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Autore: destiel87    24/12/2018    1 recensioni
"Ricordava con chiarezza la sua mano stretta a quella dell’ amico, la vita che abbandonava il suo corpo, mentre i suoi occhi si spegnevano.
Aveva urlato Nick, aveva maledetto il destino, aveva tenuto la sua mano nella propria, piangendo, ripensando a tutto quello che era stato, a tutto quello che non avrebbero più potuto fare insieme, alle cose che non gli aveva mai detto.
Ed ora era lì, ad abbracciarlo tra le sue forti braccia.
Poteva sentire il profumo del suo dopobarba sul collo, le mani salde sulla sua schiena, il respiro pesante che gli solleticava le guance, il calore del suo petto.
Non disse niente, Monroe. Non capiva cosa stesse succedendo, sapeva solo che il suo amico aveva bisogno di lui, così lo abbracciò più forte.
C’ era qualcosa tra di loro, una piccola fiamma a lungo tenuta nascosta, mai consumata, ma mai spenta."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Monroe, Nick Burkhardt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che non ti ho detto

 
“Quando guardo indietro
in quei giorni, vedo il tuo viso,
eri lì davanti a me.”

 

Quando Nick attraversò lo specchio, per un momento pensò di trovarsi in un sogno.
Erano tutti lì, tutte le persone che aveva amato in quei lunghi anni erano in quella stanza con lui, ed erano vivi.
Rivide Adalind, e subito le corse incontro, baciandola colmo di gioia.
Poi apparse Eva, e si precipitò ad abbracciarla, felice e ancora incredulo.
Fino a pochi momenti prima, giacevano tutti a terra, morti.
Non era sicuro di cosa fosse successo, di cosa fosse reale e cosa no.
Ma quando rivide Monroe, non fu più importante.
Si avvicinò a lui con passo sicuro, e lo strinse tra le braccia con tutta la forza che aveva.
Una lacrima scese dal suo viso, mentre pensava ai terribili momenti in cui aveva creduto di averlo perso per sempre.
Ricordava con chiarezza la sua mano stretta a quella dell’ amico, la vita che abbandonava il suo corpo, mentre i suoi occhi si spegnevano.
Aveva urlato Nick, aveva maledetto il destino, aveva tenuto la sua mano nella propria, piangendo, ripensando a tutto quello che era stato, a tutto quello che non avrebbero più potuto fare insieme, alle cose che non gli aveva mai detto.
Ed ora era lì, ad abbracciarlo tra le sue forti braccia.
Poteva sentire il profumo del suo dopobarba sul collo, le mani salde sulla sua schiena, il respiro pesante che gli solleticava le guance, il calore del suo petto.
Non disse niente, Monroe. Non capiva cosa stesse succedendo, sapeva solo che il suo amico aveva bisogno di lui, così lo abbracciò più forte.
“Credevo fossi morto…” Sussurrò Nick.
“Io temevo che lo fossi tu! Ma sono contento, che non sia così…”
Nick sorrise, e si scostò un poco, per poterlo guardare meglio.
Quando si specchiò in quei profondi occhi castani, si sentì travolgere da una miriade di emozioni, e i ricordi emersero prepotenti.
Il primo momento in cui si erano incontrati, le tante lotte combattute fianco a fianco, i mesi trascorsi vivendo insieme, in quella grande casa piena di orologi.
