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Autore: Tima_Las    16/12/2018    1 recensioni
"Acqua.
Tanta acqua.
Tanta acqua illuminata d’arancio; il sole che colpiva di striscio la cresta dell’onda prima che questa si scagliasse contro la roccia sotto all'elfo seduto in cima ad essa."
Il principe di Bosco Atro torna nella terra di mezzo diversi anni dopo la sua partenza per Valinor.
Troverà un mondo nuovo, completamente cambiato: intrighi, sotterfugi, nuovi elfi, vecchie storie taciute...e amori.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Eldarion, Elfi, Elrond, Glorfindel, Legolas
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 12

"Fangor..." sussurrò Glorfindel trovandosi di fronte la foresta, la scrutò diversi momenti prima di voltarsi lentamente verso il biondo al suo fianco "Sei sicuro Legolas?"

"Si." annuì il principe "A te il mare...a me i boschi."

"E io dove vengo classificato?" domandò Elrohir ascoltando il loro discorso.

"A casa tua!" esclamò Glorfindel girandosi enfatizzando il gesto e facendo ridere tutti i presenti compreso Elrond.

Legolas si voltò notando il giovane sorridere.

"Elrond, vieni con me..." sorrise passandogli un braccio sulle spalle quando si avvicinò ad egli "Voi siete abbastanza grandi da seguirmi." disse per poi tornare a guardare il giovane "Cosa vedi?"

"E' pericoloso?" domandò Elrond.

"Tutt'altro." sorrise il principe accarezzandogli la schiena cercando di dargli forza, sapeva bene che quel ragazzo non aveva mai visto nulla di simile, men che meno una foresta di quelle dimensioni abitando dentro le mura di Gondor.

"Insomma..." sussurrò Glorfindel.

"Era prima della sconfitta di Sauron!" sbuffò Legolas "Non ti spaventare, è solo una foresta molto antica. Hai mai sentito le piante parlare fra loro?"

"No...io..."

“Non ti giustificare, ho visto tuo padre a Mimas Tirith...” sorrise “È normale sei cresciuto in una città di uomini, vieni con me.”

Elrohir si affiancò sfiorandogli il braccio.

“Sono lo zio, se permetti...” sorrise guardando Legolas.

“Oh ma certo...” rise l’elfo “Vedi Elrond...gli alberi parlano e...si muovo...ehi!” Esclamò alzando la voce “Sono sempre io! Vi siete già dimenticati di me?” urlò guadando in alto “Duecento anni fa, un elfo, un nano e un uomo? Buongiorno!”

La foresta subito si acquietò mostrano un passaggio di fronte a loro.

“Così va meglio, grazie.” Sorrise Legolas.

“Che succede?” domandò Elrond “Come fai?”

“E' un'esibizionista.” sbuffò Elrohir tenendosi stretto il nipote a se.

“Sono un sindar.” sorrise il principe “Se il principe Elrond vi chiede qualcosa, come chiunque di chi mi accompagna rispondete come a me, se facessero qualcosa di sbagliato ne rispondo io.” disse calmo guardandosi attorno, scrutando le piante, i rami, le chiome verdi “Va bene?”

La foresta rilasciò solo una breve brezza.

“Grazie...”

“Hanno detto qualcosa?” domandò Elrond incuriosito da quello scambio silenzioso di battute fra il principe e la foresta.

“Che va bene...” spiegò Legolas “Non preoccuparti, neanche tuo zio capisce.” rise guardando Elrohir sbuffare “Ascoltatemi! Dobbiamo arrivare a Bosco Atro, attraverseremo la vostra foresta, se foste così gentili da parlare chiaramente a dei mezz’elfi vi amerei in eterno.”

“Non mi dire.” ghignò Glorfindel alzando poi la voce “Si concordo, parlate anche con loro...”

“Tu li senti?” domandò Elrohir.

“Io e Lindir si...signori è un dato di fatto che abbiate sangue umano.” rispose Glorfindel avanzando vicino al principe.

“Io...” sussurrò Elrond.

“Benvenuto fra gli elfi...” sorrise Legolas avvicinandosi di nuovo al giovane e stringendo un poco la presa sulle spalle “Siamo al sicuro, nessuno ci segue e abbiamo protezione fino all’uscita dalla foresta.”

Elrond sorrise annuendo.

