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Autore: Rohhh    23/12/2018    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao mie carissime lettrici,
non sono scomparsa e non ho abbandonato la storia ma mi scuso immensamente con voi per questa lunga assenza.
Purtroppo ho avuto un periodo molto stressante che mi ha impedito di dedicare ore del mio tempo alla scrittura. Per lavoro sono costretta a usare molte ore al giorno il computer e ultimamente ho avuto  fastidi agli occhi e stanchezza che mi hanno provocato spesso vertigini e mal di testa. Il fine settimana non riuscivo a stare al computer anche solo per rilassarmi e per molto tempo non sono riuscita a fisicamente a stare concentrata a scrivere. Spero mi perdoniate ma è stata davvero dura e adesso che va un po' meglio sono tornata, giusto in tempo per Natale.
Questo capitolo è un po' il mio regalo di Natale anticipato e spero che sarà gradito, nonostante questo terribile ritardo.
Sappiate che non ho intenzione di lasciare la storia incompleta e, se non mi vedete aggiornare è solo per problemi di stanchezza, non per altro.
Ringrazio tutte coloro che si sono aggiunte e chi con pazienza continua a seguire.
Mi è mancato tanto scrivere e spero di poterlo fare con più frequenza.
Un abbraccio e a presto!

Cap. 42 Consapevolezza

 

Ashley ingoiò l'ultimo boccone del suo panino e finalmente si passò la mano sullo stomaco, lasciandosi andare a un lungo sospiro di appagamento.

Era semplice pane industriale da supermercato farcito con le prime cose commestibili che lei e Matt avevano recuperato dal frigo mezzo vuoto del ragazzo, ma a lei era sembrato il piatto migliore che avesse mai mangiato, quasi degno di un ristorante gourmet.

L'ansia, il dolore e la disperazione provate qualche ora prima prima l'avevano corrosa dall'interno, avvilendola e serrandole lo stomaco in una morsa tremenda che aveva fatto male da morire.

Nutrirsi era stata l'ultima delle sue preoccupazioni, al contrario, il solo pensiero del cibo le aveva provocato nient' altro che una forte nausea e neppure gli sforzi di Matt erano serviti a convincerla a buttare giù qualcosa per sostenere il suo fisico già fortemente provato.

Poi, improvvisamente e come per magia, era bastato il calore di un abbraccio a sciogliere il malessere che la teneva in ostaggio, quella sensazione confortante che, nonostante la sua vita precipitasse ormai a caduta libera, l'atterraggio non sarebbe stato così disastroso come si aspettava.

Forse aveva ancora un paracadute di salvataggio a cui aggrapparsi con tutta la sua forza e determinazione e che le avrebbe impedito di frantumarsi le ossa contro l'asfalto duro delle sue sfortune e sofferenze.

Quella notte aveva avuto paura di perdere tutto.

I suoi amici, quelli probabilmente li aveva già persi fin dal momento in cui aveva pronunciato la sua prima bugia accompagnata da un sorriso tirato e finto sulle labbra, anche se ne prendeva coscienza solo in quell'attimo, solo quando la catastrofe era ormai successa.

E lui...

Lui aveva rischiato di perderlo troppe volte, non riusciva quasi più a tenerne il conto per quante se ne stavano accumulando e la cosa più assurda, quella che la faceva sorridere amaramente quando si fermava a riflettere, era che, se lo avesse davvero lasciato andare per sempre, o peggio, se non lo avesse mai avuto nella sua vita, neanche per un istante, forse non si sarebbe mai trovata a dover combattere per decidere quale fosse la scelta più giusta.

La verità era che lei una scelta non avrebbe mai voluto prenderla, le sembrava semplicemente una cosa impensabile.

In un mondo perfetto avrebbe potuto innamorarsi serenamente di lui senza avere il terrore di scatenare un putiferio tra i suoi amici, senza essere costretta a nascondersi, a negare i suoi sentimenti fino allo sfinimento, a mentire spudoratamente anche a chi le voleva davvero bene.

Ma quella non era una favola, era la vita vera, spietata e crudele, e l'aveva sbattuta con le spalle al muro, costringendola a scegliere.

Non ne aveva avuto il coraggio, come un'egoista aveva creduto di poter avere tutto e adesso ne pagava le conseguenze, rischiando di rimanere con un pugno di mosche in mano.

Era stata una tragedia annunciata e quella notte aveva avuto l'impressione di trovarsi dentro un lungo e oscuro tunnel senza fine, dal quale stavolta non sarebbe mai riuscita ad uscire.

Invece, ad un certo punto, una debole luce era apparsa.

Matt, alla fine, le era rimasto accanto, per l'ennesima volta aveva raccolto il suo cuore da terra e rimesso insieme i pezzi come solo lui sapeva fare.

Ashley si chiese come facesse ancora a sopportarla, come riuscisse a guardarla negli occhi e stringerla anche quando continuava a non azzeccarne una.

Doveva essere masochista o chissà cosa...

Eppure, era bastato sentirlo di nuovo vicino, sentire le sue mani fra i capelli, la pelle morbida del suo collo contro la guancia e la sua voce calma e sicura per far sparire la tensione che la opprimeva e quel senso di angoscia che le rendeva difficile persino respirare.

I muscoli del suo corpo si erano rilassati, il cuore aveva rallentato i battiti, il gelo l'aveva abbandonata e di colpo anche il suo stomaco si era ricordato di essere a digiuno da ore dopo una serata di stress allucinante e aveva preteso con prepotenza del cibo, o l'avebbe fatta svenire di lì a poco se non gli avesse dato ascolto.

Matt si prese del tempo a fissarla compiaciuto, le sue guance aveva ripreso colore e l'espressione del viso era decisamente più rilassata.

Sorrise di riflesso.

«Cosa c'è?» chiese lei esitando, sentendo il peso del suo sguardo irriverente.

Matt fece spallucce «Niente, notavo solo che è una fortuna che fino a poco fa non avessi fame. Non oso immaginare cosa sarebbe successo in caso contrario, probabilmente avresti divorato pure il tavolo...o anche me, chi lo sa!» commentò schietto, facendola avvampare per l'imbarazzo.

Non ci aveva fatto certo una bella figura a rifiutare il cibo malamente per poi costringerlo a preparare qualcosa con lei alle 3 di notte per far cessare i crampi di fame.

A pensarci bene quella sera aveva fatto figure di merda peggiori, magari su quella poteva anche passarci sopra.

