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Autore: Red Saintia    24/12/2018    14 recensioni
Il Natale... una ricorrenza ricca d'amore pace e solidarietà. Sì ok, adesso mettiamo da parte i sentimentalismi stucchevoli e vediamola da un altro punto di vista, quello di Nadia Carter. Una ragazza che non ha il così detto "spirito natalizio" ma che dovrà ricredersi su molte cose.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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# PROMPT n. 2 “In un freddo pomeriggio di dicembre, A incontra B in un bar, grazie a una cioccolata calda.”


 
20 Dicembre, un anno dopo…

Oddio ci risiamo… un altro Natale. Sarà una mia impressione ma ogni anno che passa vedo le vetrine dei negozi preparate sempre più con largo anticipo, è assurdo.
Si sta perdendo la magia dell’attesa, certo per quel che mi frega potrebbero cominciare già a settembre ma la trovo una fretta inutile e al solo scopo commerciale. Personalmente a me il Natale ricorda solo che un altro anno è passato, che l’università è finita - alleluia-  e che spero la specializzazione vada altrettanto bene.

Si lo so cosa vi state chiedendo… ma tanto lo sapete che sono refrattaria alle festività e soprattutto a parlare del passato. E’ trascorso un anno no? Nella vita si va avanti non ci si guarda indietro, e io lo fatto.
Anche Kayla, Dana, Michael ed Alex hanno preso la loro strada, d’altronde sono sempre stati ragazzi in gamba con famiglie solide alle spalle. Cosa che non posso dire della mia, visto che i miei si sono separati sei mesi fa. Ma forse è meglio così, quando un rapporto è logoro meglio chiuderlo perché a trascinarlo per inerzia si corre solo il rischio di odiarsi.
Di Rebecca non so molto… in verità non ho mai chiesto di lei e non mi è mai stato detto niente. Dopo la vigilia dello scorso anno i nostri rapporti si sono definitivamente rotti e anche gli altri evitano accuratamente di parlarmene.

Se ve lo state chiedendo vi anticipo che la risposta è sì, Kayla e gli altri alla fine hanno saputo di me ed Eric, non che fosse un segreto di stato, ma per forza di cose ho dovuto dare delle spiegazioni.
Con lui non ho più parlato. Non ho voluto in realtà, benché abbia provato a contattarmi attraverso gli altri. L’ultimo anno di università è stato il più lungo ed interminabile della mia vita. Mi sentivo come in apnea incapace di respirare, e in più ero costretta a vederlo il più delle volte in compagnia della bionda. E ad ogni suo sguardo verso di me, furtivo e colpevole, nel mio cuore si incideva un’altra ferita indelebile.
Adesso basta però, oggi è il mio compleanno e la cosa migliore che possa fare è regalarmi un momento tutto per me…

Ecco perché mi sto dirigendo al Break Time caffè stringendo tra le mani il mio nuovo libro a tenermi compagnia, e ansiosa di gustarmi una buona cioccolata calda.
Questo posto è uno dei ritrovi di noi del gruppo al quale sono particolarmente legata. L’unico che tollero a dire il vero. Nonostante il vociare continuo degli studenti che ci bazzicano dentro riesco sempre a ritagliarmi un angolino tutto per me dove inforcare i miei occhiali e immergermi nella lettura.

“Buongiorno Matt.”

“Ciao Nadia, buongiorno a te.”

“Già sai vero? Io vado a rintanarmi nel mio solito posticino prima che me lo freghino. Ho bisogno dei miei soliti venti minuti lontani dal mondo.”

“Certo che lo so tesoro. Tranquilla… arriva in due minuti calda e fumante.”

“Ottimo.”

