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Autore: MayaPatch    15/12/2018    0 recensioni
Prima parte di una serie comprendente "Ark: Aberration", "Ark: Extinction" e "Ark: Genesis"
Aurora è una sopravvissuta che si troverà suo malgrado ad indagare tra i misteri dell'isola per scoprirne la storia nascosta e il suo scopo. Ma sta accadendo qualcosa. Quel posto sta cambiando.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Prima di iniziare voglio lasciarvi un appunto: le note sono tutte tradotte da me. Non gioco in lingua italiana causa pessima traduzione ed erroracci davvero brutti. Vi basti sapere che ho provato a leggere la nota seguente per confrontare le due traduzioni e, niente, ok che i traduttori sono dei volontari ma il loro modo di lavorare è pessimo.
La mappa di The island può essere trovata tranquillamente su Google :D

Ark-cap3 by MayaPatchQuel mattino Aurora si svegliò con un gran vociare nelle orecchie, si alzò dal letto e diede un'occhiata dalla finestra. Nick dava ordini e gli altri eseguivano. Due enormi Quetzalcoatlus erano stati muniti di piattaforma metallica sul dorso e su di esse erano stati posizionati letteralmente sei cannoni. La ragazza era basita, era vero: i Titanosauri si addomesticavano a cannonate. Inizialmente non aveva creduto alla spiegazione di Jenny, pensava che la stesse prendendo in giro con quel suo «Un paio di palle di cannone ben assestate e sono nostri!» ma si ricredette. Nick non era così pazzo o stupido da provare qualcosa che non poteva fare.
Mentre guardava la scena sentì uno squittio e poi grattare sul legno. Si voltò e aprì la porta. Il suo vicino di stanza aveva dimenticato la porta chiusa e all'esterno c'era forse la creaturina più adorabile che Aurora avesse mai visto in vita sua. «Ciao, piccolino.» disse inginocchiandosi e allungando le braccia per attirare l'animale a sé. Il suo impianto le diceva che era un Jerboa, creatura bipede simile ad una volpe del deserto dagli occhi grandi, le parabole delle orecchie erano larghe e lunghe e lunghe erano anche le zampe posteriori a tre dita e la coda che terminava con un ciuffo di peli. La pelliccia era color sabbia. In tutto la creatura doveva essere alta almeno quaranta centimetri «Sei rimasto chiuso fuori?» chiese la ragazza con dolcezza mentre lo prendeva in braccio.
Girò la maniglia e la porta si aprì, non era chiusa a chiave. In compenso una folata di vento investì entrambi obbligando Aurora ad entrare rapidamente. Infatti un numero indeterminato di fogli faceva a gara per uscire saltando giù dalla scrivania su cui erano stati ordinati con cura «Oh, cavolo!». Il Jerboa le si arrampicò sulla spalla così che la ragazza potesse raccogliere i fogli per rimetterli al loro posto. Con sua grande sorpresa i fogli non solo erano numerati ma addirittura contrassegnati da nomi. Ordinarli sarebbe stato facile anche per lei. Chiunque avesse scritto tutto ciò si era impegnato molto.
Per curiosità ne lesse uno che portava il nome di John Dahkeya, il numero trenta e la dicitura “Luogo: Terra Bruciata”. Aurora corrugò la fronte e proseguì:

“Le Viverne non sono andate via. Si sono fissate su di noi. Beh, se mi vogliono così tanto, mi avranno. Non sono così avventato da combatterle da solo, ma posso almeno insistere affinché Raia prenda la nostra cavalcatura. Se quelle cose andranno a sud, allora lei avrà una possibilità di fuggire.
Raia, se ciò accadrà e leggerai questo, non piangere per me. Il tempo che abbiamo passato insieme è stato più di quello che avrei sperato. Tuttavia, sarebbe assolutamente egoista da parte mia tenerti per me quando hai così tanto da offrire al mondo.
Per quanto mi riguarda, io ho un solo e unico talento, e quelle brutte lucertole troppo cresciute scopriranno cosa è quando le trascinerò all'inferno.
John Dahkeya”

