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Autore: Daistiny    19/12/2018    0 recensioni
Si racconta fin dai secoli bui del re dinasta Raithwall, il prescelto degli dei, grazie alla spada dei Re e alla magilite donatagli dagli dei unificò sotto un unico regno, i popoli di Ivalice...
Nessuno sapeva che una parte della sua storia era stata nascosta e dimentica... alle genti d'Ivalice.
La storia racconta dell'ultimo compito che gli dei affidarono al re dinasta e a tutti i sui discendenti... di proteggere il Bagliore Bianco, nei secoli avvenire.. fino alla sua nascita.
Note: I GENERI che verranno trattati SONO- Avventura, Azione, Drammatico,Generale, Malinconico, Romantico, Guerra, Sentimentale, Lemon/(Lime a seconda del caso), Erotico.
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ashe, Basch, Gabranth, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il vento e la sabbia..'
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CAPITOLO 15

*Presente*


Archades - 706 Alto Valendiano


Palazzo imperiale - Sala degli allenamenti  


Chantal per lunghi minuti fisso il cielo della città imperiale, con le sue alte torri che svettavano su nel cielo, mentre delle mini aeronavi sfrecciavano per i palazzi di Archades.
Enormi piante facente parti dei giardini sospesi della capitale, ricoprivano gli enormi grattacieli. Era uno spettacolo bellissimo e molto suggestivo, Rabanastre non era nemmeno lontanamente paragonabile alla bellezza della capitale archadiana e Chantal lo sapeva bene.
Finalmente si sentiva a casa, ma i pensieri e una certa inquietudine non volevano saperne di lasciarla andare. Tanti pensieri affollavano la sua testa, aumentando l'emicrania e il senso di malessere che attanagliavano. 

Sentiva la terra mancarle da sotto i piedi e quasi si meravigliava di avere ancora la forza per reggersi in piedi, dopo aver letto quei rapporti. 
Lui era vivo. Questo era il pensiero più ricorrente nella mente di Chantal, la quale si sentiva tutta scombussolata, aveva perso la cognizione del tempo e di tutto ciò che la circondava.

Si chiese se voleva nuovamente prendere quella vecchia faccenda ora, ora che aveva iniziato a prendere le distanze da tutto. Si in tre anni era riuscita a fare tanto, di certo era sicura che non voleva perdere tutto per il suo passato.
Ma quella notizia, quella notizia non riusciva a dimenticarla. Era vivo e non morto, questo cambiava tutto.

Chantal passò il resto del suo tempo a cercare di frenare i suoi pensieri, come se la cosa potesse riuscirle, ma inutilmente. I suoi pensieri in quel momento le stavano dando il tormento. Ripensava a cosa doveva fare ora.
Ripensò più volte finchè ad un certo punto non si accorse dell'ora che si era fatta e del suo appuntamento con il giudice Gabranth. Non ci voleva proprio, non se la sentiva affatto di affrontare il giudice faccia a faccia per di più in una sessione di allenamento con la spada.

Ciò non si poteva cancellare, faceva parte del suo apprendistato e Gabranth si era preso l'incarico di addestrarla personalmente per farla diventare un Giudice Magister.
Non ora che Chantal aveva scoperto di Basch. Ripensò alla situazione in cui si trovava e "il pessimo senso dell'ironia" del fato, per un breve momento pensò a suo padre se fosse stato ancora in vita , se avesse saputo che un giorno "la sua preziosa figlia" sarebbe diventata un'aspirante Giudice Magister di sicuro sarebbe crepato dal dispiacere.

Questo piccolo pensiero fece comparire sul volto di Chantal un sorriso,  doveva ammettere che avrebbe voluto tanto vedere l'espressione di disapprovazione di suo padre e di tutti gli altri.
Doveva fare i conti con la realtà, non avrebbe mai potuto avere questa soddisfazione, tutti quelli che conosceva erano morti.

Chantal si rese conto che aveva poco tempo da dedicare al suo passato, per tanto preferiva concentrarsi sul presente ed eventualmente anche sul Giudice. Ora che aveva saputo che Gabranth era in qualche modo connesso a Basch voleva vederci meglio sulla situazione, di chiese se il giudice non avesse tutte le risposte che cercava e che sarebbe stato molto difficile ottenerle.

La donna si cambiò subito d'abito, mettendo la solita divisa nera che usava per gli allenamenti col giudice. Una tuta nera attillata senza maniche e corta di gambe, al quale erano abbinati un paio stivali neri, alti fino a metà coscia e un paio di lunghi guanti dello stesso colore.
Di questa "divisa", Chantal possedeva varie varianti asseconda dell'uso che ne faceva o delle occasioni. A Gabranth non dava alcun problema l'uso di questi indumenti rispetto alla solita divisa che i soldati imperiali potavano.
Chantal non era un soldato comune, era la sua assistente e farla girare in armatura non gli sembrava affatto il caso, gli avrebbe solo rallentato i movimenti.

Fatto ciò la dalmasca si diresse verso il palazzo imperiale, dove sapeva che Gabranth la stava aspettando. Il giudice si trovava già nella sala intento ad allenarsi, nel frattempo che la sua assistente lo raggiungesse.
Gabranth non indossava la sua solita armatura, ma una leggera tuta in pelle molto più adatta per gli allenamenti, un casco gli copriva integralmente il suo volto. 
Era prassi comune che tutti i Giudici Magister nascondessero il loro volto sotto un elmo, quindi solo poche persone conoscevano i loro volti.
Chantal quando arrivò nella sala, trovò di fronte a se Gabranth, la sua figura oscura non la intimidiva, ma le faceva comunque un certo effetto nel vederlo.

Quest'uomo sapeva che Basch Von Ronsenburg era vivo, e lei ancora non riusciva a crederci.
Aveva tanti dubbi, pensieri e domande che  vagavano per la testa di Chantal, mentre questa fissava silenziosa la figura del suo maestro.

-Finalmente sei arrivata!- esclamò il giudice sinteticamente, mentre fissava la sua assistente, interrompendo ciò che stava facendo.

Senza perdere un minuto in più Gabranth ordinò alla ragazza di prendere una spada all'armeria e di iniziare subito l'allenamento, non voleva perdere altro tempo in chiacchiere.

Chantal fece cenno col capo per dire che era pronta, Gabranth non perse tempo si scagliò subito sulla sua assistente avvertendola che non si sarebbe trattenuto.
Il giudice si avventò su di lei, gli occhi viola di Chantal erano fissi sulla figura del giudice mentre cercava di leggerne i sentimenti cercando di anticipare le sue mosse.

La ragazza si spostò di fianco al giudice che cercò di assestarle un colpo con una delle sue pensanti spade. Tutto accadde in fretta, Chantal faceva fatica a stare dietro ai movimenti di Gabranth.
La pesante spanda nera del giudice si abbatte sul pavimento, conficcandosi in profondità creando una spaccatura. La forza di Gabranth era impressionante Chantal lo sapeva bene, diversamente da Bergan nel quale la ragazza avvertiva qualcosa di innaturale.

Gabranth osservò attentamente il rapido spostamento di Chantal, quella ragazza lo aveva nuovamente anticipato. 

-Diavolo non l'ho nemmeno vista questa volta. Come ha fatto a muoversi cosi velocemente?- pensò l'huma ritornando a guardare la sua assistente, che teneva in mano ancora la spada.

Chantal non staccava gli occhi di dosso dal giudice, il suo volto era diventato una maschera inespressiva, Gabranth non l'aveva mai vista così prima d'ora.

-Vediamo se eviterà anche questo o risponderà. -pensò l'huma, incominciando ad attaccare di nuovo la donna, che diversamente da quanto pensava il giudice si limitò nuovamente ad evitare i colpi del giudice.

Il giudice guardò alla sua sinistra, in direzione della schivata di Chantal per cercarla di colpirla nuovamente. Ma la sua assistente nuovamente lo anticipò, parando il colpo con la spada di diamante.
Gabranth si rimproverò mentalmente per non riuscire a tenere d'occhio i movimenti di lei, ma alla fine riuscì con una rapida mossa a disarmarla approfittando di un suo momento di distrazione.   
La spada di diamante volò via a diversi metri da dove si trovava Chantal, la quale cercò di attaccare il giudice colpendolo di lato con un calcio.
Fu inutile, Gabranth di girò in senso opposto all'ultimo momento, riuscendo cosi ad afferrare Chantal per un polso.

-Non ti sono rimaste armi, cosa vuoi fare?- le domandò lui, Chantal cercò di spingerlo via verso il muro, mentre lui iniziava ad indietreggiare.

-È inutile ciò che stai cercando di fare Chantal!- esclamò ancora una volta Gabranth.

-Sono anche in grado di fare questo! - Urlò Chantal spingendo la mano destra sul busto del giudice, mentre questo la teneva ancora afferrata.

-AEROGA!- strillò la ragazza.

-Diavolo quando è stata l'ultima volta che ha usato quella magia?- si chiese tra se Gabranth di fronte all'abilità magica della sua pupilla, prima di schiantarsi contro il muro.