«Scusami, Matt...poco fa avevo tutt'altri pensieri in testa...anzi, diciamo proprio che me ne frullavano così tanti da non capirci niente nemmeno io» ammise sinceramente, abbandonandosi contro lo schienale della sedia, senza forze ma finalmente più serena.

Il biondo abbassò lo sguardo e sospirò, annuendo col capo e dandole ragione.

«Già...- mormorò soltanto, pensieroso, poi si sporse in avanti e si allungò verso di lei, poggiando i gomiti sul tavolo – piuttosto...non mi hai ancora raccontato nei dettagli cosa è successo. Ti va di parlarne?» le chiese con discrezione, cercando di non essere troppo brusco e di non metterle pressione addosso.

Sapeva che era un argomento delicato che le avrebbe fatto molto male ma entrambi erano consapevoli che prima o poi avrebbero comunque dovuto discuterne, non potevano fare finta che fosse tutto come prima.

Ashley deglutì a fatica, per un attimo le mancò il fiato ma si fece forza perchè, riuscire a raccontare gli eventi di quella notte sfortunata, probabilmente l'avrebbe aiutata a sfogarsi e a realizzare che l'irreparabile era ormai accaduto e le restava solo da raccogliere i cocci e cercare di reagire e andare avanti in qualche modo.

Non sapeva ancora come ma ormai ci era abituata a quella sensazione.

Si schiarì la voce mentre lui aspettava in silenzio senza metterle fretta, contrasse la fronte e si torturò un po' le mani fredde prima di riuscire a mettere in moto le sue corde vocali, che facevano fatica a trovare le parole adatte a descrivere l'umiliazione che aveva provato.

«In realtà...non c'è molto altro da aggiungere – iniziò, senza sollevare lo sguardo – ero appena tornata a casa da lavoro, era una sera normale come tutte le altre, non potevo nemmeno immaginare quello che sarebbe successo...Ho trovato Michelle in piedi nel corridoio, sembrava quasi mi stesse aspettando e infatti era così. - affermò, facendosi scura in volto nel rivivere quell'istante – poi non ricordo bene cosa mi abbia detto di preciso, ero già andata in confusione, i suoi occhi di fuoco mi avevano messo i brividi e ho sentito chiaramente che qualcosa non andava. Lei nel frattempo mi ha condotta nel salone e lì...- la voce di Ashley si incrinò ma la mano di Matt raggiunse la sua, dandole il coraggio che le mancava – lì si erano riunite tutte le ragazze, ho sentito il peso dei loro occhi piombarmi di colpo addosso e mi è mancata la terra sotto i piedi. Ho capito che... quello che avevo sempre temuto e cercato stupidamente di allontanare, alla fine era arrivato» concluse seria, sollevando gli occhi, stavolta pieni di consapevolezza e rassegnazione.

Lui le carezzò il dorso della mano e poi intrecciò le dita con le sue, provocandole un timido sorriso. La rossa sospirò, si guardò attorno un po' incerta e poi continuò.

«Mi fissavano senza parlare ma non c'era niente di rassicurante nelle loro occhiate. É durato un attimo e Michelle mi ha chiesto esplicitamente se tra noi due ci fosse qualcosa, se fossimo stati insieme e, a quel punto...mi sono arresa, Matt. Ho detto di sì, ho ammesso ogni cosa, sarebbe stato inutile il contrario. - gli spiegò con calma, poi in una frazione di secondo la sua espressione mutò, e i suoi occhi si dipinsero di orrore mentre con le mani si racchiudeva il volto - Oh mio Dio, è stato terribile! Ho letto la delusione nei loro occhi...persino Beth che è sempre stata così dolce e carina con me...e Colleen, che mi trattava come una sorella minore...e Melissa...- si fermò un attimo con la voce rotta mentre una lacrima le scendeva per la guancia – Melissa non riusciva nemmeno a guardarmi...stava lì, immobile...l'ho delusa e ferita nascondendole tutto mentre lei si era aperta con me...non mi perdonerà mai, questo è certo!» sentenziò fredda, asciugandosi maldestramente con la manica della felpa la scia umida e salata lasciata dalle sue emozioni alla deriva.

«Non dire sciocchezze, Melissa non è mai stata davvero incazzata con te, altrimenti non avrebbe chiamato Luke preoccupata perchè vagavi senza meta nel bel mezzo della notte – le fece notare subito, riuscendo a rassicurarla almeno un poco - a proposito, deduco quindi che Michelle ti abbia buttato fuori di casa senza fare una piega» aggiunse infine, giungendo a una prevedibile conclusione della vicenda.

Ashley non rispose, annuì soltanto, stretta nelle sue spalle.

Matt sbuffò e si spinse indietro con la sedia in uno scatto di stizza, incrociando le spalle al petto.

«Che razza di stronza!» sibilò a denti stretti, mentre la rabbia gli montava dentro.

Era tipico di lei emarginare qualcuno senza nemmeno tentare di capire le sue ragioni o di ascoltare ciò che avesse da dire.

L'avevano fatto anche con lui ai tempi e, dopo anni di amicizia, non gli avevano nemmeno concesso il tempo e il modo di spiegarsi.

Gli sembrò di rileggere lo stesso copione e si rese conto che Michelle, nonostante fossero passati gli anni e non fosse più un'adolescente in preda ai suoi sentimenti, non dimostrava certo di essere cresciuta ma al contrario era rimasta la solita ragazzina egocentrica e viziata.

«Beh, anche io mi sono comportata da vera stronza, forse più di lei! - si oppose con forza Ashley, facendogli spalancare gli occhi a quella reazione inaspettata– Sì, è vero, quello che mi ha fatto è orribile ma sono stata io a provocarlo e l'ho meritato! Se solo non avessi mentito, se fossi stata sincera o se...se non mi fossi...» iniziò a dire in preda alla tensione ma, quando si rese conto che stava per confessare di essere innamorata di lui senza neanche accorgersene, si fermò di botto, sbiancando per qualche secondo.

«Se non ti fossi...cosa?» incalzò Matt, cogliendola in contropiede con aria indagatoria.

Ashley, in evidente difficoltà, scosse la testa e improvvisò.

«Se non mi fossi cacciata in questo guaio, intendo...forse adesso non sarei qui a scroccarti la cena e un tetto sotto cui dormire come una povera disperata!» si lamentò, rendendosi conto di quanto patetica dovesse sembrare.

