Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: dreamlikeview    23/12/2018    4 recensioni
- A cake by Castiel Novak.
RICETTA: Prendete un Dean emotivamente stitico, amante del Natale quanto il Grinch, un Castiel espansivo e amante del Natale quando Buddy di Elf. Mescolate gli ingredienti con una buona dose di dolci, canzoni natalizie e situazioni imbarazzanti da film natalizi. Cuocete tutto in forno ventilato per qualche settimana, e spolverate con un po' di magia natalizia.
Questa è la storia di come Castiel fece ricredere Dean sul Natale e sull'amore e di come i due si innamorarono follemente in quel posto sperduto dell'Alaska.
[Destiel, Christmas edition, un sacco di fluff e cliché da film di Natale, con la partecipazione straordinaria di Sam Winchester e i suoi maglioni di Natale; short-fic]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, non intendo offenderli e non ci guadagno nulla.


AVVISO: Leggero "flusso di coscienza" utilizzato. L'autrice si scusa per i numerosi cliché utilizzati. Piccolo delirio natalizio per augurare a tutti i miei lettori un buon Natale e un felice anno nuovo. Thanks per il supporto dimostratomi anche in questo 2018, people!


_____________________________

 


“My perfect Christmas”


O come far amare il Natale a quel Grinch del mio fidanzato.

-A cake by Castiel Novak


 

Castiel era ormai fermamente convinto che con Dean ci volessero le maniere forti. Se non avesse amato il Natale in quel modo, giurò a se stesso che non avrebbe tentato di convertire un Grinch misto a Scrooge mai più; tuttavia se ogni cosa fosse andata come sperava, allora avrebbe avuto un bellissimo ragazzo a cui insegnare ad apprezzare il Natale. Aveva appena finito di lavorare alla pasticceria, sapeva che Dean fosse a casa perché era il venti dicembre e la compagnia presso la quale lavorava aveva chiuso il diciotto per ferie natalizie e Dean in quei giorni passava spesso per la pasticceria perché apparentemente non aveva nulla da fare. Aveva portato con sé alcuni dolci tipici natalizi, e tutto il suo spirito natalizio.
«Ciao Dean!» trillò, quando il biondo gli aprì la porta «Devo farti provare delle cose!» esclamò, entrando nell’appartamento dell’amico come se fosse il suo. Dean ridacchiò e lo lasciò entrare. Con orrore notò che avesse anche una busta con altri addobbi natalizi. Non bastavano la calza che aveva portato già e quelle assurde corna da renna?
«Non vedo l’ora davvero» commentò sarcasticamente «Ma quelli?»
«Sono per te, sono convinto che dopo stasera amerai il Natale» e spero che tu ami anche me, si disse mentalmente, perché se i suoi sentimenti non fossero stati ricambiati, ne avrebbe sofferto davvero molto. Detto questo, con il suo telefonino, fece partire Last Christmas, tirando fuori dalla busta di plastica un rametto di vischio – sul serio? – e qualche altra diavoleria natalizia. Dean impallidì.
Oh divinità di tutto il mondo, aiutatemi voi, perché pregare un solo dio – nel quale nemmeno credeva tanto – era poco. Poteva sopportare qualche addobbo fuori dalla sua casa, ma non in casa sua, no. Lui non li accettava. Vide Castiel tirare fuori da quella busta anche un piccolo albero di Natale con delle lucine – era alto venti centimetri e aveva sopra un piccolo angelo – sul quale pose anche l’addobbo che qualche giorno prima gli aveva regalato alla pista di pattinaggio e lo mise sopra a un mobile.
«Lo so che non li ami, lo so che non sopporti il Natale, ma dammi l’occasione di mostrarti che non è male come pensi» disse avvicinandosi a lui, appendendo alla sua finestra alle sue spalle il vischio «Solo stasera, poi, se fallirò, porterò via con me tutto, non vedrai più l’ombra del Natale» promise. E Dean cedette di nuovo davanti ai suoi occhi.
«E va bene» acconsentì, tanto non avrebbe mai amato il Natale; così Castiel si mise a smanettare nella sua cucina, mentre Dean lo guardava con occhio critico e non capiva cosa stesse accadendo, sapeva solo che era stranamente felice. E Cas era maledettamente adorabile.
Last Christmas, I gave you my heart, but the very next day, you gave it away, this year to save me from tears, I’ll give you something special, canticchiava Castiel saltellando per il suo appartamento come una dannata cavalletta, ma Dean non gli avrebbe dato retta, non si sarebbe fatto ammaliare. Si sedette sulla sedia di legno della cucina, incrociando le braccia al petto, osservando le movenze di Castiel, però lui era dannatamente sexy. Appese quell’assurda calza al pomello della credenza e gli sorrise con dolcezza, dicendogli che l’aveva riempita lui stesso, scegliendo i suoi dolcetti preferiti. Dean storse il naso e grugnì qualcosa di incomprensibile.
«Sai che non mi farai amare il Natale così?» disse poi scuotendo la testa «Lo odio da tutta la vita, non bastano una canzoncina, del vischio e una calza rossa per farmelo amare» disse schiettamente «E nemmeno quell’alberello rattrappito che hai messo lì» Castiel assottigliò le labbra in una linea tesa, poi le sue labbra si aprirono in un sorriso, mentre si avvicinava a lui con passo lento e sicuro. Quelle movenze fecero immobilizzare Dean sul posto, come poteva essere una persona così adorabile e allo stesso tempo anche maledettamente sexy?
«Mi darai una possibilità» disse serio, quando si avvicinò; era così vicino a lui che i loro respiri si fondevano, santo cielo, Dean avrebbe voluto eliminare quella distanza e baciarlo subito «Adesso chiudi gli occhi, ti aspetta l’esperienza più bella della tua vita» affermò con sicurezza guardandolo negli occhi con la sua assurda dolcezza, e il suo assurdo modo di fare che riusciva sempre a convincerlo. Castiel sarebbe riuscito a fargli fare qualunque cosa, e lui ne era spaventato.
«Non mi fido, tu farai qualcosa di insensato e io ne pagherò le conseguenze» disse, scuotendo la testa. No, non sarebbe caduto, non avrebbe fallito. Non avrebbe rinnegato i suoi anni di odio verso il Natale solo perché Castiel era lì e lo guardava con i suoi occhioni azzurri e gli prometteva che se si fosse fidato di lui, tutto sarebbe andato bene.
«Non credi nemmeno tu alle tue parole, dai, ascoltami, giuro che non ti addobberò la casa fino a che non lo deciderai tu» promise sorridendo «Ma chiudi gli occhi e permettimi di sorprenderti» disse in un sussurro, abbassandosi verso il suo orecchio, facendolo rabbrividire, e no, quello non era freddo da Alaska, perché i suoi riscaldamenti erano accesi a palla nell’appartamento e avrebbe potuto camminare in mutande se avesse voluto, no, quelli erano proprio brividi da Cas. Così si ritrovò senza parole ad annuire e chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi contro lo schienale della sedia, e Castiel armeggiò con qualcosa, prima di porsi dietro di lui e far passare una striscia di stoffa – una cravatta, sì – davanti ai suoi occhi, bendandolo. Okay, la situazione doveva diventare eccitante? Lo stava seducendo e voleva spingerlo a qualche giochino divertente? Non che fosse contrario, con Cas avrebbe fatto di tutto, ma almeno avrebbe voluto essere avvisato.