Il giudice imperiale cercò di rimettersi in piedi, ispirò profondamente, chiudendo gli occhi  prima di pronunciare l'incantesimo
lanciando su di se Megaene, ripristinando tutta la sua salute. Quella volta Chantal gli e l'aveva fatta.

Questa volta però tocco al giudice rispondere con una magia. -Thundara!- Gridò l'imperiale vestito di nero. Chantal cercò nel frattempo di recuperare la sua lama, quando venne colpita dalla magia del giudice.

Fu molto doloroso, Chantal strinse i denti preparandosi a bloccare la prossima mossa del suo maestro. Gabranth fece oscillare la sua spada che però fu bloccata da quella della sua assistente.

-Thundara!- Gridò ancora il giudice senza fiato, cercando di girare intorno alla ragazza che cercava di mettercela tutta nel spingere via la spada del suo avversario.

Chantal all'ultimo tentò di difendersi lanciando Shell, ma lo stesso l'incantesimo Thundara la disorientò gravemente. Anche se per poco Chantal era riuscita a contenere i danni, prima di allontanarsi da lui.

 Dall'altra parte opposta della sala Gabranth stava per colpire di nuovo, Chantal sollevò il polso destro davanti alla suo viso per bloccare il colpo in arrivò, mentre recitava l'incantesimo Proctet.
Il giudice corse verso di lei mentre con la spada cercò di colpirla, ma dovette scontrarsi con lo scudo eretto dalla sua pupilla. La sentiva recitare strani versi, probabilmente magie di rafforzamento per sostenere il suo scudo.

Chantal era forte molto forte, più di lui quando si trattava si usare magie. In compenso aveva anche una buona forza e resistenza fisica, molto simili a quelli di una Viera, il che lo sorprendeva molto.

L'assistente di Gabranth era riuscita a respingere l'attacco del suo mentore, però si rendeva conto che doveva immediatamente curarsi, il Thundara che il giudice le aveva lanciato alcuni minuti prima l'aveva ferita in tre punti.
Nel fianco, alla caviglia e alla testa.

Non per nulla Chantal non aveva alcuna voglia di cadere sotto i colpi frenetici del giudice che su di se aveva da poco lanciato Haste, incrementando la sua velocità.

Soprattutto sapeva che non le avrebbe nemmeno dato il tempo di lanciare un incantesimo di cura. Così Chantal si vide costretta ad usare in un tentativo quasi disperato uno dei suoi incantesimi più potenti.

-GIUDIZIO DIVINO- Chantal gridò con tutto il fiato che aveva in gola disegnando con le dita uno strano simbolo nell'aria, mentre una luminosa rete formata da catene dorate avvolse la figura nera dell'imperiale. 

- Che cosa..? - Il giudice esclamò sorpreso nel trovarsi prigioniero di quel incantesimo.

Conosceva bene questi incantesimi, e sapeva bene che Chantal li usava raramente. 

Chantal emise un respiro di sollievo, il suo attacco aveva solo temporaneamente bloccato il giudice, ma difficilmente avrebbe lui avrebbe avuto il potere necessario per spezzare le sue catene.
Si sentiva stanca, Chantal sapeva che doveva curarsi e presto le forze le stavano venendo meno, qualcosa non andava raramente le era successo.
Erano da soli tre anni che Chantal aveva imparato a sfruttare nuove conoscenze magiche, una di queste, consisteva nella manipolazione del Mystes. 
Il risultato era un potere senza precedenti che Chantal ancora non riusciva a padroneggiate come voleva.

Ad ogni Apoteosi, Chantal doveva stare attenta alla quantità di potere che usava e alla nebbia. Un solo sbaglio e le conseguenze sarebbero potute essere disastrose.
La ragazza ad un certo punto non ce la fece più, cadde al suo stremata per l'eccessivo sforzo, mentre nel frattempo il suo incantesimo si dissolse, liberando così il giudice. Chantal non aveva più energie per mantenere tale incantesimo.

Qualcosa di morbido accarezzò il suo volto, Chantal rabbrividì al tocco, quando ispirando affannosamente realizzò che si trattava della mano guantata del giudice.
Alzò gli occhi è realizzò, quando vide a pochi centimetri dal lei la figura del giudice chinato su di lei.
I suoi occhi la stavano scrutando da dietro l'elmo oscuro, sapeva che aveva un espressione severa. Poteva percepirlo.

Gabranth la stava guardando con attenzione, meravigliato ancora di come Chantal fosse riuscita nonostante le sue ferite a bloccarlo con estrema facilità.
Quel suo incantesimo era stato impressionante.

-Vostra Onore... Gabranth." -Disse con un filo di voce la donna stesa al suolo, mentre fissava dolorante la figura nera del giudice. La testa e il corpo le facevano parecchio male e il dolore era difficile da sopportare.

-Non stai bene.-Osservò lui con calma esaminando il corpo della sua giovane allieva.
-Lo sono adesso.-rispose lei quietamente guardando fiduciosa lui. Quel gesto del giudice le aveva fatto molto piacere.
Chantal senti un muscolo della mascella  di lui contrarsi al sentimento. Le uniche parole che il giudice pronuncio furono di stare "Buona".

Gabranth emise un lungo respiro, ancora non riusciva a credere che Chantal avesse ancora un po' di forza per fare una simile battuta, era davvero pessima.

Chantal non poté fare a meno di chiudere gli occhi, si sentiva stanca, per qualche secondo si rese conto che nel mezzo dello scontro col giudice il suo pensiero riguardo Basch era caduto in secondo piano.
Ma ora, con Gabranth a pochi centimentri da lei, la questione di Basch si era rifatta viva. Non poteva credere che Gabranth lo avesse visto e sapeva dove si trovava.
La sua battuta anche se pessima aveva rotto in qualche modo la tensione che lei provava in quel momento dirigendo l'attenzione del giudice su altro.

Sentiva il corpo farle male, il dolore era lancinante, Chantal si chiese quanto ancora sarebbe durato tutto quello. Si chiese se ne era valsa la pena per tutto quello che stava passando. Se avesse voluto fare parte di tutto ciò.
Chantal si zitti, ripensare a Basch era doloroso, molto. Quando Chantal riaprì gli occhi fisso ancora Gabranth, che scrutava attentamente lo stato delle ferite di lei.

Lui aveva affianco a se la sua solita spada, posata a terra, era ferito come lei ma meno gravemente.
Lei lo senti ringraziare gli dei in silenzio, per non averla ferita tropo. Rivolendo poi verso Chantal, la quale era ipnotizzata dalla sua figura.
Aggrotto le sopracciglia nel suo elmo, voltando la testa verso quella di lei,  il suo sguardo vago su di lei per diversi minuti.
Accovacciato e com'era si spostò ancora più vicino, a pochi passi dal viso di lei. 
Delicatamente con la mano guantata le sollevò il viso, costringendo cosi il suo sguardo ad essere diretto verso di lui.

-Dovrai farci l'abitudine... - le disse, ma Chantal scosse la testa, non era dello stesso avviso.

-Sai che non la penso così.- fu la sua risposta.  Gli allenamenti con Gabranth erano molto intensi e pesanti, il giudice non era uno che si tratteneva lo faceva per una giusta ragione.
Chantal ogni volta che lo affrontava riusciva a stento a resistere ai suoi assalti per di più Gabranth esigeva da lei che potenziasse di più la sua resistenza fisica, notando certi valori in lei.

-Se vuoi essere un giudice, Chantal devi riuscire a sostenere ogni tipo di attacco. In guerra e nella vita non c'è posto per i deboli. -sentenziò severo lui.

Gabranth alzò gli occhi verso la fronte di lei, sapeva che la sua assistente aveva riportato una ferita alla testa, perchè il sangue stava scivolando verso il viso pallido della sua ragazza. Macchiando di un liquido scuro i suoi guanti, anche i capelli di Chantal erano impastati col sangue di lei.
La coda di cavallo della sua pupilla si era sciolta, alcune morbide ciocche cadevano sul viso di lei e intorno al suo collo.

-Hai bisogno di cure adesso! - Fece lui con tono grave.

-Perchè?! Basta la mia magia.- ribatté lei con un filo di voce -No! Non nello stato in cui seì!- gli rispose lui serio. La risposta irritò non poco Chantal, ma dovette fare come suggeriva il giudice si sentiva troppo debole e odiava sentirsi così. Lei era quella più forte, non poteva mostrarsi debole, ma le circostanze invece erano altre per sua sfortuna.

-Sembra che dovrò portarti io...- Disse in fine lui cercando si sollevare Chantal, la quale stava protestando. Lei era convinta di potercela fare da sola.

-Sei mi dai del tempo posso farcela da sola.-

-Non essere ridicola, nelle condizioni in cui sei, hai per forza bisogno del mio aiuto. -Gabranth rispose a breve leggermente infastidito dalle parole della sua assistente.

-Devo sottometterti con la forza? -domandò lui seccato dalle moine di Chantal.-Sai che sono di parola! 

Chantal si vide costretta a mordersi la lingua biforcuta che si trovava ad avere, sapeva che Gabranth non scherzava. Però aveva quell'irrefrenabile desiderio di rispondergli come si deve, che invece Gabranth detestava tanto.

