Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Harry Fine    24/12/2018    3 recensioni
Per Natale, come regalo a tutti i lettori e recensori che mi hanno sostenuto fino ad ora, ho deciso di scrivere finalmente su uno dei miei manga preferiti, ovvero puella magi, raccontando la storia di Homura e Madoka e di tutto l'affetto, la disperazione, la magia e il desiderio che le ha legate dall'inizio fino agli svolgimenti e alla conclusione della Storia della Ribellione, muovendosi sulle note della stupenda canzone Kimi no gin no niwa, ma stavolta i personaggi a vivere la loro avventura saranno una sorpresa. Spero vi piaccia e Buon Natale a tutti.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't go anywhere



 

In un enorme letto dalle morbide lenzuola scure, due figure riposavano tranquille. La prima era un ragazzo molto alto e dal fisico atletico. Era il più giovane. Corti capelli neri ricadevano leggermente sul bel viso bianco come neve.

Rilassato nel suo dolce sonno, poggiava sul grembo dell'altra persona accanto a lui, che osservava i suoi lineamenti con occhi maliziosi.

Osservava, le dita ferme per non disturbare il suo sonno, il sorriso ambiguo scintillante come la gemma di colore azzurro che splendeva di fronte ai suoi occhi maliziosi. Raffinati intarsi neri la tenevano stretta.

I suoi lunghi capelli turchini scendevano a cascata sulla schiena candida, prima che le lunghe dita guantate cedessero alla tentazione. Accarezzarono il viso dell'altro ragazzo con dolcezza. Con possesso.

Lui avrebbe potuto sembrare una persona normale, un comune ragazzo affascinante e di bell'aspetto come tanti altri, ma non era così.

Si distrasse un attimo dalla contemplazione del suo amore, passando le dita tra le grandi ali nere che spuntavano dalla sua schiena. Sentì le piume ripiegarsi un po'.

Sorrise con malizia. Quelle ali e la strana gemma che teneva in mano erano il simbolo del suo più grande peccato, del suo più grande orgoglio. Erano prova che lui aveva alla fine ottenuto quello che desiderava più.

Abbassò lo sguardo verso il giovane addormentato. Ora lui era suo. Il suo bellissimo Mifuyu era suo e di nessun altro. I suoi occhi, le sue labbra, la sua gentilezza, la sua fiducia, il suo cuore. Apparteneva a lui e solo a lui.

E tutto grazie alla pazzia che aveva commesso in un momento, quando aveva lasciato fluire i suoi sentimenti ritegno. Aveva fatto in modo che sovrastassero tutto e tutti. Era stato ripagato per questo.

Ricordava che solo in quell'attimo, quando aveva sentito le sue mani tra le proprie e si era rifiutato di lasciarle andare, si era finalmente sentito felice. Dopo averlo visto andare via e svanire così tante volte, finalmente lo aveva stretto a sé senza permettergli di scappare.

Il giovane sorrise ancora, scivolando tra le lenzuola. Si ricordava ancora il loro primo incontro. A tutta la meraviglia che aveva provato quando lo aveva visto arrivare. Quando lui era solo un banale essere umano privo di coraggio o autostima che rispondeva al nome di Christmas. Era stato allora che aveva incontrato quella persona tanto speciale. 

Lui gli aveva sorriso per primo a scuola, lo aveva incoraggiato e lodato i suoi capelli. Lo aveva addirittura salvato, innumerevoli volte. E ricordava con ancor più chiarezza quando lo aveva salvato da morte certa, fiero e bellissimo come gli eroi dei romanzi. 

Lo aveva visto frapporre i suoi bei fucili tra lui e il mostro che lo aveva attaccato, difendendolo mentre i suoi abiti neri gli davano un'aria divina. Nemmeno Mifuyu non era un ragazzo comune. Mifuyu era un mago!

Lui era uno dei tanti paladini della giustizia che con i loro poteri difendevano il mondo dalla disperazione e dalle creature immonde che la creavano, le cosiddette Streghe. Esseri maligni che trascinavano gli umani nel loro territorio per divorarli, come era successo a lui. Quelli come il corvino vivevano per combatterle senza sosta e salvare gli altri.

Lui, che già sapeva di stare per morire, lo aveva guardato con stupore scendere dal cielo e distruggere quella cosa con maestria. Gli era parso un angelo che da quel momento lo aveva trasportato in un mondo completamente nuovo. Un mondo di cui Christmas non sapeva niente: quello degli eroi come lui.

