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Autore: Emma Black    20/12/2018    1 recensioni
Sappiamo che quelli che ci amano non muoiono mai veramente. Questa storia racconta quello che è successo a James e Lily una volta morti, come fanno a rimanere vicini alle persone che si sono lasciate indietro e come sanno quello che sta succedendo.
< lo tenne stretto tra le sue braccia, cercando di trasmettergli tutto il suo amore, perché era l'unica cosa che rimaneva ad entrambi, e tutto quello che non potevano permettersi di perdere >
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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James aprì gli occhi in un posto che gli sembrava tanto familiare quanto estraneo. Era a casa, ma nello stesso tempo quella non era casa sua. In salotto, davanti al divano, dove lui e Lily avevano messo la tv babbana che Remus gli aveva regalato per il matrimonio, c’era uno specchio con una cornice piena di graffi. Avvicinandosi, James vide che non erano graffi ma scritte che recitavano “Per colo che se ne sono andati prima del tempo, per coloro che si sono lasciati dietro qualcuno, per continuare a stargli vicino anche da molto lontano”.

–Lily…– sussurrò. Abbassando lo sguardo la superficie dello specchio si incrinò e non gli mandò il suo riflesso, ma l’immagine della camera di suo figlio. Lily, l’amore della sua vita, era in piedi di fronte alla culla di Harry, con le braccia aperte per creare una sorta di muro tra lui e la figura davanti a sé.
La consapevolezza di quello che era accaduto a lui e di quello che stava per accadere alla sua famiglia lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Era morto, ucciso da Voldemort che li aveva trovati, e capì subito che avevano fatto la scelta sbagliata, che aveva commesso un errore imperdonabile, che doveva ascoltare Lily quando aveva espresso dei dubbi su Peter, ma la sua fede assoluta e incontrollata in tutto e tutti l’aveva reso cieco. E ora guardava impotente sua moglie che stava per fare la sua stessa fine. Non erano valsi a nulla, tutti i loro sacrifici, tutte le battaglie e le lacrime e il sangue, non erano valsi a niente. Guardò Lily implorare per la vita del loro figlio, andando contro se stessa e quella che era, pregare Voldemort di risparmiarlo e lei avrebbe fatto qualsiasi cosa, si sarebbe unita a lui, ma le rispose solo un sorriso freddo come la morte. Sapeva che nonostante lui le dicesse di spostarsi, lei non l’avrebbe fatto, perché sarebbe morta per proteggere suo figlio. E così fu. Con un lampo verde che riempì sia la stanza che stava guardando, Lily cadde a terra. Una luce bianca lo accecò per un istante, facendogli chiudere gli occhi, e quando li riaprì si accorse di non essere più solo.
Lei, la ragazza che tanto amava, che aveva tentato di proteggere con tutto se stesso, era davanti a lui, con ancora una mano davanti al viso pieno di lacrime. James si precipitò da lei prima che potesse crollare a terra, e la abbracciò mentre lei riusciva solo a dire –Harry–.
Prendendola per mano la condusse di fronte allo specchio, che di nuovo si incrinò e mostrò l’immagine della camera del bambino.
–No!- urlò Lily. James la tenne più stretta che poté, senza distogliere lo sguardo da quello che vedeva di fronte a se. Voldemort camminava lentamente verso la culla, guardando fisso negli occhi di Harry, aggrappato alle sbarre della culla guardandolo a sua volta, senza piangere. Entrambi assistettero con disgusto mentre ilìl mago puntava soddisfatto la bacchetta verso il figlio, sorridendo un’ultima volta prima di urlare –Avada Kedavra! –
Di nuovo, una luce verde riempì lo specchio, ma non fu l’unica cosa che successe. In qualche modo, l’incantesimo rimbalzò su Harry ritornandogli addosso, insieme ad un’esplosione che fece crollare buona parte del soffitto. In un attimo, Voldemort era sparito, e loro guardarono il loro bambino piangere per il dolore di un graffio sulla fronte, proprio dove l’incantesimo lo aveva colpito. James non capiva cosa fosse successo e come fosse successo. Si era preparato a vedere il bambino accanto a lui da un momento all’altro ma suo figlio era vivo, e lui lo stava guardando attraverso quello che doveva essere per forza, ora lo capiva, il velo che divideva lui dalle persone che più amava.
