Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: Effe_ttoseta    24/12/2018    2 recensioni
Si smaterializzarono in una strada umida e nebbiosa.
Le luci provenienti dagli alti lampioni in ferro battuto creavano nella foschia aloni sbiaditi, rendendo difficile distinguere a prima vista quale fosse l'appartamento giusto in quella successione di mattoncini rossastri, finestre vittoriane e porte d'ingresso sorprendentemente simili fra loro.
Una volta che lo ebbero individuato, si mossero svelti verso il cancellino d'entrata trascinando per il braccio il più lento del gruppo, che si muoveva a piccoli passi incerti come fosse un ubriaco.
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Salve a tutti! Questa storia è una One shot di 2.050 parole. Avrei potuto suddividerla in due capitoli più piccoli, ma l'avevo già tutta disposizione perchè l'ho scritta di getto e ho preferito caricarla direttamente completa. Può essere letta da sola come seguito dei fatti narrati nei film prequel 'Animali fantastici, dove trovarli', oppure si può considerare una continuazione della mia storia 'Battito di ciglia'.
Spero vi piaccia e se avete critiche da farmi, qualunque esse siano, sono ben accette!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jacob Kowalski, Newt Scamander
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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°Nota dell'autore°

Salve a tutti! Questa storia è una One shot di 2.050 parole. Avrei potuto suddividerla in due capitoli più piccoli, ma l'avevo già tutta a disposizione perchè l'ho scritta di getto e ho preferito caricarla direttamente completa. Può essere letta da sola come seguito dei fatti narrati nei film prequel 'Animali fantastici, dove trovarli', oppure si può considerare una continuazione della mia storia 'Battito di ciglia'.
Spero vi piaccia!
PS. Pareri e recensioni sono ben accetti, qualunque essi siano.


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Basta veramente poco per ammaliarti, Newt
 

Si smaterializzarono in una strada umida e nebbiosa.
Le luci provenienti dagli alti lampioni in ferro battuto creavano nella foschia aloni sbiaditi, rendendo difficile distinguere a prima vista quale fosse l'appartamento giusto in quella successione di mattoncini rossastri, finestre vittoriane e porte d'ingresso sorprendentemente simili fra loro.
Una volta che lo ebbero individuato, si mossero svelti verso il cancellino d'entrata trascinando per il braccio il più lento del gruppo, che si muoveva a piccoli passi incerti come fosse un ubriaco.
Newton, il proprietario dell'abitazione, fece strada ai suoi due ospiti e li condusse verso un soggiorno piccolo ma accogliente.
<< Ha bisogno di qualcosa di caldo >> disse alla ragazza alta e bruna che, nel frattempo, stava aiutando Jacob a sedersi su un divano rivestito di tessuto bianco e appoggiato ad una parete color salmone.
<< Con una cioccolata potrebbe riprendersi>> propose Tina.
<< Sicuramente lo renderà un pochino più reattivo, vado subito a preparane un po'>>
Così dicendo si tolse il cappotto, lo appoggiò all'attaccapanni e si diresse verso la cucina: era una stanza piccola e luminosa, ricavata da uno spazio adiacente all'ingresso ed arredata in modo tale da ottimizzare gli spazi interni.
Nel salottino, Jacob rimase seduto dove Tina lo aveva lasciato, le braccia ciondoloni e lo sguardo perso nel vuoto.
<< Newt? Newt, sei tu? >> una voce femminile provenne da una delle due porte chiuse che collegavano il salotto al resto dell'appartamento. Newt sembrò ricordarsi improvvisamente di qualcosa, perchè distolse la sua attenzione dalle tazze di porcellana con cui stava armeggiando ed entrò precipitosamente in salotto.
Nello stesso istante la porta al centro della sala si spalancò ed apparve la figura di una ragazza bassa, vestita con un camice bianco stretto in vita e folti capelli rossi e ricci acconciati con due crocchie. La bacchetta era tesa e aveva l'aria molto agitata. Tuttavia sembrò rilassarsi alla vista di Newt.
