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Autore: Lerenshaw    17/12/2018    0 recensioni
Leggera presenza di SPOILER degli eventi precedenti luglio
A Makoto viene affidato l'incarico di scoprire l'identità dei Phantom Thieves; tuttavia, le indagini prendono una piega inaspettata.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Nijima
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Makoto Niijima era sempre stata un’eccezionale studentessa. La sua grande dedizione allo studio e il suo atteggiamento precocemente maturo la rendevano un modello da imitare. Per i professori, poi, Makoto era la studentessa affidabile e intelligente che tutti desideravano. Erano proprio queste qualità a farla spiccare tra la moltitudine di studenti e a renderla la beniamina dei professori. E a Makoto tutto ciò non dispiaceva affatto: quella particolare posizione, sebbene pericolosa, le offriva dei vantaggi che non poteva rifiutare, come le lettere di raccomandazione presso istituti prestigiosi.
Ma c’era un prezzo da pagare per ottenere quei benefici: non bastava essere una diligentissima studentessa o un punto di riferimento per coloro bisognosi di aiuto o, ancora, eseguire le richieste dei professori in modo responsabile -tutto ciò era il minimo che potesse fare per poter raggiungere il proprio obiettivo. Come qualcuno aveva detto, “Per ottenere in cambio qualcosa è necessario dare qualcosa del medesimo valore.” E Makoto aveva imparato che nella vita era proprio così, una sorta di scambio equivalente, un continuo do ut des.
 
«Allora, Niijima-kun...» esordiva il grande Humpty-Dumpty in costume dorato, «O la lettera di raccomandazione o i Phantom Thieves. A te la scelta».
Makoto rivedeva regolarmente quella scena nella sua mente. Kobayakawa la convocava in presidenza, le chiedeva come procedessero le indagini e, di fronte alla mancanza di risultati, le dava un’ultimatum. Sembrava più un ricatto che la richiesta di un uomo le cui intenzioni erano ripristinare il buon nome del proprio istituto. Makoto capiva perfettamente quella premura, e lei stessa era intenzionata a fare di tutto per ridare al liceo Shujin il prestigio iniziale, se non fosse che...
L’incessante attesa a cui si era dedicata poco dopo il suono della campanella finì quando i suoi bersagli, Sakamoto e Kurusu, i due ragazzi sospettati di avere un collegamento con l’improvvisa confessione e il seguente arresto del professor Kamoshida, si fecero finalmente vivi. Makoto li attendeva da giorni, nascosta dietro un vecchio numero di «Jump!» -la sua infallibile copertura-, in zone strategiche dell’istituto o della città, al fine di seguire i due bersagli e riuscire ad ottenere una loro “spontanea” confessione circa l’accaduto. Per quanto detestasse svolgere quell’incarico, non aveva altra scelta. “O la lettera di raccomandazione o i Phantom Thieves” le ripeteva Kobayakawa nella mente.
Dopo minuti e minuti di attesa, Makoto poté finalmente sentire la voce di Sakamoto, il quale domandava al suo interlocutore se gli andasse di allenarsi.
La risposta non tardò ad arrivare, con esito positivo a giudicare dall’urlo di felicità del biondo. Quella seconda voce apparteneva a Kurusu, constatò Makoto: ancora una volta, i due sospettati trascorrevano il pomeriggio insieme; proprio come quella volta.
Nel giro di alcuni istanti, Sakamoto e Kurusu scesero dalle scale che conducevano al primo piano e Makoto poté finalmente vederli: i due si incamminavano sorridenti verso la hall dell’edificio per poi dirigersi in palestra. Sempre nascosta dietro il vecchio numero di «Jump!», Makoto li tallonò, mischiandosi ai gruppi di studenti sparsi qua e là per i corridoi per evitare di essere scoperta.
Giunta in prossimità degli spogliatoi, la presidentessa del consiglio studentesco dovette fermarsi e attendere dietro una colonna che le sue prede lasciassero la stanza. Anche durante quegli attimi d’attesa l’immagine del signor Humpty-Dumpty continuava ad assillarla.
“O la lettera di raccomandazione o i Phantom Thieves”.
Quella frase, ormai, le suonava più come un “O i soldi o la vita”. In effetti, se non fosse stato per il suo abbigliamento raffinato e per la mancanza di un’arma, Kobayakawa le sarebbe sembrato un vero e proprio brigante. O forse lo era davvero ma sotto mentite spoglie, pensò Makoto.
Proprio mentre si abbandonava alle sue riflessioni, la porta dello spogliatoio si aprì e si richiuse all’improvviso, facendola trasalire.
«Spero che oggi non ci sia nessuno al nostro posto segreto» disse Sakamoto.
«Speriamo sia così. Altrimenti, possiamo sempre mandarli via o trovare un altro posto tutto per noi» suggerì Kurusu.
«Mado’, non ci avevo pensato! Sei geniale, Akira!»
Ci fu una breve risata e, riprendendo a chiacchierare di cose superflue, i due amici si incamminarono verso l’atrio. Makoto si domandò se si fossero accorti della sua presenza, ma la spensieratezza del loro comportamento faceva supporre che la sua copertura non fosse ancora saltata. Così, si lanciò al loro inseguimento, sempre attenta a non farsi scoprire, come una vera Sydney Bristow.
 
