Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Cielo_Pietra    23/12/2018    2 recensioni
La storia di Susan fu lasciata al caso, quasi dimenticata, io la riprenderò. Riportando giustizia ad una personaggio che io amavo alla follia. Questa storia racconta le vicende di Susan dopo la morte dei fratelli.
''Chi è Re o Regina di Narnia, resterà per sempre Re o Regina''
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aslan, Famiglia Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo mi ha fatto sudare, ma ci sono arrivata in fondo. per le feste non potevo lasciarvi senza capitolo, e chi mi legge da un pò lo sa (ponti, sabati, vacanze varie) vengo a farvi compagnia. vi auguro una buona lettura, a dopo!


















Dopo qualche bisbiglio e un paio di rami in mezzo i capelli, Susan arrivò alla fonte della voce, appena intravide la figura con chiarezza, non ci penso un istante e si arrampicò con destrezza sul tronco più vicino, purtroppo perdendo le scarpe a terra.
 ‘’Perché è salita su quell’albero, signora?’’ domandò l’animale avvicinandosi
‘’Non lo so. Non ricordo, mi è venuto istintivo’’ disse Susan scendendo a terra
Davanti a lei, vi era un piccolo cucciolo di lupo dal pelo grigio, le sorrideva e non aveva intenzioni aggressive, chissà perché alla sua vista, Susan aveva pensato solo a mettersi in salvo e di correre.
‘’Come ti chiami? ‘’ chiese la ragazza
‘’Mi chiamo Yuma’’ rispose il lupetto
‘’Yuma, ti va di aiutarmi, devo arrivare al castello il prima possibile’’ disse Susan
‘’Certo mia Regina, sono qui per questo’’ rispose Yuma saltellando
‘’La tua mamma non si arrabbierà? ‘’ chiese lei
‘’Ehm…si, mia mamma…ci aspetta lì’’ replicò Yuma
Susan realizzò in quel momento di non avere le scarpe ai piedi, cercandole in mezzo al prato le trova appena più in giù, guarda le scarpe per un minuto poi si avvicina ad un tronco e spacca il tacco di entrambe, quelle erano le sue scarpe migliori ma non sarebbe andata molto lontano coi tacchi nella foresta.
Si incamminarono lungo il sentiero che divideva la foresta a metà, camminarono per molte miglia, Susan non era più abituata a certe cose, ovunque andasse a Londra aveva una carrozza, pessima abitudine per una persona che fino a pochi anni prima riteneva il cavallo un enorme lusso. Si rendeva conto solo in quel momento quando i due mondi fossero separati, nonostante bastasse un armadio in una villa o un corno a portarti dall’altra parte. Non cercava di giustificarsi per aver dimenticato qualsiasi cosa al di fuori del suo mondo perfetto, però forse in un futuro, avrebbe potuto perdonarsi per non essere stata lì coi suoi fratelli, mentre che morivano in un mondo o nell’altro.
Yuma era allegro e pieno di vita, come tutti i cuccioli, ansioso di scoprire cosa il mondo aveva in serbo per lui, in goni angolo un cosa nuova, in ogni odore una sorpresa. Susan si chiese se era mai stata così entusiasta di tutto, prima che la guerra scoppiasse o finisse. Nella sua vita è stata due persone completamente diverse, la ragazza pensandoci teme che il cambiamento sia avvenuto durante la sua permanenza in America, quando lontano dai suoi fratelli pensava spesso a Narnia e alle sue terre, finchè non divenne troppo doloroso pensare a cosa aveva lasciato indietro e cominciò a guardare solo avanti, perdendosi in quella nube di falsità.
‘’Sento che siamo vicini a delle persone’’ disse Yuma interrompendo il fiume di pensieri della ex regina
‘’Credo che tu abbia ragione, c’è un accampamento più avanti, vedo le tende’’ disse la ragazza muovendo un passo, prima di trovarsi bloccata dal lupetto
‘’No, giriamoci attorno. La mamma mi dice sempre di non andare dove ci sono persone’’ replicò Yuma
‘’tranquillo, fidati di me, non ci faranno del male ’’ replicò Susan desiderosa di cambiarsi
I due amici si avviarono verso il campo militare, cercando di evitare il più possibile di sembrare nemici, Susan sapeva bene che in campi del genere vi erano sentinelle in ogni angolo. Infatti, quando furono ben visibili e abbastanza vicini, una voce gli intimò di fermarsi e alzare le braccia.
Yuma cercando di darsi un tono da guardia di alto livello rispose prontamente
‘’Se non l’avessi notato io le braccia non le ho, in ogni caso accompagno una regina al vostro cospetto, fossi in voi mostrerei un minimo di rispetto ’’  replicò Yuma da dietro la gonna di Susan
La sentinella prima rise poi suonò un corno, il rumore di quel piccolo strumento fece scuotere ogni ramo di quella foresta, Susan cominciò a fare qualche passo indietro
‘’Yuma corri via’’ disse Susan
‘’Aveva ragione la mamma’’ rispose cominciando ad andare dietro l’umana
Entrambi corsero tra gli alberi, quando Susan cominciò a sentire rumori di zoccoli alle sue spalle, si mischiò tra la vegetazione più fitta, ma senza mai fermarsi, sapeva che i cavalli più ostacoli trovavano davanti a loro, più fatica facevano. Era arrugginita nelle tecniche apprese in passato, ma non fino a quel punto o almeno, non così tanto come credeva. Però tempo dieci secondi o forse meno, un ombra tra gli alberi afferrò Yuma, che mugugnò. Quando la ragazza si voltò per gridare il suo nome, tutto divenne nero e percepì un dolore alla testa e una sensazione di nausea, prima di svenire completamente.
Dopo un paio di minuti Susan si risvegliò e venne abbagliata dalla luce del giorno, si trovava dentro una grande tenda, quella di un capo a giudicare dall’interno sfarzoso. Andò alla ricerca del suo piccolo compagno con gli occhi, senza trovarne il minimo segno, poi la sua attenzione venne catturata dalla figura imponente e massiccia, benchè seduta, di un uomo che fumava in un angolo.
‘’Dov’è il cucciolo? Giuro che se gli hai torto un solo pelo…’’ cominciò Susan prima di venire interrotta
‘’Tranquilla, è in salvo ’’ replicò l’uomo ‘’Quella che mi insospettisce sei tu. Sembri straniera, non appartenente a queste terre, però sembri sapere come muoverti e questo non ha senso. Chi sei? Il lupo annunciava un reale, ma a detta mia, non sembri più reale di una sguattera con quella roba addosso ’’ concluse alzandosi in piedi
 
