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Autore: Myriru    14/12/2018    7 recensioni
Dal testi: il cavallo andava lentamente, permettendole di godersi il sole tramontare all'orizzonte, colorando il cielo di viola e arancio, blu e rosso.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era tornata da poco dalla caserma, stanca della pesante giornata di lavoro. Le era salita di nuovo la febbre e quella tosse sembrava non volerla lasciare in pace, ormai si era quasi abituata a quello stato di malattia che l'aveva colta d'improvviso qualche tempo prima. Il cavallo andava lentamente, permettendole di godersi il sole tramontare all'orizzonte, colorando il cielo di viola e arancio, blu e rosso. Sorrise debolmente, stringendo il mantello per coprirsi dal vento gelido che si era appena alzato, facendole volteggiare i capelli biondi nell'aria.

"Che pace... Se solo durasse..."

Arrivò a palazzo dopo appena una decina di minuti di cavalcata, lasciando la pace di quel paesaggio al caos che regnava in casa a causa dei suoi nipoti e sorelle che animavano quel triste palazzo ogni natale. Sospirò, salendo le scale lentamente trovandosi di fronte la governante.

«Oh madamigella, siete tornata! Giusto in tempo per il bagno! Claire ha appena portato nella vostra camera una tinozza di acqua calda... »

«Vi ringrazio, vi prego solo di non disturbarmi, vorrei stare un po' da sola... »

«Ma certo cara, riposati »

La piccola mano della governante le accarezzò dolcemente la guancia, facendole sentire tutto l'affetto che quella donna provava per lei.

«Grazie nutrice... »

L'anziana signora le sorrise, per poi allontanarsi da lei.

«Ah, dov'è André? »

«Molto probabilmente starà tagliando la legna, ve lo devo chiamare? »

«No, ero solo curiosa. Grazie »

Entrò lentamente nella sua camera, spogliandosi della giacca blu cobalto e dei pantaloni bianchi, per poi liberarsi delle fasce che le stringevano il petto e della biancheria intima, entrando nella vasca bianca del bagno. Si immerse velocemente, per poi cacciare via la testa e rilassarsi nell'acqua calda. Si lavò i capelli biondi e passò una pezza insaponata sul corpo, come a voler pulire la stanchezza di quei giorni da quel corpo. Sospirò beata, poggiando il capo sul bordo della vasca chiudendo gli occhi. Aprì gli occhi solo quando l'acqua era diventata tiepida, si alzò lentamente, strizzando l'acqua in eccesso dai capelli e si coprì con un telo di lana. Raccolse i capelli tutti da un lato e si posizionò vicino al fuoco della sua stanza, lasciando i capelli ad asciugare e a riscaldare il corpo. Con i capelli ancora umidi si vestì velocemente, indossando una camicia bordeaux e i pantaloni scuri, senza però indossare le fasce. All'improvviso sentì qualcuno bussare alla porta.

«Avanti! »

André aprì lentamente la porta, senza fare rumore e si avvicinò a lei.

«La cena è pronta, ti stanno aspettando tutti »

«Ah, grazie André... »

Oscar alzò lentamente lo sguardo verso di lui, sperando solo di non arrossire come una bambina. L'era capitato spesso di arrossire in sua presenza, anche il solo sentire la sua voce l'aveva fatta sussultare. L'uomo le sorrise dolcemente per poi allontanarsi da lei ma sentì subito dopo qualcuno tirargli la manica della camicia.

«Non... Ceni con noi stasera? »

«Ci sono le tue sorelle, non mi sembra il caso. Se hai bisogno di me sai dove trovarmi »

Oscar annuì, dandosi mentalmente della stupida per quella domanda così inappropriata.

///@///

Avevano cenato allegramente, era felice del fatto che tutte le sue sorelle fossero di nuovo a casa come i bei vecchi tempi e sentì una leggera nostalgia.

«Zia Oscar va tutto bene? Siete pallida... »

Oscar sussultò leggermente, notando lo sguardo preoccupato dei presenti addosso.

«Non preoccuparti Loulou, va tutto bene. Sono solo un po' stanca, ultimamente sto lavorando molto.... »

«Beh sei ancora in tempo per ritirarti mia cara Oscar, è inutile che inizi a fare la vittima della situazione »

Disse Victoire acida, mentre tagliava finemente la carne.

«Oh... Scusami tanto se evito in tutti i modi possibili ogni giorno di far esplodere una rivoluzione e evitare che il popolo attacchi le carrozze sfarzose sulle quali viaggi ogni volta. Vuol dire che la prossima volta invece di fermarli li aiuterò »

Detto questo, Oscar si alzò dal tavolo allontanandosi dalla sala, mentre un freddo glaciale bloccò la famiglia.

