Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: jaspeg    21/12/2018    0 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciel e Sebastian dopo la missione nella scuola stavano tornando alla magione dove il demone sapeva di non poter più sfuggire alla contessa. 
Le aveva promesso che le avrebbe raccontato la verità e per contratto non poteva redimersi da tale promessa. Il giovane Phantomhive notò il nervosismo del maggiordomo, ma preferì non fare domande.


Intanto alla magione Alys, aiutata da Mei Rin, si stava facendo allacciare il corsetto quando si accorse che Shade era poggiato sullo stipite della porta a osservare la più famosa tortura femminile che la moda imponeva.
Immediatamente la ragazza avvampò cercando di coprirsi nel miglior modo possibile dopo aver lanciato un urlo che si udì fino alle cantine.
- AAAH!!! 
Shade rimase impassibile, mentre la povera cameriera era rimasta a gambe per aria a causa delle urla e quando la bocca della giovane si richiuse il principe si portò le mani alle orecchi togliendosi quelli che sembravano dei tappo da cera
- Hai finito finalmente
Alys prese ogni cosa che le capitava a tiro cominciando a lanciargliela addosso, mentre lui con nonchalance le evitava come fossero mosche
- Sei un porco!
- Questo me lo hai già detto. Guarda che ti sta per cadere il corsetto
appena se ne accorse mise la mani al petto cercando di tenerlo su. Si guardò in torno in cerca di aiuto, ma Mei Rin era letteralmente KO e lei da sola avrebbe fatto ben poco
- Serve una mano? 
Di mala voglia accettò l'offerta anche perché da lì a poco Ciel e Sebastian sarebbero arrivati e non voleva presentarsi seminuda al fratello 
- Si..


Ciel e Sebastian erano appena scesi dalla carrozza e dopo aver chiesto ragguagli a Tanaka decisero di raggiungere la sorella nella sua camera. 
Salendo le scale dopo un po' sentirono provenire dei gemiti piuttosto eloquenti dalle sue stanze e appena arrivarono videro una scena a dir poco scioccante; Alys si reggeva al baldacchino, mentre Shade le era dietro che spingeva provocandole quei gemiti. Fu a quel punto che dal naso di Ciel cominciò a colare un rivolo di sangue, mentre gli occhi del demone si incendiarono, ma prima che i due gli si potessero avventare addosso si accorsero che cambiando angolazione le cose non erano come apparivano. 
Il ragazzo stava tirando i lacci del corsetto e lei si tentava sulla struttura del baldacchino per poter restare ferma il più possibile, in modo di riuscire nell'operazione. 
- Ci.. Ciel? 
Nonostante i chiarimenti i due nuovi arrivati non avevano parole per giustificare il loro sgomento.
Dopo aver chiarito il tutto (e Alys essersi messa qualcosa) i quattro scesero in salotto per poter parlare di tutto quello che era successo da quando si erano imbarcati sulla Campania fino alla scoperta che Undertker si spacciava per il preside della scuola per condurre i suoi esperimenti sui cadaveri viventi. 

Dopo aver finito il rapporto Ciel decise di andare nello studio per riprendere il lavoro lasciato in sospeso e Alys uscì nel giardino seguita a distanza dal demone
Quello era il momento che Sebastan parlasse; tirò un respiro profondo e si fece avanti 
- Io so... perché Undertaker ha detto quelle cose
Improvvisamente l'attenzione di Alys si spostò alle sue spalle dove vi era il demone con un vassoio col tè e il suo solito sorriso di facciata. Sapeva che era il momento
- Ci sediamo? 
Lei e il demone si accomodarono nel gazebo di pietra sotto una quercia antica. Alys non perse tempo e cominciò con la prima domanda mentre il demone fissava l'orizzonte 
- Cosa volevi dire con "tu appartieni a quela stirpe?"
La pausa tra i due sembrava lunga minuti, ma dopo un cenno di rassegnazione parlò
- Vuol dire quello che ho detto. Come ben sai, io non sono un essere umano e in quanto demone ho vissuto per molti secoli. In questa mia vita ho incontrato molta gente, ma... nessuno era come gli Escanor
- Es.. Escanor? 
Sebastian dalla giacca tirò fuori le pagine medievali che erano riuscita a sottrarre al dottore portando l'attenzione su di essi. Alys osservò con minuzia ogni dettaglio del disegno e le miniature della pergamena in pelle di pecora, quando Sebastian disse qualcosa che non si sarebbe mai aspettata 
- Credevo di averle distrutte tutte
lo sguardo di Alys si posò su di lui. Cosa stava cercando di dirle? 
- Che significa? 
- è una storia molto lunga
Il dolore del demone si poteva leggere facilmente tra i segni del suo viso; gli occhi puntati lontano, l'espressione malinconica e le labbra chiuse in un moto di nervosismo, ma non sarebbe stato questo a fermarla
- Io ho molto tempo
Quell'affermazione fece spuntare un sorriso rassegnato in Sebastian e così...
- è una stora che risale a circa 500 anni fa nell'Italia del Nord, in un epoca in cui le leggende erano reali e il sangue scorreva a fiumi. Venivano chiamati secoli bui, ma in quell'oscurità... ho trovato l'anima più pura che un demone come me potesse agognare. 
- Come si chiamava? 
- Aralia



