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Autore: elfin emrys    24/12/2018    2 recensioni
{Merthur, Reincarnation!AU, 5/5}
Arthur non si era mai definito un uomo emotivamente intelligente, capace di intendere le proprie sensazioni e comprendere da dove derivassero, ma quando aveva davanti Merlin si credeva veramente inetto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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25/12/20XX – 31/12/20XX
 
Pensieri del 25/12/20XX
Arthur si lasciò lievemente scivolare sul divano, rilassandosi. Sentiva il calore della stanza, delle persone a lui così vicine, e pensò che era bello, incredibilmente bello che stessero tutti lì, a ridere in maniera aperta e sincera, come una famiglia.
Uther e Igraine si erano baciati dolcemente quando avevano aperto i regali l’uno dell’altra e Tristan aveva riso, ricordando che “Quella è mia sorella!”, cosa che faceva ogni Natale, da quando lei aveva presentato l’allora fidanzato alla famiglia. Agravaine, come al solito, aveva fatto un regalo notevolmente più bello a Morgana che a lui, ma questo ad Arthur importava poco perché sapeva che lo faceva involontariamente, per simpatia personale (e, in fondo, neanche a lui lo zio piaceva molto). Morgana e i suoi genitori sembravano un po’ stanchi per tutti i guai che avevano passato quell’anno, ma erano in mezzo ad amici e questo sembrava bastare loro per essere, almeno in quel momento, contenti. Poco più in là, Hunith e Balinor stavano parlando tra di loro guardando una vecchia foto, ricordando il primo Natale che avevano passato insieme in quella casa.
Arthur lasciò cadere il capo sulla spalla sinistra di Merlin, seduto accanto a lui. Inspirò a fondo il suo profumo e sentì il fidanzato stringergli la mano delicatamente. Guardò pigramente le sue dita e il proprio petto, già caldo, sembrò scoppiare al pensiero che sarebbe stato ancora più incredibilmente bello se vi avesse visto un anello.
Ma quello sarebbe accaduto molto presto, se gli avesse detto di sì.
Merlin rise quando Arthur strofinò il naso sulla sua spalla in un gesto affettuoso.
 
Pensieri del 26/12/20XX
Era stato strano dover dire ai propri genitori di essersi fidanzato con un ragazzo, ma era stato ancora più strano vedere il volto di suo padre inclinarsi prima di chiedere “Merlin?” e sentirlo esclamare, con le braccia al cielo e l’aria di uno che si era da tempo arreso all’evidenza, qualcosa come “Lo sapevo. Lo sapevo, era solo questione di tempo” quando Arthur aveva annuito alla sua domanda. Igraine non era stata da meno. Aveva sorriso, mettendo una mano sul braccio del marito e annuendo vigorosamente. “Non ti preoccupare, tesoro, credevamo sarebbe successa una cosa del genere. Spero solo tu non ce l’abbia tenuto nascosto tanto a lungo…”. La sua espressione era stata tanto preoccupata e incoraggiante che Arthur aveva ringraziato ogni nume per aver preso la decisione di rivelarsi immediatamente, prima che nascondersi cominciasse a sembrargli naturale, pochi giorni dopo il suo primo bacio con Merlin, perché si sarebbe sentito decisamente troppo in colpa a doverle dire di aver atteso di più.
 
Pensieri del 27/12/20XX
…Ora che ci pensava, anche fare per la prima volta l’amore con Merlin era stato strano, e Arthur ci ripensò mentre lo sentiva muoversi nel bagno per iniziare a farsi la doccia, perché erano stati amici per così tanti anni che pensare a lui in quel senso gli aveva provocato, agli inizi, non poco imbarazzo.
L’evolversi del loro rapporto fisico era stato graduale, un approfondimento costante, anche se lento. Nonostante avessero scoperto di aver entrambi avuto le proprie fantasie al riguardo, mettere in pratica le cose su cui avevano… “riflettuto”… non era stato per nulla semplice. Finché si era trattato di baciarsi o sfiorarsi da sopra i vestiti, in realtà era stato facile. Poi, senza che in realtà ci avessero propriamente pensato e con un certo timore, le magliette avevano cominciato a sparire (Arthur aveva scoperto che Merlin provava gusto ad aggrapparsi alle sue braccia e a lui piaceva decisamente troppo la leggera peluria che scendeva fin dentro i calzoni dell’altro), poi, almeno un mese dopo, i pantaloni (non aveva mai visto gambe così bianche e non aveva immaginato di poterle trovare così attraenti e si era chiesto come avesse fatto fino a quel momento senza sentire le mani di Merlin che si aggrappavano subito sotto i suoi glutei), poi il semplice strofinio dei corpi era diventato qualcosa di più intimo, di più profondo.
