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Autore: Elgul1    15/12/2018    5 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Ureka correva all'impazzata lungo il sentiero verso la valle. " Permesso!" Gridò colpendo alcuni dei Naraku che trasportavano alcuni sacchi pieni di cibo e facendoli cadere a terra.
" Scusate!" Gridò ancora alle ingiurie degli uomini. Appena aveva saputo della cosa avrebbe fatto i salti di gioia se non fosse stato vietato.
 - E' tornato finalmente.- Pensò fra sè e sè entuasiasta. Shin, quella mattina, aveva ricevuto un corvo e lei, senza farsi beccare, l'aveva letto. Gintoki stava tornando. Questo era il messaggio.
 
La giovane riprese  fiato scostandosi i capelli verdi ormai lunghi rispetto a due anni fa anche la divisa ormai gli stava stretta sul petto prosperoso e sui  fianchi. - Chissà se mi riconoscerà.- Pensò fra se e se compiaciuta di com'era cambiata rispetto a due anni prima quando lui, per una punizione, se n'era andato. - Non mi darai più della piccoletta razza di sbruffone.- Pensò ancora fra sè e sè. A un certo punto un rumore di passi attirò la sua attenzione Ureka alzò lo sguardo sorridendo pronta ad accoglierlo ma, prima che potesse dire qualsiasi cosa rimase in silenzio. 
 
Gintoki era lì di fronte a lei. L'aria truce, più del solito, gli solcava il volto che sembrava più incavato. Il corpo, più alto, sembrava più magro di quanto non fosse stato due anni fa. 
 
" Ciao Ureka." Disse freddamente con un sorriso stanco sul volto. 
" Ciao... ciaooo Gin." Mormorò lei balbettando alla vista di quei due occhi che sembravano glaciali. 
" Ti vedo cambiata." Ammise il ragazzo sorridendo e scompigliandogli i capelli. La ragazza si riscosse e si distacco. 
" Uffa! Sai quanto ci metto a sistemarli?!?" Sbottò inviperita lei fissandolo torva. 
" Dai andiamo, sono abbastanza di fretta." Rispose lui senza prestare molta attenzione allo sguardo della ragazza che lo seguì. 
" Com'è stata la missione?" Chiese Ureka curiosa. Il ragazzo non rispose e continuò ad andare avanti lungo le scalinate. 
" Che hai fatto in questo periodo? Sei diventata una spada?" Domandò a sua volta Gintoki cambiando così discorso. 
Ureka lo guardò stranita da quel modo di cambiare argomento ma stette al gioco. " Ancora no..." Brontolo rattristata sbuffando. " Shin non mi ritiene ancora all'altezza per prendere seriamente quell'impegno." Spiegò.
 Il giovane la guardò di traverso e con un ghigno. " Com'è che dicevi? Saresti diventata una spada più alta di me di grado? Non mi pare proprio." Mormorò iniziando a ridere. Ureka lo guardò maligna stava per dargli un calcio quando una figura gigantesca si paleso di fronte a loro. 
" Gintoki!" Esclamò lieto Shin stringendo in un abbraccio il più giovane che si sentì stritotale. " Come stai?" Domandò. 
" Stavo bene prima che mi stritolassi." Sbottò il giovane.                                         
" Oh scusa..." Replicò la spada scostandosi. " Ho saputo che farai una nuova prova oggi. Ne sei sicuro?" Gli chiese ancora lui. Ureka rimase basita.
 " Perché non mi hai detto niente?" Domandò rivolta a Gintoki.
Il bianco sospiro. " Si Shin, oggi sosterrò la prova. Ureka ci siamo visti due secondi fa non avevo il tempo per dirtelo." Spiegò seccato ad entrambi continuando a salire le scalinate tallonato dai due. " C'e stato qualcun'altro che ha fatto la prova?" Domandò a un certo punto il giovane a Shin dietro di lui di qualche gradino. 
" Si. Oboro." Rispose brevemente seccato. " Dimmi che è morto ti prego." Borbottò Gintoki alzando gli occhi al cielo per la frustrazione. " Purtroppo per te e me no. E' diventata la prima spada e quindi sai cosa vuol dire vero?" Gli rispose di rimando la terza. 
 
Gintoki annuì. Chi diventava prima spada aveva diritto a sfidare direttamente il capo di esse e poterne diventare il leader. - Devo sbrigarmi a diventare Kuroyasha prima che quel bastardo possa bloccarmi.- Pensò Gintoki. Il capo delle spade aveva la possibilità di eliminare qualunque delle dodici se non ritenuta idonea. Mentre ricordava questo, di fronte a lui, la piccola arena circolare si mostrava con già delle spade disposte.
 
