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Autore: sissi149    20/12/2018    2 recensioni
E' l'ultimo giorno di lezioni per un gruppo di amici. Tutti e cinque si preparano a lasciare il campus universitario per raggiungere le famiglie e trascorrere le vacanze natalizie come programmato da tempo. Ma sarà davvero così o quest'anno le feste riserveranno sorprese inaspettate?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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20 Dicembre
 
La caffetteria del campus della prestigiosa Università Musashi di Tokyo, istituto privato dove i rampolli delle migliori famiglie del paese potevano ricevere l’adeguata formazione in economia, management e giurisprudenza oppure ampliare la loro cultura personale in Storia delle Arti, era gremita di studenti alle prese con le ultime lezioni ed i preparativi prima delle vacanze natalizie. I cappotti rossi, parte integrante della divisa, erano pigramente abbandonati su sedie ed attaccapanni, mentre voluminosi plichi di appunti facevano bella mostra su almeno  la metà dei tavoli.
L’ambiente del campus e dei severi collegi maschile e femminile avevano sempre affascinato Yayoi, nata e cresciuta in tutt’altro tipo di gruppo sociale: solo la consistente borsa di studio che aveva vinto per gli eccellenti risultati conseguiti alle superiori e nello specifico concorso, le aveva permesso di frequentare i corsi e di condividere il solito tavolo con i compagni divenuti abituali negli anni. Spostò lo sguardo a passare in rassegna ognuno di loro.
Di fronte a lei, Genzo Wakabayashi, erede, insieme ai fratelli, della fortuna di una solida azienda con filiali in tutto il mondo, stava dando una veloce ripassata prima della lezione di economia industriale: era risaputo che il professor Kira non tollerasse allievi impreparati nelle sue aule.
“Hai riguardato anche i grafici di fine capitolo 13? Credi che Kira ce li chiederà?” Aveva domandato Yoshiko, compagna di stanza di Yayoi. I suoi genitori erano i proprietari di una catena di Hotel di lusso, i Fujisawa Resorts.
Wakabayashi smise di leggere e sollevò il viso.
“Non penso, ma con Kira non si può mai sapere. Chissà cosa avrà in mente di trattare oggi…”
“Non ne ho la più pallida idea.” Fujisawa verificò con le mani la tenuta del perfetto chignon in cui tutti i giorni rinchiudeva i capelli, prima di assaporare l’ultimo sorso di the.
Alla destra di Yayoi era seduto composto ed impeccabile, come sempre, Jun Misugi, suo collega in molti dei corsi di Storia delle arti. Di lui non sapeva molto, tranne che proveniva da un’ottima famiglia della Cambiria, nazione monarchica dell’Asia continentale. Si erano incontrati/scontrati uno dei primi giorni della ragazza all’università, all’inizio del primo anno accademico, nell’aula di Letterature europee. Aoba pensava che senza quel piccolo incidente non avrebbe mai potuto stringere amicizia con Misugi, poiché appariva sempre freddo e distaccato con chi non era nella sua cerchia ristretta di amicizie.
“Noi abbiamo finito stamattina – disse proprio Jun – e fortunatamente Katagiri ci ha richiesto solo un breve saggio sulle regole della prospettiva.”
“Non dimenticare che Shiroyama vuole la recensione di un concerto a cui dovremo assistere.” Ricordò con un sorriso Aoba.
“Per quello non c’è problema, ho già il concerto giusto!”
Lo sbattere di una cartella per terra ed il rumoroso spostamento di una sedia indicò  l’arrivo dell’ultimo membro del loro gruppetto, il compagno di stanza di Misugi.
“Quella carogna di Gamo! Ha trovato il modo di rovinare a tutti le vacanze!” Esclamò Hikaru Matsuyama, togliendo velocemente sciarpa e guanti prima di sedersi.
“Cosa avrebbe fatto stavolta?” Chiese Wakabayashi con un sopracciglio inarcato, dato che spesso Matsuyama esagerava sulla severità del professore più temuto dall’intero ateneo.
“Ha chiesto per il 10 di Gennaio un’analisi completa di tutto il processo Hyuga e commento personale alla sentenza!”
