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Autore: Hookina90    16/12/2018    1 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
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Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17:  What are you willing to do for love?



 
 
“Un licantropo? Sei sicuro?”, chiese Emma spaventata fissando il mostro che era apparso davanti a noi.
“Si me l’ha descritto Amy una volta quando mi stava parlando del suo lavoro”, spiegò Bea pietrificato.
“Si bene è un grosso lupo, possiamo ucciderlo?”, domandai io secco mentre quel animale feroce iniziò ad avvicinarsi a noi.
“Provo a bloccarlo con la magia!”, ribattè Emma cercando di mantenere il controllo prima di muovere la mano destra, ma purtroppo non successe nulla. Lui continuò ad avanzare.
“Piano di riserva intanto che la magia con lui sembra non funzionare?”, ridomandai io cominciando a spaventarmi. Il solo pensiero che lei avesse dovuto affrontare queste creature ogni giorno della sua vita da cacciatrice mi metteva un’ansia terribile.
 
Quante volte aveva rischiato di morire? Quante volte era stata in pericolo? Come riusciva ad affrontare queste bestie con il sangue freddo?

 “Devo pensare a cosa mi aveva detto Amy…non ricordo,  ma c’è un modo per ucciderlo”, replicò Bea, ma non ebbe il tempo nemmeno per pensare perché qualche attimo dopo il lupo fece un balzo su di noi per sbranarci. Emma per fortuna ci teletrasportò in tempo nel lato desto dell’abitazione  schivando l’attacco del grosso lupo. Dovevamo trovare un modo per ucciderlo perché sicuramente non ci farà raggiungere il cimitero sani e salvi.
“Killian l’argento…usa l’argento!”, asserì all’improvviso la mia allucinazione che era apparsa al mio fianco. Non sembrava spaventata dal mostro che stavamo affrontando, al contrario di noi che eravamo intimoriti.  
“L’argento va bene! Grazie Amy” , sussurrai sorridendole. Fino ad ora mi aveva aiutato molto quindi non potevo non fidarmi. Dopo averla ringraziata urlai agli altri quello che mi aveva riferito lei.
“Argento…è vero hai ragione!”, confermò Bea voltandosi verso Emma.
“Ok bene allora battiamo questo mostro!”, replicò lei grave prima di far comparire tre spade ovviamente fatte d’argento. Ciascuno di noi ne prese una. Era l’ultimo ostacolo e l’avremmo sconfitto definitivamente.
“Siete pronti?”, domandò lei subito dopo
“Si, se ce l’ha fatta Amy possiamo farcela pure noi!”, ammisi serio stringendo forte l’elsa.
“Bene. Non vi devo insegnare come si usa una spada e per favore non morite!”, replicò Emma guardando entrambi.
“Va bene, ma aspetta, noi attacchiamo e basta, non possiamo prima cercare di immobilizzarlo in qualche maniera in modo da evitare che ci sbrani?”, domandai perplesso. Avevamo bisogno di un piano perché stavamo per affrontare un grosso animale con lunghe zanne. Potrebbe mangiarci come spuntino serale e volevo evitare rischiare di diventare il suo cibo.
“Facciamo così voi due andate avanti, io invece gli appaio da dietro e con una corda cercherò di immobilizzarlo!”, spiegò lei facendo comparire anche una corda d’argento.
“Sei un genio amore!”, affermò Bea sorpreso.
“Lo so, andiamo!”
Noi due andammo avanti tenendo stretta la spada tra le dita come avevamo deciso prima. Il lupo era veramente grosso e mostruoso.  I suoi occhi erano rosso sangue. Non appena ci vide tornò indietro per poterci sbranare definitivamente. Bea ed io ci dividemmo. Io andai a destra mentre lui proseguì verso sinistra. Emma invece non appena il grosso lupo sarebbe stato abbastanza vicino avrebbe legato le zampe in modo da farlo cadere e permettere a noi di colpirlo alla gola.
“Sarà la tua fine !” , urlo Bea alzando la spada in alto non appena arrivò alla sua postazione. Il lupo stava per colpire Bea con la grossa zampa con lunghi e affilati artigli, ma Emma si teletrasportò davanti a Bea e lo salvò in tempo legando le zampe anteriori del lupo facendolo cadere in avanti. Successivamente senza perdere tempo e approfittando del momento di debolezza dell’animale Emma fece comparire una seconda corda e con la sua incredibile magia legò anche quelle posteriori. Era immobilizzato e soffriva a causa dell’argento. Si  contorceva e ringhiava. Tentò pure di rialzarsi, ma senza riuscirci.
“Andate ora. E’ la vostra occasione! State attenti perché il muso può ancora muoverlo e quindi può ancora cercare di mangiarvi per cena”, urlò Emma mentre teneva le due funi con difficoltà perché il mostro non si era arreso e cercava ancora di liberarsi .
