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Autore: Voglioungufo    24/12/2018    2 recensioni
RedMoon | Hogwarts!AU |
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“Non è molto divertente infrangere le regole da sola” terminò diplomatica.
“Credo tu abbia ragione” disse solo con voce calma. “Del resto anche io vado poco sulla Torre di Astronomia”.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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24 Dicembre, 13:50
 
Aveva sentito declamate le lodi del pranzo di Natale a Hogwarts per anni e, se quello della Vigilia era solo un assaggio, Fine era sicura che quelle voci fossero false e infondate. Quelle lodi lo sminuivano e basta, sarebbe stato molto di più di quello che si aspettava. Non vedeva l’ora del giorno dopo.
Fine aveva sempre adorato mangiare, amava i dolci in modo folle, non a caso la sua prima bravata a Hogwarts era stata cercare le cucine per corrompere gli Elfi a sfamarla fuori dai pasti. Rein diceva sempre che il suo stomaco era un buco nero per una galassia lontana, per questo poteva ingerire qualsiasi cosa le capitasse sotto tiro. Era sempre l’ultima ad alzarsi dal tavolo di Grifondoro e anche quel giorno non fece eccezione. Della sua casa era l’unica a occupare la grande tavola, ma onor del vero non era l’unica a trattenersi nella Sala: due Tassorosso stavano finendo il dolce, alcuni Corvonero restavano seduti al loro posto con il naso infilato in qualche libro e tre Serpeverde occupavano sparsi la tavola in fondo, tra loro c’era anche Shade intento a scrivere.
Il ragazzo alzò lo sguardo dalla sua pergamena proprio mentre lo stava ancora fissando e fece un piccolo sorrisetto divertito. Fine avvampò, sapeva perfettamente che mentre mangiava non era mai un belvedere, sicuramente aveva tutta la parte inferiore della faccia sporca di crema e cioccolata. Gli elargì comunque un sorrisone, anche se un poco nervoso, poi tentò con scarso successo di pulirsi la tavola con un tovagliolo.
Fu mentre era distratta da quella mossa impegnativa che un aeroplanino di carta planò davanti al suo piatto in un modo troppo composto per non essere stato incantato.
Smise di pulirsi la faccia per occuparsi delle proprie dita, quando fu sicuro che prendendolo in mano non lo avrebbe impasticciato lo aprì.
Hai da fare questa notte? –Shade.
Inarcò un sopracciglio e lanciò un’occhiata al ragazzo dall’altra parte della sala, prese la propria piuma e scrisse di no. Ricompose l’origami che rilanciò al ragazzo, il piccolo aeroplano volò fino al suo proprietario con decisione, che prese ancor prima si appoggiasse sulla tavola. Lesse la concisa risposta della ragazza e annuì fra sé, Fine attese trepidante di sapere che cosa avesse in mente.
Lo capì quando l’aeroplanino tornò indietro.
Pensavo di fare una capatina alla Torre di Astronomia questa notte, ma come hai detto da solo non è divertente. Vuoi venire? Così finalmente puoi aggiungerla alla lista della tue bravate.
Sorrise a trentadue denti, elettrizzata alla prospettiva. Per lei era quasi una questione di onore infrangere le regole, soprattutto da quando aveva scoperto che Hogwarts aveva ospitato anni prima un’altra coppia di gemelli ugualmente combina guai. Accettò di buongrado la proposta e per la fretta di farlo sapere a Shade quasi sbagliò a mirare.
Anche lui sorrise nel vedere la risposta affermativa e scrisse per ultima volta sulla pergamena tutta stropicciata.
Alle 22:30 davanti al quadro dell’Orco Zoppo.
Gli fece segno con il pollice di aver recepito il messaggio e Shade annuì di rimando. Il loro scambio di messaggi aveva catturato l’attenzione del resto della sala (tranne dei Corvonero che continuavano a leggere isolati dal mondo) e se i Tassorosso sembravano solo incuriositi, i Serpeverde guardavano con biasimo e fastidio i due ragazzi; non gli piaceva molto l’idea che un loro compagno stesse scambiando messivi con un nemico. Però ogni loro sguardo cattivo cessò non appena Shade si alzò e guardò verso la loro direzione, quelli abbassarono la testa improvvisamente spaventati e fecero finta di niente.
Fine trattenne a fatica una risatina. La gente sopravvalutava Shade, alla fine non era così spaventoso…
 
**
 
15:30.
 