“Dai, avanza...non ti fanno nulla...piano!” rise spostando un ramo “Non è abituato, ha vissuto tra gli uomini fino a ieri sera, vi prego piano...dategli il tempo d’abituarsi, vi darò ogni spiegazione...” sorrise Legolas notando un ramo farsi avanti molto lentamente verso di loro “Così va bene...ci voglio aiutare Elrond...”

“Co...come?”

“Guarda...” sorrise Legolas sedendosi sopra di esso lasciandosi trasportare fin al ramo successivo “Prova Elrond.”

“Vai...” sorrise Elrohir incitando il nipote quando si voltò a cercare il suo consenso e subito dopo, impacciato, seguì il principe.

“Così...state attenti...vai avanti Elrond...” sorrise Legolas.

Glorfindel lo seguì affiancandosi al principe.

“Siamo qui per una missione non per insegnare a un ragazzino a comportarsi da elfo, velocizza i piani.” disse serio, ma sottovoce, guardandolo negli occhi.

Legolas lo fissò annuendo subito dopo.

“So che è dura ma torna alla realtà principe...” sussurrò seguendo il giovane.

“Ti ha già redarguito?” Sorrise Elrohir.

“Ha ragione...” ammise Legolas voltandosi a guardare Lindir che li superò subito dopo.

“Bhe forza!” Esclamò Elrohir.

Il viaggio proseguì senza intoppi fino al tardo pomeriggio quando Legolas scese a terra aspettando gli altri.

“Propongo di fermarci...riposeremo qui.”

“Possiamo continuare.” disse Glorfindel.

“Elrond no.” Rispose Lindir “Scusate se vi fermo, ma non può riuscire ad affrontare una notte ancora...”

“Non si discute ci fermiamo. E soprattutto pensiamo al percorso di domani.” disse Legolas guardando tutti.

“Tu che sei amico loro, chiedigli dei rami secchi per il fuoco.” sorrise Glorfindel.

“Paura?” Sorrise Legolas lasciando cadere la sua sacca dal cavallo che gli si avvicinò. Tutti i cavalli erano stati fatti entrare nella foresta e avevano seguito i propri padroni da terra fin al punto in cui avevano deciso di fermarsi.

“Simpatico...” sbuffò Glorfindel poco prima di trovarsi dei rami secchi ai piedi.

“Avevo detto che qualsiasi vostra richiesta l’avrebbero ascoltata.” sorrise Legolas “Accendi il fuoco, io e Lindir controlliamo al zona, Elrohir aiuta Elrond.”

“Si...” annuì il moro aiutando il ragazzo a sistemarsi.

“Sicuro che vuoi me Legolas? Non preferiresti Elrohir o Glorfindel per controllare?” Domandò Lindir.

“Siamo al sicuro, finché siamo qui dentro siamo intoccabili.” disse Legolas tranquillo voltandosi a guardarlo “In verità non volevo che Elrond mi sentisse, volevo parlare di lui.”

“Ah...” sorrise Lindir “Sta...bene. Stranamente bene. A parte il fatto che si stanca a una velocità impressionante, ma lo avevo previsto.” ammise l’elfo “Deve solo mangiare e man mano si rafforzerà, se la smette di cavarsi sangue ancora meglio. Vedrai il miglioramento da oggi a domani di già. Per tutto il resto ci vorrà tempo, conoscere il vivere da elfo come noi conoscevamo quelli degli umani....sarà abbastanza lungo come...studio.”

“Ma...non ha detto nulla...insomma...non parla.”

“Si bhe...esatto...forse inizia a rendersi conto che è fuggito dai suoi genitori.” disse guardandosi alle spalle “È l’unica cosa che ci deve preoccupare la sua reazione a quando ne sarà pienamente consapevole. Tu sei fuggito varie volte, potresti parlargli...”

“Troverò le parole giuste.” annuì Legolas.

“Quindi Lorien? Siamo sicuri di voler arrivare la considerando che forse c’è suo fratello?” Domandò Lindir.

“Penso che andremo io e Glorfindel in avanscoperta...” ragionò Legolas guardandolo “E torneremo a riferire se possiamo andare o no....”

“Azzardato, starete via un giorno, vi rallenteremo.” Soppesò Lindir “Perderete un giorno prezioso...comunicheremo mentalmente.”

