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Autore: Wilson Walcott    20/12/2018    1 recensioni
Elucubrazioni notturne di una donna qualsiasi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ticchettio dell’orologio le faceva compagnia. Sola in casa, assorta in mille pensieri, non riusciva a prendere sonno. La notte era calata da ore come un mantello che copriva la città; fuori solo il rumore del vento e l’aria gelida che sembrava paralizzare il tutto in uno scenario spettrale. Una fotografia. Ciò che le impediva di dormire erano i pensieri disturbanti con i quali ormai conviveva da tempo: riflessioni ed idee funeste circa la vita e la conseguente morte. Era proprio quel concetto che la disturbava. La paura di morire. Era diventato talmente radicato in lei da non permetterle più di vivere se non in simbiosi dello stesso. Rimuginava, pensava e ripensava continuamente alla morte, al giorno della sua fine. Come sarebbe stato? Cosa avrebbe visto e trovato dopo? La terrorizzava l’ignoto, l’idea ridondante che oltre quella soglia poteva esserci il nulla. Scomparire, non esistere più e non lasciare nessuna traccia di sé, se non un nome e un cognome. Cercava di elaborare teorie su Dio e la vita oltre la morte. Cercava rassicurazioni. Era ancora lì, nel suo letto, a fissare il nulla. La stanza quasi totalmente buia. La luce arancio fioca del lampione della strada di fronte filtrava dalle fessure della tapparella della finestra mostrando qualche stralcio di mobilio. Si sentiva osservata. Avvertiva presenze ed ombre. Un senso di solitudine e smarrimento facevano sembrare quelle quattro mura così grandi e poco sicure. Erano mostri mentali che scavavano nel suo inconscio con unghie e mani unte. Si era data una spiegazione a tutto ciò, almeno parziale. Durante le sue elucubrazioni notturne era giunta alla conclusione che quel malessere interiore derivasse dai tasselli mancanti della sua vita. Cos’è la paura della morte se non la ricerca della vita? E lei sentiva di averne sprecata tanta. Si era rotto qualcosa dentro di lei che non era più riuscita a recuperare. Più cercava e meno riusciva come chi, finito nelle sabbie mobili, più si agita per salvarsi e più sprofonda. C’era sicuramente una soluzione. Era a portata di mano, così semplice da mettere in pratica eppure difficile da cogliere.
   
 
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