Adoravo Matt, perché parlava poco e ti capiva al volo. Se mai avessi avuto un fratello era esattamente così che sarebbe dovuto essere. Ci conoscevamo dal primo anno di università, non frequentavamo le stesse persone, ma questo non ci impedì di essere buoni amici silenziosi.
Lui conosceva tutti i miei stati d’animo, i miei umori altalenanti i miei scatti d’ira e le mie lacrime silenziose. Non mi aveva mai fatto domande, mai chiesto spiegazioni, lui era semplicemente lì… mi guardava leggere e spesso parlavamo di cinema e di quanto i remake avessero danneggiato l’industria cinematografica dei film horror.

Anche quel giorno sarebbe stato così, non sapeva che fosse il mio compleanno e io non glielo avrei detto. Aprii il libro e mi apprestai a leggere il primo racconto della mia nuova raccolta.
Eccolo… in un attimo arrivò, il silenzio surreale nel quale mi beavo ogni volta che aprivo un libro. Era una sensazione unica, di pace con me stessa e con il mondo, non ci avrei mai rinunciato. L’unica cosa che mi avrebbe fatto distogliere lo sguardo da quella lettura era sorseggiare con calma la mia cioccolata calda che Matt, con estrema puntualità, mi aveva lasciato sul tavolo.

Non aveva detto una parola, aveva poggiato la tazza e si era allontanato silenziosamente e con discrezione. Sapeva che quei venti minuti per me erano sacri e avrebbe rimandato a dopo qualsiasi conversazione di circostanza avesse voluto farmi.

Eppure nonostante le sue attente premure una voce interruppe la mia concentrazione a metà della quinta pagina…

“A volte ritornano…”

Una voce aveva pronunciato il titolo del mio libro, una voce che avevo seppellito ermeticamente nei ricordi e che adesso risuonava violenta nelle mie orecchie per ricordarmi la fragilità del mio animo.

“Questo titolo sembra un anatema signorina Carter?”

Non potei evitarlo, alzai lo sguardo e in quell’istante il mio cuore riprese a sanguinare. Eric, era lì.
“Beh… direi che mai titolo fu più adatto alla circostanza.” dissi togliendomi gli occhiali. Una delle mia frasi intrise di quella punta di acidità che ormai mi caratterizzava.

“Guarda che io ci sono sempre stato. Quella sfuggente sei tu.”

“Forse ci sei sempre stato dopo Eric ma prima non c’eri, quando servivi davvero.”
Abbassò lo sguardo e io capii di aver centrato l’obbiettivo. Nonostante tutto mi sorrise, e io mi sentivo morire dentro, perché aveva ancora quel potere su di me. Quel potere che avevo giurato a me stessa non gli avrei più permesso di avere.

Ma chi volevo prendere in giro… erano solo menzogne le mie e dovetti nascondere le mani sotto il tavolo per evitare che vedesse che tremavo come foglia.

“Sei sempre bellissima Nadia, e mi sei mancata credimi, è dura ammetterlo persino a me stesso ma mentirti sarebbe da idiota e io non voglio.”

“Senti Eric rivangare il passato è inutile e patetico, mettiamoci una pietra sopra e guardiamo avanti.” ma che cavolo stavo dicendo? Non lo sapevo nemmeno io.
Bevvi un sorso di cioccolata e lasciai che quel liquido denso e scuro mi ustionasse la gola. Almeno sarei stata zitta.

“Ma che diavolo dici?” aveva notevolmente alzato il tono di voce e se non fosse stato per Matt che gli mise davanti una tazza identica alla mia forse avrebbe fatto di peggio.

“Va tutto bene ragazzi? C’è qualche problema?”

“Non è niente, non ti intromettere.”

“Non lo chiesto a te ma a lei.”

“Ragazzi state calmi ok! Matt tranquillo è tutto apposto siamo vecchi amici… discutevamo animatamente niente di più.”

Lui restò immobile ancora qualche istante osservando Eric, che faticava a stare zitto, e io dovetti concedergli un sorriso rassicurante ma palesemente falso affinché si tranquillizzasse e tornasse a lavoro.
Così fece, pochi istanti dopo

“Ascoltami bene Eric, io non so tu cosa voglia da me e maledico la dannata casualità che ci ha fatti incontrare. Ti chiedo solo una cosa, non avanzare diritti che non hai, forse avresti potuto, ma te li sei giocati un anno fa in quella baita. E da sadico quale sei hai rigirato il coltello nella tua vittima facendoti vedere nel campus dell’università insieme a Rebecca.”