 
" Benvenuto undicesimo..." Mormorò Oboro seccato dalla presenza del bianco di fronte a loro. 
" Salve a tutti." Rispose Gintoki alzando la mano per salutare senza ricevere niente di rimando. 
" Sei giunto qui per elevare il tuo status giusto?" Domandò la quarta figura con al suo fianco una ragazzina dai lunghi capelli neri. Lui annuì di rimando.
  " E chi sfiderai oggi giovane Gintoki Sakata?" Chiese ancora la donna. Lui chiuse gli occhi e riflettè. Ci aveva pensato molto in quei due anni ed era giunto a una conclusione. 
Sospirò piano poi mormorò:" Sfido la quarta spada..." Tutti gli occhi fissarono la donna con la ragazzina al fianco che sorrise sotto la maschera. Shin rimase di sasso. - Perché non ha sfidato Oboro? Non crede di essere capace di ucciderlo? O forse c'e dell altro?- Pensò fra sè e sè. Era convinto che avrebbe puntato al secondo posto oppure al primo perché proprio a lei? Questa domanda non gli dava pace in quell'istante. Fu Ureka a tirarlo per la manica facendogli notare che, i due, si stavano dirigendo al centro dell'arena.
 
 
" E così sarò io la tua avversaria Gintoki?" Chiese con garbo Kurenai togliendosi la maschera dal volto. Il bianco non rispose ma fece un passo avanti con la spada sguainata. " Sei stato in isolamento per due anni interi. Cosa ti è successo ragazzo?" Domandò la donna avvicinandosi al centro dell'arena sicura di se e con la katana ancora nel fodero. Lui non rispose ma avanzò deciso con uno strano sguardo indirizzato alla sua avversaria. 
 
 
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" Quello che hai fatto ti ha reso muto per caso?" Chiese ancora lei convinta mettendosi in posizione di guardia.
 Senza rispondere lui attaccò la donna con un fendente frontale. Kurenai frappose la lama bloccando l'assalto facilmente e cercando di penetrare nella guardia del giovane infilando la sua spada. Gintoki fece un salto all'indietro per evitare la punta a pochi millimetri dalla sua faccia ma, Kurenai, gli ando dietro veloce eseguendo una stoccata diagonale che, il bianco, evitò scartando di lato e contrattaccando con un colpo al fianco sinistro dell'avversaria. Lei sposto la spada in una frazione di secondo riuscendo così a parare l'attacco e incrociando di nuovo la spada con lui in una prova di forza.  
      
" Sei cresciuto molto dall'ultima tua lotta. Lo ammetto..." Disse la donna sferrando un calcio per distanziare il più giovane. " Ma, anche così, ti manca qualcosa per essere una degna spada..." Aggiunse mirando alla gola del giovane che, con la parte piatta della katama, deviò il colpo per poi di slancio sferrare una stoccata al volto della donna che indietreggio vistosamente per evitare la lama. 
 
" Cosa puoi sapere tu cosa mi occorre per essere una spada?" Domandò Gintoki con voce fredda. 
" Non sai cosa ho passato in questo periodo tu nemmeno lo immagini..." Disse ancora attaccando con una serie di fendenti mirati al petto della donna che, con maestria, si difendeva senza alcun problema.                                 
  " Credi che non lo sappia..." Rispose la donna sarcastica infiltrandosi nella sua guardia a pochi millimetri dal suo collo. " Sono una spada da oltre dieci anni. So bene cosa significhi." Disse ancora cercando di tagliare la gola al giovane che, retrocedendo subì solo un piccolo taglio alla gola.      " Uccidere o essere uccisi. Portare morte dovunque ci sia la vita. Questa è la missione che ci viene data come spade obbedire fino alla morte questo è quello in cui crediamo." Spiegò brevemente mentre continuava a incalzare il giovane costretto a difendersi dagli attacchi feroci e rapidi della sua avversaria.                                                                                                                      " Chi credi di essere per poter avere una coscienza? Chi pensi di essere per avere rimpianti?" Domandò stavolta seria in volto eseguendo un fendente verso la testa del giovane che si abbasso per schivare e contrattacco con una stoccata dal basso che prese in pieno la spalla destra della donna aprendo una ferita. 
" Tu parli troppo..." Le mormorò Gintoki freddamemte mirando al fianco della ferita con una stoccata. La donna deviò il colpo a fatica emettendo un ringhio soffocato. " E' il momento, di porre fine alla tua vita Kurenai quarta spada..." Annunciò il ragazzo sollevando la spada e poi indirizzarla verso la donna. Kurenai sorrise mesta. Il giovane ormai era diventato quello che tutte le spade accettano di essere dopo la missione un freddo blocco di marmo. Strinse la spada per poi sfrecciare verso Gintoki. La spada di Kurenai fece un arco breve mirando alla testa del bianco. Gintoki eseguì una giravolta portandosi al fianco destro della donna lei, con un sorriso triste guardò la piccola che, da fuori il cerchio, la guardava fissa e poi il buio la sommerse per sempre.
Gintoki aveva infilzato il fianco. La spada spuntava dall'altra parte dello sterno in perfetto equilibrio. Kurenai si accascio al suolo con un sonoro tonfo. Silenzio. Nessuno parlava o emetteva un fiato se non quelli emessi da Kurenai sempre più affannosi. Gli occhi della donna erano concentrati solo sulla figura minuta di Nobume che, senza timore, aveva varcato il cerchio e si era diretta verso di lei.
 