La porta si aprì all'improvviso «Cosa ci fai qui?» era Lex «Non si entra in camera altrui senza permesso.»
Per lo spavento Aurora rischiò di far cadere i fogli «Oh, scusa. Ho trovato questo piccolino in corridoio, voleva entrare. La porta non era chiusa a chiave e l'ho aperta ma il vento...» mostrò i fogli sparpagliati sul tavolo e quelli che aveva tra le mani «Mi dispiace. Volevo rimetterli a posto.» si sentiva mortificata.
Il biondo tirò un sospiro «Non fa niente. Devo ricordarmi di chiudere la finestra quando esco. E la porta.» allungò la mano per prendere i fogli «Li metto io in ordine, dopo. Non ho molto tempo, Nick mi aspetta.» il suo volto era impassibile.
«Il Titanosauro?» chiese lei consegnandogli i fogli.
«Sì. Vuole che diriga l'azione della seconda squadra. Ma ora dovresti davvero andare. Nick si arrabbierà se dovesse vederti qui.»
«Va bene. Ma posso sapere dove hai trovato quel Jerboa?» avrebbe tanto voluto averne uno tutto suo.
Lex indugiò «In un posto che non posso dirti, mi dispiace, ma se ne vuoi uno posso procurartelo.»
Aurora fu un po' delusa per quella risposta, avrebbe voluto addomesticarlo da sola ma non le sembrò opportuno insistere. Poi le tornò in mente quello che aveva appena letto e impellente fu il bisogno di chiedere «Hai scritto tu questi fogli?»
«Unh, sì. Li ho trascritti io.» rispose con tono vago.
«Quindi non è roba tua. Chi è Dahkeya? Che gli è successo? E Raia?»
«Non posso dirtelo.» rispose lui, la sua fermezza sembrò vacillare «Sono cose che a Nick non fanno piacere. Non parliamone più. Potrei finire nei guai.»
La rossa sentiva che la voglia di parlare era tanta, se prima lo sguardo di lui era impassibile, in quel momento lasciava trasparire una certa impazienza, qualcosa si era innescato «Non gli dirò nulla. Voglio solo sapere com'è andata a finire. E che cos'è Terra Bruciata?»
«Ascolta...» esordì Lex con calma «Non ho tempo, davvero. Ma ti dico solo che, beh, John è morto. Ora però va', devo preparare le mie cose.»
«Morto?» il suo timore fu confermato, si fermò sulla soglia della porta «Non è tornato?»
«Beh, quando muori non torni. Per questo si dice che sei morto. Che ti aspettavi?» rispose Lex sardonico, prese la radio che aveva dimenticato ai piedi del letto.
Aurora guardò prima la porta e poi il biondo, non riusciva a darsi una spiegazione «Io sono tornata.» sussurrò in modo a mala pena percettibile.
«Come scusa?»
«Io sono tornata.» rispose lei a voce più alta «Un Giganoto-qualcosa mi ha uccisa e dalla foce mi sono ritrovata alla baia.»
«Questo non è possibile...» commentò il ragazzo con incredulità. Ma il suo atteggiamento cambiò, divenne pensieroso «O forse sì... forse hanno deciso così...»
