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Autore: Soul_light04    19/12/2018    0 recensioni
La regione di Johto, dove vive la bella Lyra Soul, viene invasa dal Team Rocket, banda criminale che ha operato a Kanto tre anni prima, per poi essere sconfitta da una squadra di agenti segreti.
Gli abitanti di Goldenrod City sono costretti ad una nuova vita a fianco del Team Rocket, ma non tutti sono uguali, e Lyra lo impara grazie all'uomo stabilitosi a casa sua, il Generale Proton Sherwood.
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[NoPokémonAU] [Cannonshipping - Lyra/Cetra x Proton/Milas, sì, ho delle ship strane]
Ispirato dal romanzo "Suite Francese" di Irene Nemirovski, da cui è stato poi estratto l'omonimo film.
ATTENZIONE: questa storia è completa, sto solamente revisionando i capitoli; aggiornamenti costanti (si spera). Forse i personaggi sono un po' OOC.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Crystal, Gold, Lyra / Kotone, Milas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Epilogo.

Lyra Soul stava tornando a casa sua, a Celadon City, con due pesanti borse della spesa. Quella sera Petrel era uscito a cena con Erika, perciò era sicura che sarebbe stata sola. Erano passati anni da quando Lyra aveva lasciato Goldenrod City. La guerra era finita da sei mesi, e ormai aveva riposto le sue speranze di rivedere Proton in un cassetto e l'aveva chiuso a chiave.

Passando per la Piazza Centrale, Lyra intravide le luci del Celadon Saloon ancora accese: si stava svolgendo la sua mostra, in cui erano esposti i suoi primi quadri fino all'ultimo dipinto, mostrando la crescita di Lyra Soul. Tra quelli c'erano anche dei ritratti di Gold e Crystal, Ruby e Sapphire e di Proton.

La via di casa sua - alloggiava alla Celadon Mansion, solo che aveva apportato delle modifiche - era buia e quasi deserta, a parte lei girovagava per la strada un uomo alto e slanciato. Indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti, dei jeans scuri e un cappello nero ben conosciuto a Lyra, che gli copriva parzialmente capelli. L'uomo aveva gli occhi in penombra e un sorrisetto sulle labbra, sulle gote si stendeva un leggero strato di barba.

"Avete bisogno di aiuto?" Chiese all'improvviso, facendola sobbalzare. Lyra si chiese immediatamente dove altro avesse udito quella voce familiare, ma scosse la testa e lo ignorò, pensando che fosse un qualche malvivente o un drogato. Il ragazzo sorrise ancora di più, come se tutto ciò gli rammentasse qualcosa.

"Certo che potevate pure dire 'no grazie'!" Disse ancora il ragazzo. Lyra lasciò cadere le borse e si voltò verso di lui. Il cuore pareva aver preso un balzo ed esser approdato in gola, le gambe si erano trasformate in gelatina e minacciavano di cedere da un momento all'altro. Eppure non poteva essere lui, era impossibile. Dopotutto, non era la prima volta che lo vedeva in giro: l'aveva visto nel postino dell'altro giorno, ed un altro che l'aveva quasi investita con il suo scooter. Era da un anno che le succedeva, ma quella volta era così reale.

Proton Sherwood rise e si tolse il cappello, rivelando i setosi capelli verdi, più lunghi di quel che Lyra ricordasse.

La ragazza cadde a terra, vicino alle borse; si portò le dita tremanti alla bocca per non gridare.

Proton la raggiunse e si inginocchiò accanto a lei, tirandola tra le sue braccia forti. Lyra cominciò a piangere dalla gioia, stringendo convulsivamente la camicia di Proton. Lui sorrise e le baciò la testa.

"Sh... non piangere, Lyra. Sono qui, sono tornato. Hai visto che ho mantenuto la promessa?" La sentì annuire in fretta, "Petrel è arrivato?"

"Sì" Disse in voce flebile Lyra. Si staccò da Proton e le accarezzò il viso con dolcezza.

Si rialzarono e camminarono verso casa di Lyra, in un silenzio imbarazzante.

Sedendosi su una sedia nella cucina nuova di Lyra e appoggiando le borse in un angolino, al momento non erano importanti, Proton fissò Lyra preparare un tè caldo.

"Come mi hai trovato?" Chiese assaggiando il tè. Si scottò la lingua, quindi ripose la tazza sul piattino.