Stando alle urla di gioia di Sakamoto, il cortile era a loro completa disposizione e questo le risparmiava la fatica di doverli seguire al di fuori dell’istituto. In mancanza di posti che le permettessero di spiare i bersagli senza doversi esporre, Makoto dovette rifugiarsi dietro una colonna e fare affidamento sul proprio udito. Beh, l’importante era riuscire a carpire una “spontanea” confessione sul caso Kamoshida, non delle immagini compromettenti. E così, col telefono alla mano pronta a registrare frasi incriminatorie, Makoto attese.
Ci volle un po’ prima che la situazione si facesse più interessante, poiché Sakamoto e Kurusu si erano davvero dedicati all’allenamento.
Nel bel mezzo di una faticosa sessione di stretching, qualcosa accadde e Makoto si affacciò dalla colonna per capire cosa stesse accadendo.
«Hai proprio una bella postura...» mormorò Ryuji in tono sensuale.
«Ry-ryuuji? Eh-ehi!»
Situato alle spalle di Kurusu, Sakamoto gli cinse il petto e accostò le labbra al candido collo dell’amico, procedendo poi a lasciare una scia di baci lungo lo stesso. Nel vedere la scena, Makoto sgranò gli occhi e per poco non si lasciò scappare un urletto. Dovette portarsi anche una mano alla bocca per non farsi scoprire!
Ma... ma che diavolo stavano facendo quei due!?
«Akira... Sono davvero contento di averti incontrato» mormorò Ryuuji, rubando un bacio alle labbra dell’altro.
Il bacio durò qualche secondo e Akira mormorò qualcosa.
«Anch’io... Sono davvero felice di averti incontrato...»
Dopo quella rivelazione, il bacio riprese in modo più spinto e appassionato.
Makoto sentì le guance avvamparle e dovette sforzarsi parecchio per non lasciarsi scappare dei gridolini. Ma in che razza di guaio si era andata a cacciare?! Sakamoto e Kurusu che si scambiavano effusioni amorose nel cortile della scuola?!
Mentre i suoi pensieri la mandavano in tilt, le cose davanti ai suoi occhi iniziavano a prendere una piega peggiore: Sakamoto aveva spinto Kurusu contro il muro e seguiva a sfilargli la giacca e la maglia. Una volta che Kurusu fu a torso nudo, le effusioni amorose ripresero.
“O santo cielo!” pensò la ragazza, pronta a coprirsi gli occhi per quella vista imbarazzante.
Avrebbe dovuto allontanarsi subito da lì e far finta di nulla. Sì, sembrava la soluzione migliore: allontanarsi e dimenticare di aver visto cose disdicevoli. Tuttavia, se avesse fatto rumore, avrebbero saputo che lei era lì e che aveva visto tutto. E se pur di mantenere il segreto le avessero riservato lo stesso trattamento di Kamoshida? Non poteva rischiare grosso! Avrebbe atteso che i due ragazzi finissero e...
L’improvvisa voce affannata di Kurusu che richiamava l’amico fece avvampare ulteriormente la ragazza. Makoto sporse istintivamente la testa oltre la colonna per scoprire che i ragazzi erano molto più che colti da un momento di passione. Scosse la testa per dimenticare quell’imbarazzante visione, ma non ci riuscì. La sua morale da presidentessa del consiglio studentesco le suggeriva di fare qualcosa al riguardo, di riprendere i due trasgressori per atti osceni in luogo pubblico, ma un’altra vocina, quella della paura, le intimava di lasciar perdere e starsene buona fino a quando le acque non si fossero calmate. A questi sentimenti, però, si aggiunse qualcosa di moralmente impuro: la nuova vocina, femminile e maliziosa, la incitava a dare una sbirciatina poiché né Sakamato né Kurusu l’avrebbero vista gustarsi con gioia il loro amore. E per un po’, Makoto si sentì davvero tentata dal continuare a guardare il seminudo Kurusu che gemeva al tocco del teppista.
Ma stavolta, la morale quasi non la schiaffeggiò, ricordandole che una ragazza, nonché la presidentessa del consiglio studentesco, non doveva affatto provare gioia verso atti ‘sì deplorevoli; anzi, non doveva guardarli affatto!
“Ohhh, accidenti! Ma perché sta capitando proprio a me?!” si domandò mentalmente, mentre si teneva la testa fra le mani per la vergogna.
Iniziava a desiderare che finissero presto, così da potersene tornare a casa. Però... Altri rumori molesti misero a dura prova la sua pazienza.
“No, Makoto! Non sei una spiona! Non. Ci. Provare!”
No... non doveva pensarci. Quella situazione era come un test per la pura fanciulla che era in lei. Anche se aveva ormai dato un’occhiata, Makoto sperava di poter preservare quella purezza, magari pensando a qualcosa di diverso, tipo le mascotte dei negozi alimentari o delle università edochiane o...
«Ryu... ji... Più veloce... ti prego... nnnn--»
Il gemito di piacere che Kurusu non riuscì a trattenere sfondò le difese di Makoto, fino ad allora concentrata nel non lasciarsi incuriosire, ed ella non poté fare a meno di esporre il capo oltre il muretto di pietra e dare una sbirciatina.
“Oh, cielo!!” si disse, portandosi entrambe le mani alla bocca. “Si... si possono fare certe cose?!”
 