Si rese conto solo in quel momento che stava stringendo con tutte le sue forze le spalle di Lily, e la lasciò andare girandosi verso di lei. Lei lo fissava, sconvolta ma in qualche modo felice, che quello che era successo a loro non era capitato anche al loro piccolo. Guardandola negli occhi, James si rese conto di quanto l’avesse sempre amata, e di quanto questo amore fosse davvero più potente della morte, perché la amava ancora. E allora comprese tutto, e si ricordò le parole che una volta Silente gli aveva detto, in un momento di grande tristezza, quando erano venuti a conoscenza della profezia. “L’amore è la risposta alla più grande delle domande, e anche se non ti è chiaro adesso, lo sarà”. Trovava fantastico e inquietante allo stesso tempo che il loro vecchio preside fosse così enigmatico. Che avesse saputo quello che sarebbe successo?
–Non capisco – disse Lily – perché non ha funzionato? Perché è scomparso? Dove è andato? Harry…–
– Sei stata tu amore–
–Che cosa? –  
– Sei stata tu. L’ho visto, prima che tu… prima che tu arrivassi qui – fece una pausa prendendola per le spalle e tirandola più vicina a se – hai protetto Harry con la tua stessa vita, provando a fargli da scudo da Voldemort. Questo è l’amore più grande che possa esistere: l’amore di un genitore per il figlio, l’amore della madre per suo figlio. Non ti sei voltata neanche per un secondo, non hai abbassato mai la testa continuando a guardare quel mostro negli occhi. – Lily lo guardava ancora piena di confusione, con le lacrime che scorrevano lente sulle sue guance – Hai sacrificato te stessa per la persona che più amavi, nostro figlio. Questo – le prese le mani e se le mise sul cuore – gli ha salvato la vita. L’amore gli ha salvato la vita Lily – .
Lei tenne il suo sguardo per qualche momento riflettendo sulle sue parole –Ma io non ho fatto nessun incantesimo James–
–Lo so – non riusciva a fare a meno di sorridere – è magia antica Lily. La magia più grande che esista, e la più difficile da comprendere –
–Ma allora come fai a…–
–Lo so, sei sempre stata tu quella più intelligente tra i due– risero entrambi, per la prima volta da quando erano arrivati in quel posto, che sembrava un’eternità. James fu il primo a ritornare serio – Penso che sia dovuto al fatto che siamo morti Lily, e c’è molta più chiarezza quando guardi le cose dall’esterno, non trovi?- dicendo questo fece un gesto verso lo specchio. Lily annuì, seria in volto, ed entrambi rimasero così, vicini e in silenzio fino a quando James sentì le mani di lei tra le sue iniziare a tremare violentemente. La guardò e non vide più paura, ma una rabbia crescente, quella che trasformava i suoi occhi da un verde splendente a un verde color Avada Kedavra. Prima che riuscisse a parlare, lei sibilò      –Peter– e lui sentì la sua rabbia farsi strada anche dentro di lui, insieme al dolore, per quello che aveva considerato per anni uno dei suoi migliori amici, della sua famiglia.
