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Autore: Sacchan_    13/12/2018    1 recensioni
In questa raccolta troverete tutte le mie partecipazioni al #writetober2018 indetto da Fanwriter.it scritte per il fandom di Bungou Stray Dogs e con coppia principale DazaixAtsushi.
#Day1: OTP
#Day2: Cliché
#Day11: Headcanon
#Day30: Fluff
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Osamu Dazai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fluff: fanfiction prive di qualsiasi caratteristica angst. Solitamente mantengono un clima caldo e sereno per infondere piacere in colui che legge.
Tuttavia io non sono in grado di scrivere fluff senza prima passare per una sana dose di angst!




DAY 4: FLUFF



Atsushi avvertì le gambe molli come burro. Era partito tutto bene: avevano risolto il caso e stavano tornando verso l'Agenzia, allora come ci erano finiti in quel discorso?
"138 omicidi, 312 casi di estorsioni, 625 di frode, più una lunga serie di altri crimini. Ora che lo sai, davvero pensi che io sia una brava persona?"
Queste erano state le esatte parole che Dazai gli aveva rivolto poco prima, pronunciandole con un sorriso amaro sulle labbra.
"Perché? Perché mi sta dicendo una cosa simile?" Tremò la voce di Atsushi; il suo voleva essere un complimento che esprimesse tutta l'ammirazione che provava verso l'uomo davanti a lui, mai avrebbe voluto rattristarlo in quel modo, né fargli ricordare qualcosa di così doloroso come il suo passato nella Port Mafia. Che stupido che era stato! Aveva parlato col cuore, ma non ci aveva affatto pensato!
"Perché sembri scordare chi ero, ed è bene che tu lo tenga a mente se vuoi continuare ad avvicinarti a me." Gli rispose Dazai infilando le mani nelle tasche, tornando a mostrare un minimo di quel brio che da sempre lo contraddistinse; in realtà fu solo una maschera.
Atsushi non disse più nulla, al contrario scoprì di avere gli occhi che gli bruciavano. Li abbassò a terra, con la speranza di non farsi scoprire, ma Dazai non sembrò curarsene dato che gli diede le spalle, sospirando e proseguendo a camminare, sperando che il ragazzo dimenticasse tutto quanto e lo seguisse, cosa che ovviamente non poteva accadere.
"Però, se mi sta dicendo una cosa simile, significa che lei rimpiange tutto ciò che ha commesso in passato." Ora sì che la voce di Atsushi era davvero incrinata dal pianto. Dazai aveva cercato di lavarsene le mani e andare avanti, ma questa situazione l'aveva generata lui e ora sempre a lui toccava risolverla.
"Chi lo sa." Replicò alzando appena le spalle.
La verità è che nemmeno sapeva bene come ribattere; chissà, forse se ci fosse stato Oda accanto, lui che di orfani ne era completamente avvezzo, si sarebbe fatto consigliare su come farlo smettere di piangere.
"A me non importa niente del suo passato. Mi importa di quel giorno, da quando mi ha salvato dalla fame e dalla morte. Ai miei occhi lei è davvero una brava persona! E dovrebbe smetterla di trattare se stesso con disprezzo!" Improvvisamente la voce di Atsushi divenne più acuta. "Oppure mi sta forse dicendo che la mia opinione non conta assolutamente niente per lei?"
Dazai aprì leggermente la bocca; senza parole era esattamente lo stato che meglio lo descriveva in quel momento.
Cosa stava pensando poco prima, poi? A cosa avrebbe fatto Oda al posto suo?
Forse...
Allungò la mano poggiandola sul capo di Atsushi, che ancora lo teneva piegato verso terra, il quale sgranò un poco gli occhi per la sorpresa di quella carezza improvvisa.
Dazai ne sorrise per la reazione; non solo aveva gli occhi rossi, ma anche la punta del naso lo era. La luce del tramonto, che splendeva su Yokohama, sicuramente lo rendeva più adorabile di quanto già non era.
"Odasaku, avevi davvero ragione." Parlò dolcemente, strofinando i capelli argentei del suo sottoposto.
Finalmente Atsushi tornò a sollevare il viso, incuriosito da quel nome mai sentito prima.
"Odasaku?" Ripeté.
Dazai annuì, staccandosi e rimettendosi le mani in tasca, lasciando che le punte dell'impermeabile svolazzassero portate via dal vento della sera.
"Un giorno ti racconterò anche di lui. E sarà molto più interessante di tutti quei noiosi racconti sulla Port Mafia."
Detto ciò non aspettò più il ragazzo, ma riprese a camminare verso la fine del ponte che stavano attraversando per tornare in ufficio. Ad Atsushi forse serviva ancora un po' di tempo per elaborare quanto accaduto.
E lui, stringendo le mani a pugno, finalmente si decise a muovere le gambe, non più immobile, e seguire le sue spalle.
"Ah! Allora sarò davvero lieta di ascoltarla!"

Parole: 622
   
 
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