Quando avevano fatto l’amore la prima volta insieme, era passato un anno dal bacio che aveva dato inizio alla loro storia.
Arthur si alzò, avanzando con un sorrisetto verso il bagno quando sentì l’acqua cominciare a scorrere.
Era strano anche pensare che invece in quel momento quell’intimità venisse così naturale e libera, con una disinvoltura da far sorridere.
-Merlin, mi sto unendo a te!
-Ma mi sto lavando!
-Anche io voglio lavarmi.
Merlin lo guardò con finta aria sorpresa, reggendo in mano il bagnoschiuma al miele di Arthur, come se ci avesse sperato nella sua iniziativa.
-Un anno passa in fretta, eh?
Arthur lo prese per un fianco, avvicinandosi a lui per riuscire a richiudere la tenda.
 
Pensieri del 28/12/20XX
-Dimmi che non gli dirai una poesia.
-Arthur? Una poesia? E che gli dovrebbe dire, quelle che gli ha declamato durante le nostre serate alcoliche al pub?
-Per me quelle sono delle opere d’arte. Non ce lo vedete a piazzare nel mezzo della richiesta di matrimonio un bel “Merlin / come sugli alberi / i fagioli”?
-Gwaine!
-No, ti prego! Perché hai ritirato fuori quello scempio?
-O quando iniziò con uno shakespeariano “Posso paragonarti a un giorno d’estate?” per poi cominciare a cadere nel baratro fino a tramutarlo in un sonetto lievemente pornografico?
-Potreste smetterla di rivangare sulle cose che dico da ubriaco e pensare a quello che stiamo facendo?
Arthur unì le mani vicino alle labbra, tentando di concentrarsi sul foglio che aveva davanti. Stava approfittando dell’assenza di Merlin per finire di organizzare tutta la richiesta di matrimonio e aveva bisogno che i loro amici gli dessero una mano. Non era mai stato bravo con le cose romantiche e voleva impegnarsi almeno per quell’occasione. Invece quelli là non facevano altro che parlare delle castronerie che si lasciava scivolare dalla bocca.
-Io ancora non capisco perché dovrei essere io a farti provare la proposta. Chiedilo a Morgana, no?
Arthur alzò un sopracciglio con aria scettica, fissando Gwaine come se fosse impazzito.
-Morgana?! Morgana ha passato due anni interi a capire che quando dicevo a inizio liceo “Chiederò al mio consigliere” intendevo dire Merlin! Non lo conosce bene quanto te e non è così sveglia come sembra.
-Deve essere stata la vicinanza con voi Pendragon.
-Effettivamente, ora che ci penso la velocità di ragionamento non è il tuo punto forte, Arthur… e, con tutto il rispetto, neanche di tuo padre.
Leon intervenne a bassa voce, come se fosse pensieroso.
-Già… è come se non vi rendeste conto delle cose… Del tipo… totalmente ignari, no?
Lancelot alzò le spalle.
-Ce ne siamo accorti quando abbiamo deciso di giocare a Tabù insieme. Voglio dire, Arthur, tu e Morgana siete veramente scarsi!
Elyan rise.
-Vi ricordate quando, in preda al panico, per “Harry Potter” mi sono messo a cantare la canzoncina con cui iniziano sempre i film della saga, no? E Arthur e Morgana che continuavano a dire “canzone”, “stonatura” senza capire cosa intendessi.
-A mia difesa posso dire che la stavi cantando molto male.
Gwaine gli batté una mano sulla spalla.
-Tanto male che avevamo capito letteralmente tutti tranne voi due.
Arthur alzò lo sguardo, annuendo lentamente.
-Ti ho mai detto che tu non mi sei mai piaciuto?
L’altro rise.
-Dai, mi sembra che quella piccola… rivalità, o come la vogliamo chiamare, iniziale sia sfumata, no? Ormai ti stai per sposare con Merlin e io… beh, diciamo che, dopo il fallimento totale anche con Morgana, ho altri progetti.