“Non è la comunicazione che mi preoccupa Lindir, è che con voi ci sarà solo Elrohir istruito a quel genere di combattimento. So che te la cavi, ma qui si parla di scontrarsi con soldati se e quando li troveremo.” ammise Legolas.

“Hai ragione anche tu...” sospirò guardandosi attorno “E se tornassimo indietro? Ci troviamo all’ingresso sud di Bosco Atro fra tre giorni.” disse in un barlume di speranza “Passiamo per il Dagorland, è sicuro, un giorno di cammino, ci aiuterà Fangorn e...”

“No, Elladan ci starà cercando.”

“Cercando?” domandò Elrohir raggiungendolo “Elladan è già qui.” l’informò il moro “È più di un’ora che gira attorno alla foresta, non lo lascia entrare.”

“Lo senti?” domandò Legolas scrutando il compagno negli occhi.

“Chiaro e forte...” sospirò.

“È solo?”

“Pare...” disse guardandosi alle spalle quando Glorfindel si avvicinò seguito da Elrond “Che faccio Glo?” sussurrò il più giovane dei gemelli.

“Fallo venire qui...” rispose il guerriero “Proveremo a parlarci.”

Elrohir sospirò annuendo. Legolas si sporse afferrandolo per un braccio e cogliendo la sua attenzione.

“Ehi...”

“Alzerà la voce e cercherà di portarlo indietro.” disse guardando Elrond preoccupato.

“Zio...” lo chiamò il giovane “Tu non sei...responsabile per me...”

“A centocinquanta anni si Elrond!” rispose prendendo un lungo respiro “Come il più vicino a te di sangue sono responsabile per te.”

“Ma io non voglio!” rispose il ragazzo “E per Elros chi è responsabile?” domandò prendendolo alla sprovvista.

“Elrond...” sospirò Elrohir guardando il nipote.

“Fermi.” lì bloccò Legolas “Avete ragione entrambi ed ora non abbiamo tempo per discuterne, Elrohir vieni con me andiamo incontro ad Elladan, voi restate qui. Mangiate nel frattempo e riposate.” disse facendo segno a Elrohir di mettersi in marcia.

“Dovevi portati Glorfindel...”

“Così alle prime urla gli metteva le mani al collo e gli leggeva il libro della sua vita?” domandò Legolas “Lo sai meglio di me che Glorfindel reagisce così.”

“Appunto per questo dicevo che dovevi portare lui...” sorrise appena Elrohir facendosi subito serio “Bene...andiamo.”

 

**

 

Legolas alzò il viso guardando gli alberi.

“È qui fuori...” sussurrò rivolgendosi ad Elrohir.

“E allora forza, prima è meglio è.” disse risoluto voltandosi verso il limitare della foresta attendendo che questa rivelasse la sua uscita.

Legolas si affiancò stringendoli la mano pochi secondi prima di lasciarlo avanzare.

Non passò molto prima che Elladan comparisse alla loro vista rimanendo muro e impassibile di fronte ai due.

“Elladan...”

“Non una parola Elrohir!” urlò il fratello guardando poi Legolas.

“Mi fidavo di te!”

“Si pure io, poi ho cambiato idea quando ho capito che eri contrario a...”

“A cosa???” esclamò avvicinandosi pericolosamente; Elladan, come il fratello, era decisamente più piazzato di Legolas che, mantenendo le fattezze dell’elfo dei boschi era più esile e apparentemente, anche se erroneamente, delicato “A farli uccidere tutti? È questo che vuoi?”

“Uccidere?” domandò Elrohir “Ma stai ragionando su quello che dici, Elladan?” domandò il fratello frapponendosi fra i due.

“Siete voi che non state ragionando!” urlò poco prima di essere afferrato da un ramo dell’albero proprio dietro di se e venire legato al tronco dello stesso.

“No!!!” urlò Legolas “Lasciatelo! Ve ne prego! Non vuole farci del male.” disse ruotando su se stesso guardando le chiome degli alberi fin quando l’albero non lo lasciò andare con un piccolo tonto verso terra.

“Elladan...te ne prego...ascoltami...” disse Elrohir avvicinandosi al fratello.

“Stai fermo!” urlò alzando una mano sollevandosi un poco da terra.

“Ascoltami...”