<< Oh, sei tu! >> ansimò abbassando le difese e abbozzando appena un sorriso.
<< Stavo dando da mangiare agli Snasetti quando ho sentito delle voci provenire da quassù. Mi sono spaventata a morte. Oh, ehm, forse ti stai chiedendo che ci faccio qui a quest'ora... Beh, insomma, l'altro giorno ho trovato il biglietto che hai lasciato di sotto e... avevo capito che saresti stato via per settimane... Allora ho pensato che sarebbe stato meglio per... per gli animali, soprattutto quelli piccolini, se fossi rimasta qui con loro anche di notte, ho pensato che non si sa mai, no? Spero che la cosa non ti dia fastidio, Newt...>>.
Il modo concitato con cui aveva parlato e il suo sguardo, rimasto fisso su Newt da quando aveva varcato la soglia della stanza, tradivano una certa adorazione per il ragazzo che aveva di fronte.
Ad un tratto però, qualcun'altro sembrò catturare il suo interesse: Tina si era alzata dal divano e si stava avvicinando a loro. Camminava lentamente, con le braccia conserte e un'espressione rigida sul volto. Si fermò solo quando fu vicina a Newt e gli rivolse un'occhiata che era una tacita richiesta di spiegazioni.
<< Sento puzza di guai, amico >> la voce di Jacob arrivò dal divano laconica ed inespressiva.
Newt gli dedicò un rapido sguardo prima di rivolgersi a Tina.
<< Sì, ecco, lei è Bounty: è la mia allieva ed assistente. Ha un grande interesse per le creature magiche, apprende molto in fretta i miei consigli e mi dà un aiuto quando non ci sono: con lei so per certo che i miei animali sono in buone mani, come vedi è molto apprensiva>>.
Tina inarcò un sopracciglio e guardò in viso la ragazza.
Poi Newton continuò: << E Bounty...questa è Tina>>.
Pensando che fosse una specie di presentazione e che fosse maleducato ignorarla, l'Auror tese (con una certa indolenza) la mano verso Bounty.
L'assistente del magizoologo fissò immobile la mano tesa di Tina e dopo qualche secondo disse:
<< Ti ringrazio Newt. Ora però, se non hai nulla in contrario, andrei volentieri a casa a riposarmi. Le tue creature non hanno più bisogno di me>>.
Gli rivolse un sorriso mesto e senza attendere in risposta un segno d'assenso si diresse verso l'ingresso, aprì la porta e sparì nella fresca notte londinese.
Che fra di loro non ci potesse essere feeling, Tina lo intuì nell'istante in cui lo sguardo di Bounty si era posato su Newt. Ma ciò che le parve strano fu il constatare che anche Bounty provava la stessa antipatia nei suoi confronti.
<< Ti chiederei se per caso ho detto qualcosa di sbagliato, visto che mi ha totalmente ignorata. Ma dato che non ho aperto bocca, penso che non ce ne sia bisogno. Si comporta così con tutte le persone che incontra, per caso?>> sul suo volto comparve un falso sorriso stirato, che non riuscì a nascondere un crescente nervosismo.
<< Ehm, no. Non con tutte>>
<< Ah, meno male>>
Per evitare di peggiorare quel momento imbarazzante, Newt lasciò il salotto e tornò in cucina.
Dopo una manciata di minuti si ripresentò con tre tazze fumanti, zeppe di cioccolata e che lasciò levitare dolcemente davanti a ciascuno di loro. Tina aiutò Jacob a bere i primi sorsi e attesero segni di miglioramento.
<< Quelle che mi preparava Queenie erano più buone>>
 Il suo verdetto arrivò spiccato. Allontanò il dolce e si abbandonò allo schienale del divano fissando il vuoto.
