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Autore: Uptrand    16/12/2018    33 recensioni
Alexya fa una chiacchiera col reverendo Isai Golden sul significato di Dio o essere superiore.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di leggere questa storia solo se conoscete già il personaggio di Alexya, se così non fosse vi rimando a questo capitolo di una raccolta di OS che ha lei per protagonista: 
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3734955
La storia mi è stata ispirata da "Yes, Sir!" di Red_Coat, il co-pratonista ha manie di grandezza, si sente superiori a tutti al punto da definirsi un dio.
Questo mi ha fatto venir voglia di scrivere qualcosa su questo concetto, di metterlo in bocca al mio personaggio. 
Ringrazio Red_Coat che mi ha dato qualche suggerimento.


« Sa reverendo, non riesco a capire come mai abbondino storie di protagonisti alla ricerca di Dio o che si vogliono elevare a tale ruolo. In sedicenti essere superiori. » chiese Alexya al reverendo Isai Golden, all'ombra della chiesa nel cortile interno della scuola militare intendo ad annaffiare delle aiuole con un tubo da giardino.  
Il religioso di colore annuì divertito « La megalomania è qualcosa che attrae sempre, la ricerca di Dio affascina l'uomo da millenni. Film e simili sanno sfruttare bene le due cose per fare soldi. È venuta a cercarmi per parlare di questo? » 
« Si parla di Dio, l'esperto è lei. » commentò la diciassettenne. 
« Mi definirei di più un umile funzionario, ma se ha domande risponderò nei limiti che posso. » 
« Ricercare Dio, posso capirlo. Si tratta di semplice curiosità, ma perché qualcuno dovrebbe accettare di cambiare la propria stessa natura e diventare “ un essere superiore”... è a quel punto che il cattivo del racconto si autoproclama dio, solo perché diventa più forte. In ogni caso perché ricercare questa specie di evoluzione forzata di se stessi? » 
« Mmh...più che a un prete forse dovrebbe chiedere a una psicologo. » 
« Però dove mi trovo adesso ho un prete a disposizione, ma nessun psicologo. » 
« Vero. » ammise l'uomo di colore. « Nell'immaginazione un dio o essere superiore è qualcuno che può fare qualsiasi cosa... immagino che sia un'idea che piaccia a molti. Ma credo che quello ad attirare davvero le persone verso trame di questo tipo sia l'idea della superiorità, la sensazione di pensare, essere e dire “Sono migliore di voi” o “Vi sono superiore.” » 
« Che cosa sciocca... potrei affermare di essere superiore al suo Dio reverendo, qui e adesso senza bisogno di ricercare grandi poteri o simili. I protagonisti di quelle storie mi sono sempre sembrati deboli e ridicoli, poco più che bambini capricciosi. Le sue parole me lo confermano. » 
« Lei si reputa superiore a Dio? » chiese il reverendo guardandola di sbieco.
« Si. »
« Ah...e potrei sentire le sue motivazioni? » 
« Certo, perché sono Alexya Weaver. » 
Si fissarono in silenzio per una decina di secondi. 
« Tutto qui? » domandò il prete
« Che altro serve? Ho fiducia in me stessa e che sappia fare tutto o niente non ha nessuna importanza. La verità è che “superiore” non mi piace nemmeno come termine, se proprio dovrei sceglierne uno sarebbe predatore. In natura esiste prede e predatore, basta. Un eventuale “essere superiore” per me sarebbe qualcosa di grottesco, perché al di fuori di questo ciclo. Il voler arrivare a tale ruolo è solo una manifestazione delle proprie debolezze sia di carattere che fisiche. Se proprio qualcuno vuole essere “superiore” dovrebbe esserlo per il modo in cui la natura l'ha creato, non per mutazione imposte a se stesso. »
« In pratica le persone dovrebbero essere “superiori” per quello che sono e secondo il proprio carattere, con in più tanta fiducia in se stessi. Non è un brutto modo di vedere. Questo secondo lei basta per sentirsi superiori a Dio? Crede oggettivamente di esserlo? » 
« Oggettivamente...mi è impossibile dirlo, mi faccia incontrare Dio in persona e glielo saprò dire. Per adesso non ho problemi a sentirmi tale, non saprò fare miracoli ma non mi servono nemmeno folle che in adorazione o poteri fuori da ogni logica. Ho me stessa, i miei poteri biotici, la mia famiglia e gli amici. Non sono un essere divino, ma non mi manca nemmeno il necessario per esserlo. »  
La campanella suonò, presto le lezioni sarebbero incominciate. Alexya lo salutò, lasciandolo a fissare la croce in cima all'edificio. 
«Signore so che tutto accade per tuo volere, se Alexya Weaver esiste è perché così ha voluto. Ma sul serio, quando l'hai creata ti è per caso caduto l'intero contenitore della sicurezza dell'animo umano nel suo impasto? » domandò rivolgendo alla croce uno sguardo a metà tra il divertito e il sorpreso, ritornando alla sua occupazione.
   
 
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