“E che cosa dovrei sentire?”

“Che sei un idiota piccolo ragazzino emotivo.” Tuonò dietro di loro la voce di Glorfindel seguito a poca distanza da Lindir e dal giovane Elrond “Allora vuoi rimanere qui a urlare perché ti abbiamo escluso dai giochi o vieni con noi e risolviamo questa situazione?” domandò il guerriero.

“Siete tutti tacciati di tradimento...” sbuffò Elladan lasciando cadere la nuca contro il tronco sul quale si era adagiato nel sollevarsi.

“Oh Bhe, non è un problema...” sorrise il guerriero “Una volta in più, una in meno...e dimmi, solo perché siamo fuggiti?”

“Perché avete rapito il principe.” disse indicando col mento il giovane che si morse le labbra e solo a un cenno di Lindir si lanciò fra le braccia dello zio.

“Piccola peste...” sorrise Elladan tenendolo stretto “Perchè mi fai dannare così?” disse lasciandogli un veloce bacio sulla nuca guardando poi il gemello “Ne ho anche per te.”

“Pure io.” sorrise Elrohir porgendo la mano a Legolas che l’afferrò e si adagiò al suo fianco.

“No...”

“Già...quando troveremo sire Thranduil vedi di essere gentile, sai...” disse sorridendo guardando poi Legolas “Sarebbe diventato nostro parente da un giorno...”

“Voi due siete completamente pazzi.”

“Allora Elladan! Sei dei nostri?” sorrise Glorfindel.

“Che dovrei fare?” Sospirò “Si...” annuì accarezzando la schiena del nipote per poi spostarlo e lasciarlo alzare “Stai meglio...” disse scrutandolo in viso.

“Anche a lui serviva una strigliata.” sorrise Glorfindel “Allora, torniamo dov’eravamo. Domani ci aspetta un lungo viaggio.” disse voltandosi.

“Ma voi...due...”

“Ehm...Elladan...dopo...” sorrise Elrohir.

**

 

“Sicuro di non scambiarci una volta o l’altra?” sussurrò Elladan sedendosi al fianco del principe mentre gli altri erano intenti a preparare le ultime cose per l’imminente ed ennesima partenza.

“Sicuro.” annuì Legolas.

“Spero che questo non ci porti più guai di quello che già avevamo Legolas.” rispose serio cercando d’intercettare il suo sguardo “Mio padre ne ha già passate senza venire a sapere dell’ennesimo problema ai suoi figli.”

“Lo impedirò ad ogni costo.” rispose Legolas “E comunque prima dobbiamo trovare l’unico che può causarlo quel problema.” disse guardando le fronde degli alberi sopra di se.

“Tuo padre...proprio...non lo sentì?”

“No...so solo che è vivo.”

“È già qualcosa.” rispose Elrohir raggiungendoli.

“Per quanto valga...” ammise preoccupato schiarendosi la voce.

“Cosa ti turba? A parte insomma...tutto questo?”

“Mio padre non è come sembra.”

“Ah si certo, quello l’abbiamo capito. Anche tu a dir il vero.” sorrise guardandolo.

“Non sto parlando dell’aspetto...o forse si...” disse scuotendo il capo “Si fa forte, ma la verità è che impiega buona parte delle sue energie a nascondere la ferita che...lo sai Elladan.”

“No, non lo so.” disse guardandolo negli occhi.

“Nella Battaglia, quella battaglia...quella che ha dato inizio all’astio con tuo padre...mio padre è rimasto gravemente ferito. A dire il vero pensavano che non sopravvivesse e invece...” si fermò unendo le labbra in una smorfia “È deturpato sul lato sinistro del viso, vede da un solo occhio e ha una bruciatura che gli occupa buona parte del petto, della spalla sinistra e la schiena.” Ammise con non poche difficoltà “Ho paura di scoprire cosa gli abbiano fatto...”

“Se riesce a nasconderle da così tanto tempo, dopo diverse guerre a cui ha partecipato forse non è poi così in pericolo come credi.” disse Elladan cercando di confortarlo.

“Non hai idea dello sforzo che impieghi a nascondersi Elladan.”

“Oh invece penso di comprenderlo.” sussurrò guardandosi attorno assicurandosi che tutti fossero di nuovo impiegati a sistemare le loro cose, per poi sistemarsi di fronte al principe e sollevare la manica della giubba.

