato un Serpeverde, altrimenti non si spiega perché metà della classe abbia preso voti altissimi e l’altra metà, che guarda caso coincide con i Grifondoro, eccezion fatta per quei due traditori dei miei amici, abbia preso voti perfettamente nella media, o peggio.
Credo sia giunto il momento di ricevere spiegazioni adeguate. Così mi alzo in piedi, attirando l’attenzione dei presenti, e mi avvicino alla cattedra con la pergamena tra le mani. L’evanescente professor Rüf sembra quasi infastidito dal mio gesto, ma credo che quest’azione rientri perfettamente nei miei diritti da studente.
«Cosa c’è, Paciock?» mi chiede, con la sua solita voce cupa e trascinata. Io assottiglio lo sguardo per guardarlo meglio, mi è sempre stato difficile cogliere bene i suoi tratti, essendo un fantasma, ma mi dico che non si può capire a quale casa sia appartenuta una persona solo guardandola, specialmente se si ha a che fare con il suo fantasma e non con la persona in carne ed ossa. Sospiro.
«Sono Potter, professore» gli dico. Perché mi confonda sempre con Frank rimane un mistero. «Vorrei sapere perché ho preso Scadente. Insomma, non credo di meritarmelo.»
Riesco quasi a sentire i pensieri di Bellamy che mi maledicono in quindici lingue diverse, perché ho copiato il compito e mi sto lamentando del voto ricevuto. Lo so, ma non sarei Albus Potter se non facessi questo tipo di cose, no?
Rüf mi guarda per qualche istante, forse sta ancora cercando di associare la mia faccia al mio nome e successivamente al mio compito, poi scrolla le spalle e mi sorprende, sfoggiando una memoria mai vista prima. «L’accordo che aboliva i dazi al confine con le terre dei giganti è stato sugellato nel 1456, tu hai sbagliato di circa mezzo secolo. Fu Harg Pietra di Luna e non Horb Mezzaluna a fondare il primo istituto di garanzia per i beni di grande valore, e tra l’altro lo fece nel 1402 e non nel 1702, Potter. Hai fatto anche altri errori, ma non abbiamo tutto il giorno, temo.»
Sospiro. Sono tutti errori di distrazione, dovuti al fatto che mi sono messo a copiare il tema a notte fonda, perché ho passato il pomeriggio a cercare di strozzare Pucey e affatturare Malfoy. Ho ragione quando dico che, in un modo o nell’altro, è sempre e solo colpa di quei famigerati Serpeverde!
Annuisco senza dire una parola e me ne ritorno in silenzio al mio posto. Devo preparare la mia vendetta entro la fine della settimana.
Mentre passo tra i banchi, Malfoy mi strattona, ma io in quanto essere superiore mi costringo a rimanere calmo e mi limito ad incenerirlo con lo sguardo.
«Andiamo Potter, come fai a prendere Scadente a Storia della Magia?» mi canzona. «Non sei capace a ricordarti qualche nozione elementare?»
Avrei una risposta perfetta per far tacere quell’essere platinato da qui fino alla fine dei suoi giorni, se solo sapessi in quale materia fa cilecca. Ma più ci penso, più credo che Scorpius Malfoy vada bene, anzi benissimo, in tutte le materie, per cui non ho fronti su cui poterlo attaccare. E io so, nel mio subconscio, che non posso rimanere impassibile di fronte alla sua provocazione, ne andrebbe del mio orgoglio, della mia dignità e della mia buona reputazione. In nome della profonda amicizia che mi lega con Frank sin dal giorno in cui siamo nati, credo che questo sia il punto in cui lui si alza e viene a salvarmi da questa situazione imbarazzante, ma Frank in questo momento è troppo impegnato a sbavare dietro a Roxanne, che per la cronaca è mia cugina, per potermi prestare soccorso. Devo cavarmela da solo, anche perché Bellamy e Derek stanno confrontando ancora i loro compiti e confabulano come se stessero parlando di segreti di stato.