Susan rimase come prima cosa, senza parole, nessuno aveva mai osato rivolgerle parole così brutali in nessuno dei due mondi, mai era stata paragonata ad una serva, doveva proprio essere la parte peggiore di se stessa, poi gli venne in mente che era anche lì per ritrovare la sua parte migliore.
‘’Vi posso dare ragione mio Signore, nel vostro mondo io…non sono nessuno, ma nessuno è anche l’uomo che ho di fronte a me. Un uomo che a dei richiedenti asilo, sguinzaglia cavalli e soldati, che aggredisce donne indifese e cuccioli soli. Lei Signore usa uno strumento pericoloso, di cui non conosce la storia e nemmeno i segreti come semplice strumento di richiamo ’’ esclamò Susan rimettendosi in piedi
‘’Parlate a vanvera, non conoscete nulla di queste terre, siete forestiera ma sembrate ben informata, potreste essere una spia, mandata a distruggerci, e non pensiate che un semplice cucciolo e un abito stracciato mi impietosiscano. Definite uno strumento pericoloso, un corno che appartiene alla mia famiglia da generazioni, al tempo nella quale mio nonno riconquistò le terre di Narnia e si ricoprì di gloria, vi fu donato il corno da Aslan stesso, così narra la storia’’ dichiarò il soldato quasi sputando a terra ‘’Ve lo chiederò di nuovo, e solo perché ho fama di gentiluomo, chi siete voi?!’’ domandò di nuovo lui
‘’Un piccolo oggetto, piccolo davvero, un corno bianco raffigurante il nobile leone, così tante storie e così poche verità. Apparteneva ad una giovane ragazza studiosa, donatogli per chiedere soccorso ovunque si trovasse e più recentemente, dopo la sua scomparsa da queste terre, un richiamo per far tornare i vecchi re e regine a difendere la felicità che per così tanto avevano bramato. Nella sua ultima visita, ne diede custodia ad un giovane principe, promettendogli che ogni volta che avesse suonato quel corno, lei sarebbe arrivata di corsa. Chi sono? Adesso non saprei come presentarmi, ma un tempo, tanti anni fa, ti saresti rivolto a me chiamandomi Regina Susan la Dolce ’’ annunciò la ragazza con un pizzico di orgoglio nella voce
Sapeva di aver ammutolito quel giovane soldato spaccone, come solo una signora altolocata sapeva fare, solo con le parole.
‘’Se ho risposto ad ogni vostra domanda, ora ne avrei io un paio da farvi, visto che la galanteria e l’educazione non sembrano albergare in questa tenda. Un gentiluomo come sembrate definirvi, come prima cosa si sarebbe presentato prima di fare un interrogatorio a chiunque, specialmente se donna. In secondo luogo, un gentiluomo avrebbe offerto qualcosa di caldo e dei cambi di vestiti ad una giovane donna, mezza svestita ed infreddolita’’ replicò Susan quasi nervosa
Il giovane soldato sembrò restare paralizzato per qualche minuto, poi si accorse che gli erano state fatte delle richieste e si riprese.
‘’Certamente provvederò subito a richiedere un bagno caldo e un cambio per voi, oltre che una tenda decorosa. In ogni caso, mia Signora io sono Re Caspian, undicesimo del suo nome’’ dichiarò il soldato
Questa volta fu la ragazza a restare senza parole, Susan non resse all’emozione e perse i sensi dallo shock


















Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, ho notato che i lettori di quello precedente sono aumentati e mi fa molto contenta, vi auguro buone feste. se volete farmi contenta lasciate un bel commento :3 così passo delle buone feste anch'io. 
ALLA PROSSIMAAAAA!!!! BUON NATALEEEEEE
   
 
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