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Autore: marta_weasley    21/12/2018    0 recensioni
"Aria si alzò dal banco e si incamminò verso il corridoio; proprio lì vide, con sorpresa, qualcun’ altro che come lei si era attardato. Era un ragazzo alto dai capelli color cioccolato arruffati quasi a formare un groviglio di nodi spettinati che gli accarezzavano il lungo collo. Era nuovo, Aria ne era sicura, si era trasferito nella sua scuola un paio di mesi fa e sebbene non frequentasse la sua stessa classe era impossibile non notare quel nido di capelli folti nuotare tra l’oceano di persone.
Il ragazzo era in piedi davanti alla fila di armadietti color verde che coprivano la parete mentre si guardava intorno sistemandosi di tanto in tanto i grossi occhiali neri che gli scivolavano sul naso adunco. E poi la vide."
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
La sera arrivò. La città di Gloucester era ormai ammantata da un velo di oscurità che solo la notte poteva tessere. La mezzanotte era quasi arrivata e la famiglia Lester si stava incamminando tra gli alberi della Foresta di Dean ai margini della cittadina. Man mano che camminavano la boscaglia si faceva più folta e l’ oscurità più fitta. Ma nonostante tutto camminavano svelti e leggeri in quel piccolo sentiero naturale che avevano imboccato centinaia di volte ormai. Gli alberi erano alti e tra le loro foglie piccoli spiragli di luce fendevano il buio filtrando argentei. Mancava poco, molto poco, proprio là dopo quella sequoia alta quasi quanto un palazzo e vecchia quasi quanto la foresta stessa c’erano dei rigogliosi cespugli ricchi di fiori e bacche che coprivano, a chi non lo sapeva, una piccola radura verde dall’ erba alta, ma ciò che rendeva quella radura così speciale era un laghetto dall’ acqua calma e cristallina proprio al centro, posta sotto un salice le cui foglie rischiarate dalla luna sembravano di un argento fatuo, trasparenti e leggere.
Aria sbucò dai cespugli e la vista di quel piccolo angolo segreto le fece fermare il fiato in gola, succedeva sempre, nonostante avesse perso il conto ormai di quanto volte lei e la sua famiglia avevano avuto il piacere di godere di quella vista, non poteva fare a meno di stupirsi tutte le volte di quanto quel posto sembrasse quasi al di là del tempo, immobile e bellissimo.
Quando Aria si ridestò da quel momento di contemplazione si girò per aiutare la sorella Cassandra a sorreggere la madre ed a farla sedere su una piccola roccia ai margini della radura.
“Tutto bene?” chiese Perseo inginocchiandosi davanti alla moglie e passandole una piccola bottiglia d’acqua mentre con l’altra mano le asciugava il sudore dalla fronte.
“Non preoccuparti caro, sono solo un po’ affaticata”
Andromeda sorrise stanca, non era molto avanti con la gravidanza, ma i sintomi di quei primi mesi l’avevano debilitata leggermente. Perseo non sembrava particolarmente convinto, con lo sguardo in quello di lei ancora inquieto, così Andromeda per rassicurarlo gli prese la mano che ancora le stava accarezzando la fronte e ne baciò il palmo teneramente sussurrandogli di non preoccuparsi e che le sarebbe bastato riposarsi solo un po’.
Anche Aria e Cassandra si sedettero su un paio di rocce lì vicino, c’era ancora tempo prima che scattasse la mezzanotte, tanto valeva riposarsi un po’.
Il tempo passò e l’aria della notte si era fatta fresca e piacevole mentre un leggero vento scompigliava i capelli.
Stavano per alzarsi e cominciare quando da dietro ai cespugli due figure sbucarono fuori e vennero inondate dalla luce della luna. Erano due figure maschili, una robusta e l’altra più alta e slanciata.
Padre e figlio, Charles e Rex Magnus.
Il signor Magnus appena vide la famiglia Lester allargò la bocca in un grosso sorriso avvicinandosi a loro.