Entrambi, a casa sua, avevano ascoltato la creatura che aveva donato al più giovane i suoi poteri, l'incubator. Con quei suoi occhi spenti, Gli aveva raccontato ancora meglio come un desiderio espresso da Mifuyu gli avesse permesso di diventare un mago e come questo gli avesse dato una tale potenza e abilità. 

Aveva però messo in guardia il corvino da una cosa chiamata Notte di Walpurgis, una Strega terribilmente potente e pericolosa che prima o poi avrebbe colpito la loro città nel tentativo di distruggerla.

E il ragazzo aveva annuito, invitandolo poi a venire con lui ogni tanto a guardarlo combattere, dicendo che gli avrebbe fatto piacere avere un po' di compagnia. E lui aveva annuito nel più profondo imbarazzo, il cuore che palpitava felice. Lo voleva al suo fianco nonostante lui non valesse niente.

Molto presto, erano diventati amici inseparabili. 

Uscivano insieme, chiacchieravano, si divertivano, scherzavano, Cercavano Streghe. Il loro rapporto era cresciuto in meglio nel giro pochissime settimane. Ed erano stati i momenti migliori della sua vita.

Ancora stentava a crederci. Quella persona tanto speciale e buona aveva accettato proprio lui come amico, combattendo le streghe per proteggerlo e riservandogli sempre quel sorriso gentile e quel sostegno che ogni volta lo facevano arrossire e sentire così fortunato.

Lo aveva visto lottare con tutte le sue forze e le sue insicurezze, facendo perire sotto i suoi proiettili ogni singola strega che incontrava e mostrando un coraggio che probabilmente nessun altro avrebbe avuto.

L'incubator diceva sempre che lui sarebbe stato in grado di distruggere anche la Notte di Walpurgis.... ma quel maledetto parassita mentiva! Aveva sempre mentito! C'era chi lo chiamava ''fata'', ma lui era tutto fuorchè questo!

Aveva raccontato loro che quella Strega era sempre più vicina e della sua pericolosità estrema, ma non aveva mai detto che Mifuyu sarebbe stato da solo contro di essa! E lui non aveva capito il suo piano in tempo, accecato dalla sua apparenza innocente.

Tutti gli altri maghi della città erano morti, le streghe a loro volta erano perite. Il silensio popolava ormai le strade. E quando il fatidico giorno era arrivato, erano scesi da soli in battaglia.

Avevano visto quella cosa arrivare e distruggere la città senza che loro potessero fare nulla. L'avevano sentita ridere mentre venti impetuosi e fiamme accecanti seminavano il caos. Al suo passaggio... ogni cosa veniva mandata in mille pezzi con violenza mentre lei continuava a ridere sguaiata e senza posa. La sua apparenza festosa solo una maschera

Con la sua sola presenza aveva spazzato via case, strade, automobili e anche tutta la sua convinzione che il suo amico riuscisse ad ucciderla. Anzi, aveva fomentato la certezza che non ci sarebbe riuscito. Aveva pregato Mifuyu di non andare. Lo aveva implorato di non combattere, di andare via con lui e di non correre quel rischio. Non voleva perderlo, non voleva che lui morisse. Non voleva vederlo andare via!

Ma lui aveva sorriso di nuovo come la prima volta in cui si erano incontrati.

Quello era suo dovere come mago, aveva detto, e lo avrebbe rispettato anche se rischiava la vita. Ma gli aveva anche confidato che lo stava facendo soprattutto perché lo voleva difendere e che essere stato veramente felice di averlo conosciuto, prima di andare a combattere, ignorando i suoi richiami disperati.

E lui aveva dovuto assistere a quella lotta frenetica, guardando il suo unico amico lottare con tutte le sue forze mentre l'intera città veniva ridotta a niente più che macerie, la pioggia che batteva frenetica su ciò che restava e quella maledetta risata continuava a risuonare. 

La loro battaglia era andata avanti per ore ed ore. I colpi erano stati tremendi e aveva visto il corvino venir ferito più di una volta, si era sentito urlare di paura, ma lui non si era mai arreso. Aveva ignorato le ferite, il dolore, la fatica. E alla fine... tutto si era concluso.

Il silenzio era rimasto sovrano, spezzato solo dai suoi singhiozzi. Mifuyu aveva vinto, ma il prezzo era stato altissimo. Il suo corpo giaceva freddo nell'acquitrino creato dalla pioggia che scendeva senza sosta in mezzo alle macerie e i suoi occhi erano spenti e vuoti, la gemma che un tempo splendeva dorata ormai in frantumi sul suo petto.

