Scritta su: Santa Tell me Ariana
Grande.
Scritta per G..
“Questa storia partecipa a
“Una Challenge sotto l’Albero”
indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp;
Prompt: 2) In un freddo pomeriggio di
dicembre, A incontra B
in un bar, grazie ad una cioccolata calda.
Ianez Kurokawa
Gokudera teneva le mani infilate
nelle tasche, il fumo che
si alzava dalla sua sigaretta si mischiava al fiato che si condensava
davanti
al suo viso. Le sue scarpe affondavano nella fanghiglia di
ciò che rimaneva
della neve sciolta e annerita. Ogni tanto ne cadeva un po’
anche dai tetti,
scivolando silenziosamente.
Ogni lampione di Namimori era
decorato da delle luci
illuminate a forma di stella cadente; mentre i negozi chiusi o aperti
avevano
davanti sempre qualche piccolo alberello addobbato di vari colori.
Le gote di Hayato erano arrossate dal
vento invernale che
gli sferzava il viso, facendogli ondeggiare le ciocche di capelli
argentei.
< La tempesta deve essere
sempre pronta a colpire, ma
oggi mi sento io vessato e distrutto > pensò.
Gokudera
fissava
intensamente Tsuna. Le sue iridi si specchiavano in quelle di Sawada.
Entrambi
rigidi, i corpi
in tensione, uno intento ad accendersi la sigaretta, l’altro
a tagliare il
burro.
Le voci
intorno a loro
erano un brusio, le loro pupille si dilatavano man mano che non
perdevano il
contatto visivo. Nessuno dei due voltava la testa, muovendosi al
rallentatore.
Hayato
sentiva il
proprio battito cardiaco rimbombargli nelle orecchie, Tsuna aveva il
fiato
corto.
Hayato sospirò e scosse il
capo, entrando in un bar.
< Dovrei parlargli dei suoi
‘veri’ guardiani e di Marina
> pensò.
Raggiunse il bancone, sedendosi su
uno sgabello argenteo.
Notò un cartello di divieto e spense la sigaretta sotto la
scarpa.
Sulle pareti del locale, intorno alle
foto dei clienti più
importanti, erano avvolti dei pellicciotti rossi.
“Una cioccolata
calda” disse in coro ad una voce maschile.
Scoglio si voltò e
impallidì, dicendo: “Reborn?”.
“No, mi chiamo
Ianez” rispose l’uomo accanto a lui. Si
calò
il cappello davanti agli occhi e con l’altra mano
accarezzò la testa dell’iguana
sul suo collo. “Caos, non c’è niente di
meglio di una cioccolata calda in
questi freddi pomeriggi di dicembre. Tranne un buon
caffè”.
Hauato deglutì, notando il
rigonfiamento della giacca dovuto
alla pistola.
< Non è Reborn, ma
gli assomiglia troppo > pensò.
“Tu, però, hai
l’aria di chi si è perso”. Aggiunse
Ianez.
Un cameriere posò due
cioccolate sul bancone di legno.
“Fatti gli affari
tuoi” borbottò il ragazzo.
“Se Calì ci ha
fatto incontrare ci sarà un motivo. Anche io
mi sento perso quando sono qui” disse l’uomo.
“Ianez come?”
ringhiò Hayato, con un’espressione guardinga.
Il fumo che si alzava dalla sua cioccolata gli arrossava la pelle
pallida.
< Forse non tanto quanto
credevo. Parla molto di più ed è
molto meno diffidente > pensò.
“Kurokawa. Tu?”
chiese Ianez.
< Come Hana! Però
è decisamente più gentile di lei >
pensò Hayato. Strinse le labbra sottili.
“Gokudera Hayato”
si presentò col cognome materno. <
Forse un po’ troppo affabile. Non devo dimenticarmi che
Reborn si dimostra
così, anche un po’ alticcio, per ottenere le
informazioni che servono ai
Vongola. Il signor Sawada in questo è anche peggio di lui
>.
Ianez sorseggiò la sua
cioccolata, leccandosi lentamente le
labbra sporche.
“Piacere, Hayato. Troviamo
insieme la via” augurò.