Era un’impressione di Arthur o nel dire quell’ultima frase l’altro aveva sfiorato un po’ troppo a lungo la spalla di Percival? Il biondo osservò l’omone arrossire lievemente e bere un bel sorso di birra dalla lattina, come per nascondere l’imbarazzo.
-Tu ne sai qualcosa, Percival?
-Mh… No… Non proprio.
Arthur alzò un sopracciglio. Beh, doveva essere stata una sua impressione. Dimenticò immediatamente l’accaduto e, sospirando, tornò sul foglio.
-Allora ricapitoliamo. La festa di Capodanno si farà in un luogo neutro e insospettabile con tutti voi, cioè la nostra villetta di campagna. Cercheremo di essere tutti assolutamente indifferenti, è chiaro? Quindi la parte inziale andrà come al solito, cena un po’ raffazzonata, giochi da tavolo… magari qualcuno potrebbe anche mettere da parte la sua fortuna folle per non dovermi costringere a giocare l’anello per due cartelle a tombola…
Leon tossì con finta nonchalance.
-Poi, quando si starà per avvicinare mezzanotte ognuno di voi farà il proprio dovere. Che sarebbe sparire nel nulla e lasciarmi andare in giardino con Merlin da soli. E ora, aiutatemi a scrivere questa maledetta dichiarazione.
Sospirò, vedendo Lancelot prendergli il foglio e cominciare a leggere fino a che punto erano arrivati.
Sarebbe stata una battaglia da vincere.
 
Pensieri del 29/12/20XX
Arthur chiuse la chiamata di lavoro, giusto in tempo prima di sentire Merlin aprire la porta di casa. Sorrise all’uomo, che lo guardò stranito, come se la sua espressione fosse bizzarra.
-Ho preso del cinese per strada.
Sospirò, posandogli un bacio sulle labbra come bentornato, poi lo vide filare in camera per vestirsi da casa.
-Non vorremo mica mangiare sano per questo finale di stagione, no?
Tutto, quella volta, era perfetto per loro due.
 
Pensieri del 30/12/20XX
Merlin era semplicemente Merlin. Non era solo una voce strana dentro il suo animo e non era solo vaghi sogni in cui vedeva, confusamente, stendardi rossi e oro, oro, oro ovunque, sui mantelli informi, sul proprio capo, negli occhi (perché sembravano occhi quelli).
Merlin era il ragazzino che aveva fatto a metà con lui per la merenda. Era quello che gli aveva goffamente suggerito alla verifica di geografia “Boh, tu scrivi ‘barbabietola da zucchero’.” Era colui che gli aveva fatto notare che, in effetti, i suoi amici più grandi, in terza media, non erano così tanto amici ed erano pure piuttosto ridicoli, anche se lo facevano sentire potente. Ed era la causa della sua confusione di sedicenne, mentre andava a cercare per la prima volta in vita sua porno gay; era quello di cui aveva sempre avuto un paio di mutande, pigiama, spazzolino e varie a casa propria, perché sarebbe potuto rimanere anche senza avvertire; era quello con cui aveva chiacchierato del più e del meno a letto, sottovoce per non svegliare il resto della famiglia; era quello con cui aveva cercato un lavoro estivo in lungo e in largo, con cui aveva preparato i test all’università, con cui aveva fatto l’esame della patente (e colui che aveva dovuto preparare nuovamente quando Merlin l’aveva dovuto rifare una seconda volta), con cui aveva cercato un appartamento perché avevano deciso di non vivere più dai propri genitori.
Voleva invecchiare con lui. Voleva invecchiare con lui in quel momento, in quella vita, perché non sapeva se ce ne sarebbe mai stata un’altra.
E un Pendragon non si lasciava mai sfuggire un’occasione.
 
Pensieri del 31/12/20XX
Arthur cercò Merlin con lo sguardo nel riflesso della porta finestra che portava al giardino e lo vide chiacchierare amabilmente con Lance, che aveva una mano sul fianco di Gwen.
Arthur non si era mai definito un uomo emotivamente intelligente, benché non lo volesse ammettere, perché sentiva come qualcosa che lo chiamava, in Merlin, e non riusciva a comprendere quella voce dentro di sé da dove venisse.
Stavolta non ti lascerò.”, diceva, e forse lo ripeteva perché si era allontanato da lui quando aveva sedici anni a causa di un paio di istinti un po’ “particolari” o forse perché alle medie si erano momentaneamente persi di vista, cominciando a frequentare gente troppo diversa. Ad Arthur, tuttavia, sembrava una voce molto più antica, scavata dentro il proprio petto.