Annuimmo e poi corremmo verso il mostro e infilzammo contemporaneamente l’animale nella carotide evitando di essere presi a morsi. Il sangue iniziò a fuoriuscire dalle ferite e poco dopo il lupo iniziò a ululare in modo straziante. Morì in pochi minuti. Ce l’avevamo fatto. C’eravamo riusciti solo grazie alla mia allucinazione. Lei ci aveva detto come ucciderlo. Era una donna coraggiosa perché nella sua vita aveva affrontato questi mostri terrificanti. Era una combattente e lo avevo capito fin dal nostro primo incontro.
“Bravi ora però andiamo al cimitero e recuperiamo la spada!”, disse Emma determinata mentre si avvicinava a noi.
“Hai ragione abbiamo già perso troppo tempo!”, replicai io fissando il cimitero in lontananza.
 
Ci mettemmo in cammino e in pochi minuti, dopo aver superato il castello, ci trovammo di fronte a mini cancello che per nostra fortuna questa volta era aperto. Non appena entrammo notai pietre tombali di varie dimensioni e forme, alcune delle quali anche mezze distrutte. In fondo vidi una lapide enorme ricoperta di edera a forma di croce celtica sovrastata da un enorme albero ormai appassito. Era sicuramente quella del re. Ci dirigemmo così subito verso la tomba più grossa al centro del cimitero.
Non appena arrivammo a destinazione scorsi la famosa spada incastrata nel terreno davanti alla grossa pietra sepolcrale. Iniziai ad avere un po’ di paura perché non sapevo a cosa sarei andato incontro. Potevo anche morire.
“Stai tranquillo, andrà tutto bene. Io ho fiducia in te!”, sussurrò Amy dolcemente stringendomi la mano. Nei momenti in cui ero in difficoltà lei appariva e come le altre volte riuscì a tranquillizzarmi e a incoraggiarmi in pochissimi attimi. Le sorrisi.
“Devi solo estrarla?”, domandò dubbioso Bea mentre fissava l’arma di fronte a noi.
“Credo di si”, asserì non del tutto convinto, però mi avvicinai lo stesso. Tremavo, ma non mi fermai. Strinsi tra le dita l’elsa e dopo aver fatto un lungo respiro la estrassi. Il mio cuore continuò a battere. Non ero morto. Ero riuscito nella mia missione, ma purtroppo non sarebbe bastato solo avere buone intenzioni per avere la spada. Sapevo ormai che ogni tipo di magia aveva un prezzo da pagare, ma non mi importava.
In pochi attimi apparve di fronte a noi uno spirito. Un uomo di mezza età, con un corpo possente, capelli corti e neri come la pece, barba incolta e occhi color ghiaccio.
“E’ la prima volta che qualcuno riesce arrivare sano e salvo su quest’isola ed estrarre la spada. Vi faccio i miei complimenti. Perché avete sfidato la morte? Perché desiderate avere la mia fedele arma”, domandò lui serio.
“Dobbiamo salvare una persona che è stata imprigionata nel mondo dello specchio e noi dobbiamo andarla a prendere perché è l’unica che può sconfiggere il dittatore che sta governando le nostre terre!”, spiegai io mentre abbassavo il braccio.
“Qualcuno ha imprigionato una persona nel mondo che ho creato io?”, chiese sorpreso.
“Il suo mondo?”, ridomandò Emma perplessa.
“Prima di morire secoli fa avevo creato questo mondo per spedirci le persone che amavo in modo da fargli vivere una nuova vita lontano dalla guerra che stava riversando sulla mia terra. Non doveva essere però usato da estranei. Non so come lui ci sia riuscito perché l’incantesimo per portare delle persone in quel mondo è difficilissimo e si trova su un libro molto antico che avevo posizionato in posto praticamente introvabile!”, illustrò lui grave incrociando le braccia sul petto.
“Jafar ha atteso questo momento per anni e  in questi anni molto probabilmente lo avrà cercato in lungo e in largo questo volume. Ora però re Rhydderch Hael possiamo avere la spada per salvare mia sorella?”, chiese Bea agitato.
“Avete superato tutti gli ostacoli e il ragazzo non è neanche morto estraendo la spada quindi secondo le regole è vostra, ma come ben saprete ogni tipo di magia richiede un prezzo da pagare”, replicò lui fissandomi. Avevo paura della sua richiesta, ma ormai avrei fatto qualsiasi cosa pur di salvare Amy.
“Cosa?”, domandammo in coro.
“Per avere la mia spada in cambio devi cedermi la cosa a cui tieni di più! La tua cara amata nave”, rispose lui dopo aver messo una mano sulla mia spalla.
“LA MIA JOLLY. LA MIA CASA!”, urlai sconvolto sgranando gli occhie indietreggiando di qualche passo.
“Esatto mi dispiace per avere la spada dovrai rinunciare al tuo prezioso vascello!”, riconfermò abbassando la mano.
“No Killy non farlo…non ne vale la pena!”, replicò Amy stringendo il braccio che stava tenendo la spada.