«Apri la bocca, Dean» e okay, detta così sembrava davvero una cosa da gioco erotico, ma ormai era in ballo e doveva ballare, giusto? Così assecondò il suo torturatore e aprì la bocca. Poi si ritrovò tra le labbra uno strano sapore, era un biscotto «Adesso mastica» ordinò divertito, e sì, Dean era consapevole di essere arrossito, ma voleva continuare ad essere orgoglioso e a fare finta di nulla; chiuse lentamente le labbra e masticò piano, era una fragrante pasta alle mandorle, sapeva di mandorla e altre spezie che non conosceva, ma doveva ammettere che era davvero molto buona «Adesso bevi questo» disse mettendogli tra le mani una tazza di un liquido strano, era caldo, e aveva un odore di cannella, ma non lo conosceva davvero. Lo portò alle labbra e soffiò lentamente su di esso, ne sentiva il vapore fino al naso e temeva di scottarsi, e ne bevve un po’. Il sapore era divino, era leggermente alcolico, ma non importava, doveva essere l’eggnog, o qualcosa del genere, ed era davvero buonissimo. Dopo qualche sorso, il moro gli tolse la tazza dalle mani, e gli mise tra le labbra un altro dolcetto, stavolta lo riconobbe subito, il dolcetto alla frutta secca che qualche settimana prima gli aveva fatto assaggiare in pasticceria. Castiel continuò a fargli assaggiare dolci, tutti i tipi di dolci natalizi che conosceva: Christmas pudding, cupcakes, muffin, panettoni, pandori, e simili, intervallati da qualche bevanda speziata – anche una cioccolata calda ad un certo punto – e ormai Dean era confuso. I sapori erano buoni, ma che c’entrava con il fargli amare il Natale?
Improvvisamente la canzone cambiò, il biondo non ne capì il motivo, ma sentì chiaramente le note di All I want for Christmas is you, diffondersi nell’aria dell’appartamento. I don't want a lot for Christmas, there is just one thing I need and I don't care about the presents underneath the Christmas tree… seguirono un paio di dolci, uno era francese gli aveva spiegato Cas, poi Castiel gli tolse di nuovo la tazza tra le mani, ma non gli diede altri dolcetti, no, Dean lo sentì mormorare qualcosa sulle sue labbra e il suo cuore fece una capriola avvitata al contrario, con tanto di salto carpiato.
«Sai, Dean? La tradizione vuole che ci si baci sotto al vischio» sussurrò, era troppo vicino, Dean lo sentiva respirare ad un palmo da sé «E una leggenda dice, che se due persone che non stanno insieme si baciano sotto al vischio, allora sono anime gemelle» sussurrò, Dean sarebbe rimasto giorni ad ascoltare la voce calda di Cas sussurrargli cose, ma non capiva perché il suo cuore reagisse così a quello. Anzi lo capiva, ma non voleva ammetterlo ad alta voce, non voleva farsi male, non voleva soffrire… Make my wish come true, all i want for Christmas is you, sussurrò ancora Cas prima di abbassarsi verso di lui, e dopo un secondo, sentì le labbra secche e screpolate del moro posarsi sulle sue, e le sue braccia allacciarsi dietro il suo collo. Deglutì un paio di volte, prima di rispondere al bacio, incredulo per ciò che era accaduto, Castiel lo stava baciando davvero? Era un bacio dolce, uno sfioramento di labbra quasi esitante, un bacio casto e imbarazzato. Subito Dean si staccò da lui e si tolse la benda e proiettò il suo sguardo in quello del moro, interrogativo, lo vide mordicchiarsi le labbra e sorrise intenerito. Subito l’imbarazzo scemò dal suo corpo, mettendogli una mano dietro la nuca, avvicinandolo a sé e premendo con decisione le labbra su quelle di Castiel, baciandolo con dolcezza e passione, stringendolo contro di sé, come se avesse sempre desiderato solo questo e l’altro ricambiò il bacio con la stessa intensità sua, lo baciò quasi tirandogli via l’anima, lo baciò come se da quello dipendesse la sua vita e si strinse a lui, come se avesse sempre desiderato tutto quello.
«Quindi con tutta quella storia, cercavi solo di sedurmi?» scherzò «Non potevi dirmi direttamente che ti piaccio?» Castiel lo colpì giocosamente su una spalla, guardandolo contrariato.
«Hai rovinato il momento! Avevo creato un momento perfetto» si lamentò «Forse è per questo che mi piaci».
«Vieni qui, mi faccio perdonare» sussurrò baciandolo ancora. Non avrebbe mai smesso di baciarlo, ne era certo, il moro non se lo fece ripetere due volte e ricambiò il bacio con la stessa intensità affondando le mani nei capelli di Dean, sentendo l’altro reagire positivamente al bacio.
«Cas… non mi stai seducendo solo per farmi amare il Natale, vero? Perché tu che mi illudi così potrebbe essere l’ennesima delusione natalizia della mia vita…» borbottò contro le sue labbra, Dean era così insicuro tra le sue braccia in quel momento ed era adorabile, pensò Castiel guardandolo con tenerezza. Gli prese il volto tra le mani e gli diede un leggero bacio a stampo, poi proiettò il suo sguardo in quello dell’altro ragazzo, senza smettere di sorridere.
«Sei proprio un idiota, pensi davvero che ti abbia baciato solo per farti amare il Natale?» domandò «Certo, mi farebbe piacere che tu lo apprezzassi, soprattutto dopo la fatica che ho fatto per quei dolci e perché io lo amo» disse guardandolo «Ma… Dean, mi sono innamorato di te, perché sei un misto tra il Grinch e Mr Scrooge e non cambierei una virgola di te, anche se, se tu fossi meno emotivamente costipato, io avrei meno problemi a capire cosa pensi e…» Dean lo interruppe appropriandosi delle sue labbra di nuovo, non aveva bisogno di sentire altro, se il suo Cas lo apprezzava così com’era, non poteva essere tanto male, no?
«Anche io…» mormorò a disagio.
«Cosa…?» domandò Cas spalancando gli occhi.
«Anche io… di te, mi sono…» si morse le labbra a disagio «Innamorato». Castiel sorrise, il sorriso più bello che Dean in quei mesi gli aveva visto sul volto, era bastato così poco a renderlo felice? Era bastato così poco per vederlo così?
«La magia del Natale è nell’aria» mormorò giocosamente baciandolo ancora una volta. Dean sorrise sornione e ricambiò il bacio sentendosi un tutt’uno con il suo ragazzo. Poteva dirlo, no? Si amavano e si baciavano, stavano insieme, giusto? Non c’era bisogno di mettersi ancor di più a nudo, no? Non avevano bisogno di parole, in fondo, no? Oh santo cielo, se quello era il paradiso, con Cas sulle sue ginocchia che lo baciava e lo stringeva, allora poteva dire di essere morto felice, perché era la sensazione migliore che avesse mai provato in vita sua.
«Ci vuole una foto» disse Castiel, afferrando il proprio cellulare, aprì la fotocamera interna del cellulare e premette le proprie labbra contro la guancia di Dean mentre scattava la foto e Dean abbozzava un sorriso imbarazzato avvolgendo un braccio attorno alle spalle del moro. Poi ne fece un’altra mentre catturava le labbra del suo ragazzo in un dolce bacio a stampo, e sorrise contro di lui, rilassandosi completamente. Adesso aveva due pezzi rari da mettere alla parete della sua pasticceria.
«Guardiamo un film di Natale, Dean?» domandò Castiel, guardandolo negli occhi sorridendo. Il biondo alzò lo sguardo al cielo e lo baciò ancora zittendolo, sì, avrebbe guardato un altro film di Natale con Cas, sì, avrebbe sopportato di nuovo gli stessi film – e forse Cas gli avrebbe consentito di guardare ancora “Mamma ho perso l’aereo”, perché era uno dei pochi film di Natale che lui amasse davvero, perché moriva dal ridere ogni volta – e sì, avrebbe permesso a Cas di portare un po’ di Natale nella sua casa, perché Cas aveva portato la serenità nel suo cuore.
 