Tina e Newt si scambiarono un'occhiata fugace.
Per qualche istante la ragazza parve sovrappensiero; poi parlò piano:
< Dovrai fartene una ragione Jacob. Ha fatto la sua scelta. Da qui non si può tornare indietro>>.
<< Già. Non me ne ero reso conto, sai? >>
Poi, vedendo l'espressione malinconica sul viso di Tina, capì di essere stato un po' troppo sgarbato: in fondo Queenie era anche sua sorella.
<< Senti Tina, lo so. Apprezzo gli sforzi che tu e Newt state facendo per farmi stare meglio, ma l'unica cosa di cui ho bisogno è il tempo. Lasciatemi qualche giorno per accettare questa situazione e...e cercherò di tornare come nuovo, va bene?>> cercò di sorridere mentre appoggiava una mano sulla spalla di Tina. Poi si rivolse al proprietario di casa:
<< Non è che per caso hai una branda o un qualcosa su cui mi possa stendere? Una sonno ristoratore non mi farebbe male in questo momento>>.
<< Certo, ho la stanza degli ospiti al piano di sopra. Vieni, ti accompagno>>
Si diresse verso la porta rimasta chiusa, la aprì e salì le scale. Jacob salutò Tina con un sorriso, si alzò dal divano in silenzio e seguì l’amico.
 
°§°
 
Quando Newt tornò in salotto, lo trovò vuoto.
Diede un rapido sguardo alla cucina, senza tuttavia aspettarsi di trovarla. Per un attimo gli balenò in testa l'idea che se ne fosse andata, poi notò la porta che portava al piano di sotto: Bounty l'aveva aperta di scatto, mentre ora era socchiusa. La riaprì e scese le scale.
Dopo una decina di gradini venne investito da un flusso di aria calda. Aveva tentato di ricreare una condizione climatica favorevole per le sue creature, ma risultava decisamente soffocante per gli esseri umani. Quindi, per evitare di sudare, si spogliò il maglione.
Poi il suo sguardo venne attirato verso il basso.
Tina si era tolta l'impermeabile nero e l'aveva appoggiato sul tavolo vicino a dei gusci d'argento schiusi: indossava una camicetta bianca che aderì alla sua schiena quando si accovacciò davanti alla cesta degli Occamy, facendo trasparire un reggiseno in pizzo. Newt provò un'ondata di calore che, ne era sicuro, non aveva nulla a che fare col clima tropicale dell'habitat in cui si trovava. Cercò di liberare la mente e mentre scendeva gli ultimi gradini palesò la sua presenza:
<< Per un attimo, ho pensato che te ne fossi andata>>
Tina si voltò.
<< Non devo andare in nessun'altro posto: le persone a cui devo qualcosa sono tutte qui>>
Sorrise debolmente mentre lo disse. Poi, cercando di alleggerire l'atmosfera, aggiunse:
<< Sono scesa qui perchè non ho resistito, volevo accertarmi che quella ragazza fosse davvero la tua assistente>>
<< E sei soddisfatta di quello che hai trovato quaggiù? >>
<< Abbastanza. Però fatico ancora a capire come mai le sto antipatica, visto che è solo la tua assistente>>
Ecco, era arrivata al punto. Newt non avrebbe voluto affrontare questo discorso, perchè così facendo avrebbe dovuto ammettere anche di fonte a Tina la sua risaputa inettitudine sociale, che lo rendeva incapace sia di esprimere una qualsiasi emozione ad un altro essere umano sia di capire i sentimenti altrui. Ma il modo in cui lo stava guardando non ammetteva scusanti: poco prima gli aveva posto una domanda che attendeva risposta.
<< Non credo di essere quello più adatto a spiegarti cosa passa per la testa di una persona, figuriamoci di due>>
Tina corrugò la fronte: << E tu provaci>>.
Newt trasse un lungo respiro e cominciò.
