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Autore: artaemin    17/12/2018    1 recensioni
❝ Jonghyun dagli occhi d'amor pieni ed al contempo vitrei e stanchi d'esser aperti. Jonghyun dal sorriso sincero il quale, però, trasmetteva una nota dolente e perforante se osservato meglio. Jonghyun dagli zigomi alti. Jonghyun dal cuore nobile, forte ed al tempo stesso fragile ed incessantemente debole come una foglia in autunno. Jonghyun, colui che non morì il 18 Dicembre 2017, decise solamente di scivolare via, come sabbia fra le dita. ❞
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❝Mi manchi, mi manchi da morire 

Non ti dimentico, oh è così triste 

Spero tu possa sentirmi 

Lo ricordo chiaramente 

Il giorno in cui sei scivolato via ❞

 

 

 

 

 

 

 

Jonghyun non morì quel giorno.

Jonghyun amava la vita, amava i suoi amici, amava sua madre e sua sorella, ed amava, amava tantissimo noi.

Jonghyun era solo stanco, stanco di fingere che tutto andasse bene, stanco di mentire e di nascondere quel rabbioso cane nero che si portava dietro, forse troppo attento a non farcelo notare.

Sconvolti ed increduli eran tutti.

Sai, Jonghyun, ricordo bene quel preciso lunedì.

Forse troppo bene.

Mi svegliai stanca e con il presentimento che in quel preciso giorno dovesse succedere qualcosa, di bello o brutto che importanza poteva avere? 

Non avevo mai considerato la terribile, atroce e spaventevole idea di perderti e sai, quel giorno me ne resi conto.

Tutto sommato sembrava una giornata come tante altre prima di lei.

La stupida allegria sentita dopo una misera sufficienza venne subito spazzata via nel momento in cui lessi degli articoli, la notizia.

Venni scossa da una moltitudine di risate, andiamo, non poteva essere vero.

Vero?

Poi dall'incredulità passai semplicemente alla seconda fase, quella più dolente.

I sorriso si spense, forse insieme al tuo.

"Mi hai distrutta, Kim Jonhyun" pensai rabbiosa e in lacrime.

Pensai a me stessa, non al dolore che tu, per tutti questi anni, stessi provando.

"Egoista" pensai subito dopo.

Nel mio letto cercavo una parola che descrivesse quello che stavo provando e credetemi, credimi, non sono ancora riuscita a trovarla.

Non riuscivo ad accettare la situazione o meglio, non volevo.

Tutto quello che desiderava quella stupida ragazza, quale sono, era semplicemente vederti uscire da quelle porte di vetro scorrevoli, fare il tuo solito sorriso, alzare la tua mano con il pollice in alto e dire un semplice "sto bene, razza di stupidi".

Perchè, Jonghyun, non l'hai fatto? Perchè non hai semplicemente seguito quello che la mia mente malata e distrutta stesse pensando?

Dopo l'accettazione odiavo chiunque mi dicesse che "con il tempo tutto passa" oppure che "sarebbe andato tutto bene".

Amici miei, quanto false erano state quelle parole?

Piangere era semplice, bastavano parole messe lì a caso, una foto, una canzone.

Rimanere soli ancor meglio.

Con te scapparono via i miei sogni, Jonghyun, sai?

Con loro venirono il sorriso ed il cuore.

"Ma non lo conoscevi neanche!"

"Per un cinese non è venuta a scuola?"

"Posso capire la morte di un nonno, uno zio, ma di lui?"

Potrei mai chiamarvi amici dopo tutto il dolore che con delle semplici parole mi avete inflitto?

Mi distendevo sul mio letto, guardando il cielo attraverso il lucernaio, e pensavo a come potessero essere spietati gli esseri umani.

Desideravo porre molte domande a queste persone, forse per il semplice gusto di vederle impacciate nel trovare una risposta pronta, messa su due piedi.

Michael Jackson, Chester Bennington, John Lennon, Kurt Cobain, Amy Winehouse, crearono scalpore.

Persone si uccisero per loro ma ditemi un po', perchè la vita di "uno stupido coreano gay", così definito, deve valere meno della loro?