*°*°*°
 
«Ciao, Dean!» esclamò pimpante Castiel quando il suo ragazzo entrò nella pasticceria, stavano insieme da poco, eppure Castiel non si era mai sentito più felice e vivo; il biondo gli sorrise in risposta e l’altro lo prese come un invito ad avvicinarsi a lui. Gli arrivò ad un palmo dal naso e, dopo avergli circondato il collo con le braccia, gli diede un leggero bacio sulle labbra, casto e puro, proprio com’era lui. I clienti erano pochi, del resto era l’anti-vigilia di Natale, le persone erano impegnate nei preparativi al Natale, i soliti clienti erano già stati da lui per una ciambella o un cappuccino, perché erano alla ricerca del regalo di Natale all’ultimo minuto. Dean era andato da lui per aiutarlo con la scelta di alcuni dolci per il pranzo di Natale, Castiel amava cucinare per la sua famiglia, ma era sempre indeciso e temeva in qualche modo il loro giudizio. Così aveva chiesto a Dean di dargli una mano, e avrebbe colto l’occasione per invitarlo a casa sua per il pranzo. Gli avrebbe fatto vivere per la prima volta l’ebbrezza di un pranzo in famiglia il giorno di Natale, in modo che potesse appianare le sue divergenze con la festività. Se prima non ne aveva mai avuto uno decente per colpa di suo padre, poteva imparare ad apprezzarlo grazie al suo fidanzato, no? Potevano creare una loro tradizione natalizia che li avrebbe uniti di più, giusto?
«Sono felice che tu sia venuto» gli disse a fior di labbra sorridendo «Non sapevo proprio cosa preparare per i miei».
«Che ci sono a fare io, allora?» domandò sorridendo «Anche se non festeggio il Natale, non vuol dire che non sia disposto ad elargire i miei saggi consigli sui deliziosi dolci che prepari tu» disse accarezzandogli una guancia «Forza, fammi assaggiare queste prelibatezze e darò il mio giudizio!» esclamò allegro. Per Castiel era strano vedere Dean così propenso e allegro, così disposto a fare qualcosa per il Natale. Sì, sapeva di non illudersi, che era lì solo per mangiare dei dolci, ma era carino che fosse andato da lui, e avesse deciso di dargli una mano in quel momento. Disposto ad elargire saggi consigli, pft…
«Tu non vedi l’ora di mangiare, Dean» commentò sarcasticamente in risposta, poi gli rubò un altro bacio a fior di labbra, dirigendosi verso il bancone, mentre il suo ragazzo scrollava le spalle con sufficienza.
«Qualcuno deve pur fare il lavoro sporco, mi sacrifico volentieri» disse con somma serietà, strappando al moro una risata divertita.
«Aspetta lì, Mr Cavaliere dall’Armatura Splendente, finisco di servire alcuni clienti e iniziamo con la tua missione speciale» sottolineò le ultime parole, strappando una risata anche al biondo che si accomodò al bancone e attese, picchiettando sul legno del bancone con le dita – incredibilmente a tempo di Jingle Bells – che il suo ragazzo tornasse da lui; lo osservò affaccendarsi per servire alcuni clienti e gli venne spontaneo scavalcare il bancone e aiutarlo a sistemare le tazze e i piattini sporchi nella lavastoviglie e a preparare alcune ordinazioni, non era poi così difficile. Castiel spalancò gli occhi guardandolo, ma sorrise dolcemente, chiunque in passato avesse ferito Dean, era stato uno stupido, sì, persino il suo stesso padre. Come poteva non essere orgoglioso di lui? Come poteva avergli rovinato la vita in quel modo? Non sapeva spiegarselo, era strano, era innaturale che un genitore rovinasse la vita in quel modo ad un figlio, incolpandolo indirettamente della morte della madre. Capiva il dolore, ma… era un tantino eccessivo, soprattutto notando quanto Dean fosse legato alla famiglia e al fratello. Era capitato un paio di volte che Castiel si fosse trovato presente durante una delle loro video-chiamate, ed era stato tenero vedere Dean sorridere con quel sorriso morbido e rilassato mentre parlava con il fratello. Non si era intromesso, perché aveva voluto lasciargli la sua privacy, ma Dean ad un certo punto lo aveva coinvolto e gli aveva presentato il fratello; ed era stato in quel momento che aveva conosciuto anche il fratello di Dean e aveva capito quanto fosse fortunato ad aver trovato un ragazzo come lui, lo vedeva negli occhi di Sam durante quella video-chiamata, si vedeva quanto ammirasse il fratello, quanto gli volesse bene; e vedendo quell’affetto tra i due, non era riuscito a farsi una ragione dell’atteggiamento del padre, come aveva potuto accusare il suo stesso figlio di una tragedia come quella che aveva investito la sua famiglia? E forse era anche per questo che si era incaponito, doveva rendere tutto perfetto per Dean, fargli capire che, nonostante il passato burrascoso, il presente poteva essere luminoso e sereno con le persone giuste.
«Questi dove te li metto, Cas?» chiese Dean, strappandolo dai suoi pensieri e indicandogli alcuni utensili utilizzati.
«Lasciali nel lavabo con dell’acqua» disse mentre lo osservava, in mezz’ora Dean era diventato il suo perfetto assistente e aiutante, aveva servito un paio di clienti, preparato dei caffè e stampato dei conti, e lo aveva aiutato nella cucina, lavando e sistemando le cose sporche nella lavastoviglie «Dean, vai a sederti, non è necessario» gli disse per la centesima volta. Non voleva che Dean pensasse che lo invitava in pasticceria per farsi aiutare, aveva sempre fatto tutto da solo, poteva continuare a farlo.
«No, mi fa piacere, tranquillo» disse sorridendo «Dai, sono rimasti due clienti, serviamoli e chiudiamo, così passiamo alle cose serie» disse alludendo ai dolci che aveva adocchiato entrando nella cucina. Castiel si lasciò sfuggire una risatina, mentre afferrava il taccuino delle ordinazioni e andava dai due clienti, gli ultimi della giornata per fortuna. Si avvicinò ai due clienti, sorrise loro con gentilezza e prese la comanda, gli venne spontaneo girarsi verso Dean e dire:
«Dean, prepari due caffè e due biscotti all’amarena?»
«In arrivo, Capo!» esclamò il suo compagno, girandosi verso la macchinetta e iniziando a preparare i caffè. Dean era un po’ troppo a suo agio in quel ruolo, come se avesse già lavorato in un bar o in un luogo simile; lo vide preparare i caffè, metterli su  un vassoio insieme a due biscotti e urlargli subito dopo: «Ordine pronto!» e Castiel si immaginò lì a lavorare con Dean, a mantenere la loro pasticceria, con Dean che stava al bancone e lui in cucina, loro due e la loro pasticceria, la loro quotidianità, la loro vita insieme… deglutì scuotendo la testa. Doveva togliersi quei pensieri dalla testa, Dean aveva il suo lavoro, era solo un caso che avesse deciso di aiutarlo, era lì e lui aveva avuto bisogno d’aiuto, tutto qui, fine della storia. Afferrò il vassoio – ma il suo stato d’animo non era passato inosservato al biondo – e portò l’ordine ai due clienti, sorridendo e, augurando loro una buona consumazione, si allontanò tornando vicino al bancone.
«Tutto okay, Cas?» chiese Dean, mentre asciugava un bicchiere. Santo cielo, sembrava un barman professionista.
«Sì… certo, sono solo un po’ stanco» disse osservandolo «Mi nascondi qualcosa. In un’altra vita eri un cameriere?»
«In un’altra vita, non lo so, ma durante gli anni del college di Sam, sì» rispose divertito «Per cinque anni, ho lavorato la mattina in un bar e la sera in un pub, per aiutare Sammy con le spese del college» spiegò «Poi mio fratello, a mia insaputa, ha mandato il mio curriculum a molte aziende alla ricerca di un assistente personale e sono finito a lavorare per Crowley, il quale dopo un piccolo litigio mi ha mandato qua, dopo un anno che lavoravo per lui» disse con una scrollata di spalle «Fino a che non troverò qualcosa di meglio, resterò attaccato a quel posto, credo» disse, senza nemmeno rendersene conto. Castiel lo guardò, doveva essere stato il destino a farli incontrare allora – o era stato così bravo che Babbo Natale aveva fatto in modo che le loro strade si incrociassero – e sapere che Dean non era felice con il lavoro che faceva… beh, lo riempiva di speranza. Forse poteva azzardare, al massimo si sarebbe beccato un due di picche.
«Non sei felice del tuo lavoro?»
«Non ho mai desiderato lavorare per un despota viziato che sbatte al polo nord chi va contro di lui».
