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Autore: fiore di girasole    15/12/2018    4 recensioni
Ne spuntò fuori un omone,
un orco alto e assai grosso
ma, strano, non era marrone
e nemmeno vestiva di rosso...
verdi aveva il volto e le mani...
Genere: Commedia, Parodia, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Un altro Natale era giunto
e nel piccolo fiocco di neve
che cadeva dal cielo trapunto
di stelle, una musica lieve
si spandeva nell’aria leggera
creando una lieta atmosfera.

Il Grinch allora, irritato,
decise che per l’occasione
avrebbe anche lui festeggiato
punendo quelle anime buone:
egli avrebbe rubato i regali
ai bimbi e agli adulti ignari.

Chiamò a sé il solo amico,
un piccolo cane randagio,
sporco, spelacchiato e avvizzito
che nulla avea di malvagio.
«Dobbiam lavorar di gran lena,
in paese ci andrem dopo cena.»

Frattanto che saldava il sellino
sulla slitta che fungea da calesse
sentì un tonfo al camino…
Babbo Natale non poteva essere:
tutti sanno che non esiste,
perciò a Natale l’adulto è triste!

Ne spuntò fuori un omone,
un orco alto e assi grosso
ma… strano… non era marrone
e nemmeno vestiva di rosso.
Verdi aveva il volto e le mani,
Alché il Grinch sussultò: Siamo uguali!

«Se la smettessi di ruzzolare
potresti dirmi, di grazia, chi sei?
Ti addentri nel mio casolare
e or saranno pur fatti miei!»
«Hai ragione, ti chiedo scusa,»
disse quello reggendo la mascella contusa.

«Mi chiamo Shrek e il regno
in cui vivo è lontaaaano lontaaano lontaaano,
non potevo accettare lo sdegno
di tenermi con Fiona per mano
in questo giorno per lei “speciale”:
voleva festeggiare il Natale!!»

«Oh!» al Grinch brillarono gli occhi,
«Ho capito bene? Lo odi come me?»
«Il Natale? Certo! A noi orchi
non piacciono dolci, biscotti e il tè…»
«I bastoncini di zucchero, che crudeltà!
Potremmo metterci in società.»

«Aspettate! Aprite la porta
oh gente. Su, fatemi entrare
a scaldare le povere ossa
dopo quel gelo abissale.
Pure io odio a morte il Natale
E quel vociar… come di zanzare.»

Costui era un vecchio gobbuto
Anch’egli di un colore strano,
una mummia per quanto era smunto
gli tremavano sguardo e ogni mano.
«Parlavate di truffare la gente?
Posso aiutarvi, ho un’idea “eccellente”.

Sono Burns, non avevo pensato
a presentarmi, io ho una centrale,»
«colui che brucia è il significato?»
«Esattamente, ma non del nucleare.
Trovo perfetto per me il mio cognome…»
E il Grinch colse l’idea: l’inceneritore!

«Dobbiamo però agire in fretta
che qui c’è già troppa gente,
l’ammucchiata di doni ci aspetta
e il pensiero di voci sgomente.
“Dove sono i miei pacchettini?”
Già immagino urlare i bambini.»

«Un momento, non ho più benzina!»
Gli altri lo guardarono sbieco.
«Me ne ricordo solo stamattina,
ci serve trovare un rimedio.»
«Bau! Bau!» «Il mio amico dice che il mago
della pozione ha grande un lago.»

«Beh, se va bene per carburante
procuriamoci orsù la mistura.
Che ci aiuti nel piano esultante
di disfare l’allegra natura
della festa più buona che c’è,
anche se sfideremo il Re.»

«Quale Re?» lo guardarono basiti
«Quello di Molto Molto Lontano.
Perché sembravate intristiti?
Nessuno di noi è così umano.»
«Harry Potter si chiama: Al Grifon d’Oro
dobbiam recarci. E che sia solo!»

Mentre Grinch e il cane guidavano
e Burns dava le direttive
i due uomini verdi pensavano
ch’era meglio mai più iniziative.
Per essere sicuri di evitare strilla
lesti rubaron tutta la burrobirra.

«Siete certi che sia di Silente?
È avvelenata, ha un sapore strano.»
«No, è di Malfoy Draco, il serpente.»
Questo scherzo fece fallire il piano
ed impararono che finisce sempre male
chi non crede nello spirito del Natale.
  
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