In tutta la sua vita, Makoto aveva sempre fatto ciò che sua sorella le consigliava, o meglio, le ordinava. Se Sae le diceva di studiare e non dedicarsi ad attività di altro tipo, lei lo faceva, senza “se” e senza “ma”. Per tutti i suoi diciotto anni Makoto non si era concessa nemmeno uno svago che potesse minare la serietà del suo studio. Ai programmi televisivi preferiva qualche sano documentario, ai videogiochi preferiva la letteratura, scientifica e non, e così aveva tenuto lontano da sé un sacco di cose che, probabilmente, sarebbero potute interessarle. La curiosa esperienza di cui fu protagonista quel pomeriggio la portò a fare un buffo pensiero.
“Mi era capitato in diverse occasioni di sentir menzionare questi ‘BL’, ma finora non avevo mai pensato che potessero essere così interessanti!”
A diciotto anni, Makoto, a seguito di una’esperienza come voyeur, scoprì di avere una certa inclinazione per le storie a sfondo romantico ed erotico fra due ragazzi e fu così che in lei nacque lo spirito di una fujoshi.
 
 
***
 
«Ebbene, ragazzi, diamo un caloroso benvenuto a Makoto!» esclamò Ann dando il via alla festa post-colpo.
Makoto osservò i suoi nuovi compagni con timidezza mentre ognuno di loro le dava il benvenuto, ma non poté fare a meno di arrosire nel vedere Akira e Ryuuji. I ricordi di quel giorno le tornarono alla mente e per poco, ogni qualvolta li vedeva interagire in modo troppo affettuoso, Makoto non rischiò di morire per l’imbarazzo, tra bicchieri d’acqua che le erano andati di traverso e colpetti di tosse.
«Tutto bene, Makoto-senpai?» domandò Ann prestandole soccorso.
«S-sì, non preoccuparti, Ann!» le rispose Makoto con un risolino nervoso.
 
 



 
Angolo dell'autrice
Ciao a tutti!
Era da tempo che meditavo di scrivere in questo fandom e finalmente sono riuscita in quella che era diventata un’impresa titanica. *risatina*
Quella che ho voluto proporvi è una storia comica, genere che adoro e che penso possa prestarsi per il mondo di Persona 5.
Non ho molte pretese, ma spero vivamente che la storia vi sia piaciuta e che abbia sortito l’effetto desiderato.
Che altro dire? Ci leggiamo alla prossima storia!

 
   
 
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