“Va bene, ma posso tenere i miei ricordi più preziosi?”, domandai ignorando la voce di Emily. Era una richiesta difficile da accontentare, ma lei aveva sacrificato una parte della sua luce per me io non potevo non cedere un semplice oggetto per salvarla. Un oggetto che però era stato importante in questi secoli. Un oggetto che era diventato la mia casa. Un oggetto pieno di ricordi. Un oggetto che nonostante avesse un posto nel mio cuore dovevo cedere per avere indietro la persona più importante per me.
“Certo. Avete tempo fino all’alba! Non appena avrete finito io vi darò la spada!”, rispose lui greve
“Scusa Hook hai pensato come tornare a casa? Sei sicuro di dare via la tua cara nave?”, domandò Bea perplesso guardandomi. Sapevo che entrambi erano a conoscenza del mio legame con la Jolly, ma nessuno sarebbe riuscito a farmi cambiare idea. Nessuno!
“Useremo la magia di Emma, intanto lei sa come è fatto il castello del coccodrillo e non dovrebbe avere problemi ad farci arrivare sani e salvi!”
“In effetti si”, confermò Emma titubante. Non mi sembrava convinta, ma ero sicuro che ce l’avrebbe fatta. Da quanto mi aveva detto Amy bastava visualizzare con la mente il luogo della destinazione per riuscire a usare il teletrasporto. Se avessimo avuto un’immagine di questo posto avremmo potuto usare la magia, ma ovviamente non avevamo nulla. Solo qualche informazione scritta da qualche pirata che era tornato indietro e aveva rinunciato alla spada.
“Bene prendo la mia roba e la nave è tua!”, replicai io deciso.
“Sei sicuro Hook?”, ridomandarono in coro a bassa voce Emma e Bea preoccupati.
“Ovvio, per lei farei qualsiasi cosa!”, affermai secco.
“Va bene Hook!”, confermò Emma dispiaciuta appoggiando una mano sulla spalla.
“Posso fare  ancora una domanda?”, chiese Bea serio voltandosi verso il re.
“Chiedi pure!”
“Cosa è successo all’isola e a voi!?”
“Voi sapere la mia storia. In effetti ne avete il diritto esseno arrivati alla meta finale di questo lungo viaggio”, affermò lui grave poi fece una pausa e si girò verso il castello, poi disse: “Secoli secoli fa dopo essere riuscito a salvare le poche persone sopravvissute mandandole nel mondo dello specchio e aver sconfitto il nemico decisi di immettermi in viaggio alla ricerca di un posto lontano dalla terra piena del sangue del mio popolo morto perché non avevo aperto in tempo il portale. Non volevo dimenticare il mio regno volevo sentire meno il peso che premeva sul mio petto. Mi sentivo e mi sento ancora ora in colpa per la loro morte. Se l’avessi creato all’inizio della battaglia avrei salvato tutti.  Navigai così crogiolandomi nel mio dolore per non so quanto tempo fino a che vidi  quest’isola abbandonata. Dopo averla esplorata tutta decisi di nascondere il mio tesoro sotto il castello che era veramente affascinante e sapevo di antico, ma non crollava ancora a pezzi come ora. La mia spada e altri oggetti magici e alcuni dei quali anche abbastanza potenti che ho ottenuto durante la mia vita decisi di tramandarli solamente chi sarebbe stato degno per questo successivamente grazie a conoscenze in campo magico e grazie a del materiale che possedevo sono riuscito a creare i vari ostacoli per difendere l’isola, tra cui anche rendere il paesaggio il più terrificante possibile e fare in modo che dopo la mia morte io potessi comunque rimanere qua per poter parlare con chi sarebbe riuscito ad arrivare su quest’isola ”, spiegò il re guardandosi intorno.
“Ma è un mago?”, domandò Emma perplessa
“Non proprio…sono stato cresciuto da un mago e da lui ho imparato molto. Non ho la magia ma posso usarla tramiti incantesimi…”
“Ah capito… mentre la storia della spada qual è”, ridomandò Emma curiosa mentre fissava l’arma stretta nella mia mano.
“E’ una spada che può essere presa solo da chi ha buone intenzioni ed è magica, ma la sua vera storia purtroppo non la so. Mio padre non me l’ha voluta mai raccontarla … mi dispiace non esservi d’aiuto”, rispose lui afflitto.
“Grazie comunque! Ero solo curiosa di sapere come era arrivata a te e perché dovessi proteggerla al costo anche della vita”
“Ho protetto il mio tesoro da tutti quei marinai che pensano solo all’oro e alle conquiste. Non potevo darla a primo che arrivava perché è un’arma pericolosa se usata in battaglia!”, spiegò lui cupo
“Ora io devo andare a prendere la mia roba…”,  dissi io freddo interrompendoli. Volevo andare via. Dovevo recuperare le mie cose e non volevo perdere altro tempo perché avevo anche bisogno di stare per conto mio e dire addio alla mia nave.
“Veniamo con te, tranquillo”, ribattè Bea venendo verso di me.