L'assistente sapeva di non avere scelta, sollevò le braccia verso il giudice. Gabranth tirò gentilmente il braccio non ferito attorno al suo collo, facendo scivolare l'altro braccio a torno alla vita di lei.

Chantal si rialzò in piedi tenendosi poggiata contro il petto del giudice, non era di certo la prima volta che si ritrovava in quella situazione. E dire che non si abituava mai, si sentiva perennemente a disagio, forse perchè si trattava di Gabranth e non altri? Qualcosa la frenò, non poteva permetterlo, nessuno avrebbe avuto il suo cuore, non di nuovo. Piuttosto lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.

Gabranth come al solito era sempre tranquillo, forse un po' preoccupato ma nulla di più. Rimasero così con qualche secondo prima che Gabranth si inchinasse in avanti, per poi infilare un braccio sotto le ginocchia di lei, sollevandola senza alcuno sforzo.

Il gesto colse alla sprovvista Chantal che arrossi di botto, non se l'aspettava proprio. Non era per nulla abituata a ricevere un simile trattamento, anzi la faceva sentire molto a disagio.
Lei non era una principessa, non era la damigella in pericolo. Lei era Chantal.
Nel giro di qualche secondo Chantal perse tutta la sua compostezza, iniziava ad agitarsi e non era per nulla felice. Diavolo di un giudice!-Ripensò più volte lei guardando di profilo il giudice.

Quel gesto bastava a far capire quanto Gabranth fosse veramente diverso e importante per lei, ma oltre questo lato ce ne erano altri che Chantal non conosceva affatto.

Lei faceva fatica a credere che quell'uomo che ora la stava portando in braccio, fosse lo stesso giudice che sapeva del fatto che il regicida fosse ancora vivo.
Bastò questo pensiero a frenare l'animo di Chantal, mentre il suo corpo sembrava che venisse in qualche modo cullata dai movimenti del giudice, mentre questi avanzava facendosi strada verso l'infermeria di palazzo.

Gabranth tenne stretta a se Chantal, durante la sua rapida camminata verso la stanza di un guaritore. Lei intanto aveva appoggiato la sua testa contro la spalla del giudice, puntando su di lui i suoi occhi, che di tanto in tanto si chiudevano per la stanchezza. 

Il giudice Magister notò il silenzio della sua pupilla. Tanto meglio per il suo mal di testa. 

Gabranth sapeva che l'imperatore avrebbe avuto da ridire se avesse saputo in che condizioni si era ridotta la ragazza a causa dei suoi allenamenti. Il giudice portò la giovane da un guaritore, in modo che potesse guarirle le ferite.
Guardò ancora una volta la sua assistente tra le sue braccia, sollevando un sopracciglio da dietro il suo elmo nel momento in cui si accorse che lei si era addormentata.

La lasciò alle cure del guaritore, mentre Gabranth si tolse l'elmo scoprendo il suo bel volto. Guardò un ultima volta Chantal dormire a causa della stanchezza, i capelli scuri della ragazza gli ricordarono quelli di qualcuno che lui aveva amato molto, prima di andarsene.

Selendine...- Il suo nome comparve come un lampo nella mente del giudice, la sua amata Selendine. L'aveva tradita per Bryneli.

Quell'orribile donna ormai due anni che non la vedeva più. E così doveva rimanere, dopo quello che era stato capace di fare in suo nome.
Chantal dormì alcune ore prima di risvegliarsi, era ormai tarda sera quando si risvegliò, nel giro di poche ore le sue ferite erano guarite con stupore dei guaritori. Disse loro che si erano richiuse per via del suo oggetto incantato che aveva l'effetto continuativo della magia Rigene.

Anche se le sue ferite si erano richiuse, erano comunque rimasti al loro posto dei grandi ematomi che facevano molto male alla ragazza. Gli si era alzata la febbre e brividi le percorrevano il corpo oltre ad un forte mal di testa, le faceva male tutto il corpo.
Faceva molto fatica a reggersi in piedi mentre nel frattempo si era appoggiata ad una parete, qualcosa non andava, lo sapeva, non si era mai sentita così. 
Se non una volta alcuni anni prima, quando era scappata da Bhujerba e Brace l'aveva trovata in uno stato simile.

Si vide comparire sull'ingresso della stanza, Gabranth con la sua solita armatura nera. Il giudice la guardò chiedendole come stesse, notava che la ragazza non stava affatto bene.

-Dovresti avere più cura di te stessa nelle condizioni in cui sei. Perchè non sei dove eri prima?- quasi la rimproverò irritato il giudice imperiale.

Le parole del giudice rimbombavano nelle orecchie di Chantal come un suono acuto, la ragazza scosse la testa per dire no. Non stava affatto bene.

- Volevo solo tornarmene a casa, visto l'ora.- rispose con una voce quasi monotona e leggermente seccata.

-Ma se non sei in grado di reggerti in piedi, ti farò portare fin dove abiti.-sentenziò Gabranth, mentre a Chantal quella proposta non andava a genio in nessun modo.

Non era la prima volta che Chantal si trovava a viaggiare in compagnia di Gabranth su una piccola aueronave per Archades, dal nono dipartimento al palazzo imperiale e viceversa. Questa nuova circostanza non era mai successa, ma visto la particolare situazione poteva pure starci per quella volta.

-Questo non ci voleva... ma che gli prende... non posso dirgli dove abito... pensandoci potrebbe anche tornarmi utile però sarebbe tutto troppo rischioso.- pensò tra se Chantal. Doveva rimanere muta, cercò di rimanere calma e trovare le parole adatte per rispondergli. Le era molto difficile mantenere il sangue freddo.

-Non ho problemi. La ringrazio vostro Onore. -Rispose la giovane donna con lo sguardo basso e la voce tremante, visibilmente a disagio.

-Bene partiremo tra poco. Darò ordine della tua presenza.- Concluse il giudice, prima di chiede alla sua assistenze l'indirizzo della sua abitazione, ricevuto l'indirizzo il giudice diede le disposizioni necessarie a uno dei suoi uomini.

Poco dopo il giudice ritornò da Chantal, la ragazza era ancora appoggiata alla parete, il giudice le tese una mano per aiutarla a camminare a meno che non preferiva che lui la trasportasse di nuovo in braccio.

Dovendo scegliere tra le due opzioni, la giovane assistente preferì scegliere la prima, il giudice le fece passare il suo braccio attorno alla vita di lei, mentre Chantal si appoggiò contro alla sua armatura.

Il disagio di Chantal era ben visibile sul suo volto, poteva sentire su di se lo sguardo intenso del giudice da dietro quel elmo mostruoso. Gabranth dopo un lungo silenzio prese parola.

- Andiamo! - disse trascinando con se Chantal, quasi avvinghiata a lui. 

Chantal si trovava a stretto contatto con il corpo di lui, è non era per via degli allenamenti ma per ben altra ragione. Volendo o no, le sue braccia abbracciavano l'ampio torace del giudice, oltre la sua armatura. 

Lei aveva una strana sensazione di famigliarità nel trovarsi abbracciata a quel corpo sconosciuto, doveva esserci per forza qualcosa di estraneo.
Qualcosa in lui, se pur in piccola parte, in quel momento la stava in qualche modo dando conforto. Ma cosa diavolo poteva mai farle scaturire tutto ciò? Stava forse permettendo alle sue emozioni di prendere il sopravvento su i suoi obbiettivi?

Questo, Chantal, non lo avrebbe per messo mai, nelle situazione in cui si trovava al momento, sperava solamente che tutto si risolvesse in fretta e senza intoppi.
I due si trascinarono fuori dal palazzo imperiale, su una piazzola dove una dove un'aeronave privata del giudice li stava aspettando. C'erano presenti alcuni soldati, Chantal non fu molto contenta della presenza di questi pensava che avrebbero frainteso.

Considerando che il loro capo era niente meno che un Giudice Magister avrebbero tenuto al loro posto i loro occhi e le loro lingue. Se anche uno solo di loro avrebbe pronunciato parola al riguardo, Chantal era più che sicura che Gabranth lo avrebbe ridotto al silenzio.

E vi fu proprio silenziò quello che regno in quei minuti così lunghi, tra i due. Chantal guardava diritto davanti a se, mentre teneva poggiata contro il petto del giudice. 
Poteva sentire nel frattempo la stretta poderosa e decisa di Gabranth a torno alla sua vita.

I due salirono sulla nave dove presero posto, Chantal poté quasi sentirsi sollevata, mancava ancora un breve tratto e molto presto di li a breve si sarebbe tolta da quella situazione così soffocante.
La nave prese il volo, Gabranth in precedenza aveva avvisato il conducente della "piccola deviazione". 
Dopo qualche minuto di viaggio, la tensione tra i due sembrava essersi attenuata e fatta meno evidente. 

Chantal aveva smesso di aggrapparsi a Gabranth, anzi una volta che aveva preso posto nell'abitacolo non aveva perso tempo a prendere le distanze dal giudice.
Ciò non era sfuggita al giudice, che non era stato affatto felice del cambio improvviso di atteggiamento della sua assistente, ma poteva ben capire quali potevano essere le sue ragioni.
Quel silenzio era pensante e logorante, tanto che ad un certo punto Gabranth decise di prendere parola rivolgendosi alla sua ospite.