«Ah, quasi dimenticavo, grazie per aver rovinato anche quest'anno la cena »

Sorpassò velocemente André che stava per servire il vino agli ospiti e si rifugiò in camera sua, come ogni anno.

///@///

Era seduta scomposta sulla poltrona vicino al fuoco, con le gambe poggiate sul bracciale destro e la schiena su quello sinistro, cercando di non pensare a quello che era accaduto poco prima a tavola.

"Perché spero ogni anno di terminare quella dannata cena in santa pace? Perché mi convinco ancora di piacere alle mie sorelle? Perché sono così stupida? E non è neanche da me pensare questo! Tutti credono sia il comandante senza cuore... Anch'io ho dei sentimenti, maledizione!"

Trattenne le lacrime, non di dolore ma di rabbia per se, trattenendosi dal rompere qualunque cosa le capitasse davanti.

«Posso entrare? »

«Si, non preoccuparti... »

«Come stai? »

André si avvicinò lentamente a lei, inginocchiandosi vicino alla poltrona per poterla vedere meglio.

«Come ogni anno André... Come ogni anno... »

«Mi spiace... »

«A me no, sai? Ormai dovrei essermi abituata al linguaggio offensivo di Victoire...»

André le scostò una ciocca di capelli dal viso fermandola dietro l'orecchio, senza smettere di guardarla negli occhi.

«Meno male che ci sei tu... Che mi accetti così come sono... »

Oscar poggiò il capo sulla spalliera della poltrona guardandolo dolcemente.

«Grazie... »

«E di cosa? Sono qui per questo... »

André si allontanò da lei, muovendo la legna nel camino per ravvivare il fuoco.

«Tra poco scoccherà la mezzanotte, perché non scendi? Victoire non si avvicinerà a te dopo quello che le hai detto, stanne certa, è sbiancata di colpo! Sei sempre il freddo comandante della guardia reale quando vuoi!»

Oscar rise debolmente, alzandosi anche lei dalla poltrona per poi avvicinarsi a lui.

«Si, forse hai ragione tu, ma non me la sento di scendere. Preferisco rimanere qui... Con te »

"Ecco... Forse quel con te potevo anche risparmiarmelo...!"

André si voltò verso di lei stupito, mentre la donna voltava il volto arrossato.

Sorrise a quel gesto, così tenero e raro da parte sua e le cinse la vita con un braccio, avvicinandola a se.

«Grazie André... »

«Di niente Oscar... »

La donna alzò lo sguardo verso l'uomo, perdendosi in quei occhi verdi che amava tanto e che l'avevano tenuta sveglia nelle ultime notti, ma mai come quell'uomo che ora aveva davanti e se sentiva veramente tale in quell'abbraccio.

Ecco la differenza tra loro.

Quello che li divideva.

Sentiva i muscoli sotto il tocco della propria mano guizzare ad ogni suo movimento, la camicia leggermente aperta non lasciava molto all'immaginazione e quel volto... C'erano parole per descriverlo? Era così bello... Come poteva non averlo notato in tutti quei anni passati insieme? Lui aveva abbassato lo sguardo, soffermandosi sulle sue labbra rosee e morbide. Non sapeva come descrivere quello che stava provando in quel momento, esistevano parole? L'unica cosa che voleva in quel momento era poterlo baciare, ancora e ancora, senza nessuno che li disturbasse e, perché no, fare l'amore con lui. Si alzò leggermente sulla punta dei piedi per raggiungerlo e lui si chinò verso di lei, sfiorando le labbra. Impaziente, si impossessò delle sue labbra, prendendole il volto tra le mani, togliendole il fiato. Un'altra volta. Anche lei immerse la mano nei suoi capelli scuri, avvicinandolo a sé, sorpresa da come un singolo bacio potesse infiammare il suo corpo. Un bacio lento e languido, da farla restare per qualche istante senza fiato. Si allontanarono per riprendere fiato, con le labbra arrossate e il fiato spezzato. Sorrise dolcemente mentre le teneva ancora il viso tra le mani, accarezzandola lentamente.

«André io... »

«Non dire niente... »

Si allontanò da lei, giusto il tempo per chiudere la porta a chiave, per poi tornare sulle sue labbra.

///@///

L'orologio suonò la mezzanotte, facendo tornare i due amanti alla realtà.

«Buon Natale... A-André...»

L'uomo poggiò la fronte su quella della donna, con il fiato spezzato, mentre la donna si aggrappava alla sua schiena graffiandola quasi.

«Buon compleanno Oscar...»


Note autrice

Lo so, forse è un po' troppo presto per il Natale ma questa storia mi è venuta in mente proprio guardando l'albero dopo averlo finito con la mia famiglia e con la mia classe. L'ho scritta l'anno scorso per wattpad (come la maggior parte delle mie storie qui) , ma volevo condividerla (insieme alle altre) con voi di efp. Spero vi sia piaciuta! ^^

 

   
 
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