– E tutta colpa mia Lily, se non mi fossi ciecamente fidato di lui… –
– Stai zitto James –
– Lo so che non potrai mai perdonarmi per questo Lily, io… –
– Ho detto stai zitto James – lo interruppe per la seconda volta – Non è colpa tua – gli disse prendendogli la mano – è colpa sua. – I suoi occhi lanciavano fiamme mentre parlava – Peter ci ha traditi. E no, non avremmo dovuto fidarci di lui, e si, avremmo dovuto accettare l’offerta di Silente di essere il nostro custode segreto, ma non potevamo saperlo James. – prese una pausa andando a sedersi sul divano – Abbiamo posto la nostra fiducia nelle mani di uno dei nostri più cari amici, in un Malandrino. Certo, ho sempre pensato che Peter fosse un po’ strano, come guardava te e Sirius, con un misto tra adorazione e orgoglio per essere stato accettato, ma non avrei pensato mai che, che… Non era abbastanza forte James, e devono essere arrivati a lui, in qualche modo, ed ecco perché si comportava in un modo così strano negli ultimi mesi. E tra il doverci nascondere, le visite programmate e in segreto, Sirius che sospettava di Remus, i nostri amici uccisi, non ce ne siamo mai accorti. Ma non essere abbastanza forte, o coraggioso, non lo giustifica. Ci ha traditi. Credo che, alla fine, tutti lo abbiamo sempre sottovalutato per quello che è... – prima che finisca la frase James si immobilizzò, rendendosi finalmente conto delle conseguenze che tutto quello che era successo avrebbe portato. –James cosa…–
– Sirius! – come se l’avesse chiamato, nello specchio si formò l’immagine del suo migliore amico che saliva sulla moto con la giacca di pelle che gli avevano regalato lui e Remus tanti anni prima.
–Dalla strada che sta facendo sembra che stia andando a casa di Peter – osservò Lily alzandosi e raggiungendo suo marito – capirà quello che è successo tra poco, e il mondo gli crollerà addosso – disse guardando James e prendendogli la mano. L’unica cosa che fu in grado di fare lui fu di stringerla leggermente. Il suo rapporto con Sirius era stato sempre stranamente stretto per due amici, ma loro non erano due semplici amici, erano fratelli, da ancora prima che i suoi genitori lo accogliessero a casa quando scappò da casa Black. Erano talmente uniti che a volte finivano per finire le frasi dell’altro, o a sapere, senza bisogno di parole, quello che stavano pensando. Lily l’aveva sempre saputo, e anche se aveva fatto fatica a capirlo, e alle volte ancora non lo capiva a pieno, non l’aveva mai dato a vedere. Lily sapeva che, se fosse successo qualcosa a James, Sirius più di ogni altro ne sarebbe uscito distrutto, e questo la spaventava non poco: un Sirius devastato era capace di qualunque cosa. E adesso che Remus era spesso in viaggio per conto dell’Ordine, a compiere missioni di cui non poteva parlare, Sirius era da solo, senza quell’ancora che lo riportava alla realtà e che gli faceva vedere le cose chiaramente, e soprattutto pensare prima di agire. E Lily sapeva che James stava pensando la stessa cosa. Lo tirò gentilmente verso il divano, e lo fece sedere, tenendolo stretto tra le braccia, cercando di trasmettergli tutto il suo amore, perché era l’unica cosa che rimaneva ad entrambi, e tutto quello che non potevano permettersi di perdere. Rimasero fermi così, per quelle che furono ore, a guardare Sirius arrivare da Peter e non trovarlo a casa, videro la consapevolezza farsi piano piano strada sul suo viso mentre guidava la sua moto verso Godric’s Hollow, le lacrime che uscivano dai suoi occhi nonostante il vento sul suo viso, e la sua voce urlare il nome di James, ripetutamente. Rimasero a guardare, impotenti, quando arrivò di fronte casa Potter, per poi fermarsi, con un misto di orrore e paura sul volto, davanti al cancello. Videro la loro casa, che avevano reso tale per la loro famiglia, per il loro bambino, mezza distrutta. Sirius scese dalla moto con ferocia lasciandola cadere su un lato, prese la sua bacchetta e aprì il cancello. La porta della casa era aperta, le luci spente, e quando provò ad accendere l’interruttore, questo non funzionò. L’esplosione, evidentemente, aveva danneggiato l’impianto elettrico.
– Lumos – il raggio di luce riempì riempì la stanza. Alla luce, Sirius vide il corpo esamine di James sulle scale. Gli occhiali erano saltati via, ed erano a terra vicino ai suoi piedi. Gli occhi erano ancora aperti, e fissavano un punto indefinito sul soffitto. Sirius rimase fermo a guardare il suo migliore amico, suo fratello, morto all’ingresso di casa sua. Non riusciva a muoversi, non riusciva quasi a respirare. James poteva vedere la paura farsi strada nel suo migliore amico. Una paura più forte di quella che aveva mai conosciuto. E sapeva che in quel momento Sirius stava urlando dentro di lui, anche se la sua bocca non emetteva nessun suono. Lily, accanto a lui, piangeva in silenzio. Un forte pianto destò tutti e tre.