1396; Nella parte più a Nord dell'italia, in un epoca in cui il regno della penisola Italiana era governata da una famiglia di cui sono state cancellate ogni traccia; Gli Escanor
Al contrario di quanto si potesse credere a quei tempi le persone non erano governate dagli esseri umani, ma da una stirpe con sangue angelico, definita Nefilim; l'epoca della magia e dei miti.
La famiglia reale era composta da 5 membri. Il re, la regina e i tre figli; due gemelli maschi Aaron e Sailas (chiamato anche Silver per il colore dei suoi capelli) e la più giovane di loro; Aralia
Il regno era al suo massimo splendore e tutta l'Europa beneficiava della loro ricchezza, fino a quando il re e la regina non morirono lasciando i figli da soli al trono. I principi sotto la guida dello zio furono costretti ad andare al fronte per respingere degli invasori che al tempo facevano a gara per depredare le ricchezze di quel regno e Aralia rimase a palazzo per garantire la continuità del loro sangue. 

Un giorno durante una battaglia, Raul il fratello più crudele del re fu catturato dai soldati nemici e fatto prigioniero. Subì moltissime torture e un giorno, in preda alla collera e a un desiderio morboso verso la nipote, riuscì ad evocare un demone così potente che, mai sulla terra si era visto. 
- Sei stato tu a chiamarmi umano? 
- Si! SI!!!
- Cosa vuoi da me? 
- Voglio che tu distrugga chiunque si metta sulla mia strada. Voglio il potere... IL POTERE CHE AVEVA MIO FRATELLO!!! e.... e anche sua figlia
Il demone alle parole dell'uomo si mise a ridere. L'ingordigia degli umani non aveva limiti 
- E sia, ma prima... devi sapere che tutto il potere che mi sta chiedendo non verrà per nulla
L'uomo si aspettava quella risposta ed era pronto
- Ma certo! Ti darò tutto quello che vuo! Donne, gioielli, regni... Dimmi! E tutto ti sarà dato
L'emanazione dalle fattezze umane, ma mostruose si mise a ridere di foronte alle stupide offerte del mortale
- A me non serve nulla di tutto questo, è qualcosa che solo un umano puà darmi, ma non tutti possono soddisfare
- Cosa? Dimmi!
- L'anima 
Quella parola creò un nodo alla gola di Raul. Quell'essere voleva la sua anima
- Prima di accettare qualunque contratto... è bene sentire che tipo di anima sei e se è degna di essere divorata da me
Il demone assaggiò con la sua lunga lingua il sangue dell'uomo, ma questi appena ingniottì ebbe i conati di vomito. Era la cosa più disgustosa che avesse mai assaggiato e si voltò per andarsene. Raul comprese che la sua anima non gli era piaciuta per nulla, ma non poteva fare a meno di lui e così cercò di trattare
- Aspetta!
- La tua anima è disgustosa. Non ho la ben che minima intenzione di mangiare una tale porcheria
- Aspetta! Possiamo trattare!
A quelle parole l'ombra tornò
- Continua
- Posso offrirti l'anima più buona che tu abbia mai assaggiato su questa terra
Il demone non parve molto convinto e aspettò il responso dell'uomo
- Chi? 
- Mia nipote Aralia
La creature incrinò il sopracciglio sospettoso
- Ma non volevi tua nipote nelle tue richieste? 
- Si, ma non serve un'anima per scoparsela
Tra i due nacque una complicità diabolica e prima dell'alba i nemici di Raul stavano bruciando vivi subendo le pene dell'inferno, mentre loro si incamminavano per Agador, dove Raul presto avrebbe messo le sue mani