Annuii
 
Non appena salì sulla nave andai subito sotto coperta per recuperare la mia roba. Bea e Emma decisero di lasciarmi da solo, ma mi avrebbero aspettato al porto. Mi avevano ripetuto che non erano d’accordo sulla mia decisione perché sapevano che la mia Jolly era parte di me. In effetti avevano ragione. Questa nave aveva affrontato mille avventure. Mi aveva visto ridere insieme alla mia ciurma, piangere quando avevo perso sia mia fratello Liam sia Milah e arrabbiato quando davo la caccia al coccodrillo. Ogni minimo particolare della Jolly mi rievocava un ricordo.
“Non devi farlo!”, disse all’improvviso Amy arrabbiata apparendo al mio fianco mentre stavo cercando un baule dove porvi le mie cose
“Lo devo fare. Lo devo fare per te e per gli altri. Non posso perderti!”, risposi a tono. Eravamo soli quindi non dovevo limitare il tono di voce.
“E’ la tua casa Killian, non puoi cederla così…”, replicò lei dispiaciuta.
“E’ vero è stata la mia casa ed è piena di miei ricordi, ma ora se per stare con te devo dare al re la Jolly sono disposto a fare questo sacrificio!”, ribattei io più dolcemente prima di trovare un vecchio baule vicino alla scrivania.
“Non riuscirò a farti cambiare idea?”, domandò lei abbattuta sedendosi sul letto avvicinando le gambe al petto.
“Non credo!”, affermai prima di aprire la mia cassaforte. Presi tutte le mie lettere personali, l’anello che mi aveva lasciato mio fratello Liam, un ritratto dove c’eravamo io mio padre e mio fratello, la conchiglia che avevo usato per chiamare le sirene e infine le mie carte, diari e libri che avevo raccolto durante la mia lunga vita.
Chiusi successivamente la cassaforte e andai a prendere un maglioncino di Amy che aveva dimenticato sulla nave, la sua foto l’avevo messa all’interno della giacca per poterla avere sempre con me. Non era molta roba, ma per me aveva comunque un gran valore. Chiusi il baule, ma decisi di fare un giro per la nave per l’ultima volta. Si ero un sentimentale.
“Ti supplico non farlo!”, disse lei mettendosi dalla porta della mia cabina cercando di non farmi passare con il mio baule.
“Amy sai che non posso!”, affermai deciso passando oltre Amy e andando di sopra. Scesi la scaletta e fissai la Jolly. Era l’ultima volta che l’avrei potuta vedere. Mi venne il magone, ma dovevo essere forte perchè eravamo solo a metà della missione per il salvataggio di Amy e io non potevo permettermi di crollare.
“Come stai?”, chiese Emma angustiata
“Bene. Andiamo a prendere la spada!”, risposi freddo prima di procedere di nuovo verso il cimitero. Stavo morendo dentro, ma era meglio non rivelarlo agli altri perchè avrebbero cercato sicuramente  di dissuadermi.
Non appena raggiungemmo di nuovo il cimitero vidi che il re era rimasto davanti alla sua lapide con la spada in mano. Gliela avevo dovuta lasciare in attesa del mio ritorno con i miei ricordi.
Pochi passi e saremmo riusciti finalmente avere l’arma che ci avrebbe permesso di andare da lei e salvare tutti. Ormai manca poco alla fine della dittatura di Jafar.
“Eccovi. Preso tutto?”, domandò lui non appena fummo di fronte a lui.
“Si. Ora però vogliamo la spada e soprattutto sapere come devo usarla per andare nel mondo dello specchio!”, risposi in modo glaciale. Non dovevo abbattermi. Lo facevo per lei. Amy aveva annerito il suo cuore per me, io potevo rinunciare alla mia casa. Me lo ripetevo per poter riuscire a non far prevalere la tristezza che ormai stava crescendo in me.
“Non posso spiegartelo io come farla funzionare perché lo capirai da solo quando riuscirai a instaurare un legame con essa. Non appena lo avrai capito potrai  aprire un varco nello specchio che vi permetterà di andare da lei ”, spiegò lui fissandomi. Sicuramente non mi aveva spiegato come utilizzarla per mettermi alla prova, ma io l’avrei capito.
“Va bene, ci accontenteremo delle informazioni che ci hai dato!”, replicai appoggiando il baule per terra per poter prendere la spada dalle mani del re.
“Buona fortuna ragazzi!”, disse lui prima di scomparire. Mi girai subito verso il mare per vedere l’ultima volta la mia nave, ma la mia Jolly non era più attraccata al porto. Era effettivamente difficile non vederla al molo ad aspettarmi, ma dovevo essere forte. Avrei trovato un’altra nave con cui costruire nuovi ricordi.
Emma poco dopo fece apparire un fodero nuovo da attaccare alla cinta dove misi la mia nuova spada e in seguito ripresi in mano il baule pieno dei miei ricordi.
