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Autore: Alyss Liebert    16/12/2018    3 recensioni
Raggiunto lo scorcio che delimitava la via, fui immessa nella spiaggia a me sempre cara, in quell’angolo di Paradiso che tanto bramavo di visitare ancora.
{Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP}
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quell’angolo di Paradiso
 
 
L’odore salmastro che aleggiava per quella via costellata di ciottoli fu il primo a investirmi appena scesi dall’auto.
Un raggio di sole sfolgorante non esitò ad illuminare il mio viso già accaldato, le mie guance paonazze.
La mia vista si abituò rapidamente all’albore aranciato di quella mattinata estiva. Più avanzavo fra le case dai vivaci colori estivi che dimoravano in quel sentiero non troppo agevole, più nitide giungevano alle mie orecchie le voci spensierate dei bambini e gli sciabordii delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga.
Udivo il fruscio delle foglie di alcune piante limitrofe mosse dal vento di scirocco, il garrito dei gabbiani che dominavano il cielo o si libravano da qualche scoglio.
Raggiunto lo scorcio che delimitava la via, fui immessa nella spiaggia a me sempre cara, in quell’angolo di Paradiso che tanto bramavo di visitare ancora.
Mi fu immediatamente evidente l’immensità dell’orizzonte che mi si prospettava. Il manto celeste e la distesa d’acqua cristallina collidevano e mescolavano i loro morbidi colori; risaltavano le innumerevoli tonalità cangianti delle creste delle onde, del riflesso brillante del sole sul pelo dell’acqua, della profonda e caliginosa macchia mediterranea.
La spuma biancastra e frizzante si depositava sullo strato sabbioso, cosparso di ghiaia brunastra o rosata, di conchiglie dai gusci striati.
Non appena avanzai, sentii i piedi affondare in quella soffice e farinosa rena circostante, plasmata dalla gente e dal vento in forme scomposte, come la statica miniatura di un mare in tempesta; i pallidi raggi solari la dipingevano di ocra, facendo rifulgere i granelli di luce propria. Farsi largo tra gli ombrelloni dai mille colori, strusciando i piedi sulla distesa ruvida, impregnandoli del piacevole calore che essa emanava, era sempre una sensazione straordinaria.
Nonostante quel luogo ameno e gremito fosse delimitato da imponenti ammassi rocciosi che cingevano il litorale, la fresca brezza delle prime ore del mattino s’insinuava comunque fra quelle spire, soffiando con tutta la sua potenza, in netto contrasto con la temperatura della sabbia, facendomi rabbrividire.
Chiusi gli occhi e mi lasciai investire dall’aria che carezzava la mia pelle imperlata di sudore e crema solare, lievemente arrossata in corrispondenza delle spalle, mentre sedevo sul telo mare.
Mi sarei rinfrescata in quelle acque incantevoli più tardi; ed allora mi sarei beata di quelle sensazioni corporee che solo un completo abbandono del mio essere negli elementi più preziosi di questa terra potevano ridestare.
 
© Alyss Liebert
 
 
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{Note e curiosità}
Questa flash-fic racchiude due tipi di esperimenti: uno formale e uno sensoriale. Da un lato, ho avuto l’opportunità di mettermi alla prova per quanto riguarda sia la lunghezza della storia (in genere mi dilungo assai), sia lo stile della narrazione; dall’altro, dovrebbe essere - se sono riuscita nel mio intento - uno scritto che induce il lettore a fargli vivere le stesse esperienze percettive, grazie alle peculiari descrizioni.
Esso racconta le sensazioni ed emozioni provate dalla protagonista - che in realtà non ha propriamente un’identità - nell’immergersi in quell’atmosfera; chiunque può immedesimarsi in lei, me compresa. Tra l’altro, ammetto di essermi ispirata molto a una spiaggia meravigliosa che ho l’opportunità di visitare quasi tutte le estati.
Questa storia partecipa alla challenge citata nel prologo; precisamente, la parola che ho sviluppato è Hanyauku, proveniente da un dialetto africano, la quale significa “camminare a piedi nudi sulla sabbia calda”.
Vi ringrazio per essere arrivati fin qui. Se vi va, scrivetemi i vostri pareri; mi fa sempre molto piacere leggerli.
 
Jā ne,
Alyss
  
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