Aurora strinse gli occhi, non capiva «Chi?»
«È difficile...» la sua radio lo interruppe, era Nick che lo incitava a sbrigarsi. Lex sospirò «Mi dispiace ma devo andare. Se vuoi, portati dietro Jerry, non ama stare da solo.» lasciò che il Jerboa rimanesse sulla spalla di Aurora «Se permetti, devo chiudere la porta a chiave.» sottolineò l'ultima parola.
«Buona fortuna.»
«Ne avremo bisogno, grazie.» rispose lui «E ricorda...» le poggiò un dito sulle labbra e la guardò con intensità «Non parlarne con nessuno.» detto ciò si incamminò per il corridoio.
Aurora fissò per un po' il punto in cui il giovane aveva svoltato per uscire. I suoi pensieri erano in subbuglio. Fin dall'inizio aveva sospettato che ci fosse qualcosa di strano ma ora ne aveva la conferma. Voleva sapere. Perché lei era tornata e Dahkeya no? E la tribù di Kilani? Il Jerboa sulla sua spalla emise un suono vibratorio e strofinò il muso sulla guancia di lei che lo accarezzò.
All'esterno i due gruppi si erano organizzati, Aurora li raggiunse appena in tempo per assistere alla loro partenza e poi andò a fare colazione alla mensa comune. Fu lì che vide una donna vestita in modo curioso, l'aveva già scorta da qualche parte, al portone di metallo insieme a Kilani. Anche lei era ferita e il suo braccio destro era bendato e appeso al petto. Aveva la pelle bronzea e gli occhi azzurri, i zigomi erano alti e le labbra carnose. I capelli neri e ondulati incorniciavano il volto a forma di cuore. Ma l'abito era ciò che attirò l'attenzione di Aurora, un abito da pirata: un cappello nero rettangolare ornato con piume colorate copriva i capelli, la camicia era bianca con le maniche a sbuffo. Il busto era stretto in un corpetto marrone, probabilmente in cuoio. Indossava dei pantaloni neri e degli stivali in cuoio marrone scuro. I fianchi erano avvolti in ben due cinture e ad una di esse era fissata una fondina che conteneva una pistola. Sulla sua spalla era appollaiato un Ichtyornis, un uccello alto almeno quaranta centimetri.
La donna portava un vassoio con la mano sana e il suo volto non era esattamente lo specchio della felicità. Aurora le andò incontro «Posso darti una mano?» si rese conto subito dopo del pessimo gioco di parole che aveva fatto e borbottò un imbarazzato «Scusami». Si aspettava una risposta acida o almeno un rifiuto.
Con sua sorpresa, l'ospite sorrise divertita «Se proprio ci tieni.» le consegnò il vassoio «Ti ho vista l'altro giorno. Bei capelli.»
«Oh, grazie. Anche i tuoi lo sono!»
«Mi chiamo Giselle, tu?»
«Aurora.»