-Hai davvero paura dell’acqua?
-Non so nuotare, va bene?!
-Non ci posso credere…
Sentiva girare la testa, quando ci pensava, e i suoni diventavano ovattati. Se rimaneva con la mente sopra quella frase –quel giuramento- poteva vedere il mondo incresparsi, contrarsi per deformarsi e poi rilassarsi… e a quel punto, solo a quel punto, percepiva un’altra sensazione forte nel retro della nuca (“Dovresti ricordare.”) ed era come cadere verso il basso (“Dovresti sapere.”), come fluttuare, lentamente, verso il fondo… tornare indietro…
-Sei sicuro? A me sembra di star affondando.
-Non ti preoccupare, Arthur, non ti lascerò.
Ricordava le mani di Merlin che tremavano dietro la sua schiena, mentre lo reggeva nell’acqua del lago che avevano subito fuori città, dove avevano deciso di provare.
-Non dovresti, non so, lasciarmi per vedere se galleggio da solo?
Ricordava l’ansia che aveva dentro lo stomaco, confortata dalla sicurezza di quello che aveva detto il suo amico (anche se le sue mani tremavano, anche se sembrava turbato dall’idea di doverlo abbandonare anche solo per poco). Arthur era ancora sicuro. Merlin non l’avrebbe mai lasciato.
Il biondo poggiò delicatamente le mani sulle tasche della giacca, come per nascondere il loro importante contenuto, quando vide il fidanzato venirgli incontro con il sorriso sulle labbra.
-Lancelot mi ha detto che avete assunto un nuovo giardiniere.
-…Come?
Cercò di concentrarsi su quello che l’altro gli stava dicendo, smettendo di ripetersi la dichiarazione in testa.
-Dice che fa un ottimo lavoro. Mi ha anche detto di andare assolutamente a vedere il giardino prima che inizi il conto alla rovescia perché “è favoloso”. Questa era Gwen, comunque.
Merlin rise, scuotendo la testa.
-Anche Percival vuole assolutamente che io vada in giardino. Che è, avete organizzato uno scherzo?
Arthur arrossì, chinando lievemente il capo in direzione degli amici e lanciando loro uno sguardo molto eloquente. Quale parte di “insospettabili” non era stata chiara? Sperò che riuscissero a leggere l’enorme dito medio che aveva negli occhi anche da quella distanza e sorrise a Merlin.
-No, no, nessuno scherzo.
Il fidanzato alzò un sopracciglio scuro con un lieve sorriso sulle labbra e, dopo un attimo di evidente incredulità, sospirò profondamente.
-E va bene. Andiamo a vedere questo giardino, forza.
-C… cosa? Ora?
-Sì, ora.
Merlin lo squadrò.
-Qualche problema?
Assolutamente no, a meno che non intendesse l’assoluta impreparazione mentale di Arthur.
-No.
-Bene.
-Bene.
Merlin lo afferrò per il braccio, portandolo fuori. Incrociò le braccia e se le strinse intorno al corpo, rendendosi conto che faceva più freddo di quello che credeva.
-Aspetta, accendo le luci.
Arthur gettò un’ultima occhiataccia dentro casa, vedendo quasi tutti i loro invitati fargli cenni vari di “ok” con testa, mani e braccia, e li guardò tutti con sguardo omicida. Accese le luci del giardino, che sapeva essere piuttosto potenti, e riuscì.
-Se ci avviciniamo di più a uno dei faretti sentiremo più calore.
Avvolse le spalle di Merlin con il braccio e lo accompagnò a un angolo. Si misero a guardare il cielo.
Passarono diversi minuti prima che uno dei due parlasse.
-Tutto questo è ancora più sospetto.
-Come?
Merlin piegò un po’ la testa fino a toccare quella dell’altro.
-Dico, era più o meno così che era iniziato lo scherzo che mi hai fatto quando avevamo… non ricordo se quindici o sedici anni.
Arthur si morse il labbro.
-Non ricordo…
-Mmmh, strano, perché lo ritiri fuori ogni volta che conosciamo qualcuno di nuovo.
Il biondo sentì arrivargli un pizzico su un fianco e borbottò.
-Era qualcosa di innocente.