«Hai ragione… io non so cosa significhi fare qualcosa che non si ha voglia di fare, ho sempre amato cucinare e fare dolci, e… quando ne ha avuto l’occasione, mio padre mi ha finanziato e mi ha aiutato ad aprire la mia pasticceria» disse con orgoglio guardandosi intorno «Sarò sempre grato a mio padre per avermi aiutato a realizzare il mio sogno».
Dean gli sorrise in modo caldo e dolce, prima di dargli un leggero bacio. «Sono certo che lui sia fiero di te» sussurrò. Castiel sentì le sue guance andare a fuoco, e dopo un po’ vide la coppia di clienti avvicinarsi al bancone per pagare. Dean batté sulla cassa lo scontrino e disse loro il totale delle consumazioni e il ragazzo pagò per entrambi.
«Siete una coppia meravigliosa, vi auguro un buon Natale e tanta felicità!» esclamò lei.
«Grazie mille, buon Natale anche a voi!» ringraziò Castiel sorridendo, mentre Dean si limitava a un saluto più freddo, senza dire una parola; lei sorrise ad entrambi prima di stringersi al fianco del fidanzato ed uscire stretti l’uno all’altro dalla pasticceria, reimmergendosi nelle strade poco affollate della città.
In quel momento, Cas girò il cartello della pasticceria da aperto a chiuso e senza dire nulla, invitò Dean a seguirlo nella cucina, dove finalmente avrebbe potuto assaggiare i dolci che lui aveva intenzione di portare al pranzo di Natale.
«Ho preparato alcuni dolci tradizionali, sai, biscotti di pan di zenzero, le mince pies, muffin, cupcakes a tema natalizio, anche una cheesecake e poi…» si morse le labbra, tirando fuori un dolce, un dolce che Dean non aveva mai visto «Questo è, uhm, diciamo che… l’ho inventato io? Ha un pan di spagna aromatizzato alla cannella, la bagna aromatizzata con un po’ di rum e cannella, e l’ho farcita con una delicata crema al cioccolato e con gocce di cioccolato fondente… e l'ho decorata con le glasse con i colori natalizi» disse deglutendo «Ho pensato a te… mentre la facevo» disse piano, imbarazzato a morte.
«A me?»
Castiel annuì: «L’ho chiamata My perfect Christmas o Come far amare il Natale a quel Grinch del mio fidanzato» Dean sbatté le palpebre e deglutì, cosa… cosa significava quella cosa? Perché Cas gli stava tirando un colpo così basso? Cosa significava quella scena, e perché quella torta? Perché usare la cannella che lui amava, il cioccolato che lui amava…?
«Dean…? Oddio, non ti piace? Ti giuro che se non… okay, la butto, fai finta di non averla mai vista…» balbettò Castiel, tremando adesso. No, no, Dean non voleva che si dispiacesse, era un gesto inusuale – nessuno aveva mai fatto una torta in suo onore, per fargli amare qualcosa, ecco – e Castiel lo aveva sorpreso, lo aveva lasciato senza parole.
«No, sono sotto shock, credo, nessuno ha mai fatto una cosa tanto carina per me… io…» mormorò «Grazie… posso assaggiare?» domandò, ancora imbarazzato, con le mani che tremavano per l’emozione. Una torta in suo onore, santo cielo. Ma da dove era uscito Cas? Da uno di quei film pieni di magia Natalizia che lui detestava a morte?
«Certo che puoi assaggiare, è il tuo compito!» esclamò Castiel, lasciando andare la paura. Dean aveva accettato quel suo regalo, sapeva che quello non significasse niente, ma non gli aveva urlato contro e non lo aveva mandato a quel paese, quindi era un passo in avanti, era un punto a suo favore. In fretta, gli tagliò una fetta di dolce e la sistemò in un piattino, sulla fetta fece colare una generosa quantità di cioccolato fondente fuso e con una sacca da pasticciere fece un paio di ghirigori di panna rossa, verde e bianca. Uno spettacolo per gli occhi.
«Ecco a te» disse sorridendo, porgendogli il piattino decorato e una forchetta da dolce, mentre in un altro piatto sistemava gli altri dolci, decorando anche quelli a tema e glielo porse.
«Uhm, ascolta, volevo chiederti una cosa» disse mentre Dean mangiava il dolce e gemeva come se stesse avendo un orgasmo, davvero, sapeva contenersi quel ragazzo? Doveva sempre essere così… rumoroso? Ma Castiel sapeva che non l’avrebbe cambiato in nessun modo. Dean era perfetto così com’era per lui.
«Dimmi».
«Anzi due».
«I dolci ti servono per corrompermi, vero? Sai che non ti dirò mai di no, se mangio questi» disse divertito, continuando a mangiare quel dolce avidamente «Comunque è delizioso, quasi sono geloso che lo porterai alla tua famiglia, insomma è mio, io sono il tuo fidanzato Grinch» disse, con un sorriso dolce sul volto – sorriso sporco di cioccolata e panna, ma Castiel lo trovò adorabile ugualmente e lo baciò con dolcezza, assaporando anche lui i sapori della sua torta.
«Sono contento che ti piaccia» rispose sorridendo.
«Dimmi tutto, sono tutt’orecchi» disse afferrando un biscotto di pan di zenzero decorato con glasse colorate e gocce di cioccolato. Castiel aggiungeva sempre del cioccolato quando doveva far assaggiare qualcosa a Dean – non era colpa sua, il biondo amava la cioccolata, ne era drogato, e lui adorava viziarlo un po’, sotto quel punto di vista.
«Mi chiedevo… domani è la vigilia, ti andrebbe di venire con me?» chiese a disagio. Perché non era rimasto sul piano originale? Invitare Dean a lavorare con lui? Forse per sondare ancora di più il campo?
«Dove?»
«Alla mensa per i poveri, vado ogni anno, porto sempre dei biscotti e alcune torte per i senzatetto» disse il ragazzo «Per fare un bel gesto, sai, è Natale, cioè, io porto sempre qualcosa ai senzatetto, non solo a Natale, ma è bello che alla vigilia non si sentano soli… ecco» spiegò balbettando. Non sapeva perché si sentisse così a disagio, forse perché Dean non amava il Natale e lui gli stava chiedendo di fare qualcosa a Natale per altre persone.
«Secondo te ai senzatetto piacciono i maccheroni al formaggio?» chiese in risposta, Castiel si accigliò «Sai, con Sam ho imparato a fare i maccheroni al formaggio in mille modi diversi» un sorriso tese le sue labbra, ma il moro continuava a non capire «Okay, te lo dico chiaro. Verrò con te, ma non per il Natale, perché sei tu, perché mi piace stare insieme a te, e perché è adorabile e ammirevole che tu sia così propenso ad aiutare il prossimo, soprattutto a Natale, e che tu voglia condividere questa cosa con me. Quindi la risposta è sì, verrò» specificò Dean sorridendo «Adesso, mi dici se posso fare i maccheroni al formaggio? Non sono un asso in cucina, sono l’unica cosa che so fa-…» non finì la frase, perché Castiel letteralmente assalì la sua bocca baciandolo con trasporto, okay, se accompagnarlo alle cene per i senzatetto, lo rendeva così felice e desideroso di baciarlo, avrebbe dovuto farlo più spesso. Sentire Castiel così felice, pressato contro di sé, mentre lo baciava, lo rendeva felice.
Dean sorrise contro le sue labbra, accarezzandogli la schiena «Qual era la seconda cosa che volevi chiedermi?» domandò curioso, mordendogli il labbro inferiore «Magari con il secondo sì, mi sbatti sul tavolo e facciamo tante…»
«Dean!» lo interruppe, dandogli un leggero pugno sulla spalla «Sei indecente!»
«Okay, scusa, scusa! Scherzavo!» esclamò.
«Prima pensavo… ti ho visto a tuo agio… potremmo, uhm, lavorare insieme» propose «Tu odi il tuo lavoro, io odio stare tutto il giorno da solo… pensavo solo, sai, che potremmo darci una mano a vicenda. Ovviamente, la paga non sarà altissima, ma… guadagno abbastanza bene con le vendite e… i clienti lasciano sempre le mance e…»
«Cas?»                                    
«Sì?»
«Accetto» disse sorridendo, Castiel non si aspettava due sì su due… poteva tentare anche di chiedere per il pranzo di Natale? O avrebbe osato troppo? «Dopo Natale chiamerò Crowley e gli dirò di aver trovato un altro lavoro, sicuramente più piacevole» disse divertito, mordendosi le labbra. Castiel non ci vide più dalla gioia e lo baciò di nuovo, si poteva essere più felici e stupidamente innamorati? Credeva decisamente di no.
«Potrei davvero prendere in considerazione l’idea di sbatterti sul tavolo» mormorò Castiel divertito.
«Chi stai aspettando? Babbo Natale?» domandò in risposta Dean, ridendo. Castiel gli tirò un pugno scherzoso sulla spalla, e scoppiarono a ridere insieme. Non c’era niente di più bello di quello.
 