Tutte le volte che aveva avuto bisogno di lui, l’ amico aveva aperto la porta di casa per aiutarlo.
Era sempre lì per lui, a qualsiasi ora, in qualsiasi circostanza, aveva sempre aperto quella porta. 
Non riusciva a smettere di guardarlo, era come se una forza più grande di lui lo stesse chiamando.
Iniziava a sentire gli sguardi attoniti degli amici su di lui, sussurri confusi, eppure gli occhi di Monroe rimasero fissi sui suoi. Per un momento, a Nick sembrò quasi che lui capisse quello che stava succedendo tra di loro, che provasse lo stesso sentimento che da anni era sepolto nel suo cuore.
C’ era qualcosa tra di loro, una piccola fiamma  a lungo tenuta nascosta, mai consumata, ma mai spenta.
Ed ora, in quel momento, era come se stesse emergendo dalla parte più profonda del loro cuore, divampando con le sue fiamme e incendiando i loro corpi.
Una parte di lui avrebbe voluto distogliere lo sguardo, perché infondo sentiva che ormai era troppo tardi. Eppure, non ci riusciva.
Non riusciva a staccarsi da quegli occhi, che per anni lo avevano accolto dolcemente, confortato nell’ ora del bisogno, spronato a combattere, quando era necessario.
E anche se non riusciva a spiegarselo, sentiva dentro di lui che per Monroe era la stessa cosa, perché in quel momento lo guardava come non aveva mai fatto prima, come se con quello sguardo, gli stesse dicendo tutto ciò che il suo cuore aveva  bisogno di sentire.
Nick avrebbe voluto che il resto del mondo scomparisse, per poter essere da solo con lui, per potergli dire tutte quelle cose che non gli aveva mai detto, per potersi sporgere un po’ di più verso il suo viso, e poterlo baciare.
Ma era padre adesso, e presto anche Monroe lo sarebbe diventato.
Forse i loro figli avrebbero giocato insieme un giorno, e un po’ ci sperava.
Si rese conto che non poteva cambiare il passato, e che non avrebbe potuto cambiare nemmeno il futuro, ma almeno avrebbero avuto quel momento, per sempre.
Così chiuse gli occhi, e facendo un profondo respiro si staccò da quell’ abbraccio.
“Nick?” Sussurrò Monroe, lasciandolo andare a fatica.
“Va tutto bene… Sei qui, conta solo questo.” Gli rispose lui.
Gli sfiorò per un’ istante la mano, mentre si allontanava, e per un’ istante, Monroe strinse un poco le sue dita, prima di lasciarle scivolare via.
Ci fu un lungo momento di silenzio, e l’ aria divenne pesante, quasi volesse schiacciarli sotto il suo peso.
Poi arrivarono Hank, Wu e Rosalee, seguiti da Trubel.
Tutto ricominciò a scorrere veloce, e Nick accolse con gioia i suoi amici, amici per cui aveva pianto fino a poco tempo prima.
Ancora non aveva capito cos’ era successo, non sapeva con certezza se si trovasse in un sogno, e la realtà fosse quella in cui erano tutti morti, o se fosse questa la realtà, e quello solo un incubo da cui si era svegliato, ma in ogni caso, decise che non aveva importanza.
Tutte le persone che amava erano in quella stanza con lui, e per quanto lo riguardava, non c’ era nient’ altro che avesse importanza.
 