Dopo diversi mesi Raul tornò al castello accompagnato da un misterioso cavaliere nero. Alla soglia ad accoglierlo uno stuolo di servitori e quando furono all'interno del palazzo...
- Dov'è l'anima che mi hai promesso? 
- La incontrerai presto, credimi.
- Sarà peggio per te se non manterrai la parola
Raul sapeva benissimo il rischio che correva e stava già cominciando a sudare freddo. Fece chiamare la nipote, ma questa non si trovava da nessuna parte. Il demone stanco di aspettare prese il suo cavallo e andò a farsi un giro per quel regno un po' troppo luminoso per i canoni normali dell'epoca. 
Stava passando col cavallo in un sentiero sopra la collina ai margini della foresta quando sentì un voce portata dal vento; La seguì fino ad un campo di fiori dove vi trovò una ragazza dai lunghi capelli dorati legati in una treccia; probabilmente era una popolana di quelle parti.
Mentre il demone era intento a fissarla un contadino stava passando per di là quando la ruota del carro cedette facendo spaventare il cavallo del moro che si imbizzarrì. Fortunatamente i buoni riflessi del giovane gli permisero di ripristinare il controllo sull'animale, ma quando il pver'uomo si avvicinò per scusarsi questo gli assestò un calcio in pieno viso; il tutto sotto lo sguardo della bionda che accorse subito in soccorso dell'uomo 
- State bene? 
- S.si
Il poveretto non aveva nemmeno il coraggio di alzare le sguardo contro quel cavaliere che portava i colori delle tenebre, ma questo al contrario non fermò la giovane ingenua che si mise subito davanti all'uomo pronta a fronteggiare quello straniero
- Come si permette di colpire un uomo innocente? 
Col suo tono saccente il demone la squadrò dall'alto in basso
- Mi era tra i piedi
- Che cosa?!
Quella risposta fece ribollire il sangue nelle vene della giovane. 
Chi si credeva di essere quello sfrontato? Pensava veramente di essere superiore agli altri? 
Si alzò in piedi faccia a faccia con lo straniero sostenendo il suo sguardo, mentre questo scese da cavallo; una rabbia accecante la stava pervadendo mentre la sua presa si fece salda sugli steli del mazzo appena raccolto. Quello sguardo... quel sorrisetto.... non li sopportava e in un raptus prese i fiori colpendolo in volto graffiandolo con la spina di una rosa
Il moro incredulo era ancora a fissare un punto indefinito del campo; ci mise qualche secondo a concepire il fatto che quella umana aveva veramente osato colpirlo e ferirlo. Lentamente porò il suo sguardo su di lei
- Come... come hai osato? 
La prese per il vestito portandola pericolosamente vicino a se. Aralia poteva sentire il suo respiro umido sulle labbra, una sensazione che non aveva mai provato prima d'ora, mentre i suoi occhi color del cielo si erano persi in quelle pozze profonde come il sangue. Non sapeva che potessero esistere degli occhi del genere e questo l'affascinava nonostante la rabbia che provava per quell'essere privo di compassione umana.
Sotto le sue dita il demone al contrario non percepiva quello che di solito suscitava negli altri esseri umani; lei non tremava, non distoglieva lo sguardo, ma al contrario sembrava volersi gettare nelle fauci della bestia di sua spontanea volontà e la cosa lo intrigava. 
Rimasero per interminabili secondi a fissarsi negli occhi, così diversi. Come osava quella ragazza mettersi al pari con lui? 
Ad un certo punto il rumore del carro che si era liberto dalla buca li fece distogliere dalla prigione in cui erano caduti entrambi per accorgersi che l'uomo se l'era data a gambe
- Vedo che il tuo amico ti ha abbandonata
- Non importa
Il suono delle trombe fece capire al cavaliere che era ora di rientrare per lui. Con un colpo secco spinse lontano da se la giovane facendola cadere proprio dentro una pozza di fango
- Per questa volta ti è andata bene, ma sappi che la prossima... non sarai così fortunata
Salì sul suo cavallo dirigendosi al galoppo fino ad arrivare al castello