 *°*°*°
 
«No! No! Castiel! Non puoi chiedermi una cosa del genere!» sbraitò Dean contro il suo fidanzato – quasi ex a dir la verità – mentre teneva tra le mani un gigantesco pentolone pieno di maccheroni al formaggio. Era andato con lui alla cena per la vigilia di Natale per i poveri, e non ci aveva visto nulla di male in quello, aiutare la gente gli piaceva, aiutare la gente doveva rientrare negli obblighi di ogni cittadino, perché non era giusto che esistessero delle classi sociali e non era giusto che delle persone vivessero in strada, quindi gli aveva fatto piacere passare la giornata in cucina a preparare tonnellate di maccheroni al formaggio – aveva persino comprato una pentola adatta, perché lui, ovviamente, non ne aveva una adatta per cucinare per tutta quella gente, gli aveva fatto piacere  accompagnare Cas lì, alla mensa. Ma non si sarebbe aspettato un colpo così basso, non si sarebbe aspettato un tradimento simile. Vuoi venire al pranzo di Natale da me, domani? Ci sarà tutta la mia famiglia, sarà stupendo! E vedrai che il Natale in famiglia non sarà così male – aveva detto, ma cosa ne voleva sapere Cas di come si sentiva lui? Non aveva avuto un padre che gli aveva rinfacciato di essere stato un bambino che aveva aspettato babbo Natale, e che per colpa sua e dei suoi stupidi desideri sua madre era morta, lui non aveva dovuto lottare ogni anno per evitare che suo padre rovinasse il Natale anche a suo fratello minore (dannazione, suo padre per Natale gli aveva regalato una fottutissima pasticceria, e no, Dean non era affatto invidioso di Castiel, anzi l’esatto contrario, ma Castiel non poteva capire come si sentisse lui) lui non sapeva cosa significasse crescere con un padre che aveva ostacolato ogni sua scelta, che aveva chiuso la porta in faccia a Sam quando aveva deciso di voler studiare legge.
«Dean, è solo un pranzo e…» cercò di dire Castiel.
«No! Non è solo un pranzo! Tu non capisci… tu…» scosse la testa «Senti, no, forse è meglio che io torni a casa, non voglio dirti cose delle quali mi pentirei tra mezz’ora» disse mettendo la pentola su un tavolo «Mi dispiace, io non sono come vuoi tu, non posso essere quello che vuoi, non puoi farmi… amare il Natale e farmelo festeggiare in famiglia, mi dispiace» disse scuotendo la testa «Scusa, ci vediamo in giro» disse voltandosi «Tieni pure i maccheroni e… perdonami» disse allontanandosi da lì, da Castiel, dai suoi sentimenti, dal suo cuore in tumulto. Perché era lui il problema, lo sapeva.
«Dean!» gli urlò dietro Castiel, cercando di raggiungerlo.
«No, lasciami in pace, Castiel!» ahia, il nome intero… «Non posso… io non posso, okay? Lasciami in pace!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola, e lo vide, sì, mentre si allontanava, lo sguardo ferito di Castiel, lo vide e non riuscì ad evitarsi il senso di colpa, perché era colpa sua. Il ragazzo alle sue spalle continuava a chiamarlo, anche se lui l’aveva ferito, lui lo chiamava, ma Dean non si fermava. Continuò la sua corsa verso la salvezza. Sì, forse la sua reazione era esagerata, ma il Natale è una festa per famiglie, Dean, noi non lo siamo, non lo siamo più, le parole di John Winchester, la sua stessa interpretazione di esse, risuonavano nella sua mente come se fossero state urlate, e soffriva troppo, quando pensava al Natale, non riusciva a smettere di soffrire quando pensava al Natale. Castiel si era infilato nella sua vita lentamente e aveva fatto entrare anche la sua stupida tradizione e lui adesso si sentiva un mostro per avergli urlato contro in quel modo. Ma cosa poteva fare? Si era sentito messo alle strette, come un animale in gabbia. Castiel non avrebbe mai potuto capire cosa provava lui in quel momento e si sentiva un mostro per averlo ferito. Ecco cosa faceva il Natale a quelli come lui, rovinava ogni cosa. Fin da quando era piccolo, il Natale era stato fonte di disastri e di enormi problemi, e anche in quell’occasione non aveva deluso le aspettative di Dean. Eppure stavolta ci aveva creduto davvero; lui e Cas, quello che li aveva uniti, il progetto di lavorare insieme… tutto si era sgretolato il giorno prima di Natale. Una coincidenza? Ovviamente no. Dean ne era consapevole, ma era anche colpa sua, perché si era arrabbiato in quel modo? In fondo, poteva semplicemente rifiutare… invece no, si era fatto prendere dalla rabbia e dall’ira, perché aveva sentito dentro di sé ogni cosa al posto sbagliato, quando Cas gli aveva fatto quella proposta. Si era arrabbiato con lui e invece era solo colpa sua, sua che non riusciva a lasciarsi alle spalle anni di sofferenza, sua perché, a causa di quel suo atteggiamento, aveva perso Cas e adesso era di nuovo solo come un cane.
Non arrivò nemmeno allo stabile di casa sua, si fermò vicino all’albero di Natale, dove solo pochi giorni prima, lui e Cas si erano fermati e avevano fatto quella stupida cosa dei desideri sulle pergamene, e si ritrovò a fissare quei bigliettini appesi all’albero, quante persone avevano espresso un desiderio? Quanti bambini? Quanti sarebbero stati delusi come lui? Alla fine, era sempre lui quello che finiva con il cuore a pezzi e la consapevolezza di essere sbagliato, perché, andiamo, Castiel non lo avrebbe accettato più, non dopo la crisi isterica (forse aveva ragione Sam a dargli della drama queen) per un misero invito a pranzo. Avrebbe dovuto strisciare ai suoi piedi per farsi perdonare, avrebbe dovuto supplicarlo e non sarebbe stato abbastanza, semplicemente perché lui non era abbastanza. Lo aveva sempre saputo, no? Perché non imparava una buona volta?
«Non dovresti essere qui, giovanotto» gli disse un uomo alle sue spalle «Questi periodi di festa sono fatti per essere trascorsi con la famiglia, perché sei qui tutto solo?» chiese. Dean sospirò, ci mancava solo che si mettesse a parlare con qualche povero barbone che gli impartiva lezioni di vita. Davvero, ne aveva abbastanza per quella notte. Si voltò verso di lui e un sorriso ironico spuntò sulle sue labbra. Certo, ovviamente doveva essere un fottutissimo uomo vestito da Babbo Natale a parlarmi, che culo.
«I miei sono morti, mio fratello vive in California e ho appena litigato con il mio ragazzo» disse, senza nemmeno rendersene conto, stava davvero impazzendo, adesso si metteva a spiattellare tutti gli affari suoi ad un completo estraneo per di più travestito da Babbo Natale, un incubo, insomma «Qualche giorno fa, io e lui eravamo qui insieme, abbiamo scritto un biglietto e lo abbiamo messo sull’albero. Stupido, vero? Come si può pensare che uno stupido albero, possa far avverare i sogni? Ma lui ci crede così tanto che non ho saputo dirgli di no, che ironia» rise senza gioia nella risata «E ho appena litigato con lui, credo di averlo ferito, faccio schifo nei rapporti con le persone» disse mortificato abbassando la testa «Sono stato un idiota».
«Può capitare di sbagliare, ragazzo» disse l’uomo appoggiandogli una mano sulla spalla «L’importante è saper rimediare, io sono certo che farete pace, dopotutto è Natale» gli disse. Dean alzò gli occhi al cielo, ma non rispose «Sì è fatto tardi, ti auguro un buon Natale, ragazzo» disse prima di allontanarsi e sparire letteralmente. Dean strabuzzò gli occhi, okay, aveva appena parlato con un barbone travestito da babbo Natale che gli aveva consigliato di pentirsi dei suoi sbagli, e di ricominciare. Chiuse gli occhi per un attimo, era tutto assurdo, e litigare per uno stupido pranzo di Natale non faceva parte dei suoi piani. Prese un paio di boccate d’aria, prima di incamminarsi di nuovo verso la mensa dei poveri, e cercare di parlare con Cas, ma quando arrivò, non c’era. Uno dei volontari gli disse che era andato via quasi subito dopo di lui, e Dean, mortificato, si offrì di aiutare al posto di Castiel, visto che lì c’erano un centinaio di senzatetto e solo tre volontari. Forse poteva iniziare a pentirsi dei suoi peccati facendo una buona azione. Ma sapeva di dover chiarire con Castiel, presto o tardi, il momento del chiarimento sarebbe arrivato, e sapeva che se avesse aspettato sarebbe stato troppo tardi e avrebbe perso Cas per sempre.
 