Giselleee by MayaPatchDopo un'abbondante colazione, le due ragazze si recarono alla baia. La zona era stata resa sicura da una lunga muraglia che ora circondava tutta l'area. Nulla sarebbe più entrato. Aurora aveva sentito che era per evitare ulteriore spreco di munizioni e per permettere alla tribù di espandersi al di fuori del cratere.
Da lontano si sentì l'eco di un colpo di cannone «Hanno iniziato.» commentò la piratessa girando il capo verso la montagna innevata situata ad Ovest «Credo che abbiano organizzato un attacco simultaneo. Tipico di Nick.»
«Da quanto lo conosci?» chiese Aurora.
Giselle guardò le nuvole bianche con fare pensieroso «Da una decina di anni. Mi ha salvato la vita ben due volte.» rispose «No, con questa facciamo tre. Mi chiedo cosa ci facesse tra i Teschi Rossi, non è mai stato uno sbruffone come loro.»
«Era nei Teschi Rossi?» esclamò l'altra, stupita «Se non è come loro li ha lasciati per questo. Inoltre è probabile che avesse accettato il loro invito perché forse era da solo.»
«Credo tu abbia ragione.» la mora lasciò passare qualche minuto di silenzio e poi guardò Aurora con sorrisetto furbo «Ti va di vedere un po' i dintorni? Mi risulta che tu non abbia mai lasciato il villaggio.»
La rossa non era troppo sicura «Non è pericoloso? Insomma, i Teschi Rossi potrebbero essere ovunque e...»
Giselle la interruppe con un gesto della mano «Se Nick si è allontanato significa che non c'è pericolo. Dai, non ci allontaneremo troppo.»
Fu proprio per l'insistenza della ragazza che Aurora accettò di andare con lei. Giselle chiese in prestito un Tapejara, creatura volante dai colori sgargianti e una enorme cresta sul capo. La sua sella poteva ospitare tre passeggeri.
Una volta in cielo, Giselle non nascondeva il suo entusiasmo «Guardati attorno!» estese il braccio sinistro come per misurare la vastità che si estendeva davanti a loro. Il suo Ichtyornis prese il volo e le seguiva stridendo.
Agli occhi di Aurora l'isola non sembrò tanto grande, poteva vederne l'inizio e la fine nonostante il cielo fosse coperto da nuvole bianche.
Giselle nominò tutti i monti. Quello dove Aurora era stata uccisa si chiamava Picco Lontano, subito dopo era situato l' obelisco che emetteva luce verde. A sud del villaggio c'erano due monti, il Picco Gelato e il Ventre della Bestia, un vulcano dal cui cratere usciva del fumo nero. La parte centrale dell'isola era occupata da alti alberi dal legno rosso, non a caso si chiamava Foresta di Sequoie «Ci vive la tribù di mia madre, le Valkyrje» spiegò Giselle «Sai, lasciò la sua gente per mio padre, il capitano dei Corsari. Oh, quello è il Picco Rosso.» Indicò poi il Nord, dove si ergeva un altro monte, sulla sua sommità c'era un obelisco che emetteva bagliori blu, era chiamato Picco del Cielo Bianco «Ogni area poi ha un nome ma per ora ti basti questo. Ti darò una mappa!»
Il Tapejara volava rasente le pendici del Picco Lontano, Aurora guardava i ricchi giacimenti di metallo e Ossidiana. Non si stupì della scelta del luogo. Il cratere del Lago Nascosto era a pochi minuti di volo e ciò rendeva più semplice rifornirsi delle risorse necessarie «Quello cos'è?» chiese la ragazza socchiudendo gli occhi. Un bagliore bluastro aveva catturato la sua attenzione, era troppo piccolo per essere un giacimento e il sole era sparito da un po', coperto dalle nuvole.
Giselle fece atterrare il Tapejara su una rovina in pietra abbarbicata sul pendio. Al centro era situata una specie di pedana circolare dai pattern esagonali. Il suo aspetto pulito e metallico contrastava l'antichità della pietra su cui poggiava.
Aurora si avvicinò alla struttura azzurra che emetteva il bagliore «Di che si tratta?» la osservava con curiosità.
Giselle sollevò le spalle «Non ne ho idea ma temo che sia quel genere di cose che Nick non apprezza.» c'era una nota di rimprovero nella sua voce.
«Anche Lex mi ha detto qualcosa a riguardo. Ma è solo una storia.»
La piratessa sospirò «Si tratta di diari di persone che sono state qui prima di noi. Nick non ha piacere a parlarne. Perciò... evitiamo qualsiasi contatto con robe di quel tipo. Questa in particolare è diversa. Non l'ho mai vista prima.» i suoi occhi guardavano la struttura con diffidenza.
«Ciò significa che è apparsa dopo.» ipotizzò la rossa «Credi che significhi qualcosa?» osservava con interesse il bagliore azzurrino, era lo stesso che emetteva il suo Impianto. Se ne sentiva attratta, doveva avvicinarsi, interagire con esso.
«Aurora, non avvicinarti troppo e non toccarla. A maggior ragione se è apparsa ora. Non mi piace.»
«Non credo che sia pericoloso.» Aurora alzò la mano sinistra, il suo Impianto reagiva emettendo luce azzurra.
«Aurora. Non...»
In quel momento accadde qualcosa. Dall'impianto di Aurora fu proiettato un ologramma che circondò le due come in una bolla.
«Wow. Che hai fatto?» perfino la mora era rimasta senza parole.
«Non lo so.»
L'ologramma era un messaggio. Aurora poteva farlo scorrere interagendo con esso con la mano e lesse:

Non posso essere certa quando troverete questo frammento di pensieri. Forse sarà il primo che toccherà le vostre menti, o l'ultimo. Posso seguire causa ed effetto attraverso la ragione, ma il tempo? Richiede concentrazione.
Secondi, Secoli, decadi, ore, minuti... tutti confluiranno in un vorticoso torrente. Non è sempre stato così, lo so. Una volta che il tempo è passato per me, lo è anche per voi, ma ora non sono sicura di quanto sto aspettando, so solo che mi sembra infinito.
Il passato, il presente e il futuro hanno importanza quanto il loro effetto su ogni altra cosa, ma per me? Concetti. Variabili. Non illusori, ma nemmeno tangibili.”

Giselle trattenne il respiro anche quando l'ologramma sparì. Aurora guardava il suo Impianto con stupore e lo sfiorava con le dita come se sperasse in qualche altro strano avvenimento.
«Non farne menzione con nessuno.» disse improvvisamente Giselle con tono piatto.
«Sì lo so, Nick potrebbe arrabbiarsi.» ripeté Aurora meccanicamente.
Giselle sembrò esitare, spostò una ciocca dietro le orecchie e assunse un'espressione più rilassata «Che ne pensi se andiamo a vedere se hanno finito?»
«Cosa? Ah, il Titanosauro. Giusto!» se ne era quasi dimenticata. Prima di salire sul Tapejara, diede un ultimo sguardo al piedistallo e si chiese chi avesse lasciato quel messaggio. Probabilmente ne avrebbe parlato con Lex, sembrava l'unico ad interessarsi alla faccenda e forse anche lui ne aveva trovato un altro. Ma al momento quel messaggio le sembrò privo di senso.
«Dovrebbero essere Tra il Dente Gelato e la Foce d'Inverno.» disse Giselle.
Si recarono dunque a nord, sorvolarono il villaggio dei Difensori e gli spari dei cannoni divennero più forti.
«Più a sinistra! Ci viene addosso!» esclamò uno dei Difensori che si teneva stretto alle ringhiere fissate alla piattaforma metallica situata sul dorso del Quetzal.
Il Tapejara si fermò a mezz'aria mentre il Quetzal accelerava e prendeva quota per evitare il contatto con l'enorme dinosauro che lo stava inseguendo inferocito. Il capo troppo piccolo per una creatura così grande era ricoperto di graffi.
Aurora scorse Lex, era in piedi e caricava i cannoni «Torna giù! Si è calmato!»
Il pilota eseguì e obbedì alle indicazioni del biondo in modo che potesse allineare le bocche dei due cannoni posti sul retro. Il Titanosauro camminava placidamente, come se si fosse dimenticato di quello che stava facendo. Fu allora che Lex approfittò. Ordinò di spostare il Quetzal al lato del colosso. Lo seguì e di tanto in tanto accelerava così da trovarsi sempre all'altezza del capo. Quando il Titanosauro svoltò, il Quetzal accelerò ulteriormente e le bocche dei cannoni furono perfettamente allineate col bersaglio. Lex prese la mira e sparò centrando in pieno la fronte del bestione.
«È nostro!» esclamò il pilota quando vide il collo del gigante afflosciarsi verso il basso.
Il Titanosauro rimaneva in piedi con il capo abbassato, stordito.
«A te l'onore! Com'era la scommessa? La sella a chi lo accoppa!»
Lex accennò un ghigno furbo e saltò sulla schiena del Titanosauro quando il Quetzal fu abbastanza vicino. Attivò il suo Impianto e sul corpo del colosso si materializzò una sella-piattaforma. Il Titanosauro si svegliò all'istante emettendo un verso vibrante e fu pronto per ricevere ordini.
«Congratulazioni!» esclamò Giselle, il Tapejara atterrò sulla piattaforma e le due ragazze poterono smontare.
Aurora si guardò attorno, erano molto in alto e la piattaforma era immensa. Barcollò un po' quando il Titanosauro iniziò a camminare verso la sua nuova casa ma reggersi in equilibrio non fu difficile. Il ritmo era lento e stabile.
«Credi che Nick ci abbia visto giusto?» chiese Giselle.
«Per quanto possano essere resistenti quelle armature, dubito altamente che possano reggere il peso e la forza di una pedata da parte di una creatura del genere. Gravità e forza faranno il loro lavoro.» rispose Lex, prese la radio «Abbiamo finito il nostro lavoro. Torniamo a casa.»

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Capitolo finito! Scusate il tempo impiegato ma ho dovuto preparare due esami a poca distanza tra loro. Inoltre la release di Extinction mi ha tenuta incollata al gioco xD
Credo che i capitoli di “presentazione” siano finiti, dal prossimo finalmente entreremo un po' nel vivo! Ricordate che commenti e feedback sono ben accetti!


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Capitolo finito! Scusate il tempo impiegato ma ho dovuto preparare due esami a poca distanza tra loro. Inoltre la release di Extinction mi ha tenuta incollata al gioco xD
Credo che i capitoli di “presentazione” siano finiti, dal prossimo finalmente entreremo un po' nel vivo! Ricordate che commenti e feedback sono ben accetti!


  
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