– Harry – sussurrò Sirius. Velocemente prese gli occhiali da terra e delicatamente li mise a James. Poi, dopo un ultimo sguardo, salì le scale ed entrò nella stanza ormai distrutta del suo figlioccio. Harry piangeva dentro il suo lettino, agitando le braccine verso Sirius subito dopo averlo riconosciuto. James e Lily non sapevano quanto tempo fosse passato da quando Voldemort era sparito, ma dovranno essere state ore. Sirius vide Lily a terra, anche lei morta, con le braccia ancora aperte sul pavimento, vicino alla culla del figlio. Si inginocchiò, le posò un leggero bacio sulla fronte, e andò verso Harry.
– Ei piccoletto – la sua voce era più roca di quanto lo fosse mai stata – io e te ora ce ne andiamo via di qui ok? Mi prenderò io cura di te – disse uscendo dalla camera. Non riuscì a guardare di nuovo James andando verso la porta, e si strinse ad Harry come se la sua vita dipendesse da questo. Uscendo in giardino, c’era Hagrid.
I due guardarono come Hagrid disse che doveva prendere Harry, che glielo aveva detto Silente, che lo doveva portare dai suoi zii, dalla sorella di Lily. Non valsero a nulla le proteste di Sirius – Io sono il suo padrino! James e Lily hanno incaricato me! – .
Lily era sconcertata. Per niente al mondo voleva che Harry venisse cresciuto da sua sorella e da quel tricheco del marito. Dopo come la trattava Petunia da anni, poteva solo immaginare come potesse rendere la vita di suo figlio un inferno.
–NO! – urlò allo specchio – Sirius è il suo padrino! Lui lo proteggerà! È il suo compito, lascialo andare! – ma era del tutto inutile.
– Lily… – iniziò James, ma non aveva la forza di dire altro. C’era troppo dolore dentro di lui, nemmeno la rabbia sembrava dargli più forza. Poteva solo continuare a guardare, impotente, mentre il mezzo gigante prendeva Harry dalle braccia di Sirius.
– Allora prendi anche la mia moto Hagrid – disse Sirius – A me non servirà dove sto andando. –
Non ricevette risposta Hagrid quando lo chiamò, dicendogli che Silente lo attendeva nel suo ufficio, che doveva parlargli, che dovevano pianificare le prossime mosse. Sirius si allontanò e semplicemente, senza un’altra parola, si smaterializzò.
– No cazzo Sirius, non farlo. – disse James. Lily, in lacrime, si girò a guardare il marito per scoprire che anche lui piangeva, tanto in silenzio che lei non se n’era nemmeno accorta. Ma non per il suo stesso motivo, poteva leggerglielo in faccia. Leggeva comprensione, dolore e rabbia, ma soprattutto consapevolezza.  