Matt sospirò e si avvicinò al tavolo, non poteva accettare che la vittima della situazione cominciasse a credersi l'unica colpevole di quel casino.

«Lei è stata la prima a non essere sincera con te, non ti ha detto la verità su di me e sul nostro passato e adesso scommetto che non ha voluto nemmeno ascoltare le tue giustificazioni. Per me sbagli a colpevolizzarti così, e sono sicura che le altre ragazze, se solo smettessero di seguirla ciecamente, riuscirebbero a capirti e perdonarti.» disse, addolcendo il tono della voce e facendola sciogliere col suo sguardo che, quando si ammorbidiva, sembrava meno glaciale del solito e diventava ancora più bello.

«Matt...- sospirò lei, sorridendo per poi tornare alla dura realtà – non è così semplice...insomma, ho fatto...sesso col ragazzo di cui è innamorata e sarebbe difficile per chiunque reagire razionalmente!» precisò, scegliendo stavolta accuratamente la parola giusta prima di trovarsi a confessare qualcosa che ancora non riusciva ad ammettere col diretto interessato.

«Di cui ERA innamorata!» Matt sottolineò con enfasi il verbo al passato, deviando lo sguardo, infastidito.

Erano passati più di cinque anni e per lui la questione era chiusa da tempo.

«Non ne sarei così sicura, sai? Avresti dovuto vedere il suo sguardo ferito quando ho raccontato la verità. Secondo me...lei ti ama ancora adesso» concluse diretta, facendo vacillare per un attimo la sicurezzadi Matt e fissando la sua espressione incredula sul volto.

«É assurdo...e comunque non è lei la ragazza di cui sono innamorato – decise di osare il biondo, puntandole quegli occhi ammaliatori addosso e facendola sussultare mentre un pesantissimo silenzio calava fra loro due – e questo non cambierà nè ora, nè fra un centinaio di anni» dichiarò gelido dopo alcuni interminabili secondi, per rimarcare il concetto.

Ashley annuì senza fiatare, fingendo indifferenza mentre dentro sentiva un calore irrefrenabile invaderla dopo la frase ambigua di Matt, che sembrava riguardarla direttamente.

Quanto la faceva stare bene credere di essere lei la ragazza di cui parlava e quanto era difficile abbandonarsi a quella stupenda sensazione senza sentirsi un mostro!

Loro ancora non riuscivano a confessare quei sentimenti tormentati, lo facevano solo in maniera implicita, con quegli strani riferimenti e quelle mezze verità sparse un po' qua e un po' là, in mezzo alla strada malandata che percorrevano.

«In ogni caso, stavolta l'ho combinata grossa...chissà se lo sanno già tutti...- mormorò desolata, abbassando lo sguardo per poi alzare di scatto la testa e sbarrare gli occhi – Pensi lo sappia già anche Terence?» chiese spaventata, come se quella prospettiva la facesse stare male più di ogni altra cosa.

Matt sollevò un sopracciglio un po' stupito, poi con nochalance si versò dell'acqua nel bicchiere.

«Beh, se l'avesse già saputo probabilmente sarebbe già qui sotto a tentare di spaccarmi i vetri della finestra con dei sassi, quindi, a occhio e croce, direi di no» rispose con una calma invidiabile, sorseggiando l'acqua lentamente come se quell'immagine non lo scalfisse di una virgola.

Ashley invece non reagì con la stessa filosofia, incrociò le braccia sul tavolo e ci tuffò la testa dentro, accasciandosi.

«Oddio...- mugolò con la voce ovattata – chissà cosa penserà di me, di noi, di tutto questo!» piagnucolò.

Matt contrasse la fronte, in qualche modo il fatto che Ashley si preoccupasse tanto del suo ex amico gli provocò una strana sensazione di fastidio che cercò di scacciare subito o comunque di nascondere.

«Pare ti importi tanto di lui» commentò freddo, ma lasciando trasparire una punta di gelosia.

Ashley sollevò la testa e lo fissò sconcertata. «Santo cielo, certo che mi importa! - esclamò di getto, allargando le braccia come se fosse la cosa più ovvia del mondo, Matt si avvicinò a lei fin troppo incuriosito di scoprire cosa celava quella reazione per lui eccessiva – Ultimamente io e Terence...ci eravamo riavvicinati dopo...dopo il mio rifiuto, insomma. Lui si era discostato dai comportamenti di Michelle, non li condivideva e più volte mi aveva difesa quando lei esagerava. Era tornato ad essere l'amico di prima e io ne ero felice. Ho rovinato tutto, mi odierà per sempre... e a te...» provò a continuare ma Matt la interruppe in fretta.

«A me vorrà spaccare di nuovo la faccia, nessuna novità...non è la prima volta che prova a farlo. Mi accuserà di essermi "fatto" la ragazza che amava solo per farlo soffrire, posso già immaginare ogni singola parola che uscirà dalla sua bocca» disse amaramente, perdendosi a guardare un punto indefinito nella stanza, con una serietà diversa in viso.

Ashley rimase ferma a osservarlo e si sentì morire dentro.

Sembrava tutto così impossibile e sbagliato tra loro da qualunque angolo lo si osservava e non c'era nessun modo di farlo apparire giusto.

Deglutì a fatica, poi di slancio gli carezzò una guancia, lui si voltò e la fissò con un'intensità tale da destabilizzarla.

«Mi dispiace così tanto, Matt. Se solo potessi cambiare le cose...» provò a dire, con gli occhi inevitabilmente lucidi e la voce tremolante quando realizzò che la notizia si sarebbe sparsa anche tra la cerchia di Matt e che lui rischiava esattamente come lei di trovarsi isolato e considerato un traditore.

«Sappiamo entrambi che non avremmo potuto evitarlo...quello che c'è tra noi, anche se potessimo tornare indietro, anche se potessimo riavvolgere il nastro mille volte....succederebbe comunque» ammise, posando una mano su quella di Ashley, ancora sul suo viso, e stringendola dolcemente – Piuttosto, nel suo delirio di onnipotenza, Michelle ti ha per caso detto come ha fatto a scoprire di noi?» domandò, ormai il danno era fatto ma forse si poteva capire un po' di più come erano andate le cose e provare a calcolare quanto fosse esteso quel disastro.

Ashley scosse la testa. «Mi ha solo detto che qualcuno ci ha visti insieme alla festa di capodanno in atteggiamenti inequivocabili» rispose.

Matt si massaggiò il mento pensoso mentre l'ipotesi che forse poteva essere coinvolto qualcuno del suo gruppo si faceva strada nei suoi pensieri.