Etnia, età, cultura, sesso, nulla ha senso e nulla fa differenza nel momento in cui ti trovi sotto terra.

Lui perse la vita come la persero Kurt Cobain o Amy Winehouse, nulla di più nulla di meno.

 

 

 

 

 

❝E' stato il giorno in cui ho capito che non sarebbe più stato lo stesso

 Non sono venuta a dirti addio baciandoti sulla mano 

Spero di poterti rivedere 

So che non potrò ❞  

 

 

 

 

 

 

 

Ricordi quel concerto?

Il tuo ultimo concerto?

Avevi capelli bianchi come la tua anima, il tuo dolce sorriso sghemo e tanto caratteristico ti venne a far visita mentre osservavi il pubblico davanti ai tuoi occhi lucidi, pronti ad essere nuovamente inondati da altre lacrime.

Ricordi cosa indossavi? 

Era un meraviglioso completo bianco, ti eri forse messo d'accordo per farlo intonare con i tuoi capelli?

Reggevi stretto fra le tue mani il microfono, ed ogni volta che alzavi lo sguardo lo stringevi ancor più forte fra le tue dita.

Non capii quello sguardo, e Dio, avrei tanto dovuto farlo.

Quelle azioni le stavi premeditando da molto tempo, non è vero?

Avevi inclinato leggermente il capo e così stavi osservandotutta la platea.

Quegli occhi eran leggermente socchiusi, il sorriso ancora presente seppur leggermente accennato.

Non saprei come spiegarmi ma sembrava che tu, piccolo uomo alato, stessi imprimento nella tua mente e nel tuo cuore ogni volto presente quel giorno.

Rifiutavi l'idea di non poterti ricordare di noi.

Poi hai abbassato nuovamente lo sguardo, indirizzandolo verso quel palco che molte volte avevi calpestato.

Eri così bello da essere quasi irreale.

Il desiderio di esserti difronte sottoforma di specchio affiorò dentro di me, così da farti vedere quale persona magnifica tu potessi essere.

Tutto rispecchiava amore, i tuoi occhi lo trasmettevano, la tua voce attraverso quel microfono che stringevi fra le mani, il tuo sorriso che eri pronto a regalare a chiunque, ed il tuo cuore che, di quanta bontà era stracolmo, eri disposto a donare.

Ti amo, e forse questo è un eufemismo.

Dovrei semplicemente ringraziarti perchè ora tutto quello che mi circonda sembra aver preso una piega diversa.

Ora osservo il cielo, amandolo semplicemente perchè ti tene stretto a lui, e credimi pazza, una stupida ragazza con la convinzione alle stelle, ma fra quelle nuvole riesco a vederti.

Un'idiota che cerca di associarti in ogni cosa che vede o che sente, forse è quel che sono.

La prima stella che noto nel cielo buio ed immenso ha il tuo nome.

Ho la necessità, il costante bisogno, di ripetere all'infinito il tuo nome.

Un fiore ha come nome Jonghyun, l'asfalto che tocco ogni giorno con i miei piedi ha come nome Jonghyun, l'alba ha come nome Jonghyun, il tramonto stessa cosa, mille canzoni di ogni genere hanno anche loro il tuo nome.

Jonghyun, Jonghyun, Jonghyun, Jonghyun, Jonghyun, forse la paura di poterti dimenticare crea in me questa irrefrenabile esigenza di ripetere questo nome.

Il 1 Marzo 2018 ti dedicai i miei primi tatuaggi.

Sentivo l'ago pungermi la schiena, il collo e l'avambraccio destro e come quell'aggeggio pungeva ripetutamente la mia pelle, al tempo stesso lo immaginavo nei miei occhi, pronti a lasciare il via libera ad una serie di lacrime indeterminate.

 

 

 

❝Spero tu possa sentirmi perchè lo ricordo chiaramente

Il giorno in cui sei scivolato via

E' stato il giorno in cui ho capito che non sarebbe più stato lo stesso❞   

 

 

 

 

 

 

 

 

I giorni passarono, e con loro anche i mesi volarono via.