-Vivi con qualcuno o abiti da sola?- fu l'unica domanda che Gabranth rivolse a Chantal, che lo fissava con distacco. 

-Abito con una persona.- Chantal rispose fissando la figura del giudice.

-Costui chi è? - la interrogò ancora l'uomo, la risposta che ottenne dalla sua assistente risultò abbastanza avversa.

-Il mio patner. -Costei non volle fornire al giudice alcun indizio su Brace, ne sul loro rapporto. Ciò doveva essere poco irrilevante per un giudice, era abbastanza infastidita dalle domande di Gabranth, al quale rispondeva sempre in maniera generale. Attenta a non rilasciare troppi dettagli.

Dopo quel breve scambio di parole, un lungo silenzio scese sui due e per tutto il resto del tragitto, fino al raggiungimento dell'abitazione della ragazza.
Il conducente della vettura avvisò i passeggeri dell'arrivo a destinazione, Chantal cercò di tirarsi su, ma Gabranth fu più svelto e le offrì di nuovo una mano.

La coppia uscì fuori dalla navetta, che intanto sarebbe rimasta li ad aspettare il ritorno del giudice, mentre questi nel frattempo accompagnava la ragazza al suo appartamento.

Gabranth chiese alla ragazza fin dove l'avrebbe dovuta scortare, Chantal gli indicò un grosso grattacielo in mattoni rossi, lei abitava in cima.
L'edificio era poco distante a piedi, i due si incamminarono verso di esso. Dopo qualche minuto i due arrivarono difronte al palazzo, vi entrarono e per salire presero l'ascensore.

Raggiunto l'ultimo piano, dove abitava Chantal, costei non poté sentirsi sollevata, ma non faceva che chiedersi fin quando Gabranth l'avrebbe accompagnata. La sua presenza non faceva che preoccuparla.

Usciti dall'ascensore i due huma si ritrovarono dopo pochi passi difronte ad un ampia porta verde, Chantal poteva tirare un sospiro di sollievo. 
La donna si avvicinò alla porta e suonò il campanello, poggiandosi al muro, in attesa che il suo compagno rispondesse al campanello.
La porta dell'appartamento poco dopo si aprì e Brace emerse improvvisamente, ben felice di rivedere la sua compagna.

L'entusiasmo del ragazzo si bloccò su nascere quando il suo sguardo fu catturato dalla vista della figura del giudice dietro Chantal, cosa ci faceva li un Giudice Magister.
La sua figura era fuori luogo, Brace si incupì di colpo, a calmarlo ci pensò l'intervento di Chantal. 
La poverina non ne poteva più di tutta quella situazione, insieme alla sua febbre e l'emicrania che le procurava un dolore acuto, difficile da sopportare.

-Brace, lui è qui perchè si è offerto di aiutarmi a riaccompagnarmi a casa. Non ci sono secondi fini!- Chantal ci tenne particolarmente a chiarire quest'ultima frase ad entrambi i due huma.

Brace alle parole della sua coinquilina si calmò, la sua attenzione fu invece catturata dalla condizione di salute in cui versava Chantal, la febbre alta. 
Ciò fece andare anche in secondo piano la figura di Gabranth, il quale chiese se servisse loro ulteriore aiuto, Brace rispose che non c'era più bisogno del suo aiuto.

Gabranth prima di andare raccomandò a Brace di prendersi cura di Chantal, inoltre lo pregò di riferire a Chantal che gli aveva concesso alcuni giorni di riposo, visto le sue condizioni. 
Il giudice si aspettava di vederla in ottima forma, detto ciò salutò il ragazzo e se ne andò senza aggiungere ulteriori parole.
Rimasti soli Brace e Chantal si scambiarono una lunga occhiata, Chantal non poteva che sentirsi sollevata, mentre rientrarono nell'appartamento. 
Chantal diede a Brace alcune disposizioni riguardo alcuni pozioni curative  visto il suo stato di salute.  

-Brace per favore dovrebbero essere delle pozioni curative nello scaffale in alto in cucina me le porteresti?- gli chiese Chantal con un filo di voce, mentre si distendeva sul divano. Le girava la testa e non smetteva di avere dei brividi, odiava trovarsi in quello stato.

- L'ampolla verde? Vicino al Abrotano?- chise Brace rovistando tra i mobiletti.

-No, hai sbagliato.- disse Chantal mentre scrutava la figura di spalle del suo coinquilino. -Quello che sto cercano si trova più in alto Brace. Sono dei medicamenti ricostituenti ed energizzanti molto forti. Dovrebbero trovarsi in un piccolo vasetto di vetro, contenente delle pillole verdi- gli indicò a voce la ragazza.

Brace seguendo attentamente le istruzioni della sua patner, trovò le famose pillole annunciando la cosa con immenso entusiasmo. Chantal trasse un sospiro di solievo, ma ancora non era finita le servivano altre tre cose.

-Grazie Brace, ora però dovresti farmi altri tre favori te ne prego.-lo supplicò Chantal.

-Ti serve quella specie di inibitore per i tuoi "mal di testa"?- le domandò lui preoccupato.

-Si e poi portami dell'acqua.- fu la risposta della sua amica, mentre fissava impaziente Brace.

-È per questo che ti ritrovi spesso ridotta così?- chiese lui, preoccupato, Chantal rispose con un altro si, mentre chiudeva gli occhi per riposarsi un attimo.

-Se lo sai, la prossima volta portali dietro no? Perchè te ne sei dimenticata?
Brace era evidentemente preoccupato, Chantal di solito portava sempre dietro con se questi oggetti curativi, ma quella volta se ne era totalmente dimenticato, non era da lei.

-Brace oggi... è stata una di quelle giornate che avrei voluto dimenticare.- Sospito Chantal mentre si copriva il volto, per non far vedere in che stato si trovava. 

Ripensò a tutta quella giornata, alla notizia di Basch, a Gabranth e al suo insolito comportamento che trovava per i suoi gusti troppo invasivo. Non aveva mai visto il giudice sotto quel aspetto, lo aveva sempre stimato ed apprezzato, ma non poteva farsi coinvolgere più di tanto.

-Ci credo, non conosco nessuno che si è fatto riportare a casa da un Giudice Magister!- esclamò sarcastico Brace.

-Quello avrei voluto risparmiarmelo! Mi ci ha costretto! -esclamò esausta Chantal, quasi a volersene lamentare.

-Tu dici? Non è che da un giorno all'altro questo me lo ritrovo d'avanti alla porta o peggio ancora in camera tua?- l'insinuazione fece rinvenire per qualche secondo Chantal, la quale rispose in malo modo a Brace.

Brace non ricevette solo un forte insulto, piuttosto colorito da parte della sua coinquilina, ma questa gli lanciò contro qualcos'altro che lui abilmente evito.

-Non prendertela Chantal stavo solo scherzando.-ammise il bel coinquilino, mentre porgeva a Chantal un bicchiere d'acqua e gli oggetti curativi che gli aveva richiesto.

-Comunque mi ha stupito molto vedere uno di loro, portarti a casa. Perchè un giudice Magister dovrebbe prendersi tale briga? Sai questo cosa significa? - La lingua di Brace non voleva starsene zitta e muta, anzi era piena di voglia di parlare di quell'accaduto, diversamente Chantal voleva solamente dimenticare.

-Deve avere qualche tipo d'interesse. Diciamocelo Chantal, tu sei quel tipo di donna che se vorrebbe potrebbe avere tutti gli uomini hai tuoi piedi.  Quanti anni sono che lavori per lui, due?

Chantal nel frattempo aveva preso i medicinali insieme al bicchiere d'acqua che Brace le aveva potato. I medicinali iniziarono subito a fare effetto, rilasciando sul corpo della ragazza i loro effetti benefici. 
Poteva già sentirsi meglio, anche se la febbre era ancora altra, mentre l'emicrania iniziava a farsi man mano più debole.

-Brace farsi tutti questi problemi riguardo al giudice, è solamente tempo perso. Credimi lo stimo come giudice, non mi interessa in quel senso. 
Sai bene che sono altre le mie priorità, e sono pienamente soddisfatta della mia vita attuale. Senza contare che non ho bisogno di sedurre uno come lui, per arrivare dove sono... avere una relazione di quel tipo darebbe solo problemi.- Fece presente Chantal.

-Diversamente da cacciatori e aviopirati... quelli di certo non ti darebbero nessun problema?- chiese Brace poco convinto delle affermazioni di Chantal.
-Esattamente. Ed ora Brace per favore, chiudiamola qui per questo discorso che rasenta veramente un'idiozia.

Rispose Chantal esasperata, voleva solamente dormire, era esausta. Brace l'aiuto ad alzarsi dal divano potandola di peso fino in camera sua, dove una volta li la mise a letto.

Dopo un breve saluto, i due si separarono. Quella notte fu davvero strana per Chantal, non vi furono sogni ma solo incubi del passato.
E poi una macabra scena di un Basch che nemmeno Chantal riusciva a ricordare. Un'ombra oscura col suo stesso volto, una duplice natura ecco cosa stava ad indicare.