Si era disperato su quello stesso petto immobile, senza il minimo contegno. Lo aveva perso. Gli aveva chiesto di non andare via, di restare, ma lui non era fuggito dai suoi doveri e adesso non c'era più. L'unica persona a cui voleva tutto quel bene era svanita nel nulla. E lui era rimasto a guardare mentre succedeva!

Avrebbe fatto di tutto per farlo tornare indietro. Voleva stare nuovamente in sua compagnia, voleva chiedergli scusa per essere rimasto al riparo mentre lui moriva… voleva rivedere di nuovo quel suo sorriso gentile.

Ed era stato in quel momento che una frase sussurrata dall'incubator lo aveva colpito. Lui poteva riportare in vita Mifuyu, avrebbe dovuto semplicemente chiedere. Il suo desiderio sarebbe diventato realtà, al prezzo di renderlo un mago come il suo amico. Al patto di mettere la sua vira a rischio.

Sarebbe stata piena di combattimenti e ferite, avrebbe dovuto contribuire a distruggere le Streghe, ma quel sogno dettato dalla voglia di proteggerlo aveva preso il sopravvento sulla paura e aveva dato inizio alla sua lenta discesa nelle ombre.

Era stato così facile: gli era bastato chiedere. Una scintillante luce azzurra aveva avvolto tutto, creando la bella gemma che ora brillava davanti a lui e tutto era tornato indietro. Il tempo si era riavvolto per accontentare il suo volere, poiché era questo che aveva chiesto, di ripercorrere tutto daccapo e poter finalmente proteggere Mifuyu!

E quando si era svegliato, la gioia nel rendersi conto che non era stato tutto un sogno era stata incredibile. Aveva rivisto il suo amico proprio il giorno stesso a scuola, correndo immediatamente ad abbracciarlo.

Aveva visto la sua momentanea confusione, ma non gli importava. Rivederlo vivo era un miracolo. E stavolta si sarebbe impegnato affinché non gli succedesse niente di brutto!

Rise tra sé e sè, pensando a quanto fosse ingenuo ai tempi.

Dopo il loro nuovo incontro, avevano combattuto insieme per settimane, mentre lui gli insegnava tutte le potenzialità che i suoi nuovi poteri avevano in serbo. E quei momenti erano stati i migliori della sua vita.

Era difficile lottare e uccidere le Streghe, ma essergli così vicino, poterlo aiutare, vedere il suo sguardo fiero su di lui… accendeva solo più gioia e orgoglio nel suo cuore, che batteva sempre più veloce ogni volta che l'altro ragazzo si complimentava con lui o gli sorrideva. Non gli importava se stava rischiando la propria vita, voleva solo vedere quel sorriso. Non si era mai sentito così, ma quella sensazione era tanto sconosciuta quanto bella

E lui era così stupidamente felice e sicuro di sè in quei momenti, mentre distruggevano tutti quei mostri con le loro fedeli armi. Avrebbero ridotto in pezzi anche la Notte di Walpurgis e sarebbero andati avanti con la loro vita, magari insieme. Ecco cosa pensava con le guance rosse, mentre l'ora dello scontro finale si faceva sempre più vicina.

Era convinto che sarebbe andato tutto bene, che la sua presenza sarebbe bastata. Ma le cose non erano andate come sperava. Assolutamente.

Quando il momento era giunto, avevano nuovamente lottato per ore, osservando nel contempo la loro città venire distrutta e sentendo quella maledetta risata prendersi gioco di loro mentre squartavano quella dannata Strega pezzo dopo pezzo. 

Erano crollati esausti nell'acqua fangosa dopo averla uccisa. Spossati, le armi sporche, Ma lui aveva un sorriso sulle labbra. Pensava di esserci riuscito. Pensava di aver salvato Mifuyu. Pensava che tutto sarebbe andato bene da quel momento. Ma non era così.

Il suo amico aveva di colpo cominciato a urlare di dolore, le mani al petto, il bel volto contratto e il corpo scosso da spasmi, mentre la sua gemma, una volta dorata, diventava sempre più nera.

Aveva provato ad aiutarlo, aveva provato a salvarlo, però era stato di nuovo impotente. Aveva dovuto assistere impotente al tremendo spettacolo che era venuto dopo.

La sua gemma era andata in mille pezzi, mentre il corpo si ingrandiva sempre di più, deformandosi e cambiando. Lunghi tentacoli oscuri erano sorti dalle sue membra ed erano andati a comporne di nuove, quelle  di una Strega ancor più orripilante, gigantesca e terribile della Notte di Walpurgis, lasciandolo pietrificato sul posto. Aveva sentito le sue urla di disperazione, lo aveva visto salire al cielo per abbattersi sul mondo in tutta la sua furia, mentre lui restava fermo, la mente piena di un solo pensiero.