In ogni caso, presto o tardi l'avrebbero scoperto quindi scervellarsi troppo era inutile.

Puntò gli occhi su Ashley e la vide strofinarsi i suoi, gonfi e rossi, troppo provati dalle ore precedenti.

Non riusciva quasi più a tenerli aperti così Matt decise che non era il caso di continuare con quell'agonia.

«Direi che per stanotte è abbastanza...hai bisogno di riposare, sei esausta» dichiarò deciso, prima di alzarsi, sparecchiare velocemente la tavola e avviarsi verso il corridoio.

Ashley non potè essere più d'accordo.

Aveva un posto sicuro in cui dormire ma il giorno dopo la situazione non sarebbe cambiata, avrebbe dovuto cominciare a cercare una nuova sistemazione in fretta per non approfittare troppo dell'ospitalità del ragazzo e in più doveva anche andare a lavorare.

Aveva davvero bisogno di dormire almeno qualche ora o non avrebbe avuto la forza di reggersi sulle sue gambe.

«Hai ragione» disse d'un fiato e si affrettò a seguirlo, poi lo vide deviare verso il salone e non fece in tempo ad accelerare il passo che Matt aveva già cominciato ad armeggiare sul divano.

«Ma...che stai facendo?» chiese balbettando, immobile sull'uscio della stanza.

Lui la fissò mezzo stordito per un secondo e riprese a sistemare le coperte.

«Vado a dormire, mi sembra ovvio» rispose poco dopo con tono piatto, senza aggiungere altro.

Ashley, disorientata, fece un passo in avanti «Ma...sono io che...tu devi...» biascicò, gesticolando impacciata e cercando di indicare la camera da letto del ragazzo ma si accorse presto che lui si era già sdraiato, impedendole di fare qualsiasi obiezione.

«Niente storie...va' di là, hai bisogno di riposare bene...dormo io qua, non morirò mica!» sentenziò il ragazzo, Ashley vide solo il suo braccio che sbucava dalla spalliera del divano e che si muoveva in un cenno di saluto.

«Non so come rigraziarti, Matt – si rassegnò, intuendo che tanto qualunque altro tentativo non sarebbe valso a nulla, poi voltò le spalle e si diresse verso la camera da letto – grazie per tutto» sussurrò infine senza farsi sentire mentre entrava quasi in punta di piedi nella stanza e osservava il letto semi disfatto, sul quale fino a un'ora prima aveva dormito lui.

Lentamente e maneggiandole come se avesse paura di romperle, sollevò le coperte e si infilò sotto, portandosele fin sopra gli occhi.

Un dolce calore la invase, cullandola, e la morbidezza del materasso accolse la sua schiena stanca ma il letto non era il suo, non era quello sul quale si era abituata a dormire da qualche mese a quella parte e il solo pensiero di non poter più tornare a casa le fece tornare un'ansia tremenda.

Credette di non farcela ma affondò la testa nel cuscino e il profumo di Matt la avvolse d'improvviso, salvandola dalle sue paure.

Ashley inspirò ed espirò velocemente più volte ma il suo respiro si fece sempre meno affannato. Tutto lì intorno aveva il suo odore, le lenzuola, il cuscino sul quale poggiava la guancia, era circondata da lui e le sembrò che si trovasse stretta in un suo dolce abbraccio.

La sensazione di averlo accanto ebbe un effetto calmante, il panico la abbandonò e lasciò spazio a una dolce sonnolenza ed Ashley si accucciò su sè stessa, strinse le coperte, protetta e al sicuro e si addormentò, sognando di stringerlo tra le braccia.

 

 

«Alla fine avevo ragione io, come sempre»

La voce trionfante di Michelle rimbombò nella testa di Terence e fu più fastidiosa del rumore delle unghie che strisciano contro la superficie di una lavagna.

Il ragazzo, ripiegato sul tavolo con le mani fra i capelli, le spostò istintivamente per tapparsi le orecchie in un inutile tentativo di non sentirla, di fare finta che quello che sua sorella gli aveva appena raccontato fosse il frutto della sua immaginazione e che non esistesse nella realtà.

Eppure, rifiutarsi di accettare la verità non sarebbe servito a niente e soprattutto non l'avrebbe cancellata.

Sollevò lentamente la testa e vide Michelle, col viso luminoso e perfetto di sempre, sorseggiare una tazza di thè con un' espressione soddisfatta e vincente.

Non sembrava minimamente scossa da ciò che era accaduto, anzi, aveva proprio l'aria di essere compiaciuta dallo spettacolo del fratello, sconvolto dalla notizia che Ashley, la ragazza che aveva aiutato e di cui si era innamorato, l'aveva tradito andandosene col suo peggior nemico, o ancora peggio innamorandosene.

Era quello che voleva, l'unica cosa che al momento la faceva stare bene: rovinare Ashley e la sua reputazione davanti a tutti coloro che le erano amici.

Tutti dovevano sapere quanto era stata vile e stronza a tradirli in quel modo, a non condividere il disgusto verso quel ragazzo tanto odiato, a non essersi adeguata senza rinunciare a cercare di scorgere la seconda verità nascosta dietro la loro, quella di Matt.

Il suo atteggiamento così tranquillo infastidì non poco Terence, che invece in quel momento voleva solo sprofondare.

Aveva avuto sempre fiducia in Ashley, nonostante tutto, anche quando si comportava in modo strano, anche quando preferiva non raccontare nulla e nascondersi, era persino andato contro sua sorella, dandole dell'esagerata quando invece, gli doleva ammetterlo, aveva sempre avuto ragione su di lei.

Ashley li aveva traditi senza pietà e con l'ultima persona con cui avrebbe dovuto farlo e lui era stato talmente stupido e cieco da difenderla anche quando non lo meritava.

Per quanto riguardava Matt, non riusciva nemmeno a quantificare la rabbia che provava.

Non solo gli aveva portato via il successo, il posto in quella prestigiosa università e il rispetto della sua famiglia e della società ma adesso aveva avuto la faccia tosta di portargli via anche la ragazza di cui si era innamorato.

Lui faceva sempre così, si divertiva a rubargli tutto ciò che lo faceva stare bene e poi godeva nel vederlo soffrire, o almeno questo era quello di cui Terence si era fermemente convinto.

Con Ashley doveva essere stato lo stesso.

«Non dici niente?» chiese Michelle, spezzando il flusso dei suoi pensieri.