Fu un' orribile sogno che Chantal l'indomani cercò disperatamente di dimenticare, risultava veramente difficile. Per tutta la notte, Chantal non aveva fatto altro che gridare " Er ist unschuldig!".

Brace era accorso al suo capezzale, nell'oscurità della notte, per cercarla di calmarla ma Chantal sembrava non volersi zittire. Brace non l'aveva mai vista così sconvolta e disperata.

Lui sapeva che c'erano cose della sua compagna, di cui questa non amava parlarne nemmeno con lui. È questo episodio riguardava una di queste cose.
C'erano dei traumi profondi che la guerra aveva lasciato in Chantal di cui, lei non ne faceva mai menzione. Li teneva stretti per se, come se la cosa riguardasse solo lei e nessun altro.

Brace la tenne stretta a se per tutta la notte, vi dormì insieme come se fossero due bambini. La sua presenta calmò un po' Chantal. 
Tirarono così dritti fino al mattino, il primo a svegliarsi fu Brace che controllo per prima cosa le condizioni di salute di Chantal.
La febbre si era abbassata di molto, anche se ancora un po' persisteva, la ragazza se la sera prima era bianca come un cadavere quella mattina aveva acquistato più colore.

Chantal stava rapidamente riacquistando le forze, la sua capacità di ripresa era fuori dal comune, ma questo era qualcosa a cui la stessa Chantal non amava dare spiegazione. 
Possibilmente si inventava qualche scusa al riguardo.
Brace pensava invece che era merito di quegli oggetti curati che Chantal aveva preso la sera precedente, dovevano essere qualche potente ritrovato di qualche viera.
Perché gli oggetti curativi huma non erano così potenti.





*Parecchie ore prima- Dopo che Gabranth aveva riaccompagnato Chantal a casa*





L'allenamento del giudice Gabranth e della sua assistente era finito da più di un'ora. Gabranth aveva portato la assistente infermeria del palazzo imperiale, da un guaritore al seguito ad alcune ferite riportate durante l'allenamento prima di essere richiamato per altri doveri.
Durante questo lasso di tempo il Gabranth si era dovuto occupare di alcune facende urgenti che lo avevano tenuto impegnato alcune ore. Finalmente era libero dagli impegni poteva vedere in che condizioni si trovava la sua assistente e se si fosse ripresa nelle mani del guarito.

Il giudice stava percorrendo la strada verso l'infermeria, quando lungo uno dei corridoi di palazzo incrociò il giudice Bergan, che come lui rientrava da uno dei suoi impegni.
Tra i due giudici non correva buon sangue, Gabranth reputava il giudice Bergan un uomo veramente fuori di testa, più del visionario Ghis. Bergan era un tipo decisamente pericoloso dal quale bisognava ben guardarsi.

-Ditemi giudice Gabranth, vistate ancora intrattenendo con la vostra assistente? Avete ancora la speranza di farne un buon giudice? -domandò di scherno il giudice al suo collega.

-La cosa non vi riguarda giudice Bergan. Lady Chantal non è stata affidata a voi.-ribbatè il direttore della nono dipartimento, al capo del secondo.

-Rispondo solo a sua Eccellenza l'Imperatore.

-Beh.. la vostra favorita, fa molto parlare di se. È decisamente insolita, come voi del resto... ma non quanto il Bagliore Bianco.- sibilò Bergan, volendo alludere a qualcosa.

-Forse avete un abbaglio. Da quello che ci risulta del Bagliore Bianco risulta ancora irrintracciabile, non era stato dato a te o Ghis l'ordine di trovarla? E in due anni di ricerche il risultato è stato ancora nullo.

-Non mi stupisce affatto che giudice Gabranth, se la vostra favorita non sappia stare ancora al suo posto, capisco da chi deve aver preso. Sbaglio o sta mane, la vostra Chantal non è riuscita a tenere a freno la sua lingua? Trattandosi del giudice Drace non mi stupisce affatto... 

La risposta di Bergam ebbe l'effetto sperato, innervosì non poco Gabranth, che da dietro il suo elmo schiumava di rabbia.

-Ciò non vi riguarda.-Sibilò Gabranth mentre da sotto al suo elmo digrignava i denti per il fastidio, allontanandosi da Bergan mentre questi sorrideva compiaciuto sotto la sua maschera di metallo.

Gabranth non era affatto felice delle notizie apprese da Bergan, e molto probabilmente pensò che la sua assistente fosse distratta a causa dell'episodio con Drace.
Il giudice decise così di raggiungere l'infermeria per parlare con Chantal dell'accaduto ed eventualmente rimetterla in riga, ricordandole quale era il suo posto.
Al suo rientro in infermeria, notando le condizioni della sua assistente decise di rimandare la discussione con lei ad un'altra volta, quando si sarebbe ripresa.







*Attualmente nell'appartamento di Chantal*





Chantal dopo la terribile notte si stava man mano riprendendo, quella mattina non era dell'umore adatto per essere di buon umore. La sua testa era piena di tanti pensieri riferiti al giorno precedente e a quella specie di incubo che aveva avuto durante la notte.

Anche Brace sembrava piuttosto provato dal tutto, i suoi capelli erano arruffati e la sua espressione non era di certo raggiante, anzi era molto stanca. Entrambi i due huma quella mattina non avevano alcuna voglia di mettersi a fare qualcosa, volevano solamente riposarsi.

Dopo una breve colazione leggera Chantal decise di uscire in terrazza a prendere un po' d'aria e schiarirsi le idee, mentre Brace preferì rimanere dentro a finire la sua colazione.
Chantal guardò con tristezza lo stupendo paesaggio che la capitale imperiale le offriva, la terrazza in cui si trovava era meravigliosa e piena di tante piante curative che aveva portato dai vari viaggi che aveva fatto in giro per Ivalice.

La terrazza offriva anche un enorme spiazzo su cui volendo si poteva anche piazzare un tavolino o un'amaca su cui risposare, per adesso c'erano solo alcuni divanetti da giardino e un divano a dondolo su cui Chantal amava molto sdraiarvi su.

I pensieri della ragazza vagavano liberamente nella sua testa, Chantal non faceva altro che ripensare al sogno e a quelle parole. Er ist unschuldig!
Le stavano facendo venire il mal di testa, ma sapeva che tali parole corrispondevano a verità. 
Ancora una volta non si era sbagliata. Lei non sbagliava mai.

Riprovò il dolore di quella volta, un dolore che le aveva spaccata in due. Un dolore che voleva sopra ogni cosa dimenticare e cancellare.

Tutto ciò che era successo, doveva essere rimosso

Chantal emise un lungo e profondo sospiro, per quanto desiderasse lasciarsi andare all'apatia sapeva che non poteva permetterselo. Lei non era quel tipo di persona, però tra sè pensò che forse prendersi una giornata di risposo non le avrebbe fatto male.

Infondo se lo meritava. Decise per ciò di trascorrere una giornata lontano da Archades, per lasciarsi alle spalle tutti i suoi pensieri negativi.
La cacciatrice rientrò in casa e corse subito a cambiarsi, per l'occasione Chantal indossò un abito corto verde pallido, con due spacchi sui lati, lo scollo a barca e le maniche lunghe.

Di quell' abito ne aveva almeno una ventina di varianti di colori, dai colori più chiari a quelli più scure, comprese anche varie sfumature di uno singolo colore. 

Chantal amava talmente tanto quel modello d'abito d'averne fatto quasi il suo marchio di fabbrica, oltre alle tante divise nere che indossava quando frequentava l'ambiente imperiale. 

Assieme all'abito decise di indossare alcune calze di un verde più chiaro, mentre da sopra indosso alcune protezioni per le gambe in cuoio, che si stringevano lunga tutta la gamba e degli stivali in cuoio.

E come ultimi accessori, Chantal decise di indossare sopra il suo vestito una doppia cintura in pelle, con fibbia in oro. Alla cintura erano appesi due stiletti al posto delle due pistole che di solito portava sempre con se.
Un'ampia sciarpa azzurra con un fermaglio in oro e pietre preziose intorno al collo. 
Una volta che fu pronta uscì, dopo un rapido saluto a Brace e si diresse direttamente all'aerodromo imperiale.

Giunta all'aerodromo Chantal decise di dirigersi verso la sua nave, l'Amira dove si preparò a partire per Rabanastre. 
Si sorprese della decisione che aveva preso all'ultimo momento, all'inizio aveva pensato di trascorrere un'intera giornata in giro per la capitale imperiale o di dirigersi sulla Costa Phon.

All'ultimo momento invece aveva deciso per un cambio di rotta, i pensieri del giorno precedente non la lasciavano in pace. Su questa cosa, Chantal decise di dirigersi verso Rabanastre, contava di starci poco massimo mezza giornata.

La ragazza si chiese anche cosa avrebbe potuto fare una volta giunta nella capitale dalmasca.
Da qualche tempo Chantal pensava che presto o tardi ci sarebbe comunque dovuta tornare vista la sua posizione all'interno dell'impero archadiano, quindi era meglio che iniziava a farci l'abitudine da ora.

Già che c'era  pensò che avere un appoggio o comunque un'immobile nella capitale dalmasca poteva tornare molto utile, non solo avrebbe potuto evitare di andare a dormire in qualche locanda o altro. Lei odiava quei posti.