I maghi alla fine si trasformavano in Streghe. Le creature che aveva ucciso fino ad allora, un tempo erano state umane proprio come lui. Quella era stata la verità che lo aveva colpito come una lama, mentre le lacrime scendevano copiose un'altra volta. Tutto ciò faceva parte del piano dell'Incubator, aveva realizzato

Mifuyu era diventato un mostro perché loro avevano bisogno che lui lo diventasse. Avevano ordito la loro tela attorno a loro come avevano già fatto migliaia di volte, e lui come uno sciocco ci era caduto. L'unica persona che amava davvero era diventata un abominio che lui avrebbe dovuto uccidere con le sue mani!

Ma non si era arreso. Senza pensarci, aveva semplicemente fatto ripartire tutto nuovamente daccapo. Aveva creato un nuovo ciclo con un solo pensiero in mente. Non poteva permettere che accadesse ancora. Lo doveva salvare. Lo doveva assolutamente proteggere da quel fato! Avrebbe fatto in modo di trarlo in salvo ad ogni costo.

Ma aveva realizzato ben presto che, per quanto ci provasse, non serviva mai a niente.

Aveva ripercorso quel maledetto periodo temporale innumerevoli volte, neanche riusciva a tenerne conto ormai, ma era stato tutto inutile. Non importava quanto fosse prudente, quanto si impegnasse, quante Streghe distruggesse con i suoi poteri. Alla fine quello che attendeva Mifuyu era sempre lo stesso destino. 

Lo aveva visto morire o trasformarsi in una Strega innumerevoli volte, lo aveva visto piangere e disperarsi e lo aveva persino sentito chiedergli di ucciderlo pur di sfuggire alla sua miseria.

Oh, ricordava ancora con crudele chiarezza la volta in cui, con la gemma ormai sul punto di oscurarsi del tutto, gli aveva chiesto di porre fine alle sue sofferenze e anche di salvarlo. Lo aveva implorato di tornare indietro, di impedirgli di esprimere quel desiderio e condannarlo ad un tale destino.

E lui lo aveva fatto. Ricacciando indietro la sofferenza, aveva piantato la sua spada nel cuore di Mifuyu ed aveva ricominciato di nuovo quel ciclo nel tentativo di esaudire il suo ultimo desiderio, ma ne aveva ricavato solo altra sofferenza fino a quando non si era stancato.

Aveva capito di non poter continuare a piangere e disperarsi. Ormai il suo cuore aveva messo da parte ogni stupido sogno o aspettativa di una vita insieme. Aveva capito da tempo che il suo affetto non era quello che si prova per un amico, ma non gli interessava più essere ricambiato.

Adesso puntava solamente alla sua salvezza, non più alla sua amicizia o al suo affetto. Se avesse dovuto mentire, fare del male a qualcuno o distruggere ogni singola Strega esistente da solo, se avesse dovuto perfino farsi odiare da lui… pur di salvarlo lo avrebbe fatto senza indugio. 

Ormai vedeva, con la nuova freddezza che aveva trovato tra tutti quei viaggi temporali, quanto i loro cammini fossero distanti rispetto a prima.

A legarli non c'era più nulla, se non il fatto di essere compagni di classe. Lui aveva altri amici, viveva insieme a loro e sorrideva per loro, non più per lui. Ma non faceva differenza. Voleva solo che sopravvivesse. Pur di continuare a vedere quel bel sorriso avrebbe fatto di tutto. Ma niente era mai cambiato.

Aveva compiuto l'impossibile per tenere Mifuyu lontano dall'incubator, per impedire che commettesse lo sbaglio di ascoltarlo, ma non era mai servito. Per quanto si impegnasse, la Notte di Walpurgis era sempre troppo forte per lui da solo e sapeva che il corvino era una persona troppo coraggiosa, gentile ed ingenua per rimanere a guardare mentre lui e la loro città venivano distrutti.

Ma era proprio questa purezza che lo aveva fatto innamorare e lo aveva trascinato in quell'infinito ciclo.

Gli aveva urlato contro di non farlo. Gli aveva detto che era era una follia, una stupidaggine, ma le sue parole erano sempre cadute nel vuoto. Però, anche solo per un istante, quella scelta lo faceva sentire bene. 

Perché, anche se per lui ormai era solo uno sconosciuto dagli occhi freddi e il cuore di pietra, Mifuyu avrebbe comunque deciso di salvarlo, mettendosi nuovamente tra lui e quella Strega, avvolto in un fascio di calda luce, proteggendolo esattamente come quando si erano conosciuti e morendo proprio come allora.