Aveva passato la mattinata a raccontare tutto ai suoi amici ma Terence l'aveva tenuto per ultimo, la ciliegina sulla torta del suo piano malefico che avrebbe portato alla disfatta di quella traditrice e del suo degno compagno.

Lei da un lato e Pamela dall'altro, avrebbero lasciato così tanta terra bruciata attorno a loro da portarli al punto di rimpiangere amaramente il giorno in cui i loro sguardi si erano incrociati la prima volta, e allora, qualunque relazione o sentimento li avesse mai uniti, non sarebbe sopravvissuto a tutta quella pressione e alla fine si sarebbero trovati soli e disperati in un cumulo di macerie.

Terence sollevò lo sguardo affranto e la fissò sconvolto.

«Cosa vuoi che dica? - sbottò nervoso – come...com'è successo? Non capisco» balbettò confuso, cercando di trovare una ragione, una soltanto, che potesse aver portato Ashley ad essere attratta da quel verme.

Gli sembrava di vivere di nuovo lo stesso incubo di cinque anni prima, Matt che riusciva dove lui falliva e lui che non poteva fare altro che commiserarsi.

«Tra pezzi di merda ci si intende, a quanto pare – commentò Michelle con un sorrisetto irritante sulle labbra, mentre se le tamponava con una fazzoletto, cercando di evitare che il suo rossetto sbavasse. - anche se credo di sapere come siano andate le cose. Lui l'ha sedotta, l'ha fatta innamorare per portarsela a letto e farti uno smacco quando ha saputo quello che provavi per lei, Ashley ci è cascata come una stupida e non si è fatta problemi a stare con un ragazzo che sapeva averci fatto soffrire. Ma lui la scaricherà quando avrà ottenuto il suo scopo e stavolta non ci sarà nessuno ad accoglierla.» sibilò, facendosi seria.

Non poteva accettare che anche Matt ricambiasse l'amore per Ashley, credere che se ne stesse approfittando era l'unica cosa che riusciva ad immaginare anche se i fatti e le voci che giravano sembravano dire l'opposto.

Non riusciva a capire, lei era bella, perfetta, brillante e proveniva da una buona famiglia mentre Ashley era una ragazzetta scialba e complessata che sbucava fuori da chissà da quale periferia.

Non c'era competizione con lei eppure...come poteva Matt averla preferita?

Scosse la testa, scacciò quei pensieri e sfiorò la spalla al fratello.

«Non temere, Terence. Si distruggeranno da soli e allora noi avremo finalmente vinto. Nessuno può permettersi di trattarci in questo modo, hai la mia parola» disse con una sicurezza nello sguardo che Terence non riusciva a condividere.

In quel momento si sentiva tradito e sconfitto per l'ennesima volta da chi aveva considerato amico.

 

 

Ashley aprì gli occhi, si girò tra le coperte e voltò di scatto la testa quando si accorse di non essere nella sua stanza ma di dormire in un letto a due piazze che di certo non le apparteneva.

Le bastò un secondo per ricordarsi di quanto era successo.

Come poteva essere altrimenti! Dimenticare era praticamente impossibile.

A fatica si mise seduta sul bordo del letto di Matt, si stiracchiò le braccia e cercò in fretta e furia di capire che ore fossero.

Non aveva idea di quanto avesse dormito ma quel giorno, se la memoria non la ingannava, aveva il turno pomeridiano in negozio e non poteva assolutamente mancare. Quel lavoro era l'unica cosa che poteva salvarla adesso e doveva tenerselo molto stretto se non voleva finire in strada a chiedere l'elemosina.

Si guardò intorno spaesata, aprì le imposte della finestra per farsi luce e si accorse che il sole era bel alto.

Nervosa, riuscì finalmente a individuare una piccola sveglia sul comodino e sospirò di sollievo quando sul quadrante lesse l'orario.

Erano le 10 del mattino e almeno il licenziamento l'aveva evitato.

Cercò di calmarsi, recuperò le sue valigie e ci scavò dentro per cavarne fuori il necessario per lavarsi e vestirsi.

La porta della sua stanza era chiusa e non si udiva alcun rumore.

Forse Matt era già uscito per il lavoro ed Ashley sperò che fosse così.

Si sentiva ancora terribilmente in imbarazzo per aver approfitatto della sua cortesia e per averlo costretto a darle da mangiare e lasciarle il suo letto come un parassita che ha bisogno degli altri per sopravvivere.

Con circospezione aprì la porta e sgattaiolò in bagno, si lavò, vestì e pettinò, cercando di nascondere due terribili occhiaie e l'aspetto malmesso di una vagabonda.

Quell'espressione distrutta dal viso, però, nessun correttore sarebbe stato in grado di cancellarla.

Pazienza.

Raggiunse svelta la cucina, intenzionata a fare una rapida colazione e uscire per cominciare la ricerca di una nuova casa in cui abitare, quando di fronte a lei si ritrovò Matt, che evidentemente si era alzato tardi come lei.

«Buongiorno, dormito bene sul mio letto?» le domandò lui con tono malizioso, mentre toglieva dai fornelli un pentolino con dell'acqua calda.

«Benissimo – rispose Ashley, lievemente in imbarazzo – pensavo fossi già uscito» disse poi, appoggiandosi al muro e giocando distrattamente con qualche ciocca di capelli.

«Ho fatto le ore piccole anche io, ricordi?» ribattè il biondo.

«E chi se lo scorda! - esclamò lei, alzando gli occhi al soffitto per poi riportarli su di lui, indaffarato a recuperare dei biscotti – posso aiutarti in qualche modo?» chiese allora, contorcendosi le mani.

Si sentiva solo un peso in quel momento e totalmente inutile.

«Ho già finito, non proccuparti! Non sapevo cosa prendi di solito per colazione, va bene del the?» le domandò Matt, lui sembrava così tranquillo e a suo agio che Ashley si chiese se fosse bravo a fingere o non gliene importasse nulla di uscire alla luce del sole adesso che tutti avrebbero saputo.

«Va benissimo, grazie»

Matt si sedette insieme a lei, quella situazione sembrava così surreale eppure anche bella in un certo senso. Loro due insieme in quella casa, quasi come una vera coppia.

«Pensavo ti riposassi stamattina invece sembri già pronta per uscire» notò poi, lanciandole una rapida occhiata mentre beveva il suo caffè.

