Chiara era stesa sul suo letto con le caviglie appoggiate l’una all’altra.
Lentamente, le lacrime le rigavano il viso. Non provava neanche lontanamente ad asciugarle, sarebbe stata una perdita di tempo: avrebbero continuato a scorrere, imperterrite. Non avrebbero mai trovato una fine. Ma la sua vita sì.
Appoggiò i piedi a terra, avvertendo un brivido lungo i nervi, il gelo che l’entrava nelle ossa. Sì, la decisione era stata presa.
Si diresse verso la porta a finestre che dava sul proprio e personale balcone.
Strinse entrambe le mani sulla fredda ringhiera in ferro, arrugginita in alcuni punti e scrostata.
Guardò giù. Niente le avrebbe fatto cambiare idea.