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Autore: fedeblack    17/12/2018    0 recensioni
«l'amore è...complicato»
Sussurrò Alice, guardando quella foto.
«quando ti innamori di una persona... Anche se muore, resta nel tuo cuore per sempre, fino a alla fine»
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cooper
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Betty, con la curiosità di una bambina di 8 anni andò dalla madre con una foto in mano, riguardava sua madre con un ragazzo, ma erano molto più giovani «mamma! Chi è questo ragazzo?» Alice prese la foto, e la guardò. Improvvisamente, tutti i ricordi tornarono a galla «oh piccola... Lui è un ragazzo che è stato davvero importante per me» la bambina sorrise «lo amavi mamma?» Alice, nonostante avesse le lacrime agli occhi annuì «l'ho amato si...e lo amo ancora» Betty la guardò confusa e Alice abbassò lo sguardo. «l'amore è...complicato» Sussurrò Alice, guardando quella foto. «quando ti innamori di una persona... Anche se muore, resta nel tuo cuore per sempre, fino a alla fine» la bambina la guardò dispiaciuta «é morto?» sua madre annuì, e capendo che la piccola voleva delle spiegazioni si mise seduta accanto a lei e iniziò a raccontare. «avevo 17 anni Betty... Ed ero così diversa... Mia madre faceva l'infermiera e un giorno andai a trovarla e li... Successe tutto.» Camminavo per i corridoi dell'ospedale, ero sicura che non ci fosse nessuno a quel piano, così potevo fumare nei bagni, poi però, vidi un ragazzo, se ne stava seduto a terra, con un mp3 e le cuffiette nelle orecchie, non si accorse di me finché non gli andai vicino e mi guardò. Capii subito che non stava bene, aveva una brutta cera, ma mi sedetti accanto a lui e iniziammo a parlare. Si chiamava Fp, anche lui aveva 17 anni e... Ed era bello. Scoprii che aveva la fibrosi cistica, ma stava comunque abbastanza bene «sto all'inizio, e finché posso andare in giro mi va bene così» disse, restammo a parlare, scoprii che anche lui viveva nel South side, ma che per lo più se ne stava a casa, quando lui dovette andare via, decidemmo di rivederci il giorno dopo, e così iniziò tutto. 2 novembre, 17 anni prima. Era novembre, e faceva freddo come se fosse già inverno. Alice camminava stringendosi nel giacchetto di pelle, arrivò da pop's e vide Fp seduto in fondo, che le sorrideva e la salutava con la mano. Lei si avvicinò e sorrise a sua volta sedendosi di fronte a lui «ciao Alice» lei lo guardò, aveva le occhiaie, si vedeva che era stanco ma era bello comunque «ciao Fp» lui sorrise ancora e le accarezzò la mano «come stai?» Alice scrollò le spalle «bene tu?» il ragazzo, abbassò lo sguardo per un attimo ma poi la guardò negli occhi «hanno iniziato a cedere i polmoni, ma niente di che, si risolve» Alice adorava anche quello di Fp, essere sempre positivo. Ordinarono due frullati e parlarono, Alice raccontò ad Fp che aveva preso 4 in storia, Fp rise ad ogni battuta, si sentiva bene con lei, si sentiva... Meno malato. Dopo aver preso il frullato, fecero un giro, fino ad arrivare al parco, si sedettero e continuarono a parlare «Alice posso chiederti una cosa?» la ragazza annuì continuando a guardarlo «perché passi il tempo con me? Sai già come andrà a finire...» Alice non voleva pensarci, non poteva. Sapeva cosa voleva dire Fp, che lui sarebbe morto. Ma lei voleva credere che ce l'avrebbe fatta, che avrebbe potuto continuare a vivere, anche con la malattia, scosse la testa e gli prese la mano «non finirà niente Fp» il ragazzo sorrise, e l'abbraccio, Alice si accorse di quanto fosse fragile, ma come lo nascondesse, lo strinse a se e quando lui la guardò negli occhi, successe. Si baciarono. Entrambi avevano paura di sbagliare, era un bacio timido, ma di cui avevano bisogno, sorrisero l'uno sulle labbra dell'altro e si baciarono ancora. Fp rise, guardando Alice completamente rossa in viso e lei sorrise «non prendermi in giro» gli  diede una spintarella e rise anche lei. Fp si alzò e le porse la mano «devo tornare a casa» lei annuì e si alzo stringendogli la mano «non preoccuparti torno da sola, ci vediamo Fp» lo baciò a stampo e si allontanò. Dopo due settimane senza vedersi entrambi capirono una cosa, si amavano. Si amavano da morire. 