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Autore: _happy_04    15/12/2018    2 recensioni
[ DuckTales | Della!centric | 889 parole ]
Your hands protect the flames
From the wild winds around you.
Icarus is flying too close to the sun;
And Icarus's life, it has only just begun,
It's just begun.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- icarus -

Della era sempre stata attratta dal cielo.
La terra era limitata, ti teneva inchiodato in basso, e soprattutto ti dava un confine. Per quanto potesse essere grande, a lei sembrava piccolissima, la faceva sentire costretta, perché sapeva che un giorno i posti sulla terra sarebbero terminati.
Ma il cielo, il cielo non era così. Era infinito, aperto, come la sua immaginazione. Le avrebbe sempre dato nuove aree da esplorare, nuvole da attraversare, alimentando all’infinito la sua sete di sapere, di muoversi, di conoscere.
Un po’ si sentiva come Icaro. Curioso, affamato di meraviglia, ma costretto in uno spazio troppo piccolo per la sua fantasia troppo grande. Lui voleva vedere il cielo, sfiorare il sole, e tuffarsi in quell’ignoto senza fine.
Grazie al padre aveva ottenuto delle ali, degli strumenti di libertà che lo conducessero verso l’alto, e così aveva fatto Della. Nonostante Paperino fosse contrario, zio Paperone le aveva costruito una navicella – una navicella! Voleva dire volare verso quanto di più lontano dalla Terra ci fosse. Fluttuare tra le stelle, vederle brillare, e dal vivo, da vicino. E soprattutto, non c’era un limite. Poteva andare quanto lontano volesse, ma ci sarebbe sempre stato di nuovo da esplorare. Finalmente la sua insaziabile voglia di vedere, di conoscere, sarebbe stata soddisfatta, avrebbe trovato ristoro.
E poi, quando fosse tornata, avrebbe potuto regalare quei ricordi ai suoi figli. Avrebbe visto i loro occhi illuminarsi, proprio come quei meravigliosi corpi celesti che aveva visto, e loro tre sarebbero stati le sue stelle. In quella limitata, quasi soffocante terra loro sarebbero stati la sua via di fuga, la sua gioia, e l’avrebbero un po’ riportata nello spazio.
O almeno, così sperava.
Icaro era stato impulsivo, ingordo. Volare non era stato abbastanza per lui, non era riuscito ad accontentarsi. Quel sole che lui tanto amava, che tanto sperava di raggiungere, alla fine lo aveva tradito. Aveva spietatamente sciolto le sue ali di cera, forse come punizione per aver osato sfidare l’ordine naturale delle cose, e lo aveva guardato precipitare nell’oceano, impassibile mentre l’acqua soffocava le sue grida disperate.
E persino quella penosa fine Della condivideva con lui. Avrebbe potuto lasciare stare, o partire con un equipaggio, o perlomeno prepararsi a tutte le eventualità. Invece si era lasciata sopraffare dalla sua stessa arroganza, come accecata da quello spazio di carta che si era costruita nella sua mente, e si era lanciata nell’universo, pieno così di meraviglie come di orrori e pericoli.
Quello che non avrebbe mai sperato era accaduto. Si era ritrovata in una tempesta, e come doveva fare? Non lo sapeva! Non aveva mai pensato a questa opzione – anzi, in realtà non aveva pensato proprio a niente. Aveva seguito solo il proprio egoista desiderio, senza pensare a nulla prima, ed ecco come era finita. Le sue ali si erano bruciate, la sua navicella si era disintegrata, e lei era precipitata negli abissi dello spazio. A nulla valeva chiamare aiuto, nessuno avrebbe potuto sentirla.
Chissà se Icaro pensava che ne fosse valsa la pena o se si fosse davvero pentito di non ascoltato il proprio padre; di certo, se c’era qualcosa che Della rimpiangeva ogni secondo della sua vita era di non aver dato retta a Paperino. Lui era il suo fratello gemello, colui che le era stato affianco fin dalla nascita e anche prima; probabilmente lo aveva sempre saputo, che quella testona di sua sorella avrebbe finito per mettersi nei guai a causa della sua impazienza, e aveva ragione a chiamarla Dumbella. Altro che stelle – sarebbe già stato tanto se quei ragazzi avessero riavuto indietro una madre.
Cosa pensava mai di fare? Era solo una piccola donna, una su sette miliardi di persone sulla Terra. Come poteva lei pensare di poter riuscire in un’impresa che in un secolo di progressi neanche squadre intere erano riuscite a coordinare?
Aveva peccato di hybris, l’orgoglio letale, e la sua famiglia ne aveva pagato le conseguenze – proprio quello che meno avrebbe mai voluto. Aveva sempre ritenuto, creduto, dichiarato, che la famiglia era il bene più prezioso che aveva, insostituibile e da non trascurare per nessuna ragione al mondo. E adesso eccola lì, sulla Luna, senza contatti con la Terra, e tutto perché voleva sfuggire ai limiti che il pianeta le imponeva.
Era stata un’ipocrita terribile.
Ma non poteva piangersi addosso per sempre. Icaro era morto, ma lei no. Aveva commesso un enorme errore, ma continuava a credere nell’amore, nella famiglia, e finché fosse stata in grado di respirare non avrebbe mai smesso di cercare un modo per tornare da loro. Era pronta a rimediare al proprio sbaglio, e il suo cuore, per quanto ridotto in pezzi e schiacciato, era pieno di speranza.
Come aveva sempre detto anche suo fratello, lei era una testona. Era caparbia, quando si imponeva un obiettivo non si arrendeva finché non lo avesse raggiunto, e, al momento, il suo obiettivo era riuscire a raggiungere nuovamente il suolo terrestre.
Si alzò in piedi. La Terra sembrava così piccola, da lì; portandosi la mano davanti agli occhi, pareva quasi di riuscire a prenderla tra le dita.
Sollevò l’ultima foto che avesse scattato – quella con lei, Paperino e zio Paperone dietro al giaciglio su cui erano posate le tre uova. Ingoiò il nodo che si stava formando nella sua gola e ricacciò indietro le lacrime che minacciavano di inzupparle gli occhi. «Aspettatemi. Tornerò a casa. È una promessa.»

--------- Angolo dell'autrice

Ma salve!!
(Non ricevo recensioni da settimane e non so cosa mi spinga ancora a pubblicare le storie qui ok)
Sono nuova del fandom, quindi mi presento! il mio nick è _happy_04, ma preferisco Happy. Piacere!
Come avrete capito, questa fanfic è direttamente ispirata al cartone di DuckTales, per la precisione il reboot del 2017 - nell'ultimo periodo questo cartone è diventato praticamente una fissa per me, anche perché partite dal preesupposto che sono praticamente cresciuta con zio Paperone e tutta la banda dei Paperi e Topi, e DT ha solo contribuito a riaccendere in me questa fissa.
Detto ciò, passerò al dire che questa fanfic è nata un po' per caso, mentre ascoltavo Icarus dei Bastille e mi è venuta in qualche modo in mente la nostra cara, carissima Della Duck. Ammetto che fin da quando ero piccolina mi ha sempre incuriosito, questa mamma comparsa una sola volta scomparsa come nel nulla. Vederla in DuckTales è stato qualcosa che la me di anni fa avrebbe sempre voluto, quindi... beh, tutta la vicenda mi ha sempre affascinato fin da quando è stata vista nel quadro da Quo, punto.
Boh, penso di essermi dilungata abbastanza. Un abbraccio, e ricordate che le recnsioni sono sempre gradite!
Bacioni,
Happy
   
 
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