Le sarebbe stato utile anche come rifugio in cui prendersi una pausa, anche se si trovava in una nazione che proprio non le piaceva.

Chantal si preparò a partire, l'Amira da Archades fino a Rabanastre ci avrebbe messo alcune ore, il viaggio durò abbastanza a lungo. 
L'Amira arrivò a Rabanastre per il primo pomeriggio, nell'ora più calda della giornata.

Per Chantal il rientro a Rabanastre fu quasi traumatico, faceva troppo caldo per i suoi gusti, il vestito che indossava era realizzato con un cotone molto leggero e traspirante non le avrebbe dato problemi.

Forse l'unica cosa che Chantal cambiò del suo abbigliamento a causa del clima torrido di Dalmasca, furono le calze e gli stivali che vennero sostituiti da dei sandali di cuoio con il tacco.

Decise però di tenere la sciarpa, col quale si coprì il capo e i lunghi capelli neri. La ragazza non voleva attirare l'attenzione, per tanto decise che era meglio tenere un profilo basso e non risultare troppo appariscente.
Sapeva fin troppo bene che i suoi lunghi capelli neri e il colore viola dei suoi occhi erano decisamente molto insoliti, per i tipici canoni dalmaschi.

Chantal ripose l'Amira in un hangar dell'aerodromo dalmasco. Ogni hall dell'aerodromo era pressoche identico a quello delle altre città, cambiavano solamente le persone al suo interno.
In quello di Rabanastre, Chantal notò che c'erano molti imperiali e pochi dalmaschi contro quello che aveva immaginato, ovvero pensava di trovare molti dalmaschi, non fu così.

Superato l'aerodromo, si ritrovò nella parta ovest di Rabanastre, per qualche minuto rimase a fissare il posto stando attenta a ogni suo dettaglio. Quella era la prima volta che vedeva da vicino una delle porte di Rabanastre.
La ragazza doveva ammettere che lei aveva un ricordo della capitale dalmasca del tutto differente da quello che stava vedendo. Si meravigliò quasi, non le sembrava di essere nemmeno per un secondo a Dalmasca.

Si domandò come poteva essere la capitale dalmasca al di là della porta, era mancata da quasi tre anni e ogni cosa le sembrava diversa. Fino a quel momento dove mai era vissuta?

Superata la porta ovest, Chantal avanzò lungo tutta la strada, ad ogni passo che faceva si guadava costantemente attorno. Riusciva a percepire gli umori delle persone e per lo più gli stati d'animo dei cittadini di Rabanastre erano decisamente diversi da quelli di Archades.

Si meravigliava della differenza di pensiero che vigeva tra questi due popoli. Il suo potere non sembrava risentirne molto dei sentimenti che percepiva, forse un unico sentimento sentiva forte e chiaro, un odio profondo verso l'Impero che stava occupando quel paese e una forte nostalgia per il passato.

La cacciatrice dovette prendere le distanze da questi sentimenti, lei non odiava l'Impero... aveva visto Archades e la sua sfolgorante bellezza, non solo, la capitale imperiale era anche fonte di cultura e conoscenze.

Per Chantal 'impero era il futuro, non riusciva ad odiarlo come invece disprezzava Dalmasca.
Trovava che Rabanastre fosse lontana anni luce da Archades, non c'erano monorotaie che passavano per la città, non c'erano taxi, non c'erano modernità e nemmeno l'ombra di tecnologia archadiana.

Rabanastre era il nulla più assoluto.

Osservava i cittadini di Rabanastre camminare indisturbati per le strade della capitale, che nonostante tutto si rivelava piena di gente di ogni razza e nazionalità.
Von Rosen notava oltre ai dalmaschi, anche la presenza di molti soldati imperiali, seeq, bangaa e moguri e qualche viera.

Con occhio attento la ragazza si guardava intorno attenta a dove metteva i piedi, non aveva la più pallida idea da dove voleva iniziare il suo girò per la città.
Ma forse forse, un punto da dove iniziare ce lo aveva, i quartieri settentrionali. 

Quella zona di Rabanastre se la ricordava, anche perchè quelli erano i cosiddetti "quartieri alti".
Là, era dove le persone più abbienti e benestanti vivevano, per Chantal non sarebbe stato un problema acquistare qualche immobile in quella zona.

La paga come assistente di Gabranth era molto sostanziosa, così come quella che riceveva come assistente ricercatrice ai laboratori Draklor.
Tutti quei i soldi li metteva da parte, mentre ne usava solo una minima parte. Se poi, si considerava anche le entrate extra che il lavoro da cacciatrice le procurava, Chantal non aveva di certo problemi con i soldi.

E con quelli che aveva messo da parte in tre anni di lavoro continuo, poteva decisamente concedersi il lusso di compare qualche immobile per suo diletto.

Come se non bastasse il valore delle le proprietà immobiliari nella capitale dalmasca a seguito della crisi economica dovuta alla disfatta contro l'impero aveva subito un brusco cambiamento, aveva fatti si che molti vendessero le loro proprietà in quanto non potevano più permettersi di vivere li.

Chantal non aveva di questi problemi, e aveva tutta l'intenzione di compare almeno due appartamenti. Non avrebbe badato a spese.
A grandi passi, svelti e veloci si diresse verso il quartiere settentrionale, alla ricerca di qualche ufficio che si occupasse della vendita e l'acquisizione di immobili.

Dopo una serrata ricerca Chantal ne trovò uno che faceva al caso suo,  un ufficio gestito da un bangaa, Tordà.
Entrando dell'ufficiò chiese subito di parlare con il suo proprietario che vedendo la giovane ragazza le chiese cosa cercasse.
Chantal spiegò al bangaa che si trovava li, la ragazza gli fece presente che tipo di appartamento cercava e quali erano le sue condizioni e in che stato lo voleva.

Tordà fece di tutto per accontentare la giovane imperiale, tanto che le presentò la lista degli potenziali appartamenti che potevano interessare alla giovane donna.
Chantal buttò un occhio attento, e delle tredici proprietà proposte da Tordà, la ragazza scelse solamente di vedere due appartamenti escludendo a priori tutti gli altri. 
La donna chiese poi di poter vedere i due appartamenti che aveva scelto, il bangaa si mostrò lieto di farle vedere personalmente tali immobili.
La cacciatrice annui, il bangaa le mostrò i due appartamenti, che entrando in quelle due proprietà Chantal fu ben lieta di notare che corrispondevano esattamente a cosa cercava.

La decisione fu subito presa, Chantal si mostrò molto entusiasta dei due locali, Tordà non poteva desiderare cliente migliore per quel giorno.
Von Rosen disse che si sarebbe occupata delle pratiche burocratiche nei giorni a seguire.
Per tanto, Chantal verso la somma che il bangaa richiedeva per i due immobili, firmò i documenti, che attestavano che d'ora in avanti lei era la legittima proprietaria.

La donna si preoccupò di far notare al bangaa di mandare tutti i documenti ad Archades, visto che lei risiedeva li, in modo da rendere più semplice la registrazione delle ultime pratiche. Tordà rispose che non vi era alcun problema detto ciò i due si salutarono.

Tali trattative avevano peso non poco tempo, e Chantal si rese conto di essere già a pomeriggio inoltrato nella capitale dalmasca. Era stata così presa dai suoi affari che si era totalmente dimenticata di trovarsi nel posto che più odiava in tutta Ivalice.

Buttò un'altra occhiata in giro, e notò con attenzione che ovunque posasse il suo occhio, c'erano una gran quantità di soldati imperieli e vessilli con lo stemma dei Soldidor. 
La cosa in qualche modo la divertì, che un giorno lontano Rabanastre sarebbe diventata come Archades? Chantal aveva dubbi al riguardo.

Dei cittadini originali della capitale dalmasca, Chantal notò che ce ne erano veramente pochi. Incuriosita per lo più, decise di chiedere in giro barie informazioni al riguardo.
Quello che scoprì la stupì non poco.

Molto dei cittadini originari di Rabanastre vivevano sotto la città stessa, in quelli che tutti chiamavano la "Città bassa", ovvero i bassi fondi di Rabanastre.

Chantal aveva sempre saputo che sotto Rabanastre vi erano dei locali che la gente usava come magazzini, ma non si sarebbe aspetta che in soli due anni quei locali sarebbero diventati un posto abitato da persone.

Ne ignorava totalmente l'esistenza, la sua curiosità ebbe la meglio su di lei, così cercò uno di questi ingressi che portavano alla Città bassa.
Decise di entrare dal Deposito 5, vicino un negozio di proprietà di Migelo un bangaa che gestiva varie attività. Mentre scendeva in profondità con l'ausilio di un montacarichi l'oscurità che avvolgeva quel posto stava fornendo alla cacciatrice una vaga idea in cosa si sarebbe potuta imbattere.

Man mano che il montacarichi scendeva Chantal avvertiva un odore nauseabondo e rivoltante, che non aveva mai avvertito prima, si compri il naso e la bocca con la sua sciarpa, mentre i suoi occhi adattandosi all'oscurità di quel posto iniziarono a delineare ciò che vedevano.