Il sole stava tramontando e i nobili erano tutti disposti nella sala del trono per il banchetto organizzato in onore di Raul e per il nuovo cavaliere. 
L'alcol scorreva a fiumi, mentre il cibo sui piatti spariva ad una velocità impressionante. Tutti erano presi da una fame vorace. Il demone non poté far altro che osservare quello spettacolo rivoltante e nell'attesa che quello schifo finisse cercava con lo sguardo il SUO pasto che non era ancora stato trovato.
- Tsk! Dove sarà?
Era curioso di vedere se la prelibata anima che gli era stata promessa era veramente quella più pura che si sia mai potuta vedere sulla faccia della terra.
Ad un certo punto il ciambellano di corte attirò l'attenzione dei presenti annunciando l'arrivo della principessa. "Era ora" pernò il demone. 
Si sistemò su una delle colonne laterali da dove poteva vedere questa famosa principessa e non essere notato. 
- Nobili! Inchinatevi alla presenza della nostra principessa Aralia, Crista, Escanor
Da dietro un tendaggio rosso alle spalle del trono avanzò una figura minuta dalle forme sinuose e movimenti eleganti; tutti rimasero ad ammirarla mentre questa si sedeva sul trono, anche se una velo le nascondeva il volto gli uomini andarono in visibilio dopo la sua entrata. Raul si avvicinò al demone
- è lei
- Lo avevo capito
- Non preoccuparti. Più tardi ti farò avere un incontro privato con lei. In questo modo staremo più tranquilli
- Bene
La serata si stava dilungando un po' troppo e il demone dire che era di pessimo umore era un eufemismo. Stava ancora pensando a quella lurida plebea che aveva osato colpirlo e ripromise a se stesso che se l'avesse rincontrata glie l'avrebbe fatta pagare cara. 
Fu allora che Raul si avvicinò accompagnato dalla nipote e quando questa si tolse il velo...
- Ma cosa...
Il povero demone cadde dalle nuvole. Era quella l'anima candida e incontaminata che doveva diventare il suo pasto? Cominciava a dubitarne seriamente.
- Tu?!
Anche Aralia lo riconobbe subito, ma mordendosi la lingua evitò di farsi scoprire dallo zio, sforzando un sorriso che più falso di così non poteva essere (si capiva che era una pessima bugiarda) 
- Ah... è un piacere conoscere.. il salvatore di mio zio. Spe... spero che diventeremo presto... Amici
L'ultima parola dovette dirla con uno sforzo immane, mentre Sebastian fu costretto ad assecondarla e fu così che pensando di fare una favore al demone li fece sedere l'uno accanto all'altra.
- Bene ragazzi, che ne dite allora di stringere amicizia? Dopo tutto... da oggi saremo un'unica grande famiglia
E dopo quelle parole suo zio Raul sparì 


La serata si dilungò e i due non si rivolsero la parola fino al momento in cui fu ora di ritirarsi per tutti.
Aralia a quel punto si alzò uscendo dalla sala senza farsi notare. Voleva andarsene, odiava quei banchetti pieni di soldati boriosi e pieni di se, senza contare che come ciliegina sulla torta ci si era messo pure quello straniero che aveva salvato suo zio. 
Già al primo incontro non le piaceva e ora aveva scoperto che doveva pure subirselo anche a casa? No, non lo avrebbe accettato e mentre faceva quei pensieri assicurandosi che nessuno la seguisse finì addosso a qualcosa che la fece cadere a terra
- AH! Che male... mi scusi non l'aveva vista
Nel preciso istante in cui alzò gli occhi la giovane incrociò gli occhi color sangue dello straniero che aveva appena maledetto pochi istanti prima. Entrambi si persero l'una nell'o sguardo dell'altra per degli istanti che sembravano interminabili quando le voci di uno dei nobili con un delle cortigiane ruppe quel momento.
Dopo un secondo il cavaliere tirò un sospiro rassegnato poggiando la mano al fianco in segno di rimprovero
- Faccia più attenzione la prossima volta
- Co.. 
Non poté nemmeno rispondere che l'uomo vestito di nero se ne andò dalla parte opposta, mentre la poveretta stava reclamando tutti i santi per farle mantenere la calma. 


Aralia si chiuse nella sua camera chiudendola a chiave con tutti i giri che le erano concessi. Non si fidava a dormire tranquilla con un tipo losco come quello che girava per il palazzo, eppure da quello scontro il suo cuore non aveva spesso un momento di scalpitare. Doveva ammettere che era davvero bello.
Non aveva mai visto dei ragazzi belli quanto lui, ma quello sguardo pieno di oscurità le sembrava che volesse inghiottirla in un turbine di disperazione dove non esiste luce. Dubitava che un cavaliere come lui si fosse messo al servizio di Raul di spontanea volontà; conoscendolo covava qualcosa da suo zio.
Chissà cos'era venuto a a fare veramente ad Agador

Nell'ala opposta invece il demone chiuse anche lui a sua volta la porta. non voleva che nessuno entrasse. Quello contatto aveva scatenato i suoi istinti primordiali: il suo profumo, il suo corpo, i capelli e quegli occhi troppo puri per essere macchiati... 
Si. Troppo puri, eppure.... lui stesso voleva essere l'artefice di quella macchia. 
Sul viso del moro si dipinse un ghigno inquietante e famelico, pronto a sventrare una persona fino in fonda all'animo. Promise a se stesso che con quell'anima non si sarebbe risparmiato: l'avrebbe macchiata fino nel profondo, lacerata e posseduta fino all'ultima goccia della sua volontà e infine l'avrebbe divorata lentamente assaporandone ogni pezzo come se fosse stato l'ultimo pasto della sua vita





BUON NATALE E BUON ANNO NUOVO A TUTTI VOI!!!
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO SUI SEGRETO DI SEBASTIAN VI PIACCIA
XD
  
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