E questa ormai era la sua vita. Quell'eterno labirinto temporale lo aveva tenuto rinchiuso per chissà quanto. Si era sentito sempre più vecchio e stanco, nonostante il suo volto non mostrasse i solchi delle rughe, ma aveva continuato a sperare di poterlo salvare. 

Aveva combattuto incessantemente fino a quell'ultima volta. Tutti i maghi con cui aveva stretto alleanze erano morti, restava solo lui a combattere per la città, come sempre. E aveva fatto del suo meglio.

Aveva colpito senza sosta con ogni singola arma in suo possesso, senza mai fermarsi. Aveva scatenato su di lei le sue tecniche peggiori, le più potenti, ma quella maledetta risata isterica e sguaiata non aveva mai smesso di tormentare le sue orecchie, neanche per un attimo. E alla fine, aveva perso per l'ennesima volta.

Un edificio lo aveva bloccato. Gli era crollato addosso e lo aveva intrappolato. Aveva provato a liberarsi, ma non era servito a nulla. Non poteva più combattere e alla fine il corvino sarebbe stato costretto di nuovo a perdere la sua vita. 

E quando aveva realizzato tutto questo e quanto avesse semplicemente peggiorato le cose per entrambi, aveva visto la sua gemma diventare sempre più scura, mentre le lacrime e il sangue scendevano di nuovo. Tutto quello che voleva era difendere l'unica persona a cui avesse mai voluto bene davvero, ed invece l'aveva condannata a morire ancora e ancora. Perchè? Perchè doveva essere quello il suo destino!?

Ma poi aveva sentito una carezza fin troppo conosciuta sul capo. Mifuyu era davanti a lui e gli sorrideva di nuovo come tanto tempo prima, come quando erano amici e partner di battaglia e quando quell'amore che sentiva aveva appena iniziato a germogliare.

《Va tutto bene Chris. Adesso ci sono io.》 Aveva detto rassicurante, mentre l'incubator aspettava dietro di lui, quell'espressione di calma assoluta e neutra sempre stampata sul suo volto.

Quando lo aveva visto, aveva provato a fermare il corvino ancora una volta, ma ancora una volta lui non lo aveva ascoltato e il suo desiderio era stato pronunciato. Ed era qualcosa di assolutamente impensabile, che avrebbe sconvolto ogni regola esistente, ovvero la capacità di estinguere l'esistenza di ogni Strega passata, presente e futura in ogni luogo e tempo, così da preservare la speranza di tutti i maghi.

E questo desiderio aveva creato una luce meravigliosa tutto attorno a loro, avvolgendo ogni cosa in una calda stretta. E Mifuyu… Mifuyu era stupendo!

Grandi ali bianche erano di colpo nate sulla sua schiena, i suoi abiti ora erano eleganti, candidi e lunghi proprio come i suoi fucili e il suo sguardo era in qualche modo diverso. Era sempre quello dolce che ricordava, ma sembrava molto più saggio e antico. Sembrava quello di un dio! 

E in quel momento, lui stesso si era sentito avvolgere da una stretta gentile e calda, qualcosa che lo aveva fatto sentire al sicuro. E non era il solo. Tanti altri ragazzi erano accanto a lui, li vedeva anche se erano lontani chilometri ed ere. Tutti avevano tenui sorrisi sul volto, protetti finalmente dallo sguardo caritatevole di quella nuova divinità che stava distruggendo la Notte di Walpurgis. 

E sempre avvolto in quell’abbraccio, aveva visto qualcosa di meraviglioso. Streghe. Streghe ovunque che venivano purificate e trovavano la pace. Aveva visto la loro disperazione dissolversi per volere di Mifuyu. Un sussulto felice lo aveva scosso, ma poi aveva sentito una stretta al petto. 

Affinché il suo amico potesse ricevere quei poteri enormi, era diventato qualcosa di molto più grande di un essere umano. Qualcosa di assoluto, il vero concetto della speranza, un pensiero incorporeo che non avrebbe mai potuto essere rappresentato da una singola persona. 

In poche parole, per accordare il suo desiderio, tutto di lui sarebbe stato rimosso. Il ricordo che lo rappresentava e le prove della sua esistenza sarebbero svaniti da ogni mente. Persino dalla sua. Ma lui non voleva dimenticare. Non voleva rinunciare all'unica cosa che lo aveva mandato avanti in quel suo terribile viaggio.

Aveva cercato di imprimersi nella mente ogni secondo, ogni attimo del tempo passato con lui, si era rifiutato di lasciarlo andare, ma poi se lo era ritrovato di fronte.