“Mi dispiace Hook!”,ammise all’improvviso Bea amareggiato
“Non vi preoccupate,me la caverò!”, confessai facendo un sorriso amaro poi aggiunsi: “Ora dobbiamo solo tornare al castello!”
Annuirono.
 
In pochi secondi riuscimmo a ritornare a casa del coccodrillo. Apparimmo nel soggiorno. Seduti al lungo tavolo c’erano Belle e Rumple. Lui non appena notò la nostra presenza sgranò gli occhi come se avesse visto un fantasma, per quanto riguarda invece il mio fantasmino o allucinazione non era più apparsa da quando ero sceso dalla Jolly con il baule. Non sapevo se sarebbe tornata oppure non l’avrei più rivista, però la sua presenza durante questa avventura era riuscita ad allievare la sensazione di vuoto che si era creata nel mio animo.
“Che cappero ci fate qui? Perché avete usato la magia? Siete riusciti a ottenere la spada?”, domandò a raffica Axina che era appena entrata nella stanza.
“Calma una domanda alla volta!”, disse Bea dopo aver salutato il padre.
“Eccola. Ora mi ritiro nella mia stanza perché ho bisogno di riposare!”, ammisi distaccato facendo vedere che era nella mia guaina. Andai verso la porta. Volevo solamente stendermi e cercare di dormire, anche se sapevo che sarei rimasto a fissare il soffitto mentre avrei rivissuto tutte le avventure affrontate con la Jolly.
“Aspetta Hook che cosa è successo? Perché avete usato i poteri di Emma? Non siete tornati indietro con la Jolly”, ridomandò Axina preoccupata prima di raggiungermi.
“No, la Jolly non c’è più!”, ribadì voltandomi  leggermente verso di lei.
“Cosa ? Perché?”, domandò lei scioccata
“Era il prezzo da pagare per avere l’arma!”, risposi freddo prima di andare di sopra.
Non appena entrai in camera misi vicino alla finestra il baule e dopo mi sdraiai sul letto. Pensai che avevo veramente bisogno di lei in questo momento, ma Amy non c’era. Non apparve nemmeno la mia allucinazione. Ero diventato un pirata solo senza veliero. Avevo perso entrambe. Non potevo però rimanere in quella stanza a piangermi addosso perché dovevo pensare come potevo cercare di creare un legame con la mia spada per poter riuscire riavere almeno lei. Stavo per estrarla quando sentì bussare la porta. Non riuscivo a stare da solo per qualche minuto.
“Sono Axina posso entrare?”, chiese lei educata
“Certo entra pure!”, risposi gentilmente mettendomi seduto
“Emma e Bea hanno raccontato brevemente quello che è successo compreso l’incontro del re”
“Sto bene!”, dissi interrompendola
“Si vede… Lo so che l’ hai fatto soprattutto per lei e per l’amore che provi per lei. So che è stato un sacrificio e lei forse non sarà contenta quando lo verrà sapere”, asserì mettendosi vicino a me.
“Non mi potrà fare la predica!”, ribadì fermandola di nuovo.
“Hook fammi finire. Si non potrà dire niente, anche se si sentirà comunque in colpa, però io volevo dirti altro. Io volevo ringraziarti per quello che hai fatto. Grazie a te riuscirò a rivedere mia figlia”, replicò lei sorridendo.
“Non mi deve ringraziare. Posso solo immaginare come si senta …”, ammisi io mestamente.
“Abbattuta, afflitta, triste e inutile perché non sono riuscita a proteggere la mia bimba, anche se ora è una donna”, confessò lei abbassando lo sguardo.
“Nessuno avrebbe potuto fare nulla, ora però insieme possiamo fare qualcosa!”, ribadì io appoggiando la mano sulla sua.
“Lo so hai ragione, ma è una sensazione che purtroppo non passa.. Grazie ancora comunque per aver fatto questo per lei. Spero vivamente che quando lei tornerà  apprezzerà il tuo gesto!”, disse lei facendo l’occhialino. Lo speravo anche io, ma io avrei comunque aspettato perché le avevo promesso che le avrei lasciato i suoi spazi e io mantenevo sempre la parola.
“Gliela porterò di nuovo a casa, glielo prometto!”, dichiarai deciso.
“Speriamo, comunque stasera a cena ci riuniremo tutti per aggiornarci su quello che è successo in queste tre settimane. Tu ci sarai?”, chiese lei sorridendo.
“Si si, ho solo bisogno di dormire”
“Va bene ti lascio riposare. Ci vediamo dopo!”
 
Dopo una bella dormita feci una doccia e mi misi dei vestiti puliti che avevo nell’armadio. Dalla finestra potei osservare che il sole era già tramontato e che la luna era oscurata dalle nuvole. Decisi di scendere per la cena come avevo promesso ad Axina.
In soggiorno il tavolo era stato allungato ed erano presenti il coccodrillo, Belle, Axina, Emma, Bea, Regina, Henry,Snow e David. Cerano tutti tranne ovviamente lei.