Ecco avevo tirato tutto fuori, ebbene sì, si erano rotti gli argini della mia tolleranza e ciò che provavo era esondato fuori. Tirai un sospiro per far uscire la tensione, ne avevo bisogno, lui non spostò lo sguardo dai miei occhi ed io dovetti dare fondo a tutto il mio autocontrollo per non piangere dal nervoso, più tardi le cuticole delle mie dita sarebbero state la prova tangibile di quanto impegno ci avessi messo nel trattenermi.

“Non negherò il fatto di aver avuto una storia con Rebecca. D’altronde era quello che lei voleva e l'ho accontentata. Ci siamo lasciati dopo tre mesi, non c’è l'ho fatta, era una farsa che non potevo reggere.”

“Non ti ho chiesto niente, perché me lo stai dicendo?”

“Perché è da una settimana che ti vedo entrare in questo bar, isolarti dal mondo e leggere da sola, e solo oggi ho avuto il coraggio di entrare. Dovevo provarci, dovevo tentare Nadia, perché ciò che ti ho detto un anno fa era vero e lo è anche adesso. Io ti amo.”

Lo aveva detto di nuovo, a distanza di un anno dalle sue labbra erano ancora uscite quelle parole, la mia mente le catturò e le conservò in quel posto remoto dove non mi avrebbero più fatto del male. Richiusi il libro e lui mi fregò bloccandomi la mano nella sua.

Era così dolce e piacevole il tepore di quella stretta, la mia al contrario era fredda e gelida come il ghiaccio. Avrei voluto credergli, giuro che avrei voluto con tutta me stessa, ma la corazza che mi ero sapientemente costruita nel tempo era diventata parte di me, come una seconda personalità che emergeva al primo campanello d’allarme che sentiva suonare.
Mi costò una fatica immane ritrarre la mano, ma lo feci. Lui capì che non per tutti il tempo serviva a curare le ferite, alcuni se le portavano dentro quelle ferite e le usano come scudo per non farsi calpestare l’anima.

La sua tazza di cioccolata era praticamente piena, la mia invece lo era solo per metà. Percepivo la sconfitta nel suo sguardo e l’amarezza, e non nascondo che la parte più meschina di me un po’ ne godeva di quelle sensazioni.
Dovevo dire qualcosa… ma era dannatamente difficile.

“Vedi Eric io potrei anche credere alle tue parole ma non sarei in pace con me stessa. Mi sentirei sempre come una seconda scelta…”

“Ma tu non lo sei, per me Rebecca…”

“No… no ascolta, fammi finire. Che tu abbia amato o meno Rebecca è un problema tuo. Il punto è un altro… questo non è più il nostro momento, non è il nostro Natale. Lo scorso anno lo era, lì su quelle montagne, quando siamo riusciti a mettere da parte le nostre diversità.”

“Potremmo ancora farlo, se tu non ti ostinassi a chiuderti con me.”

“No, non potrei. E lo capito rivedendoti oggi. Io ti guardo e vedo davanti agli occhi te e lei in quella camera, ed è allora che il mio amore si trasforma in rabbia… una rabbia ceca che fa tabula rasa di tutto ciò che è intorno, e alla fine non resta niente.

“Nadia… ma allora tu mi…”

No, non glielo avrei detto, non gli avrei permesso di avere un altro pezzo di me. Si era già preso troppo, e se avessi pronunciato quelle due parole non avrei più avuto la forza di mandarlo via.

Quella conversazione doveva finire, subito, in quell’istante.
“Mi dispiace Eric, ma non posso darti ciò che cerchi. Adesso scusami ma i miei venti minuti stanno per terminare e ho ancora molto da leggere.”
Mi rimisi gli occhiali e ripresi la lettura, attese in vano qualche istante che io cambiassi idea.

