Avilio è seduto davanti al caminetto acceso, immobile. La schiena è piegata in avanti, il capo chino e le gambe divaricate, così che in mezzo vi possa far penzolare le mani, strette attorno a un bicchiere di vetro.
Sfiata dalle narici, mentre le gocce fredde di condensa gli solcano le dita. L'ultimo cubetto di ghiaccio è ormai ridotto a un piccola sfera dai bordi irregolari che galleggia sulla superficie dorata dello scotch, tintinnando flebilmente contro il vetro sottile.
Rivolge una rapida occhiata all'orologio a pendolo, poi torna a osservare le fiamme, affondando i denti nel labbro inferiore: dove diavolo è finito Nero? Fuori è buio e il fuoco si sta spegnendo.
Raddrizza la schiena, adagiando il bicchiere sul comodino, poi estrae il pacchetto di sigarette e l'accendino dalla tasca dei pantaloni.
Proprio quando stringe le labbra attorno alla sigaretta, l'accendino acceso e gli occhi chiusi, già intento a pregustare il sapore di tabacco, la porta dell'ingresso viene spalancata e richiusa immediatamente, con un tonfo fragoroso.
«Mh?» senza tradire alcuna emozione nello sguardo, Avilio si volta a guardare Nero, la sigaretta spenta ancora fra le labbra.
«Scusami per il ritardo» la voce di Nero gli pare fin da subito leggermente alterata, ma Avilio non vi presta troppa attenzione, semplicemente lo osserva mentre strofina le mani sul cappotto e si avvicina a lui, sollevando le sopracciglia in segno di sorpresa quando la luce calda delle fiamme gli illumina il viso.
Nero non dice nulla, sfiata dalle narici e rivolge il proprio sguardo altrove, prendendogli la sigaretta di bocca.
«Hai fatto a botte?» Avilio è dubbioso, ma per ora non fa altro che attendere una risposa mentre lo aiuta ad accendere.
«Mh» Nero inspira il fumo ad occhi socchiusi e Avilio inarca un sopracciglio, scettico.
Il più giovane si alza dalla sedia e, incurante della spessa nuvola di fumo che ormai circonda il volto di Nero, si avvicina a lui per osservarlo meglio.
«Sei sicuro?» gli domanda poi, scrutando il suo volto pulito. Pulito tranne che per l'occhio destro, violaceo e leggermente gonfio.
«Certo» Nero sfiata dalle narici, per poi chinarsi così da sedersi di fronte al caminetto, tuttavia si blocca immediatamente, le ginocchia piegate e il fondoschiena estremamente vicino al cuscino.
«Merda...» borbotta poi, stringendo la sigaretta fra i denti.
Avilio lo osserva con entrambe le sopracciglia sollevate, confuso.
Nero aggrotta la fronte, poi, stringendo i denti per il dolore, si siede e spegne la sigaretta nel posacenere con due nervosi colpetti della mano.
«Sono caduto.»
«Caduto?»
«I nostri scalini sono ghiacciati» guardandolo gonfiare le guance come un bambino offeso, Avilio si sorprende ad accennare un sorriso.
Il più giovane afferra l'altra sedia e si sistema accanto a lui, estrae un fazzoletto pulito dalla propria tasca e usa il rimasuglio di scotch nel suo bicchiere per bagnarlo, tamponando con delicatezza l'occhio gonfio dell'altro.
«Fa malissimo» Nero piagnucola, guardandolo con espressione triste.
«Passerà. Dopo tutto questo tempo non dovresti sottovalutare le mie capacità da infermiere.»
Nero accenna un sorriso silenzioso.

Angolo autrice:
Sappiate che dal 25 dicembre fino al 31 sarà possibile, sulla mia pagina Facebook (https://m.facebook.com/OrtensiaEFP/?ref=notif_textonly), "prendere" un cioccolatino dalla scatola. Cosa significa? Ci sarà una lotteria, e ogni cioccolatino nasconderà un premio (una o più recensioni per le vostre storie, un mio scritto su una coppia a scelta, ecc.). Ognuno di voi potrà sceglierne uno e il 31 scoprirà qual è il suo premio!
Spero partecipiate numerosi ☆