Quello che Chantal vide e trovò la giù fu qualcosa di incredibile, qualcosa che si poteva descrivere come la vera Dalmasca. Quella Dalmasca di cui lei ben si ricordava, era viva e si trovava d'avanti a lei.

Non c'erano parole, avvertiva le presenze degli hume che vivevano in quel posto, infestandolo come i topi. Chantal si sentì sopraffatta dalle loro emozioni, quel posto aveva la capacità di risucchiarla in qualcosa in cui per due anni aveva cercato di fuggire.

La cittadina imperiale era ammutolita da quello che si era trovata d'avanti, apri inferriata del montacarichi e avanzò lungo quella specie di cunicolo mal illuminato che le si parava d'avanti.

Chantal aveva gli occhi sgranati e fissi su tutto ciò che la circondava, mentre con una mano e parte della sciarpa si copriva ancora naso e bocca per non respirare quegli odori cattivi che il posto emanava.

Non aveva mai visto un posto più lurido e sporco di quello, nemmeno la vecchia Archades era così mal ridotta, ma quel posto, quella Città bassa aveva l'aspetto di una fogna.

Von Rosen si accorse che diversamente rispetto alla città superiore, li nella Città bassa richiamava decisamente l'attenzione. Lei rispetto agli abitanti di quel posto, era vestita decisamente meglio, mentre quelle povere anime invece non vestivano con stracci.

Chantal si sentì per tutto il tempo, gli occhi di tutti loro addosso, era una sensazione che conosceva bene. La ragazza avanzò nei lunghi corridoi della città bassa prestando attenzione a ciò che le succedeva intorno.
Camminò verso sud, quel posto non le piaceva affatto, riusciva a leggere i sentimenti di sconforto, rabbia e nostalgia che attanagliavano quelle persone. Tutto ciò era ben espresso sui loro volti.

Quel posto era esattamente la culla di sentimento anti-imperaile per eccellenza. Tra le tante cose che percepì, ci furono anche dei sentimenti rivolta e ribellione, quel postò da come aveva potuto notare, Chantal nascondeva molto più di quello che sembrava.

Sapeva che in quel esatto momento, da tutt'altra parte Gabranth e vari giudici stavano cercando gli esponenti della Resistenza, conosceva tutti i loro movimenti e anche alcuni nomi degli esponenti che erano parte.
Amalia... e poi Basch

Sicuramente lui si era nascosto li, ma non c'era tempo di mettersi a cercarli, ne tanto meno Chantal poteva permettersi di trascurare e compromettere la sua posizione per loro.
Aveva altri obbiettivi e priorità, uno di questi ora che si trovava li, era individuare il covo della resistenza, ed era certa di averlo trovato, ma quello che più le interessava era trovare un aggancio, qualcuno che fosse nella Resistenza ma non fosse un suo membro attivo. Ma solo un tramite.

Per quanto fosse riluttante a restare ancora in quel tugurio, Chantal sapeva bene che non poteva andarsene se non avesse prima trovato un contatto. La donna camminò ancora per i cunicoli della Città bassa ascoltando attentamente ogni singolo discorso che la gente di quel posto faceva.

Molti abitanti dalmaschi erano scontenti del discorso di Vayne, rimpiangendo a gran voce la famiglia reale, altri invece erano speranzosi nei riguardi del nuovo consolo poiché ispirati dal suo discorso "commovente".

Quei commenti nei riguardi di Vayne quasi strapparono un amaro sorriso a Chantal, lei aveva avuto modo di conoscere Vayne e di certo non era il tipo d'uomo che quei dalmaschi stavano dipingendo.
Vayne era tutt'altro quello che appariva, Chantal sapeva bene di cosa era stato capace quell'uomo e quale era il suo operato. Lei vedeva il disegno del suo piano.

Il terzogenito di Gramis era un uomo dalle grandi qualità, Chantal lo riconosceva e per questo lo ammirava per un certo sensi, ma per altri lo biasimava fortemente. Eppure non poteva far o meno di apprezzare la sua forza e il suo carattere, aveva conosciuto veramente poche persone di quella tempra.

Vayne era un avversario e un nemico che meritava ogni lode e ammirazione, di questo Chantal ne era fortemente convinta. Lui era un uomo che faceva quello che andava fatto senza battere ciglio e senza tradire il minima emozione.

Forse era giusto che meritasse di stare dove stava, a differenza di altri che invece sembravano veramente fallire, mostrando quella debolezza d'animo che Chantal definiva "umanità"e che a lei dava tanto fastidio.

Lei aveva sempre amato le personalità forti, decise, che sapevano quello che volevano ed erano disposte a tutto pur di ottenerlo, senza farsi scrupoli. Personalità che non avevano paura di sporcarsi le mani e di sacrificare ogni cosa pure di raggiungere l'obbiettivo e portare a casa il risultato.

E sia Vayne, Cid e Gabranth erano questo tipo di personalità, e Chantal era decisa ad apprendere ogni cosa da loro per poi rigirarla al suo vantaggio. La ragazza sapeva che frequentare queste personalità non avrebbe fatto altro che arricchire la sua persona e le sue vedute.

Da loro c'era solo da imparare ed era compiaciuta quando le persone non riuscivano a comprendere la portata di tale cose.

Dall'altro canto questo genere di cose non erano alla portata di tutti.

Chantal ascoltò avidamente ogni discorso che i rabanastresi facevano sul console e su quello che era successo successivamente.
L'attenzione di Chantal nella ricerca di un possibile aggancio, fu presto interrotta quando la sua attenzione fu attirata dalla voce di un uomo anziano seduto in quella che sembrava essere una piccola piazza.

L'anziano uomo stava raccontando la favola del "Bozzolo celeste e del Re Dinasta" a un gruppo di bambini che in quel momento pendeva della sue labbra.
Uno dei pochi posti dove la luce solare filtrava da sotto delle grate, quel posto sembrava essere decisamente più pulito rispetto agli altri corridoi. 
Anche l'aria non aveva più quel fetore nauseabondo che respirava fino a pochi minuti prima.

Chantal era rimasta anche molto colpita nel vedere la Città bassa, pullulare di bambini dai neve anni in su, non ne aveva mai visti tanti insieme in quel postaccio. 
Poco distante da lei sentì alcuni bambini parlare tra loro, uno dei due specialmente mostrava sentimenti anti-imperiali, disse qualcosa che Chantal non poté far finta di non sentire. 

-Chi si credono di essere quelli dell'Impero? Vietare l'ingresso... incredibile! Se la città è ridotta così è tutta colpa di Basch! Brutto traditore!

Nonostante la ragazza avesse deciso di non intervenire, qualcosa dentro di lei la fece muovere non appena senti nominare il nome di Basch seguito da un insulto. 

Si mosse rapidamente come un'ombra, il bambino che aveva potuto dire tale calunnia, si vide ricevere un forte schiaffo. Lo schiaffo fu talmente forte che il rumore richiamò l'attenzione dei presenti. 

Il bambino si paralizzò immobile, vedendosi comparire dal nulla la figura di Chantal, che gli grido qualcosa di incomprensibile in una lingua a lui sconosciuta.

-Er ist unschuldig! Die einzigen Verräter sind Sie! Wie kannst du es wagen, seinen Namen zu machen!- La voce di Chantal ruggì chiara echeggiando per quei corridoi oscuri, fino a raggiungere le orecchie di tutti i presenti.

Nessuno sapeva cosa significassero quelle parole, ma di certo non avevano lo stesso significato di quelle che aveva detto quel bambino. Chantal si ritrovò con gli occhi di tutti addosso e i loro sguardi erano minacciosi.

Il bambino fu fortemente intimorito dalla presenza della donna, aveva paura che potesse nuovamente aggredirlo. Tale scena non piacque affatto agli abitanti della Città bassa. 
Tutti simpatizzavano per ciò che aveva detto quel bambino, condividevano lo stesso pensiero. Tutti eccetto Chantal.

Da lontano, nella penombra di un vicolo, un uomo incappucciato e dall'aspetto dismesso e trasandato, aveva udito chiaro e tondo il significato di quelle parole. 

I suoi occhi azzurri erano fissi sulla figura di Chantal, conosceva bene la lingua in cui aveva parlato , così come conosceva le fogge degli abiti che la ragazza indossava. 
Ciò nonostante era fortemente contrariato per allo schiaffo che Chantal aveva dato a quel bambino, c'erano altri modi fare.

Più volte costui pensò di intervenire e di andare a parlare con quella ragazza, ma visto le circostanze, non poteva fare molto. Qualcun'altro aveva anticipato le sue intenzioni.

Altri come lui avevano notato la scena, tra questi anche il signore anziano che stava narrando la favola del "Bozzolo Celeste" che si avvicinò alla figura di Chantal e un'altro uomo alto, ben nascosto tra alcune casse.

I tre avevano perfettamente colto il significato di quelle parole e la loro origine. L'anziano narratore si era avvicinato a Chantal le rivolse delle parole nella stessa lingua con cui la giovane donna si era espressa.

-Du hast den Nerv, deine Unschuld zu schreien und ihre Verteidigung zu lernen, wo keiner der anwesenden Menschen jemals davon träumen würde zu geben.