“Buonasera”, dissi non appena varcai la porta.
“Siediti vicino a me!”, disse Axina alzando una mano per farsi vedere. Annuii e mi andai ad accomodare affianco alla madre di Amy.
“Bene siamo tutti riuniti per aggiornarci su quello che è successo in questi giorni!”, ammise Rumple alzandosi in piedi.
“Puoi anche non alzarti Rumple. Ti sentiamo lo stesso!”, lo rimproverò Axina guardandolo
“Si ma preferisco stare in piedi, comunque grazie a Bea, Emma e a Hook abbiamo ottenuto la famosa spada che ci permetterà di creare un varco nello specchio e andare a riprendere mia…anzi nostra figlia. Volevo fare un ringraziamento specifico al capitano che ha dovuto sacrificare una cosa a lui preziosa per salvare non solo Amy, ma anche tutti noi!”
“Questa tua dolcezza nei miei confronti mi commuove!”, ammisi sorridendo. Ero abituato a punzecchiarci a vicenda. Nessuno dei due sopportava l’altro. Non saremmo mai riusciti ad andare d’accordo, ma entrambi avevamo lasciato le nostre diatribe per lei.
“Non ti ci abituare!”, replicò lui serio
“Voi invece cosa avete scoperto?”, chiese Emma interrompendo il coccodrillo e me
“Un paio di cose. Abbiamo scoperto tramite un trucco di magia che Jafar nel suo studio ha un grosso specchio dove tiene d’occhio Amy e abbiamo dedotto che è quello da cui dovrete passare per andare da lei. Ovviamente non sarà semplice perché lui è praticamente sempre li e quando non è presente la stanza è sorvegliata da sentinelle e sono sicuro anche da magia”, spiegò lui grave
“Come avete fatto a scoprire queste cose?”, chiese Bea perplesso.
“Grazie l’aiuto di Regina abbiamo trasformato Axina in un piccolo uccello che faceva da spia. Lei ha scoperto il suo castello e lo specchio”, rispose Belle gentilmente.
“Capito…il problema e arrivare allo specchio senza farsi scoprire da Jafar”, replicò Emma pensierosa
“Scusate…ma avete mica controllato…Amy?”, domandai interrompendoli. Volevo sapere se stava bene e soprattutto se si erano sposati. Sapevo che era tutto finto, ma non riuscivo comunque a sopportare il fatto che potesse fare questo passo.
“Sta bene, tranquillo e no non si è ancora sposata. So che te lo stai domandando!”, ammise Axina sorridendo.
“Bene…Io invece devo capire come usare la spada mentre voi cercate di trovare un modo per attraversare lo specchio”
“Aspetta capitano non abbiamo mica finito. Noi non siamo rimasti con le mani in mano. In questi giorni abbiamo deciso di mandare uno di noi nel castello di Jafar sotto copertura per ottenere più informazioni possibili”, ribadì il coccodrillo voltandosi verso di me.
“Chi ?”, ridomandai interdetto
“Regina. Lei ha il sangue freddo e può farcela a stare a contatto con Jafar senza farsi scoprire!”
“Coccodrillo…sei il DarkOne non puoi semplicemente ucciderlo ci potremmo evitare tutti questi problemi?”, chiesi dubbioso. In effetti lui aveva un grande potere potrebbe eliminarlo così noi potremmo attraversare lo specchio non appena avrei capito come azionare la spada.
“Mi piacerebbe farlo, fidati, ma non posso. Dopo aver acquisito quel potere è diventato molto potente, pensa che può cambiare il passato con uno schiocco delle dita. L’unico modo per sconfiggerlo e rinchiuderlo nella lampada e utilizzare il possessore della sua stessa magia”, ci illustrò lui amareggiato. Era evidente che avrebbe voluto fare qualcosa per accelerare la situazione, ma questa volta era impotente.
“Va bene …va bene….allora non appena abbiamo dati a sufficienza elaboreremo un piano. Io invece mi concentrerò sulla spada!”
“Bene ora che abbiamo finito di scambiarci informazioni possiamo cenare, anche perché sono convinta che voi tre abbiate una gran fame!”, disse Belle sorridendo
“Si in effetti hai ragione!”, affermò Bea toccandosi la pancia.
“Bene, allora mangiamo!”, asserì il coccodrillo prima di schioccare le dita facendo apparire varie portate tra cui tre tipi di carne, patate e varie tipi di zuppe. In effetti avevo un certo languorino. Iniziammo tutti a prendere le nostre porzioni e discutere di cose più tranquille. Stava procedendo tutto serenamente fino a quando Emma si girò verso di me e mi chiese: “Hai più visto “Amy”?”
“Hai visto Amy?”, domandarono tutti in coro sorpresi girandosi verso di me. Avevo tutti i loro sguardi puntati su di me. Ora mi avrebbero rinchiuso per pazzia.