16 novembre. Fp rideva seduto sul divano, come aveva detto quel giorno ad Alice, i polmoni funzionavano male, e ora portava l'ossigeno, ma non aveva smesso di vedere sempre le cose positivamente. Alice seduta accanto a lui gli accarezzava i capelli «sai che oggi Penelope Blossom mi ha detto che sono tanto fortunata ad averti?» Fp rise ancora «Penelope? Da quando pensa che io sia un bel ragazzo?» Alice scrollò le spalle e lo baciò «tu però sei mio» il ragazzo annuì e le sorrise «sei l'unica che accetta di stare con un ragazzo con la fibrosi cistica» Alice scosse la testa «tu per me sei solo Fp Jones, non conta la tua malattia» gli sorrise e lo baciò dolcemente «ti amo Alice» la ragazza sorrise e lo guardò negli occhi «ti amo anche io Fp». 20 novembre Una chiamata. La corsa in ospedale. Un solo pensiero. Fp. Avevano ceduto i reni, appena Alice vide Fp su quel letto sentí il cuore mancarle un battito, non poteva più fare finta di niente ormai. Cercò di non piangere e si avvicinò a lui, Fp sorrideva come sempre, e appena la vide la baciò «guarda che bella vista questa stanza» nonostante tutto, l'allegria di Fp non mancava, e faceva stare bene Alice, anche se voleva piangere. Aveva tenuto quel pensiero lontano per tanto tempo. Ma ora era impossibile ignorare la realtà. Fp stava male, tanto male. E lei lo avrebbe perso, non ci sarebbero state più serate passate sul divano a guardare un film, né pomeriggi a parlare al telefono. Non ci sarebbero stati più baci, né abbracci... Niente. Aveva così tanta voglia di poter fermare il tempo. Poter vivere di più quella favola, stare più con tempo con Fp... Avere una vita con Fp. Ma non poteva e lo sapeva. L'unica cosa che poteva fare, era godersi quei giorni con lui, e vivere fino alla fine la storia. 4 dicembre Fp ormai stava in ospedale, Alice passava le giornate con lui, subito dopo scuola andava da lui e gli faceva compagnia, gli raccontava quello che succedeva a scuola, lo faceva ridere con i casini che lei combinava, gli leggeva i temi che scriveva, e gli restava accanto quando lui crollava perché non sopportava più tutto quello. La prima volta che aveva visto Fp piangere era il 6 giorno di ospedale, lui l'aveva abbracciata ed era scoppiato a piangere. Alice, che fin a quel momento l'aveva sempre visto ridere capí, che in fondo lui era spaventato, quasi quanto lei. Lo consolava come poteva, a volte anche se era vietato lo portava fuori al terrazzo per fargli vedere il fiume da lontano. Quel giorno, Fp stava un po' meglio e con Alice guardava un film in tv, era una cosa normale da fare, ma per loro, che avevano poco tempo, era qualcosa di straordinario. Ad Alice veniva costantemente da piangere, perché guardando Fp, si rendeva conto, che presto, molto presto, non lo avrebbe più visto. Gli prese la mano, con le lacrime agli occhi e lui la guardò «Ehi... Alice che hai?» lei singhiozzò e lo guardò «non voglio restare in un mondo dove non ci sei tu» Fp le asciugò le lacrime e le diede un bacio sulla fronte «io resterò sempre con te, non ti dimenticherò mai Alice, ti amerò per sempre» Alice lo abbracciò forte piangendo «neanche io Fp, non ti dimenticherò mai, e non smetterò di amarti, mai» Restarono abbracciati, in silenzio. Mentre il tempo, si portava via piano piano Fp e distruggeva la loro storia d'amore. 21 dicembre C'erano giorni in cui Fp stava peggio. In quei giorni lui e Alice non parlavano tanto, semplicemente si tenevano per mano ascoltando la musica, si baciavano qualche volta, si ripetevano che si amavano. Fp non voleva tutto quello per Alice, ma a lei non importava. Quel giorno, era una giornata di quelle. Erano sdraiati vicini, e in silenzio si dimostravano quanto si amassero. Alice lo sapeva, che la fine piano si avvicinava, e anche una giornata, passata in silenzio ma accanto ad Fp era pura magia «che farai a capodanno?» Alice lo guardò e scrollò le spalle «probabilmente verrò qui» lui scosse la testa «no, divertiti da qualche parte» Alice sospirò «andrò alla festa della scuola» Fp sorrise e gli baciò dolcemente la guancia. Passarono il resto della giornata insieme, quando Alice tornò a casa, sentí un peso al petto, anche quella giornata, era passata e ne mancavano sempre meno. 24 dicembre La vigilia di natale, Alice andò ugualmente a trovare Fp, gli portò un regalo, non era niente di speciale, solo una cassetta con le loro canzoni preferite, ma passarono il giorno ad ascoltare. Fp, le regalò una collana, con le loro foto. Durante la giornata, fuori dalla finestra si vedeva i fiocchi di neve cadere lentamente, c'era così tanto silenzio. In quel piano dell'ospedale non c'era quasi nessuno, e anche se era vietato, anche se non era il luogo adatto, quel pomeriggio, fecero l'amore. Dolcemente, senza malizia, solo per sentirsi di più l'uno accanto all'altro. Per sentirsi completi. Restarono abbracciati sotto le coperte, in silenzio, sentendo l'uno, il battito del cuore dell'altro. E in quel silenzio, ancora una volta si promisero che, il loro amore sarebbe durato fino alla fine, nonostante tutto. 