«Almeno io sono capace a relazionarmi con l’universo femminile, Malfoy» ribatto, poi sposto lo sguardo su sua cugina, seduta al banco vicino al suo. E poi torno a guardarlo. «Mentre tu… sembra che l’unica ragazza che riesca a sopportare il tuo fetore sia la povera Clemence.»
Soddisfatto della mia risposta, aspetto qualche secondo, e dopo aver constatato che Malfoy non è stato capace di rispondere a tono e mi guarda come se vorrebbe spezzarmi l’osso del collo da un momento all’altro, mi dirigo verso il mio banco e mi siedo felice sulla sedia. Poi, decido che è giunto il momento di distogliere l’attenzione di Frank dalle grazie di mia cugina Roxanne.
«Hai sentito cosa ho appena detto a Malfoy?» chiedo al mio migliore amico, dopo averlo preso per una spalla per farlo girare verso di me.
«Eh? No. Cosa?» mi dice lui, ancora con lo sguardo inebetito. Sospiro. Devo trovare a Frank una ragazza che non faccia parte della mia famiglia.
«Gli ho detto che l’unica ragazza che riuscirà mai a sopportarlo è sua cugina» gli rispondo, soddisfatto. «Lui mi ha provocato, dovevo rispondergli!»
«Paciock!» dice il professore dalla cattedra. Stavolta non so se si stia riferendo per davvero a Frank, ma dato che ci confonde sempre, credo proprio che si stia riferendo a me. L’unico problema è che io e Frank ci giriamo all’unisono e sempre all’unisono esclamiamo: «Mi dica!»
Qualcuno soffoca risolini divertiti. E per qualcuno intendo Derek, mentre il resto della classe sembra completamente ammutolita.
«Smettila di parlare o abbasserò il tuo voto da Scadente a Desolante» dice. E allora ho la conferma che si sta riferendo a me, perché Frank ha preso A.
«Sì, signore» sospiro.
Rüf allora si alza, si mette come al solito le mani dietro la schiena e comincia a vagare avanti e indietro, in quello spazio che divide la prima fila di banchi dalla cattedra. «Adesso che avete avuto modo di visionare i vostri compiti e di porgere le relative lamentele» esordisce. Io mi sento chiamato in causa. «Iniziamo l’argomento che sarà oggetto del prossimo tema. L’invasione dei maghi nelle terre dei giganti. Dopo l’abolizione dei dazi per lo scambio di merci con i giganti del 1456 e la fondazione della Gringott nel 1474, tra la comunità magica nacquero numerosi scontenti, che portarono il ministro dell’epoca, Sir George Cussington, ad emanare una serie di provvedimenti che…»
Io mi accascio morente sul mio banco, mentre decido di aspettare che il supplizio finisca. Devo ancora elaborare la mia vendetta contro Malfoy, necessità ancora più pressante dopo il battibecco avvenuto poco fa, ma come? Dovrei trovarlo e sfidarlo a duello, ovviamente ridicolizzandolo. Dovrei farlo in Sala Grande, ma non durante un pasto, anzi, ora che ci penso non dovrei farlo in Sala Grande, rischierei un’altra punizione oltre quella che già ho e non voglio giocarmi il Quidditch. Forse dovrei aspettare la fine della mia punizione, oppure escogitare un metodo che non mi veda direttamente coinvolto nella faccenda. Scarto immediatamente quest’idea, giocare senza sporcarsi le mani è un atteggiamento che meglio si addice alla vigliaccheria della mia nemesi platinata, non certo a me. Non ho affatto paura di prendermi le mie responsabilità. E poi, davvero, chi oserebbe lamentarsi se dovessi battere Malfoy in un duello, spedendolo con le chiappe a terra dall’altra parte del Lago Nero? Ecco, forse dovrei sfidarlo laggiù, così, nel migliore dei casi, gli farei fare anche una bella nuotatina in compagnia della piovra gigante. Non che per lui debba essere un problema: la piovra abita praticamente a ridosso della loro Sala Comune, ormai devono aver fraternizzato.