 
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" Che stai facendo..." Le sussurrò la donna con un filo di voce. La bambina le si avvicino iniziando a tamponare la ferita come gli aveva insegnato tempo addietro la donna. Gintoki osservò in silenzio senza dire nulla. 
" Non puoi salvarmi piccola mia, non puoi..." Le disse ancora cercando di allontanarla da lei.
 La piccola continuava mentre, delle lacrime, cadevano dal suo volto. 
" Non voglio..." Sussurrò con un filo di voce. Kurenai rimase basita. Era la prima volta che sentiva la voce della bambina. " Se tu morirai sarò di nuovo sola. Se tu te ne andrai rimarrò sola in questo posto..." Disse ancora singhiozzando sforzandosi ancora per fermare il sangue che continuava inesorabilmente a uscire. Kurenai la guardò con un sorriso triste e le bloccò le piccole mani con le sue e, mettendo la sua testa di fronte a quella della ragazzina, disse:" Ma tu non sarai mai sola piccola mia..." Posò la sua mano sul viso della piccola e la girò verso il punto in cui si trovava Ureka e le altre spade. " Loro sono con te. Se c'e qualcuno che ti terra a se saranno loro..." Le mormorò tristemente. Nobume cominciò a piangere stringendo a se la donna che, alla stregua di una madre, si era preso cura di lei per tutti quegli anni. " Avrei voluto vederti crescere e diventare forte come me... avrei voluto tanto ma, purtroppo, il fato mi ha riservato questo destino..." Le disse ancora ricambiando l'abbraccio e, girandosi verso Gintoki, disse:" Gin, una volta che sarai promosso nuovamente, fa che sia lei a diventare la quarta spada è l'ultima richiesta che ho..." Il giovane annuì con la testa. " Te lo prometto..." Le rispose mentre riponeva la spada e si allontava da quella scena strappalacrime con le grida di Nobume che piangeva sul corpo ormai morente della donna. 
 
 
-
 
 
Lo aveva cercato ovunque senza trovarlo da nessuna parte. Ureka correva di qua e di la ma niente di quello scemo non c'era traccia. - Ma dove ti sei cacciato Gin?- Pensò fra sè e sè. Lo aveva visto andarsene non appena aveva ucciso Kurenai senza neanche prendere le vestigia o altro.                                       
  " Stai cercando qualcuno per caso?" Chiese una voce inconfondibile dietro di lei. Lei si girò trovandosi davanti il volto truce e freddo del giovane.
" Ma dove ti eri cacciato?" Le chiese la giovane avvicinandosi a lui. " Ti stanno aspettando tutti per la nomina." Gli disse ancora notando che, il giovane, non rispondeva.
 " Mi spieghi cos'hai?" Domandò ancora la ragazzina avvicinandosi ancora a lui. " E' da quando sei tornato da quella missione che sei... strano." Mormorò visibilmente preoccupata cercando di toccargli il viso su cui c'era un graffio. Lui gli bloccò la mano con una presa ferrea. 
" Non ho niente Ureka..." Gli rispose seccato da tutte quelle domande e mollando la presa.                                                                                               " Tu non hai niente..." Sussurrò la ragazza dolcemente. " Hai qualcosa ne sono convinta. Potrai imbrogliare Shin, potrai mentire a chi vuoi ma non a me." Disse ancora sicura.                         " Cosa ne puoi sapere tu di me Ureka?!?" Esclamò lui alzando la voce. " Cosa puoi sapere di quello che ho passato in quel fottuto anno in quel dannato villaggio eh?!?" Gridò ancora afferrandola per le spalle e sbattendola contro un albero con violenza. " Cosa puoi sapere tu di cosa si prova a togliere la vita a sessanta persone disarmate. Sessanta persone che da mesi ti tormentano nei sogni!" Urlò ancora digrignando i denti e facendo uscire sangue dalle sue labbra.
" Mi sono sentito un mostro..." Disse ancora severo con se stesso mentre la giovane ascoltava in silenzio. " Un mostro privo di cuore, un mostro a cui non importa più nulla della vita degli altri ma solo della sua... " Mormorò ancora mollando la presa e allontandosi di qualche passo.  " Io credo ancora nella missione. Ho fiducia  ancora nel mio sommo maestro ma, quello che ho fatto, mi è rimasto nel petto come mai è successo..." Aggiunse gettandosi a terra sotto le fronde di un albero illuminato dalla luna. " Vorrei solo dormire in pace senza che quei dannati incubi arrivino. Vorrei svegliarmi e affrontare dozzine di avversari armati piuttosto che un uomo armato di forcone che so non mi darà alcuna soddisfazione." Disse ancora con un sorriso triste. " Vorrei solo..." Ma, prima che finisse di parlare, la giovane gli si gettò addosso stringendolo a se. Il bianco, a quella manifestazione d'affetto, rimase allibito. 
 