-Decidere di farmi rientrare in casa e tentare di farmi credere che nessuno di voi era mai esistito non era innocente e soprattutto non ci sarei mai cascato, razza di asino. E comunque c’ero rimasto male, pensavo mi volessi baciare!
Arthur sorrise maliziosamente e gli si avvicinò.
-Beh, ora ti voglio baciare, effettivamente.
Posò le labbra sulle sue.
-Arthur…
-Mh?
-Gli altri possono vederci da dentro?
-No?
-Perché mi va di…
Merlin gli si avvicinò all’orecchio, sussurrando qualche parola, e Arthur arrossì.
-Sei indecente!
-Sì, e la cosa non ti dispiace.
Il moro sorrise con aria furba e ogni organo interno di Arthur fece una giravolta.
Beh, era vero.
Come era vero che non si poteva lasciar distrarre dal proprio obiettivo primario, perché era da un mese che si diceva “Domani, lo chiederò domani”, tanto che aveva dovuto mettersi una data stabilita e raccontarlo a tutti per darsi seriamente da fare.
Un po’, era sempre stato come essere già sposati con Merlin, col suo continuo metter bocca, col suo costante sostegno, col suo coprirlo nelle situazioni più improbabili.
Voleva dirglielo. Arthur voleva dirglielo che vedeva tutto quello che faceva e aveva fatto per lui, che Merlin era la persona che più gli era stata accanto, che l’aveva notato come non si fosse mai tirato indietro, come l’avesse sempre sostenuto. Come non glielo avesse mai rinfacciato.
Arthur sapeva profondamente, tanto nell’intimo che pure il suo orgoglio taceva di fronte all’evidenza, che non sarebbe stato la stessa persona senza Merlin…
Glielo voleva dire e l’aveva tutto scritto nella proposta (la proposta più lunga e imbarazzante avesse mai visto, a dirla tutta), ma in quel momento non riusciva a pronunciarla. Sentiva un groppo fra il petto e la gola e una tale forza che lo guidava verso il fidanzato da non riuscire a concentrarsi, non riuscire a ricordarsi nemmeno una singola parola del discorso che aveva preparato, il primo che avesse scritto senza l’aiuto di Merlin.
Guardò il moro, respirando lentamente. Lo vedeva sorridere (riscaldava il suo cuore) e inclinare la testa come quando era preoccupato per lui (gli veniva voglia di baciarlo e basta).
Merlin avrebbe potuto distruggerlo in ogni momento, non perché fosse forte fisicamente, o avesse una posizione sociale autorevole, o per qualche talento particolare, ma perché Merlin sapeva tutto di lui, perfino dove avrebbe dovuto colpire per ferirlo davvero, per fargli male irrimediabilmente. E non l’aveva mai fatto.
Si sentì fortunato.
Si sentì grato.
Prese le mani di Merlin fra le sue, tentando, incerto, un sorriso che gli venne un po’ storto, ma non per questo meno sincero.
-Merlin, io…
Si schiarì la gola, cercando di non distogliere lo sguardo da quello perplesso del fidanzato.
-A Natale, quando abbiamo messo il puntale sull’albero, ho detto che speravo che quest’anno fosse migliore di quello scorso, non perché fosse stato triste o non mi fosse piaciuto viverlo, ma perché desideravo qualcosa di ancora più appagante, più bello. In realtà, ti confesso che quando l’ho detto stavo già pensando a questo momento. Anni fa ci siamo detti che non avremmo avuto più segreti tra di noi, quindi…
Prese un grande respiro, rendendosi conto che si stava avvicinando a un punto dove non ce la faceva più a continuare.
-Quindi perdonami se ti ho tenuto nascosto le mie intenzioni fino a oggi.
Non era neanche a metà di quello che si era preparato e già la voce cominciava a tremargli e non sarebbe stato in grado di mantenerla ferma per ancora una frase in più.
-Il fatto è che…
Eccola, la vibrazione della voce. Avrebbe finito solo quell’ultima cosa, solo quella e basta. Arthur guardò Merlin negli occhi, sperando di riuscire a mettere in quel finale improvvisato tutto quello che provava, per quanto potesse essere semplice, per quanto potesse essere banale e infantile la frase che stava per dire.
-Il fatto è che ci sei solo tu.