-Ich erkläre nur die Wahrheit.- gli rispose a testa alta Chantal.

-Eine interessante Wahrheit, meine Lady. -Le disse l'anziano, incuriosita dalle parole della giovane donna. -Meine Dame, Sie sind von Landis?
Le domandò l'anziano damasco, squadrandola da testa a piedi.

-Nein, aber es ist so, als ob es schon immer gewesen wäre.- gli rispose decisa Chantal.

-Wie ist dein Name, wenn ich meine Dame fragen kann?- domandò ancora l'anziano, ma a quel punto Chantal non disse il suo nome.

-Du kannst mich Von Rosen anrufen. -Fu la risposta dell'imperiale.

-Du hast ein großartiges Gesicht, meine Lady. Sie haben sich gerade Feinde gemacht, indem Sie dieses Kind geschlagen haben, nicht viele teilen Ihre Gedanken, wenn Sie darüber nachdenken...
Wie auch immer, dies ist nicht der richtige Ort für solche Reden, kommen Sie wie ich, meine Dame.-  l'anziano le fece notare. 

Dopo quelle parole, l'uomo si avvicino al bambino ancora intimorito dalla figura di Chantal, il ragazzino vendendo avvicinarsi il vecchio Dalan si tuffò subito tra le braccia dell'anziano uomo.

Dalan, questo era il nome dell'anziano dalmasco che si era avvicinato a Chantal, tranquillizzò il ragazzino dicendogli piccole e semplici parole. Soprattutto gli fece presente di non nominare più il nome del generale, poi Dalan indicò a Chantal di seguirla.

-Ci sapete fare con i bambini, io non ne avrei pazienza!- esclamò Chantal mostrandosi abbastanza seccata, l'anziano Dalan le rispose dall'alto della sua età notando il cambio di lingua della ragazza.

- Non pensavo parlavate anche il Dalmasco oltre al Landisano. Vi guardate bene dal mostrarlo, mia signora.

-Potrei dire lo stesso di voi, siete uno che la sa lunga. Siete il tipo di persona che sto cercando... un esempio e quella favola che stavate raccontando a quei ragazzi.- Fece notare Chantal, riferendosi alla leggenda sul Re Dinasta.

-Quella?! Sono solo storie mia Signora... Favole per bambini.-  disse il vecchio con noncuranza.

-Voi dite?- Chantal alzò un sopracciglio poco convinta della risposta del vecchio, che aveva l'aspetto di un venditore di fumo.

- Perchè non dovrebbero esserlo?- le chiese il vecchio fissando negli occhi la giovane, mentre arrivarono a casa di lui. 

-Beh perchè se Raithwall non è favoletta, ma storia! Chi ci può assicurare che quelli che voi definite "storie per bambini" non siano verità da lungo tempo dimenticate. Troppe cose sono sottovalutate... e questo è il più grande errore che gli Huma fanno.

Il vecchio Dalan scoppiò a ridere, quella donna ai suoi occhi appariva decisamente interessante oltre che singolare. Sembrava che non si rendesse proprio conto di come si viveva a Rabanastre, decisamente non aveva un aspetto comune.

-Mia Signora siete davvero singolare.-L'anziano le sorrise, mentre incuriosito fissava l'insolito colore degli occhi di Chantal.

-Lo sono sempre stata. Ciò è un problema per voi?- domandò seria la giovane donna.

-No. Ma cosa è che vi ha spinto a venire fin qui?- Ribatté Dalan, studiando per l'ennesima volta la figura di Chantal. Voleva capire meglio come mai una ragazza come lei si fosse spinta fin li.

-Perdonate le mie parole, ma voi non avete di certo l'aspetto nei modi di una persona comune. Chi siete? O meglio cosa cercate qui? -

Sul volto di Chantal comparve un ghigno e un espressione quasi divertita. Quell'uomo non era stupido e aveva un occhio molto acuto, a dispetto dei modi molto scaltri che dimostrava d'avere.

-Vi ho già detto come mi chiamo.-Gli rispose Chantal rimanendo ferma sulla sua posizione, non scomodandosi più di tanto nel fornire ulteriori informazioni.

-Riguardo al perchè sono qui, diciamo sto cercando qualcuno... e diciamo che l'ho anche trovato.- Finì la ragazza, guardando maliziosamente l'uomo.

-E cosa volete da costui? -Fece il vecchio interrogando la giovane, capendo che si stava rivolgendo alla sua persona.

-Informazioni riguardo la Resistenza. So che si trova qui... e giurerei che vuoi ne sapete anche qualcosa. -Concluse la ragazza, con un gesto della mano strappò via la sciarpa, mostrando il suo volto.

Il vecchio Dalan, nel vedere il volto di Chantal, sgranò gli occhi rimanendo senza parole. La somiglianza con lei era incredibile, l'aveva vista solamente una volta tanto era bastato a fargli rimanere impressa tale visione.

Oh! Dei siate benedetta...- pensò il vecchio Dalan, una cosa simile non se la sarebbe mai aspetta. Faram doveva essere stato veramente misericordioso con quella ragazza per sfuggire ad una simile sorte.

-Desiderate il mio aiuto?... è lo avrete! -Disse il vecchio, fissando stupefatto il viso della giovane ragazza.

Chantal fissò per qualche secondo il vecchio, non disse nulla per alcuni minuti, prima di prendere parola e parlare.

-Vi ringrazio, al riguardo di ciò che vi ho chiesto riguardo alla Resistenza, preferire che teneste per voi quanto è successo qui, e non proferiste parola con nessuno. Nemmeno con la Resistenza. Ciò che desiderò da voi sono solo alcuni favori.- Gli fece presente Chantal.

-Che genere di favori?- domandò il vecchio.

-Adesso non posso parlarvene, nè saprete di più la prossima volta... che verrò di persona. Per adesso mi interessava più stabilire un contatto con voi.- Chantal sorrise in maniera rassicurante, mentre guardava negli occhi il vecchio Dalan.

-Un'ultima cosa, prima vi ho detto che potevate chiamarmi, Von Rosen. Il mio nome è Chantal Von Rosen. Ed è un piacere fare la vostra conoscenza. -Disse prima di alzarsi e andarsene, salutando il vecchio.

Chantal era soddisfatta nell'aver raggiunto il suo obbiettivo, aveva scrutato nell'animo di quel vecchio e sapeva che c'erano molte più cose che non dava a vedere. Come la sua simpatia per la resistenza.

Era sicura che a breve quella conoscenza col vecchio le sarebbe stata utile, molto utile. Dopo tutto il suo viaggio a Rabanastre non era stato così pessimo come aveva supposto anzi poteva ritenersi più che soddisfatta.
Uscì dalla casa del vecchio Dalan, non prima di essersi nuovamente sistemata la sciarpa, a passi svelti e decisi. Non si guardò più a torno, quel tugurio non le interessava, voleva lasciarlo quanto prima una volta che aveva ottenuto ciò per cui era li.

Due paia di occhi la videro andare via, uno azzurro ed un'altro marrone, che apparteneva ad un uomo la cui espressione severa faceva ormai parte di lui.
Colui a cui invece appartenevano gli occhi azzurri si diresse verso la casa del vecchio Dalan, per chiedere della visita della ragazza.

Quando Dalan si trovò costui d'avanti ai suoi occhi, non pote far a meno di sorridere. Gli dei gli avevano decisamente giocato una giornata decisamente insolita.

-Sei qui per chiedermi di Vossler?- lo anticipò Dalan, ma l'huma dagli occhi azzurri non pronunciò parola, si limitò solo ad alzare lo sguardo lasciando intravedere una profonda cicatrice sul suo volto, che prendeva parte della sua fronte, per passare sopra il suo sopracciglio sinistro e giù fino al suo orecchio.

L'huma aveva un'aspetto davvero orribile e selvaggio, una barba folta e spessa dello stesso colore dei suoi lungi capelli biondi che si ritrovava.

Nel frattempo Chantal aveva abbandonato la Città bassa riemergendo in superficie, dove aveva scoperto che ormai si era fatta sera, il sole era tramontato da un pezzo.




Gente finalmente il capitolo 15 di questa mia meravigliosa storia è finalmente online.


Tornando alla storia in questo bel capitolo torniamo al presente. Capiamo qualcosina in più sul rapporto di Chantal con Gabranth. Non solo scopriamo qualcosa di più sul passato del nostro caro giudice. Chissà chi sono Selendine e Bryneli.
Abbiamo a sorpresa di tutti il rientro di Chantal a Rabanastre, diciamo che il suo "ritorno ufficiale in patria" fra alcuni capitoli.
Ci terrei a far notare un episodio all'interno del capitolo- lo schiaffo che Chantal da ad un bambino nella Città Bassa- se un episodio del genere o meglio un comportamento del genere non vi piace....vi avviso fin da ora che questa non è la storia che fa per voi.
Se ve la prendete per questo episodio sappiate che nella storia del gioco di FFXII il personaggio di Vayne Solidor ha ucciso personalmente per ordine di suo padre, l'imperatore Gramis, i suoi fratelli. 
Detto ciò io vi ho avvisato... se non vi piace amen... io ho la coscienza pulita.
   
 
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