"Dopo che siamo stati sconfitti, ho faticato a trovare lavoro a causa della mia reputazione. La nipote della signora Hazel ha testimoniato per me in tribunale perciò non sono stato arrestato. Appena ho guadagnato abbastanza soldi ho preso un treno e sono arrivato a Saffron City. Ho passato un mese a cercarti lì, fino a quando non ho visto un manifesto di una tua mostra a Celadon City. Così ho chiesto ad un anzianotto piuttosto strano che passava da quelle parti e indovina un po'? Era il tuo capo, Blaine. Mi ha raccontato tutto di te e mi ha detto che assomigliavo molto a qualcuno che aveva già visto. Allora ho guadagnato, ancora, dei soldi per poter venire qui e sono andato alla mostra, ma non ti ho trovato. Piuttosto ho scoperto che vivevi in questa via quando ho letto la didascalia di un quadro che ti rappresentava" Raccontò Proton tutto d'un fiato.

Il viso di Lyra si illuminò come una lampadina, e condusse Proton verso il salotto con il pianoforte.

"Ho trovato il tuo spartito dentro la borsa..." Mormorò porgendoglielo. Arrossì quando le sorrise, un turbinio di emozioni le invase il petto, delle farfalline abitarono il suo stomaco. In realtà non aspettava altro che sentire due semplici ma forti parole. Anche Proton l'aveva capito ma, come diceva lui, non c'era bisogno di parole per esprimere i suoi sentimenti.

"Sai, mi sei mancato..." Disse Lyra abbassando lo sguardo. Proton ridacchiò e si avvicinò a lei.

"Lyra, sei a conoscenza dei sentimenti che provo per te, non è vero? Sono sicuro che Petrel ti abbia detto tutto" Lyra annuì, "e allora, Lyra, prima di confessarti ufficialmente i miei sentimenti, vorrei sapere come hai passato questi ultimi anni".

Lyra rialzò di scatto la testa, improvvisamente arrabbiata.

"Ho sopportato! E vuoi sapere cosa? Ho sopportato la tua assenza, ho sopportato di non poterti più sentire suonare, ho sopportato di non poterti baciare e abbracciare, ho sopportato di non sapere se nemmeno fossi vivo, e cavolo, ho sopportato di amarti ma di non potertelo dire per anni! E ho finto di dimenticare tutto ciò perché era davvero troppo" Lyra si sfogò con tutta la forza che aveva in corpo. Distolse lo sguardo dal suo stupito, e si voltò dalla parte opposta, incrociando le braccia sotto i seni.

"Lyra, guardami" La costrinse a girarsi di nuovo verso di lui.

"Cambia qualcosa?" Disse. Entrambi sapevano esattamente cosa stavano facendo. Si sorrisero dolcemente e appoggiarono la fronte l'uno sull'altra.

"Anche io ho sopportato tutto questo... Lyra, ti amo..." Sussurrò Proton.

E rimasero in silenzio, ma entrambi si erano accorti di amare quei silenzi. Per loro, quei silenzi valevano più di un miliardo di "ti amo" che svolazzavano per l'aria.

Perché era il silenzio a contraddistinguere il loro amore.

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Fine

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Funesto angolino della funesta autrice:

*piange di gioia e s'inchina ai malcapitati lettori*

Finalmente ho finito! Vi dirò, è stato davvero complicato revisionare questa fic, poiché l'avevo scritta cinque o sei mesi fa, e nel frattempo il mio stile e vocabolario sono variati tantissimo.

Per ora credo di prendermi una pausa in questo fandom, magari posterò qualcosa in Hetalia. Non so, ma è certo che questa non è l'ultima fanfiction nei pokémon.

Detto questo, passiamo ai ringraziamenti:

ringrazio infinitamente Euphemia e KomadoriZ71, che hanno sprecato parte del loro tempo a recensire questa povera pazza e a correggere i suoi imperdonabili errori, grazie di cuore <3.

Ovviamente ringrazio anche i lettori silenziosi, che spero abbiano gradito la storia, perciò grazie infinitie e spero di avere l'onore di avere dei lettori di nuovo.

*Per fare scena, lancia roselline di carta dal suo palchetto funesto ed immaginario, sotto gli applasi e le grida del suo pubblico mentale*.


Spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo e, non so se l'ho già detto, che abbiate abbastanza insulina ovunque vi troviate.


Grazie ancora e alla prossima,

Soul <3

   
 
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