– James, cosa… –
– Sta andando a dare la caccia a Peter. –
– Come fai a saperlo? –
– Perché lo conosco Lily, lo conosco meglio di quanto conosco me stesso. – prese un respiro prima di guardarla negli occhi, distogliendo lo sguardo dallo specchio, dove l’immagine di Godirc’s Hollow stava svanendo per trasformarsi nella scena di Sirius che camminava in un vicolo della Londra Babbana – Il suo primo pensiero è stato di salvare Harry, naturalmente. Lo proteggerebbe con la vita, lo sai – Lily annuì – lo crescerebbe come se fosse figlio suo. Probabilmente, ne avrebbe più bisogno lui di Harry stesso. Ma ora che Hagrid l’ha preso, non gli rimane più niente. Non sta pensando in questo momento che se andasse da Silente potrebbe dirgli tutta la verità, usare il Veritaserum, e rimarcare i suoi diritti di padrino. Non sta pensando che Peter la pagherebbe con la giustizia. Sta pensando solo che Peter lo ha tradito, ci ha traditi tutti, e ora noi due siamo morti. E Sirius si sente in colpa, perché è stata sua l’idea dello scambio, perché se non l’avesse fatto, niente di questo sarebbe successo. Sa che si è sbagliato su Remus, pensa che quando lui verrà a sapere tutto questo lo odierà come lui sta odiando se stesso. Pensa di aver perso tutto, gli è crollato il mondo addosso. – fece una pausa per asciugarsi le lacrime che gli cadevano copiose sul viso – Lo ucciderà Lily, o morirà provandoci. –
– Peeeeteeeer! – le urla li interruppero. Sirius stava camminando in un vicolo, stravolto, con la bacchetta in mano, urlando il nome del vecchio amico come se stessero giocando. Era isterico, un sorriso terribile gli deformava il viso, i cui occhi avevano perso ogni traccia della luminosità che tanto li caratterizzava. – Oh andiamo Codaliscia! Lo so che ci sei! Vieni a giocare, ti prometto che non ti farò del male! Voglio solo parlare! – Un ragazzo basso e grassoccio uscì da dietro un muro per correre dalla parte opposta, ma Sirius era più veloce, era sempre stato più veloce. Con un solo gesto della bacchetta lo immobilizzò e lo disarmò, per poi avvicinarsi lentamente a lui. Si fermò solo a un passo da lui, e non parlò per quella che sembrava un’eternità. Poi inclinò la testa, come un predatore che sta pregustando la sua preda. – Come hai potuto? Li hai traditi! –
– Il signore Oscuro ha vinto S–Sirius  –
– Oh no, vedi, è scomparso – allo sguardo di orrore dipinto sul viso di Peter rispose solo con una scrollata di spalle – Non so cosa è successo, ma Harry è vivo. James e Lily, d’altro canto – puntò il suo sguardo di ghiaccio negli occhi di Peter, uno sguardo che, Lily ne era sicura, avrebbe potuto uccidere – Come hai potuto! Loro si fidavano di te! Sei un codardo, cosa ti hanno offerto, eh? Un posto in prima fila per la distruzione del mondo? –
– Tu non capisci Sirius, lui è troppo potente, io non sono coraggioso quanto voi, non potevo… –
– Cazzate –
– Cosa avrei dovuto fare? – ora era il turno di Peter di urlare – Mi avrebbero ucciso! –
– Saresti dovuto morire! Saresti dovuto morire prima di tradire i tuoi amici! – Sirius era talmente fuori di se che non si stava accorgendo che Peter piano piano stava riuscendo a combattere l’incantesimo che lo teneva fermo. Era talmente stravolto che aveva abbassato la guardia. – Ma penso che non sia più un problema, perché quello che non hanno fatto i tuoi cari Mangiamorte lo farò io in questo istante. – e mentre alzò la bacchetta per colpire, Peter riuscì a liberarsi, usando l’attimo di sorpresa di Sirius per raccogliere la bacchetta e lanciare un – Bombarda! – che fece esplodere metà vicolo, uccidendo probabilmente qualche Babbano. Con un ultimo sguardo verso Sirius che si stava proteggendo dai detriti, si tagliò un dito e si trasformò in topo, per poi scomparire nelle fogne.
– Oddio… – ansimò Lily. James era pietrificato, non riusciva a parlare. Nonostante quello che aveva fatto Peter a loro, non pensava fosse capace anche di questo. Ma improvvisamente Sirius scoppiò in una risata assassina, terrificante, alzando la testa al vento in un gesto che ricordava molto la sua forma canina quando ululava. Lo trovarono così gli Auror, quando arrivarono in una dozzina, accerchiandolo. Che rideva, con uno sguardo omicida negli occhi, e non smise nemmeno quando lo disarmarono, lo legarono, e lo portarono via. E Sirius non oppose la minima resistenza. Solo, continuò a ridere.
– Sirius… – fu l’unica cosa che riuscì a dire James.
   
 
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