“Che cosa fai?”

“Avevo mille anni...” sussurrò mentre una brutta cicatrice comparve sul braccio dell’elfo “Non chiedermi come mio padre abbia fatto, stavo morendo dissanguato e ti assicuro che ogni nervo, tendine, vena era recisa.” disse guardandola ancora pochi secondi per poi occultarla di nuovo “Non l’avrò in viso, ma so qualcosa per quanto riguarda il nascondere.” sussurrò “E so anche che...se dovessi scegliere fra il nasconderla e perdere la vita e il mostrarla ma potermi salvare...la mostrerei e spero che tuo padre non abbia ceduto alla vanità e sia così testardo come sembra.”

“Grazie...” sussurrò Legolas.

“Starà bene.” disse voltandosi a guardare gli altri “Andiamo?”

“Si...” annuì Elrohir avvicinandosi poi a Legolas e posargli le mani sulle spalle “Tutto bene?”

“Si...” rispose Legolas “Sto bene ormai. Su andiamo...” il principe spinse il compagno avanti seguendolo con passo lento così che Elrond non si stancasse di prima mattina.

“Avete legato sotto al mio naso?” domandò improvvisamente Elladan cogliendoli di sorpresa.

“Due giorni fa, si...” ammise Legolas guardando Elladan.

“Hai avuto problemi?” domandò con quel tono che solo un curatore poteva avere.

“No...insomma...quello che deve accadere immagino.” ammise sorridendo ad Elrohir che gli si affiancò portando un braccio attorno alla sua vita.

“Ora...non senti nulla però, insomma...”

“No Elladan sto bene.” disse cercando lo sguardo di Lindir e “Poi c’era lui...”

“Già...” annuì l’elfo alzando una mano fingendo di salutarlo come se lo vedesse per la prima volta quella mattina.

“Elrond vieni qui.” disse Elladan alzando un braccio così che il giovane si appoggiasse a lui camminando a suo fianco.

“Sbaglio o è molto legato ad Elladan?” domandò Glorfindel quando si fermarono per una sosta.

“Si...” annuì Elrohir sottovoce “Da sempre...e da sempre Elladan se deve essere duro con lui lo è, ma Elrond tornerà sempre. È stato lui ad accudirlo per i primi mesi di vita, assieme al fratellino...”

“Lui?” Domandò incuriosito Legolas.

“Si...quando sono nati...insomma...” si fermò schiarendosi la voce e guardandosi alle spalle “Elrond non mi deve sentire, ma la madre non era...così...”

“A posto.” rispose Glorfindel rubandogli le parole di bocca notando il giovane annuire con la testa.

“Ci ha messo mesi per accettare di essere madre, Elladan è convinto che sia il trauma di una gravidanza così giovane e un parto lungo e difficoltoso...” ammise prendendo la borraccia d’acqua che il guerriero gli porse “Grazie...”

“Ma poi ha avuto altri figli.” constatò Glorfindel.

“Bhe...c’è un modo per impedirlo?” sorrise Elrohir “Se dividi il letto con un uomo le conseguenze credo siano quelle.”

“E con gli altri due?” domandò Legolas.

“Era terrorizzata di avere altri gemelli...ma è andata meglio.” ammise Elrohir “Quanto meno li ha presi in braccio appena sono nati...aveva comunque bisogno di sostegno e una mano ma...insomma i gemelli li ha cresciuto Elladan così si può dire. Lo aiutavo io, Eldarion era sempre lì quando aveva ogni singolo momento libero...ma la verità è che loro sono legati ad Elladan più che a loro padre.” sospirò Elrohir “Comunque...siamo vicino a Lorien. Se volete andiamo io ed Elladan a dare un’occhiata. Qualcuno che non è ancora partito per Valinor vive ancora qui. Conosciamo tutti.”

“Rumil è qui giusto?” domandò Glorfindel speranzoso. Rumil era uno dei fratelli minori di Haldir, erano in cinque fin quando la caduta di Haldir al fosso di Helm non li aveva ridotti a quattro. Rumil era il più giovane e sicuramente il più espansivo dei fratelli, secondo lui solo Haldir, gli altri tre non conoscevano altre lingue che non fossero il quenya e non cercavano contatti con gli stranieri.