Si mise in ginocchio. Rise dall’imbarazzo guardando gli occhi di Merlin farsi notevolmente più grandi e decisamente confusi. Tirò fuori la scatolina dalla tasca e, con tutto il coraggio che aveva in corpo, fece per aprirla.
-Vuoi sposarmi?
E Merlin si chinò su di lui, abbracciandolo forte, senza neanche notare l’anello che l’altro ancora teneva in mano.
-Oh, Arthur…!
Il ragazzo si sentì il cuore sprofondare: il tono con cui Merlin gli aveva appena parlato, il modo in cui si stringeva a lui, dicendogli sì e sì con tutto il suo essere, gli stavano facendo venire le lacrime agli occhi.
Arthur lo abbracciò a sua volta, tirando su col naso e inclinando il viso leggermente verso l’alto, come se questo potesse fermare le lacrime che spingevano per uscire. Merlin si staccò da lui per baciarlo con trasporto sulle labbra e su tutto il volto, tenendogli le mani fra i capelli biondi.
Arthur si trovò a pensare, mentre il futuro marito continuava a sussurrare il suo nome nel modo più bello che avesse mai sentito (più di quando facevano l’amore, più di ogni altra occasione), che doveva fare in modo di esserne all'altezza, di guadagnarsi la devozione con cui l’altro lo stava guardando, lo stavo baciando e lo stava circondando con le braccia.
-Ti giuro che farò in modo di meritarti.
Lo guardò negli occhi, sentendo un groppo alla gola perché Merlin lo stava guardando come se fosse già perfetto. Si sentì indifeso, perché percepiva di stare a  guardarlo nella stessa maniera e –maledetta Elena!- ormai se ne sentiva troppo consapevole. Rise, sentendo l’urlo di giubilo di Gwaine dalla porta finestra di casa, seguito da un fischio da parte di Elyan, l’applauso di Percival e Lancelot che cercava di calmare Gwen, che evidentemente se l’era presa per non essere stata messa al corrente e aver ricevuto come spiegazione solo un “Tu fai come ti dico”. Arthur tentò di rialzarsi, portando su con sé anche Merlin, ma ricadde dopo pochi attimi a causa del continuo muoversi del fidanzato, che continuava a stringerlo.
-Posso metterti l’anello o il tuo piano è quello di impedirmelo finché non mi sarò arreso?
-Ah, sì…
Se possibile, il moro arrossì ancora di più, tendendogli una mano tremante. L’anello, così semplice, andò fino in fondo al dito.
La taglia era perfetta.
 
 
Note di Elfin
Siamo alla fine. Ho messo prima il capitolo perché mi sono resa conto che domani non l’avrei potuto mettere, quindi…
Auguro un buon Natale a tutti voi che avete seguito questa storia.
Ringrazio tutti voi, lettori silenziosissimi, e in particolare, per i miei soliti ringraziamenti singoli, chi ha messo la storia fra le seguite (akira uzumakipaffy333Dany_skywalker,Emrys3103FondofanimeLadyTsukylululove2Roxhope08Sunny0719vanessatomasimoyukii96), fra le ricordate (paffy333) e fra le preferite (Asialivebacieabbraccimaru). Spero che stiate passando e che passerete delle feste meravigliose <3
Eh… c’è poco da dire. Era una ff molto prevedibile, come vi avevo già detto, però non per questo è stata per me meno bella da scrivere. Alcune cose sono state molto pensate, altre per nulla :P Questo finale era il capitolo più lungo e vi assicuro che è stato una tragedia scrivere la proposta effettiva. Spero di non aver deluso le aspettative di chi di voi ha seguito la storia :3
Piccolo appunto è che vi ricordo che ci sono due Tristani nella serie. Uno è quello di Tristano e Isotta e l’altro appare nella prima stagione e viene detto essere un fratello defunto di Igraine. Mi auguro di non aver creato confusione!
Per altre ff, mi rivedrete presto. La nuova ff su Eleanor è praticamente completa, mi manca un ultimo pezzo che il sito di streaming mi vuole impedire di rivedere. Per quella Merthur post5x13 che vi avevo detto un po’ di tempo fa, ho finito ieri il secondo capitolo per intero… doveva essere una one-shot nella mia testa ed è diventata una long XD Si chiamerà Revolution Roots e la metterò a breve, appena andrò un po’ più avanti con i capitoli completi.
Vi ringrazio ancora sentitamente e ancora a tutti voi un buon Natale e un felice anno nuovo!
Kiss
   
 
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