<< Bounty è una ragazza strana, è molto brava con le mie creature e mi fido di lei. Ma in questi ultimi mesi è diventata strana. Ha cominciato a rivolgermi frasi...ambigue, e molte volte la scopro a...fissarmi, senza un motivo. All'inizio pensavo che mi trovasse semplicemente curioso o bizzarro. Ma poi...>>
Newt scrutava il pavimento mentre si sforzava di parlare, evidentemente in imbarazzo.
<< Ma poi?>> lo incalzò Tina.
<< Hai presente la foto che ti ho fatto vedere al Ministero francese? La tua foto?>>
Le labbra di Tina si piegarono in un dolce sorriso.
<< Direi di sì >>
<< Io, ecco...Quando l'ho ritagliata me la sono messa sulla valigia, così potevo vederti tutte le volte che volevo mentre aspettavo di fare ritorno a New York>>
Il suo sguardo era incatenato a terra, non aveva il coraggio di vedere la reazione sul volto di Tina.
<< E naturalmente Bounty l'ha vista, io lavoro sempre con la mia valigia aperta dietro alle costole. Da quanto ha visto quel ritaglio di giornale ha cominciato ad essere strana, a farmi allusioni e...a fissarmi. Di continuo>>
Per qualche secondo entrambe rimasero in silenzio, poi la risata di Tina risuonò nell'aria.
<< Sei straordinario, davvero. Credo...credo di avere qualcosa in comune con Bounty, allora>>
Finalmente, gli occhi di Newt si schiodarono dal pavimento. Vide di sfuggita il suo piccolo Snaso arrampicarsi sul fianco di Tina, ma non ci fece troppo caso: ciò che gli importava era la gioia che leggeva sul suo viso.
<< Avresti potuto rispondermi che era gelosa ed evitare tutti questi giri di parole >>
<< Avrei potuto, sì >>
Ad un tratto ci fu un piccolo tonfo: lo Snasetto bianco e marrone aveva perso l'equilibrio sulla spalla di Tina ed era caduto per terra, strascinandosi fra le zampette un bottoncino scintillante che rifletteva la luce delle lampade. Nel punto in cui il bottone era stato strappato, la camicia si era aperta mettendo parzialmente in mostra il decollete di Tina. Il ricamo in pizzo bianco finemente lavorato del reggiseno affiorò dal tessuto della camicetta quanto bastava per ipnotizzare lo sguardo di Newt.
Dopo qualche istante di imbarazzo, Tina cominciò a trovare la situazione alquanto spassosa: era rimasto totalmente imbambolato con gli occhi fissi su di lei, come se qualcuno gli avesse scagliato addosso un Petrificus.
<< Reparo >>
L'incantesimo era stato pronunciato con voce chiara e decisa. Il bottone volò fuori dalla tasca dello Snaso, si ricucì al filo ed entrò al suo posto nell'asola.
<< Basta veramente poco per ammaliarti, Newt >>
Cercò di rimare seria mentre gli si avvicinava, anche se in realtà si stava divertendo parecchio.
<< Se la tua reazione ad un bottone scucito è questa, la prima notte di nozze che cosa farai? >>
Cercò di contenere il sorriso che le si stava disegnando sulle labbra mentre lui la guardò negli occhi.
Sembrava perso in mille pensieri, perchè per un po' non disse nulla e si limitò ad osservarla. Poi, senza alcun preavviso, mosse la mano che impugnava la bacchetta con un gesto risoluto.
<< Ad essere sincero, non ne ho la minima idea >>
I gusci di Occamy schiusi che erano rimasti sul tavolo dietro di loro si librarono in aria e cominciarono a mescolarsi, compattandosi sempre più. Al termine della trasfigurazione, un anello d'argento con al centro un diamante incastonato galleggiava a mezz'aria davanti al viso incredulo di Tina.
<< Però, se ti va, lo potresti scoprire insieme a me>>.
   
 
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