«Ho troppe cose da fare, anzi sono già in ritardo! Devo andare a cercare una nuova casa, dovrò prendere dei contatti e telefonare e poi di pomeriggio devo andare al negozio e...» prese a parlare a raffica, finendo in un paio di sorsate il suo the e schizzando dalla sedia per infilarsi il cappotto.

Matt riuscì a malapena a prenderle le mani, arrestando la sua furia, e le sorrise.

«Ashley, calmati! Non c'è fretta, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per trovare una nuova sistemazione. Vivo da solo e non mi dà fastidio avere un'ospite per un po', se è questo che ti preoccupa» cercò di rassicurarla.

La rossa si fermò per prendere fiato, osservò il viso di Matt e ripensò alle sue parole.

Erano confortanti ma lei non ne voleva sapere di approfittare ancora del suo aiuto. Voleva farcela da sola, riprendere la sua autonomia e non essere più un peso per nessun altro.

Forse cambiare aria e stare un po' da sola era una buona idea in effetti ma, se non si metteva subito in moto, sarebbe stata dura trovare un posto dove stare, ricordava ancora il giorno in cui era arrivata in quella città e le difficoltà che aveva incontrato prima che Michelle e Terence la aiutassero, quindi non poteva perdere tempo.

«Ti ringrazio Matt ma...tu hai già fatto molto per me e io ho bisogno di stare per conto mio, di non essere un peso per nessuno. Starò da te finchè non troverò una nuova casa ma, fino a quel momento, esigo di contribuire a tutte le spese, ho già scroccato abbastanza, ok?» ci tenne a precisare, era estremamente seria ma risultò quasi buffa e Matt non trattenne una risata.

«Sì, come vuoi, tranquilla – le promise, poi esitò un attimo e il suo viso si addolcì– e comunque per me non sarai mai un peso» concluse, facendole scorrere dei brividi caldi lungo la schiena.

Ashley indietreggiò di un passo, gli lanciò un'ultima occhiata colorata di un tenero imbarazzo, poi fece per uscire.

«Vado, allora!» disse.

«Aspetta! - la fermò Matt, poi frugò dentro un cassetto, ne tirò fuori un mazzo di chiavi e gliele porse – prendi queste, sono una copia delle mie chiavi, così potrai rientrare a casa quando vuoi, senza dipendere dai miei orari»

«Ma io...non posso» cercò di obiettare la rossa ma Matt non volle sentire ragioni.

«Fidati, ti saranno utilissime se non vuoi restare ad aspettarmi ore ed ore al gelo mentre il sottoscritto si dimentica completamente di guardare l'orologio. Non sai quanto spesso mi capiti quando lavoro e non sarebbe un'esperienza molto piacevole per te.» le spiegò, le sue motivazioni alla fine la convinsero ed Ashley afferrò le chiavi e le mise in borsa, seppur con qualche titubanza.

Gli fece un cenno col capo, poi si voltò decisa a partire ma d'improvviso le sue gambe si rifiutarono di andare avanti.

Il mondo lì fuori adesso la spaventava a morte, si sentiva nuda e indifesa di fronte agli occhi di chi la conosceva e aveva il terrore di doverli incontrare e vedere i loro sguardi di disprezzo e disapprovazione, o peggio ancora, dover sentire gli insulti che le avrebbero di certo rivolto.

Non era pronta per quello, forse non lo sarebbe stata mai e la testa cominciò a girarle.

Di colpo , proprio quando credette di cadere, un dolce abbraccio la cinse da dietro, sorreggendola.

«Ehi, va tutto bene, te la caverai. - la voce calda di Matt raggiunse il suo orecchio, riportandola con i piedi ben saldi sul pavimento – pensa al lato positivo...ormai non hai più bisogno di nasconderti o mentire...dimentica quell'orrenda sensazione che ti ha accompagnato finora, adesso puoi camminare senza il timore di venire scoperta o senza pensare a quale balla inventare. Non ti senti più leggera?» la incoraggiò lui ed Ashley sentì l'ansia abbandonarla.

Non l'aveva mai vista da quella prospettiva e, ora che lui gliel'aveva fatto notare, doveva ammettere che era vero.

Non doveva più avere segreti e fingere, adesso era il tempo di lottare per trovare una soluzione, per cercare di fare comprendere ai suoi amici quali fossero state le ragioni che l'avevano spinta tra le braccia di Matt.

Si voltò più sicura e coraggiosa, e si trovò a un centimetro dal volto di Matt, come da tanto non capitava.

Poggiò le mani sui suoi fianchi, li strinse e sentì il suo respiro sul collo e, di nuovo, il desiderio di abbandonarsi a lui si fece vivo più di prima.

Le sue labbra erano lì, a un soffio dalle sue, e lei stava morendo dalla voglia di baciarle, di sentirle farsi spazio tra le sue come era successo tante volte.

Si fissarono in silenzio, i suoi battiti aumentarono a dismisura ma in un lampo si ricordò che era proprio per colpa di quelle sensazioni che si trovava in quell'immenso guaio.

Le ferite del giorno prima erano ancora troppo fresche e bruciavano da morire e lei non poteva lasciarsi andare nuovamente al solito sbaglio.

Capirono entrambi e, con uno sforzo immane, sciolsero quella stretta che rischiava di farli precipitare nel vortice di quei sentimenti che esplodevano come scariche elettriche ogni volta che si sfioravano.

Matt deviò lo sguardo, sembrava a disagio o deluso e non era frequente vederlo così fragile, le carezzò le guance scendendo fino alle spalle, quasi non volesse farla andare via, poi fece un sorriso tirato.

«Scusa...allora ci vediamo stasera» le disse soltanto, allontanandosi da lei definitvamente.

Ashley annuì senza aggiungere altro, con le parole incastrate nella gola, poi scese rapidamente le scale e sparì dalla sua vista.

Lui rimase qualche secondo immobile a fissare il pavimento, con uno sguardo carico di preoccupazione.

Doveva mostrarsi forte con Ashley perchè lei aveva bisogno di conforto e di qualcuno che le infondesse coraggio ma, adesso che era rimasto solo con sè stesso, sospirò pesantemente.

Aveva paura anche lui di affrontare il mondo e non aveva idea di cosa li avrebbe attesi adesso che quel terribile segreto era stato svelato.

 

 

Il rumore della porta che si apriva riscosse Ashley dalla lettura del suo libro di letteratura.

La giornata era andata piuttosto bene, tutto sommato.