La luce li aveva avvolti, e questo lo aveva colmato di gioia e scacciato la paura. Le sue braccia si erano finalmente strette intorno a lui, mentre quegli occhi lo guardavano di nuovo come un tempo, con gentilezza e quello che pareva amore. 

Si era stretto a lui con tutte le sue forze, lo aveva implorato di non andare via, di non fargli dimenticare tutto ciò che avevano passato insieme, di non costringerlo a rinunciare a come si sentiva nei suoi confronti. E Mifuyu lo aveva solo stretto di più a sé.

Gli aveva detto che, come divinità, ora poteva vedere tutto quello che gli era successo. Lui sapeva del suo intento, di tutte quelle volte in cui era tornato indietro. Sapeva che era stato solo per il suo bene e gli aveva detto che avere un amico tanto speciale era stata senza dubbio una benedizione e che forse anche lui ne avrebbe ricevuta una. 

E Christmas non aveva nemmeno potuto rispondere, perché quelle dolci labbra si erano poggiate sulle sue. E quello era stato un momento indimenticabile in cui si perse senza pensarci.

Non sapeva nemmeno quanto tempo avessero trascorso così, poteva essere un secondo quanto un millennio, non gli importava. Quella sensazione l’aveva aspettata e desiderata così tanto… e ora la stava finalmente sperimentando, sentendosi colmo di felicità. Sentiva la sua luce splendere su di sè.

Ma poi… lui era andato via. Dopo che quel contatto si era interrotto, Mifuyu lo aveva salutato, augurandogli buona fortuna, mentre la luce avvolgeva nuovamente tutto e lui si era sentito tirare verso il basso.

Aveva provato ad opporsi, tendendo le mani verso di lui, però alla fine aveva ceduto e si era ritrovato nella sua stanza. Il sapore delle sue labbra era ancora impresso sulle sue, e sentiva ancora la sensazione della sua luce. Il suo volto era impresso nella sua mente e nel suo cuore, ma di lui non c'era traccia.

Lui era stato l'unico a cui la possibilità di ricordare era stata concessa dalla loro divinità.

Aveva chiesto di lui a molte persone. Agli amici di Mifuyu, ai loro compagni di classe, agli altri maghi, persino ai suoi genitori. E la risposta era sempre stata la stessa: uno sguardo confuso che valeva più di ogni spiegazione.

Mifuyu e le Streghe erano svaniti del tutto dalla memoria e l'esistenza di ogni persona esistente. Anzi, non erano mai esistiti dal principio a quanto ne sapevano loro. L’unica cosa ad essere rimasta uguale era la battaglia che quelli come lui dovevano sostenere, ma con avversari diversi.

E lui aveva combattuto, pensando che quello era un mondo che il suo amore aveva fatto di tutto per difendere. Per quanto fosse corrotto e pieno di disperazione, Mifuyu aveva rinunciato a tutto per tenerlo al sicuro e lui avrebbe fatto lo stesso.

Ma non aveva mai smesso di pensare a quanto gli mancasse la sua compagnia. Ogni volta che distruggeva i suoi nuovi nemici, pensava a quando aveva lottato al fianco di Mifuyu e a quanto fosse bello stare con lui. Ormai il suo sorriso era solo un ricordo, un ricordo che lo stava facendo lentamente impazzire con tutta la nostalgia che portava. Voleva solo riaverlo indietro. Desiderava ardentemente riprovare la sensazione di quel bacio e della sua luce. E quei maledetti incubator ne avevano approfittato.

Non erano altro che parassiti, sempre a spiare e macchinare dall'ombra. E lui di nuovo non era stato abbastanza svelto.

Avevano attirato sia lui che gli altri maghi in una trappola. Una trappola fatta apposta per tutti loro, in particolare per lui. Una barriera illusoria che aveva intrappolato l'intera città e da cui sapevano che lui non avrebbe provato a liberarsi. Perché lì dentro, anche se non sapeva come, lui era tornato.

Mifuyu si trovava proprio lì, in quella specie di nuovo mondo creato da quelle creature ingannatrici, venuto nuovamente in carne ed ossa in suo soccorso, anche se lui ancora non ne sapeva niente. 

Ed era incredibile come tutto sembrasse naturale in quella realtà finta. Andava a scuola con lui, viveva con la sua famiglia, combatteva assieme ai loro simili contro i mostri e sembrava che per lui tutto questo fosse normale. Che tutto fosse perfetto. Non si erano resi conto del pericolo, così come lui.

Perché alla fine aveva smesso di farsi domande. Si era semplicemente adagiato in quella dolce visione in cui finalmente tutto andava bene e aveva fatto di tutto per dimenticare la realtà in cui era di nuovo da solo.