 
Erano passati due mesi da quel giorno terribile, tutti avevano ripreso le loro vite, e tra i casi della polizia, i bambini in arrivo e quelle piccole cose che riempiono le giornate, Nick e Monroe non avevano più avuto occasione di stare da soli.
Poi un giorno, Nick arrivò nel negozio di spezie in cerca di consigli, c’ era una strana serie di omicidi che stava terrorizzando la città di Portland, e il caso volle, che quel pomeriggio Rosalee fosse a casa con la febbre.
All’ iniziò i due si ritrovarono un po’ a disagio, e parlarono del più e del meno, senza guardarsi negli occhi, poi andarono a consultare i libri, in silenzio, ognuno avvolto dai propri pensieri.
Fu Monroe, a spezzare quel silenzio.
“Senti Nick io… Ci sono delle cose che volevi dirti, sai, da quel giorno quando…”
“Va bene così, non c ‘ è niente da dire.” Tagliò corto lui, visibilmente in imbarazzo.
Dopo un lungo momento, quasi con un sussurro Monroe disse: “Ci sarebbero molte cose da dire, lo sai…”
Nick non aveva ancora trovato la forza di alzare la testa e di guardarlo, cercava di concentrarsi su quello che doveva fare, e non su quello che voleva fare.
“Si, ci sono. Ma… Abbiamo una famiglia adesso, delle responsabilità. E temo… Che se ora parlassimo, tutte quelle cose che vorremo poterci dire, rovinerebbero tutto.”
“Hai ragione… So che hai ragione. Io amo i miei figli Nick, anche se ancora non li conosco, li amo, e farò qualunque cosa per poterli rendere felici, per proteggerli da questo mondo. E spero che un giorno ci ritroveremo a bere vino sul portico, guardandoli giocare.  Ma non posso fare a meno di temere… Che con la vita che facciamo, forse uno di noi morirà, e non potremmo mai sederci su quel portico. E non posso pensare, di tenermi dentro quello che sento per tutta la vita, rimpiangendo ogni giorno di non avertelo detto.”
Nick strinse i pugni, fece un profondo respiro, combattendo con la voglia di correre da lui e urlargli quanto in realtà lo amasse.
“Ho bisogno di te Monroe. Non solo adesso, ma sempre. Ho bisogno che tu sia sempre lì, ad aprirmi la porta quando tutto il mondo và a rotoli. E non voglio perderti, anche se questo vuol dire rinunciare ad essere felice, perché tu mi fai sentire al sicuro, mi fai sentire come se…”
Riuscì finalmente ad alzare il viso, perché aveva bisogno di guardarlo ancora una volta, e di trovare comprensione e affetto nei suoi occhi.
 “Come se…?” Lo incalzò lui.
“Monroe ti prego, non rendermi tutto più difficile!” Esclamò, allontanandosi un poco.
“Non posso farlo. Non sarebbe giusto…” Aggiunse dopo, cercando di andarsene.
Monroe lo bloccò, afferrando la sua mano.
Per un po’ Nick rimase così, bloccato, senza riuscire ne ad andare avanti ne a voltarsi indietro.
Poi Monroe si avvicinò ancora, abbracciandolo da dietro, avvolgendogli il  petto con le braccia.
Nick chiuse gli occhi, e lasciò cadere la testa all’ indietro, appoggiando la schiena al suo torace e la testa sulla sua spalla.
“So’ che è folle, so’ che non c ‘è logica in tutto questo. Come può un lupo amare un cacciatore? Non è nella mia natura. Non è quello che dovrei fare. Ma è così, e anche se lotto, anche se cerco di dimenticarlo, ogni volta che tu mi sei vicino, io sento che il mio cuore ricomincia a battere, come un vecchio orologio senza più batteria, che ricomincia a ticchettare.”
“Perché mi dici queste cose? Non vedi quant’ è difficile?” Esclamò disperato Nick. “Se adesso ti ascolto, se adesso mi volto, mi odierai.”
“Non potrei mai odiarti… Comunque vada. Anche se dovessimo avere solo questo momento , e una vita intera per ricordarlo.”
Nick rimase fermo ancora un poco, godendosi il calore del corpo di Monroe, le sue mani intrecciate alle sue, il suo respiro sul collo, la sua barba che gli sfregava la guancia.
Poi aprì gli occhi, e si voltò.
Era bello, perdersi di nuovo nei suoi.
Dimenticarsi del mondo, di tutte le cose orribili che portava con se.
Abbandonarsi all’ amore, almeno per una volta.
Si avvicinò alle sue labbra, e le sfiorò timidamente con le proprie.
Monroe ricambiò il bacio, e lo strinse più forte.
Nick venne travolto da così tante emozioni, che ne ebbe quasi paura.
Accarezzò i suoi folti capelli con la mano, ruotando il corpo verso di lui, affondando sempre di più la lingua nella sua bocca.
Monroe gli mordicchiava il labbro inferiore, giocava con la sua lingua, stringendo forte il suo corpo contro il proprio.
E per un lungo momento che parse quasi infinito, tutto svanì, rimasero solo loro, in quel mondo oscuro e pieno di incubi.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Nick appoggiò la fronte contro quella di Monroe e chiuse gli occhi, cercando di scolpire quel momento nella sua memoria, dove sarebbe stato al sicuro, per sempre.
“Ti amo, Monroe. E spero che potremo invecchiare insieme, su quel portico.”
 
 
“Nel mio cuore, ci sarà sempre un posto per te.
Per tutta la mia vita, voglio tenere una parte di te in me
e ovunque io sia, ci sarai anche tu…”



 
  
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