«E quindi, il capitano Umbert Saltiger oltrepassò il confine nell’inverno del 1489 con quasi diecimila uomini…» Rüf continua a parlare. Frank alla mia destra sta scarabocchiando sulla pergamena, Derek si diverte a far rotolare una matita sul banco, salvandola, quando ci riesce, dal cadere a terra e Bellamy ogni tanto annota qualche parola, ma da qualche minuto si regge la testa con la mano e sembra sul punto di cadere in un sonno profondo.
Finalmente, dopo non so quanto tempo, la lezione si conclude e io mi permetto di sospirare di sollievo. Bellamy si risveglia dal suo torpore, Frank e Derek capiscono che è finalmente tutto finito dal fatto che gli altri si sono alzati in piedi e si accalcano verso la porta. Noi quasi siamo tra gli ultimi ad uscire e nel bel mezzo del corridoio, trovo di nuovo Malfoy, intento a parlare con Clemence e Alec Pucey. Io, ovviamente, dall’alto della mia superiorità, decido di ignorarlo e di passargli accanto, facendo finta che la sua semplice esistenza non mi dia affatto fastidio. L’unico problema, come al solito, dato che non sa accettare la sconfitta, né tantomeno venire a patti con il fatto che io sono e che sarò sempre migliore di lui, è che Malfoy non decide di ignorare me.
«Comunque, Potter» mi dice, seguendomi per qualche passo lungo il corridoio. «Perché non provi a chiedere a tua sorella se anche lei trova insopportabile il mio fetore, come dici tu? Credo rimarresti sorpreso dalla risposta.»
Io mi pietrifico all’istante e mi volto lentamente verso di lui. Mi prendo qualche secondo per realizzare quello che ha detto e nella mia testa cominciano a crearsi immagini davvero poco carine. Insomma, deve aver detto una bugia, una terribile, infamante menzogna.
Deve averlo fatto per forza, perché nonostante siano ben quindici anni che mi chiedo se io e Lily condividiamo davvero lo stesso patrimonio genetico, lei è pur sempre mia sorella. Mia sorella minore. E poco importa che sia stata smistata in Serpeverde, che non le piaccia il Quidditch e che vada decisamente troppo bene in Pozioni, è mia sorella. E mia sorella non si tocca. Eh no, Malfoy, mia sorella non si tocca.
È in quel preciso momento che decido di mandare totalmente all’aria la pianificazione attenta della mia vendetta e che il mio pugno colpisce Malfoy in pieno viso, lui indietreggia di qualche metro, con entrambe le mani a coprirsi la faccia e poi cade all’indietro, finendo effettivamente con le chiappe a terra. Solo che ci finisce ai piedi della McGranitt, che sta camminando nientemeno che con la professoressa Trent.
Penso di essermi appena giocato il Quidditch per il resto della mia vita.
 

Ciao a tutti! Ringrazio chiunque sia arrivato a leggere fino alla fine e spero che questo primo capitolo sia stato di vostro gradimento. Lo ammetto, io sono un po' pazza a pubblicare a ridosso della sessione invernale, ma era da un po' che volevo provare con questa storia ed eccomi qui. È una fanfiction senza troppe pretese, con una Nuova Generazione un po' ribaltata, un po' diversa dal solito. Premetto già da adesso che ogni capitolo sarà narrato da un personaggio diverso, questo è dal punto di vista di Albus: volevo dare una visione a tuttotondo della faccenda e dei personaggi, ma non volevo usare la solita terza persona e ho voluto sperimentare la prima, che uso davvero raramente quindi spero di fare un buon lavoro! :) Non so ancora con quale frequenza riuscirò ad aggiornare, spero comunque in tempi relativamente brevi. Vi ringrazio ancora una volta se siete arrivati fin qui, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, quali sono le vostre prime impressioni, non esitate a lasciarmi una recensione, o anche solo un piccolo commento. ♥
Mars
PS: La storia non terrà conto degli eventi di "The Cursed Child", personalmente io preferirei fare finta che quel libro non sia mai esistito e per eventuali riferimenti mi rifarò unicamente alla saga originale.  
   
 
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