Era riuscita a prendere dei contatti per vedere alcuni appartamenti in un quartiere poco lontano, a lavoro era stata una serata tranquilla e, soprattutto, la fortuna era stata dalla sua parte e le aveva risparmiato qualche incontro spiacevole con quelli che ormai non poteva più considerare amici.

Sapeva che prima o poi sarebbe successo ma si sentiva ancora troppo provata e vulnerabile e guadagnare un po' di tempo per prepararsi psicologicamente non le dispiaceva affatto.

Matt non era ancora rientrato e lo ringraziò mentalmente per averle lasciato la copia delle chiavi che lei voleva scioccamente rifiutare.

La tranquillità che regnava nell'appartamento del ragazzo le aveva donato un briciolo di serenità ed era persino riuscita a studiare alcuni capitoli per il prossimo esame.

«Matt?» chiamò Ashley, tendendo l'orecchio verso il corridoio buio.

La risposta del ragazzo si fece attendere e la sua voce, incerta e bassa, le lasciò addosso una brutta sensazione.

D'impeto abbandonò il libro e scivolò giù dal divano, facendo in tempo a scorgere la figura di Matt di spalle che si dirigeva dritto verso il bagno, senza nemmeno accendere la luce.

Il suo comportamento schivo e silenzioso era fin troppo strano, aveva persino abbandonato le sue attrezzature per terra accanto all'ingresso senza curarsi di riporle e sembrava quasi volesse evitare di farsi vedere da lei.

Ashley contrasse le sopracciglia e mosse qualche timido passo.

Non voleva certo essere invadente ma qualcosa le suggerì che doveva controllare e una forte agitazione la pervase.

Dall'oscurità del corridoio scorse il bagliore della luce del bagno, la cui porta era socchiusa e lasciava fuoriuscire una striscia luminosa.

Si avvicinò e udì lo scorrere dell'acqua del lavandino e il suo scrosciare.

«Matt, va tutto bene? Stai male per caso?» chiese dubbiosa, facendosi sempre più vicina ma evitando di aprire la porta per non violare la sua privacy.

Il silenzio del ragazzo la preoccupò, poi lo sentì biscicare qualche parola.

«Ehm, sì, sta' tranquilla, sto solo...» ma fu troppo tardi.

Ashley, spinta da un presentimento che non riusciva a ignorare, aveva spalancato la porta, decidendo di correre il rischio di essere mandata a quel paese ma, quello che si trovò davanti, confermò l'orrenda sensazione che aveva provato.

Il lavandino era colorato da alcuni rivoli di sangue rosati, diluiti dall'acqua che ancora scorreva, Matt aveva il viso bagnato e un grosso taglio sul lato destro del labbro inferiore.

Rimase pietrificata per un attimo, poi un terribile sospetto si insinuò nel suo cuore e la rossa si fiondò in avanti, ansiosa di conoscere il motivo di quello scenario.

Il volto di Matt adesso le apparve nitido sotto la luce neon del bagno e potè vedere che aveva anche uno zigomo tumefatto da un grosso livido.

«Ashley, perchè sei entrata? Ti ho detto che andava tutto bene» provò a tergiversare lui ma la rossa non lo ascoltava più, continuava a fissare il sangue e poi il suo viso e poi quel brutto livido con l'espressione vuota e atterrita.

«Matt che ti è successo?» insistette, la sua voce tremava ma era ferma e decisa allo stesso tempo.

«Niente, sono solo caduto...non ho visto uno scalino e così...» mentì lui con poca convinzione, asciugandosi in fretta il viso e cercando maldestramente di nasconderlo alla vista della ragazza e uscire più in fretta possibile.

Ashley però non si lasciava prendere in giro, non era stupida e di certo non si accontentava di quella spiegazione, non adesso che si trovavano in quella situazione complicata.

«Non dire cazzate, Matt!» sbottò a voce alta, afferrandolo per la maglia e costringendolo a voltarsi verso di lei perchè potesse osservare meglio le ferite.

Lui si arrese, sospirò e non oppose più resistenza, si lasciò ispezionare da Ashley, che passò una mano delicatamente sul suo viso, vedendolo strizzare gli occhi per il dolore quando toccava i punti più martoriati.

«Chi ti ha fatto questo?» chiese dopo qualche attimo di silenzio, durante il quale duemila pensieri e paure avevano affollato la sua mente e cominciavano a provocarle un tremore diffuso.

Matt abbassò la testa e deviò lo sguardo, poi lo riportò sul viso di Ashley, ancora preso da quell'espressione angosciata, e decise che era inutile ogni tentativo di mentire per proteggerla.

«Quelli del tuo gruppo...- confessò, facendola sussultare vistosamente – li ho incontrati per caso mentre tornavo a casa» le rivelò, mettendosi seduto sul bordo della vasca da bagno.

Lei smise di respirare, quello che aveva temuto si era realizzato e Matt ne portava i segni sul suo bel viso.

«Perchè?» sussurrò con un fil di voce, l'unico che era riuscita a racimolare.

«Ti hanno dato della puttana e ho risposto per le rime» ammise, sollevando la testa e guardandola negli occhi, senza mai distogliere lo sgurdo.

Stavolta era tornato deciso, non poteva dimenticare quello che le sue orecchie avevano sentito e la rabbia che era esplosa. Aveva dovuto difenderla e per farlo si era beccato quel trattamento poco carino.

Non se ne era pentito, l'avrebbe rifatto mille volte.

Lei diventò pallida come un fantasma, dischiuse le labbra per respirare, si allontanò di qualche centimetro poi con uno scatto disperato aprì cassetti e ante del mobiletto accanto a lei per tirarne fuori del disinfettante e del cotone.

Con le mani che le tremavano aprì il flacone e ne versò del contenuto sul batuffolo, sotto gli occhi di Matt, che inerme aveva appoggiato la schiena contro il muro gelido del bagno, incapace di aggiungere altro.

Ashley gli fu di nuovo vicina, si abbassò leggermente per raggiungere il suo viso, gli prese il mento con le dita e sollevò la sua testa.

Deglutì con dolore, poi cominciò a premere dolcemente il cotone sul suo labbro ferito per disinfettarlo e farlo smettere di sanguinare.

Le sue mani delicate gli carezzarono il viso con una dolcezza estrema e Matt socchiuse gli occhi, arrendendosi a quei tocchi così diversi da quelli violenti che aveva subito poco prima.

«Non avresti dovuto farlo, Non avresti dovuto reagire»

La voce rotta di Ashley lo risvegliò, Matt aprì gli occhi e vide che alcune lacrime le avevano rigato il volto mentre continuava incessantemente a medicarlo.