“Grazie Emma”, dissi voltandomi verso di lei e guardandola in cagnesco, poi aggiunsi cercando di essere il più calmo possibile: “Si, ma era solo frutta della mia immaginazione e da quando sono tornato non è più apparsa”
“Avevi qualcosa di suo durante il viaggio?”, domandò Rumple dopo aver appoggiato la posata sul piatto di argilla.
“Si una foto che aveva scattato mesi fa, perché me lo chiedi?”, chiesi perplesso.
“Perché in quell’area potrebbe esserci una grande quantità di magia che insieme al duo desiderio di averla accanto potrebbe aver creato questa illusione”
“Vabbè non importa, intanto ora non c’è più”, ribattei prima di bere un sorso d’acqua.
“Beh ti avrà aiutato a stare meglio durante la missione”, sussurrò Axina appoggiando la mano sulla mia
“Si hai ragione”, confessai facendo un lieve sorriso.
 
19 Maggio 2015*
 
Quella mattina Regina avrebbe iniziato la missione di sottocopertura. Sarebbe diventata una sentinella di Jafar con l’obiettivo di criptare informazioni sull’ipotetica magia usata per proteggere la stanza e gli orari di Jafar. Noi avremmo così creato il varco solamente quando lui sarebbe stato impegnato altrove e nessuno lo avrebbe avvisato della nostra interferenza. Sapevamo che non sarebbe stato un lavoro semplice e che avrebbe avuto bisogno di tempo per avere tutti dati utili, però era meglio non rischiare perché in ballo c’era il nostro futuro.
Io invece mi sarei dovuto impegnare a usare la spada. Il re non mi aveva dato nessuno indizio, dovevo scoprire da solo come riuscire ad attivarla, così il coccodrillo mi diede la possibilità di allenarmi in una stanza vuota nei sotterranei in modo da evitare di rompere qualsiasi cosa.
“Ti va di allenarti con me?”, domandò Bea all’improvviso entrando nella mia camera mentre io stavo fissando il fodero nero in cui c’era la spada pensando a un modo come poter creare un legame con lei.
“Sicuro?”, domandai perplesso. Non sapevo che cosa poteva capitare, anche perché essendo un’arma magica sicuramente non era una semplice spada e quindi dovevo anche imparare a gestirla, per questo non volevo rischiare di ferirlo in caso fosse venuto con me.
“Certo!”
Annuii
 
Dopo aver mangiato qualcosa scendemmo le scale fino ad arrivare al piano dove avremmo trovato la stanza per gli allenamenti. Si trovava in fondo a un lungo corridoio sulla destra. Entrammo e vidi subito che all’interno non c’era nulla tranne per la presenza dei candelabri sui lati che di notte avrebbero illuminato tutto il vano.
“Beh dai è molto spazioso anche se forse un po’ claustrofobico”, disse Bea mentre si guardava in giro.
“In effetti si, ma mi servirà solo per addestrarmi!”
“Si hai ragione. Allora sei pronto?”, domandò lui voltandosi verso di me
“Si,ovvio”, risposi prima di estrarre la spada. La lama era sottile e molto rovinata. Sinceramente non sapevo come avrebbe potuto ferire qualcuno, però forse aveva qualche abilità nascosta. Dovevo solo far emergere il suo potenziale. Ne ero convinto.
“E un po’ vecchiotta…”, ammise Bea perplesso
“Lo so, ma sono sicuro che è un ottima spada!”, replicai mettendomi in posizione di attacco.
“Ok vai!”
Strinsi l’elsa tra le dita. Chiusi gli occhi e mi concentrai, ma dopo qualche minuto non successe nulla. Non potevo riuscirci subito, era ovvio, però dovevo trovare un modo per creare questo famoso legame di cui mi aveva parlato il re.
“Riprovaci Hook. Prova a pensare che la useresti per salvare Amy!”, mi consigliò Bea che ancora di fronte a me.
Tentai di fare come aveva proposto Bea. Chiusi di nuovo gli occhi e visualizzai l’immagine di Amy. Lei imprigionata in quel mondo illusorio. Lei che era stata fata prigioniera da Jafar in un mondo pericoloso dove non potevo proteggerla e lontano anche dalla sua vera famiglia. Lei che si era dimenticata di me. Io che dovevo salvarla. Io che volevo salvarla ad ogni costo.
A un certo punto mentre stavo continuando a concentrami sentì la spada diventare più pesante e più calda. Come era possibile?  Aprì subito gli occhi per capire che cosa stava succedendo e notai subito che la lama era diventata più spessa e meno logora ed era anche avvolta dalle fiamme. Riuscì a tenerla tra le dita per pochi secondi prima di farla cadere perché mi stavo ustionando la mano. Non appena tocco terra tornò ad essere come prima.
“Che cosa è successo?”, domandò Bea sorpreso avvicinandosi a me
“Stavo pensando a lei come mi avevi consigliato te e a un certo punto è cambiata…è diventata pesante e bollente …non so perché…ma come faccio a usarla se quando la tocco mi brucio?”, domandai scioccato fissando il palmo della mano ferita.