Quando rientrò a casa sua, sullo zerbino c’era un pacchetto, strabuzzò gli occhi, e lo prese tra le mani, il pacchetto era stato impacchettato a dovere, con cura e meticolosità, doveva essere di Castiel. Gli aveva lasciato un regalo, nonostante tutte le cazzate che aveva fatto? Aprì la porta di casa ed entrò stringendolo tra le dita come se fosse stato la cosa più preziosa mai tenuta tra le mani. Si sedette vicino al tavolo della cucina e lo scartò in fretta, strabuzzò gli occhi, era una foto sua e di sua madre, scattata durante uno dei suoi primi (e unici) Natali, aveva dimenticato che esistesse, lui era solo un bambino, forse aveva avuto due anni o tre, e sua madre sorrideva felice, stringendolo tra le braccia, lei indossava un’aureola da angelo, mentre lui un cappello verde da elfo. Una lacrima sfuggì ai suoi occhi.
C’era un biglietto, ovviamente, Castiel doveva colpire fino in fondo, vero? Lo aprì tremando, non sapeva cosa aspettarsi dopo quella foto, ma come diavolo l’aveva avuta?
Caro Dean,
Questa foto mi è stata mandata da tuo fratello qualche giorno fa, stavo ancora pensando al regalo giusto da farti, quando mi è arrivata e ho pensato che sarebbe stato carino incorniciarla per regalartela. So che odi il Natale, so che stai male se pensi a cosa ti è accaduto e mi dispiace essere stato insensibile con te, questa sera. Sono stato indelicato e ho spinto troppo la mano. Mi hai permesso di entrare nella tua vita e ti ho ferito, ho esagerato, ho tirato troppo la corda, non avrei dovuto invitarti. Il fatto è che mi sono reso conto di essere stato egoista, ho pensato solo alla mia felicità e non alla tua. E mi dispiace. Mi dispiace, so che per te il Natale è fonte di dolore, so quanto soffri e mi dispiace essere stato insensibile proprio con te, mi dispiace essere la causa del tuo ennesimo pessimo Natale.
Mi dispiace aver insistito tanto.
Ti amo, lo sai, vero? Maledizione, vorrei dirtelo di persona.
Spero che tu possa perdonarmi, se non lo farai, capirò. Il mio invito è sempre valido per te, lo sarà sempre, ma non devi se non vuoi, non sei obbligato. Solo, Dean, ti prego, non restare da solo; chiama Sam, chiama un amico, o chiunque altro (anche me se vuoi, sono disposto a rinunciare al pranzo di Natale) ma non restare solo, ti prego.
Non devi dimenticare il passato, non devi cancellarlo, non devi festeggiare se non vuoi, nessuno ti obbliga. Ma è ora che inizi a capire che, sebbene tuo padre sia stato un assoluto – per citare te – figlio di puttana, tu hai una famiglia che ti ama, hai Sam, e hai me. E avrai la mia famiglia, se accettassi di farti presentare come mio fidanzato (non necessariamente a Natale, che sia chiaro. Quando vorrai, se vorrai, se mi vorrai ancora nella tua vita.)
Ti amo,
Buon Natale.
Con amore,
Cas.
Dean rilesse quella lettera, e alcune piccole lacrime iniziarono a fuoriuscire dai suoi occhi, come poteva Castiel chiedergli di perdonarlo? Lui non doveva perdonare Castiel, non aveva niente di cui farsi perdonare, era Dean che doveva essere perdonato per aver trattato male l’angelo che gli era stato mandato solo per salvarlo dalla sua disperazione. Si passò una mano sul volto, era stanco e invaso dalle lacrime, ma doveva essere forte, doveva reprimerle o almeno fermarle e alzarsi da quella dannatissima sedia e andare da Castiel per parlare con lui. Si sentiva in colpa, perché il ragazzo aveva pensato che fosse colpa sua, quando non lo era affatto, era colpa di Dean e del suo stupido rivangare il passato, e sì, era stupido, maledettamente stupido, sapeva di esserlo, e aveva appena fatto la più grande cazzata della sua vita.
Si alzò – dopo minuti infiniti – ed uscì dal suo appartamento, diretto a quello di fronte, quello di Cas, osservò quell’enorme ghirlanda appesa al legno della porta e sospirò. Alzò la mano per suonare il campanello e si fermò a mezz’aria, cosa avrebbe dovuto dirgli? In che modo avrebbe dovuto scusarsi? Strinse la mano sollevata a pugno e si voltò per tornare al suo appartamento, ma una forza superiore alla sua volontà lo bloccò. Era indeciso, e lui non si era mai sentito così.
Se tu non fossi così emotivamente costipato, sarebbe più facile – gli aveva detto una volta Cas, ma lui non aveva mai capito cosa volesse dire, e se avesse voluto dirgli proprio che nel momento del bisogno, non avrebbe saputo cosa fare? Si voltò di nuovo verso la porta di Cas e chiuse gli occhi, inspirò profondamente e poi espirò, lasciando andare tutta l’ansia. Poteva farcela, doveva farcela. No, non posso farcela, si disse fissando il campanello.
Fallo, idiota.
Se lo farai, ti vedrà come l’idiota che sei, quello che lo ha lasciato andare per una cazzata, non farlo.
Fallo e sarai felice, meriti di essere felice. Dean si prese la testa tra le mani scuotendola, sii uomo, Dean!
Aprì gli occhi e si rese conto di essere patetico, di non meritare quel meraviglioso ragazzo, si rese conto che, per quanto ci avesse provato, non sarebbe mai stato il ragazzo di cui Castiel aveva bisogno, perché lui era emotivamente stitico e Castiel aveva bisogno di tutt’altro, aveva bisogno di qualcuno che era il suo esatto opposto.
Scosse la testa e tornò nel suo appartamento, chiudendosi la porta alle spalle, senza nemmeno pensare di riaprirla, si gettò sul letto e sospirò; guardò l’orario, erano le tre di notte, tuttavia non voleva che Castiel pensasse che fosse colpa sua, così gli scrisse un breve messaggio.
Cas, non è colpa tua, mi dispiace essere stato uno stronzo” – e lo inviò senza nemmeno guardare se avesse fatto qualche errore di battitura. “Ps. Ti amo anch’io” – scrisse solo, senza inviare il messaggio, lo salvò nelle bozze e strinse il cuscino, cercando di dormire. Prima o poi, sarebbe riuscito a tirare fuori le sue emozioni, ma non in quel momento, in quel momento voleva solo dormire e dimenticare, dormire e sperare di svegliarsi in un altro posto, dove magari lui e Castiel erano felici, erano insieme e Castiel non lo odiava per quello che gli aveva detto.
Forse avrebbe solamente dovuto smettere di illudersi, ed evitare di infatuarsi di altre persone.
«Buon Natale, sfigato» si disse tra sé e sé, senza riuscire a smettere di pensare a quanto fosse stato stupido, a quanto avesse perso solo perché non aveva voluto dire di sì a Castiel, per una sua paura. Alla fine, quella volta, la maledizione del Natale l’aveva attuata lui, perché, prima che lui urlasse contro Cas per quell’invito, erano felici, stavano allestendo la mensa per i poveri e lui aveva cucinato tutta la giornata i maccheroni al formaggio, mentre Castiel preparava torte e biscotti, erano felici mentre lo facevano, si sorridevano, Cas assaggiava la salsa al formaggio e Dean gli rubava pezzi di impasto, le canzoni preferite di Cas risuonavano nell’ambiente (ormai non gli davano più fastidio) e loro due sembravano due adolescenti felici e spensierati, perché aveva fatto quella cazzata? Perché gli aveva urlato contro?
Mentre si addormentava, Dean ripensò a Castiel, ripensò a com’erano state facili le cose con lui, com’era stato semplice permettergli di entrare nella sua vita, permettergli di stargli accanto, com’era stato facile decidere di lasciare il suo lavoro, per andare a lavorare con lui nella pasticceria, com’era stato facile innamorarsi di lui, senza nemmeno rendersene conto, con Castiel tutto era facile, perché lui era un grand’ascoltatore, perché lui vedeva il bello anche nella merda più totale, perché lui era puro come un angelo e riusciva a tirare fuori il meglio delle persone.
Non ebbe il coraggio di alzarsi dal letto, ma mentre scivolava nel sonno, agitato, una lacrima solitaria sfuggì al suo controllo, perché sapeva che niente sarebbe tornato ad essere lo stesso, adesso che Castiel non era più nella sua vita.
Quello che Dean non sapeva, mentre si crogiolava nel dolore e nell’autocommiserazione, era che, contrariamente alla sua volontà, quel messaggio era stato inviato e nella casa accanto, qualcuno stringeva tra le mani il cellulare pensando che non fosse tutto perduto, che non fosse tutto finito per un mezzo litigio. Una speranza c’era ancora.
 