“Che piacere vedervi signori Lester”
C’era qualcosa nel suo tono che fece rizzare i peli delle braccia ad Aria. Quell’uomo non le era mai piaciuto, portava sempre giacche eleganti e molto spesso lo si poteva vedere in giro per la città, mentre si accompagnava con un bastone da passeggio color nero ed argento quasi fosse uno di quei ricchi signorotti degli anni ‘20. Ogni suo passo, ogni sua parola e sguardo sembravano misurati e falsi, quasi come se seguisse un copione che solo lui conosceva.
Perseo si avvicinò a stringere la mano dell’uomo “È un piacere rivedervi” Sebbene il suo tono fosse cordiale ed il sorriso ampio stampato sul volto allungato, c’era qualcosa nei suoi occhi che faceva trasparire la diffidenza che provava per quell’uomo.
“Il piacere è tutto mio. Rex vieni a salutare, non essere timido”
Rex si avvicinò a Perseo e gli strinse la mano, sulla spalla era poggiata la mano di suo padre, somigliava ad un artiglio tanto era ferrea la sua stretta. Aria non aveva mai parlato molto con quella famiglia, ne conosceva i nomi ed i volti, ma nulla più e tanto le bastava.
Andromeda si avvicinò ancora sorretta leggermente dalla figlia Cassandra “Rex sei cresciuto molto dall’ultima volta che ci siamo visti” sfoggiò un sorriso caldo e gentile che però lui non riuscì a ricambiare inclinando solo la testa come gesto di saluto ancorando il suo sguardo al terreno.
Il signor Magnus diede una vigorosa pacca al figlio che, per tutta risposta, alzò la testa di scatto raddrizzando la schiena.
“È ora”
Col il lungo indice della mano, il signor Magnus indicò il cielo dove ora la luna risplendeva chiara rischiarando l’intera radura erbosa.
Era mezzanotte, e quando la mezzanotte scoccava in una sera di luna piena essa specchiava il suo chiarore sul piccolo laghetto ai piedi del salice tingendo l’acqua di un bianco quasi accecante.
Quello che facevano durante quelle notti era un segreto che quella vecchia foresta manteneva da centinaia di anni. Tutti ammiravano la luna quando spendeva piena e bianca, ma pochi ne conoscevano il vero influsso, quanto quell’astro così lontano era in grado di fare.
Aria si tolse le scarpe, lasciando che i piedi nudi venissero solleticati dalla fresca erba. Strinse la mano alla sorella mentre insieme si avvicinavano al margine del piccolo laghetto. Dietro di loro i genitori stretti tra le braccia camminavano lenti e con gli occhi chiusi per meglio saggiare quell’atmosfera magica; mentre poco più in là Rex stava già entrando in acqua sciogliendosi la stretta cravatta viola che sbucava dal gilet nero. Aveva il volto rilassato, quasi come se riuscisse a respirare di nuovo liberamente.
Le sorelle Lester si scambiarono un’occhiata silenziosa prima di chiudere gli occhi anche loro e immergere i piedi nel lago.
L’acqua era fredda, ma non per questo spiacevole. Aria continuò a camminare finché l’acqua non le arrivò all’altezza dei fianchi. Intorno a lei la sua lunga gonna nera nuotava simile ad una scura medusa trascinata dalla corrente. Allargò le braccia e lasciò che quella bianca luce la ricoprisse completamente.
E finalmente sentì una sensazione calda e piacevole crescerle dentro. Partiva dalla punta dei capelli, passando per il volto e l’addome, riscaldandole il cuore, per poi arrivare come un leggero formicolio alla punta dei piedi. Sentiva la negatività lasciarle la mente, la tensione svanire completamente ammorbidendole le minute spalle e la sua energia crescere.
La luna curava, la luna proteggeva e ricaricava le persone che, come Aria e la sua famiglia, erano nate con un profondo legame con la natura attorno a loro. Persone come loro sono sempre esistite, ma pochi ormai ne sono rimasti, poiché la natura giorno dopo giorno diventava sempre più debole così anche quelli come loro nascevano sempre più di rado.