“Forse è questo che intendeva il re quando ha detto che devi imparare a instaurare un legame con la spada!”, rispose lui guardando l’arma.
“Si forse hai ragione…”, risposi io pensieroso. Ero riuscito ad attivarla, ma non ero in grado nemmeno di tenerla in mano. Era complicata come situazione, ma non mi sarei arreso. Ero certo che c’era un modo per utilizzarla senza avere dei danni fisici. Avrei imparato. Non potevo deluderli.
“Ora però è meglio se vai a farti medicare da Emma la mano”, asserì Bea avvicinandosi a me. In effetti aveva ragione, il palmo della mano aveva delle bruciature e mi doleva.
“Va bene. Grazie per avermi aiutato!”, replicai dopo aver ripreso la spada.
“Non mi devi ringraziare. Siamo amici e normale aiutarsi a vicenda!”, replicò lui sorridendo poi prima di andare verso la porta aggiunse: “Torniamo di sopra. Io ho bisogno di mangiare e tu i cure”
Annuii.
 
Non appena tornammo di sopra incontrammo Axina che stava per andare in cucina. Non appena ci vide ci disse: “Allora come è andata?”
“Poteva andare meglio”, risposi facendo vedere le ferite che avevo subito.
“Che caspita ti è successo?”, domandò lei prendendo la mano e iniziando ad osservare.
“La spada ha iniziato a  bruciare…”, affermai in modo vago.
“A bruciare? Strano…Ora comunque l’importante è curarti”, disse lei prima di passare le dita sopra il palmo e in pochi secondi ero guarito. Stavo nettamente meglio.
“Grazie Axina!”, replicai sorridendo.
“Sappiamo qualcosa di Regina?”, domandò Bea mentre stava fissando fuori dalla finestra.
“Ancora no, dovremmo aspettare che faccia la pausa!”
“Capisco, beh allora non possiamo  solo aspettare!”
 
Quando il sole stava ormai calando e ci stavamo riunendo tutti nel salotto per cenare un uomo dai capelli castano chiaro e baffi con la divisa apparve davanti a noi. Misi subito una mano sul fodero per precauzione, ma Axina mi sussurrò subito di stare tranquillo che non eravamo in pericolo.
“Eccomi. Scusate il ritardo!”, ammise Regina dopo essere tornata se stessa.
“Allora come è andata?”, domandò Rumple curioso.
“Non sono nemmeno riuscita ad avvicinarmi al suo studio. Devo conquistare la loro fiducia…”, spiegò Regina sedendosi vicino a suo figlio.
“Lo sapevamo che non sarebbe stato facile…”
“Tranquilli, proverò a ridurre in tempi di avanzamento di carriera il più possibile, anche perché il pirata non credo possa riuscire a resistere molto a lungo senza la sua amata”, affermò Regina lanciandomi una frecciatina voltandosi verso di me. Stavo per risponderle quando venni preceduto da Bea che disse: “Grazie mille Regina per il tuo aiuto. Quando dovrai tornare?”
“Domani stessa ora”
“Che storia ti sei inventata?”, chiese Emma curiosa.
“Sono un uomo vedovo con un figlio da crescere e che seguo con lealtà il signor Jafar, il quale ha la mia più grande stima!”
“Beh non dovrebbero farti troppe domande almeno spero”, ribatté Rumple prima di bere un bicchiere d’acqua.
“No sono solo uno nuovo che vuole fare gavetta, ma spero di riuscire a farmi strada velocemente”, replicò lei dopo aver mangiato un pezzo di carne.
“Speriamo”
“Invece te pirata come è andata con la spada?”, domandò Regina voltandosi verso di me con la forchetta ancora in mano.
“Bene mi sono solo bruciato una mano!”, confessai sarcastico. Ero un po’ infastidito perché lei aveva fatto moltoin un solo giorno mentre io mi ero solo fatto male. Non dovevo perdere tempo. Dovevo imparare ad usare quella maledetta spada il prima possibile.
“In che senso?”, ridomandò lei perplessa
“La spada è normale, ma quando si “attiva”  l’elsa diventa molto più pesante e così rovente che non riesco a impugnarla…”, spiegai secco voltandomi verso di lei
 “E’ una spada magica è normale che dovrai imparare a gestirla. Dovrai continuare ad allenarti. In gioco ci sono troppe vite”, ribattè Rumple greve.
“Rumple non fare il duro!”, lo rimproverò Axina, poi si girò verso di me e aggiunse più dolcemente: “Tranquillo sono certa che ce la farai!”
“Lo so, mi impegnerò duramente per poter imparare in tempo per poter salvare  così Amy e tutti noi!”, ammisi determinato
Non sarebbero state delle bruciature a fermarmi. Ognuno di noi si stava impegnando per far tornare la pace nel regno e nessuno si sarebbe arreso e soprattutto Regina ed io saremmo riusciti ad raggiungere il nostro obiettivo.
   
 
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