Due mesi dopo i tuoi fratelli si esibirono nuovamente su quel palco, era il 17 febbraio 2018, tu eri lì.

Lo avevamo tutti notato.

L'avevo notato io, l'avevano notato il piccolo Taemin, Jinki, Kibum, Minho, le ragazze presenti a quel bellissimo, ed al tempo stesso straziante, concerto.

Hanno pianto molto quel giorno, lo sei riuscito a vedere?

Ma ciò che compensava tutto quel dolore provato, e che tutt'ora stanno provando, era l'immensa allegria di esser tornati.

Avevano abbandonato l'inferno, l'oblio, il silenzio per tornare da noi.

"I tuoi fratelli stanno bene!" volevo dirti.

Cosa non c'era più bella di quei sorrisi.

Altri giorni passarono ed arrivò il giorno in cui i ragazzi, gli SHINee, ti dedicarono esplicitamente una canzone: Our page.

Ero consapevole del fatto che mi sarei solo inflitta altro dolore.

La canzone mi coinvolse del tutto, e così mi ritrovai al suo interno.

Mille sequenze passarono davanti ai miei occhi ritrovandomi al centro di quel piedistallo, mentre le mie orecchie erano invase da quelle parole struggenti.

Quelle parole arrivarono forti e chiare da me, a distanza di molti, troppi chilometri.

"E se quegli infiniti chilometri che ci separano si trasformassero in altezza?" Pensai questo ed un sorriso delineò le mie labbra.

Sai, molto probabilmente quelle parole sono arrivate fin dove sei tu, come loro desideravano.

 

 

 

 

 

❝Mi sono svegliata

Tu non ti sveglierai

Continuo a chiedermi perchè

Non riesco ad accettarlo

Non era una finzione,

è successo davvero che te ne sei andato ❞

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vorrei dire a voi invece, che state leggendo queste parole messe alla rinfusa, di non ricordare lo Jonghyun del 18 dicembre 2017, non ne vale la pena.

Non ricordate la pop star sudcoreana morta suicida da monossido di carbonio.

No, no.

Ricordate quel ragazzo giocherellone dalla frangia bionda, ricordate la sua voce che riusciva ad arrivare dritta dritta ai nostri cuori, provate a ricordare la sua lacrima facile, quel ragazzo piangeva per tutto!

Non fate di lui un brutto ricordo, non se lo merita affatto.

Non fate di lui un codardo perchè ha deciso di andar via.

Non fate di lui il ragazzo semplicemente depresso.

Fate di lui la persona che merita di essere.

Io lo ricorderò sempre come lo Jonghyun dagli occhi d'amor pieni ed al contempo vitrei e stanchi d'esser aperti. Jonghyun dal sorriso sincero il quale, però, trasmetteva una nota dolente e perforante se osservato meglio. Jonghyun dagli zigomi alti. Jonghyun dal cuore nobile, forte ed al tempo stesso fragile ed incessantemente debole come una foglia in autunno. Jonghyun, colui che non morì il 18 Dicembre 2017, decise solamente di scivolare via, come sabbia fra le dita.

Jonghyun, ragazzi, non morì quel giorno.

Scivolò via, si trova da qualche parte, forse sarà una delle stelle presenti nel cielo buio, forse sarà il forte vento che ti accarezza il viso e ti scompiglia i capelli, o forse sarà proprio lì, di fianco a te, mentre leggi questo fiume di pensieri appartenenti ad una persona che nemmeno conosci.

Semplici parole per dirti un semplice arrivederci.

Da una Shawol come tante altre, 'mi manchi' ed un 'ti amo' ogni giorno pronuncerò.

Arrivederci Kim Jonghyun, mio eterno uomo.

 

 

 

 

❝Shawol, if at night while looking at the stars you suddenly hear a beautiful melody like a shooting murmur, then it's Kim Jonghyun singing for you from the sky❞

 

 

Ti ringrazio per questo piccolo infinito che mi hai regalato,

Ti ringrazio per questo piccolo infinito che mi hai regalato,

hai lavorato sodo.

 

 

 

8 aprile 1990 – 18 dicembre 2017  

   
 
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