Genzo annuì comprensivo: il caso Hyuga aveva destato parecchia attenzione nell’opinione pubblica giapponese qualche anno prima, spaccandola a metà tra chi sosteneva la famiglia e chi i datori di lavoro, fino al colpo di scena finale avvenuto nel penultimo giorno di dibattimento. Per i giovani avvocati in formazione era il più complesso caso recente con cui potessero misurarsi.
“Dovrò dire addio alla settimana bianca! L’unico periodo dell’anno in cui lo studio legale è chiuso!” Lo studio Matsuyama&Associati di Sapporo era il più prestigioso studio legale del Giappone settentrionale.
Yoshiko appoggiò una mano su quella del ragazzo.
“Mi dispiace. Noi abbiamo ancora la lezione di Kira e potrebbe farci qualche scherzetto pure lui.”
La cameriera portò una tazza fumante a Matsuyama che ringraziò con un sorriso.
“I vostri progetti per le vacanze?”
“Le solite cose – liquidò Genzo infilando gli appunti nella valigetta – ci troviamo tutti nella villa di Nankatsu e non so quanti ricevimenti abbia già organizzato mia madre.”
Yoshiko continuò:
“Credo che papà voglia andare all’hotel di New York, dato che l’abbiamo aperto solo da pochi mesi.”
“Yayoi?” Domandò Wakabayashi.
La ragazza strinse le spalle.
“Beh, lo sapete che non ho grandi progetti. Aiuterò i miei in negozio, nei giorni prima di Natale siamo sempre pieni i clienti. Più tardi devo terminare i bagagli.”
“Parti già stasera? – Yoshiko si accigliò – Non vieni al party di auguri?”
“Vorrei già essere in negozio domani mattina.”
“Ma abiti dall’altra parte di Tokyo! Puoi partire subito dopo colazione!”
“Apriamo molto presto.”
Solo a quel punto Jun si intromise nel discorso.
“Ragazzi, anch’io parto oggi pomeriggio dal campus: prendo il volo delle 18.30 da Narita.”
“E sparirai come tutti i periodi di vacanza? Non avete il wi-fi in Cambiria?” Domandò sarcastico Hikaru, trovando man forte da Wakabayashi.
“Matsuyama ha ragione. Non ti fai mai sentire, a volte credo che abiti in un buco nero.”
Misugi cercò di difendersi con scuse poco probabili.
“Sono all’estero per la maggior parte dell’anno, quando rientro in Cambiria i miei amici e parenti mi sono sempre attaccati e mi risulta difficile tenermi in contato con voi.”
I ragazzi erano agguerriti e parevano disposti a tutto pur di venire a capo del mistero delle vacanze di Jun, ma Yoshiko richiamò il compagno di corso all’ordine.
“Genzo, dobbiamo andare, o Kira ci tartasserà.” Disse alzandosi e sistemando le pieghe della gonna a fantasia scozzese.
“Hai ragione. Allora auguri e saluti a chi non vedremo stasera.” Il ragazzo strinse formalmente la mano a Misugi, mentre con Yayoi si lasciò andare ad un più caldo abbraccio, che Aoba apprezzò molto.
“Ci vediamo dopo le feste!” Rispose, grata.
“Noi ci vediamo stasera!” Salutò Fujisawa all’indirizzo di Hikaru che rispose facendo l’occhiolino.
Dopo pochi minuti anche Yayoi terminò la sua bevanda e salutò.
“Devo andare, i miei mi aspettano per cena.”
“Vengo con te – le disse Jun – Hikaru, se rientri a breve ci vediamo in stanza.”
Appena fuori i due furono travolti dal vento, al punto che Aoba sollevò la sciarpa a coprirsi la bocca e proseguirono in silenzio per alcuni metri.
“Dobbiamo separarci. – affermò la ragazza – Il collegio femminile è dalla parte opposta rispetto a quello maschile. Buone feste.”
Si era già incamminata sul viale che portava al lato est del campus, ma Jun la richiamò:
“Yayoi… - esitò qualche istante – Passa delle buone vacanze. Ci vediamo alla ripresa delle lezioni.”
Per un attimo Aoba ebbe la sensazione che Jun avrebbe voluto dirle altro ed ebbe la tentazione di seguirlo, ma poi si voltò è proseguì per la propria strada.



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Dopo il writober non ho più avuto molto tempo per scrivere, ma le feste imminenti mi hanno suggerito questa piccola storia senza troppe pretese e di cui spero poter rispettare la tabella di marcia che mi sono imposta.
Per evitare qualsiasi fraintendimento, la Cambiria qui citata è una nazione immaginaria.
  
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