Sapevo che avevi un guinzaglio in più
Kakashi
si sveglia con la faccia di traverso sulla sua gola, come un
cane.
Obito è già sveglio; anche se, dopo una
manciata di secondi in cui poteva aspettare che lo fossero entrambi,
non pare aver fretta di alzarsi. Lui, in ogni caso, rimane dov'è.
Sospira. Lo sa che sta facendo il bambino. Lo sa e non gli
importa e se questo non è essere infantile non sa cos'altro
possa esserlo. Ci mancano solo i capricci.
Poi si ricorda che la
sera prima Obito aveva bisogno di vestiti e lui gli ha dato alcuni
dei suoi, ma usati, solo perché voleva sentire il proprio
odore sull'ex compagno di squadra.
Quindi, capricci?
check.
L'altro intanto si muove.
Così, con la testa
leggermente piegata all'indietro e il corpo per metà ricoperto
dal suo, non deve stare comodo, ma prima ancora che possa pensarci
su, Kakashi sente uscire un suono dalla sua gola che riconosce con un
attimo di ritardo.
Obito sembra più che altro
sorpreso.
“Stai scherzando, spero?” biascica,
frustrato. Poi sbuffa, “Bakashi, devo pisciare.”
Kakashi
non è incline a muoversi né ora né mai, ma
lascia all'altro il beneficio del dubbio stando in silenzio per un
paio di secondi.
I secondi si allungano, diventano minuti e lui
sta per riprendere sonno, quando delle dita si insinuano fin sul suo
cuoio capelluto e sospira.
“Hai davvero ringhiato...”
dice Obito in un sussurro, senza muovere altro che le dita.
In
risposta Kakashi stringe le sue e si accorge solo in quel momento di
averle intorno al polso dell'altro; è il braccio che può
vedere, lungo il fianco, è il braccio fatto con quella melma
bianca, e per un attimo viene rapito dal polso che scopre di poter
sentire a contatto con la sua stessa mano. A vederlo sembra
inquietante che ci possa essere del sangue, lì dentro, invece
ora che ne è a conoscenza si rende conto che in effetti
sarebbe stato molto più strano il contrario.
“So cosa
stai facendo, Kakashi,” bisbiglia intanto Obito, “e
prometto che tornerò qui appena avrò finito, e
continuerò pure a mettermi i tuoi vestiti usati, se mi
lascerai andare a pisciare.”
Kakashi rimane un momento
immobile, indeciso se sentirsi in imbarazzo, ma molto tentato dalla
proposta fatta. Alla fine, visto che non si sente granché
imbarazzato, scopre di poter andare pure oltre.
“E metterai
il mio coprifronte.” dice, parlando per la prima volta.
La
sua voce è roca e profonda e non sapeva di poter strappare una
reazione, ma quando sente il brivido che percorre l'altro, gli viene
voglia di ringhiare ancora; questa volta lo sente arrivare e caccia
indietro il suono, ingoiandolo.
Obito sbuffa, anche se dietro non
vi è il peso di tutto il fastidio che deve provare.
“E
metterò il tuo coprifronte,” conferma, passando le
unghie sulla sua nuca.
Kakashi fuseggia un mugolio e poi sospira,
spostandosi, riluttante.
Obito
attende un momento, poi si stira mugolando dolorosamente quando
qualcosa scricchiola di nuovo al suo posto. Si mette seduto,
sbadiglia e si volta verso di lui.
Kakashi lo fissa tra le lunghe
ciglia grigie. Così spaparanzato sembra proprio a suo agio,
l'espressione è quella di qualcuno appena sveglio che non ha
niente di meglio da fare che tornare a dormire, eppure i suoi occhi
sono intensi e lo sguardo affilato è concentrato su di
lui.
Lui si volta di nuovo e si prende la testa tra le mani.
Quando ha scelto di seguire Naruto, prima nel semplice ma efficace
piano contro una Dea e dopo fisicamente, fin dentro le mura di
Konoha, non è riuscito a pensare ad altro che a farsi dare
qualcosa dal primo medico che incontrava per dormire ventotto ore
filate; i suoi peccati, il suo rimorso lo mangeranno dall'interno
lentamente per la sua rimanente patetica vita, ma era altrettanto
sicuro di non voler spendere un'altra singola stupida notte insonne.