31 dicembre Alice si era divertita alla festa, era stata così bene che quel peso al petto per un po' era sparito. Non aveva pensato che stava per perdere la persona che amava, gli sembrava che quello fosse stato solo un incubo. Poi però, tornando a casa, aveva visto una chiamata persa in segreteria. Aveva sentito il messaggio. E le era crollato il mondo addosso. Fp ha avuto una complicazione ai polmoni. Corse in ospedale, non le importava altro, quando arrivò, le dissero che Fp era ancora in salsa operatoria, e aspettò tutta la notte. Ma quello che stava per succedere lo sapeva già, ci pensava da mesi ormai, e ora era sicura che quel giorno fosse arrivato. Ma non voleva crederci, non poteva. Non poteva credere, che Fp non ci sarebbe più stato, che non avrebbe più visto il suo sorriso, o che non lo avrebbe più baciato... Scoppiò a piangere, seduta sulla sedia della sala d'aspetto. Quel ragazzo, tanto fragile quanto forte, le aveva reso la vita così bella, l'aveva fatta sentire viva, amata. E lei lo amava, eccome se lo amava. Erano giovani, ma lo sapeva che se le cose... Fossero state diverse, lui sarebbe stato l'amore della sua vita. Fp, meritava di più. Meritava più giorni, più giorni con Alice, più giorni passati a ridere. Meritava di vivere. Continuò ad aspettare, e a sperare che che avrebbe rivisto presto Fp, che lo avrebbe sentito ridere. Ma non successe. Passarono le ore, non si accorse neanche che era scoccata la mezzanotte. Non le importava più delle ore, del capodanno, di niente. Tutto il suo mondo stava crollando e lei non poteva farci niente. 1 gennaio. Ormai era mattina, e lei era rimasta lì. Ad aspettare. A guardare fuori dalla finestra, a piangere chiedendo a qualcuno, che le desse più tempo con Fp. Aveva pianto tanto, aveva maledetto chiuque avesse fatto ammalare Fp, aveva maledetto persino se stessa perché non aveva passato la serata con lui. Si erano salutati il pomeriggio prima con un bacio, forse l'ultimo. Ma Alice voleva di più, voleva più baci. Voleva una vita con Fp. Di Fp ancora nessuna notizia. Ormai sapeva che l'operazione era finita perché era giorno, e aveva visto i medici uscire dalla sala operatoria. Poi finalmente, la madre di Fp si avvicinò a lui e la guardò. Non disse niente, di più, di quelle due parole. Fp è morto. E nonostante Alice lo sapesse già prima che la madre parlasse, cadde a sedere piangendo ancora, se ne era andato, per sempre. E lei non aveva potuto dirgli addio. Era tutto finito. 4 gennaio. Al funerale non c'era quasi nessuno, ma ad Alice non importava, la sua mente era scollegata, fissava la foto di Fp, dove sorrideva, quel sorriso che ti faceva stare bene, anche se stavi male, lui sorrideva e la giornata migliorava. Ad Alice scappo un sorriso, pensandoci. Pensando alle battute di Fp nonostante tutto. Quando se ne furono andati tutti, Alice rimase li, si sedette accanto alla lapide e pianse ancora «non sai quanto mi manchi... Ti amo così tanto Fp, sei stato il mio primo ragazzo ma tu... Mi hai fatto sentire amata. Non ti dimenticherò mai» e così fece. Mantenne la promessa. L'amò, fino alla fine. E per sempre. Betty tirò su con il naso e guardò la madre «è una storia così triste ma am.... E tu ci pensi ancora a lui?» Alice annuì e posò la foto «ci penso ogni volta che sento qualcuno ridere, perché cerco la sua risata. Ci penso ogni volta che vedo le stelle perché mi ricordano i suoi occhi... Ci penso sempre, non smetterò mai di farlo» la bambina annuì e continuò a guardarla «hai ancora qualcosa di lui?» Alice si morse un labbro, e alzò lo sguardo su suo figlio più grande. Jughead, che aveva gli stessi occhi del padre, lo stesso sorriso e la capacità di farti stare bene sempre «si piccola, ce l'ho» E dopo 17 anni, continuò a mantenere la promessa. Continuò ad amarlo. E lo fece fino alla fine. Fino a che, 60 anni dopo, finalmente non lo raggiunse.
   
 
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