C’ è chi li chiamerebbe Streghe o Wicca, ma dentro quelle parole non si poteva racchiudere il pieno significato di quelli che come loro altro non erano che benevoli del mondo e dei suoi doni; dalle rozze pietre non ancora lavorate, alle alte fronde degli alberi, fino agli astri del cielo che tramite una conoscenza tanto segreta agli uomini quanto antica nel tempo emanavano energie particolari , tutte diverse tra loro che potevano essere assorbite o anche sfruttate se solo se ne aveva la capacità.
Ecco perché quella notte era così importante per quelli come Aria. Perché solo in un lago d’acqua calma dove la luna piena alta nel cielo limpido si specchiava, potevano assorbirne veramente i benefici, e così ogni mese chi alla natura aveva dedicato la vita poteva rigenerarsi ancora ed ancora.
 
Aria si immerse completamente, bagnandosi i capelli, sciogliendone i nodi delicatamente con le dita ed aprì gli occhi posando lo sguardo sui membri della sua famiglia. Sorrise quando vide suo padre bagnare ben bene il ventre della moglie così che il piccolo potesse beneficiarne, si chiese come fosse possibile per due persone amarsi così intensamente e senza timore alcuno.
Un moto di tristezza la raggiunse per un momento, ricordando quel qualcosa che tanto aveva provato a dimenticare e che per l’ennesima volta dovette ricacciare dalla sua mente e dal suo cuore.
Vicino a lei Cassandra scosse la testa rapidamente bagnandola ancora di più grazie alle gocce che le volavano dalla chioma ramata. Aria rise e le colpì il braccio giocosamente. “Cassie quando fai così sembri un cane, lo sai vero?”
La sorella rise lasciando che la voce sfuggisse dalle labbra fine e tinte di un chiaro rosso pastello. Erano poche le volte in cui si poteva sentire la voce di Cassandra per questo quando accadeva facevano silenzio per ascoltarne ogni sfumatura ed in quel momento era come se il mondo intorno a loro si fosse fermato anch’esso quasi stesse anche lui ascoltando quel raro verso.
 
“Spero non passi di nuovo un intero mese prima di incontrarsi di nuovo”
Aria si girò e vide Charles Magnus avvicinarsi a loro, il sorriso sempre sul volto squadrato.
“Chi può dirlo” rispose Perseo aiutando la moglie e le figlie ad uscire dall’acqua “Ma per questa notte credo sia arrivato il momento di ritirarsi a riposare”
Il signor Magnus rise con voce profonda “Hai ragione” si girò per vedere il figlio che lo raggiungeva con passo lento, non aveva più neppure l’ombra di quell’ espressione serena che poco prima gli aveva disteso il viso ed Aria si ritrovò a chiedersi come mai, cosa gli passasse nella mente.
“Bhe, allora per questa notte ci salutiamo e spero di rincontrarvi prima della prossima luna piena” detto questo non aspettò neppure una risposta, ma girò i tacchi e scomparì nella boscaglia seguito da Rex che prima di andare aveva fatto un piccolo cenno di saluto per poi scomparire anche lui nel verde.
 
“Quel povero ragazzo, non l’ho mai visto sorridere” sussurrò tristemente Andromeda poco dopo mentre si frizionava i capelli con le mani.
“Deve essere difficile per lui essere cresciuto solamente con il padre” notò sovrappensiero il marito con gli occhi ancora fissi là dove i due erano spariti.
“Dici così perché quell’uomo non ti piace e ciò è strano visto che non ti ha fatto niente” Aria allungò le braccia distendendo la schiena. “Non ti biasimo però non piace neanche a me. Bhe in realtà nessuno mi piace, quindi non faccio testo”
“Non è che non mi piace è solo che…” Perseo agitò lentamente le mani come a cercare le parole adatte per il suo pensiero “Non lo so, c’ è qualcosa che non mi convince in lui”
“Comunque sia è meglio tornare a casa a cambiarci i vestiti bagnati e magari potrei anche riscaldare il tea che ho fatto oggi, ce ne dovrebbe essere rimasto ancora un po’” 
I Lester si incamminarono di nuovo attraverso la boscaglia per tornare nella loro calda ed accogliente casa, in quella calma e monotona cittadina che fino a quel momento era stata Gloucester.
  
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