*°*°*°
25 dicembre, ore 11.50.
La porta del suo appartamento trillò, Dean aveva ancora la testa sotto al cuscino, voleva solo morire, era il fottutissimo giorno di Natale e lui voleva morire sotto le coperte, senza alzarsi. Faceva un freddo glaciale quella mattina, aveva alzato i riscaldamenti ad una temperatura desertica e se ne stava sotto le coperte a cercare di dare un senso alla propria vita, che di senso non ne aveva più. Non aveva preso il cellulare, che era diventato una patata bollente, sicuramente, a scrivergli, erano i suoi colleghi che gli inviavano gli auguri di buon Natale – buon Natale un cazzo, un cazzo! – e aveva deciso di restare confinato sotto le coperte fino al ventisei dicembre, e così evitarsi le canzoni, gli auguri e la compassione, ma qualcuno aveva deciso di andare a rompere i suoi santi coglioni di prima mattina, la mattina di Natale, e decise di ignorare il disturbatore. Non aveva voglia di parlare con la gente, non dopo aver raccontato tutti i cazzi suoi ad un barbone travestito da Babbo Natale la notte prima. Doveva essere stato parecchio disperato per fare una cosa del genere. Poi aveva anche mandato un messaggio di scuse patetico a Castiel, ma non sapeva se fosse servito allo scopo, perché non aveva il coraggio di prendere il telefono tra le mani, e il campanello suonò di nuovo. E ancora. E ancora. E ancora.
«Insomma, si può sapere che cazzo vuoi?» esclamò arrabbiato raggiungendo la porta indossando solo i boxer e una canotta – forse aveva freddo per questo, si disse – e spalancò la porta dell’appartamento, trovandosi davanti, in tutta la sua altezza suo fratello, con il suo sorriso smagliante, un giaccone stretto addosso, un cappello e una sciarpa che gli riempiva il volto.
«Maledizione, Dean!» esclamò entrando «Mi sto ghiacciando qua fuori! Non scherzavi quando parlavi di freddo polare».
«Sam! Sam, che diavolo ci fai qui?» chiese.
«Credevi ti lasciassi solo a Natale? Okay che sei il Grinch, ma tutti hanno bisogno di qualcuno a Natale» disse sorridendo «Buon Natale, fratellone!» disse porgendogli un pacchetto. Dean batté le palpebre qualche istante, razionalizzando cos’era appena successo. Suo fratello, il suo fratellino, si era precipitato dalla California all’Alaska per lui, per passare il Natale insieme, non sapeva se ridere o piangere «Cos’è quella faccia, non sei felice di vedermi?» domandò.
Dean scosse la testa incredulo e dopo qualche istante, gettò le braccia attorno al collo del fratello, stringendolo forte a sé, tornando finalmente a respirare. Non sapeva neanche quantificare quanto gli fosse mancato suo fratello in quei mesi, a volte sentirlo solo via telefono era così poco che non se ne rendeva nemmeno conto. Lo strinse forte, e sentì il minore ricambiare la stretta nello stesso modo, erano passati i tempi in cui erano piccoli e si abbracciavano in quel modo, ma sembrava che in quel momento fosse tutto ciò di cui avevano bisogno. Quando si separarono, Dean lasciò che il fratello si togliesse il giubbotto e tutto il resto e poi lo condusse in cucina, c’erano ancora dei biscotti del giorno prima – Cas era stato così premuroso da lasciargliene qualcuno, perché so quanto ti piacciono, Dean, ne ho fatti in più apposta! – e mise su il caffè, giusto per tenere le mani occupate, mentre Sam si guardava intorno, notando ogni cosa. Anche le foto che Castiel aveva appeso alla sua cappa con dei magneti, quelle che si erano scattati proprio lì, in quella cucina, quando Cas lo aveva baciato per la prima volta. Poi lo sguardo del minore tornò sul fratello maggiore, che gli dava ancora le spalle.
«Sei a pezzi, Dean» gli disse il minore guardandolo «Cos’è successo?»
«Io…» abbassò lo sguardo «Io… avevo così paura di mandare tutto a rotoli, che ho finito per farlo, incolpo il Natale per questo, perché sembra che tutte le disgrazie della mia vita partano da questo giorno, ma… io lo so, sono io il problema» disse sottovoce, sospirando «Ieri sera ho discusso con Cas, me ne sono andato e l’ho ferito perché lui mi voleva a casa sua per Natale» mormorò «E io invece di rifiutare cordialmente gli ho urlato contro… sono uno stronzo».
«Non sei stato molto carino, no» disse «Ma sono certo che se vai da lui, capirà, vi chiarirete e andrà tutto bene».
«Sei sempre così ottimista» bofonchiò, sedendosi davanti a lui con due tazze di caffè, spingendo verso di lui il piatto con i biscotti «Sono i biscotti di Cas, comunque. Ieri abbiamo, uhm, cucinato insieme per i poveri» disse.
«Hai fatto i maccheroni al formaggio, vero?»
«Oh sì, una pentola enorme e piena» disse fiero. Sam alzò un sopracciglio verso di lui, guardandolo con quello sguardo, quello che gli rivolgeva ogni volta che doveva convincerlo a fare qualcosa che non voleva affatto fare.
«Tu adesso ti alzi da quella sedia» disse perentorio «Vai in bagno, ti fai una doccia, e per carità indossi qualcosa di decente, non ci tengo a vederti ancora in mutande. Poi vieni di qua, prepari i tuoi famosi maccheroni al formaggio e vieni con me a casa di Castiel» disse con serietà «Ti riprendi il tuo ragazzo e ritorni ad essere sereno come quando ti ho sentito l’ultima volta su Skype, con quel moretto che ti girava intorno eri un altro, Dean».
«Sammy…»
«Niente Sammy. Vai. Penso che il mio regalo ti sarà utile!» esclamò spingendogli contro il pacchetto «Forza!»
Dean borbottò contrariato, ma prese il pacchetto di suo fratello e lo aprì, c’era una scatola e dentro ad essa c’era un maglione rosso e verde, con un enorme pupazzo di neve con il cappello di Babbo Natale.
«No! Oddio, non indosserò mai un maglione alla Bridget Jones!»
«Muoviti e va' a riprenderti il tuo Mark Darcy, Bridget!» esclamò divertito Sam.
«Perché devo essere io Bridget?» si lamentò.
«Perché sei una drama queen, adesso muoviti!» ribatté il minore divertito, e Dean non riuscì ad obiettare di nuovo e fece esattamente ciò che il fratello gli aveva detto. Forse era stato un caso, dopo il litigio, suo fratello arrivato lì come per magia proprio quando ne aveva più bisogno. Forse invece era proprio così che dovevano andare le cose.
Uscì dal bagno dieci minuti dopo, indossando quell’orribile maglione, ma notò con gioia che Sam ne avesse uno uguale. Si doveva essere cambiato mentre lui era in bagno: «Bel maglione» osservò divertito.
 