Fine si era trattenuta troppo nella Sala Grande a mangiare, aveva quasi rischiato di dimenticarsi che quel pomeriggio Rein l’avrebbe chiamata con il Camino.
Fece una corsa, quasi investì un primino Tassorosso e spodestò un suo compagno di casa da davanti il camino. Arrivò appena in tempo, tra le fiamme rosse ne stavano brillando alcune verdoline e qualche secondo dopo vide sbucare la testa della gemella.
“Rein!” la chiamò esaltata, il sorriso che occupava la maggior parte della faccia.
“Fine!” ricambiò la gemella con lo stesso tono acuto. “Che cos’hai in faccia?”
Si ricordò in quel momento che dalla fretta non si era pulita la bocca dal budino. Prese una manica dell’uniforme e si sfregò la pelle.
“Il banchetto. Gli Elfi si sono superati, non vedo l’ora di sapere cosa facciano domani”.
Rein ridacchiò. “Non sai quanto mi manca il cibo di Hogwarts. Qui fa tutto schifo”.
“Hai già mangiato le lumache?” non fece in tempo a domandarlo che scoppiò a ridere davanti alla faccia disgustata della gemella.
“Non rideresti così tanto se anche tu fossi qui” borbottò. “Se mai dovessi fare un erasmus, assicurati di andare in Italia”.
“Ovviamente” rizzò la schiena. “Ho sentito che hanno i migliori giocatori di Quidditch. E cucinano benissimo”.
Scoppiarono entrambe a ridere a Fine sentì un calore forte allo stomaco, come se avessero appena posato una coperta soffice sulle sue spalle. Non importava per quanto tempo lei e Rein non si vedessero, bastava aprire bocca una sola volta per riacquistare la sintonia.
Parlarono un po’ di tutto, di ogni piccola stupidaggine che veniva loro in mente. Rein sembrava davvero entusiasta della scuola francese, aveva fatto subito amicizia e si era particolarmente distinta nelle lezioni di trasfigurazione.
“Sai, ho trovato un modo per entrare nella Torre di Astronomia” disse a un certo punto.
“Davvero?” esclamò Rein. “E come? Hai trovato l’incantesimo giusto?”
“No, Shade ha la chiave” sorrise furba, ma la reazione della gemella la lasciò perplessa.
“Shade… Moon? Intendi Shade Moon?”
“Certo. Ha la chiave per entrare nella torre” ripeté temendo che la ricezione del camino non l’avesse fatto sentire bene.
“E tu gli hai preso la chiave?”
Questa fu la volta di Fine di restare perplessa. “No, mi ha invitata. Andiamo insieme, questa notte”.
Era innaturale che loro due restassero in silenzio per più di tre minuti, ma era quello che stava succedendo e non era un buon segno. Quando scoccò il quarto minuto di stasi, Fine riprese a blaterare.
“Mi ha mandato un aeroplanino di carta, a pranzo, doveva averlo incantato perché volava sempre a destinazione. È stata una scena molto divertente”.
Rein aveva gli occhi spalancati. “Shade Moon ti ha invitata a passare una notte con lui?”
Fine pensò a qualcosa di divertente da dire, ma non le venne in mente niente e chiuse la bocca di scatto.
“Uhm, sì, più o meno” confermò.
“E non ti sembra strano?” domandò sospettosa.
“Perché dovrebbe esserlo?”
Le lanciò un’occhiata esasperata. “Lui ti odia e improvvisamente fa l’amicone, ti invita ad andare in una zona normalmente proibita, voi da soli. Magari cercherà di ucciderti!”
Fine rise alla sua preoccupazione. “Ma no, guarda che quest’anno gli sto simpatica! Anche se non ho ben capito perché. Voglio dire… mi parla!”
Rein non sembrava affatto convinta. “Ancora più un sospetto, questo deve essere tutto un suo piano che progetta da inizio anno”.
“Non ti sembra di esagerare?”
“Stiamo parlando di Shade Moon!” sbottò. “Lui non ha amici e odia tutti”.
Stava decisamente esagerando. “Ma no, non odia tutti, è solo… timido”.
Ricevette uno sguardo scettico. “Non mi sembrava così timido quando ti ha gridato dietro quella volta dell’inchiostro”.
“Stiamo parlando di anni fa, è acqua passata” rise più forte, incapace di trattenersi oltre. Rein non aveva mai provato particolare simpatia per Shade, lo aveva trovato sempre troppo lugubre e musone.
“Guarda che è simpatico” tentò di difenderlo.
Sospirò. “Va bene, magari non tenterà di ucciderti, ma… stai attenta, non mi convince”.
“Andrà tutto bene” garantì.
“Sarà… ma tu non farti ingannare da quegli occhioni blu”.
 
 
 
 
 
   
 
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