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Autore: Angel TR    27/12/2018    4 recensioni
Can I touch your heart?
BTS - Crystal Snow
Le festività. Malinconiche, allegre, divertenti, rilassanti, stressanti.
Squarci di vita dei torneisti durante questi giorni.
2^ classificata al contest "Feste, quel che voglio è..." indetto da 6Misaki su EFP
Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort, Hwoarang, Jin Kazama
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ultraviolence'
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(Qiesta storia partecipa anche alla Challenge indetta da Soly Dea su EFP "Sfida delle Parole Quasi Intraducibili" con la parola FINLANDESE Kalsarikännit: quando qualcuno preferisce rimanere a casa da solo e ubriacarsi in biancheria intima invece di uscire a divertirsi.)



Prompt: Vodka
Autrice: Angel Texas Ranger
Fandom: Tekken
Personaggio: Hwoarang
Parole: 314
Titolo: Meglio soli che male accompagnati


Meglio soli che male accompagnati


사랑과 미움이 같은 말이면, I love you Seoul
사랑과 미움이 같은 말이면, I hate you Seoul
(If love and hate are the same words, I love you Seoul
If love and hate are the same words, I hate you Seoul)
RM - Seoul


Freddo, neve, grattacieli, lucine colorate, una fiumana di gente che si riversava sulle strade di Seoul per comprare regali, festeggiare il Natale, prenotare motel, sedersi al tavolo di qualche ristorante.
Hwoarang prese un altro sorso rabbioso di vodka.

Seoul: a una spinta di maniglia, a un passo, eppure così dannatamente lontana.

Un tempo, Hwoarang si era convinto che avrebbe conquistato la città, espurgato le sue mura di altezzosità e competizione, e vinto, vinto in qualche modo. Una città che l'aveva prima respinto e poi accettato purché se ne stesse tranquillo ai suoi margini, tra le stupide gang che, come ratti, affollavano le fogne e i vicoli bui di Seoul.
Quelle stesse gang che l'avevano ripudiato quando il maestro l'aveva raccattato come un gatto randagio che graffia, graffia ma solo perché ha troppa paura per fare le fusa.

Il maestro. Dov'era, ora? Ancora una volta, Hwoarang si sentiva sconfitto da Seoul, respinto.

A Seoul non aveva nessuno.

Natale?

E lui con chi avrebbe pranzato in uno chiccoso ristorante? Con chi avrebbe prenotato una stanza in un hotel (il motel faceva tanto tirchio)?
Buttò giù un altro sorso di vodka, facendo dondolare le gambe nude. Posò la fronte al vetro della finestra, trastullandosi con l’idea che lui era migliore degli altri perché si distingueva dalla massa. Tutti a festeggiare e lui a ubriacarsi con la vodka.

Ma la verità era amara, molto più dell'alcol che stava versando nello stomaco: Hwoarang non aveva nessuno con cui festeggiare.

In un impeto di rabbia, afferrò il telefono più rotto che buono e digitò un numero che sapeva a memoria; l’osservò per qualche secondo prima di eliminarlo velocemente.
Kazama non si sarebbe mai scomodato con un emarginato come lui.

Quasi poté udire la risata sprezzante di Seoul mentre scolava la terza bottiglia di vodka, da solo e in mutande nel suo appartamentino.

  
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