Era stato uno stupido: aveva capito benissimo quanto tutto quello che vedeva fosse finto in quella nuova dimensione in cui gli incubator li avevano attirati, ma aveva comunque scelto di restare per non vederlo di nuovo andare via. Il desiderio di riaverlo lo aveva consumato così a lungo… adesso voleva solo stare in pace.

Ma quel torpore si era spezzato quando aveva capito lo scopo di tutta quella storia. Mifuyu era nuovamente finito nel loro bersaglio. Quei bugiardi maledetti sapevano della sua esistenza come dio della speranza e avevano catturato lui e gli altri per spingerlo a salvarli e cadere nella loro rete. 

Non erano riusciti ad usarlo quando era solo un mago e adesso che aveva raggiunto il livello divino e aveva tentato di ostacolare i loro piani, quei dannati imbroglioni volevano prenderne il controllo! Volevano ridurlo ad uno schiavo in loro potere! Esattamente come avevano fatto tutti gli altri!

Aveva scatenato tutta la sua collera su di loro. Aveva tirato fuori tutta l'ira e la voglia di vendetta che aveva covato in quell'eterno labirinto temporale che aveva attraversato. Aveva flagellato quel mondo per difendere quel ragazzo che tanto aveva fatto per lui. 

Aveva oscurato la sua gemma nel tentativo, l'aveva vista diventate di un orribile colore, un colore malato, ma non si era fermato, e questo gli aveva alla fine donato la possibilità di ottenere per sempre quello che voleva. Aveva solo dovuto aspettare il momento giusto.

L'inganno di quelle creature tanto macchinose era venuto alla luce e tutti i maghi, incluso Mifuyu, si erano messi di impegno per tornare liberi. Avevano combattuto con tutte le loro forze pur di evadere e alla fine la barriera che li teneva prigionieri era andata in mille pezzi, insieme alla dolce illusione che creava.

E lui, ormai stremato e con la sua gemma corrotta, aveva assistito di nuovo all’ascesa di Mifuyu al ruolo divino che aveva temporaneamente abbandonato. Le grandi ali bianche si erano spiegate nuovamente attorno a loro e con la sua luce irradiante si era avvicinato a lui. Quel sorriso rassicurante illuminava il suo viso esattamente come quando si erano salutati l'ultima volta.

Voleva purificarlo, voleva rendere nuovamente splendente il suo gioiello e portarlo finalmente via con se, e lui aveva sorriso a sua volta quando lo aveva visto così vicino. Aveva tanto aspettato quel momento. Lo aveva di nuovo a portata di mano.

Appena le dita del dio si erano accostate alla sua gemma, tutto quello che aveva dovuto fare era stato afferrarle. I suoi sentimenti erano strabordati da soli. Il nero della sua gemma aveva cominciato ad espandersi nel mondo esterno, avvolgendo tutto con la sua macabra danza.

Aveva visto Mifuyu urlare, le sue belle ali candide venire strappate via dalle ombre insieme al suo potere divino, lacerando in due il dio che era, ma lui non lo aveva lasciato andare. Anzi, lo aveva tenuto ancora più stretto a sé. E quel sorriso malizioso non era mai andato via dalle sue labbra.

Lo avrebbe protetto a qualsiasi costo. Lo avrebbe tenuto al sicuro e nessuno sarebbe più stato capace di fargli del male o di usarlo pur di salvarsi. Sarebbe stato per sempre protetto da lui, non lo avrebbe più dovuto veder andare via. Poiché lui adesso era lui quello che possedeva il potere di fare tutto ciò che voleva!

Aveva guardato il suo adorato finire finalmente stretto a lui, ormai immerso nel sonno che lui aveva imposto a tutti, le sue ali strappate e non più presenti, mentre le sue nascevano con forza. Maestose, grandi e oscure tanto quanto quelle di Mifuyu erano state pure. 

E aveva osservato poi con delizia il nero della sua gemma avvolgere tutto l'universo, imponendo le sue regole e la sua visione, riplasmandolo esattamente come lo desiderava lui. Quello era il suo amore per il corvino. Quella marea scura era la rappresentazione di ciò che sentiva per lui e ora stava piegando il creato ai suoi desideri, perché Christmas adesso non era più un semplice essere umano, e nemmeno un mago.

Lui ora era qualcosa che si opponeva completamente alle leggi dell'ordine ed armonia, un essere tanto potente e maligno da far cadere un dio dal cielo e rubare il suo potere. Una creatura avrebbe potuto essere definita solamente come un demone. 