" Hai ragione." Disse, stringendolo a se e avvicinando il suo petto a quello del ragazzo. " Io non potrò mai capire cosa si prova a fare un simile atto, non ho mai compiuto simili atrocita infondo, ancora, nemmeno sono una spada..." Mormorò con un sorriso triste fissandolo negli occhi. " Ma so una cosa. Se tu avrai mai bisogno di qualcuno che ti stia vicino per ascoltarti..." Sussurrò mettendo la testa sulla sua spalla destra. " Allora io sarò sempre pronta ad ascoltarti." Concluse stringendo il compagno in un profondo abbraccio. Gintoki non sapeva cosa dire. Non era abituato a simili manifestazioni d'affetto non da lei, non da Ureka. La sentì vicina come non mai. La strinse a sua volta. La sua piccola peste era cresciuta e non solo come aspetto ma anche come testa. Sorrise e, stringendola, la bacio sulla fronte. " Grazie Ureka." Sussurrò lui mentre, la ragazza diventò rossa in volto per poi staccarsi d'impeto da lui. 
" Che sono queste smancerie!" Esclamò lei balbettando e alzandosi in piedi. " Ti sei rammollito per caso." Disse ancora distanziandosi da lui circospetta. " Volevo essere gentile tutto qui..." Borbottò lui guardandola  e sorridendo. " Comunque Gin..." Cominciò a dire lei cercando di riprendere il controllo di se stessa. " Perché hai voluto sfidare Kurenai? E non Oboro o la seconda spada?" Gli chiese la giovane. Il giovane alzò la testa fissando le stelle sopra di se " Avrei voluto sfidarli ma..." 
" Ma cosa? " Domandò ancora la ragazza. 
" Anche se mi ritengo in grado di eliminare quella pulce di Oboro quando voglio. So che Utsuro non avrebbe voluto che lo eliminassi." Mormorò sicuro. " Oboro in futuro sarà di sicuro la guida delle spade e io non voglio un ruolo simile. Sfidare la seconda avrebbe messo in allarme Oboro che avrebbe fatto di tutto per spedirmi fuori a calci. La scelta era fra Shin e Kurenai e ho scelto lei..." Spiegò amaramente. Ureka annuì e mormorò:" Quindi la tua prossima sfida sarà..." 
" Si, il prossimo sarà  Kuroyasha anche se, al momento, non sono in grado di affrontarlo. Lo so da solo." La interruppe il giovane convinto. Ureka lo guardò sgomenta e allibita. Da quando lo conosceva non aveva mai avuto remore ad affrontare un avversario per quanto fosse forte. 
" Cosa ti fa dubitare?" Chiese lei ancora allibita dalla dichiarazione. Gintoki sospiro. " Kurenai aveva ragione. Anche se le mie abilità sono migliorate non sono ancora al livello di uno come lui. E' rimasto Kuroyasha per oltre trent'anni perciò avrà avuto vari sfidanti e nessuno è mai riuscito nemmeno a impensierirlo? Come potrei farlo io che, attualmente, ho una forza pari alla prima spada? Non posso." Spiegò brevemente lui. " E quindi quando pensi di sfidarlo?" Chiese lei mettendosi a sedere accanto a lui. Lui alzò le spalle disinteressato e si distese sotto l'albero. " Non lo so. La sola cosa che voglio adesso è riposare un'po sono davvero stanco." Annunciò lui chiudendo gli occhi. La ragazza lo guardò per qualche istante abbozzando un sorriso e si accoccolo li accanto. Si, nonostante tutto, aveva capito che lui non era cambiato era sempre il solito e vecchio brontolone.


ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi col nuovo capitolo :) lo so ultimamente sono più sanguinario del solito ma è il periodo dell anno in cui siamo tutti più cattivi giusto? ahahaha.
Grazie a chi legge e recensisce ^_^ alla prossima.
   
 
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