“Dovrebbe...” soppesò Elrohir “Non l’ho più visto dalla partenza di nostro padre.”

“Gli altri fratelli?” domandò Legolas.

“...sul quel lato siamo parenti principe...” sorrise Elrohir “Tu quante volte li hai visti? Non sei cugino con mio nonno?”

“Celebor?” Domandò Elrond perplesso avendo ascoltato l’ultima parte del discorso “Sei...mio cugino?”

“Alla lunga.” rise Legolas “Molto alla lunga considerando che sei mezz’elfo e hai qualche generazione in più nella tua famiglia, ma si...”

“Lo stai sconvolgendo.” sorrise Glorfindel.

“E...voi...due?” domandò il giovane indicando Legolas ed Elrohir.

“Oh! Fermo!” Lo bloccò lo zio “Non è mai stato un problema prima e pensa ora cosa ce ne importa e poi comunque...a che grado sei tu per me?” Domandò guardando Legolas.

“Chi ci ha mai pensato...” ammise il principe.

“Tuo nonno è suo cugino di secondo grado e primo con il re.” Specificò Elrond.

“Sicuro che abbia preso solo l’aspetto da tuo padre?” domandò Glorfindel ridendo. La somiglianza con il signore di Imladris era davvero impressionante.

“Zitto! Non una parola! Se inizia a parlare così e neanche lo conosce non posso sopportarlo.” disse avvicinandosi al giovane “Al momento Legolas è tuo zio...va bene? Continua a chiamarlo Legolas comunque zio mi fa strano.” sorrise lasciandogli una carezza sulla testa che il ragazzo scostò e rise “E si il tuo bis...bis...?” Domandò guardando i due biondi per avere conferma.

“Era bis per Eldarion per lui bis bis nonno.” Sospirò Glorfindel “Neanche la genealogia...si Elrond sei parente forse vagamente con Legolas, ora possiamo andare? Ci muoviamo tutti non vi lascio indietro...”

“Ma andiamo noi...” disse Elrohir.

“No Elrohir, andiamo tutti.”

“Mi sono perso qualcosa?” domandò Elladan raggiungendoli.

“Una serie di spiegazioni sulla vostra parentela...” mormorò Glorfindel controllando Lindir “Tutto bene?”

“No!” Esclamò l’elfo.

“E...perché?”

“Perché se vogliamo...” si fermò alzando le mani “Nulla...”

“No, Ehi...”

“Vado io Glorfindel.” Lo bloccò Elladan precedendolo e allontanando Lindir dal gruppo.

“Che ti prende?” Domandò quando furono abbastanza lontani da non essere uditi.

“Pensavo che non fossi così idiota da seguirci!” Sussurrò fra i denti.

“Come sarebbe a dire? Mio fratello è qui, mio nipote è qui e tu sei qui!”

“E mio figlio a Gondor!”

“È anche mio figlio per la cronaca.” disse guardandosi alle spalle “E credo che a mille anni se la sappia cavare qualche giorno.”

“Se torniamo.” Disse Lindir guardandolo negli occhi.

“Certo che torniamo! Ora basta, torniamo prima che si insospettiscano.” sospirò Elladan “Diremo che hai avuto paura.”

“Ah Bhe si certo, mai che sia tu ad averne, sempre io.”

“Che dovrei dire ora scusami?” domandò Elladan perplesso “Senti so che sei arrabbiato con me ma...”

“Ma...ma e poi ma...viviamo di “ma” da un millennio, ho rischiato di perderti innumerevoli volte e di nuovo ci riprovi...”

“Ti sembra il momento?” domandò Elladan chiude gli occhi e passandosi una mano sul viso.

“No! Ma non mi hai ancora rivolto la parola da quando sei arrivato.” rispose risentito.

“Ti prometto che a Lorien parleremo, te lo prometto...” sussurrò avvicinandosi abbastanza per lasciargli un tenero bacio sulle labbra “Ma ora dobbiamo andare.”

“Va bene.” Rispose dipingendosi in viso un mezzo sorriso “Ah...senti...”

“Si?”

“Tieni d’occhio Legolas. Sei suo amico...non lo so, ha qualcosa che non va...”

“Legolas?” Disse prendendo un lungo sorriso “So io che non va...” disse guardandolo negli occhi.

   
 
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