«Sì, invece. Non potevo permetterlo. Ashley io ti... tu lo sai quello che...» provò a spiegarsi, ma l'unica cosa che avrebbe voluto era sentirsi libero di poterle dire che l'aveva fatto perchè la amava e non poteva fare diversamente.

Lei gli poggiò un dito sulle labbra, mise via il cotone e lo fissò negli occhi intensamente.

Poi, senza dire una parola, uní la sua bocca a quella di Matt, lo baciò, fregandosene della sua ferita che adesso aveva smesso di sanguinare grazie alle sue cure, e lo fece con una passione mai provata fino ad allora.

Non era solo desiderio di averlo, questa volta percepiva un sentimento fortissimo esploderle nel petto e infiammarla e, quando anche Matt ricambiò il bacio con quella stessa intensità, avvertì chiaramente migliaia di farfalle prendere il volo incontrollate nel suo stomaco insieme a una lunga scia di brividi di piacere che si irradiarono lungo tutto il suo corpo.

Li assecondò, senza mollare per un istante le labbra del ragazzo allargò le gambe e gli si sedette a cavalcioni, accentuando quel contatto senza la minima intenzione di smetterla.

Tutta la frustrazione accumulata, tutto il dolore e l'ansia sparirono per lasciare spazio solo all'amore, puro e semplice.

Era acerbo, appena nato e non sapeva ancora se avrebbe resistito alla guerra che li aspettava ma quella notte aveva voglia di combattere e di dimostrare che niente li avrebbe fermati.

Matt si spostò dalle sue labbra e prese a baciarle il collo, centimetro dopo centimetro, lei glielo offrì senza remore, arrendendosi e sospirando senza più vergogna o razionalità.

Aveva caldo e una voglia irrefrenabile di togliersi quei maledetti vestiti di dosso e insieme a loro le paure, le debolezze e tutto quello che le impediva di vivere quel sentimento che troppo spesso soffocava.

Solo che spogliarsi della stoffa era facile, un po' meno del resto e per quello aveva ancora tanto da imparare.

Un passo alla volta, uno dopo l'altro.

Cosa aspettava Matt a togliere i suoi, ad amarla come solo lui sapeva fare, a regalarle le sensazioni che solo una volta aveva avuto la fortuna di provare?

La differenza era che quella volta era stata la disperazione egoista a muoverla, a spingerla a fare sesso con lui, adesso invece era la voglia di lui, adesso desiderava solo amarlo e basta.

Con una certa urgenza infilò le mani sotto la sua maglietta e fece per sfilargliela, riuscendoci facilmente, poi, visto che lui non osava oltre, provò a togliersi il suo maglione ma Matt a quel punto smise di baciarla e fermò le sue braccia smaniose.

Lei lo guardò delusa e incapace di comprendere ma Matt sorrise e le si avvicinò all'orecchio.

«Aspetta...stavolta non così, stavolta è diverso» le sussurrò, poi fece scivolare le mani sui suoi fianchi, la abbracciò e gentilmente la prese in braccio, conducendola nella sua camera da letto.

Questa volta non doveva esserci alcuna fretta, voleva fare l'amore con lei con lentezza e calma, assaporando ogni singolo secondo, prendendosi cura di lei come fosse la cosa più preziosa che avesse mai avuto.

Avevano provato a resistersi, a stare lontani ora che quella tragedia li aveva esposti al mondo, colpevoli e peccatori, ma semplicemente non ci erano riusciti.

La schiena di Ashley si poggiò morbidamente sul letto, lui le fu subito sopra e lei lo abbracciò stretto, sorridendo sulle sue labbra.

Aveva capito il motivo per cui Matt l'aveva interrotta e scoppiava di felicità.

Si sentiva fremere come la prima volta che aveva fatto l'amore con qualcuno, e in fondo quella era la loro prima vera volta, la prima volta che decidevano di amarsi senza nascondersi dietro altre stupide scuse.

Il letto era comodo, li avvolgeva e permetteva loro di godersi ogni carezza, ogni sospiro sempre più frequente, senza alcuna fretta di sbrigarsi.

Persero il conto dei minuti che passarono prima che anche l'ultimo dei loro indumenti finì per terra e finalmente poterono dare sfogo a quella voglia repressa da tempo.

Le gambe di Ashley circondarono i fianchi del ragazzo, lo strinsero in un abbraccio intimo per permettergli di scivolare subito dentro di lei e, quando successe, le sembrò che ogni cosa avesse finalmente preso la giusta piega. Sentì la fronte di Matt contro la sua, i loro respiri che si confondevano, il suo petto che faceva su e giù sopra il suo seno, come fossero una cosa sola, mentre ogni sua spinta la portava sempre più sù, sempre più lontano da quel mondo che tanto li metteva a dura prova e che non avrebbe smesso ma, almeno per quella sera, la battaglia l'avrebbero vinta loro.

Ormai esisteva solo quel turbine di baci, carezze e movimenti ritmici che li avevano resi una cosa sola di nuovo, uniti contro tutto e tutti.

Questa volta stavano davvero facendo l'amore e negarlo sarebbe stato piuttosto arduo la mattina dopo.

Si presero tutto il tempo necessario, si amarono a lungo, saziandosi a vicenda finchè Ashley si arrese al piacere più forte, affondò il viso sul suo collo ed emise gli ultimi, intensi sospiri liberatori, che fecero esplodere anche lui, alla fine, appagato ed esausto.

Le sue spinte si fecero più intense per poi rallentare finchè, stanchi ma felici, rimasero fermi e stretti su quel letto, quasi increduli di fronte a ciò che avevano appena fatto.

Si guardarono negli occhi ancora qualche istante, poi si concessero alcune carezze e dei baci lenti e morbidi per altri minuti prima di separarsi e farsi avvolgere dal calore delle coperte.

Non dovevano fuggire da nessuna parte, potevano rimanere lì insieme a dormire, l'uno accanto all'altra, senza bisogno di salutarsi nel buio e stare attenti a non farsi scoprire.

Forse qualcosa di positivo in quella sfortunata vicenda potevano ancora trovarlo.

Ashley si strinse a lui, nuda e senza più incertezze, poggiò la testa sul suo petto mentre Matt la abbracciava e le dava un ultimo bacio sulla fronte, certa che almeno quella sarebbe stata una notte serena per entrambi.

 

 

  
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