E se lo avessero ucciso mentre era inerme, pace.
Sbuffa a pensare
che dopo essere andato attraverso tutto quel disturbo per trovare un
sonnifero, alla fine non l'abbia neanche usato.
Si alza e si
dirige in bagno senza voltarsi, pur sapendo di avere quello sguardo
ancora puntato addosso.
La finestra del bagno dà a est e il
sole entra indisturbato in tutta la stanza, facendogli serrare le
palpebre per preservare quello che rimane delle proprie
pupille.
Naruto ha usato lo stesso numero di magia due volte e ha
tirato fuori uno dei suoi occhi... Obito non sa neanche da dove,
perché la spiegazione è stata: “ho preso un pezzo
da un'altra parte” e spera almeno non sia un testicolo, quello
che lo fissa dal riflesso nello specchio. È passato così
tanto tempo da quando aveva due bulbi oculari funzionanti, entrambi
suoi, da sembrare un concetto strano, adesso.
Uno ha le diottrie
dimezzate dal rinnegan, lo stress sul nervo oculare lo farà
impazzire di dolore se non sarà trattato regolarmente, o così
dice Sakura, la tremenda kunoichi del team di forzuti psicopatici di
Kakashi, e l'altro è appena nato, con uno sharingan non
sviluppato oltre il livello base. Ed essendo l'occhio di un neonato,
è stato già abusato abbastanza.
Allo specchio però,
sembrano perfettamente uguali, così neri e seri, profondi in
un modo in cui si era completamente dimenticato perché aveva
smesso di guardarsi allo specchio.
Dalla stanza accanto provengono
rumori strani, fruscii di lenzuola, un colpo secco sul legno, un
mugolio annoiato, e lui si affretta a fare quello che deve.
Kakashi
lo ha preso per un polso a meeting finito, lo stesso giorno in cui
sono arrivati a Konoha, bloccando effettivamente tutti gli altri col
culo per aria già intenti ad alzarsi dalle sedie. Il silenzio
era totale quando ha richiesto una missione, dicendo che era un
preoccupato cittadino di Konoha e non poteva lasciar andare un
pluriomicida in giro da solo. Tsunade lo ha guardato dall'alto in
basso, dicendo “ahaah certo, e chi vorresti richiedere per
questa delicata e costosa missione?”.
Shikamaru Nara ha
sbuffato, tre file dietro.
E Kakashi, con quella sua faccia da
schiaffi, ha detto: “Hatake Kakashi, Hokage sama.”
“Giusto.
Allora pagati, e levatevi entrambi dai piedi”, è stata
la magnanima risposta della Godaime.
Obito torna in camera e trova
Kakashi spappardellato a stella con un cuscino sulla faccia. Come i
suoi passi si avvicinano al letto, l'altro alza la testa e gli lancia
uno sguardo sofferto.
“Ma quanto ci hai messo?” si
lagna, “stavo per mandare gli ANBU...”
Obito sbuffa e
crolla sul letto, per poi essere nuovamente aggrovigliato tra
lenzuola e arti e Bakashi sarà anche riuscito a diventare un
polpo durante la notte ma crede proprio che sia una mano, e non un
tentacolo, quella sul suo culo.
Dunque,
cretinata? Check.
E comunque secondo me gli Uchiha sono per
natura un po' vanitosi e non guardarsi allo specchio per tutti quegli
anni ha danneggiato Obito più dei voli pindarici di quello
sprazzo di sole di zio Madara. Lui ce lo aveva lo specchio! Ci
scommetto quello che volete perché a nessun Uchiha piace
pontificare senza un pubblico e non si pontifica davanti a un
pubblico senza prima aver provato allo specchio. Andiamo, su! È
l'abc, questo, eh!
Siamo seri.
Tanti auguri, ma cherie Sunako! Ti auguro un bel Natale, delle feste gioiose e tanta serenità, inoltre spero che Babbo Natale abbia letto la tua lista e riesca a postarti una ShiIta come si deve o, in caso, che ti porti almeno un cucciolo! Giusto perché sento che poco altro potrebbe sostituire un otp.
Non mi appartengono i personaggi né le ambientazione, anche se qui queste ultime non ci sono, quindi andiamo sul sicuro. Un'altra cosa che non c'è è il lucro. Vi ho sorpresi, vero?