Poi lo vidi alzarsi…
“Sai Nadia forse hai ragione, questo non è più il nostro momento, ma avremmo potuto crearne uno tutto nuovo. Bastava che tu ci credessi…”

Alzai lo sguardo solo per un istante guardandolo attraverso i vetri dei miei occhiali da lettura.
“Ci ho creduto già una volta e le ferite bruciano ancora. Una volta ero buona ma non stupida, adesso non sono più nessuna delle due Eric.”

“Lo vedo Nadia… lo vedo, e non sai quanto mi dispiace essere la causa di questo tuo cambiamento. Ah… quasi dimenticavo, questo è per te. Auguri”

Si sfilò una busta rettangolare dal suo piumino, la poggiò sul tavolo e si diresse verso l’uscita senza voltarsi indietro.

“Che significa scusa?” non mi rispose, era già lontano oltre il bancone del bar

Quando scomparve dalla mia vista presi quell’insolito pacchetto tra le mani e lo aprii.  Al suo interno c’era un buono acquisti in una delle librerie più grandi della città e un bellissimo segnalibro rigido ed intagliato a mano con le mie iniziali sopra.
Non avevo parole, e non era da me. Raccolsi tutto e uscii fuori in strada. Mi voltai dappertutto cercando di scrutarlo tra la gente, ma c’era troppo caos e l’impresa si rivelò impossibile.
Come avesse fatto a sapere che quel giorno fosse il mio compleanno restò un mistero. Guardai l’orologio avevo ancora cinque minuti, ma pensai…

“Chissene frega, Matt non mi caccerà fuori di certo.”
Rientrai, terminai la mia cioccolata ormai fredda e guardai quella integra di Eric…

“Il tuo amico è andato via? Quindi posso riportarla indietro?”

“Oh si… si certo Matt, e tranquillo pago io entrambe.”

“Figurati non è per quello. Le aveva già pagate lui quando ha ordinato la sua.”

“Ah…ok”
A quanto pare Eric mi aveva osservata bene, e più di una volta ci avrei giurato. Distolsi lo sguardo dalla figura di Matt che si allontanava con le tazze in mano perché la mia attenzione si soffermò su un foglietto che era stato accuratamente nascosto sotto la tazza di Eric.

Lo presi aprendolo con un ansia ingiustificata. Non conoscevo la sua grafia, ma mi bastò il significato di quelle parole per capire che le aveva scritte lui. Prima ancora di aver visto la sua iniziale messa come firma.

“Preferisco di gran lunga la cioccolata preparata da te… quella almeno mi scalda il cuore, spero che un giorno tu voglia offrirmela di nuovo.”
                                                                                                        E.

Tornai al mio libro, questa volta però, neanche le parole del caro zio King riuscirono a far scomparire dalla mia mente quei meravigliosi occhi castani che mi avevano marchiato l’anima. Chiusi il foglietto e lo riposi tra le pagine così come conservai il ricordo di Eric tra le pieghe del mio cuore.


 
Quando stai male, quando ti senti sopraffatto, quando sei certo che non ce la farai, apri un libro e leggilo tutto. E se ancora non stai meglio prendine un altro e ricomincia…
                                                                                             Stephen K.




Eccomi per la conclusione di questa storia in tre capitoli, realizzata per Challenge di Natale. Forse il finale non è quello che tutti si aspettavano me io penso sia il più coerente con il carattere di Nadia. A volte gli amori mai pienamente vissuti sono quelli che maggiormente custodiamo nel cuore , il ricordo di ciò che poteva essere e invece non è stato li conserveranno immutati e sempre vivi nella memoria. Spero davvero che sia stata una piacevole e rilassante lettura, per me è stato molto intenso e coinvolgente scriverla (c'è molto di Nadia in me, e molto di me in lei) grazie davvero a chiunque abbia avuto il piacere di leggerla. Buon Natale di cuore a tutti.






 
   
 
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