Un demone assoluto completamente ricolmo di cupidigia e bruciante desiderio, che non avrebbe mai più lasciato andare neanche per un attimo il suo bellissimo Mifuyu.

Lo avrebbe preservato nella forma in cui era, non gli avrebbe chiesto di essere nulla di diverso. E i ricordi del suo essere un dio e tutto quello che era successo prima… lui li aveva ormai distrutti e cancellati, lasciandolo finalmente riposare in quel dolce sonno in cui ora si trovava.

Per questo era stato accusato di aver commesso un’empietà, di aver condannato tutti i maghi alla disperazione eterna, ma a lui non importava. Lo avrebbe rifatto.

Sentire nuovamente la voce di Mifuyu, vedere i suoi sorrisi, percepire le sue labbra sulle proprie, le loro pelli a contatto, poter finalmente reclamare il suo cuore come suo... tutto questo non aveva prezzo.

Nessuno avrebbe più chiesto niente al suo amato. Lui non avrebbe più dovuto sacrificarsi per nessuno. Si sarebbe concesso la pace che lui gli aveva donato.

Il Demone sospirò con un sorriso. Ovviamente il dio dentro di lui non era svanito: era solo addormentato, insieme ai ricordi che lui aveva distrutto. Sarebbe sicuramente tornato, prima o poi, a reclamare il suo posto, ma per ora anche lui si sarebbe goduto il suo riposo. 

E intanto, lui avrebbe continuato a tenerlo al sicuro in quel piccolo mondo segreto ormai sul punto di sgretolarsi che aveva creato apposta per lui, protetto da quelle pareti che sapevano di casa e dalle sue grandi ali scure. Non avrebbe lasciato che nessuno gli ricordasse ciò che era in verità.

Sentì una risata gorgheggiargli in gola do fronte a quel concetto. Ormai grazie a lui, la verità non esisteva più se non nel lontano passato, mentre la speranza e il futuro erano solo sciocchezze. Storie egoiste a cui non valeva la pena prestare ascolto. 

E tutto sarebbe rimasto così fino a quando gli occhi blu di Mifuyu non sarebbero ritornati quelli antichi di un dio e lo avrebbero fatto precipitare nel più oscuro degli abissi per le sue azioni. 

Ma c'era ancora così tanto tempo per quello. E lui avrebbe continuato a desiderarlo ardentemente anche da lì, sperando di riaverlo solo per sè ancora e ancora. Ecco cosa pensava il demonio, mentre accarezzava ancora i capelli neri di quella creatura tanto pura che finalmente era solo sua.

Le sue dita però si fermarono quando il corvino si mosse e aprì gli occhi, interrompendo i suoi pensieri e la sua contemplazione.

《Chris, c'è qualcosa che non va?》 Chiese con aria assonnata, facendolo sorridere teneramente, mentre lo stringeva ancora di più. 

《No. Non ti devi preoccupare. Non c'è niente che non va. Solo… rimani ancora un po' qui con me. Ok?》 Chiese, mentre le sue ali li avvolgevano.

Il ragazzo parve confuso da quella richiesta disperata, ma sorrise lo stesso, ricambiando la sua stretta. 《Non preoccuparti. Resterò qui con te. Non ti lascerò da solo, lo sai. Per te, ci sarò sempre.》

Chris sentì il suo cuore nero sobbalzare, gli occhi umidi, e si lasciò andare nel calore di quella stretta gentile come aveva già fatto in quella che sembrava un'altra vita.

Si sdraiò tra le morbide coperte, il capo di Mifuyu sul petto che gli portava calore. Forse un giorno il suo amato avrebbe ricordato tutto, forse si sarebbe sentito tradito, forse li avrebbe resi nemici. Ma c'era ancora tempo, così tanto tempo.

E mentre, stretto al suo amore, iniziava a sua volta a cedere al richiamo del sonno, intrecciò di nuovo la sua mano tra le proprie. 

《Riposa tranquillo al mio fianco, non andare via.》 Sussurrò mentre lasciava che calasse il buio. 《Ti prego, sorridimi ancora. Ma non andare da nessuna parte.》

Angolo dell'autore: ciao a chiunque legga e auguri di Buon Natale. La storia che avete appena letto è dedicata ad alcune grandi amiche che ho conosciuto qui e che sono sempre un grande sostegno, specialmente a Mokkasi, la creatrice di Christmas, ma non solo. Blue_Passion, Amu-Ikuto, TimeStrangeRey, Inu_ka e Nao Yoshikawa, questa storia è dedicata a voi con tutti i miei ringraziamenti. Di nuovo auguri a tutti. Saluti da Harry

   
 
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