25 dicembre ore 13.30
Dean e Sam Winchester erano fuori alla porta di casa di Castiel, con una pentola di maccheroni al formaggio e un biglietto di Natale – Sam l’aveva tirato fuori dalla sua valigia, come se avesse intuito che potesse servirgli – si sentiva un vociare enorme da dentro, i famosi parenti che invadevano lo spazio vitale di Cas ogni anno a Natale, osservò Dean. Solo dopo aver scambiato uno sguardo con Sam, si fece coraggio e suonò il campanello. Attesero qualche minuto e poi la porta si aprì, una donna molto simile a Castiel rivolse loro un tenero sorriso.
«Desiderate?»
«Ehm, c’è Castiel?» chiese «Mi scusi, buon Natale, sono Dean, cerco Castiel…» mormorò tutto insieme, agitato perché quella doveva essere la madre di Cas e lui stava facendo una pessima figura con la donna «Lui è mio fratello, Sam».
«Sei Dean? Il Dean di Castiel?» chiese lei, non attese neanche una sua risposta «Ti aspettavamo, caro!» esclamò trascinandolo dentro «Castiel ci ha tanto parlato di te, vieni dentro, caro, vieni dentro!» esclamò ancora «Castiel, è arrivato il tuo ragazzo con suo fratello!» urlò ancora «Metti pure la pentola in cucina, conosci la strada, suppongo» concluse rivolta a Dean, il quale si sentiva frastornato. Castiel aveva parlato di lui alla sua famiglia? Castiel… non lo aveva nascosto, non si vergognava di lui. Quasi si commosse, pensando che forse c’era una speranza per lui e per il moro; ringraziando la donna, ancora sorpreso, si recò in cucina per posare la pentola quando si ritrovò davanti proprio il suo Cas, il quale gli rivolse un dolce sorriso e, prendendo l'iniziativa, si avvicinò a lui lentamente, gli tolse la pentola dalle mani e lo afferrò per il maglione, tirandolo verso di sé, dandogli un leggero bacio a stampo. «Buon Natale, Dean» sussurrò sulle sue labbra «Grazie».
«Ti amo» disse in risposta guardandolo «Mi è preso il panico, ieri, non so cosa, perché… sono stato un idiota e mi dispiace averti ferito, non… non avrei dovuto, non avrei voluto. Mi dispiace e ti amo, ti amo così tanto…» Dean mise le sue mani sui fianchi di Castiel, affinché non si allontanasse da lui, per paura che sparisse da lì.
«Ti amo anch’io, Dean» sussurrò «Ed è tutto a posto, credimi. Sei qui, è questo che conta» disse poi, accarezzandogli una guancia «Ho letto il tuo messaggio. Anzi i tuoi messaggi, ho capito che avevo esagerato… ma sono felice che tu sia qui, adesso».
«E… grazie, ho trovato la lettera e la foto e io non ho niente per te…» disse velocemente, cercando di giustificarsi, ma Castiel lo zittì baciandolo di nuovo, sorridendo contro le sue labbra. Era lì, non importava nient’altro. Il cuore gli batteva all’impazzata nel petto, sicuramente le sue gote erano rosse, ma tutto andava bene. Tutto era perfetto. Era con Cas.
«Ho tutto quello di cui ho bisogno, in fondo, tutto quello che voglio per Natale sei tu» sussurrò citando quella canzone che Dean tanto odiava, ma adesso amava anche un po’. Lo strinse forte a sé, e lo baciò ancora una volta, tanto per rendersi conto di non essere in un sogno.
«Cassie, mi sono perso qualcosa? Da dove è spuntato quell’adone? È il tuo regalo di Natale per me?»
«No, Gabe, è il fratello di Dean» disse scuotendo la testa «Dean, ti presento Gabriel, mio fratello, Gabe, lui è Dean il mio…» tentennò per un attimo, ma ci pensò il biondo a toglierlo da ogni impiccio, almeno questo poteva farlo per lui.
«Ragazzo, sono il suo ragazzo, piacere» lo anticipò Dean, porgendo la mano al ragazzo appena arrivato «E quel ragazzo di là è mio fratello, Sam, sono certo che tu sia il suo tipo, provaci» disse «In fondo, noi Winchester abbiamo un debole per voi Novak, può essere una cosa ereditaria» ridacchiò, girandosi verso il moro e infossando il naso nei suoi capelli, inspirandone il profumo. Stranamente, si sentiva felice e rilassato e non sapeva nemmeno come fosse possibile.
«Mi piace questo tipo, Cassie, non lasciartelo sfuggire!» esclamò sparendo dalla cucina e raggiungendo la sala da pranzo, dove lo sentirono chiaramente presentarsi a Sam, e dopo un po’, sentirono Sam ridacchiare ad una battuta di Gabriel.
Dean e Cas si scambiarono un altro dolce bacio, prima di lasciare la cucina mano nella mano, dirigendosi dai parenti di Castiel. Dean si presentò ufficialmente a tutti e tutti lo accolsero davvero bene. Pranzarono insieme, e Dean si sentì a suo agio, si sentì in famiglia per la prima vera volta in vita sua, i familiari di Cas lo trattarono come se lo conoscessero da sempre e questo gli riempì il cuore di gioia; e quando alla fine del pranzo, Castiel tirò fuori la torta che aveva fatto per lui, un genuino sorriso comparve sulle sue labbra. Forse il Natale non era poi così male, dopotutto.
 
25 dicembre 22.40
«Dean, corri, ci perderemo il falò!» esclamò il moro, trascinandosi dietro il fidanzato, stringendogli una mano, dovevano per forza assistere a quell’evento magico, secondo lui, e chi era Dean per dirgli di no?
«Perché devi sempre trascinarmi in giro per le strade?»
«Perché sei una lumaca!» Dean rise scuotendo la testa e si limitò a seguire l’altro per le strade semi-ghiacciate.
Arrivarono in tempo, già c’era molta gente radunata attorno al falò; il fuoco scoppiettava allegro davanti a loro, mentre le persone staccavano i biglietti anonimi e li gettavano tra le fiamme, intonando canzoni natalizie. Anche Dean ne prese uno, e uno lo prese Cas, poi insieme li gettarono tra le fiamme del falò e li osservarono bruciare lentamente, stretti l’uno all’altro, unendosi di tanto in tanto ai cori. Dean si voltò verso Castiel, un tenero sorriso ad increspargli le labbra e «Buon Natale» sussurrò dandogli un leggero bacio, sorridendo contro le sue labbra, e l’altro ricambiò gettandogli le braccia al collo sorridendo. Il biondo intravide una figura familiare al margine della strada, sbatté le palpebre, stranito, ma lì non c’era nessuno.
«Dean?» domandò Castiel sentendolo teso.
«Mi era sembrato di vedere Babbo Natale» disse ridacchiando scuotendo la testa «Mi hai contagiato troppo con queste tue fandonie natalizie» borbottò «Vieni qui» sussurrò avvicinandolo a sé. Castiel non se lo fece ripetere due volte e lo baciò di nuovo, sorridendo contro la sua bocca. Dean, quella sera, si rese conto che sì, in passato il Natale lo aveva fatto soffrire, ma adesso si rendeva conto che questa festa avesse i suoi aspetti positivi, se vissuto con le persone giuste, con Sam, Cas e quella che adesso poteva considerare un po’, la sua famiglia. In fondo, il Natale era una festa per famiglie e lui adesso ne aveva una bellissima.
Un uomo da lontano osservava la scena con fierezza, ancora una volta la magia del Natale aveva fatto il suo corso, ancora una volta una persona aveva creduto al Natale ed aveva smesso di odiarlo, ancora una volta l’amore aveva trionfato, là dove disperazione e fallimento stavano iniziando a vincere. Svanì in un tintinnio di campanelli, facendo voltare tutti verso il punto dove ora c’era solo un cumulo di neve con due orme dentro. Ancora per un anno, aveva compiuto la sua missione, e l’amore aveva trionfato.
 


________

We wish you a Merry Chrstmas, we wish you a Merry Christmas, we wish you a Merry Christmas and a Happy new year!
Hola people!
Rieccoci come promesso con la seconda parte della shot natalizia. Mi sono divertita da morire a scriverla, così tanto che adesso già mi mancano dopo soli due capitoli! (ecco perché li farò tornare con il seguito di San Valentino, ormai è il corso di produzione LOL) E niente. Questa era per ringraziarvi con tutto il mio cuore di avermi seguita e appoggiata in questo 2018, di averlo reso un po' più leggero di quello che è stato, perché leggere le vostre recensioni ogni volta, mi ha fatto sorridere e scaldato il cuore, mi ha commosso e vi ringrazio. Ringrazio chiunque si sia unito a questa piccola flotta di persone, a chiunque abbia lanciato uno sguardo a una storia, a chi silenziosamente le ha aggiunte alle preferite/ricordate/seguite, a chiunque abbia deciso di aggiungermi agli autori preferiti (matti, siete tutti matti, ma io vi amo lo stesso). Aumentate sempre di più e io non so come ringraziarvi. 
Vi auguro un sereno Natale, e un felice anno nuovo, che questo 2019 vi porti tanta gioia e serenità.
Adesso sto diventando sentimentale, torno ad essere emotivamente stitica come Dean e mi ritiro nel mio antro oscuro a protegettare nuove storiattole e cosine simili. (E no, invece mi tocca studiare per la sessione invernale che a momenti inizierà e io sono come sempre nella m****a. Mi autocensuro, non si sa mai).
Anyway, grazie per questo 2018 insieme, mi auguro di ritrovarvi nel 2019, Io sicuramente tornerò con cose nuove, nuovissime. Grazie ancora per tutto.
A presto, people!
Love you <3
La vostra autrice, Chiara.

 

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: dreamlikeview